Di fronte a ponte S. Angelo,
l'antico pons Aelius, costruito da Adriano e arricchito successivamente dal bel parapetto
del Bernini, si trova la imponente fortezza di Castel S. Angelo, il
cui nome è dovuto alla statua dell'Arcangelo Gabriele posta sulla sua sommità.
L'edificio, costruito nel 139 d. C. come Mausoleo dell'Imperatore Adriano, fu
successivamente fortificato e inserito nella cinta delle mura
Aureliane. Utilizzato per scopi militari durante le guerre gotiche (sec. VI), divenne una
vera e propria roccaforte sotto Leone IV (sec. IX), che lo pose a difesa della città
Leonina. Nel 1277 fu costruito il corridoio vaticano che consentiva ai papi, in caso di
pericolo, la fuga dal Palazzo del Vaticano a Castel S. Angelo. Ulteriormente fortificato
da Alessandro VI, a cui si deve la scala che attraversa il centro dell'edificio, venne
sottoposto da Paolo III a lavori che trasformarono l'interno in una lussuosa residenza.
Dalla Loggia di Giulio II, realizzata dal Sangallo, (1504-5) si gode un pregevole
panorama.
Attraverso il ponte Cestio si passa su l'isola Tiberina: nell'antichità, ai due punti estremi, aveva edifici in travertino bianco che le conferivano la forma di una nave. L'ospedale di S. Giovanni di Dio continua la tradizione dell'isola sacra a Esculapio sin dal 293 a. C., anno in cui gli fu eretto un tempio sui cui resti è stata costruita nel X sec. la chiesa di S. Bartolomeo de Insula, il cui campanile romanico svetta ancora sul Tevere. Si attraversa il ponte Fabricio, il più antico di Roma, e si giunge nel Ghetto. Gli ebrei condotti a Roma come schiavi da Pompeo godettero di una relativa libertà sia sotto l'impero che nel Medioevo, ma dal 1556 furono costretti a vivere all'interno di un'area cintata dalla quale non potevano uscire dal tramonto sino all'alba. Nel Ghetto vivono ancora oggi moltissimi Ebrei e vi svolgono le loro attività. Il cuore del Ghetto è via del Portico d'Ottavia, fiancheggiata da alcune case medievali restaurate in tempi recenti; il Portico d'Ottavia, costruito nel 23 a. C. da Augusto, fu utilizzato da Stefano III per erigere la chiesa di S. Angelo in Peschiera (770), il cui atrio è costituito dai resti del portico stesso.
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