Mini birotore

di Enrico Mitrano

Questo mini-birotore è costruibile con una normale attrezzatura meccanica. Il suo peso è di 4.5 kg con un motore da 6.5 cc, diametro dei rotori (bipala) di 990 mm, la struttura portante in alluminio.
Come mostra la foto, la costruzione interamente meccanica è alla portata di tutti e mi sono permesso di presentarlo non per confondere le idee sull'elicottero R.C. ma per dare un contributo allo studio e alla sperimentazione di questo tipo di elicottero R.C..

Tornando alla costruzione e seguendo la foto si accoppiano due flange anteriori e due posteriori collegate da tralicci tubolari quadri (il tutto con fori di alleggerimento); tali flange ospitano rispettivamente l'anteriore: il motore, il rotore anteriore (albero e testa rotore) ed il rispettivo piatto ciclico; la posteriore; la scatola contenente ricevente, batterie e servocomandi più il secondo rotore che per evidenti problemi di contatto fra pale e pale è intersecante a 90° è più alto rispetto all'anteriore. Nel baricentro, che è sotto il traliccio superiore, è sistemato il serbatoio di 250 cc. In questo modo i pesi sono distribuiti egualmente e appendendo il modello al baricentro questo risulta orizzontale sia a serbatoio pieno che vuoto.

Venendo alla trasmissione dei giri, la primaria avviene con frizione centrifuga (tipo Zenith-Schluter) dal motore con pignone e corona (rapporto 1:10) al rotore anteriore, da questo, tramite ingranaggi conici di 1 cm di sezione e con un albero da 4 mm di sezione su cuscinetti (n. 3 per la lunghezza del traliccio) il moto raggiunge il rotore posteriore che con la stessa coppia conica da 1 cm di sezione tramite un ingranaggio diritto, solidale all'alberino della coppia conica spinge nuovamente una corona (60 denti, rapporto 1:10) che ha gli stessi giri ma con il senso di rotazione inverso al primo, annullando così la coppia generata dalle due rotazioni.

Il principio per cui questo mini-birotore si eleva in volo (è stato maggiormente sperimentato in volo stazionario) è dovuto appunto all'incidenza delle pale dei rotori che, come per tutti gli elicotteri, una volta raggiunti i giri utili, solleva la struttura sino a trasportarla in senso verticale. I movimenti involontari di traslazione in qualsiasi direzione, del mini-birotore, vengono corretti con i servocomandi per le traslazioni (sono due; uno per ogni piatto ciclico con l'aggiunta di altri due servocomandi che fungono da miscelazione fra i due); un altro servocomando controlla il motore (è possibile abbinare a questo il passo collettivo), ed un sesto servocomando che applicato alla traslazione laterale sinistra-destra del rotore posteriore viene utilizzato per le virate sinistre e destre (questo movimento è oltretutto miscelato con i movimenti dei piatti ciclici per le traslazioni laterali sinistre e destre).
Ho reso ai minimi indispensabili i comandi affinché questa meccanica possa alzarsi in volo (vedi foto); è chiaro che problemi atmosferici quali il vento non garantiscono tale volo. Il volo traslato anche se ben poco sperimentato si effettua dando l'inclinazione dei piatti ciclici nella direzione voluta, premesso di aver dato gas-motore sufficiente a farlo decollare e aver miscelato fra loro i piatti ciclici così da rendere eguale la potenza di tiraggio dei rotori (ricordo che in questo modello non usiamo il passo collettivo, che seppure dà un maggior controllo al modello così ne rende ancor più complicata la meccanica. Per il volo a punto fisso (hoovering) una volta trimmati i movimenti ciclici ed anche miscelati fra loro, affinché la forza che spinge in alto dovuto all'incidenza delle pale sia eguale tra i due rotori, basta dare il gas-motore necessario e (meglio senza vento!) il modello si staccherà dolcemente da terra.

Ricordo che il pilotaggio è identico a quello di un monorotore.

Non viene presentata alcuna fusoliera poiché è sufficiente qualsiasi fusoliera autocostruita, rispettando però i pesi per il centraggio statico.

Il carrello, pure di facile costruzione è costituito da due longheroni ad U con invitate delle sospensioni con mozzi per i ruotini, ma è sufficiente usare mozzi per ruote rigide. Con queste mie esperienze spero di aver aperto un nuovo discorso e, restando a disposizione di chi volesse ulteriori chiarimenti, invito gli amici modellisti a scambiare tali esperienze.



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