Linguaggi Giovanili e Pubblicità
7   Conclusioni


Dovendo trarre delle conclusioni, mi rendo conto che l'argomento trattato sfugge ad una risposta esauriente e lascia alcune perplessità. Mi sembra, comunque, opportuno fornire una chiave sintetica di lettura ad un lavoro complesso di ricerca che mi ha impegnato per vari mesi, ma che mi ha anche consentito di esplorare i sottili legami fra due mondi molto vasti come quello del linguaggio pubblicitario e quello del linguaggio giovanile.

  Dai risultati del questionario sono emersi dei dati molto interessanti, che sembrano confermare la tesi di una certa influenza da parte del linguaggio pubblicitario sul modo di esprimersi dei giovani. Sono, infatti, emerse espressioni appartenenti alla lingua della pubblicità che io non avevo considerato e che sono state indicate liberamente, nelle domande aperte, dai ragazzi (ad es.: Viva la sincerità, cfr. risultati alle domande aperte: 17 in 6.2.3 e 22 e 23 in 6.2.5).

  D'altra parte l'analisi delle pubblicità ha rilevato una consistente presenza di termini giovanili.

  Esiste dunque una osmosi, una reciproca influenza fra il linguaggio giovanile e quello della pubblicità?

  Ebbene, la risposta che mi sono data è che il rapporto che lega i linguaggi giovanili alla pubblicità si basa su una differenza di fondo. Infatti, mentre si può parlare di influenza del linguaggio della pubblicità sul modo di parlare dei teen ager, lo stesso non si può dire per il rapporto inverso. I ragazzi, pur essendo spesso diffidenti e ipercritici nei confronti della pubblicità, sono quasi "inconsciamente" influenzati dalla sua lingua, in modo del tutto spontaneo, naturale, inconsapevole. La pubblicità, invece, non è influenzata dai linguaggi giovanili, ma utilizza intenzionalmente questi ultimi come fonte da cui attingere per creare i suoi messaggi e per raggiungere i suoi scopi. Il linguaggio pubblicitario, infatti, è uno strumento in qualche modo asservito agli obiettivi della stessa e quindi principalmente a quelli del mondo delle imprese, componente essenziale del sistema capitalistico, ma anche alle finalità di organismi, in genere istituzionali, che operano nel campo del progresso sociale, dei servizi pubblici, ecc. Si tratta dunque di un mondo adulto che costituisce la classe dirigente di un Paese e che ne determina in vari modi i modelli di sviluppo.

  Alcune considerazioni conclusive:

  Chiaramente lo scenario complessivo è molto diversificato e varia da regione a regione, da un contesto sociale all'altro, da individuo a individuo.

  Dal momento che la questione è molto delicata, alcuni interrogativi rimangono inevitabilmente aperti, ma si è cercato di rispondere, con questa prima indagine, ad alcune domande che ci si è posti in partenza.

  Sperando che in futuro la ricerca sia ampliata e l'argomento susciti maggiore interesse, si è cercato di dare una risposta ad un interrogativo di fondo: esiste una rilevante interferenza fra i due linguaggi analizzati? Ebbene la risposta, confermata dall'indagine sul campo, non può che essere affermativa, sia pure nei limiti indicati nel corso di queste note conclusive.

  Si tratta di uno stimolo a continuare la ricerca in modo più adeguato, ossia, con gli apporti di diversi specialisti di scienze umane e con una visione multidisciplinare che tocchi non soltanto linguistica e sociolinguistica, ma anche etnolinguistica, pragmalinguistica nonché sociopsicologia e psicolinguistica.