Un soldato, un combattente. Il conte Sogno Rata del Vallino
ha il suo battesimo del fuoco nella guerra di Spagna. Poi nella
guerra di Liberazione diventa leggendario come comandante dei
partigiani bianchi della Franchi. Nel dopoguerra il suo ruolo
diventa più defilato, la sua attività più
sotterranea, ma non meno intensa. Ufficialmente Sogno, che ha
intrapreso la carriera diplomatica, è nei ruoli del ministero
degli Affari esteri; ma lavora anche per il ministero dellInterno:
soldato dellarmata invisibile che deve combattere la guerra
non dichiarata contro il comunismo - anche oltre e contro la Costituzione.
Negli anni Cinquanta nascono organismi deputati, a diversi livelli
di segretezza e di operatività, alla lotta contro il comunismo.
Sorgono organizzazioni segrete per la «guerra non ortodossa»,
quali quelle previste dalla pianificazione Nato Stay behind
(Gladio). Prima ancora, nel settembre 1951, il Consiglio dei ministri
istituisce presso il ministero dellInterno una Direzione
generale dei Servizi di difesa civile, con la facoltà di
avvalersi anche di «elementi volontari». Più
volte portata in Parlamento, la legge sulla Difesa civile non
otterrà mai lapprovazione definitiva, a causa dellopposizione
delle sinistre, per le quali il vero scopo dei «volontari»
sarebbe stato lintervento contro i comunisti, le manifestazioni
di piazza e gli scioperi. Ma organismi di «difesa civile»,
segreti e senza copertura parlamentare, sono messi ugualmente
in funzione. E Sogno in essi ha un ruolo importante. Lo ammette
egli stesso, in una lettera datata 12 agosto 1969 e inviata allallora
ministro degli Esteri Aldo Moro per lamentare i rallentamenti
subiti nella carriera diplomatica a causa proprio dellattività
riservata svolta per il ministero dellInterno: «Fin
dal 1949 lonorevole Scelba, allora ministro dellInterno,
mi interpellò per conoscere se avrei accettato un incarico
che avrebbe comportato il distacco presso il ministero dellInterno
(organizzazione del progettato Servizio di Difesa civile)».
Sogno, in quella prima occasione, rifiuta. Ma accetta la seconda
offerta: «Nel luglio del 1953, per iniziativa della presidenza
del Consiglio (Governo Scelba) mi veniva nuovamente proposto
un incarico di carattere eccezionale e riservato (organizzazione
della difesa psicologica delle istituzioni democratiche) in ripresa
di una operazione avviata nel 1948 per iniziativa del ministro
Sforza nel quadro dellattività svolta in base
al piano Marshall. Accettai tale incarico». E ancora: «Lazione
svolta per il tramite del comitato da me organizzato ebbe tre
fasi principali: in un primo periodo (fino allottobre 1954)
essa si concretò nella realizzazione del progetto che gli
onorevoli De Gasperi e Pella avevano ripetutamente
sostenuto in Consiglio atlantico e consistente nel contrapporre
lazione degli organi promotori e coordinatori della propaganda
occidentale alla costante iniziativa sovietica nel campo della
informazione. Nel secondo periodo (ottobre 1954 - giugno 1955)
il comitato assolse funzioni specifiche nel quadro dei provvedimenti
adottati dal Governo Scelba per la difesa delle istituzioni, assumendo
compiti di punta che non potevano essere affidati a organi governativi.
Nel terzo periodo (dopo il giugno 1955) il comitato ridusse progressivamente
lazione esterna per concentrarsi su compiti di carattere
riservato sempre nel campo della difesa psicologica. Durante questo
servizio prestato alle dirette dipendenze della presidenza del
Consiglio e in collaborazione con i ministeri dellInterno
e della Difesa, rimasi nei ruoli del ministero Esteri».
La spiegazione del rifiuto che Sogno oppone alla prima offerta
è contenuta in un fascicolo della divisione Affari riservati
del ministero dellInterno (il servizio segreto civile, progenitore
del Sisde): in una vecchia nota classificata «riservatissima»,
si dà conto delle «idee politiche del conte Sogno»,
il quale è «convinto che il popolo italiano ama la
forza» ed è, appunto, «persuaso inoltre che
il primo squadrismo fascista del 19 e del 20 sia degno
di encomio, in quanto fu capace di rintuzzare la tracotanza rossa»;
Sogno è tanto convinto di ciò, che «tenta
di rimettere in piedi uno squadrismo democratico,
capace di difendere gli ideali cristiani e democratici contro
lassolutismo comunista»; «nel 1948», ribadisce
la nota dei servizi, «lonorevole Scelba gli offrì
la direzione della Difesa civile, ma egli rifiutò perché
la Difesa civile doveva entrare in azione soltanto nel caso che
i comunisti tentassero unazione di forza e (secondo le sue
opinioni) non si possono galvanizzare gli uomini soltanto per
unoccasione sola, che potrà anche non verificarsi.
Occorre invece uno squadrismo risoluto e attaccabrighe, capace
di prendere liniziativa e non di servire da semplice reazione».
Eccolo, lantifascista Sogno: appena smessa la divisa partigiana
rimpiange «lo squadrismo del 19 e del 20»
e sogna un nuovo «squadrismo risoluto e attaccabrighe».
Cercherà di realizzarlo nel movimento Pace e Libertà.
Rifiutata nel 1948-49 la Difesa civile perché troppo «morbida»,
accetta la seconda offerta di Scelba, nel 1953: simpegna
a organizzare la sezione italiana del movimento anticomunista
transnazionale Paix et Liberté, con compiti di «contropropaganda»
o «guerra psicologica», affidati nel dopoguerra nei
Paesi dellOccidente in parte a organismi istituzionali (esercito,
servizi...) e in parte a civili, «irregolari» collegati
e controllati da settori istituzionali. Quando, nel giugno 1953,
su incarico del governo francese, arriva a Roma il presidente
di Paix et Liberté, Jean Paul David, il presidente
del Consiglio Alcide De Gasperi, insieme al Capo di Stato maggiore
e al Capo della Polizia gli comunicano ufficialmente la costituzione
della sezione italiana di Pace e Libertà, diretta da Edgardo
Sogno. Il ministro degli Esteri Giuseppe Pella, con lettera protocollata
il 18 febbraio 1954 scrive al ministro dellInterno Amintore
Fanfani: «Nel settembre u.s. si è costituita poi
a Milano, via Palestro n. 22, una sezione italiana di tale movimento.
(...) La sezione italiana di Pace e Libertà è diretta
dalla medaglia doro Edgardo Sogno Rata, funzionario del
ministero degli Affari esteri in aspettativa (...). Ti sarò
perciò assai grato se vorrai esaminare la possibilità
di rivolgere la Tua attenzione a Pace e Libertà in Italia,
alla quale il ministero degli Affari esteri già fornisce
assistenza nei limiti delle proprie possibilità e competenze
(informazioni dai Paesi doltre cortina, giornali, etc.)
ma che, per la sua particolare e utile attività allinterno
conviene possa far capo anche al Tuo Dicastero». Lorganizzazione
è formalmente privata, ma la copertura è istituzionale.
I finanziamenti giungono, secondo le tracce rimaste in alcune
relazioni dei servizi, dagli industriali del Nord, Fiat, Viberti,
Pirelli, con la mediazione dellUfficio Rei - Ricerche economiche
e industriali - del Sifar, comandato dal colonnello Renzo Rocca
(che poi morirà, in un suicidio rimasto misterioso). Un
funzionario del Sifar, Vittorio Avallone, racconterà in
seguito, in una testimonianza resa al pretore Raffaele Guariniello,
gli intensi rapporti intercorsi tra servizi, Fiat e Pace e Libertà,
anche attraverso il provocatore Luigi Cavallo, per qualche
tempo al fianco di Sogno nel suo movimento. Nel gennaio 1956,
secondo una relazione dellufficio Affari riservati del ministero
dellInterno, si svolge a Milano un congresso internazionale
dei comitati Paix et Liberté, con la partecipazione di
rappresentanti di Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Olanda, Germania.
«I rappresentanti di altri comitati, non potuti intervenire»,
scrive la relazione, «hanno fatto pervenire messaggi di
solidarietà e di augurio. (...) I congressisti, pur tenendo
conto delle particolari modalità di azione dipendenti dalla
situazione politica dei vari Paesi, hanno convenuto che, in vista
dei continui progressi del bolscevismo in tutto il mondo, e poiché
il comunismo rappresenta un grave pericolo per le istituzioni
fondamentali degli Stati democratici, occorre promuovere un anticomunismo
di Stato». è il «doppio Stato» al lavoro:
per salvare dal pericolo comunista la democrazia, si infliggono
ferite alla democrazia, promuovendo organizzazioni segrete che
si muovono fuori e contro ciò che è permesso e stabilito
dalla Costituzione democratica. Ma qual era, in concreto, lattività
dei gruppi di Sogno? Si limitavano alla propaganda anticomunista?
In una circolare interna del luglio 1954 inviata alle sezioni
provinciali vengono chiariti i compiti dellorganizzazione:
«Raccogliere gli indirizzi degli attivisti di tutte le organizzazioni
cominformiste (Pci, Cgil, Udi, Fgci ecc.). Iscrivere su un libro
nero tutti gli elementi comunisti che occupano posti di
responsabilità nellamministrazione pubblica e nelle
principali aziende, con scheda biografica per ognuno di essi.
Costruire una rete informativa anticomunista in tutta la provincia,
rete che deve essere clandestina e assolutamente indipendente
dallorganizzazione. Formare una squadra con compiti speciali».
Siamo evidentemente fuori dalla legalità democratica. Schedatura
dei comunisti, organizzazione clandestina e compartimentata. E
quali saranno i «compiti speciali»? E i «compiti
di punta che non potevano essere affidati a organi governativi»,
di cui Sogno accenna nella sua lettera a Moro, hanno forse
a che fare con quello «squadrismo risoluto e attaccabrighe»
inseguito da Sogno? Una relazione dellaprile Una relazione
dellaprile 1954 contenuta nel fascicolo su Pace e Libertà
custodito presso gli Affari riservati conferma che «lopera
di propaganda e di forza del movimento Pace e Libertà esorbita
dalle limitazioni osservate da analoghe organizzazioni (...) ponendosi
su un piano di lotta aperta ed a oltranza, con organizzazione
paramilitare. (...) Il centro sicurezza raccoglie
gruppi di ex partigiani autonomi, nonché di giovani volontari
di Pace e Libertà, organicamente costituiti in reparti
da impiegarsi in azione controrivoluzionaria, qualora il potere
dovesse passare in mano alle sinistre, anche se ciò dovesse,
malauguratamente, avvenire attraverso consultazioni elettorali».
Lestensore del rapporto racconta: «Laccesso
ai locali è inibito a chicchessia. Essendo accompagnato
dal Sogno, ho potuto personalmente rendermi conto della elevata
efficienza della organizzazione». E conclude con quattro
punti: primo, «il Sogno ha preso diretto contatto, recentemente,
con il presidente del Consiglio, onorevole Scelba. Dellesito
di tale contatto egli ha trasmesso una succinta, ma delicata,
relazione alle autorità dalle quali dipende»; secondo,
«il Sogno opera con la piena autorizzazione del ministero
degli Esteri italiano»; terzo, «lorganizzazione
Pace e Libertà è validamente sostenuta da potenti
erogazioni finanziarie provenienti da gruppi industriali del Nord»;
quarto, «il Sogno gode di un certo appoggio di elementi
dellAmbasciata americana (segreteria Signora Luce)».