Dalla Preistoria al 1° Periodo Intermedio

 

 



Alla fine della Preistoria lungo le rive del Nilo si erano stanziate numerose tribù di cacciatori e pescatori, gelose della propria indipendenza e spesso in reciproca lotta. Quando iniziarono a praticare l'allevamento e l'agricoltura, però, si avviarono sulla strada dell'unificazione: la neces­sità di regolare le acque del fiume con lavori di ingegneria idraulica le costrinse infatti a collabo­rare insieme, perché solo così avrebbero potuto «proteggersi» dal Nilo e godere dei suoi benefi­ci.

 

Sorsero allora circa 40 nòmi (staterelli), che col tempo si unirono in due soli, grandi Stati: a nord il Regno del Basso Egitto, abitato preva­lentemente da agricoltori; a sud il Regno dell'Alto Egitto: i suoi abitanti erano soprattutto monta­nari e pastori, meno «raffinati» dei primi ma de­cisamente più forti.


Tre  Cappelli da “ interpretare “


Un oggetto, se osservato con metodo e at­tenzione, può rivelarsi un «documento» ricco di preziose informazioni. Anche tre comuni... cap­pelli, che in realtà non sono poi tanto comuni:si tratta, infatti, delle corone portate dai sovra­ni egiziani. La prima è più complessa, essendo formata dall'insieme delle altre due; la corona bianca, la più semplice, era usata dai fa­raoni dell'Alto Egitto; quella rossa, leggermen­te più elaborata, era la corona del Basso Egitto. A questo punto non ci è difficile concludere che la prima corona veniva portata dai faraoni dell'Egitto unificato. Ma non è tutto. Tutte e tre hanno un particolare in comune: il simbolo del serpente.

 

A un mitico re dell'Alto Egitto, Menes (o Narmer ) la tradizione attribuisce il merito di aver unificato il paese, conquistando anche il Basso Egitto. La capitale sorse a Menfi, sul delta del Nilo.

Con l'unificazione ha inizio il periodo chiamato Antico Regno che si spinge fino al 2200 a.C. circa.

 

Con l'Antico Regno inizia la storia conosciuta dell'Egitto: una storia molto lunga, divisa in grandi pe­riodi collegati alle famiglie reali (le dinastie: in tutto trenta) che governarono il paese.

Gli Egiziani, infatti, raccolsero gli avvenimenti storici raggruppandoli in pe­riodi che si riferivano al sovrano e alla sua dinastia.

Stabilita la capitale a Menfi, quasi all'inizio del grande delta, i sovrani dell'Egitto assunsero il titolo di faraone: il termine, che in origine significava «grande casa, palazzo reale», finì per indicare colui che dalla reggia governava il Paese. Per guidare e controllare meglio i lo­ro domini, i successori di Menes affi­darono a fedeli collaboratori il go­verno delle province, ma il si­stema si rivelò dannoso.

Col tempo, i governatori acquista­rono poteri sempre più ampi, fino a considerarsi i veri re delle province: alcuni di loro lasciarono addirittura in e­redità ai propri figli e spesso fecero guerra alle province confinanti!

 


 


Ov­viamente, il regno egizia­no entrò in crisi: ciò fu detto 1° periodo Intermedio, e mandò in frantumi l'unità dello Stato. Le difficoltà interne però, non impedirono ai faraoni di avviare la costruzione dei loro grandiosi monumenti funerari: risalgo­no a quel periodo, infatti, le grandi piramidi dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino; non e' dif­ficile capire che anche le enormi spese sostenu­te per l'erezione di quelle colossali tombe con­tribuirono ad aggravare la crisi del Paese.Le lotte fratricide si conclusero con la vittoria dei governatori della provincia di Tebe, nell'Al­to Egitto, che riuscirono a ricostituire l'unità dello Stato egiziano.

 

 

Il Medio Regno

 

 

 

La ripre­sa (periodo del Medio Regno) avvenne intorno al 2000 a.C. con i sovrani della Dodicesima dinastia, che portarono la capitale a Tebe.

Da Tebe, nuova capitale del regno, i faraoni si preoccuparono di eliminare lo strapotere dei gover­natori, i loro... ex colleghi: a guidare le province vennero invitati  dei funzionari che però dovevano risie­re nella capitale, sotto il controllo del sovrano. ­Sotto le dinastie tebane l'Egitto conobbe un periodo di grande prosperità economica e di prestigio politico.


Fu sviluppata in modo particolare l'agricoltura ­anche attraverso imponenti lavori di bonifica iniziò l'espansione territoriale: a sud nella Nubi­a,a nord verso la Palestina.

Fra i faraoni ricordiamo:

Sesostri III, che conquistò la regione della Nubia situata a sud dell'Alto Egitto.

Amenofi III, che bonificò la zona paludosa del Fayyum, vicino al delta del Nilo.

 

Ma fu proprio la a ricchezza ad attirare in Egitto i popoli meno fortunati: così, intorno al 1700 a.C., il Paese co­nobbe  il 2° Periodo Intermedio, le invasioni stra­niere. A breve distanza di tempo, nel territorio Egiziano si stanziarono due popoli nomadi: gli Hyksos e gli Ebrei.

Gli Hyksos, che gli Egiziani indicarono sprezzantemente come “ gli stranieri o i re pastori ”, riuscirono ad occupare il Basso Egitto grazie ad une «armi segrete»: il ferro, ancora sconosciuti ­agli Egiziani, ma anche il cavallo e i carri da guerra, coi quali ebbero facilmente ragione del fanteria dei faraoni; questi, per poter conservare l'indipendenza, dovettero pagare un tributo ai vincitori.

 

Qualche tempo dopo, spinti dalla carestia, giunsero in Egitto anche gli Ebrei: ad essi, come ­racconta la Bibbia, gli Hyksos permisero di stabilirsi «nella parte migliore del Paese, la terra di Gosen» (il Delta). Bellicosi e rozzi co­me gli Assiri, gli Hyksos non si fecero amare dalla polazione e il loro pesante dominio alimentò negli Egiziani il desiderio di libertà: furono an­cora una volta i faraoni di Tebe a guidare la guer­ra di indipendenza, che si concluse con la sconfitta ­degli invasori.


Il loro dominio durò poco più di cinquant'an­ni: gli Hyksos vennero sconfitti dal principe di Tebe (1570 a.C.). Con Kamose e la sua Diciottesi­ma dinastia iniziò il Nuovo Regno, il periodo più fiorente della storia egiziana.

 

 

Il Nuovo Regno

 

 

A partire dal 1570 a.C., col Nuovo Regno l'Egit­to divenne un grande impero militare. Vennero conquistate la Libia, la Siria, la Palestina.

 

Il faraone Ramsete  II alla battaglia di Qadesh contro il re Ittita


 «Aveva fatto Sua Maestà uno schieramento con tutti i primi del suo esercito, mentre era sul­la costa della terra di Amor ( la Siria ). Ed ecco il vile principe ( cioè il re ittita ) fece che andasse­ro molti cavalieri, numerosi come la sabbia, ed erano tre uomini per ogni carro: li fece stare nascosti dietro Qadesh,e irruppero in mezzo al­l'esercito egiziano, mentre marciava ignaro e non era pronto alla battaglia.» Però, racconta Ramsete II, «Trovai coraggioso il mio cuore, mentre il mio animo era in gioia. Divenni come Montu: lanciai frecce alla mia destra, facevo pri­gionieri a sinistra; ero come Seth nella sua ora, davanti a loro. Trovai i 2.500 carri dei nemici ammucchiati davanti ai miei cavalli. Nessuno tro­vava la suo mano per combattere. I loro animi erano languenti nel loro corpo, il loro braccio era debole, non riuscivano a lanciar frecce. Non trovavano animo per afferrare le loro lance. Li feci cadere nell'acqua come cadono i coccodril­li, caduti uno sull'altro.

Ecco, il principe vile stava nel mezzo del suo esercito con lo sua cavalleria a guardare la bat­taglia di Sua Maestà, tutto solo.»

Il faraone Amenofi IV (1377 - 1358 a.C.) tentò di rendere più solido un dominio che era diven­tato ormai molto vasto e costituito da svariate popolazioni. A questo scopo egli intro­dusse il culto di un unico dio, Aton (il So­le), per dare unità religiosa ai diversi po­poli dell'impero. Inoltre, col nuovo culto il faraone voleva combattere il potere ecces­sivo dei sacerdoti, che pretendevano di condizionare  le sue stesse decisioni.


La riforma fallì e alla morte di Amenofi, IV il successivo faraone Tutankhamon rista­bilì la religione tradizionale.

Nuovamente indipendente e unito, l'Egitto co­nobbe il periodo più glorioso della sua millena­ria storia e raggiunse la massima espansione territoriale.

Prima cura dei nuovi faraoni fu la difesa dell'impero contro gli attacchi esterni: i confini vennero costellati di presidi militari i cui soldati, in cambio della concessione di terre da coltivare, s'impegnavano a difendere la regione in cui erano stanziati; nello stesso modo, come vedremo, sarebbero sorte anche le colonie di Ro­ma.

Inoltre, convinti che la miglior

difesa fosse... l'attacco, i faraoni ripresero la politica di conqui­sta, estendendo il regno dalla Libia fino alla Me­sopotamia e, a sud, fino all'Etiopia. Le guerre e le conquiste agevolarono i contatti e gli scam­bi commerciali con gli altri popoli, così il Paese poté arricchirsi, e non solo materialmente: co­me accade fra due persone, l'incontro (talvolta, anche lo scontro) fra due popoli finisce per ri­velarsi vantaggioso per entrambi.


Il personaggio più noto del Nuovo Regno  è Ramsete II, che ebbe un regno particolarmente lungo (quasi 70 anni!) e denso di avvenimenti. La «su­perpotenza» egiziana, che ormai si affacciava sul Mediterraneo, si scontrò fatalmente con gli in­teressi commerciali degli ittiti: questi, come ve­dremo, avevano fondato un vasto regno nell'at­tuale Turchia. I due eserciti si affrontarono a Qa­desh (1296 a.C.) in una sanguinosa battaglia che si concluse con un nulla di fatto e che -come tutte le guerre - fu dannosa per ambe­due i contendenti; in seguito, comunque, i rap­porti fra i due popoli migliorarono.

 

Vale la pena ricordare anche le numerose regine che con il loro portamento hanno contribuito a fare grande l’impero non solo sostenendo il faraone ma anche in alcuni casi sostituendosi proprio nel ruolo di faraone.

Durante il re­gno di questo faraone, probabilmente, avven­ne l'esodo degli Ebrei: questi, che da alcuni se­coli si erano stabiliti nel Paese, si sentivano sem­pre più angariati e perseguitati dagli Egiziani:quindi decisero di abbandonare l'Egitto, per tor­nare nella loro Terra Promessa, la Palestina.

 

 

Il Tardo Periodo

 

 

Intorno al 1085 a.C. inizia il Tardo Periodo e  l'Egitto si divise in vari regni.

Esso fu poi occupato dagli Assi­ri di Assurbanipal (662 a.C.) e dai Persiani, riconquistò più volte la propria indipen­denza e la perse di nuovo.

 

Dopo Ramsete Il l'Egitto cessò di essere la maggiore potenza del mondo antico: i suoi suc­cessori dovettero, infatti, fronteggiare l'invasio­ne dei così detti popoli del mare.
Questi tolsero al Paese tutte le regioni conquistate nell'Asia; i faraoni, che non erano preparati, furono costretti a difendersi, abbandonando ogni tentativo di espansione.

All'interno, intanto, era sorto un grave contrasto tra l'autorità del faraone e quella dei sacerdoti, mentre i governatori delle province ricomincia­vano a ribellarsi.

Come è facile capire, l'Egitto si avviava verso la decadenza: i primi ad approfittarne - come sappiamo  furono gli Assiri, che nel 671 a.C. lo conquistarono, occupando Menfi e distrug­gendo Tebe!

 

Solo con la caduta dell'Impero Assiro ad opera dei Babilonesi l'Egitto poté riconquistare la pro­pria indipendenza: i nuovi faraoni spostarono la capitale a Sais perché la città, trovandosi nella zona del delta, era più facilmente difendibile; ma il così detto regno saitico ebbe breve durata, giacché la sua rinata prosperità attirò l'attenzio­ne di nuovi conquistatori: erano i Persiani, con i quali l'Egitto perse definitivamente la propria indipendenza; ad essi, nel dominio del Paese, successero i Macedoni di Alessandro Magno e, infine, i Romani.

 

 

 

La Storia

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