SOMMARIO:
• Analisi della realtà esterna
• Analisi della realtà interna
• Itinerario della Comunità Capi
Il Progetto
educativo illustrato nel presente documento è stato stilato dalla comunità capi
del gruppo scout Tropea 1 alla fine di un lavoro durato alcuni mesi e
rappresenta la proposta educativa che i capi faranno ai bambini ragazzi e
giovani del gruppo scout negli anni 1999, 2000, 2001 e 2002. Il progetto parte
da un’analisi generale della realtà del mondo giovanile, che contiene alcuni
riferimenti ai dati dell’indagine IARD e del rapporto ASPER sui ragazzi di fine
millennio con alcune riflessioni su quelli che potrebbero essere gli aspetti in
cui la realtà di Tropea si differenzia dallo scenario generale Italiano del
mondo giovanile. Nel progetto vengono poi individuati i valori a cui educare ,
viene tracciato un percorso pedagogico contenente i principali obiettivi
educativi e, scelti i principali strumenti metodologici, viene disegnato un
adeguamento degli stessi strumenti in funzione degli obiettivi educativi del
progetto. A parte, infine vengono tracciati il cammino della comunità capi ,
nella formazione capi e nella formazione permanente , come supporto
indispensabile per l’efficacia e la qualità della proposta educativa e un
itinerario di verifica. Il contesto educativo che vogliamo offrire ai giovani,
negli anni che vedono la fine del secondo millennio e l’inizio del terzo si
inserisce nel cammino ecclesiale del Grande Giubileo del 2000. L’evento
Giubileo che si richiama all’esperienza ebraica che ogni 50 anni sanciva il
riposo dai lavori agricoli, la restituzione della terra a chi era stata
espropriata e la liberazione degli schiavi, e che la Chiesa propone, in
occasione dei 2000 anni della nascita di Cristo, come momento di
riconciliazione e di liberazione dell’uomo dalla vera schiavitù, è la base, nel
progetto educativo, su cui poggiano i valori di riferimento a cui, attraverso
il metodo scout educhiamo. Il progetto è uno strumento concreto nelle mani
degli educatori scout a Tropea nel lavoro quotidiano con i ragazzi e il
documento che presenteremo alla Chiesa locale , alle istituzioni locali, alle
agenzie educative del territorio e alle famiglie dei bambini, ragazzi e giovani
del nostro gruppo, per raccogliere suggerimenti e per far conoscere i contenuti
e i mezzi della azione educativa che ci accingiamo a realizzare.
Un
tempo lontano, quando avevo sei anni in un libro sulle foreste primordial4
intitolato “ Storie vissute dalla natura», vidi un magnifico disegno. Rappresentava
un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.... Meditai a lungo sulle
avventure della giungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo
disegno. 11 mio disegno numero uno. Era così:
Mostrai
il mio capolavoro alle persone grand4 domandando se il disegno li spaventava.
Ma mi risposero: « Spaventare ? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da
un cappello?”’. Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il
disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che
cos ‘era, disegnai l’interno del boa Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa e
di applicarmi in vece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla
grammatica. Fu così che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto
essere la mia gloriosa carriera di pittore. . .1 grandi non capiscono mai
niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta
Balzai
in piedi come fossi stato colpito da un fulmine. E vidi una straordinaria
personcina che mi stava esaminando con grande serietà. Qui potete vedere il
miglior n’tratto che riuscii a fare di lui più tardi....