Storia dei Kit

di Enrico Mitrano

Elicotteri radiocomandati: dai primi kit alle realistiche realizzazioni di oggi.

Nel campo delle realizzazioni aeronautiche è d'obbligo l'uso di modelli per la sperimentazione dei prototipi che saranno poi gli aeromobili commerciabili di domani. E' anche vero che, storicamente parlando, i modelli di mezzi volanti hanno affascinato più di una generazione.

In campo aeromodellistico l'ala rotante ha preso piede solo negli ultimi venticinque anni. Inglesi e tedeschi sono infatti i primi progettisti ed esecutori di modelli di elicotteri radiocomandati, tant'è vero che oggi, a parte il fenomeno giapponese in tutti i settori industriali, compreso immancabilmente quello dell'aeromodellismo, sono i primi nomi nella produzione di kit di montaggio di elicotteri radiocomandati. La quantità di kit di serie per la costruzione di modelli di elicottero è così vasta che, salvo le varianti specifiche (es. versione militare, servizio civile, eliambulanza, ete.) prodotte, per quanto riguarda le costruzioni di elicotteri reali, sono disponibili sul mercato tutti gli elicotteri che hanno avuto successo, di tutte le nazionalità. Poche pagine non servirebbero ad illustrarli tutti, anche perché con questo articolo si vuole dare una panoramica su ciò che l'elicottero modellismo rappresenta in campo tecnico-hobbistico. E' da tener presente che, seppur molto vicini alla realtà, alcuni parametri tecnico costruttivi si discostano dagli elicotteri reali per ovvie ragioni dinamiche. E' anche vero che le produzioni industriali sono sempre il frutto della singole opera dell'appassionato che in lunghe ore di lavoro ha portato a termine veri e propri capolavori. Si può affermare che l'elicottero radiocomandato di oggi, sia per i sistemi di radiocontrollo (radiocomandi computerizzati, giroscopi, regolatori di giri ete.), sia per la qualità tecnologica riguardante motorizzazione, materiali speciali per la costruzione delle meccaniche e delle fusoliere (fibre, leghe, legno, ete.), è pari se non al disopra per quanto concerne le doti acrobatiche degli elicotteri reali (non a caso molti elicotteromodellisti fanno eseguire ai loro modelli il volo stazionario hovering, in volo rovescio a 15 centimetri dal terreno! Oltre a figure acrobatiche quali looping, tonneau, stallo, etc.). Altresì il modello di elicottero può essere usato per aerofotografia, riprese cinematografiche e, perché no, come si è visto per la visita di Gorbaciov in Francia, il modello di elicottero è stato usato come sistema di controllo antiterrorismo fornendolo di una telecamera collegata ai servizi di sicurezza a terra. Per ultimo possiamo dire che altrettanta utilità offerta dal modello di elicottero si ritrova nelle riprese cinematografiche, laddove occorra effettuare manovre esasperate, distruzioni totali o altre situazioni troppo onerose o pericolose da farsi con elicotteri reali.

Concludendo con l'introduzione, possiamo osservare una panoramica di modelli di elicotteri che danno un'idea di come si siano evoluti in breve tempo dal punto di vista tecnologico e riproduzionistico.
Come primo modello prodotto da casa costruttrice (ma sempre dietro la costante pazienza del singolo modellista), e che possiamo definire il primo passo verso l'ala rotante radiocomandata, è il DUBRO 505 "Whirlybird", progettato dall'americano Dave Gray. Tale modello non prevedeva ancora un motore all'interno della fusoliera che trasmetteva il movimento al rotore principale, ma più semplicemente si affidava ad un motore montato sull'albero rotore che per controcoppia faceva girare il rotore stesso. Tale soluzione, che all'apparenza puo sembrare la più stabile poiché il baricentro è molto alto (in pratica nel centro del disco descritto dalla rotazione del rotore), si è invece rivelata molto critica per lo scarso numero di giri del rotore per il sostentamento ed il controllo dei movimenti del rotore stesso (movimenti ciclici): seppur subito abbandonato, il modello ha costituito il primo punto di riferimento per la progettazione e lo studio di altri modelli. La strada del motore rotante sull'asse rotore, subito tralasciata, ha diretto il cammino verso quella del motore all'interno della fusoliera ed i risultati positivi sono stati subito evidenti poiché i primi elicotteri R.C. (radiocomandati), seppure con il passo delle pale fisso (ovvero stabilito con la semplice gradazione fissa di circa 4-5 gradi di incidenza positiva delle pale del rotore principale), si sono staccati dal terreno in hovering ed in volo traslato.
E' così che l'ingegner Schluter ha avviato la prima produzione di modelli a passo fisso (vedi Huey Cobra) e subito si è impegnato nella risoluzione del passo collettivo e della ruota libera permettendo così ai suoi modelli una stabilità e una sicurezza di volo maggiore di quelli a passo fisso con l'aggiunta appunto della manovra di autorotazione. Anche la tattica di usare una meccanica unica cambiando soltanto l'estetica del modello con fusoliere che hanno il solo scopo di copertura è stata per primo adottata da Schluter, chiaramente con i suoi risvolti positivi e negativi che in seguito vedremo. Infatti è sempre un tedesco, l'ingegner Kavan, che riesce a dare alle sue realizzazioni un profilo più realistico e funzionale con la realizzazione dell'Alouette II(Aerospatiale) e del Bell 206 Jet Ranger, che saranno i cavalli di battaglia di questa ditta per molti anni ancora. L'innovazione di Kavan consiste appunto nel progettare fusoliere portanti, come nel caso dei veri elicotteri, costruite in fibra di vetro e compensato (ordinate). Ed è proprio con questo sistema che i modelli di elicottero iniziano ad avere una fisionomia riproduzionistica a tal punto da essere confusi facilmente, in filmati o fotografie, con elicotteri reali.

Come dicevamo all'inizio, è sempre la passione del singolo aeromodellista a dare i migliori risultati, come ben si può vedere dalla realizzazione del Bell 47 "Jota" della A.M., interamente costruito sulla scala del vero persino nelle parti rotanti e nell'arredo degli interni! Non da meno sono le realizzazioni di case giapponesi quali la Hirobo, che ha proposto in questi ultimi anni un vero cavallo di battaglia per le riproduzioni: il Bell 47 G2, che vediamo nelle foto che mettono in risalto la sua mole (180 cm di diametro rotore e motore da 25 cc a benzina con avviamento a strappo). Altresì si notano le dimensioni maxi di questo G2 che riproduce il velivolo scuola dell'A.M. . Sempre per dar vita alla panoramica sui modelli di elicottero osserviamo una bella riproduzione dell'Hughes 300 realizzata da un modellista con i rottami di un altro modello impattato.

Per finire questo articolo d'introduzione segnaliamo anche la realizzazione di un prototipo autocostruito del birotore CH-47 (uno dei primi modelli autocostruiti di questo tipo e che oggi sono prodotti anche in kit dalla nipponica Hirobo). Ricordiamo anche che con un buon modello radiocomandato e con un buon pilota si possono compiere manovre molto difficili per un elicottero reale come ad esempio stare in hovering in volo rovescio, una posizione un po scomoda che tuttavia ci dimostra il grande passo compiuto in questo settore aeromodellistico.



Pagina precedente Pagina superiore