1/02/2002
Fonte: la sicilia
Il
prefetto accelera sullo studio preliminare per le
invasature d'emergenza a Tremestieri – Fitto
calendario di riunioni
Approdo,
il progetto tra 10 giorni
E per
l'elaborato definitivo si fa strada l'ipotesi
dell'appalto-concorso
Giuseppe Lo Re
«Entro 10 giorni avremo il progetto preliminare»:
l'annuncio è del prefetto, Giosuè Marino, che si è
sbilanciato al termine del vertice del comitato
tecnico-amministrativo che lo accompagnerà fino alla
realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri.
Sul tavolo, già ieri mattina, c'erano i primi studi
effettuati dal Genio civile Opere marittime per i
lavori nello specchio d'acqua e dal Genio civile di
Palermo per gli interventi a terra, vedi il
collegamento diretto con la tangenziale attraverso un
tunnel, all'altezza di Tremestieri. Marino ha già
impresso un ritmo notevole all'attività del suo
staff. D'altra parte il tempo c'è, ma non si tratta
di un termine poi tanto lontano: l'opera dovrà essere
completata entro il prossimo 31 dicembre. A stabilire
la data è l'ordinanza del Ministero dell'Interno, con
la quale è stato nominato il commissario
straordinario, a seguito della dichiarazione di stato
d'emergenza per l'attraversamento dei Tir formalizzata
lo scorso 15 novembre dal Consiglio dei Ministri. Il
calendario delle prossime riunioni è molto fitto: «Nella
prossima settimana – chiarisce il prefetto –
presiederò una serie d'incontri ristretti, con alcuni
dei componenti del comitato. Poi ci rivedremo tutti il
12 febbraio per prendere visione del progetto
preliminare, che nel frattempo sarà stato completato».
Il lavoro degli organismi tecnici è iniziato da
alcuni giorni: già nella scorsa settimana, infatti,
Marino aveva dato incarico di effettuare i primi studi
sulla base dell'unico progetto pubblico esistente. Si
tratta di un elaborato commissionato dal Comune negli
Anni '80 e dotato di rilievi tecnici molto
approfonditi. Adesso, ovviamente, bisogna adattarlo
alle nuove esigenze.
Per la costruzione delle prime due invasature (intorno
alle quali sorgerà l'approdo definitivo, che sarà
creato dal Comune tramite le procedure di project
financing già avviate), sono disponibili 41 miliardi
incassati dalla Regione grazie all'accordo di
programma-quadro con lo Stato sulle opere pubbliche
d'interesse nazionale. Acquisito il progetto
preliminare, sarà compito del prefetto giungere
all'elaborato esecutivo ed al successivo affidamento
dei lavori. «Stiamo già lavorando anche su questo
fronte – ha spiegato Marino –. Nelle prossime
settimane il quadro sarà più chiaro». Ma l'ipotesi
che prende sempre più corpo è quella di un bando per
l'appalto-concorso che preveda l'affidamento, ad un
soggetto unico, della progettazione e della
realizzazione dell'approdo d'emergenza. I tempi
sarebbero relativamente brevi, tenendo presente che i
poteri del commissario non consentono di «bypassare»
le leggi, ma di accelerare al massimo le varie
procedure.
Fonte: gds
La Cava: l'emergenza rifiuti va
risolta con tre nuovi impianti di smaltimento
Emilio Pintaldi
Subito nuovi impianti ed un progetto che porti al
definitivo decollo della raccolta differenziata. Primo
incontro operativo ieri mattina tra il neo presidente
della "Messinambiente" Sergio La Cava ed i
quadri tecnici dell'azienda.
La Cava, 38 anni, amministratore della Ngi, compagnia
di navigazione del gruppo Tourist-Caronte, a poche ore
dalla sua investitura, avvenuta durante l'assemblea
dei soci di mercoledì sera, ha voluto conoscere la
realtà che dovrà affrontare nelle prossime ore. Così
ieri, di buon mattino, si è presentato nella sede
della Messinambiente e si è fermato qualche ore con
l'amministratore delegato Antonio Conti ed i dirigenti
dei vari settori.
Il presidente ha voluto incontrare anche i
rappresentanti sindacali con i quali ha affrontato
subito il nodo che riguarda il passaggio di una parte
di personale comunale. La Cava, che ha deciso di
dimettersi dall'incarico di esperto al turismo ed al
settore navigazione della Provincia, ha già in tasca
un elenco di priorità su cui lavorare.
Un mini-progetto che la prossima settimana presenterà
al presidente della Regione Totò Cuffaro ed al
sindaco Salvatore Leonardi. In lista, innanzitutto, c'è
la realizzazione di tre impianti di smaltimento per i
rifiuti: "Da anni- spiega La Cava - tre progetti-
giacciono alla Regione precisamente negli uffici dei
dirigenti dell'assessorato al territorio. La prossima
settimana andrò a Palermo per capire cosa o chi li
abbia fatti inceppare. Voglio capire se si tratta di
un problema burocratico o c'è qualche problema di
ordine tecnico. Nell'uno e nell'altro caso le
difficoltà vanno superate. Siamo in piena emergenza.
Non possiamo continuare a girovagare per i vari siti
della Sicilia".
"Gli impianti di cui parlo - spiega il presidente
- vanno realizzati con tecnologie moderne rispetto ai
metodi di smaltimento e sul nostro territorio. Parlo
però di processi che non inquinano e sono capaci di
produrre ricchezze. Accanto a questi progetti c'è
l'attivazione di almeno tre cooperative di lavoro che
potrebbero creare centinaia di posti di lavoro. C'è
poi il capitolo della raccolta differenziata".
"E' chiaro - conclude La Cava - che così non si
può andare avanti. I rifiuti devono essere separati
così come prevede la legge".
2/02/2002
Fonte: gazzetta del
sud
Ordini di
professioni tecniche: svegliamo la città dal torpore
Antonio Caffo
"Collaborare contro il
"torpore" della città": è l'intento
del comitato degli ordini professioni tecniche che
programma iniziative tendenti ad uno sviluppo socio
economico del territorio. Lo scopo - a detta di
architetti, chimici, agronomi, geologi ed ingegneri,
è di fornire un contributo alla città per
"superare le emergenze". Nei prossimi giorni
il gruppo di professionisti, presieduto dal presidente
Edoardo Milio, organizzerà incontri e dibattiti per
cercare di comprendere - a loro dire - i tanti
"enigmi" che frenano chi deve decidere,
paralizzando le attività produttive della città.
"Dopo la consulta dell'ordine dei tecnici - dice
il presidente degli Ingegneri, Arturo Alonci - abbiamo
costituito il comitato degli ordini delle professioni
tecniche. L'intento è di unire le varie posizioni a
vantaggio della città". Tema caldo del gruppo:
il Piano Regolatore, ancora senza via d'uscita.
"Il Prg - sostiene Alonci - è il nostro punto di
partenza. Nel corso dei dibattiti, inoltre, avanzeremo
proposte sulla mancata legislazione in tema di appalti
e urbanistica, riqualificazione ambientale e
infrastrutture.
Lunedì il primo incontro presso il Consiglio
dell'Ordine degli Architetti. Interverranno pure il
presidente degli Architetti, Dario La Fauci, dei
Chimici, Antonino Abate, degli Agronomi, Giovanni
Chiofalo e dei Geologi, Michele Gerbino.
Antonio Caffo
Fonte: gazzetta del sud
Propulsore nautico del peso di
165 quintali precipita da un mezzo pesante austriaco:
solo il caso ha evitato la tragedia
Camion perde il carico a Boccetta, paralisi
e disagi
Un propulsore nautico precipita da un camion: panico a
Boccetta e traffico impazzito per circa due ore in
città. S'è sfiorata la tragedia, ieri mattina
intorno alle 9, sulla rampa autostradale dello
svincolo più controverso dell'isola, in uscita dal
capoluogo. Nell'affrontare una curva – secondo
quanto ricostruito dagli agenti della Polizia stradale
– un mezzo pesante austriaco ha perso il carico: un
propulsore nautico del peso di 165 quintali! Solo per
mera coincidenza nessun altro mezzo si trovava nei
pressi immediati dell'autoarticolato: sarebbe rimasto
schiacciato sotto il peso del propulsore con
conseguenze fatali per gli occupanti. Danni alla
carreggiata, a un guard-rail e a una rete di
contenimento, ma niente di più. Ben più seri,
invece, i disagi sul fronte della circolazione
cittadina: lunghe teorie di auto si sono formate sul
viale Boccetta, traffico in tilt con i vigili urbani
costretti a chiudere lo svincolo e a dirottare i mezzi
per lo più su Messina-Centro. Tutto ciò fino alle
11, 30 circa, quando i flussi di traffico sono stati
ripristinati secondo consuetudine e anche i disagi
sono così rientrati nella normalità... peloritana.
Secondo quanto verificato dalla Polstrada, il
propulsore nautico sarebbe precipitato dal camion
perché fissato male. Tutto qui: il carico non era
stato assicurato nel migliore dei modi al mezzo
pesante, a parere di chi ha effettuato i rilievi del
caso. E tuttavia l'autista del tir era riuscito quasi
a raggiungere la mèta. L'austriaco al volante del
mezzo pesante, Josef Christian Hildel, ventiquattrenne
di St Johan, aveva infatti già percorso lo
“stivale” ed era in vista del traguardo: era
diretto a Palermo dove avrebbe dovuto consegnare il
propulsore. Supplemento di disagi – come s'accennava
– in una città già gravata su questo fronte da
mille problemi. Viale Boccetta, nei minuti
immediatamente successivi all'incidente, paralizzato.
Alcune pattuglie dei vigili urbani sono state inviate
sul posto dal comandante provinciale Ferlisi: svincolo
d'accesso interdetto ai mezzi e auto dirottate sul
viale Principe Umberto, corso Cavour e via Garibaldi.
Nel cuore della città si sono riversati miglia di
mezzi che hanno lentamente raggiunto il viale Europa e
via La Farina, quindi gli svincoli di Messina-Centro e
Gazzi, da dove è stato possibile accedere alle
autostrade. Frattanto, grazie a una gru, veniva
rimosso dalla bretella del Boccetta il propulsore
nautico e, quindi, sgomberata la carreggiata
dall'ingombrante presenza del camion austriaco. Alle
11.30 la situazione è ritornata sotto controllo, lo
svincolo di Boccetta di nuovo aperto al traffico e la
città, costretta a fronteggiare l'ennesima emergenza,
alleggerita dall'inattesa quanto niente affatto
desiderata ondata di mezzi. (f.c.)
La Provincia, gestore della
Riserva, e il Comune, titolare di alcuni obblighi,
devono valorizzare questa grande risorsa
Laghi, scattano i vincoli
La Capitaneria: concorso di idee per Capo Peloro e
lidi balneari andranno “verificati”
Alessandro Tumino
La Riserva dei laghi di Ganzirri e
Torre Faro, deve essere un punto fermo non solo per i
comportamenti dei cittadini ma anche per i programmi
di “investimento turistico”, sia delle istituzioni
che dei privati, sulle spiagge di Capo Peloro. La
direttiva, legata alla legge regionale che ha
istituito la grande area protetta affidandola alla
Provincia, è stata ricordata ieri, durante una
conferenza a Palazzo dei leoni, dal comandante della
Capitaneria Carmelo Maccarone. La Capitaneria – va
ricordato – è non solo preposta al demanio
marittimo ma anche a quello lacustre: acque
dall'ecosistema unico al mondo e comunicanti con il
mare di Capo Peloro. Nell'ambito di questa doppia
necessità – finalità della riserva e tutela di una
zona “B” – Maccarone ha già anticipato che,
probabilmente, la sezione Demanio non potrà
rilasciare per le spiagge di Capo Peloro le
concessioni stagionali agli stabilimenti balneari
nonostante si fondino su strutture di legno facilmente
rimuovibili. Alla base ci sono le norme dell'articolo
3: «Nell'area di protezione della riserva le nuove
costruzioni devono avere esclusiva destinazione d'uso
alla fruizione e all'attività di gestione della
riserva». Maccarone ha altresì accennato,
all'assessore allo Sviluppo economico Salvatore
Barbera, che rappresentava il Comune, la necessità di
una verifica tra alcune previsioni del Concorso
internazionale di idee per la valorizzazione di Capo
Peloro e le diverse norme disciplinanti le “attività
consentite” e i “divieti” che la Regione ha
statuito per recuperare e valorizzare le bellezze
naturali e paesaggistiche dei due laghi. L'assessore
alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio, da noi
ascoltato, (vedi articolo a fianco, ndr) è
assolutamente fiducioso: «Il progetto messo a
concorso non prevede, nelle zone di preriserva di Capo
Peloro, ovvero lungo le spiagge, alcuna opera che
possa andare contro la valorizzazione della Laguna».
Ma andiamo ai laghi.
LA GESTIONE DELLA RISERVA – Va dato atto
all'Amministrazione provinciale di aver presentato
ieri all'attenzione dei vari enti competenti una serie
di richieste e argomenti della massima importanza per
i laghi. L'assessore alle Riserve Giuseppe Ruggieri,
il dirigente del servizio Aree protette arch. Enzo
Gitto e la direttrice della riserva dott. Maria
Molino, hanno mostrato di avere già intrapreso
un'energica azione di tutela che andrà rafforzata
(dal punto di vista finanziario) ma ancor di più da
quello delle competenze di altri enti pubblici, in
testa il Comune e il Genio Civile delle Opere
marittime. Uno dei problemi più gravi, ad esempio, è
quello delle discariche sulle sponde come ad esempio
gli sconcertanti depositi di Eternit nella zona di
Margi. È evidente che la Provincia non ha i mezzi e
le possibilità d'intervento di Messinambiente o della
Nu comunale! Se quest'intervento per il Comune
potrebbe essere solo un dovere morale, doveroso è
invece eliminare lo sconcio creato da due anni dal
“muro crollato” all'imbocco del canale Due Torri
(via Circuito) con parti ancora pericolanti. Il
Comune, che molti anni fa realizzò queste opere,
continua a sostenere che la ricostruzione dovrebbe
farla il Genio civile delle Opere marittime che si
dichiara incompetente visto che non è in gioco un
manufatto a protezione della costa. La Provincia, da
parte sua, quale ente gestore che deve assicurare la
salute dei laghi e la loro piena fruizione
naturalistica, dovrà bruciare le tappe e fare gli
straordinari. Deliberare, come fatto alcuni giorni fa,
la riparazione della chiusa del canale Catuso non può
bastare. L'arch. Gitto ha bene sviscerato alcune
priorità. Vanno eliminate le brutture: da muri in
calcestruzzo che devono trasformarsi in pareti in
pietrame, a recinzioni tipo lager, a baracche sulle
sponde del lago, alla necessità di riparare gli
interni dei casotti in cui si trovano i sistemi
tradizionali di apertura e chiusura dei canali. Tutto
con la consulenza di Università e Soprintendenza e il
prezioso aiuto di esperti molluschicultori.
Scoglio: «Nessuna previsione
incompatibile con l'ambiente»
È una delle scommesse più importanti fatte
dall'Amministrazione Leonardi, dal cui mantenimento
passerà in buona parte la possibilità di fare di
Messina una città dotata di un'economia turistica.
Com'è noto, il Concorso internazionale di idee per la
riqualificazione funzionale e ambientale dell'Area di
Capo Peloro, aggiudicato all'equipe diretta
dall'ingegnere francese Jean Pier Buffì, dall'ing.
Antonella Versaci e dallo Studio associato De Cola,
attende oggi tutta una serie di passaggi propedeutici:
innanzitutto, l'approvazione a Palermo del piano
regolatore, poi quella del piano particolareggiato di
Capo Peloro, infine la prevista costituzione di una
società di trasformazione urbana pubblico-privata, in
grado di catturare tutti i finanziamenti previsti, per
un importo totale che è stato quantificato attorno ai
150 miliardi. Adesso però, come ha osservato ieri il
com. Maccarone, gli ampi programmi andranno rapportati
alle misure e ai divieti imposti imposte dalla vita
della Riserva della Laguna di Capo Peloro. Le spiagge
sono unite ai canali, ai laghi e agli abitati in
un'unica perimetrazione che rappresenta la
giurisdizione della “gestione della riserva”
affidata alla Provincia: prioprio per farne un luogo
armonico e senza più degrado c'è una legge i cui
“divieti” valgono per tutti. Da qui le
preoccupazioni del com. Maccarone perfino per i gazebo
di legno dei lidi giovanili. L'assessore Gianfranco
Scoglio però, a nome del Comune, rassicura il
comandante: «Dal Concorso internazionale di idee
scaturisce un grande progetto di valorizzazione che,
per quanto riguarda le spiagge di Capo Peloro, non farà
altro che assicurarne una piena e libera fruizione che
anzi ne incrementerà le bellezze naturali. Attorno al
Pilone è previsto addirittura un ripascimento della
vegetazione dunale laddove l'unica opera in acqua sarà
un “acquario sottomarino” a forma di spirale». E
gli insediamenti edilizi? «Sia l'albergo sia il
centro congressi che il Parco tematico dello Stretto,
che comprenderà il Museo delle tradizioni marinare e
un centro del Dipartimento universitario di geologia
marina, oltre ad essere di piena valorizzazione
ambientale, non ricadranno nemmeno nelle aree di
riserva. Voglio ricordare anche che questo progetto
farà scattare incentivi per il restauro degli antichi
abitati di Torre Faro e anche sinergie importanti con
altri enti come, ad esempio, l'Enel di Roma che sulle
proprie aree di Torre Faro, oggi abbandonate, si è
dichiarata disponibile a investire 38 miliardi». (a.t.)
Fonte: la sicilia
Boccetta:
traffico bloccato
Giuseppe
Rodi
Due lunghe ore di attesa ed un traffico veicolare
da far saltare i nervi prima di poter imboccare la
bretella di collegamento del Boccetta, per immettersi
in autostrada. Un autoarticolato, proveniente
dall'Austria e diretto verso Palermo, mentre si
accingeva ad entrare in autostrada, utilizzando lo
svincolo di Boccetta, ha perso il carico, ieri mattina
alle 8,45. A finire sul manto stradale un motore
nautico dal peso di 160 quintali. Tra le cause che
hanno portato al blocco del transito, non si esclude
che ci sia il sistema di ancoraggio del grosso motore
finito sulla sede stradale. Per la cronaca, è ancora
un autoarticolato austriaco a balzare agli onori della
cronaca. Nello scorso mese di dicembre, sul viale
Europa, una donna di 57 anni, fu travolta da un Tir
della stessa nazionalità.
Il
Cru chiarisce che dall'adozione della delibera non
dipende l'emissione del decreto sull'approvazione del
Prg
Piano
commerciale: tempi lunghi
Livio: «Il
Consiglio può lavorare con calma, dette tante
inesattezze»
«C'è tempo per affrontare con calma le problematiche
legate al Piano commerciale. L'approvazione di questa
delibera non è collegata all'emissione del decreto
con il quale la Regione renderà operativo il Prg»:
il presidente del Consiglio comunale, Filippo Livio,
è tornato da Palermo con un'importante novità. I
rapporti tra Prg e Piano commerciale sono stati al
centro dell'incontro tra il presidente del Cru, ing.
Giuseppe Giacalone e Livio, accompagnato da alcuni
consiglieri comunali (Pippo Capurro di Fi, Umberto
Bonanno e Aldo Violato del Psi e Angelino De Salvo di
Democrazia europea). «È stato un vertice proficuo
– ha aggiunto Livio – che ci ha consentito di
capire come comportarci nell'esame del Piano
commerciale. Il Consiglio non dovrà avere alcuna
fretta. Per approvare la delibera c'è tempo: non sono
vere le notizie diffuse di recente. Infatti, abbiamo
appreso che nei prossimi giorni ci sarà inviato il
decreto di approvazione del Prg, nel quale sarà
elencato l'esito delle 711 osservazioni,
indipendentemente dall'esito del Piano commerciale».
Livio giura che non si è discusso di altro. Nessun
riferimento alle singole osservazioni ed alla sorte
della variante che consentirebbe di realizzare la città-mercato
sulla Panoramica: «Non ce ne sarebbe stato motivo,
visto che tra poco tutto il “malloppo” sarà di
dominio pubblico».
Polemiche senza fine — La «trasferta»
è stata accompagnata da mille polemiche, sia da parte
dell'opposizione, che si dice «non rappresentata da
Livio» sia da alcuni componenti della maggioranza,
che hanno preferito restare a Messina. Il presidente
della 3ª commissione consiliare, Antonio Crupi (An),
è rimasto al Comune. «Nessuno mi ha avvisato
sull'orario della partenza», ha dichiarato Il
rappresentante di An, che comunque, ha continuato ad
occuparsi a Messina del Piano commerciale: «Ho
convocato per lunedì i rappresentanti del Sada/Casa e
dell'Assindustria, che ci hanno chiesto un'audizione».
A questo punto, i tempi dell'esame sono molto incerti:
le diversità di vedute potrebbero avere il
sopravvento.
Città-mercato: scaduti i termini per le
osservazioni — Intanto va avanti l'iter del
piano particolareggiato sulle ex cave di sabbia. Ieri
è scaduto il termine per la presentazione delle
osservazioni di cittadini o associazioni interessati.
E sono pervenute al municipio quelle della
Confesercenti e della Confcommercio, i cui
responsabili si sono sempre detti contrari al
mega-progetto.
Slitta il vertice sul tram, sullo stadio si
decide giovedì — È slittata la serie di
riunioni sulle opere pubbliche convocate ieri dal
sindaco. La «Gepco-Salc» si presenterà lunedì a
Palazzo Zanca: all'ordine del giorno c'è
l'accelerazione dei lavori del tram, tenendo presente
che dalla scadenza del prossimo 7 febbraio il Comune
sembra intenzionato ad infliggere sanzioni
all'impresa, per ogni giorno di ritardo. E mentre gli
operai rientreranno in cantiere lunedì mattina, è
stata convocata per la prossima settimana una riunione
anche sullo stadio di S. Filippo. Restano da risolvere
numerosi problemi con l'impresa «Astaldi», tanto che
l'assessore alle Infrastrutture, Gianfranco Scoglio,
è tornato a parlare di rescissione del contratto e di
esecuzione del lavori, in economia, da parte del
Comune.
Giuseppe Lo Re
Conferenza
dei servizi alla Provincia
Riserva
di Capo Peloro incompatibile con i lidi e i progetti
del Comune
I lidi balneari da Torre Faro a Mortelle, che ricadono
nella zona «B» della riserva di Capo Peloro,
potrebbero sparire se non verrà modificato il
regolamento dell'area protetta. Una questione
allarmante, che è emersa ieri mattina durante la
conferenza dei servizi convocata per definire le
competenze relative alla gestione dell'oasi naturale.
Intorno al tavolo: l'assessore provinciale alle
Riserve, Giuseppe Ruggieri, insieme ai dirigenti del
settore Vincenzo Gitto e Maria Letizia Molino;
l'assessore comunale allo Sviluppo economico,
Salvatore Barbera e il comandante della Capitaneria di
porto, Carmelo Maccarone. Proprio quest'ultimo ha
sollevato problema: «Purtroppo – ha spiegato – le
norme parlano chiaro in materia, perché impongono
l'assoluto divieto di opere che non siano compatibili
con la diretta fruizione del mare, anche se si tratta
di strutture amovibili. In ogni caso, si dovrà fare
il possibile per evitare che vengano chiusi gli
stabilimenti balneari già esistenti e di privare i
giovani messinesi del rinnovo delle concessioni per
allestire i lidi nei mesi estivi, che proprio in
questo tratto di mare registrano il maggiore afflusso
di gente. Per non parlare poi degli ostacoli che si
creerebbero al Pit del Comune e al concorso
internazionale per la riqualificazione di Capo Peloro».
Una situazione che le due Amministrazioni cittadine si
sono impegnate a risolvere tempestivamente. Un primo
riscontro si avrà nella riunione di martedì sul
piano spiagge e sulle concessioni per i lidi, alla
quale Maccarone ha invitato la Provincia, in qualità
di Ente gestore della riserva. Ieri hanno avuto la
parola anche le associazioni dei molluschicoltori, la
«Sacom» e la coop «Verace» che, insieme alle
altre, potranno interloquire costantemente con Palazzo
dei Leoni.
Luana Campanella
Cgil,
Cisl e Uil hanno lanciato l'allarme nello sciopero di
ieri
«Pochi
investimenti del governo
sono riservati alla nostra città»
Massiccia adesione, ieri mattina nei locali
dell'auditorium dell'Atm, in via La Farina, alla
manifestazione in occasione dello sciopero organizzato
da Cgil, Cisl e Uil per modificare le decisioni
assunte dal Governo nazionale sulla Finanziaria e
sulle leggi-delega in materia di Previdenza, Fisco e
Mercato del lavoro.
I sindacati, nel corso dell'incontro con i lavoratori,
hanno rivendicato politiche di riequilibrio dello
sviluppo con interventi mirati al Mezzogiorno, e
soprattutto le risorse necessarie per la riforma degli
ammortizzatori sociali insieme alla conferma degli
strumenti della programmazione negoziata.
La manifestazione ha avuto come tema centrale lo
sviluppo economico ed occupazionale della provincia «nella
quale – ha sottolineato il segretario provinciale
della Cisl, Maurizio Bernava – gli investimenti sono
inferiori rispetto alle province di Catania e Palermo».
Franco Spanò, segretario provinciale della Cgil e
Maurizio Ballistreri, responsabile provinciale della
Uil, hanno chiesto di «avviare subito la
concertazione sul territorio per dare un concreto
significato allo sviluppo locale».
Massimo Ipsale
3/02/2002
Fonte: gazzetta del
sud
Il rag. Zanghì nominato esperto La Rosa,
lo stupore di Leonardi
C'è un nuovo esperto in città. Si tratta del rag.
Matteo Zanghì, funzionario di Palazzo Zanca andato in
pensione il 31 gennaio e che dal 1. febbraio torna
subito ad assicurare al Comune i suoi “servigi”
con un progetto obiettivo da 100 milioni l'anno nello
stesso settore in cui lavorava da dipendente:
l'ufficio stipendi e pensioni. «È un settore
strategico, che non si poteva lasciare vacante – è
la giustificazione del sindaco Leonardi –. Purtroppo
con il pensionamento di Zanghì, che pur non essendo
dirigente aveva avuto l'attribuzione delle mansioni
superiori, all'interno dell'Ente non c'era la
possibilità di sostituirlo adeguatamente». Da una
nomina in “entrata” a una in... “uscita”:
almeno, questa dovrebbe essere la sorte di Vincenzo La
Rosa che, fresco di nomina nel Cda di Messinambiente
da parte di Leonardi, dovrebbe però essere
incompatibile con la carica avendo subìto una
condanna per un reato compreso tra quelli per i quali
è prevista l'impossibilità di ricoprire incarichi
pubblici. La Rosa ha infatti patteggiato una pena di 1
anno e 2 mesi per concussione. «Ho letto la notizia
sul giornale, non ne ero a conoscenza – dichiara
Leonardi – ma se le cose stanno realmente così,
come vedrò di accertare, dovrà essere subito
revocato. Tra l'altro, non capisco perché abbia
presentato la domanda se non aveva i requisiti:
conosco la legge cui si fa riferimento, è la stessa
che vale per i consiglieri comunali e dunque, se la
circostanza è vera, non può essere nominato. Nei
prossimi giorni, inoltre, i componenti avrebbero
dovuto firmare una dichiarazione relativa tra l'altro
proprio all'attestazione di non ricadere nei casi per
cui è prevista l'incompatibilità con gli incarichi
pubblici». Sulla vicenda è intervenuto ieri il
capogruppo dei Ds, Giuseppe Mangiapane: «È un fatto
grave, non solo dal punto di vista giuridico per via
dell'incompatibilità e procedurale visto che è
prevista una esplicita dichiarazione di non avere
condanne che comportino l'interdizione dagli incarichi
pubblici, ma anche di ordine etico-politico perché
non si può lasciare Messinambiente senza Cda per sei
mesi, inscenando quella inutile procedura di evidenza
pubblica, per poi fare questo tipo di nomine. Se il
sindaco non revocherà in tempi brevi il componente
del Cda solleveremo il caso, eventuali provvedimenti
spetteranno ad altri visto che si potrebbe anche
configurare un abuso d'ufficio». (m.p.)
città mercato / Presentata una
contestazione formale
La Confcommercio dice no
La Confcommercio scende in campo contro il piano
particolareggiato sulle cave di sabbia della
Panoramica e lo fa con una opposizione formale (così
come consente il procedimento di pubblicazione
all'albo pretorio) inviata, oltre che al sindaco e al
presidente del consiglio comunale, anche alla
presidenza della Regione, agli assessorati regionali
al Commercio e all'Ambiente e al Coreco provinciale.
Dopo una premessa sulla «mancanza di un reale
confronto con le categorie da parte
dell'amministrazione comunale, cui va aggiunta la
mancanza di informazioni certe su data e modalità di
pubblicazione a norma dello strumento urbanistico»,
il documento firmato dal direttore Roberto Corona e
dal presidente Antonino Messina rimarca l'incongruenza
temporale rispetto a quanto previsto dalla legge 28/99
che prevede in ordine l'approvazione del piano
commerciale, del piano di urbanistica commerciale,
dell'autorizzazione amministrativa per la vendita e
dell'autorizzazione urbanistica. Contestate anche «l'alterazione
dell'equilibrio tra grande e media distribuzione e
esercizi di vicinato», il «mancato rispetto delle
norme urbanistiche in materia di localizzazione delle
grandi strutture commerciali con riferimento alla
viabilità, ai parcheggi e all'impatto ambientale e
socioeconomico». Inoltre, secondo l'Ascom, «la
localizzazione in aree non servite da vie di grande
comunicazione di un centro commerciale come quello
ipotizzato, che attrae tutti i giorni migliaia di
consumatori anche dai comuni limitrofi, visto che
Messina è città turistica, non è compatibile con
l'attuale stato dei luoghi». «Appare paradossale –
si legge ancora nell'opposizione – che il consiglio
comunale non abbia tenuto conto dello stato in cui
versa oggi la viabilità di collegamento della zona
nord con il resto della città», accennando anche a
preoccupazioni per gli aspetti che riguardano la
protezione civile e l'incolumità pubblica in caso in
caso di eventi calamitosi.
Entro la fine del mese entrerà in funzione
parte dell'impianto
Il porto sotto una nuova luce
L'installazione dei lampioni rallentata dai
cantieri del tram
Alessandro Tumino
Dopo tanti anni di
semioscurità, per via di un impianto di illuminazione
insufficiente, nelle banchine centrali del porto e
nella via Vittorio Emanuele arriva, adesso, una
“luce” adeguata e degna di quest'area così
importante. L'attivazione del nuovo sistema
d'illuminazione, però, sarà graduale in
considerazione degli impedimenti per gli scavi
necessari a lampioni e cavidotti, intoppi derivanti
dalle “trincee” dei vicini cantieri per la linea
tranviaria specie laddove gli operai della Gepco
lavorano più vicino alla banchina lato mare. Sono
stati già installati, comunque, davanti alla banchina
in attività “Marconi” (traghettamento per Reggio
Calabria) e in parte davanti alle due banchine già
ristrutturate, “Colapesce” e “Primo
Settembre”, i primi 15 lampioni del previsto lotto
di 53 che, secondo un progetto complessivo da 700
milioni, dovranno rilanciare il look notturno del
porto e al contempo la funzionalità dei servizi. Si
tratta di lampioni alti 12 metri e di color blu mare,
con l'estremità in giallo, forniti di doppia lampada:
una puntata sulle banchine e l'altra sulla carreggiata
e i marciapiedi della via Vittorio Emanuele. La
potenza complessiva delle coppie di fari è,
alternativamente, di “250 più 250” watt oppure di
“250 e 400”. Le nuove cabine elettriche sono state
realizzate lungo il molo Peloro (ex sede degli
aliscafi Fs e oggi cantiere aperto). Restano da
installare altri 38 lampioni nonché le due torri faro
previste agli angoli della centrale ed oggi assai
attiva banchina Marconi. Anche per l'illuminazione,
dunque, come per le banchine, si profila una corsa
contro il tempo per presentare il porto nella migliore
delle condizioni possibili (visti i tanti cantieri)
all'appuntamento con la stagione croceristica
internazionale che entrerà nel vivo a partire da
marzo. L'Autorità portuale che in tempi rapidi con i
finanziamenti statali sta rilanciando il porto, anche
sotto il profilo estetico, confida di poter completare
la messa in opera dell'impianto entro la fine di
febbraio. Il programma è quello di mettere a
disposizione delle grandi e piccole unità da crociera
soprattutto le tre banchine centrali: non tanto la “Marconi”,
che già ospita le linee per Reggio di Meridiano, Ngi
e Ferrovie, quanto soprattutto i moli Colapesce e
Primo Settembre per la cui disponibilità manca il
completamento della nuova pavimentazione corazzata ad
opera degli operai delle imprese Trevi-Italgeo che
hanno da poco ultimato il rifacimento dei cigli in
pietra lavica. Come si può constatare per la parte già
pavimentata (il piazzale della “Colapesce”) si
tratta di uno strato molto compatto, in stile “pista
aeroportuale”, che viene ottenuto con l'apposizione
di una miscela minerale per evitare il formarsi di
avvallamenti e crepe. Si cercherà, insomma, di
garantire i confort ai croceristi all'interno di un
porto che si presenta con spazi ridotti ma che, al
contempo, tende ad acquisire connotati moderni degni
delle sue potenzialità e della sua posizione, anche
attraverso il progetto di avanzamento e allineamento
dei moli Vespri e Colaspesce. Il 2002 sarà dunque,
come il 2001, caratterizzato da una febbrile
successione di cantieri con le difficoltà che ne
deriveranno. L'utilizzo del grande molo Norimberga di
San Raineri, inoltre, verrà gradualmente ridotto (e
la preferenza andrà alle navi porta container
“servite” dai treni) non appena cominceranno i
lavori da 25 miliardi per il consolidamento delle tre
banchine e il decollo del previsto Terminal
multifunzionale per il commercio. (a.t)
Fonte: gds
Buche e cantieri aperti
Il comune corre ai ripari
Strade dissestate, buche disseminate, cantieri aperti.
La manutenzione lascia a desiderare, cittadini e
quartieri e l'assessore Gianfranco Scoglio si è
seduto intorno a un tavolo con i presidenti delle 14
circoscrizioni per varare un piano di interventi. I
primi lavori (300 milioni) interesseranno il viale
della Libertà e la via La Farina, nei punti
danneggiati dal continuo transito dei mezzi pesanti
diretti agli imbarcaderi o agli svincoli. Ma in arrivo
per sistemare le strade della città ci sono 3
miliardi e mezzo. Per gli interventi urgenti i
quartieri potranno utilizzare 600 milioni destinati
alla manutenzione. Gli altri 2 miliardi ed 800 milioni
da utilizzare entro il 2003, risultano inseriti nel
completamento delle grandi opere.
Ipermercato su cave di sabbia
Coro di proteste per il
progetto
A scendere in campo contro la realizzazione
dell'ipermercato sulla Panoramica è adesso la
Confcommercio. Un no che va ad aggiungersi al lungo
elenco di opposizioni al progetto. No al centro
commerciale nell'area delle cave di sabbia, no alle
condizioni previste dal piano particolareggiato. La
Confcommercio dice no e lo fa con un documento inviato
alla Regione, agli assessori Bartolo Pellegrino e
Antonio D'Aquino (che sulla vicenda hanno messo al
lavoro i funzionari), al Coreco . Dopo l'opposizione
che sarà inviata anche al Consiglio comunale l'Unione
commercianti si riserva di ricorrere ad altre vie.
"Nonostante le nostre richieste- scrivono il
direttore della Confcommercio, Roberto Corona ed il
presidente Antonio Messina- da Agosto non c'è stato
alcun confronto con l' amministrazione in merito alla
delibera sulla realizzazione della città-mercato,
n‚ alcuna informazione sulle modalità".
L'Unione dei commercianti scende quindi in campo per
tutelare la categoria e ribadisce il no ad un piano
particolareggiato approvato prima del Piano
commerciale. E' un altro l'iter da seguire, si legge
nel documento, e prevede dopo i primi due passaggi
anche un'autorizzazione urbanistica ed una
amministrativa. La costruzione di un ipermercato di
quelle dimensioni poi, rischia di alterare
l'equilibrio della rete commerciale, a svantaggio
della media e piccola distribuzione. Il progetto
approvato, secondo la Confcommercio, non rispetta le
norme urbanistiche in materia di localizzazione delle
grandi strutture con riferimento alla viabilità, ai
parcheggi, all'impatto ambientale e socio-economico.
"Appare paradossale- scrive Corona- che il
Consiglio comunale non abbia tenuto conto dello stato
in cui versa oggi la viabilità di collegamento della
zona nord con la città" I rappresentanti degli
esercenti chiedono che venga prima approvato il Piano
commerciale e poi si passi al singolo progetto. Ro. Br.
Inquinamento, il "buco"
dei dati
Ma per le centraline è tutto
normale
Dati nella norma ma incompleti nel
rilevamento dell'inquinamento atmosferico. Entro la
fine del mese il Comune dovrà fornire al ministero
dell'Ambiente altri valori che riguardano le sostanze
cancerogene, come le polveri fini prodotte dai motori
alimentati a gasolio. E' quanto emerge da una lettera
ufficiale partita dalla capitale e indirizzata a
palazzo Zanca qualche giorno fa. La missiva dà atto
al Comune di aver trasmesso nei termini previsti dalla
legge i rapporti sulla qualità dell'aria per gli anni
99 e 2000 ma chiede di più. Entro qualche settimana
bisognerà elaborare alcuni valori che riguardano le
concentrazioni di sostanze cancerogene. A dare notizia
della lettera è lo stesso assessore comunale
all'Ambiente Giuseppe Santalco che a distanza di
qualche settimana dalle accuse mosse dal comitato
"la nostra città", che contesta il metodo
utilizzato dal Comune per il rilevamento degli
inquinanti, passa al contrattacco. "Nell'analisi
dei dati sull'inquinamento atmosferico la Regione è
inadempiente- dice Santalco- sono stufo di sentire
critiche nei confronti del Comune che non ha nulla da
rimproverarsi. La famosa agenzia regionale per
l'ambiente, che in ogni provincia avrebbe dovuto
prendere in mano i problemi che riguardano l'aria, non
esiste". Santalco chiede quindi la convocazione
urgente di un tavolo permanente a cui partecipino
Comune, Regione e Provincia: "Ognuno deve
prendersi - spiega- le proprie responsabilità".
Sulla qualità dell'aria però Santalco non ha dubbi:
"Non c'è nessun pericolo- dice l'amministratore-
i dati che abbiamo trasmesso a Roma e che sono stati
riconosciuti validi dai funzionari del ministero
dell'ambiente, parlano chiaro. Le postazioni della
Provincia piazzate nei punti cruciali non hanno fatto
registrare nessun superamento dei livelli di
allarme". Inevitabile il riferimento ad alcune
delle accuse mosse dal comitato "La nostra città"
e riprese qualche giorno dopo anche da Legambiente.
Grave, dicono gli ambientalisti, la mancanza dei dati
che riguardano il 2001 (a Milano i dati vengono
pubblicati quotidianamente sui giornali) ed ancor più
grave l'assenza di nuove centraline in zone diventate
a rischio come il viale Europa e la via La Farina.
"Abbiamo chiesto alla Provincia - spiega
Santalco- la trasmissione dei nuovi dati. Quanto alle
nuove centraline è la Regione che deve
provvedere". Di parere opposto Saro Visicaro
portavoce del comitato la nostra città: "Siamo
alle solite. Ai soliti balletti di responsabilità-
spiega l'ambientalista- La verità è che il Comune,
alla vigilia di un processo che vede imputati di reati
ambientali quattro tra attuali ed ex amministratori,
vuole scaricarsi ogni responsabilità. Se parliamo di
qualità dell'aria tocca a palazzo Zanca occuparsi
della tutela della salute dei cittadini. Se le altre
istituzioni non hanno i mezzi, il Comune deve
adoperarsi per trovarli in qualunque modo".
Emilio Pintaldi
Trasporti, settimana calda per i lavori a
Norimberga
Sarà una settimana calda per il
settore trasporti. La Fit-Cisl, nei prossimi giorni,
inviterà l'amministrazione comunale a fare chiarezza
sui lavori che stanno interessando le banchine
portuali. Ed ormai da troppo tempo. "Vogliamo
dare un impulso - ha sottolineato Mimmo Caia della
Cisl Trasporti - per far accelerare le opere sulla
cortina e dare un senso ai progetti commerciali del
Molo Norimberga". I lavori, inoltre, hanno messo
in ginocchio la circolazione viaria già acuita dalle
opere della tranvia. A far da boomerang, in settimana,
la notizia della dismissione dell'unità territoriale
Fs. In apnea circa settecento lavoratori che rischiano
la perdita del posto di lavoro per l'assorbimento
della struttura cittadina a vantaggio dell'unità Fs
di Palermo. Per Caia il problema non è soltanto
occupazionale ma strategico. "Messina per la sua
posizione di porta della Sicilia non può divenire una
stazione ferroviaria di transito. La sua vocazione è
di collante per le molteplici attività ferroviarie
non connesse - come molti credono - alla sola
circolazione di cose e persone. Anche su questo fronte
chiederemo interventi immediati". A. C.
Fonte: la sicilia
Confcommercio
contro la città-mercato
Come già annunciato ieri dal nostro giornale, la
Confcommercio ha presentato opposizione formale al
piano particolareggiato per la realizzazione della
città-mercato, progettata dall'«Adroma impianti» di
Castellammare di Stabia, nelle ex cave di sabbia sulla
Panoramica. Quattro le motivazioni, secondo il
direttore Roberto Corona ed il presidente Antonino
Messina, per le quali la città-mercato non s'ha da
fare: 1) Il piano particolareggiato non trova
riscontro nelle procedure previste dalla legge 28/99
che prevede la seguente tempistica: Piano commerciale,
Piano di urbanistica commerciale, autorizzazione
amministrativa per l'attività di vendita al pubblico,
autorizzazione urbanistica; 2) Alterazione
dell'equilibrio nella distribuzione commerciale tra
grande e media distribuzione; 3) Non vengono
rispettate norme e regolamenti urbanistici in materia
di localizzazione delle grandi strutture commerciali
di vendita al pubblico, con riferimento alla viabilità
e al traffico indotto, ai parcheggi di pertinenza ed
all'impatto ambientale e socio-economico delle singole
strutture di vendita; 4) La localizzazione in aree non
servite da vie di grande comunicazione di un centro
commerciale di notevoli dimensioni come quello
ipotizzato (100mila mq, ndr), non è compatibile con
l'attuale stato dei luoghi.
Il
sindaco chiede conferma al Ministero delle
Infrastrutture sull'ulteriore stanziamento di 80
miliardi
«Via del
mare»: verifica di cassa
Dalle
disponibilità finanziarie dipende l'iter del progetto
In attesa di segnali concreti, si muove qualcosa per
la realizzazione della «via del mare». Nei giorni
scorsi il sindaco, Turi Leonardi, ha contattato lo
staff tecnico del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, per chiedere conferma sull'avvenuto
finanziamento di 80 miliardi all'interno della
legge-obiettivo sulle opere pubbliche di preminente
interesse nazionale. Il relativo decreto non è stato
ancora pubblicato, ma lo stesso ministro Pietro
Lunardi ha annunciato lo stanziamento al Senato, nello
scorso mese di novembre, in risposta ad un'istanza del
sen. Totò Ragno.
Agli 80 miliardi in arrivo, si aggiungono i 26 già
disponibili nelle casse dell'Autorità portuale e
destinati alla realizzazione delle opere per il
collegamento tra il porto e il sistema autostradale.
Per utilizzare la prima tranche di finanziamento è
necessario che il Comune e l'Authority firmino un
protocollo d'intesa. Proprio per questo motivo,
l'assessore comunale alle Infrastrutture, Gianfranco
Scoglio, ha chiesto la convocazione di un vertice.
L'iter vero e proprio, comunque, è appena iniziato.
Soltanto nelle scorse settimane, infatti, l'ing.
Salvatore Lanzafame ha consegnato il progetto
preliminare del collegamento Tremestieri–S. Raineri.
Il costo stimato si aggirerebbe sui 120 miliardi di
lire, considerato che l'opera dovrà sorgere per due
terzi su impalcati a mare. Per la realizzazione sarà
anche necessario il placet della Capitaneria di porto,
considerato che gran parte del tracciato insisterà su
terreni demaniali.
La soluzione complessiva — La «via
del mare» è solo una parte della soluzione
complessiva ideata dal Comune all'emergenza Tir. La
seconda opera prevista, infatti, è l'approdo a
Tremestieri. Su questo fronte, i primi «frutti»
dovrebbero essere raccolti entro fine anno, con la
costruzione delle prime due invasature d'emergenza. Le
comepetenze, in questo caso, sono state affidate al
prefetto, Giosuè Marino, nominato commissario
straordinario dal ministro dell'Interno, Claudio
Scajola.
Marino, già da alcune settimane, ha iniziato a
lavorare a tamburo battente. Al termine dell'ultima
riunione del suo staff ha annunciato che fra dieci
giorni sarà disponibile il progetto di massima per
l'approdo d'emergenza. La prossima verifica è in
calendario martedì 12 febbraio: nel frattempo il
prefetto avrà una serie d'incontri riservati con i
singoli componenti del comitato
tecnico-amministrativo.
Giuseppe Lo Re
4/02/2002
Fonte: la sicilia
Approdo
a sud: domani il prefetto incontra Pellegrino
Approdo, tram, stadio e svincoli: sono sempre gli
stessi gli argomenti in evidenza nell'agenda politica
della settimana. L'appuntamento più importante è
previsto domani mattina in Prefettura, quando Giosuè
Marino, nominato commissario straordinario per la
realizzazione dell'approdo d'emergenza a sud,
incontrerà l'assessore regionale al Territorio,
Bartolo Pellegrino. Il rappresentante del Governo
Cuffaro, oltre a fornire assicurazioni sul
finanziamento di 41 miliardi, sarà chiamato in causa
sulle procedure relative alle concessioni demaniali.
Entro il 12 febbraio, il prefetto sarà in possesso
del progetto di massima, commissionato al Genio civile
Opere marittime per le due invasature ed al Genio
civile per il collegamento via tunnel con
l'autostrada, all'altezza di Tremestieri. Per quanto
riguarda tram, svincoli e stadio, Turi Leonardi
inizierà oggi una full immersion di alcuni giorni,
nella speranza di risolvere i problemi che affliggono
le tre opere. Per quanto riguarda il tram si tratta
d'accelerare i lavori della «Gepco» che, secondo gli
ultimi accordi, devono essere conclusi il 7 febbraio;
sullo stadio si tratta di definire la data per la
consegna (il Comune scommette sul 31 maggio) o di
decidere la rescissione del contratto con l'«Astaldi»;
infine negli svincoli di Giostra ed Annunziata è
necessario che la «Gepco-Salc» imprima un ritmo più
rapido alle lavorazioni. Novità si attendono anche
sul fronte politico: i partiti del Centrodestra
torneranno a riunirsi per discutere sull'allargamento
delle Giunte comunali e provinciali. Le decisioni non
dovrebbero tardare.
Fonte: gazzetta
del sud
Oggi l'asta per il credito che l'ex Seaflight
vanta nei confronti della Regione: partecipano il
Comune e un privato
Capo Peloro, il giorno della verità
Palazzo Zanca pronto ad acquisire dall'Enel il
pilone di Torre Faro
Graziella Mastronardo
Una giunta straordinaria, ieri
mattina, per vincere una “scommessa” e gettare le
premesse per guadagnare “un posto al sole” di Capo
Peloro, un “fazzoletto” di paradiso adesso
ostaggio di disamministrazione e degrado, ma candidato
a uno sviluppo possibile e sostenibile con il parco
Horcynus Orca , la riserva e le altre iniziative che
discendono dal concorso internazionale di idee bandito
dal Comune. Su proposta dell'assessore al Patrimonio,
Giuseppe Cardile, il sindaco Salvatore Leonardi ha
riunito i componenti dell'esecutivo comunale
esclusivamente per deliberare la partecipazione
all'asta “ristretta” per l'acquisizione del
credito che la curatela dell'ex Seaflight vanta nei
confronti dell'assessorato regionale al Territorio e
ambiente per le opere realizzate in area demaniale. La
“gara”, davanti al giudice Carmelo Blatti,
delegato al fallimento dell'ex cantiere navale, si
svolgerà questa mattina e partirà da una base di 130
milioni di lire, al rialzo. Questo perché s'è
inserito un altro soggetto interessato a rilevare il
debito della Regione. «Avremmo gradito – afferma
l'assessore Gianfranco Scoglio – che, di fronte alla
preminenza dell'interesse pubblico che il Comune
rappresenta, il privato non partecipasse, o non fosse
ammesso». Così non è stato. «Anche se – spiega
poi l'assessore Cardile – il fatto che venga
acquisito questo debito non potrà costituire titolo
preferenziale per il rilascio della concessione
sull'area». Di fatto, però, l'amministrazione
comunale ha già avanzato richiesta di concessione sia
all'assessorato regionale al Territorio, sia alla
Capitaneria di porto per un periodo di vent'anni e,
nelle more che si perfezionino gli atti, la consegna
per quattro anni. Ma ancora, dopo mesi, non ha
ottenuto alcuna risposta. «Abbiamo anche offerto alla
Regione – ammette Scoglio – la possibilità di
pagare il debito, scontandolo poi sul canone della
concessione, ma non c'è stato nulla da fare. Abbiamo
pure scritto una lettera di sollecito nel tentativo di
accelerare ed evitare quest'asta: ma anche in questo
caso non abbiamo ottenuto risposta». Stamane, a
rappresentare il Comune, vi saranno il dirigente del
Patrimonio Francesco Rando e quello degli Affari
legali Giuseppe Gullotta, che hanno dalla giunta il
“via libera” a rilanciare a partire dai 130
milioni. «Perché in ogni caso – precisa Cardile
– non intendiamo rinunciare in nessun modo a questa
concessione». È appena il caso di sottolineare che
quella di oggi è un'asta che servirà semplicemente
per la vendita dei diritti di credito della Seaflight.
La società a suo tempo aveva ottenuto una concessione
dalla Regione ed era perfettamente in regola con i
pagamenti; quando questa è scaduta, l'ex cantiere
navale avrebbe dovuto consegnare il bene nello stato
in cui inizialmente si trovava, ma poiché nel
frattempo aveva eseguito interventi di miglioramento,
instaurò un contenzioso, che si protrasse per un
ventennio, con la Regione, alla quale chiedeva il
corrispettivo delle migliorie realizzate. Tali opere
sono state quantificate da un perito in 130 milioni.
Il governo siciliano è stato condannato a pagare, ma
non l'ha mai fatto, per cui la curatela ha ottenuto
dal giudice l'asta che si svolgerà oggi. E se il
Comune non dovesse aggiudicarsela, si aprirebbero
scenari davvero inquietanti. Che ne sarebbe, infatti,
del concorso internazionale di idee per la
riqualificazione funzionale e ambientale dell'area di
Capo Peloro, già aggiudicato all'équipe diretta
dall'ingegnere francese Jean Pier Buffì? Su questo
progetto l'Amministrazione sembra avere puntato molte
carte della sua credibilità, tant'è vero che è
stato inserito nel Pit e prevede una spesa complessiva
di 150 miliardi. Indipendentemente dal merito di
quanto proposto (vi sono organi tecnici competenti a
giudicare e ci auguriamo che lo facciano con scrupolo
e imparzialità), quest'iniziativa ha il pregio di
strappare finalmente dal degrado, dall'abbandono e
dallo “scandalo” uno degli angoli più suggestivi
della città, che in molti c'invidiano. Ecco perché
questo progetto non può e non deve fallire. «Non ci
lasceremo scippare della concessione», promette
Cardile. Intanto, il Comune è pronto ad acquisire un
altro “pezzo” di Capo Peloro. L'Enel, infatti,
dopo avere eseguito la costosa manutenzione, ha
informato Palazzo Zanca dell'imminente cessione del
pilone, che nel frattempo, con la sua suggestiva
illuminazione, è diventato un nuovo punto di
riferimento di “Cariddi”. Occorre volturare la
concessione demaniale, pagare il canone 2002 e
predisporre i verbali: si potrebbe fare nell'arco al
massimo di un mese. Nel frattempo, sono stati avviati
contatti con le amministrazioni di Villa S. Giovanni e
di Reggio Calabria non solo per illuminare il pilone
di Scilla, ma anche per realizzare in comune una
congiunzione ideale tra le strutture collocate sulle
due sponde attraverso un raggio di luce laser.
Qualcosa, insomma, si muove. Ma occorre ancora andare
ben oltre.
6/02/2002
Fonte: la sicilia
Il prefetto
incontra Pellegrino
Giuseppe Lo Re
Sempre ieri, si è
tornati a discutere di approdo d'emergenza a
Tremestieri. Il prefetto, Giosuè Marino, ha
incontrato l'assessore regionale al Territorio,
Bartolo Pellegrino, il quale ha «auspicato che
programmazione dell'intervento si tenga conto degli
sviluppi futuri dell'approdo, tenendo presente che il
Comune ha avviato l'iter per la costruzione
dell'attracco definitivo tramite project-financing».
Il prefetto, nominato commissario straordinario dal
Governo nazionale, ha garantito che si terrà conto di
quest'esigenza e confermato che entro il 12 febbraio
sarà disponibile il progetto preliminare.
Fonte: gds
Boccetta, telecontrollo sfumato
Emilio Pintaldi
Un contenzioso con
la ditta che si è aggiudicato l'appalto blocca il
varo del sistema computerizzato di telecontrollo dei
dati sull'inquinamento atmosferico del Boccetta che
corre ai ripari e punta su internet. A svelarlo,
l'assessore al territorio della Provincia Tanino
Sutera che un anno fa aveva annunciato l'installazione
dei sofisticati sistemi. Il progetto si è
praticamente arenato in dirittura d'arrivo quando
stava per essere montato il software. La società che
ha vinto l'appalto non ha proceduto alla consegna
degli ultimi apparecchi in tempo utile e quando la
Provincia ha tentato di rivolgersi ad un'altra ditta
ha fatto scattare il contenzioso. L'obiettivo
dell'ente è di monitorare 24 ore su 24 la presenza di
inquinanti nelle zone più a rischio:dal viale
Boccetta dove giornalmente transitano centinaia di
camion, alla vallata del Mela avvelenata dai fumi
delle industrie. La concentrazione di sostanze
inquinanti verrebbe mostrata, secondo il progetto,
attraverso schermi giganti. Il Comune nel caso in cui
venissero superati i livelli di allarme sarebbe
costretto a prendere adeguate contromisure facendo
scattare un piano di emergenza. Sui dati del Boccetta
relativi al 2001 al centro di polemiche tra il
comitato la nostra città ed il Comune, però Sutera
annuncia:"Sono disponibili in qualunque momento
negli uffici del nostro assessorato. Stiamo
provvedendo al allestire un apposito sito. Basterà
ciccare sul nostro indirizzo per ottenere qualsiasi
informazione. Quanto ai tabelloni spero che ogni
difficoltà venga superata al più presto".
Irlandesi e norvegesi, arriva un
carico di turisti
Franco Tumeo
La provincia di Messina diventa la
meta preferita dei turisti irlandesi e norvegesi. Due
voli charter settimanali provenienti dai due paesi
nordici convoglieranno infatti migliaia di turisti
nelle più rinomate località della provincia.
L'accordo è stato raggiunto dall'Azienda provinciale
per l'incremento turistico con alcuni tour operators.
L'offerta turistica anche quest'anno incentrata sulla
collaudata formula arte-natura-cultura. Da qui, la
decisione di incoraggiare e sostenere questa crescente
domanda potenziando i collegamenti tradizionali con i
due voli charter, da Pasqua fino a ottobre".
Secondo le previsioni, arriveranno oltre 10 mila
irlandesi con una permanenza media di una settimana.
Fonte: gazzetta
del sud
Le procedure d'emergenza non
escludono il ricorso al project financing
Lucio D'Amico
Due strade parallele destinate a
confluire in un punto d'incontro. Le procedure di
realizzazione dei primi due moduli dell'approdo di
emergenza a Tremestieri e l'iter del “project
financing” per la costruzione del sistema definitivo
di attracchi, invasature e collegamenti con
l'autostrada, possono e devono camminare di pari
passo. Questo è quanto convenuto durante l'incontro,
svoltosi ieri mattina a Palazzo del Governo, tra il
prefetto Giosuè Marino, il comandante della
Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e l'assessore
regionale al Territorio Bartolo Pellegrino. Le
strategie per liberare Messina dalla schiavitù del
traffico gommato pesante non si limitano alla pur
importante dichiarazione dello stato di emergenza da
parte del Governo nazionale. L'assessore Pellegrino,
su questo punto, è stato chiaro: la Regione siciliana
intende fare la sua parte, sostenendo le iniziative
private che vanno nella direzione indicata dalla
recente normativa regionale in materia di “progetti
di finanza”. Le procedure d'urgenza innescate
dall'ordinanza di protezione civile dovrebbero
consentire di arrivare in tempi rapidi alla gara
d'appalto per la collocazione dei cosiddetti pennelli
a mare sui quali realizzare gli imbarchi di emergenza.
Ma, nello stesso tempo, occorre imprimere una svolta
al percorso tecnico-amministrativo avviato nel 2001 e
che prevede il coinvolgimento degli imprenditori
privati (i progetti presentati, come è noto, sono
quelli della società Amadeus del cav. Amedeo Matacena
e del gruppo Tourist-Caronte). Dal maggio dello scorso
anno si attende la pubblicazione sulla Gazzetta
ufficiale della Regione dell'accordo di programma
stipulato dal Governo siciliano e dall'amministrazione
comunale. Si tratta di un passaggio obbligato che
precede la nomina della commissione di vigilanza e del
responsabile del procedimento, cioè del funzionario
che alla fine dovrà scegliere il progetto da portare
a compimento. «Ritengo che non si debba più rinviare
la nomina della commissione», afferma il comandante
Maccarone. «È un adempimento – sottolinea
l'assessore Gianfranco Scoglio – di competenza del
governo Cuffaro. Il sindaco ha sollecitato, con un
atto formale, la pubblicazione dell'accordo di
programma, ma ancora attendiamo risposte da Palermo».
L'assessore Pellegrino, da parte sua, assicura il
massimo impegno della giunta regionale, in modo da
arrivare ai primi risultati concreti prima
dell'estate. Le procedure d'emergenza seguono
ovviamente il loro percorso naturale. Nella prossima
settimana sarà definito il progetto preliminare e
subito dopo si passerà alle successive fasi di
progettazione. Il prefetto Marino è soddisfatto dei
passi avanti compiuti finora e del lavoro che sta
svolgendo il comitato tecnico-scientifico insediatosi
nelle scorse settimane. Al più presto si procederà
nella suddivisione degli incarichi relativi, tra
l'altro, alle figure del responsabile del procedimento
e del futuro direttore dei lavori. Questi, intanto,
sono mesi decisivi per programmare il futuro
dell'intero sistema portuale messinese. Ieri
l'assessore Pellegrino, nella dichiarazione rilanciata
dalle agenzie di stampa, ha ricordato che Messina «è
uno dei sei porti che lo Stato ha ritenuto di
interesse nazionale e che pertanto non ricade nel
demanio marittimo regionale, sul quale ha competenza
esclusiva il Governo siciliano». Un'affermazione il
cui senso viene chiarito dal comandante Maccarone: «Ci
sono sei porti in Sicilia che sono stati classificati
di interesse nazionale. Oltre a Messina, sono quelli
di Palermo, Catania, Siracusa, Augusta e Milazzo. Ciò
non incide in alcun modo sulle procedure attivate
dall'accordo di programma tra la Regione e il Comune.
L'area dove verrà realizzato il nuovo approdo non
rientra ancora tra le competenze dell'Autorità
portuale. È evidente che, una volta costruiti gli
attracchi a Tremestieri, si dovrà inserire l'opera
nel contesto generale. L'approdo a sud ha un senso se
collegato con le altre aree portuali, con il molo
Norimberga, oltre che con il sistema autostradale.
L'iter di approvazione del progetto resta quello già
fissato nel corso degli incontri svoltisi in
Prefettura e sarà la conferenza dei servizi la sede
nella quale si otterranno tutti i pareri previsti per
legge». Se tutto procede per il verso giusto, lo si
capirà solo nei prossimi giorni. Intanto, però,
contro la decisione di localizzare l'approdo a
Tremestieri e contro le stesse iniziative previste
dall'ordinanza di protezione civile, si preannunziano
nuovi ricorsi da parte del Comitato spontaneo dei
cittadini della zona sud.
Incredibile
a Messina!!
I controversi dati del ministero
dell'Ambiente
Nel 2000 è stata Messina
la città meno inquinata
Lucio D'amico
«Siamo la città meno inquinata d'Italia, alla faccia
dei catastrofisti». Suona più o meno così il
comunicato stilato ieri dall'amministrazione comunale,
a commento dei dati forniti dal ministero
dell'Ambiente. «Messina – sottolineano il sindaco
Leonardi e l'assessore Giuseppe Santalco – è la
città che nel 2000 ha registrato il parametro più
basso per quanto riguarda il PM10, cioè le polveri
fini prodotte soprattutto dagli scarichi dei motori
diesel». L'indicazione risulta chiara dal raffronto
delle cifre inserite nel rapporto pubblicato dal
“Servizio inquinamento atmosferico e rischi
industriali” del ministero dell'Ambiente. È il
decreto del 25 novembre '94 ad obbligare tutti i
capoluoghi di provincia con oltre 150 mila abitanti al
monitoraggio costante dell'inquinamento atmosferico.
Delle 23 città che hanno rilevato i dati sul proprio
territorio comunale, Messina è quella che sembra
stare meglio, visto che la concentrazione si aggira
mediamente sui 37 mg/mc, cioè al di sotto della
soglia consentita in base alla vigente normativa.
Tutti gli altri comuni superano invece il tetto
stabilito dalla legge. La massima concentrazione media
è stata rilevata a Torino (76,5); seguono Bologna
(64,4), Milano (59,5), Brescia (58,9), Venezia (56),
Parma (55,2), Firenze (54). Le altre città sono
Catania, Palermo, Bari, Foggia, Genova, Livorno,
Napoli, Padova, Reggio Calabria, Siracusa, Taranto,
Verona. I dati, però, non vanno presi per oro colato.
La situazione messinese è stata rilevata da due
centraline rispetto, ad esempio, alle 16 di Genova,
alle 8 di Milano, alle 7 di Napoli, alle 5 di Firenze,
alle 4 di Roma, Bari e Taranto. Si tratta, quindi, di
numeri parziali, che potrebbero prestarsi a qualche
interpretazione errata. Nello stesso tempo, però, le
cifre relative all'anno 2000 confermano che quella
messinese, in ogni caso, non è tra le situazioni
peggiori d'Italia, grazie ai benefici della
straordinaria posizione geografica e meteo-climatica.
Quanto si sta verificando ormai da mesi in gran parte
delle città del nord e del centro Italia assume
proporzioni, comunque, inimmaginabili per la nostra
città. Messina paga sicuramente un altissimo tributo
alla schiavitù dei tir e del traffico di
attraversamento dello Stretto ma non sconta sulla sua
pelle nè l'effetto di agglomerati industriali
particolarmente inquinanti nè quello derivante dai
riscaldamenti nelle abitazioni che, altrove, restano
accesi 24 ore su 24. Il conforto offerto dai dati del
ministero dell'Ambiente, comunque, non esime gli
organi competenti dal dare le risposte richieste a
gran voce da associazioni e comitati (Legambiente e
“La nostra città” in prima fila) nè
dall'assicurare una qualità sempre maggiore delle
rilevazioni e degli strumenti di monitoraggio che oggi
appaiono assolutamente inadeguati rispetto alle
esigenze di una città di oltre 250 mila abitanti.
7/02/2002
Fonte: la sicilia
Disimpegno
delle Fs
D'Alia
chiede l'intervento del ministro
Il deputato nazionale del Ccd, Gianpiero D'Alia, ha
presentato un'interpellanza al ministro delle
Infrastrutture, Pietro Lunardi, in relazione al
progressivo disimpegno delle Fs. Molto precisi i
quesiti posti da D'Alia, suffragati da una serie di
constatazioni oggettive, e le successive richieste del
deputato: «Il ministro deve intervenire contro
iniziative che impoveriscono l'offerta di servizi,
malgrado le Fs dispongano di vaste aree della città
attigue al porto e in gran parte non utilizzate dopo
la dimissione di alcune attività ferroviarie». Fra
l'altro, D'Alia ha chiesto «quali provvedimenti
Lunardi intenda adottare per ottenere a Messina il
decongestionamento del traffico gommato pesante e per
modernizzare il nodo ferroviario e marittimo della
zona».
Fonte: gds
Boccetta inquinata
A giudizio amministratori
Dovranno comparire davanti al
giudice monocratico, il ventuno febbraio, gli ex e
attuali amministratori indagati, nell'ambito
dell'inchiesta sull'inquinamento acustico sul viale
Boccetta, un'arteria costamente al centro di polemiche
e proteste per l'attraversamento dei tir. Una
questione approdata anche a Palazzo Piacentini, con un
dettagliato esposto da parte del Comitato "La
Nostra Città". A giudizio l'ex sindaco Franco
Providenti, l'attuale primo cittadino, Salvatore
Leonardi, l'ex assessore all'Ambiente Enza Sofo e
l'attuale responsabile del settore, Giuseppe Santalco.
L'accusa è omissione d'atti d'ufficio e violazione
della normativa in materia di ambiente. Secondo quanto
denunciato dal comitato anti-tir, gli amministratori
avrebbero violato le leggi sull'inquinamento. Una, in
particolare la norma tirata in causa da "La
Nostra Città": quella che nel marzo dell'83, con
una modifica a maggio '88, obbligava gli enti locali
ad un costante monitoraggio della qualità dell'aria
sull'intero territorio comunale. Un anno più tardi
gli inquirenti imputano negli avvisi di garanzia agli
ex ed agli attuali amministratori comunali di aver
omesso di intervenire per impedire l'emissione di
sostanze inquinate, soprattutto sul viale Boccetta,
attraversato ogni anno da milioni di Tir, camion e
automobili. A supporto della denuncia, si fa
riferimento ad una scrupolosa analisi eseguita tra il
'96 e il '98 dall'istituto di Chimica organica
dell'università. Uno studio contenuto in una
relazione di 150 pagine, rimasta per anni nei cassetti
di palazzo Zanca e che il sindaco Leonardi dichiarò
di non avere mai visto. Gli esperti della facoltà
avevano accertato in oltre 5 mesi che i livelli di
benzene e anidride solforosa, composti altamente
cancerogeni, superavano di quasi il 40% il tetto
consentito. L'inchiesta, dall'avvio molto tormentato
perch‚ appariva incerta la configurazione del reato,
fu aperta inizialmente contro ignoti. La Procura
acquisì la relazione dell'Università, una serie di
documenti e numerose testimonianze prima di emettere i
provvedimenti. Un delicato lavoro del procuratore
aggiunto Pino Siciliano e il sostituto Giuseppe
Farinella, per venire a capo di una vicenda complessa
di reati ambientali, forse unica in Italia. In caso di
ciondanna però gli amministratori rischiano solo una
multa. N. B.
Fonte: gazzetta del sud
Leonardi alla Fiera di Bologna dove è in
esposizione la seconda vettura
Lucio D'Amico
«Non ci sarà neppure un giorno di
proroga». Al tavolo del confronto tra
amministrazione, direzione lavori e imprese, il
sindaco ha voluto ribadire il concetto già espresso
da mesi: i cantieri della linea tranviaria vanno
chiusi entro il 31 marzo. L'ultimatum sgombra
definitivamente il campo da ogni equivoco, da quelle
voci sempre più insistenti che davano per probabile
un ulteriore slittamento dei tempi al 15 aprile o
addirittura a maggio. Su tram, svincoli, stadio,
approdi e piano regolatore Leonardi ha deciso di
giocarsi tutte le fiches a disposizione. Il Prg è già
una conquista “storica” (anche se si è solo
all'inizio dell'opera), i lavori degli svincoli di
Giostra e Annunziata stanno procedendo senza intoppi
(ed è già un miracolo), la patata bollente degli
approdi è nelle mani del prefetto-commissario e, in
parte, del presidente della Regione, lo stadio è la
vera nota dolente, l'assurdo rompicapo di cui parliamo
in altra pagina. E il tram, in questo scenario, è
paradossalmente la cosa più concreta. Averlo
cominciato e portato avanti è stato come scalare
l'Everest a mani nude ma adesso che la vetta è
vicina, nessuno può tirarsi indietro. Dall'incontro
svoltosi ieri mattina il sindaco dice di aver tratto
elementi positivi, fondate ragioni di ottimismo. È
l'ultima reciproca apertura di credito che le parti in
causa fanno l'una all'altra. Le imprese hanno
assicurato che le scadenze verranno rispettate, che da
ora in poi si lavorerà senza soluzione di continuità,
anche di notte e nei giorni festivi, che i problemi
contingenti con le maestranze e le organizzazioni
sindacali saranno superati. L'amministrazione
comunale, da parte sua, soprassiede, almeno per il
momento, all'intimazione del pagamento delle penali
che sarebbero dovute scattare già da oggi, per ogni
giorno di ritardo. La direzione lavori avrà il
compito di relazionare quotidianamente il sindaco
sulle attività nei cantieri ancora da ultimare e il
21 febbraio ci sarà il “redde rationem”, la
riunione finale, il momento in cui verrà messo il
punto fermo e si tireranno le somme. In un senso o
nell'altro. La fiducia, infatti, deve essere
accompagnata da una sana dose di realismo, se non si
vogliono alimentare nuove pericolose illusioni. Per
questo, non è del tutto tramontata l'ipotesi che la
direzione lavori aveva prospettato all'amministrazione
in caso di perduranti inadempienze da parte delle
imprese e cioè che si valutasse la possibilità di
rescindere il contratto “in extremis” e procedere
all'esecuzione in danno dei lavori da completare,
affidandoli mediante trattativa privata ad un'altra
ditta. Il 21 febbraio è l'ultimo termine utile, perchè
poi resterebbe poco più di un mese per arrivare al
traguardo. Ma Leonardi, al momento, non vuol sentir
parlare di interruzioni traumatiche. Ci sono 52 giorni
e vanno utilizzati al massimo, uno per uno, senza
accampare scuse o alibi. Il 31 marzo è il giorno
della Santa Pasqua: sarebbe il modo migliore per
chiudere questa “via crucis”, questa storia di
disagi, di sofferenze e di passione. Da ieri sera,
intanto, il sindaco è a Bologna per inaugurare lo
stand dedicato alla tranvia di Messina nell'ambito
della sesta edizione di “Europolis”, la rassegna
internazionale delle “città del futuro”. La
cerimonia avverrà stamane alla Fiera del capoluogo
emiliano, dove è esposta la seconda vettura
realizzata dal gruppo Alstom (Fiat Ferroviaria).
Leonardi farà da “cicerone” ai sindaci delle
altre città, alcune delle quali – come Verona –
hanno puntato con decisione al ritorno del sistema
tranviario. In bella vista ci sarà il plastico di
quello che tutte le riviste del settore definiscono
ormai l'armamento tranviario “tipo Messina” e verrà
proiettato il video relativo alle varie fasi di lavoro
eseguite in questi 3 anni e mezzo. Quella di Bologna
sarà un importante veicolo di promozione turistica,
visto che si tratta del più importante Salone del
traffico e della mobilità urbana che si svolge in
Italia. Ma mentre si esporta l'immagine del tram a
livello europeo, qui resta ancora tanto da fare:
cantieri da ultimare, lunghi tratti di strada da
risistemare “ex novo”, ampie porzioni del
territorio (come la zona di viale della Libertà) da
riqualificare, l'intero sistema di gestione da
programmare. Speriamo bene.
Cattaneo: dove sono a Messina altre grandi
opere compiute?
«Un incontro proficuo, come tutti gli altri che
abbiamo avuto con l'amministrazione comunale».
Giacomo Cattaneo è uno di quei personaggi difficili
da decifrare. Genovese di nascita, marchese per titolo
nobiliare, ma soprattutto amministratore di
quell'impresa che, stando alle dichiarazioni di
assessori e direttori dei lavori, sta facendo
“ammattire” Palazzo Zanca. Basta vedere la faccia
dei legali del Comune quando sentono il nome della
“Gepco Salc”. Eppure, al termine di ogni confronto
svoltosi nella stanza del sindaco, Cattaneo mostra un
sorriso smagliante e dice che tutto procede per il
verso giusto, che i problemi ci sono, come è normale
che sia nel momento in cui si realizza un'importante
opera pubblica, ma che spesso vengono enfatizzati. E
che, comunque, la “Gepco” e le altre due imprese
del raggruppamento (la calabrese “Ventura” e la
portoghese “Efacec”) hanno le carte in regola e
sono in grado di dimostrarlo in tutte le sedi
competenti. «La linea tranviaria – dice Cattaneo
– sarà consegnata al Comune il 31 marzo ma i lavori
verranno completati già il 15 del prossimo mese. Noi
faremo la nostra parte ma chiediamo la collaborazione
dei cittadini, che purtroppo avranno ancora qualche
settimana di disagio, delle maestranze e delle
organizzazioni sindacali». E poi aggiunge: «Dobbiamo
essere tutti orgogliosi perchè, malgrado gli
ostacoli, la tranvia sarà ultimata. Non mi risulta
che a Messina, negli ultimi tempi, siano state
realizzate altre grandi opere pubbliche».
Accompagnato dal prof. Angelo Falzea, l'esperto scelto
dall'impresa per tutti gli aspetti di carattere
giuridico-legale, Cattaneo non rinuncia ad una “frecciatina”:
«Talvolta è stata sentita una campana sola e i
giudizi non sempre sono stati obiettivi. Non abbiamo
mai voluto fare la guerra al Comune ma chiediamo che
ci venga riconosciuto il giusto. È un dato di fatto,
ad esempio, che da quando è stata approvata la
perizia di variante della Cortina del porto, ci siamo
accollati oneri aggiuntivi, realizzando in cinque mesi
quello che era stato previsto in nove». Ma, in ogni
caso, l'impresa vuole finire l'opera. Per far questo,
è stato presentato un nuovo programma lavori e si è
proceduto ad una riorganizzazione interna dei compiti
e delle responsabilità di cantiere. Ma le
dichiarazioni di intenti sono una cosa, la verifica
sul campo un'altra. Da oggi scatta l'ultimo
“count-down”: 52 giorni all'alba. (l.d.)
Già pronta la soluzione:
Demoter e gruppo Franza
Sindaco Leonardi, possiamo leggerle cosa ha scritto la
Messina Stadio ai sindacati? «È convocata una
riunione per valutare le conseguenze occupazionali in
dipendenza della richiesta di risoluzione contrattuale
avanzata dalla Astaldi nei confronti del Comune di
Messina». «...vedremo...»
– In che senso? «Che non ne so nulla, non abbiamo
ricevuto alcun atto e prima di chiedere la risoluzione
contrattuale avrebbero dovuto inviare quantomeno una
diffida. Da parte nostra, abbiamo aperto
parallelamente la procedura di rescissione; ripeto,
sabato vedremo di cosa si tratti».
– È possibile che l'impresa faccia riferimento alla
diffida notificata nell'agosto dell'anno scorso? «Ma
quella contrapposizione era stata superata, gli
ostacoli come l'indisponibilità della discarica di
inerti erano stati rimossi e i lavori avevano ripreso
il loro corso... L'atto di sottomissione? No, non
l'hanno firmato».
– Insomma, l'ipotesi della rescissione prende sempre
più corpo considerati i ritardi accumulati
dall'impresa nell'ultimazione e dell'opera e
soprattutto in vista di una riunione, quella di
sabato, che si annuncia “infuocata”. Ma si dice
che l'amministrazione abbia già pronta la soluzione
alternativa. «È ovvio, non possiamo stare con le
mani in mano o subire questi condizionamenti. Se il
contratto verrà rescisso, dovremo concludere i lavori
in economia e in danno».
– C'è una voce secondo la quale avreste già
individuato le ditte cui rivolgervi: si parla della
Demoter e di un intervento diretto nella realizzazione
dell'impianto da parte del gruppo Franza, vale a dire
uno degli azionisti di riferimento della società Fc
Messina. «Ma no, non ci sono ancora nomi di nessun
genere. Immagino perché si parli della Demoter, dal
momento che è una delle ditte che lavorano nel
cantiere di S. Filippo (l'impresa del geom. Carlo
Borella ha il subappalto del movimento terra, ndr ),
ma da dove sia venuto fuori il nome dei Franza proprio
non lo capisco. È la dimostrazione di come, a
Messina, le voci nascano realmente dal nulla.
Comunque, quel che è certo e che sappiamo cosa fare
in caso di rescissione». (m.p.)
8/02/2002
Fonte: gazzetta del sud
Siracusano: «Il tempo è galantuomo»
«Ci hanno sommerso di improperi per quasi quattro
anni, adesso si prendono i meriti». Presidente dell'Atm
dal '94 al '98, Gabriele Siracusano è stato il
principale fautore del ritorno del tram a Messina. «Nel
'95 – ricorda –, quando partimmo con lo scopo di
andare a studiare i vari sistemi tranviari in funzione
in Europa, la realizzazione di un'opera del genere
sembrava un'ipotesi fantascientifica. Eppure allora
spiegai che il tram andava visto come il tassello più
importante di un complessivo mosaico. Le città che
hanno deciso di privilegiare questa forma di trasporto
pubblico, lo hanno fatto per una scelta di qualità
della vita, che si può ottenere solo migliorando la
mobilità urbana e riducendo l'impatto del traffico
gommato. Il tram lo abbiamo concepito come la “punta
di diamante” di un sistema integrato, di cui fanno
parte elementi fondamentali come la metroferrovia a
sud, la metropolitana del mare da Ganzirri al porto,
la razionalizzazione delle linee degli autobus, il
recupero della tratta ferroviaria dismessa a seguito
della realizzazione della Galleria dei Peloritani e
una serie di parcheggi di interscambio, destinazione e
residenza. Era un progetto organico e coerente –
aggiunge Siracusano – e non è vero che quella del
tram sia stata una scelta affrettata. Si trattava di
una “linea guida” ben ponderata. Certo, ci sono
momenti in cui gli amministratori devono avere il
coraggio di portare avanti le proprie scelte e di
decidere senza ripensamenti, per non sprecare le
opportunità che si presentano al volo. Messina seppe
intercettare le risorse finanziarie che altrimenti
sarebbero andate a Palermo e a Catania. Ma dal '98 in
poi quello che avrebbe dovuto essere un motivo di
vanto è diventato un pretesto per un costante gioco
al massacro. Non dimentico le polemiche innescate
dall'attuale sindaco contro la precedente
amministrazione e contro la mia persona. Rammento che
quando fu posta la prima pietra, ed io ero ancora
presidente dell'Atm, Leonardi disse di non condividere
assolutamente quest'opera e che l'avrebbe portata
avanti solo perchè non ne poteva fare a meno. Sono
contento che oggi abbia cambiato idea ma il tempo è
galantuomo, i torti e le ragioni vanno soppesati, non
c'erano solo i cattivi dalla parte di chi era
favorevole al tram e solo i buoni nello schieramento
avverso. Invece di ragionare seriamente, si è andati
avanti a colpi di invettive, salvo poi ricredersi
quando si è capito che l'opera si sarebbe potuta
realizzare. E vorrei far presente che gli unici
progetti compiuti in questi anni a Messina sono frutto
della stagione amministrativa '94-98: il Palasport di
San Filippo, il complesso natatorio del Cappuccini e
la linea tranviaria. Anche il nuovo Piano regolatore
è stato elaborato nel '95-97 e adottato nella
primavera del '98, mentre la precedente Variante del
'90 fu bocciata dal Cru. Stadio e svincoli, invece, mi
risulta siano stati progettati all'epoca in cui
Leonardi ricopriva già cariche importanti, prima
capogruppo della Dc, poi assessore ai Lavori pubblici,
quindi sindaco. Non voglio dire nulla sull'Atm: mi
chiedo soltanto dove sono i risultati di quella che
avrebbe dovuto essere una “nuova, efficiente,
gestione manageriale”?». (l.d.)
Tram / Esposta alla Fiera di Bologna,
presente Leonardi, la seconda delle 15 vetture
realizzate dall'Alstom
Lo stand Messina a Europolis: un'iniezione
di fiducia
La missione messinese alla Fiera di Bologna sembra
essere stata un successo. I complimenti del
viceministro Stefano Stefani, le parole di
apprezzamento dei sindaci di molte città italiane, la
folla di visitatori fermatisi alla “piazzetta
Messina”, confermano il giudizio positivo che tutte
le più importanti riviste specializzate del settore,
a livello europeo, hanno già espresso nei confronti
della linea tranviaria di casa nostra. “Nemo
propheta in patria”, verrebbe da dire. Il sistema di
armamento e il design delle vetture – la prima è
custodita nel deposito Atm, la seconda è stata
esposta ieri in uno degli stand di “Europolis”,
una delle più importanti rassegne internazionali
dedicate all'arredo urbano, al traffico e alla mobilità
–, sono stati presi a modello per le iniziative
future che interesseranno, già dai prossimi mesi,
parecchi comuni del centro e del nord Italia.
“Europolis” è una finestra aperta sul futuro.
Ogni anno vengono esposte le più avanzate tecnologie
in materia di trasporto pubblico, di “ecologia del
traffico”, di riqualificazione urbana. Leonardi si
è detto orgoglioso dello spazio dedicato alla nostra
città e soddisfatto perchè quello stand, frequentato
in poche ore da migliaia di persone, può trasformarsi
in un formidabile veicolo promozionale, in favore di
una città che ha un disperato bisogno di iniezioni di
entusiasmo e di fiducia. Il sindaco ha tagliato il
nastro, assieme al sottosegretario al Commercio e al
Turismo Stefani, il quale ha ribadito l'attenzione del
Governo nazionale nei confronti di una realtà, come
quella di Messina e dell'intera area dello Stretto,
considerata tra i luoghi strategici del Mediterraneo.
Poi, Leonardi, Stefani e le altre autorità presenti,
accompagnati dall'amministratore delegato dell'Alstom,
Emilio Gallacchio, sono saliti sul tram, visitando la
nuova vettura realizzata negli stabilimenti dell'ex
Fiat Ferroviaria. Occasioni come quelle di ieri non
sono trascurabili, anche perchè contribuiscono alla
“sprovincializzazione” dei temi e delle
problematiche affrontati a livello locale. Però non
si può non evidenziare il contrasto tra il clima
festoso vissuto a Bologna e lo squallore di molti
tratti della linea tranviaria flagellati ieri dalla
pioggia e desolatamente vuoti. Le assicurazioni date
al termine del vertice svoltosi mercoledì mattina a
Palazzo Zanca non bastano, così come non sono
sufficienti le indicazioni inserite nel nuovo
programma dei lavori, se poi restano sulla carta. Il
tempo si assottiglia sempre più e non si dovrebbe
sprecare neppure un giorno. Il termine del 31 marzo
– come ha sottolineato il sindaco – è perentorio,
non è un elastico che può essere tirato a seconda
delle convenienze. E non si tratta solo di completare
i lavori entro la scadenza fissata, bisogna essere in
grado di passare subito alla fase operativa,
programmando la gestione dei periodi di rodaggio e del
complessivo sistema integrato. Si deve pensare a
migliorare la qualità estetica e funzionale delle
porzioni di territorio interessate dai cantieri della
tranvia e, soprattutto, occorre dimostrare con i fatti
che si vogliono realizzare i parcheggi al servizio del
trasporto pubblico. Altrimenti manifestazioni e
cerimonie lasciano solo il tempo che trovano. (l.d.)
FINITO IL TEMPO DEGLI EQUIVOCI
Il bianco deve essere bianco, il nero nero. È finito
il tempo degli equivoci. Il completamento dello stadio
di San Filippo non è una questione che interessa solo
i tifosi del Messina o la società gestita dal
presidente Emanuele Aliotta. È una vicenda simbolo e
come tale non può restare in quel “porto delle
nebbie” dove resta ancorata ormai da più di un
decennio. Ci sono certamente opere più importanti di
un impianto sportivo, priorità di maggiore rilievo,
progetti che riguardano direttamente la qualità della
vita dei singoli messinesi e della città nel suo
complesso. Lo stadio, però, oggi assume una valenza
straordinaria, anche, e soprattutto, a livello
psicologico. È importante sapere se i giallorossi
potranno calcare il manto erboso del San Filippo nella
prossima stagione. Da questo dipendono in gran parte i
programmi della società, i futuri investimenti. Ma ci
sono aspetti ancora più rilevanti, primo fra i quali
lo sperpero di denaro pubblico che si sta perpetrando
dal '91 ad oggi. È immorale, inammissibile,
inaccettabile, che ancora adesso non si sa se
l'impianto sarà pronto a maggio, se lunedì verranno
licenziati 80 lavoratori, se la rescissione del
contratto è iniziativa del Comune o dell'impresa, e
non si conoscono i tempi di eventuali procedure
alternative. Dall'incontro di domani a Palazzo Zanca
dovranno uscire risposte chiare, coerenti, definitive.
Nessuno potrà accampare scuse o alibi, nessuno dovrà
nascondersi dietro ulteriori proclami e dichiarazioni
di circostanza. E qualunque sarà la decisione
scaturita dal confronto tra l'amministrazione comunale
e il gruppo Astaldi, da lunedì i messinesi dovranno
essere informati giorno per giorno di quello che
succede, all'interno del cantiere e fuori dal San
Filippo. Vorremmo, infine, capire il perchè –
nonostante qualche progresso – nei primi due lotti
dello svincolo di Giostra le attività non sono ancora
decollate come era lecito attendersi. Vorremmo
conoscere le ragioni del fatto che solo tre squadre di
operai stanno lavorando alla realizzazione delle 90
pile dei futuri viadotti. Vorremmo fugati già da
adesso dubbi, perplessità, timori. Prima che sia
troppo tardi. (l.d.)
Acque non balneabili nel capoluogo e in
provincia: l'Asl ha trasmesso i dati alla Capitaneria
di porto
Coste, la mappa dell'inquinamento
Ivana Cammaroto
In numerose zone il nostro mare è
ancora inquinato. E non solo in prossimità di
scarichi o sbocchi torrentizi. Il Laboratorio di
igiene e profilassi dell'Asl ha fornito alla
Capitaneria di porto la nuova mappa delle aree non
balneabili o dove i necessari prelievi di campioni
d'acqua non sono stati effettuati con costanza. Una
relazione è stata già trasmessa all'assessorato
regionale alla Sanità: sarà seguita da provvedimenti
del caso. Palazzo Zanca, e le amministrazioni del
Messinese, da parte loro dovranno emettere le
ordinanze sui divieti di balneabilità. Entrando nel
dettaglio della relazione annuale, queste le zone
della costa cittadina e della provincia vietate ai
bagnanti.
In città – Zone temporaneamente non balneabili:
fortino Pace, 100 mt. nord canale lago piccolo Faro;
zone permanentemente non balneabili: 150 mt. sud fogna
n. 28 Tremestieri, 200 mt sud torrente San Filippo,
XXIV Artiglieria Gazzi, direzione via San Cosimo 200
mt. sud fogna n. 19, ospedale Regina Margherita,
canale piccolo Torre Faro; punti che si avvalgono
della ridotta frequenza di campionamento: foce
torrente Giampilieri, 200 mt. nord stazione
Giampilieri, 100 mt. sud Ponte Schiavo, 100 mt. sud
fogna comunale n. 34 Santa Margherita, Mili Moleti,
Vallone Canneto, torrente Larderia, 50 mt. sud
ospedale Regina Margherita, 50 mt. nord torrente
Annunziata, direttrice canale Pantano Grande, canale
degli Inglesi, 150 mt. a est frazione Casabianca,
fiumara Tono, fiumara Corsari, foce torrente
Casagrande, capo Rosocolmo, chiesa frazione San Saba,
torrente Mela (scarico depuratore), frazione Rodia,
200 mt. dalla fiumara Marmora, frazione Orto Liuzzo.
Nel litorale Tirrenico – Zone temporaneamente non
balneabili : 100 metri ad ovest dello scarico di
contrada Marchesana a Terme Vigliatore; zone
permanentemente non balneabili: 100 metri dalla foce
del torrente Boncoddo a Rometta, foce del torrente
Pietra a Spadafora; punti con pochi campionamenti:
fiumara Gallo a Villafranca Tirrena, direttrice
torrente Saponara.
Nelle Isole Eolie – Punti con scarsa frequenza di
analisi: Vulcano spiaggia delle acque termali, porto
delle genti, Marina di Porto Salvo, Marina di Canneto,
Porticello, Acqua calda e spiaggia della Muria a
Lipari.
Nel litorale dello Jonio – Zone permanentemente non
balneabili: 100 metri e 400 a nord del fiume Alcantara
nel comune di Giardini Naxos, foce del torrente San
Filippo condotta sottomarina a Letojanni; tratti di
costa poco controllati: foce torrenti San Giovanni
(Giardini), Sirina e Sant' Andrea (Taormina), di
fronte casa comunale (Giardini), stazione ferroviaria,
scarico San Leo, Castelluccio scarico condotta
sottomarina a Taormina, foci torrenti Papale, San
Filippo e Pietra Bianca a Letojanni, Fondaco Parrino a
Forza D'Agrò, Salice e Agrò a Sant'Alessio, Porto
Salvo a Santa Teresa Riva, Savoca e Pagliara a Furci
Siculo, Sciglio e Allume a Roccalumera, Landro e
Fiumedinisi a Nizza di Sicilia, Mastroguglielmo,
Impisi e Calamaci ad Alì Terme, Saponara e Foraggine
a Scaletta Zanclea. Il comandante della Capitaneria di
porto, Carmelo Maccarone, commentando i dati forniti
dall'Asl, tuttavia annuncia: «Quest'anno ci sarà
qualche divieto in meno». La zona nord dovrebbe
essere completamente libera dai cartelli sulla non
balneabilità e a sud il bagno sarà vietato dal
torrente Larderia fino all'Annunziata.
Fonte: la sicilia
Palazzo
dei Leoni: salvaguardia delle coste
Entro l'anno potrebbero iniziare gli interventi per
salvare le coste della zona tirrenica progettati dalla
Provincia, che ha ottenuto un finanziamento di 58
miliardi 800 milioni, grazie alla tempestività con la
quale sono stati presentati gli elaborati per la
protezione dei litorali. Secondo quanto dettato da una
circolare emanata dalla Regione, i progetti sono in
attesa della valutazione d'impatto ambientale; poi
Palazzo dei Leoni avrà 60 giorni di tempo per
presentare gli studi esecutivi, esaminati i quali si
potranno bandire gli appalti. Si tratta per
l'esattezza d'interventi, che interessano: S. Agata di
Militello, Capo d'Orlando, Piraino, Gioiosa e l'isola
di Vulcano. Il resoconto della situazione è stato
fatto ieri in aula dall'assessore al Territorio,
Tanino Sutera, a seguito della mozione presentata dal
capogruppo dei Ds, Giuseppe Natoli. Il consigliere
Roberto Gulotta (Gruppo misto) ha chiesto il supporto
tecnico-logistico dell'Ente sull'esecutività dei
progetti presentati dai Comuni della zona jonica. «Esigenza
alla quale si adempirà certamente – ha ribattuto
Sutera – qualora i sindaci ne facessero richiesta.
Ma va chiarito che la Provincia non può sostituirsi
al lavoro delle Amministrazioni comunali, che hanno
una propria autonomia istituzionale». Le opere per la
messa in sicurezza delle aree costiere programmate dai
Comuni interessano: Letojanni, S. Alessio e Giardini
(riviera jonica); Messina, Villafranca, Tusa e Falcone
per il versante opposto, con fondi che ammontano a 56
miliardi 479 milioni.
L. C.
Viale
europa nel caos
Segnali carenti: fasce orarie violate dai Tir
Traffico in tilt, per gran parte della mattinata di
ieri, sul viale Europa. A segnalare il caos è stato
il consigliere del VI Quartiere, Enrico Pistorio. Un
Tir, che procedeva sul viale per imboccare
l'autostrada, si è improvvisamente messo di traverso
all'altezza dell'incrocio con il viale Italia,
mandando in tilt l'intero sistema viario. «Il fatto,
in sè stesso, potrebbe “passare” – dice
Pistorio – ma è la controprova dell'inutilità del
provvedimento che istituisce le fasce orarie, che di
fatto non vengono rispettate da nessuno». All'origine
del problema, oltre all'inciviltà di gran parte dei
camionisti, ci sarebbe anche la mancanza di
segnaletica: nessun cartello, infatti, vieta ai Tir di
transitare dalle 7 alle 9 e dalle 12 alle 14, in
coincidenza con l'apertura e la chiusura di scuole e
uffici. «Fra l'altro – denuncia ancora Pistorio –
la mancanza d'indicazioni, orizzontali e verticali,
rende impossibile il lavoro della Polizia municipale
che non può elevare sanzioni agli autotrasportatori
non informati dei divieti».
A rendere la situazione ancora più caotica, è la
massiccia presenza di venditori ambulanti in tutta la
zona «bassa» del viale. Per chiedere la completa
chiusura diurna dello svincolo ai Tir, il VI Quartiere
ha avviato una dura protesta ormai da alcune
settimane.
G. L. R.
Domani
mattina si decide sull'ultimazione degli interventi
Stadio:
soldi per la copertura
Il tram in «mostra» a Bologna
Con la testa all'incontro di domani mattina, il Comune
e il Coni pensano anche alla copertura dello stadio di
S. Filippo. Nei giorni scorsi, infatti, il Credito
sportivo ha confermato di essere pronto a finanziare
l'opera, a patto che sia inviato rapidamente il
progetto che indichi il settore del campo da coprire.
Nel frattempo, si deciderà domani sull'eventuale
rescissione del contratto con l'«Astaldi». Qualora
non si raggiungesse un accordo, il Comune eseguirebbe
i lavori in economia. Sull'ipotesi di rescissione, è
intervenuto ieri Carmelo Pino, componente della
segreteria della Fillea/Cgil: «Chiederemo un tavolo
Comune-impresa-sindacati, per tutelare i 100 operai
attualmente impegnati nel cantieri, consapevoli come
siamo che la salvaguardia di un solo posto di lavoro
può evitare l'aggravarsi della già drammatica
situazione occupazionale».
Il tram esposto nella 6ª edizione di «Europolis»
— Intanto, ieri il sindaco, Turi Leonardi,
è stato a Bologna per per partecipare alla cerimonia
inaugurale della sesta edizione di «Europolis». Per
l'occasione, l'«Alstom Ferroviaria», in oltre 400
metri quadrati, espone fino al 10 febbraio la seconda
vettura del tram destinata alla nostra città. Ieri
Leonardi ha accompagnato sulla vettura i sindaci delle
città presenti e il sottosegretario al Turismo,
Stefano Stefani.
9/02/2002
Fonte: la sicilia
Nuova
iniziativa del VI Quartiere mentre i vigili urbani
sollecitano più segnaletica per far rispettare le
fasce orarie
Viale
Europa: petizione contro i Tir
Confermato
lo sciopero degli agenti municipali, il 13 corteo di
protesta
Scatta una petizione contro i camion, mentre i Vigili
urbani sollecitano una segnaletica più precisa:
l'emergenza Tir sembra essersi spostata dal Boccetta
al viale Europa. D'altronde, in attesa della soluzione
strutturale non poteva essere altrimenti. Si
susseguono le verifiche da parte della Polizia
municipale sul rispetto delle fasce orarie, ma le
violazioni sembrano ancora molte. Camion sfrecciano
lungo il viale anche dalle 7 alle 9 e dalle 12 alle
14, quando invece dovrebbero dirigersi su altri
svincoli. «La causa – dice il presidente del VI
Quartiere, Agatino Bonarrigo – va ricercata a monte.
Manca, infatti, la segnaletica in autostrada e nelle
vie d'accesso allo svincolo». Per quanto di sua
competenza, si è attivato il comandante della Polizia
municipale, Calogero Ferlisi, chiedendo l'intervento
della ripartizione Viabilità. La nuova segnaletica
dovrebbe «esordire» presto, mentre nella zona del
viale Europa la protesta si fa sempre più pressante.
Tra oggi e domani sarà avviata una petizione per
chiedere la chiusura diurna ai Tir dello svincolo di
Messina centro, il modo da bilanciare le limitazioni
notturne disposte sul Boccetta. Ad appesantire la
situazione, c'è anche il proliferare degli ambulanti:
a proposito, anche ieri, nella zona a valle del viale
Europa sono stati sequestrati dai Vigili urbani generi
alimentari venduti abusivamente.
Controlli sul viale Garibaldi — Raffica
di multe della Polizia municipale, ieri, anche in via
Garibaldi. Un nuovo «giro di vite», infatti, è
stato disposto da Ferlisi contro il posteggio delle
auto nelle corsie preferenziali riservate al transito
dei mezzi pubblici. E sull'argomento, ha preso
posizione anche il consigliere comunale indipendente,
Calogero Centofanti: «Sarebbe necessario collocare in
via Garibaldi numerose pattuglie di agenti appiedati,
considerato che sull'arteria in questione si
registrano periodicamente gravi incidenti».
I Vigili «tuonano» mentre il Comune corre ai
ripari — Confermato, intanto, lo sciopero
dei Vigili in programma il 13 febbraio. Ieri si sono
tenute due assemblee con i sindacalisti della Cisl, i
quali hanno ribadito le loro rivendicazioni, rimaste
inevase dopo vari vertici in Prefettura. La protesta
si articolerà su vari fronti: il clou sarà
rappresentato da un corteo degli agenti impegnati nei
servizi di viabilità. Le principali lamentele
riguarda i turni straordinari dettati dall'emergenza
viabilità e dalla carenza di personale. E proprio su
questo fronte il Comune sembra volersi impegnare
concretamente: nel corso dell'ultima seduta, la Giunta
ha discusso le procedure per la pubblicazione di un
primo bando di concorso per un centinaio di unità.
Prima, però, bisognerà aspettare la copertura
finanziaria, che troverà posto nel bilancio 2002.
Ancora «scintille» sul carro attrezzi — Nel
frattempo, si è consumato nella mattinata di ieri
l'ennesimo atto della «guerra» tra il Comune e la
società «Aurora». Mentre i Vigili urbani erano
impegnate in due assemblea di preparazione allo
sciopero, i 10 mezzi della consortile sono rimasti
inoperosi. Così come già successo in passato, il
personale ha polemicamente posteggiato i mezzi nei
pressi di Palazzo Zanca. Intanto si avvicina sempre più
la rescissione del contratto, che dovrebbe scattare
lunedì prossimo. Ieri i 57 dipendenti dell'«Aurora»
hanno chiesto lumi sul loro futuro lavorativo. A
spasso potrebbero restare: 24 autisti, 24 operatori, 4
custodi del deposito e 5 operatori amministrativi.
Giuseppe Lo Re
Turisti
«affezionati» malgrado la tragedia dell'11 settembre
I dati
dell'Aast «raccontano»una crescita delle presenze
Continua la crescita, seppur contenuta, del movimento
turistico in riva allo Stretto: parlano chiaro i dati
dell'Aast diramati ieri, riguardanti un'annata segnata
dalla tragedia dell'11 settembre. Un esempio su tutti:
gli arrivi italiani e stranieri negli esercizi
alberghieri, nel 2001, sono stati 94mila 838,
esattamente 1.234 in più rispetto al 2000, con un
percentuale d'incremento dell'1,32%. Le presenze
alberghiere, invece, sono state 196mila 658, 47 in più
rispetto all'anno precedente; l'aumento è dello 0,2%.
Per quanto concerne il settore extralberghiero, che
comunque ha una minore incidenza totale del movimento,
sono stati assai rilevanti gli incrementi negli arrivi
(+118,8%); sul fronte dei pernottamenti, pur in
presenza di un andamento favorevole della componente
italiana (+18,5%), si è evidenziata una
concentrazione complessiva del 13,32%.Dalla Francia si
sono registrati i flussi più consistenti di turisti;
seguono a ruota la Spagna, gli Stati Uniti, la
Germania e la Gran Bretagna.
Fonte: gazzetta del sud
Rimpasto nelle giunte / Slitta
al 18 il confronto dei partiti del Centrodestra
Trattative in alto mare
Slitta al 18 il vertice dei partiti del Centrodestra.
Le trattative riguardanti il maxi-rimpasto delle
giunte al Comune e alla Provincia restano in alto
mare. I leader di Forza Italia, An, Ccd e delle altre
componenti della coalizione di maggioranza devono
ancora trovare una piattaforma d'intesa, che non può
prescindere dalle strategie politiche già proiettate
alle elezioni amministrative del prossimo anno. Non si
tratta, infatti, – come chiarisce lo stesso
coordinatore cittadino di Forza Italia Piero Grasso
–, di apportare solo qualche ritocco, spostare
alcune deleghe e riempire le nuove caselle (quattro
assessori in più al Comune, cinque alla Provincia) ma
di decidere quale progetto s'intende sottoporre
all'elettorato, quale sindaco e squadra di governo,
quale nuovo presidente della Provincia, visto che
scade il mandato di Giuseppe Buzzanca. Sono nodi
cruciali da sciogliere. «Non possiamo e non dobbiamo
commettere errori – aggiunge Grasso –, perchè le
scelte che verranno compiute oggi avranno un'indubbia
rilevanza al momento in cui chiederemo il consenso
degli elettori. Lasciamo che altri si sbizzarriscano
con il “totoassessori”. A noi, in questa fase,
interessa prima di ogni altra cosa compiere un'attenta
e rigorosa verifica delle attività delle due giunte,
dei passi avanti compiuti, dei progetti realizzati,
del lavoro che resta da fare. Tutto ciò è
indispensabile per stabilire le mosse finalizzate al
rilancio dell'azione amministrativa in quest'ultimo
scorcio di legislatura, con lo sguardo ovviamente
rivolto al prossimo futuro». Il dato certo è che
Forza Italia chiederà 5 assessorati al Comune ed un
radicale riassestamento delle deleghe. Incerta la
riconferma dei tre attuali assessori (Alibrandi,
Barbera e Santalco) mentre sui due nuovi ingressi i
nomi più gettonati finora sono stati quelli del
consigliere comunale Elvira Amata e dello stesso
Grasso. Ma ogni previsione può ancora essere
ribaltata. Alleanza nazionale avrà tre rappresentanti
nella giunta municipale: se restano Scoglio e Ragno,
il terzo sarà certamente un esponente della Destra
sociale (in ballottaggio Silvano Arbuse e Daniele
Tranchida ma quest'ultimo potrebbe far parte
dell'esecutivo provinciale). Il Ccd ne avrà due:
rimane al suo posto il vicesindaco Gianpiero D'Alia e
torna a fare l'assessore il capogruppo Giuseppe
Terranova. Gli altri due posti saranno divisi tra il
movimento “Nuova Sicilia” (la forza politica oggi
rappresentata in giunta da Giuseppe Morano) e il
Partito repubblicano. Sembra scontata l'uscita
dell'Udeur, anche se ieri l'assessore Giuseppe Cardile
ha ribadito la piena legittimità del partito di
Mastella a proseguire fino alla fine del mandato la
strada iniziata assieme al sindaco Leonardi e alle
altre forze che hanno vinto le elezioni della
primavera '98.
MERCATO CASALINI – I gruppi di Forza Italia e di An
hanno chiesto al sindaco di convocare al più presto
una riunione – presenti gli assessori Scoglio e
Cardile – per fare chiarezza sulla vicenda del
mercato da realizzare nell'area dell'ex cinema
Casalini. I consiglieri Capurro e Crupi sottolineano
la necessità di dare risposte chiare agli ambulanti
costretti ad operare in condizioni igienico-sanitarie
sempre più precarie. (l.d.)
Aumentati i turisti nel 2001
Sono i francesi i più numerosi
Segnali incoraggianti sul fronte del turismo in città,
un settore che – anche se in maniera lenta –
continua a crescere. Il direttore dell'Azienda
autonoma (Aast), Marcello Natoli, rileva infatti che
è proseguita anche nel 2001 la crescita, seppure
contenuta, del movimento turistico esclusivamente a
Messina. Gli arrivi italiani e stranieri registrati
dall'Azienda negli esercizi alberghieri sono stati
94.838, vale a dire 1.234 in più rispetto all'anno
precedente, con una percentuale d'incremento dell'1,32
per cento. Meno confortante il dato sulle presenze
alberghiere, che sono state 196.658, quindi soltanto
47 in più rispetto al 2000, pari a un aumento affatto
significativo dello 0,02 per cento. Vuol dire che nel
2001 hanno scelto Messina più persone rispetto
all'anno precedente, ma si sono trattenute per un
periodo minore. Per quanto concerne il settore
extralberghiero, che comunque ha una minore incidenza
sul totale del movimento, sono stati assai rilevanti
gli incrementi percentuali registrati negli arrivi
(+118,8 per cento), mentre sul fronte dei
pernottamenti, per effetto di una minore durata della
permanenza media, pur in presenza di un favorevole
andamento della componente italiana (+18,5 per cento),
si è evidenziata una contrazione complessiva del
13,32 per cento. Sono stati i francesi i più presenti
a Messina, seguiti dagli spagnoli, dagli americani,
dai tedeschi e dagli inglesi. «In definitiva –
commenta Natoli – una situazione sostanzialmente
stabile, nonostante le vicende politiche
internazionali successive all'11 settembre abbiano
determinato quasi ovunque negative ripercussioni sui
flussi turistici».
Ancora cattivi odori a San
Raineri
È tornato ieri mattina a San Raineri l'incubo della
“puzza”, ovvero delle esalazioni acri che, secondo
alcune segnalazioni, potrebbero provenire dall'area
della stazione di degassifica Smeb. A denunciare i
cattivi odori, «che provocano tra i dipendenti
disturbi di vario genere», sono i rappresentanti
sindacali unitari Cgil-Cisl-Uil dei dipendenti dei
vicini cantieri navali Rodriquez Messina, Costantino e
Cisca. «Nonostante le nostre segnalazioni dei mesi
passati e le notizie riportate dai quotidiani riguardo
alla chiusura degli impianti di degassifica –
scrivono le “rsu” – persiste in alcune aree dei
cantieri Rodriquez un odore insopportabile di
provenienza sconosciuta che provoca tra i dipendenti
disturbi di vario genere». Attraverso la nota,
indirizzata al responsabile dell'Igiene pubblica
dell'Ausl 5, al prefetto e all'assessore provinciale
all'Ambiente, i sindacalisti della Rodriquez invocano
«un immediato intervento affinché tale problema sia
risolto in modo definitivo, visto il rischio che
rappresenta per la salute pubblica». Il caso ancora
una volta appare tutto da approfondire, considerato
che – come spiega il dott. Maurizio Croce, chimico
della Smeb – le attività di lavorazione dei residui
oleosi sono completamente cessate dal giorno del
sequestro degli impianti (il 16 marzo scorso) e
l'unica vasca in quel momento “scoperta” è stata
chiusa in un capannone appositamente costruito in
attuazione di un'ordinanza comunale». (a.t.)
10/02/2002
Fonte: gds
Mercoledì sciopero dei vigili
urbani
L'amministrazione comunale - per bocca dell'assessore
alla Viabilità, Turi Rizzo, esclude ogni ipotesi di
aumento d'organico per i vigili urbani.
"Valuteremo l'eventuale richiesta delle polizze
d'assicurazione ma nessuna concessione
sull'ampliamento del numero di vigili urbani in
dotazione". Gli agenti così, mercoledi
sfileranno in protesta per le vie della città. Lo
sciopero è stato annunciato dai sindacati dopo le
ultime assemblee.
"In organico - ha dichiarato Salvo La Rosa della
Cisl - mancano centrotrenta posti. Il buco non fa che
danneggiare quotidianamente le richieste dei cittadini
per un maggiore controllo nelle strade". Sessanta
i vigili impegnati ad ogni turno. Pochi - a detta del
sindacalista - per assicurare la corretta applicazione
del codice della strada. A. C.
Rimpasti nelle giunte, Fi e An
scaricano Cardile
Emilio Pintaldi
Ancora 24 ore per i partiti del centrodestra alle
prese con i rimpasti. Tutto rinviato a domani per le
trattative che riguardano i nuovi nomi da inserire in
giunta. L'incontro che si sarebbe dovuto tenere
giovedi è stato rinviato prima a venerdi e poi
addirittura a domani.
Ufficialmente il rinvio è dovuto all'indisponibilità
di alcuni dei laeder. In realtà la pausa di
riflessione si è resa necessaria per fare chiarezza
all'interno di alcuni dei partiti del Polo.
Ci sono da sciogliere soltanto alcuni nodi che
riguardano gli assessori di Fi e di An. Trattative in
corso tra i parlamentari Nino Gazzarra e Rocco Crimi
per il forzista che dovrebbe completare la lista del
presidente Buzzanca.
Quasi certi gli ingressi a Palazzo dei Leoni di Nino
Testa e Natale D'Amico, Fi e Carmelo Nucera, Cdu.
Addirittura tre in lizza per il posto della corrente
Briguglio di An: Renato Mangano, Daniele Tranchida e
Pippo Russo. I nuovi volti di Palazzo Zanca saranno
Silvano Arbuse, An, Elvira Amata e Piero Grasso, Fi;
Giuseppe Terranova, Ccd.
Appese ad un filo le speranze di mantenere il posto in
giunta per Pino Cardile assessore al Commercio
espressione dell'Udeur. Il Polo vuole l'uscita di
scena del partito di Mastella. Mentre Leonardi tenta
di convincere gli alleati proponendogli un
ridimensionamento delle deleghe assegnate a Cardile,
Forza Italia e Ccd si contendono già il posto che
verrebbe lasciato vacante.
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