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ARCHIVIO FEBBRAIO 2001

 

1/02/2002

Fonte: la sicilia

Il prefetto accelera sullo studio preliminare per le invasature d'emergenza a Tremestieri – Fitto calendario di riunioni
Approdo, il progetto tra 10 giorni
E per l'elaborato definitivo si fa strada l'ipotesi dell'appalto-concorso

Giuseppe Lo Re

«Entro 10 giorni avremo il progetto preliminare»: l'annuncio è del prefetto, Giosuè Marino, che si è sbilanciato al termine del vertice del comitato tecnico-amministrativo che lo accompagnerà fino alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Sul tavolo, già ieri mattina, c'erano i primi studi effettuati dal Genio civile Opere marittime per i lavori nello specchio d'acqua e dal Genio civile di Palermo per gli interventi a terra, vedi il collegamento diretto con la tangenziale attraverso un tunnel, all'altezza di Tremestieri. Marino ha già impresso un ritmo notevole all'attività del suo staff. D'altra parte il tempo c'è, ma non si tratta di un termine poi tanto lontano: l'opera dovrà essere completata entro il prossimo 31 dicembre. A stabilire la data è l'ordinanza del Ministero dell'Interno, con la quale è stato nominato il commissario straordinario, a seguito della dichiarazione di stato d'emergenza per l'attraversamento dei Tir formalizzata lo scorso 15 novembre dal Consiglio dei Ministri. Il calendario delle prossime riunioni è molto fitto: «Nella prossima settimana – chiarisce il prefetto – presiederò una serie d'incontri ristretti, con alcuni dei componenti del comitato. Poi ci rivedremo tutti il 12 febbraio per prendere visione del progetto preliminare, che nel frattempo sarà stato completato». Il lavoro degli organismi tecnici è iniziato da alcuni giorni: già nella scorsa settimana, infatti, Marino aveva dato incarico di effettuare i primi studi sulla base dell'unico progetto pubblico esistente. Si tratta di un elaborato commissionato dal Comune negli Anni '80 e dotato di rilievi tecnici molto approfonditi. Adesso, ovviamente, bisogna adattarlo alle nuove esigenze.
Per la costruzione delle prime due invasature (intorno alle quali sorgerà l'approdo definitivo, che sarà creato dal Comune tramite le procedure di project financing già avviate), sono disponibili 41 miliardi incassati dalla Regione grazie all'accordo di programma-quadro con lo Stato sulle opere pubbliche d'interesse nazionale. Acquisito il progetto preliminare, sarà compito del prefetto giungere all'elaborato esecutivo ed al successivo affidamento dei lavori. «Stiamo già lavorando anche su questo fronte – ha spiegato Marino –. Nelle prossime settimane il quadro sarà più chiaro». Ma l'ipotesi che prende sempre più corpo è quella di un bando per l'appalto-concorso che preveda l'affidamento, ad un soggetto unico, della progettazione e della realizzazione dell'approdo d'emergenza. I tempi sarebbero relativamente brevi, tenendo presente che i poteri del commissario non consentono di «bypassare» le leggi, ma di accelerare al massimo le varie procedure.

Fonte: gds

La Cava: l'emergenza rifiuti va risolta con tre nuovi impianti di smaltimento

Emilio Pintaldi

Subito nuovi impianti ed un progetto che porti al definitivo decollo della raccolta differenziata. Primo incontro operativo ieri mattina tra il neo presidente della "Messinambiente" Sergio La Cava ed i quadri tecnici dell'azienda.
La Cava, 38 anni, amministratore della Ngi, compagnia di navigazione del gruppo Tourist-Caronte, a poche ore dalla sua investitura, avvenuta durante l'assemblea dei soci di mercoledì sera, ha voluto conoscere la realtà che dovrà affrontare nelle prossime ore. Così ieri, di buon mattino, si è presentato nella sede della Messinambiente e si è fermato qualche ore con l'amministratore delegato Antonio Conti ed i dirigenti dei vari settori.
Il presidente ha voluto incontrare anche i rappresentanti sindacali con i quali ha affrontato subito il nodo che riguarda il passaggio di una parte di personale comunale. La Cava, che ha deciso di dimettersi dall'incarico di esperto al turismo ed al settore navigazione della Provincia, ha già in tasca un elenco di priorità su cui lavorare.
Un mini-progetto che la prossima settimana presenterà al presidente della Regione Totò Cuffaro ed al sindaco Salvatore Leonardi. In lista, innanzitutto, c'è la realizzazione di tre impianti di smaltimento per i rifiuti: "Da anni- spiega La Cava - tre progetti- giacciono alla Regione precisamente negli uffici dei dirigenti dell'assessorato al territorio. La prossima settimana andrò a Palermo per capire cosa o chi li abbia fatti inceppare. Voglio capire se si tratta di un problema burocratico o c'è qualche problema di ordine tecnico. Nell'uno e nell'altro caso le difficoltà vanno superate. Siamo in piena emergenza. Non possiamo continuare a girovagare per i vari siti della Sicilia".
"Gli impianti di cui parlo - spiega il presidente - vanno realizzati con tecnologie moderne rispetto ai metodi di smaltimento e sul nostro territorio. Parlo però di processi che non inquinano e sono capaci di produrre ricchezze. Accanto a questi progetti c'è l'attivazione di almeno tre cooperative di lavoro che potrebbero creare centinaia di posti di lavoro. C'è poi il capitolo della raccolta differenziata".
"E' chiaro - conclude La Cava - che così non si può andare avanti. I rifiuti devono essere separati così come prevede la legge".

2/02/2002

Fonte: gazzetta del sud

Ordini di professioni tecniche: svegliamo la città dal torpore

Antonio Caffo

"Collaborare contro il "torpore" della città": è l'intento del comitato degli ordini professioni tecniche che programma iniziative tendenti ad uno sviluppo socio economico del territorio. Lo scopo - a detta di architetti, chimici, agronomi, geologi ed ingegneri, è di fornire un contributo alla città per "superare le emergenze". Nei prossimi giorni il gruppo di professionisti, presieduto dal presidente Edoardo Milio, organizzerà incontri e dibattiti per cercare di comprendere - a loro dire - i tanti "enigmi" che frenano chi deve decidere, paralizzando le attività produttive della città.
"Dopo la consulta dell'ordine dei tecnici - dice il presidente degli Ingegneri, Arturo Alonci - abbiamo costituito il comitato degli ordini delle professioni tecniche. L'intento è di unire le varie posizioni a vantaggio della città". Tema caldo del gruppo: il Piano Regolatore, ancora senza via d'uscita. "Il Prg - sostiene Alonci - è il nostro punto di partenza. Nel corso dei dibattiti, inoltre, avanzeremo proposte sulla mancata legislazione in tema di appalti e urbanistica, riqualificazione ambientale e infrastrutture.
Lunedì il primo incontro presso il Consiglio dell'Ordine degli Architetti. Interverranno pure il presidente degli Architetti, Dario La Fauci, dei Chimici, Antonino Abate, degli Agronomi, Giovanni Chiofalo e dei Geologi, Michele Gerbino.
Antonio Caffo

Fonte: gazzetta del sud

Propulsore nautico del peso di 165 quintali precipita da un mezzo pesante austriaco: solo il caso ha evitato la tragedia
Camion perde il carico a Boccetta, paralisi e disagi


Un propulsore nautico precipita da un camion: panico a Boccetta e traffico impazzito per circa due ore in città. S'è sfiorata la tragedia, ieri mattina intorno alle 9, sulla rampa autostradale dello svincolo più controverso dell'isola, in uscita dal capoluogo. Nell'affrontare una curva – secondo quanto ricostruito dagli agenti della Polizia stradale – un mezzo pesante austriaco ha perso il carico: un propulsore nautico del peso di 165 quintali! Solo per mera coincidenza nessun altro mezzo si trovava nei pressi immediati dell'autoarticolato: sarebbe rimasto schiacciato sotto il peso del propulsore con conseguenze fatali per gli occupanti. Danni alla carreggiata, a un guard-rail e a una rete di contenimento, ma niente di più. Ben più seri, invece, i disagi sul fronte della circolazione cittadina: lunghe teorie di auto si sono formate sul viale Boccetta, traffico in tilt con i vigili urbani costretti a chiudere lo svincolo e a dirottare i mezzi per lo più su Messina-Centro. Tutto ciò fino alle 11, 30 circa, quando i flussi di traffico sono stati ripristinati secondo consuetudine e anche i disagi sono così rientrati nella normalità... peloritana. Secondo quanto verificato dalla Polstrada, il propulsore nautico sarebbe precipitato dal camion perché fissato male. Tutto qui: il carico non era stato assicurato nel migliore dei modi al mezzo pesante, a parere di chi ha effettuato i rilievi del caso. E tuttavia l'autista del tir era riuscito quasi a raggiungere la mèta. L'austriaco al volante del mezzo pesante, Josef Christian Hildel, ventiquattrenne di St Johan, aveva infatti già percorso lo “stivale” ed era in vista del traguardo: era diretto a Palermo dove avrebbe dovuto consegnare il propulsore. Supplemento di disagi – come s'accennava – in una città già gravata su questo fronte da mille problemi. Viale Boccetta, nei minuti immediatamente successivi all'incidente, paralizzato. Alcune pattuglie dei vigili urbani sono state inviate sul posto dal comandante provinciale Ferlisi: svincolo d'accesso interdetto ai mezzi e auto dirottate sul viale Principe Umberto, corso Cavour e via Garibaldi. Nel cuore della città si sono riversati miglia di mezzi che hanno lentamente raggiunto il viale Europa e via La Farina, quindi gli svincoli di Messina-Centro e Gazzi, da dove è stato possibile accedere alle autostrade. Frattanto, grazie a una gru, veniva rimosso dalla bretella del Boccetta il propulsore nautico e, quindi, sgomberata la carreggiata dall'ingombrante presenza del camion austriaco. Alle 11.30 la situazione è ritornata sotto controllo, lo svincolo di Boccetta di nuovo aperto al traffico e la città, costretta a fronteggiare l'ennesima emergenza, alleggerita dall'inattesa quanto niente affatto desiderata ondata di mezzi. (f.c.)

La Provincia, gestore della Riserva, e il Comune, titolare di alcuni obblighi, devono valorizzare questa grande risorsa
Laghi, scattano i vincoli
La Capitaneria: concorso di idee per Capo Peloro e lidi balneari andranno “verificati”

Alessandro Tumino

La Riserva dei laghi di Ganzirri e Torre Faro, deve essere un punto fermo non solo per i comportamenti dei cittadini ma anche per i programmi di “investimento turistico”, sia delle istituzioni che dei privati, sulle spiagge di Capo Peloro. La direttiva, legata alla legge regionale che ha istituito la grande area protetta affidandola alla Provincia, è stata ricordata ieri, durante una conferenza a Palazzo dei leoni, dal comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone. La Capitaneria – va ricordato – è non solo preposta al demanio marittimo ma anche a quello lacustre: acque dall'ecosistema unico al mondo e comunicanti con il mare di Capo Peloro. Nell'ambito di questa doppia necessità – finalità della riserva e tutela di una zona “B” – Maccarone ha già anticipato che, probabilmente, la sezione Demanio non potrà rilasciare per le spiagge di Capo Peloro le concessioni stagionali agli stabilimenti balneari nonostante si fondino su strutture di legno facilmente rimuovibili. Alla base ci sono le norme dell'articolo 3: «Nell'area di protezione della riserva le nuove costruzioni devono avere esclusiva destinazione d'uso alla fruizione e all'attività di gestione della riserva». Maccarone ha altresì accennato, all'assessore allo Sviluppo economico Salvatore Barbera, che rappresentava il Comune, la necessità di una verifica tra alcune previsioni del Concorso internazionale di idee per la valorizzazione di Capo Peloro e le diverse norme disciplinanti le “attività consentite” e i “divieti” che la Regione ha statuito per recuperare e valorizzare le bellezze naturali e paesaggistiche dei due laghi. L'assessore alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio, da noi ascoltato, (vedi articolo a fianco, ndr) è assolutamente fiducioso: «Il progetto messo a concorso non prevede, nelle zone di preriserva di Capo Peloro, ovvero lungo le spiagge, alcuna opera che possa andare contro la valorizzazione della Laguna». Ma andiamo ai laghi.
LA GESTIONE DELLA RISERVA – Va dato atto all'Amministrazione provinciale di aver presentato ieri all'attenzione dei vari enti competenti una serie di richieste e argomenti della massima importanza per i laghi. L'assessore alle Riserve Giuseppe Ruggieri, il dirigente del servizio Aree protette arch. Enzo Gitto e la direttrice della riserva dott. Maria Molino, hanno mostrato di avere già intrapreso un'energica azione di tutela che andrà rafforzata (dal punto di vista finanziario) ma ancor di più da quello delle competenze di altri enti pubblici, in testa il Comune e il Genio Civile delle Opere marittime. Uno dei problemi più gravi, ad esempio, è quello delle discariche sulle sponde come ad esempio gli sconcertanti depositi di Eternit nella zona di Margi. È evidente che la Provincia non ha i mezzi e le possibilità d'intervento di Messinambiente o della Nu comunale! Se quest'intervento per il Comune potrebbe essere solo un dovere morale, doveroso è invece eliminare lo sconcio creato da due anni dal “muro crollato” all'imbocco del canale Due Torri (via Circuito) con parti ancora pericolanti. Il Comune, che molti anni fa realizzò queste opere, continua a sostenere che la ricostruzione dovrebbe farla il Genio civile delle Opere marittime che si dichiara incompetente visto che non è in gioco un manufatto a protezione della costa. La Provincia, da parte sua, quale ente gestore che deve assicurare la salute dei laghi e la loro piena fruizione naturalistica, dovrà bruciare le tappe e fare gli straordinari. Deliberare, come fatto alcuni giorni fa, la riparazione della chiusa del canale Catuso non può bastare. L'arch. Gitto ha bene sviscerato alcune priorità. Vanno eliminate le brutture: da muri in calcestruzzo che devono trasformarsi in pareti in pietrame, a recinzioni tipo lager, a baracche sulle sponde del lago, alla necessità di riparare gli interni dei casotti in cui si trovano i sistemi tradizionali di apertura e chiusura dei canali. Tutto con la consulenza di Università e Soprintendenza e il prezioso aiuto di esperti molluschicultori.

Scoglio: «Nessuna previsione incompatibile con l'ambiente»


È una delle scommesse più importanti fatte dall'Amministrazione Leonardi, dal cui mantenimento passerà in buona parte la possibilità di fare di Messina una città dotata di un'economia turistica. Com'è noto, il Concorso internazionale di idee per la riqualificazione funzionale e ambientale dell'Area di Capo Peloro, aggiudicato all'equipe diretta dall'ingegnere francese Jean Pier Buffì, dall'ing. Antonella Versaci e dallo Studio associato De Cola, attende oggi tutta una serie di passaggi propedeutici: innanzitutto, l'approvazione a Palermo del piano regolatore, poi quella del piano particolareggiato di Capo Peloro, infine la prevista costituzione di una società di trasformazione urbana pubblico-privata, in grado di catturare tutti i finanziamenti previsti, per un importo totale che è stato quantificato attorno ai 150 miliardi. Adesso però, come ha osservato ieri il com. Maccarone, gli ampi programmi andranno rapportati alle misure e ai divieti imposti imposte dalla vita della Riserva della Laguna di Capo Peloro. Le spiagge sono unite ai canali, ai laghi e agli abitati in un'unica perimetrazione che rappresenta la giurisdizione della “gestione della riserva” affidata alla Provincia: prioprio per farne un luogo armonico e senza più degrado c'è una legge i cui “divieti” valgono per tutti. Da qui le preoccupazioni del com. Maccarone perfino per i gazebo di legno dei lidi giovanili. L'assessore Gianfranco Scoglio però, a nome del Comune, rassicura il comandante: «Dal Concorso internazionale di idee scaturisce un grande progetto di valorizzazione che, per quanto riguarda le spiagge di Capo Peloro, non farà altro che assicurarne una piena e libera fruizione che anzi ne incrementerà le bellezze naturali. Attorno al Pilone è previsto addirittura un ripascimento della vegetazione dunale laddove l'unica opera in acqua sarà un “acquario sottomarino” a forma di spirale». E gli insediamenti edilizi? «Sia l'albergo sia il centro congressi che il Parco tematico dello Stretto, che comprenderà il Museo delle tradizioni marinare e un centro del Dipartimento universitario di geologia marina, oltre ad essere di piena valorizzazione ambientale, non ricadranno nemmeno nelle aree di riserva. Voglio ricordare anche che questo progetto farà scattare incentivi per il restauro degli antichi abitati di Torre Faro e anche sinergie importanti con altri enti come, ad esempio, l'Enel di Roma che sulle proprie aree di Torre Faro, oggi abbandonate, si è dichiarata disponibile a investire 38 miliardi». (a.t.)

Fonte: la sicilia

Boccetta: traffico bloccato

Giuseppe Rodi

Due lunghe ore di attesa ed un traffico veicolare da far saltare i nervi prima di poter imboccare la bretella di collegamento del Boccetta, per immettersi in autostrada. Un autoarticolato, proveniente dall'Austria e diretto verso Palermo, mentre si accingeva ad entrare in autostrada, utilizzando lo svincolo di Boccetta, ha perso il carico, ieri mattina alle 8,45. A finire sul manto stradale un motore nautico dal peso di 160 quintali. Tra le cause che hanno portato al blocco del transito, non si esclude che ci sia il sistema di ancoraggio del grosso motore finito sulla sede stradale. Per la cronaca, è ancora un autoarticolato austriaco a balzare agli onori della cronaca. Nello scorso mese di dicembre, sul viale Europa, una donna di 57 anni, fu travolta da un Tir della stessa nazionalità.

Il Cru chiarisce che dall'adozione della delibera non dipende l'emissione del decreto sull'approvazione del Prg
Piano commerciale: tempi lunghi
Livio: «Il Consiglio può lavorare con calma, dette tante inesattezze»

«C'è tempo per affrontare con calma le problematiche legate al Piano commerciale. L'approvazione di questa delibera non è collegata all'emissione del decreto con il quale la Regione renderà operativo il Prg»: il presidente del Consiglio comunale, Filippo Livio, è tornato da Palermo con un'importante novità. I rapporti tra Prg e Piano commerciale sono stati al centro dell'incontro tra il presidente del Cru, ing. Giuseppe Giacalone e Livio, accompagnato da alcuni consiglieri comunali (Pippo Capurro di Fi, Umberto Bonanno e Aldo Violato del Psi e Angelino De Salvo di Democrazia europea). «È stato un vertice proficuo – ha aggiunto Livio – che ci ha consentito di capire come comportarci nell'esame del Piano commerciale. Il Consiglio non dovrà avere alcuna fretta. Per approvare la delibera c'è tempo: non sono vere le notizie diffuse di recente. Infatti, abbiamo appreso che nei prossimi giorni ci sarà inviato il decreto di approvazione del Prg, nel quale sarà elencato l'esito delle 711 osservazioni, indipendentemente dall'esito del Piano commerciale». Livio giura che non si è discusso di altro. Nessun riferimento alle singole osservazioni ed alla sorte della variante che consentirebbe di realizzare la città-mercato sulla Panoramica: «Non ce ne sarebbe stato motivo, visto che tra poco tutto il “malloppo” sarà di dominio pubblico».
Polemiche senza fine — La «trasferta» è stata accompagnata da mille polemiche, sia da parte dell'opposizione, che si dice «non rappresentata da Livio» sia da alcuni componenti della maggioranza, che hanno preferito restare a Messina. Il presidente della 3ª commissione consiliare, Antonio Crupi (An), è rimasto al Comune. «Nessuno mi ha avvisato sull'orario della partenza», ha dichiarato Il rappresentante di An, che comunque, ha continuato ad occuparsi a Messina del Piano commerciale: «Ho convocato per lunedì i rappresentanti del Sada/Casa e dell'Assindustria, che ci hanno chiesto un'audizione». A questo punto, i tempi dell'esame sono molto incerti: le diversità di vedute potrebbero avere il sopravvento.
Città-mercato: scaduti i termini per le osservazioni — Intanto va avanti l'iter del piano particolareggiato sulle ex cave di sabbia. Ieri è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni di cittadini o associazioni interessati. E sono pervenute al municipio quelle della Confesercenti e della Confcommercio, i cui responsabili si sono sempre detti contrari al mega-progetto.
Slitta il vertice sul tram, sullo stadio si decide giovedì — È slittata la serie di riunioni sulle opere pubbliche convocate ieri dal sindaco. La «Gepco-Salc» si presenterà lunedì a Palazzo Zanca: all'ordine del giorno c'è l'accelerazione dei lavori del tram, tenendo presente che dalla scadenza del prossimo 7 febbraio il Comune sembra intenzionato ad infliggere sanzioni all'impresa, per ogni giorno di ritardo. E mentre gli operai rientreranno in cantiere lunedì mattina, è stata convocata per la prossima settimana una riunione anche sullo stadio di S. Filippo. Restano da risolvere numerosi problemi con l'impresa «Astaldi», tanto che l'assessore alle Infrastrutture, Gianfranco Scoglio, è tornato a parlare di rescissione del contratto e di esecuzione del lavori, in economia, da parte del Comune.
Giuseppe Lo Re

Conferenza dei servizi alla Provincia
Riserva di Capo Peloro incompatibile con i lidi e i progetti del Comune

I lidi balneari da Torre Faro a Mortelle, che ricadono nella zona «B» della riserva di Capo Peloro, potrebbero sparire se non verrà modificato il regolamento dell'area protetta. Una questione allarmante, che è emersa ieri mattina durante la conferenza dei servizi convocata per definire le competenze relative alla gestione dell'oasi naturale. Intorno al tavolo: l'assessore provinciale alle Riserve, Giuseppe Ruggieri, insieme ai dirigenti del settore Vincenzo Gitto e Maria Letizia Molino; l'assessore comunale allo Sviluppo economico, Salvatore Barbera e il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone. Proprio quest'ultimo ha sollevato problema: «Purtroppo – ha spiegato – le norme parlano chiaro in materia, perché impongono l'assoluto divieto di opere che non siano compatibili con la diretta fruizione del mare, anche se si tratta di strutture amovibili. In ogni caso, si dovrà fare il possibile per evitare che vengano chiusi gli stabilimenti balneari già esistenti e di privare i giovani messinesi del rinnovo delle concessioni per allestire i lidi nei mesi estivi, che proprio in questo tratto di mare registrano il maggiore afflusso di gente. Per non parlare poi degli ostacoli che si creerebbero al Pit del Comune e al concorso internazionale per la riqualificazione di Capo Peloro». Una situazione che le due Amministrazioni cittadine si sono impegnate a risolvere tempestivamente. Un primo riscontro si avrà nella riunione di martedì sul piano spiagge e sulle concessioni per i lidi, alla quale Maccarone ha invitato la Provincia, in qualità di Ente gestore della riserva. Ieri hanno avuto la parola anche le associazioni dei molluschicoltori, la «Sacom» e la coop «Verace» che, insieme alle altre, potranno interloquire costantemente con Palazzo dei Leoni.
Luana Campanella

Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l'allarme nello sciopero di ieri
«Pochi investimenti del governo
sono riservati alla nostra città»


Massiccia adesione, ieri mattina nei locali dell'auditorium dell'Atm, in via La Farina, alla manifestazione in occasione dello sciopero organizzato da Cgil, Cisl e Uil per modificare le decisioni assunte dal Governo nazionale sulla Finanziaria e sulle leggi-delega in materia di Previdenza, Fisco e Mercato del lavoro.
I sindacati, nel corso dell'incontro con i lavoratori, hanno rivendicato politiche di riequilibrio dello sviluppo con interventi mirati al Mezzogiorno, e soprattutto le risorse necessarie per la riforma degli ammortizzatori sociali insieme alla conferma degli strumenti della programmazione negoziata.
La manifestazione ha avuto come tema centrale lo sviluppo economico ed occupazionale della provincia «nella quale – ha sottolineato il segretario provinciale della Cisl, Maurizio Bernava – gli investimenti sono inferiori rispetto alle province di Catania e Palermo». Franco Spanò, segretario provinciale della Cgil e Maurizio Ballistreri, responsabile provinciale della Uil, hanno chiesto di «avviare subito la concertazione sul territorio per dare un concreto significato allo sviluppo locale».
Massimo Ipsale

3/02/2002

Fonte: gazzetta del sud

Il rag. Zanghì nominato esperto La Rosa, lo stupore di Leonardi

C'è un nuovo esperto in città. Si tratta del rag. Matteo Zanghì, funzionario di Palazzo Zanca andato in pensione il 31 gennaio e che dal 1. febbraio torna subito ad assicurare al Comune i suoi “servigi” con un progetto obiettivo da 100 milioni l'anno nello stesso settore in cui lavorava da dipendente: l'ufficio stipendi e pensioni. «È un settore strategico, che non si poteva lasciare vacante – è la giustificazione del sindaco Leonardi –. Purtroppo con il pensionamento di Zanghì, che pur non essendo dirigente aveva avuto l'attribuzione delle mansioni superiori, all'interno dell'Ente non c'era la possibilità di sostituirlo adeguatamente». Da una nomina in “entrata” a una in... “uscita”: almeno, questa dovrebbe essere la sorte di Vincenzo La Rosa che, fresco di nomina nel Cda di Messinambiente da parte di Leonardi, dovrebbe però essere incompatibile con la carica avendo subìto una condanna per un reato compreso tra quelli per i quali è prevista l'impossibilità di ricoprire incarichi pubblici. La Rosa ha infatti patteggiato una pena di 1 anno e 2 mesi per concussione. «Ho letto la notizia sul giornale, non ne ero a conoscenza – dichiara Leonardi – ma se le cose stanno realmente così, come vedrò di accertare, dovrà essere subito revocato. Tra l'altro, non capisco perché abbia presentato la domanda se non aveva i requisiti: conosco la legge cui si fa riferimento, è la stessa che vale per i consiglieri comunali e dunque, se la circostanza è vera, non può essere nominato. Nei prossimi giorni, inoltre, i componenti avrebbero dovuto firmare una dichiarazione relativa tra l'altro proprio all'attestazione di non ricadere nei casi per cui è prevista l'incompatibilità con gli incarichi pubblici». Sulla vicenda è intervenuto ieri il capogruppo dei Ds, Giuseppe Mangiapane: «È un fatto grave, non solo dal punto di vista giuridico per via dell'incompatibilità e procedurale visto che è prevista una esplicita dichiarazione di non avere condanne che comportino l'interdizione dagli incarichi pubblici, ma anche di ordine etico-politico perché non si può lasciare Messinambiente senza Cda per sei mesi, inscenando quella inutile procedura di evidenza pubblica, per poi fare questo tipo di nomine. Se il sindaco non revocherà in tempi brevi il componente del Cda solleveremo il caso, eventuali provvedimenti spetteranno ad altri visto che si potrebbe anche configurare un abuso d'ufficio». (m.p.)

città mercato / Presentata una contestazione formale
La Confcommercio dice no


La Confcommercio scende in campo contro il piano particolareggiato sulle cave di sabbia della Panoramica e lo fa con una opposizione formale (così come consente il procedimento di pubblicazione all'albo pretorio) inviata, oltre che al sindaco e al presidente del consiglio comunale, anche alla presidenza della Regione, agli assessorati regionali al Commercio e all'Ambiente e al Coreco provinciale. Dopo una premessa sulla «mancanza di un reale confronto con le categorie da parte dell'amministrazione comunale, cui va aggiunta la mancanza di informazioni certe su data e modalità di pubblicazione a norma dello strumento urbanistico», il documento firmato dal direttore Roberto Corona e dal presidente Antonino Messina rimarca l'incongruenza temporale rispetto a quanto previsto dalla legge 28/99 che prevede in ordine l'approvazione del piano commerciale, del piano di urbanistica commerciale, dell'autorizzazione amministrativa per la vendita e dell'autorizzazione urbanistica. Contestate anche «l'alterazione dell'equilibrio tra grande e media distribuzione e esercizi di vicinato», il «mancato rispetto delle norme urbanistiche in materia di localizzazione delle grandi strutture commerciali con riferimento alla viabilità, ai parcheggi e all'impatto ambientale e socioeconomico». Inoltre, secondo l'Ascom, «la localizzazione in aree non servite da vie di grande comunicazione di un centro commerciale come quello ipotizzato, che attrae tutti i giorni migliaia di consumatori anche dai comuni limitrofi, visto che Messina è città turistica, non è compatibile con l'attuale stato dei luoghi». «Appare paradossale – si legge ancora nell'opposizione – che il consiglio comunale non abbia tenuto conto dello stato in cui versa oggi la viabilità di collegamento della zona nord con il resto della città», accennando anche a preoccupazioni per gli aspetti che riguardano la protezione civile e l'incolumità pubblica in caso in caso di eventi calamitosi.

Entro la fine del mese entrerà in funzione parte dell'impianto
Il porto sotto una nuova luce
L'installazione dei lampioni rallentata dai cantieri del tram


Alessandro Tumino

Dopo tanti anni di semioscurità, per via di un impianto di illuminazione insufficiente, nelle banchine centrali del porto e nella via Vittorio Emanuele arriva, adesso, una “luce” adeguata e degna di quest'area così importante. L'attivazione del nuovo sistema d'illuminazione, però, sarà graduale in considerazione degli impedimenti per gli scavi necessari a lampioni e cavidotti, intoppi derivanti dalle “trincee” dei vicini cantieri per la linea tranviaria specie laddove gli operai della Gepco lavorano più vicino alla banchina lato mare. Sono stati già installati, comunque, davanti alla banchina in attività “Marconi” (traghettamento per Reggio Calabria) e in parte davanti alle due banchine già ristrutturate, “Colapesce” e “Primo Settembre”, i primi 15 lampioni del previsto lotto di 53 che, secondo un progetto complessivo da 700 milioni, dovranno rilanciare il look notturno del porto e al contempo la funzionalità dei servizi. Si tratta di lampioni alti 12 metri e di color blu mare, con l'estremità in giallo, forniti di doppia lampada: una puntata sulle banchine e l'altra sulla carreggiata e i marciapiedi della via Vittorio Emanuele. La potenza complessiva delle coppie di fari è, alternativamente, di “250 più 250” watt oppure di “250 e 400”. Le nuove cabine elettriche sono state realizzate lungo il molo Peloro (ex sede degli aliscafi Fs e oggi cantiere aperto). Restano da installare altri 38 lampioni nonché le due torri faro previste agli angoli della centrale ed oggi assai attiva banchina Marconi. Anche per l'illuminazione, dunque, come per le banchine, si profila una corsa contro il tempo per presentare il porto nella migliore delle condizioni possibili (visti i tanti cantieri) all'appuntamento con la stagione croceristica internazionale che entrerà nel vivo a partire da marzo. L'Autorità portuale che in tempi rapidi con i finanziamenti statali sta rilanciando il porto, anche sotto il profilo estetico, confida di poter completare la messa in opera dell'impianto entro la fine di febbraio. Il programma è quello di mettere a disposizione delle grandi e piccole unità da crociera soprattutto le tre banchine centrali: non tanto la “Marconi”, che già ospita le linee per Reggio di Meridiano, Ngi e Ferrovie, quanto soprattutto i moli Colapesce e Primo Settembre per la cui disponibilità manca il completamento della nuova pavimentazione corazzata ad opera degli operai delle imprese Trevi-Italgeo che hanno da poco ultimato il rifacimento dei cigli in pietra lavica. Come si può constatare per la parte già pavimentata (il piazzale della “Colapesce”) si tratta di uno strato molto compatto, in stile “pista aeroportuale”, che viene ottenuto con l'apposizione di una miscela minerale per evitare il formarsi di avvallamenti e crepe. Si cercherà, insomma, di garantire i confort ai croceristi all'interno di un porto che si presenta con spazi ridotti ma che, al contempo, tende ad acquisire connotati moderni degni delle sue potenzialità e della sua posizione, anche attraverso il progetto di avanzamento e allineamento dei moli Vespri e Colaspesce. Il 2002 sarà dunque, come il 2001, caratterizzato da una febbrile successione di cantieri con le difficoltà che ne deriveranno. L'utilizzo del grande molo Norimberga di San Raineri, inoltre, verrà gradualmente ridotto (e la preferenza andrà alle navi porta container “servite” dai treni) non appena cominceranno i lavori da 25 miliardi per il consolidamento delle tre banchine e il decollo del previsto Terminal multifunzionale per il commercio. (a.t)


Fonte: gds

Buche e cantieri aperti
Il comune corre ai ripari


Strade dissestate, buche disseminate, cantieri aperti. La manutenzione lascia a desiderare, cittadini e quartieri e l'assessore Gianfranco Scoglio si è seduto intorno a un tavolo con i presidenti delle 14 circoscrizioni per varare un piano di interventi. I primi lavori (300 milioni) interesseranno il viale della Libertà e la via La Farina, nei punti danneggiati dal continuo transito dei mezzi pesanti diretti agli imbarcaderi o agli svincoli. Ma in arrivo per sistemare le strade della città ci sono 3 miliardi e mezzo. Per gli interventi urgenti i quartieri potranno utilizzare 600 milioni destinati alla manutenzione. Gli altri 2 miliardi ed 800 milioni da utilizzare entro il 2003, risultano inseriti nel completamento delle grandi opere.

Ipermercato su cave di sabbia
Coro di proteste per il progetto

A scendere in campo contro la realizzazione dell'ipermercato sulla Panoramica è adesso la Confcommercio. Un no che va ad aggiungersi al lungo elenco di opposizioni al progetto. No al centro commerciale nell'area delle cave di sabbia, no alle condizioni previste dal piano particolareggiato. La Confcommercio dice no e lo fa con un documento inviato alla Regione, agli assessori Bartolo Pellegrino e Antonio D'Aquino (che sulla vicenda hanno messo al lavoro i funzionari), al Coreco . Dopo l'opposizione che sarà inviata anche al Consiglio comunale l'Unione commercianti si riserva di ricorrere ad altre vie. "Nonostante le nostre richieste- scrivono il direttore della Confcommercio, Roberto Corona ed il presidente Antonio Messina- da Agosto non c'è stato alcun confronto con l' amministrazione in merito alla delibera sulla realizzazione della città-mercato, n‚ alcuna informazione sulle modalità". L'Unione dei commercianti scende quindi in campo per tutelare la categoria e ribadisce il no ad un piano particolareggiato approvato prima del Piano commerciale. E' un altro l'iter da seguire, si legge nel documento, e prevede dopo i primi due passaggi anche un'autorizzazione urbanistica ed una amministrativa. La costruzione di un ipermercato di quelle dimensioni poi, rischia di alterare l'equilibrio della rete commerciale, a svantaggio della media e piccola distribuzione. Il progetto approvato, secondo la Confcommercio, non rispetta le norme urbanistiche in materia di localizzazione delle grandi strutture con riferimento alla viabilità, ai parcheggi, all'impatto ambientale e socio-economico. "Appare paradossale- scrive Corona- che il Consiglio comunale non abbia tenuto conto dello stato in cui versa oggi la viabilità di collegamento della zona nord con la città" I rappresentanti degli esercenti chiedono che venga prima approvato il Piano commerciale e poi si passi al singolo progetto. Ro. Br.

Inquinamento, il "buco" dei dati
Ma per le centraline è tutto normale

Dati nella norma ma incompleti nel rilevamento dell'inquinamento atmosferico. Entro la fine del mese il Comune dovrà fornire al ministero dell'Ambiente altri valori che riguardano le sostanze cancerogene, come le polveri fini prodotte dai motori alimentati a gasolio. E' quanto emerge da una lettera ufficiale partita dalla capitale e indirizzata a palazzo Zanca qualche giorno fa. La missiva dà atto al Comune di aver trasmesso nei termini previsti dalla legge i rapporti sulla qualità dell'aria per gli anni 99 e 2000 ma chiede di più. Entro qualche settimana bisognerà elaborare alcuni valori che riguardano le concentrazioni di sostanze cancerogene. A dare notizia della lettera è lo stesso assessore comunale all'Ambiente Giuseppe Santalco che a distanza di qualche settimana dalle accuse mosse dal comitato "la nostra città", che contesta il metodo utilizzato dal Comune per il rilevamento degli inquinanti, passa al contrattacco. "Nell'analisi dei dati sull'inquinamento atmosferico la Regione è inadempiente- dice Santalco- sono stufo di sentire critiche nei confronti del Comune che non ha nulla da rimproverarsi. La famosa agenzia regionale per l'ambiente, che in ogni provincia avrebbe dovuto prendere in mano i problemi che riguardano l'aria, non esiste". Santalco chiede quindi la convocazione urgente di un tavolo permanente a cui partecipino Comune, Regione e Provincia: "Ognuno deve prendersi - spiega- le proprie responsabilità". Sulla qualità dell'aria però Santalco non ha dubbi: "Non c'è nessun pericolo- dice l'amministratore- i dati che abbiamo trasmesso a Roma e che sono stati riconosciuti validi dai funzionari del ministero dell'ambiente, parlano chiaro. Le postazioni della Provincia piazzate nei punti cruciali non hanno fatto registrare nessun superamento dei livelli di allarme". Inevitabile il riferimento ad alcune delle accuse mosse dal comitato "La nostra città" e riprese qualche giorno dopo anche da Legambiente. Grave, dicono gli ambientalisti, la mancanza dei dati che riguardano il 2001 (a Milano i dati vengono pubblicati quotidianamente sui giornali) ed ancor più grave l'assenza di nuove centraline in zone diventate a rischio come il viale Europa e la via La Farina. "Abbiamo chiesto alla Provincia - spiega Santalco- la trasmissione dei nuovi dati. Quanto alle nuove centraline è la Regione che deve provvedere". Di parere opposto Saro Visicaro portavoce del comitato la nostra città: "Siamo alle solite. Ai soliti balletti di responsabilità- spiega l'ambientalista- La verità è che il Comune, alla vigilia di un processo che vede imputati di reati ambientali quattro tra attuali ed ex amministratori, vuole scaricarsi ogni responsabilità. Se parliamo di qualità dell'aria tocca a palazzo Zanca occuparsi della tutela della salute dei cittadini. Se le altre istituzioni non hanno i mezzi, il Comune deve adoperarsi per trovarli in qualunque modo".
Emilio Pintaldi

Trasporti, settimana calda per i lavori a Norimberga

Sarà una settimana calda per il settore trasporti. La Fit-Cisl, nei prossimi giorni, inviterà l'amministrazione comunale a fare chiarezza sui lavori che stanno interessando le banchine portuali. Ed ormai da troppo tempo. "Vogliamo dare un impulso - ha sottolineato Mimmo Caia della Cisl Trasporti - per far accelerare le opere sulla cortina e dare un senso ai progetti commerciali del Molo Norimberga". I lavori, inoltre, hanno messo in ginocchio la circolazione viaria già acuita dalle opere della tranvia. A far da boomerang, in settimana, la notizia della dismissione dell'unità territoriale Fs. In apnea circa settecento lavoratori che rischiano la perdita del posto di lavoro per l'assorbimento della struttura cittadina a vantaggio dell'unità Fs di Palermo. Per Caia il problema non è soltanto occupazionale ma strategico. "Messina per la sua posizione di porta della Sicilia non può divenire una stazione ferroviaria di transito. La sua vocazione è di collante per le molteplici attività ferroviarie non connesse - come molti credono - alla sola circolazione di cose e persone. Anche su questo fronte chiederemo interventi immediati". A. C.

Fonte: la sicilia

Confcommercio contro la città-mercato

Come già annunciato ieri dal nostro giornale, la Confcommercio ha presentato opposizione formale al piano particolareggiato per la realizzazione della città-mercato, progettata dall'«Adroma impianti» di Castellammare di Stabia, nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica. Quattro le motivazioni, secondo il direttore Roberto Corona ed il presidente Antonino Messina, per le quali la città-mercato non s'ha da fare: 1) Il piano particolareggiato non trova riscontro nelle procedure previste dalla legge 28/99 che prevede la seguente tempistica: Piano commerciale, Piano di urbanistica commerciale, autorizzazione amministrativa per l'attività di vendita al pubblico, autorizzazione urbanistica; 2) Alterazione dell'equilibrio nella distribuzione commerciale tra grande e media distribuzione; 3) Non vengono rispettate norme e regolamenti urbanistici in materia di localizzazione delle grandi strutture commerciali di vendita al pubblico, con riferimento alla viabilità e al traffico indotto, ai parcheggi di pertinenza ed all'impatto ambientale e socio-economico delle singole strutture di vendita; 4) La localizzazione in aree non servite da vie di grande comunicazione di un centro commerciale di notevoli dimensioni come quello ipotizzato (100mila mq, ndr), non è compatibile con l'attuale stato dei luoghi.

Il sindaco chiede conferma al Ministero delle Infrastrutture sull'ulteriore stanziamento di 80 miliardi
«Via del mare»: verifica di cassa
Dalle disponibilità finanziarie dipende l'iter del progetto

In attesa di segnali concreti, si muove qualcosa per la realizzazione della «via del mare». Nei giorni scorsi il sindaco, Turi Leonardi, ha contattato lo staff tecnico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per chiedere conferma sull'avvenuto finanziamento di 80 miliardi all'interno della legge-obiettivo sulle opere pubbliche di preminente interesse nazionale. Il relativo decreto non è stato ancora pubblicato, ma lo stesso ministro Pietro Lunardi ha annunciato lo stanziamento al Senato, nello scorso mese di novembre, in risposta ad un'istanza del sen. Totò Ragno.
Agli 80 miliardi in arrivo, si aggiungono i 26 già disponibili nelle casse dell'Autorità portuale e destinati alla realizzazione delle opere per il collegamento tra il porto e il sistema autostradale. Per utilizzare la prima tranche di finanziamento è necessario che il Comune e l'Authority firmino un protocollo d'intesa. Proprio per questo motivo, l'assessore comunale alle Infrastrutture, Gianfranco Scoglio, ha chiesto la convocazione di un vertice.
L'iter vero e proprio, comunque, è appena iniziato. Soltanto nelle scorse settimane, infatti, l'ing. Salvatore Lanzafame ha consegnato il progetto preliminare del collegamento Tremestieri–S. Raineri. Il costo stimato si aggirerebbe sui 120 miliardi di lire, considerato che l'opera dovrà sorgere per due terzi su impalcati a mare. Per la realizzazione sarà anche necessario il placet della Capitaneria di porto, considerato che gran parte del tracciato insisterà su terreni demaniali.
La soluzione complessiva — La «via del mare» è solo una parte della soluzione complessiva ideata dal Comune all'emergenza Tir. La seconda opera prevista, infatti, è l'approdo a Tremestieri. Su questo fronte, i primi «frutti» dovrebbero essere raccolti entro fine anno, con la costruzione delle prime due invasature d'emergenza. Le comepetenze, in questo caso, sono state affidate al prefetto, Giosuè Marino, nominato commissario straordinario dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola.
Marino, già da alcune settimane, ha iniziato a lavorare a tamburo battente. Al termine dell'ultima riunione del suo staff ha annunciato che fra dieci giorni sarà disponibile il progetto di massima per l'approdo d'emergenza. La prossima verifica è in calendario martedì 12 febbraio: nel frattempo il prefetto avrà una serie d'incontri riservati con i singoli componenti del comitato tecnico-amministrativo.
Giuseppe Lo Re

4/02/2002

Fonte: la sicilia

Approdo a sud: domani il prefetto incontra Pellegrino

Approdo, tram, stadio e svincoli: sono sempre gli stessi gli argomenti in evidenza nell'agenda politica della settimana. L'appuntamento più importante è previsto domani mattina in Prefettura, quando Giosuè Marino, nominato commissario straordinario per la realizzazione dell'approdo d'emergenza a sud, incontrerà l'assessore regionale al Territorio, Bartolo Pellegrino. Il rappresentante del Governo Cuffaro, oltre a fornire assicurazioni sul finanziamento di 41 miliardi, sarà chiamato in causa sulle procedure relative alle concessioni demaniali. Entro il 12 febbraio, il prefetto sarà in possesso del progetto di massima, commissionato al Genio civile Opere marittime per le due invasature ed al Genio civile per il collegamento via tunnel con l'autostrada, all'altezza di Tremestieri. Per quanto riguarda tram, svincoli e stadio, Turi Leonardi inizierà oggi una full immersion di alcuni giorni, nella speranza di risolvere i problemi che affliggono le tre opere. Per quanto riguarda il tram si tratta d'accelerare i lavori della «Gepco» che, secondo gli ultimi accordi, devono essere conclusi il 7 febbraio; sullo stadio si tratta di definire la data per la consegna (il Comune scommette sul 31 maggio) o di decidere la rescissione del contratto con l'«Astaldi»; infine negli svincoli di Giostra ed Annunziata è necessario che la «Gepco-Salc» imprima un ritmo più rapido alle lavorazioni. Novità si attendono anche sul fronte politico: i partiti del Centrodestra torneranno a riunirsi per discutere sull'allargamento delle Giunte comunali e provinciali. Le decisioni non dovrebbero tardare.

Fonte: gazzetta del sud

Oggi l'asta per il credito che l'ex Seaflight vanta nei confronti della Regione: partecipano il Comune e un privato
Capo Peloro, il giorno della verità
Palazzo Zanca pronto ad acquisire dall'Enel il pilone di Torre Faro


Graziella Mastronardo

Una giunta straordinaria, ieri mattina, per vincere una “scommessa” e gettare le premesse per guadagnare “un posto al sole” di Capo Peloro, un “fazzoletto” di paradiso adesso ostaggio di disamministrazione e degrado, ma candidato a uno sviluppo possibile e sostenibile con il parco Horcynus Orca , la riserva e le altre iniziative che discendono dal concorso internazionale di idee bandito dal Comune. Su proposta dell'assessore al Patrimonio, Giuseppe Cardile, il sindaco Salvatore Leonardi ha riunito i componenti dell'esecutivo comunale esclusivamente per deliberare la partecipazione all'asta “ristretta” per l'acquisizione del credito che la curatela dell'ex Seaflight vanta nei confronti dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente per le opere realizzate in area demaniale. La “gara”, davanti al giudice Carmelo Blatti, delegato al fallimento dell'ex cantiere navale, si svolgerà questa mattina e partirà da una base di 130 milioni di lire, al rialzo. Questo perché s'è inserito un altro soggetto interessato a rilevare il debito della Regione. «Avremmo gradito – afferma l'assessore Gianfranco Scoglio – che, di fronte alla preminenza dell'interesse pubblico che il Comune rappresenta, il privato non partecipasse, o non fosse ammesso». Così non è stato. «Anche se – spiega poi l'assessore Cardile – il fatto che venga acquisito questo debito non potrà costituire titolo preferenziale per il rilascio della concessione sull'area». Di fatto, però, l'amministrazione comunale ha già avanzato richiesta di concessione sia all'assessorato regionale al Territorio, sia alla Capitaneria di porto per un periodo di vent'anni e, nelle more che si perfezionino gli atti, la consegna per quattro anni. Ma ancora, dopo mesi, non ha ottenuto alcuna risposta. «Abbiamo anche offerto alla Regione – ammette Scoglio – la possibilità di pagare il debito, scontandolo poi sul canone della concessione, ma non c'è stato nulla da fare. Abbiamo pure scritto una lettera di sollecito nel tentativo di accelerare ed evitare quest'asta: ma anche in questo caso non abbiamo ottenuto risposta». Stamane, a rappresentare il Comune, vi saranno il dirigente del Patrimonio Francesco Rando e quello degli Affari legali Giuseppe Gullotta, che hanno dalla giunta il “via libera” a rilanciare a partire dai 130 milioni. «Perché in ogni caso – precisa Cardile – non intendiamo rinunciare in nessun modo a questa concessione». È appena il caso di sottolineare che quella di oggi è un'asta che servirà semplicemente per la vendita dei diritti di credito della Seaflight. La società a suo tempo aveva ottenuto una concessione dalla Regione ed era perfettamente in regola con i pagamenti; quando questa è scaduta, l'ex cantiere navale avrebbe dovuto consegnare il bene nello stato in cui inizialmente si trovava, ma poiché nel frattempo aveva eseguito interventi di miglioramento, instaurò un contenzioso, che si protrasse per un ventennio, con la Regione, alla quale chiedeva il corrispettivo delle migliorie realizzate. Tali opere sono state quantificate da un perito in 130 milioni. Il governo siciliano è stato condannato a pagare, ma non l'ha mai fatto, per cui la curatela ha ottenuto dal giudice l'asta che si svolgerà oggi. E se il Comune non dovesse aggiudicarsela, si aprirebbero scenari davvero inquietanti. Che ne sarebbe, infatti, del concorso internazionale di idee per la riqualificazione funzionale e ambientale dell'area di Capo Peloro, già aggiudicato all'équipe diretta dall'ingegnere francese Jean Pier Buffì? Su questo progetto l'Amministrazione sembra avere puntato molte carte della sua credibilità, tant'è vero che è stato inserito nel Pit e prevede una spesa complessiva di 150 miliardi. Indipendentemente dal merito di quanto proposto (vi sono organi tecnici competenti a giudicare e ci auguriamo che lo facciano con scrupolo e imparzialità), quest'iniziativa ha il pregio di strappare finalmente dal degrado, dall'abbandono e dallo “scandalo” uno degli angoli più suggestivi della città, che in molti c'invidiano. Ecco perché questo progetto non può e non deve fallire. «Non ci lasceremo scippare della concessione», promette Cardile. Intanto, il Comune è pronto ad acquisire un altro “pezzo” di Capo Peloro. L'Enel, infatti, dopo avere eseguito la costosa manutenzione, ha informato Palazzo Zanca dell'imminente cessione del pilone, che nel frattempo, con la sua suggestiva illuminazione, è diventato un nuovo punto di riferimento di “Cariddi”. Occorre volturare la concessione demaniale, pagare il canone 2002 e predisporre i verbali: si potrebbe fare nell'arco al massimo di un mese. Nel frattempo, sono stati avviati contatti con le amministrazioni di Villa S. Giovanni e di Reggio Calabria non solo per illuminare il pilone di Scilla, ma anche per realizzare in comune una congiunzione ideale tra le strutture collocate sulle due sponde attraverso un raggio di luce laser. Qualcosa, insomma, si muove. Ma occorre ancora andare ben oltre.

6/02/2002

Fonte: la sicilia

Il prefetto incontra Pellegrino 

Giuseppe Lo Re

Sempre ieri, si è tornati a discutere di approdo d'emergenza a Tremestieri. Il prefetto, Giosuè Marino, ha incontrato l'assessore regionale al Territorio, Bartolo Pellegrino, il quale ha «auspicato che programmazione dell'intervento si tenga conto degli sviluppi futuri dell'approdo, tenendo presente che il Comune ha avviato l'iter per la costruzione dell'attracco definitivo tramite project-financing». Il prefetto, nominato commissario straordinario dal Governo nazionale, ha garantito che si terrà conto di quest'esigenza e confermato che entro il 12 febbraio sarà disponibile il progetto preliminare.

Fonte: gds

Boccetta, telecontrollo sfumato

Emilio Pintaldi

Un contenzioso con la ditta che si è aggiudicato l'appalto blocca il varo del sistema computerizzato di telecontrollo dei dati sull'inquinamento atmosferico del Boccetta che corre ai ripari e punta su internet. A svelarlo, l'assessore al territorio della Provincia Tanino Sutera che un anno fa aveva annunciato l'installazione dei sofisticati sistemi. Il progetto si è praticamente arenato in dirittura d'arrivo quando stava per essere montato il software. La società che ha vinto l'appalto non ha proceduto alla consegna degli ultimi apparecchi in tempo utile e quando la Provincia ha tentato di rivolgersi ad un'altra ditta ha fatto scattare il contenzioso. L'obiettivo dell'ente è di monitorare 24 ore su 24 la presenza di inquinanti nelle zone più a rischio:dal viale Boccetta dove giornalmente transitano centinaia di camion, alla vallata del Mela avvelenata dai fumi delle industrie. La concentrazione di sostanze inquinanti verrebbe mostrata, secondo il progetto, attraverso schermi giganti. Il Comune nel caso in cui venissero superati i livelli di allarme sarebbe costretto a prendere adeguate contromisure facendo scattare un piano di emergenza. Sui dati del Boccetta relativi al 2001 al centro di polemiche tra il comitato la nostra città ed il Comune, però Sutera annuncia:"Sono disponibili in qualunque momento negli uffici del nostro assessorato. Stiamo provvedendo al allestire un apposito sito. Basterà ciccare sul nostro indirizzo per ottenere qualsiasi informazione. Quanto ai tabelloni spero che ogni difficoltà venga superata al più presto".

Irlandesi e norvegesi, arriva un carico di turisti

Franco Tumeo

La provincia di Messina diventa la meta preferita dei turisti irlandesi e norvegesi. Due voli charter settimanali provenienti dai due paesi nordici convoglieranno infatti migliaia di turisti nelle più rinomate località della provincia. L'accordo è stato raggiunto dall'Azienda provinciale per l'incremento turistico con alcuni tour operators. L'offerta turistica anche quest'anno incentrata sulla collaudata formula arte-natura-cultura. Da qui, la decisione di incoraggiare e sostenere questa crescente domanda potenziando i collegamenti tradizionali con i due voli charter, da Pasqua fino a ottobre". Secondo le previsioni, arriveranno oltre 10 mila irlandesi con una permanenza media di una settimana. 

Fonte: gazzetta del sud

Le procedure d'emergenza non escludono il ricorso al project financing

Lucio D'Amico

Due strade parallele destinate a confluire in un punto d'incontro. Le procedure di realizzazione dei primi due moduli dell'approdo di emergenza a Tremestieri e l'iter del “project financing” per la costruzione del sistema definitivo di attracchi, invasature e collegamenti con l'autostrada, possono e devono camminare di pari passo. Questo è quanto convenuto durante l'incontro, svoltosi ieri mattina a Palazzo del Governo, tra il prefetto Giosuè Marino, il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e l'assessore regionale al Territorio Bartolo Pellegrino. Le strategie per liberare Messina dalla schiavitù del traffico gommato pesante non si limitano alla pur importante dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo nazionale. L'assessore Pellegrino, su questo punto, è stato chiaro: la Regione siciliana intende fare la sua parte, sostenendo le iniziative private che vanno nella direzione indicata dalla recente normativa regionale in materia di “progetti di finanza”. Le procedure d'urgenza innescate dall'ordinanza di protezione civile dovrebbero consentire di arrivare in tempi rapidi alla gara d'appalto per la collocazione dei cosiddetti pennelli a mare sui quali realizzare gli imbarchi di emergenza. Ma, nello stesso tempo, occorre imprimere una svolta al percorso tecnico-amministrativo avviato nel 2001 e che prevede il coinvolgimento degli imprenditori privati (i progetti presentati, come è noto, sono quelli della società Amadeus del cav. Amedeo Matacena e del gruppo Tourist-Caronte). Dal maggio dello scorso anno si attende la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione dell'accordo di programma stipulato dal Governo siciliano e dall'amministrazione comunale. Si tratta di un passaggio obbligato che precede la nomina della commissione di vigilanza e del responsabile del procedimento, cioè del funzionario che alla fine dovrà scegliere il progetto da portare a compimento. «Ritengo che non si debba più rinviare la nomina della commissione», afferma il comandante Maccarone. «È un adempimento – sottolinea l'assessore Gianfranco Scoglio – di competenza del governo Cuffaro. Il sindaco ha sollecitato, con un atto formale, la pubblicazione dell'accordo di programma, ma ancora attendiamo risposte da Palermo». L'assessore Pellegrino, da parte sua, assicura il massimo impegno della giunta regionale, in modo da arrivare ai primi risultati concreti prima dell'estate. Le procedure d'emergenza seguono ovviamente il loro percorso naturale. Nella prossima settimana sarà definito il progetto preliminare e subito dopo si passerà alle successive fasi di progettazione. Il prefetto Marino è soddisfatto dei passi avanti compiuti finora e del lavoro che sta svolgendo il comitato tecnico-scientifico insediatosi nelle scorse settimane. Al più presto si procederà nella suddivisione degli incarichi relativi, tra l'altro, alle figure del responsabile del procedimento e del futuro direttore dei lavori. Questi, intanto, sono mesi decisivi per programmare il futuro dell'intero sistema portuale messinese. Ieri l'assessore Pellegrino, nella dichiarazione rilanciata dalle agenzie di stampa, ha ricordato che Messina «è uno dei sei porti che lo Stato ha ritenuto di interesse nazionale e che pertanto non ricade nel demanio marittimo regionale, sul quale ha competenza esclusiva il Governo siciliano». Un'affermazione il cui senso viene chiarito dal comandante Maccarone: «Ci sono sei porti in Sicilia che sono stati classificati di interesse nazionale. Oltre a Messina, sono quelli di Palermo, Catania, Siracusa, Augusta e Milazzo. Ciò non incide in alcun modo sulle procedure attivate dall'accordo di programma tra la Regione e il Comune. L'area dove verrà realizzato il nuovo approdo non rientra ancora tra le competenze dell'Autorità portuale. È evidente che, una volta costruiti gli attracchi a Tremestieri, si dovrà inserire l'opera nel contesto generale. L'approdo a sud ha un senso se collegato con le altre aree portuali, con il molo Norimberga, oltre che con il sistema autostradale. L'iter di approvazione del progetto resta quello già fissato nel corso degli incontri svoltisi in Prefettura e sarà la conferenza dei servizi la sede nella quale si otterranno tutti i pareri previsti per legge». Se tutto procede per il verso giusto, lo si capirà solo nei prossimi giorni. Intanto, però, contro la decisione di localizzare l'approdo a Tremestieri e contro le stesse iniziative previste dall'ordinanza di protezione civile, si preannunziano nuovi ricorsi da parte del Comitato spontaneo dei cittadini della zona sud.

Incredibile a Messina!!

I controversi dati del ministero dell'Ambiente
Nel 2000 è stata Messina la città meno inquinata

Lucio D'amico

«Siamo la città meno inquinata d'Italia, alla faccia dei catastrofisti». Suona più o meno così il comunicato stilato ieri dall'amministrazione comunale, a commento dei dati forniti dal ministero dell'Ambiente. «Messina – sottolineano il sindaco Leonardi e l'assessore Giuseppe Santalco – è la città che nel 2000 ha registrato il parametro più basso per quanto riguarda il PM10, cioè le polveri fini prodotte soprattutto dagli scarichi dei motori diesel». L'indicazione risulta chiara dal raffronto delle cifre inserite nel rapporto pubblicato dal “Servizio inquinamento atmosferico e rischi industriali” del ministero dell'Ambiente. È il decreto del 25 novembre '94 ad obbligare tutti i capoluoghi di provincia con oltre 150 mila abitanti al monitoraggio costante dell'inquinamento atmosferico. Delle 23 città che hanno rilevato i dati sul proprio territorio comunale, Messina è quella che sembra stare meglio, visto che la concentrazione si aggira mediamente sui 37 mg/mc, cioè al di sotto della soglia consentita in base alla vigente normativa. Tutti gli altri comuni superano invece il tetto stabilito dalla legge. La massima concentrazione media è stata rilevata a Torino (76,5); seguono Bologna (64,4), Milano (59,5), Brescia (58,9), Venezia (56), Parma (55,2), Firenze (54). Le altre città sono Catania, Palermo, Bari, Foggia, Genova, Livorno, Napoli, Padova, Reggio Calabria, Siracusa, Taranto, Verona. I dati, però, non vanno presi per oro colato. La situazione messinese è stata rilevata da due centraline rispetto, ad esempio, alle 16 di Genova, alle 8 di Milano, alle 7 di Napoli, alle 5 di Firenze, alle 4 di Roma, Bari e Taranto. Si tratta, quindi, di numeri parziali, che potrebbero prestarsi a qualche interpretazione errata. Nello stesso tempo, però, le cifre relative all'anno 2000 confermano che quella messinese, in ogni caso, non è tra le situazioni peggiori d'Italia, grazie ai benefici della straordinaria posizione geografica e meteo-climatica. Quanto si sta verificando ormai da mesi in gran parte delle città del nord e del centro Italia assume proporzioni, comunque, inimmaginabili per la nostra città. Messina paga sicuramente un altissimo tributo alla schiavitù dei tir e del traffico di attraversamento dello Stretto ma non sconta sulla sua pelle nè l'effetto di agglomerati industriali particolarmente inquinanti nè quello derivante dai riscaldamenti nelle abitazioni che, altrove, restano accesi 24 ore su 24. Il conforto offerto dai dati del ministero dell'Ambiente, comunque, non esime gli organi competenti dal dare le risposte richieste a gran voce da associazioni e comitati (Legambiente e “La nostra città” in prima fila) nè dall'assicurare una qualità sempre maggiore delle rilevazioni e degli strumenti di monitoraggio che oggi appaiono assolutamente inadeguati rispetto alle esigenze di una città di oltre 250 mila abitanti.

7/02/2002

Fonte: la sicilia

Disimpegno delle Fs
D'Alia chiede l'intervento del ministro

Il deputato nazionale del Ccd, Gianpiero D'Alia, ha presentato un'interpellanza al ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, in relazione al progressivo disimpegno delle Fs. Molto precisi i quesiti posti da D'Alia, suffragati da una serie di constatazioni oggettive, e le successive richieste del deputato: «Il ministro deve intervenire contro iniziative che impoveriscono l'offerta di servizi, malgrado le Fs dispongano di vaste aree della città attigue al porto e in gran parte non utilizzate dopo la dimissione di alcune attività ferroviarie». Fra l'altro, D'Alia ha chiesto «quali provvedimenti Lunardi intenda adottare per ottenere a Messina il decongestionamento del traffico gommato pesante e per modernizzare il nodo ferroviario e marittimo della zona».

Fonte: gds

Boccetta inquinata
A giudizio amministratori

Dovranno comparire davanti al giudice monocratico, il ventuno febbraio, gli ex e attuali amministratori indagati, nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento acustico sul viale Boccetta, un'arteria costamente al centro di polemiche e proteste per l'attraversamento dei tir. Una questione approdata anche a Palazzo Piacentini, con un dettagliato esposto da parte del Comitato "La Nostra Città". A giudizio l'ex sindaco Franco Providenti, l'attuale primo cittadino, Salvatore Leonardi, l'ex assessore all'Ambiente Enza Sofo e l'attuale responsabile del settore, Giuseppe Santalco. L'accusa è omissione d'atti d'ufficio e violazione della normativa in materia di ambiente. Secondo quanto denunciato dal comitato anti-tir, gli amministratori avrebbero violato le leggi sull'inquinamento. Una, in particolare la norma tirata in causa da "La Nostra Città": quella che nel marzo dell'83, con una modifica a maggio '88, obbligava gli enti locali ad un costante monitoraggio della qualità dell'aria sull'intero territorio comunale. Un anno più tardi gli inquirenti imputano negli avvisi di garanzia agli ex ed agli attuali amministratori comunali di aver omesso di intervenire per impedire l'emissione di sostanze inquinate, soprattutto sul viale Boccetta, attraversato ogni anno da milioni di Tir, camion e automobili. A supporto della denuncia, si fa riferimento ad una scrupolosa analisi eseguita tra il '96 e il '98 dall'istituto di Chimica organica dell'università. Uno studio contenuto in una relazione di 150 pagine, rimasta per anni nei cassetti di palazzo Zanca e che il sindaco Leonardi dichiarò di non avere mai visto. Gli esperti della facoltà avevano accertato in oltre 5 mesi che i livelli di benzene e anidride solforosa, composti altamente cancerogeni, superavano di quasi il 40% il tetto consentito. L'inchiesta, dall'avvio molto tormentato perch‚ appariva incerta la configurazione del reato, fu aperta inizialmente contro ignoti. La Procura acquisì la relazione dell'Università, una serie di documenti e numerose testimonianze prima di emettere i provvedimenti. Un delicato lavoro del procuratore aggiunto Pino Siciliano e il sostituto Giuseppe Farinella, per venire a capo di una vicenda complessa di reati ambientali, forse unica in Italia. In caso di ciondanna però gli amministratori rischiano solo una multa. N. B.

Fonte: gazzetta del sud

Leonardi alla Fiera di Bologna dove è in esposizione la seconda vettura

Lucio D'Amico

«Non ci sarà neppure un giorno di proroga». Al tavolo del confronto tra amministrazione, direzione lavori e imprese, il sindaco ha voluto ribadire il concetto già espresso da mesi: i cantieri della linea tranviaria vanno chiusi entro il 31 marzo. L'ultimatum sgombra definitivamente il campo da ogni equivoco, da quelle voci sempre più insistenti che davano per probabile un ulteriore slittamento dei tempi al 15 aprile o addirittura a maggio. Su tram, svincoli, stadio, approdi e piano regolatore Leonardi ha deciso di giocarsi tutte le fiches a disposizione. Il Prg è già una conquista “storica” (anche se si è solo all'inizio dell'opera), i lavori degli svincoli di Giostra e Annunziata stanno procedendo senza intoppi (ed è già un miracolo), la patata bollente degli approdi è nelle mani del prefetto-commissario e, in parte, del presidente della Regione, lo stadio è la vera nota dolente, l'assurdo rompicapo di cui parliamo in altra pagina. E il tram, in questo scenario, è paradossalmente la cosa più concreta. Averlo cominciato e portato avanti è stato come scalare l'Everest a mani nude ma adesso che la vetta è vicina, nessuno può tirarsi indietro. Dall'incontro svoltosi ieri mattina il sindaco dice di aver tratto elementi positivi, fondate ragioni di ottimismo. È l'ultima reciproca apertura di credito che le parti in causa fanno l'una all'altra. Le imprese hanno assicurato che le scadenze verranno rispettate, che da ora in poi si lavorerà senza soluzione di continuità, anche di notte e nei giorni festivi, che i problemi contingenti con le maestranze e le organizzazioni sindacali saranno superati. L'amministrazione comunale, da parte sua, soprassiede, almeno per il momento, all'intimazione del pagamento delle penali che sarebbero dovute scattare già da oggi, per ogni giorno di ritardo. La direzione lavori avrà il compito di relazionare quotidianamente il sindaco sulle attività nei cantieri ancora da ultimare e il 21 febbraio ci sarà il “redde rationem”, la riunione finale, il momento in cui verrà messo il punto fermo e si tireranno le somme. In un senso o nell'altro. La fiducia, infatti, deve essere accompagnata da una sana dose di realismo, se non si vogliono alimentare nuove pericolose illusioni. Per questo, non è del tutto tramontata l'ipotesi che la direzione lavori aveva prospettato all'amministrazione in caso di perduranti inadempienze da parte delle imprese e cioè che si valutasse la possibilità di rescindere il contratto “in extremis” e procedere all'esecuzione in danno dei lavori da completare, affidandoli mediante trattativa privata ad un'altra ditta. Il 21 febbraio è l'ultimo termine utile, perchè poi resterebbe poco più di un mese per arrivare al traguardo. Ma Leonardi, al momento, non vuol sentir parlare di interruzioni traumatiche. Ci sono 52 giorni e vanno utilizzati al massimo, uno per uno, senza accampare scuse o alibi. Il 31 marzo è il giorno della Santa Pasqua: sarebbe il modo migliore per chiudere questa “via crucis”, questa storia di disagi, di sofferenze e di passione. Da ieri sera, intanto, il sindaco è a Bologna per inaugurare lo stand dedicato alla tranvia di Messina nell'ambito della sesta edizione di “Europolis”, la rassegna internazionale delle “città del futuro”. La cerimonia avverrà stamane alla Fiera del capoluogo emiliano, dove è esposta la seconda vettura realizzata dal gruppo Alstom (Fiat Ferroviaria). Leonardi farà da “cicerone” ai sindaci delle altre città, alcune delle quali – come Verona – hanno puntato con decisione al ritorno del sistema tranviario. In bella vista ci sarà il plastico di quello che tutte le riviste del settore definiscono ormai l'armamento tranviario “tipo Messina” e verrà proiettato il video relativo alle varie fasi di lavoro eseguite in questi 3 anni e mezzo. Quella di Bologna sarà un importante veicolo di promozione turistica, visto che si tratta del più importante Salone del traffico e della mobilità urbana che si svolge in Italia. Ma mentre si esporta l'immagine del tram a livello europeo, qui resta ancora tanto da fare: cantieri da ultimare, lunghi tratti di strada da risistemare “ex novo”, ampie porzioni del territorio (come la zona di viale della Libertà) da riqualificare, l'intero sistema di gestione da programmare. Speriamo bene.

Cattaneo: dove sono a Messina altre grandi opere compiute?


«Un incontro proficuo, come tutti gli altri che abbiamo avuto con l'amministrazione comunale». Giacomo Cattaneo è uno di quei personaggi difficili da decifrare. Genovese di nascita, marchese per titolo nobiliare, ma soprattutto amministratore di quell'impresa che, stando alle dichiarazioni di assessori e direttori dei lavori, sta facendo “ammattire” Palazzo Zanca. Basta vedere la faccia dei legali del Comune quando sentono il nome della “Gepco Salc”. Eppure, al termine di ogni confronto svoltosi nella stanza del sindaco, Cattaneo mostra un sorriso smagliante e dice che tutto procede per il verso giusto, che i problemi ci sono, come è normale che sia nel momento in cui si realizza un'importante opera pubblica, ma che spesso vengono enfatizzati. E che, comunque, la “Gepco” e le altre due imprese del raggruppamento (la calabrese “Ventura” e la portoghese “Efacec”) hanno le carte in regola e sono in grado di dimostrarlo in tutte le sedi competenti. «La linea tranviaria – dice Cattaneo – sarà consegnata al Comune il 31 marzo ma i lavori verranno completati già il 15 del prossimo mese. Noi faremo la nostra parte ma chiediamo la collaborazione dei cittadini, che purtroppo avranno ancora qualche settimana di disagio, delle maestranze e delle organizzazioni sindacali». E poi aggiunge: «Dobbiamo essere tutti orgogliosi perchè, malgrado gli ostacoli, la tranvia sarà ultimata. Non mi risulta che a Messina, negli ultimi tempi, siano state realizzate altre grandi opere pubbliche». Accompagnato dal prof. Angelo Falzea, l'esperto scelto dall'impresa per tutti gli aspetti di carattere giuridico-legale, Cattaneo non rinuncia ad una “frecciatina”: «Talvolta è stata sentita una campana sola e i giudizi non sempre sono stati obiettivi. Non abbiamo mai voluto fare la guerra al Comune ma chiediamo che ci venga riconosciuto il giusto. È un dato di fatto, ad esempio, che da quando è stata approvata la perizia di variante della Cortina del porto, ci siamo accollati oneri aggiuntivi, realizzando in cinque mesi quello che era stato previsto in nove». Ma, in ogni caso, l'impresa vuole finire l'opera. Per far questo, è stato presentato un nuovo programma lavori e si è proceduto ad una riorganizzazione interna dei compiti e delle responsabilità di cantiere. Ma le dichiarazioni di intenti sono una cosa, la verifica sul campo un'altra. Da oggi scatta l'ultimo “count-down”: 52 giorni all'alba. (l.d.)

Già pronta la soluzione: Demoter e gruppo Franza

Sindaco Leonardi, possiamo leggerle cosa ha scritto la Messina Stadio ai sindacati? «È convocata una riunione per valutare le conseguenze occupazionali in dipendenza della richiesta di risoluzione contrattuale avanzata dalla Astaldi nei confronti del Comune di Messina». «...vedremo...»
– In che senso? «Che non ne so nulla, non abbiamo ricevuto alcun atto e prima di chiedere la risoluzione contrattuale avrebbero dovuto inviare quantomeno una diffida. Da parte nostra, abbiamo aperto parallelamente la procedura di rescissione; ripeto, sabato vedremo di cosa si tratti».
– È possibile che l'impresa faccia riferimento alla diffida notificata nell'agosto dell'anno scorso? «Ma quella contrapposizione era stata superata, gli ostacoli come l'indisponibilità della discarica di inerti erano stati rimossi e i lavori avevano ripreso il loro corso... L'atto di sottomissione? No, non l'hanno firmato».
– Insomma, l'ipotesi della rescissione prende sempre più corpo considerati i ritardi accumulati dall'impresa nell'ultimazione e dell'opera e soprattutto in vista di una riunione, quella di sabato, che si annuncia “infuocata”. Ma si dice che l'amministrazione abbia già pronta la soluzione alternativa. «È ovvio, non possiamo stare con le mani in mano o subire questi condizionamenti. Se il contratto verrà rescisso, dovremo concludere i lavori in economia e in danno».
– C'è una voce secondo la quale avreste già individuato le ditte cui rivolgervi: si parla della Demoter e di un intervento diretto nella realizzazione dell'impianto da parte del gruppo Franza, vale a dire uno degli azionisti di riferimento della società Fc Messina. «Ma no, non ci sono ancora nomi di nessun genere. Immagino perché si parli della Demoter, dal momento che è una delle ditte che lavorano nel cantiere di S. Filippo (l'impresa del geom. Carlo Borella ha il subappalto del movimento terra, ndr ), ma da dove sia venuto fuori il nome dei Franza proprio non lo capisco. È la dimostrazione di come, a Messina, le voci nascano realmente dal nulla. Comunque, quel che è certo e che sappiamo cosa fare in caso di rescissione». (m.p.)

8/02/2002

Fonte: gazzetta del sud

Siracusano: «Il tempo è galantuomo»

«Ci hanno sommerso di improperi per quasi quattro anni, adesso si prendono i meriti». Presidente dell'Atm dal '94 al '98, Gabriele Siracusano è stato il principale fautore del ritorno del tram a Messina. «Nel '95 – ricorda –, quando partimmo con lo scopo di andare a studiare i vari sistemi tranviari in funzione in Europa, la realizzazione di un'opera del genere sembrava un'ipotesi fantascientifica. Eppure allora spiegai che il tram andava visto come il tassello più importante di un complessivo mosaico. Le città che hanno deciso di privilegiare questa forma di trasporto pubblico, lo hanno fatto per una scelta di qualità della vita, che si può ottenere solo migliorando la mobilità urbana e riducendo l'impatto del traffico gommato. Il tram lo abbiamo concepito come la “punta di diamante” di un sistema integrato, di cui fanno parte elementi fondamentali come la metroferrovia a sud, la metropolitana del mare da Ganzirri al porto, la razionalizzazione delle linee degli autobus, il recupero della tratta ferroviaria dismessa a seguito della realizzazione della Galleria dei Peloritani e una serie di parcheggi di interscambio, destinazione e residenza. Era un progetto organico e coerente – aggiunge Siracusano – e non è vero che quella del tram sia stata una scelta affrettata. Si trattava di una “linea guida” ben ponderata. Certo, ci sono momenti in cui gli amministratori devono avere il coraggio di portare avanti le proprie scelte e di decidere senza ripensamenti, per non sprecare le opportunità che si presentano al volo. Messina seppe intercettare le risorse finanziarie che altrimenti sarebbero andate a Palermo e a Catania. Ma dal '98 in poi quello che avrebbe dovuto essere un motivo di vanto è diventato un pretesto per un costante gioco al massacro. Non dimentico le polemiche innescate dall'attuale sindaco contro la precedente amministrazione e contro la mia persona. Rammento che quando fu posta la prima pietra, ed io ero ancora presidente dell'Atm, Leonardi disse di non condividere assolutamente quest'opera e che l'avrebbe portata avanti solo perchè non ne poteva fare a meno. Sono contento che oggi abbia cambiato idea ma il tempo è galantuomo, i torti e le ragioni vanno soppesati, non c'erano solo i cattivi dalla parte di chi era favorevole al tram e solo i buoni nello schieramento avverso. Invece di ragionare seriamente, si è andati avanti a colpi di invettive, salvo poi ricredersi quando si è capito che l'opera si sarebbe potuta realizzare. E vorrei far presente che gli unici progetti compiuti in questi anni a Messina sono frutto della stagione amministrativa '94-98: il Palasport di San Filippo, il complesso natatorio del Cappuccini e la linea tranviaria. Anche il nuovo Piano regolatore è stato elaborato nel '95-97 e adottato nella primavera del '98, mentre la precedente Variante del '90 fu bocciata dal Cru. Stadio e svincoli, invece, mi risulta siano stati progettati all'epoca in cui Leonardi ricopriva già cariche importanti, prima capogruppo della Dc, poi assessore ai Lavori pubblici, quindi sindaco. Non voglio dire nulla sull'Atm: mi chiedo soltanto dove sono i risultati di quella che avrebbe dovuto essere una “nuova, efficiente, gestione manageriale”?». (l.d.)

Tram / Esposta alla Fiera di Bologna, presente Leonardi, la seconda delle 15 vetture realizzate dall'Alstom
Lo stand Messina a Europolis: un'iniezione di fiducia


La missione messinese alla Fiera di Bologna sembra essere stata un successo. I complimenti del viceministro Stefano Stefani, le parole di apprezzamento dei sindaci di molte città italiane, la folla di visitatori fermatisi alla “piazzetta Messina”, confermano il giudizio positivo che tutte le più importanti riviste specializzate del settore, a livello europeo, hanno già espresso nei confronti della linea tranviaria di casa nostra. “Nemo propheta in patria”, verrebbe da dire. Il sistema di armamento e il design delle vetture – la prima è custodita nel deposito Atm, la seconda è stata esposta ieri in uno degli stand di “Europolis”, una delle più importanti rassegne internazionali dedicate all'arredo urbano, al traffico e alla mobilità –, sono stati presi a modello per le iniziative future che interesseranno, già dai prossimi mesi, parecchi comuni del centro e del nord Italia. “Europolis” è una finestra aperta sul futuro. Ogni anno vengono esposte le più avanzate tecnologie in materia di trasporto pubblico, di “ecologia del traffico”, di riqualificazione urbana. Leonardi si è detto orgoglioso dello spazio dedicato alla nostra città e soddisfatto perchè quello stand, frequentato in poche ore da migliaia di persone, può trasformarsi in un formidabile veicolo promozionale, in favore di una città che ha un disperato bisogno di iniezioni di entusiasmo e di fiducia. Il sindaco ha tagliato il nastro, assieme al sottosegretario al Commercio e al Turismo Stefani, il quale ha ribadito l'attenzione del Governo nazionale nei confronti di una realtà, come quella di Messina e dell'intera area dello Stretto, considerata tra i luoghi strategici del Mediterraneo. Poi, Leonardi, Stefani e le altre autorità presenti, accompagnati dall'amministratore delegato dell'Alstom, Emilio Gallacchio, sono saliti sul tram, visitando la nuova vettura realizzata negli stabilimenti dell'ex Fiat Ferroviaria. Occasioni come quelle di ieri non sono trascurabili, anche perchè contribuiscono alla “sprovincializzazione” dei temi e delle problematiche affrontati a livello locale. Però non si può non evidenziare il contrasto tra il clima festoso vissuto a Bologna e lo squallore di molti tratti della linea tranviaria flagellati ieri dalla pioggia e desolatamente vuoti. Le assicurazioni date al termine del vertice svoltosi mercoledì mattina a Palazzo Zanca non bastano, così come non sono sufficienti le indicazioni inserite nel nuovo programma dei lavori, se poi restano sulla carta. Il tempo si assottiglia sempre più e non si dovrebbe sprecare neppure un giorno. Il termine del 31 marzo – come ha sottolineato il sindaco – è perentorio, non è un elastico che può essere tirato a seconda delle convenienze. E non si tratta solo di completare i lavori entro la scadenza fissata, bisogna essere in grado di passare subito alla fase operativa, programmando la gestione dei periodi di rodaggio e del complessivo sistema integrato. Si deve pensare a migliorare la qualità estetica e funzionale delle porzioni di territorio interessate dai cantieri della tranvia e, soprattutto, occorre dimostrare con i fatti che si vogliono realizzare i parcheggi al servizio del trasporto pubblico. Altrimenti manifestazioni e cerimonie lasciano solo il tempo che trovano. (l.d.)

FINITO IL TEMPO DEGLI EQUIVOCI

Il bianco deve essere bianco, il nero nero. È finito il tempo degli equivoci. Il completamento dello stadio di San Filippo non è una questione che interessa solo i tifosi del Messina o la società gestita dal presidente Emanuele Aliotta. È una vicenda simbolo e come tale non può restare in quel “porto delle nebbie” dove resta ancorata ormai da più di un decennio. Ci sono certamente opere più importanti di un impianto sportivo, priorità di maggiore rilievo, progetti che riguardano direttamente la qualità della vita dei singoli messinesi e della città nel suo complesso. Lo stadio, però, oggi assume una valenza straordinaria, anche, e soprattutto, a livello psicologico. È importante sapere se i giallorossi potranno calcare il manto erboso del San Filippo nella prossima stagione. Da questo dipendono in gran parte i programmi della società, i futuri investimenti. Ma ci sono aspetti ancora più rilevanti, primo fra i quali lo sperpero di denaro pubblico che si sta perpetrando dal '91 ad oggi. È immorale, inammissibile, inaccettabile, che ancora adesso non si sa se l'impianto sarà pronto a maggio, se lunedì verranno licenziati 80 lavoratori, se la rescissione del contratto è iniziativa del Comune o dell'impresa, e non si conoscono i tempi di eventuali procedure alternative. Dall'incontro di domani a Palazzo Zanca dovranno uscire risposte chiare, coerenti, definitive. Nessuno potrà accampare scuse o alibi, nessuno dovrà nascondersi dietro ulteriori proclami e dichiarazioni di circostanza. E qualunque sarà la decisione scaturita dal confronto tra l'amministrazione comunale e il gruppo Astaldi, da lunedì i messinesi dovranno essere informati giorno per giorno di quello che succede, all'interno del cantiere e fuori dal San Filippo. Vorremmo, infine, capire il perchè – nonostante qualche progresso – nei primi due lotti dello svincolo di Giostra le attività non sono ancora decollate come era lecito attendersi. Vorremmo conoscere le ragioni del fatto che solo tre squadre di operai stanno lavorando alla realizzazione delle 90 pile dei futuri viadotti. Vorremmo fugati già da adesso dubbi, perplessità, timori. Prima che sia troppo tardi. (l.d.)

Acque non balneabili nel capoluogo e in provincia: l'Asl ha trasmesso i dati alla Capitaneria di porto
Coste, la mappa dell'inquinamento


Ivana Cammaroto

In numerose zone il nostro mare è ancora inquinato. E non solo in prossimità di scarichi o sbocchi torrentizi. Il Laboratorio di igiene e profilassi dell'Asl ha fornito alla Capitaneria di porto la nuova mappa delle aree non balneabili o dove i necessari prelievi di campioni d'acqua non sono stati effettuati con costanza. Una relazione è stata già trasmessa all'assessorato regionale alla Sanità: sarà seguita da provvedimenti del caso. Palazzo Zanca, e le amministrazioni del Messinese, da parte loro dovranno emettere le ordinanze sui divieti di balneabilità. Entrando nel dettaglio della relazione annuale, queste le zone della costa cittadina e della provincia vietate ai bagnanti.
In città – Zone temporaneamente non balneabili: fortino Pace, 100 mt. nord canale lago piccolo Faro; zone permanentemente non balneabili: 150 mt. sud fogna n. 28 Tremestieri, 200 mt sud torrente San Filippo, XXIV Artiglieria Gazzi, direzione via San Cosimo 200 mt. sud fogna n. 19, ospedale Regina Margherita, canale piccolo Torre Faro; punti che si avvalgono della ridotta frequenza di campionamento: foce torrente Giampilieri, 200 mt. nord stazione Giampilieri, 100 mt. sud Ponte Schiavo, 100 mt. sud fogna comunale n. 34 Santa Margherita, Mili Moleti, Vallone Canneto, torrente Larderia, 50 mt. sud ospedale Regina Margherita, 50 mt. nord torrente Annunziata, direttrice canale Pantano Grande, canale degli Inglesi, 150 mt. a est frazione Casabianca, fiumara Tono, fiumara Corsari, foce torrente Casagrande, capo Rosocolmo, chiesa frazione San Saba, torrente Mela (scarico depuratore), frazione Rodia, 200 mt. dalla fiumara Marmora, frazione Orto Liuzzo.
Nel litorale Tirrenico – Zone temporaneamente non balneabili : 100 metri ad ovest dello scarico di contrada Marchesana a Terme Vigliatore; zone permanentemente non balneabili: 100 metri dalla foce del torrente Boncoddo a Rometta, foce del torrente Pietra a Spadafora; punti con pochi campionamenti: fiumara Gallo a Villafranca Tirrena, direttrice torrente Saponara.
Nelle Isole Eolie – Punti con scarsa frequenza di analisi: Vulcano spiaggia delle acque termali, porto delle genti, Marina di Porto Salvo, Marina di Canneto, Porticello, Acqua calda e spiaggia della Muria a Lipari.
Nel litorale dello Jonio – Zone permanentemente non balneabili: 100 metri e 400 a nord del fiume Alcantara nel comune di Giardini Naxos, foce del torrente San Filippo condotta sottomarina a Letojanni; tratti di costa poco controllati: foce torrenti San Giovanni (Giardini), Sirina e Sant' Andrea (Taormina), di fronte casa comunale (Giardini), stazione ferroviaria, scarico San Leo, Castelluccio scarico condotta sottomarina a Taormina, foci torrenti Papale, San Filippo e Pietra Bianca a Letojanni, Fondaco Parrino a Forza D'Agrò, Salice e Agrò a Sant'Alessio, Porto Salvo a Santa Teresa Riva, Savoca e Pagliara a Furci Siculo, Sciglio e Allume a Roccalumera, Landro e Fiumedinisi a Nizza di Sicilia, Mastroguglielmo, Impisi e Calamaci ad Alì Terme, Saponara e Foraggine a Scaletta Zanclea. Il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, commentando i dati forniti dall'Asl, tuttavia annuncia: «Quest'anno ci sarà qualche divieto in meno». La zona nord dovrebbe essere completamente libera dai cartelli sulla non balneabilità e a sud il bagno sarà vietato dal torrente Larderia fino all'Annunziata.

Fonte: la sicilia

Palazzo dei Leoni: salvaguardia delle coste

Entro l'anno potrebbero iniziare gli interventi per salvare le coste della zona tirrenica progettati dalla Provincia, che ha ottenuto un finanziamento di 58 miliardi 800 milioni, grazie alla tempestività con la quale sono stati presentati gli elaborati per la protezione dei litorali. Secondo quanto dettato da una circolare emanata dalla Regione, i progetti sono in attesa della valutazione d'impatto ambientale; poi Palazzo dei Leoni avrà 60 giorni di tempo per presentare gli studi esecutivi, esaminati i quali si potranno bandire gli appalti. Si tratta per l'esattezza d'interventi, che interessano: S. Agata di Militello, Capo d'Orlando, Piraino, Gioiosa e l'isola di Vulcano. Il resoconto della situazione è stato fatto ieri in aula dall'assessore al Territorio, Tanino Sutera, a seguito della mozione presentata dal capogruppo dei Ds, Giuseppe Natoli. Il consigliere Roberto Gulotta (Gruppo misto) ha chiesto il supporto tecnico-logistico dell'Ente sull'esecutività dei progetti presentati dai Comuni della zona jonica. «Esigenza alla quale si adempirà certamente – ha ribattuto Sutera – qualora i sindaci ne facessero richiesta. Ma va chiarito che la Provincia non può sostituirsi al lavoro delle Amministrazioni comunali, che hanno una propria autonomia istituzionale». Le opere per la messa in sicurezza delle aree costiere programmate dai Comuni interessano: Letojanni, S. Alessio e Giardini (riviera jonica); Messina, Villafranca, Tusa e Falcone per il versante opposto, con fondi che ammontano a 56 miliardi 479 milioni.
L. C.

Viale europa nel caos

Segnali carenti: fasce orarie violate dai Tir
Traffico in tilt, per gran parte della mattinata di ieri, sul viale Europa. A segnalare il caos è stato il consigliere del VI Quartiere, Enrico Pistorio. Un Tir, che procedeva sul viale per imboccare l'autostrada, si è improvvisamente messo di traverso all'altezza dell'incrocio con il viale Italia, mandando in tilt l'intero sistema viario. «Il fatto, in sè stesso, potrebbe “passare” – dice Pistorio – ma è la controprova dell'inutilità del provvedimento che istituisce le fasce orarie, che di fatto non vengono rispettate da nessuno». All'origine del problema, oltre all'inciviltà di gran parte dei camionisti, ci sarebbe anche la mancanza di segnaletica: nessun cartello, infatti, vieta ai Tir di transitare dalle 7 alle 9 e dalle 12 alle 14, in coincidenza con l'apertura e la chiusura di scuole e uffici. «Fra l'altro – denuncia ancora Pistorio – la mancanza d'indicazioni, orizzontali e verticali, rende impossibile il lavoro della Polizia municipale che non può elevare sanzioni agli autotrasportatori non informati dei divieti».
A rendere la situazione ancora più caotica, è la massiccia presenza di venditori ambulanti in tutta la zona «bassa» del viale. Per chiedere la completa chiusura diurna dello svincolo ai Tir, il VI Quartiere ha avviato una dura protesta ormai da alcune settimane.
G. L. R.

Domani mattina si decide sull'ultimazione degli interventi
Stadio: soldi per la copertura
Il tram in «mostra» a Bologna


Con la testa all'incontro di domani mattina, il Comune e il Coni pensano anche alla copertura dello stadio di S. Filippo. Nei giorni scorsi, infatti, il Credito sportivo ha confermato di essere pronto a finanziare l'opera, a patto che sia inviato rapidamente il progetto che indichi il settore del campo da coprire.
Nel frattempo, si deciderà domani sull'eventuale rescissione del contratto con l'«Astaldi». Qualora non si raggiungesse un accordo, il Comune eseguirebbe i lavori in economia. Sull'ipotesi di rescissione, è intervenuto ieri Carmelo Pino, componente della segreteria della Fillea/Cgil: «Chiederemo un tavolo Comune-impresa-sindacati, per tutelare i 100 operai attualmente impegnati nel cantieri, consapevoli come siamo che la salvaguardia di un solo posto di lavoro può evitare l'aggravarsi della già drammatica situazione occupazionale».
Il tram esposto nella 6ª edizione di «Europolis» — Intanto, ieri il sindaco, Turi Leonardi, è stato a Bologna per per partecipare alla cerimonia inaugurale della sesta edizione di «Europolis». Per l'occasione, l'«Alstom Ferroviaria», in oltre 400 metri quadrati, espone fino al 10 febbraio la seconda vettura del tram destinata alla nostra città. Ieri Leonardi ha accompagnato sulla vettura i sindaci delle città presenti e il sottosegretario al Turismo, Stefano Stefani.

9/02/2002

Fonte: la sicilia

Nuova iniziativa del VI Quartiere mentre i vigili urbani sollecitano più segnaletica per far rispettare le fasce orarie
Viale Europa: petizione contro i Tir
Confermato lo sciopero degli agenti municipali, il 13 corteo di protesta

Scatta una petizione contro i camion, mentre i Vigili urbani sollecitano una segnaletica più precisa: l'emergenza Tir sembra essersi spostata dal Boccetta al viale Europa. D'altronde, in attesa della soluzione strutturale non poteva essere altrimenti. Si susseguono le verifiche da parte della Polizia municipale sul rispetto delle fasce orarie, ma le violazioni sembrano ancora molte. Camion sfrecciano lungo il viale anche dalle 7 alle 9 e dalle 12 alle 14, quando invece dovrebbero dirigersi su altri svincoli. «La causa – dice il presidente del VI Quartiere, Agatino Bonarrigo – va ricercata a monte. Manca, infatti, la segnaletica in autostrada e nelle vie d'accesso allo svincolo». Per quanto di sua competenza, si è attivato il comandante della Polizia municipale, Calogero Ferlisi, chiedendo l'intervento della ripartizione Viabilità. La nuova segnaletica dovrebbe «esordire» presto, mentre nella zona del viale Europa la protesta si fa sempre più pressante. Tra oggi e domani sarà avviata una petizione per chiedere la chiusura diurna ai Tir dello svincolo di Messina centro, il modo da bilanciare le limitazioni notturne disposte sul Boccetta. Ad appesantire la situazione, c'è anche il proliferare degli ambulanti: a proposito, anche ieri, nella zona a valle del viale Europa sono stati sequestrati dai Vigili urbani generi alimentari venduti abusivamente.
Controlli sul viale Garibaldi — Raffica di multe della Polizia municipale, ieri, anche in via Garibaldi. Un nuovo «giro di vite», infatti, è stato disposto da Ferlisi contro il posteggio delle auto nelle corsie preferenziali riservate al transito dei mezzi pubblici. E sull'argomento, ha preso posizione anche il consigliere comunale indipendente, Calogero Centofanti: «Sarebbe necessario collocare in via Garibaldi numerose pattuglie di agenti appiedati, considerato che sull'arteria in questione si registrano periodicamente gravi incidenti».
I Vigili «tuonano» mentre il Comune corre ai ripari — Confermato, intanto, lo sciopero dei Vigili in programma il 13 febbraio. Ieri si sono tenute due assemblee con i sindacalisti della Cisl, i quali hanno ribadito le loro rivendicazioni, rimaste inevase dopo vari vertici in Prefettura. La protesta si articolerà su vari fronti: il clou sarà rappresentato da un corteo degli agenti impegnati nei servizi di viabilità. Le principali lamentele riguarda i turni straordinari dettati dall'emergenza viabilità e dalla carenza di personale. E proprio su questo fronte il Comune sembra volersi impegnare concretamente: nel corso dell'ultima seduta, la Giunta ha discusso le procedure per la pubblicazione di un primo bando di concorso per un centinaio di unità. Prima, però, bisognerà aspettare la copertura finanziaria, che troverà posto nel bilancio 2002.
Ancora «scintille» sul carro attrezzi — Nel frattempo, si è consumato nella mattinata di ieri l'ennesimo atto della «guerra» tra il Comune e la società «Aurora». Mentre i Vigili urbani erano impegnate in due assemblea di preparazione allo sciopero, i 10 mezzi della consortile sono rimasti inoperosi. Così come già successo in passato, il personale ha polemicamente posteggiato i mezzi nei pressi di Palazzo Zanca. Intanto si avvicina sempre più la rescissione del contratto, che dovrebbe scattare lunedì prossimo. Ieri i 57 dipendenti dell'«Aurora» hanno chiesto lumi sul loro futuro lavorativo. A spasso potrebbero restare: 24 autisti, 24 operatori, 4 custodi del deposito e 5 operatori amministrativi.
Giuseppe Lo Re

Turisti «affezionati» malgrado la tragedia dell'11 settembre
I dati dell'Aast «raccontano»una crescita delle presenze

Continua la crescita, seppur contenuta, del movimento turistico in riva allo Stretto: parlano chiaro i dati dell'Aast diramati ieri, riguardanti un'annata segnata dalla tragedia dell'11 settembre. Un esempio su tutti: gli arrivi italiani e stranieri negli esercizi alberghieri, nel 2001, sono stati 94mila 838, esattamente 1.234 in più rispetto al 2000, con un percentuale d'incremento dell'1,32%. Le presenze alberghiere, invece, sono state 196mila 658, 47 in più rispetto all'anno precedente; l'aumento è dello 0,2%. Per quanto concerne il settore extralberghiero, che comunque ha una minore incidenza totale del movimento, sono stati assai rilevanti gli incrementi negli arrivi (+118,8%); sul fronte dei pernottamenti, pur in presenza di un andamento favorevole della componente italiana (+18,5%), si è evidenziata una concentrazione complessiva del 13,32%.Dalla Francia si sono registrati i flussi più consistenti di turisti; seguono a ruota la Spagna, gli Stati Uniti, la Germania e la Gran Bretagna.

Fonte: gazzetta del sud

Rimpasto nelle giunte / Slitta al 18 il confronto dei partiti del Centrodestra
Trattative in alto mare


Slitta al 18 il vertice dei partiti del Centrodestra. Le trattative riguardanti il maxi-rimpasto delle giunte al Comune e alla Provincia restano in alto mare. I leader di Forza Italia, An, Ccd e delle altre componenti della coalizione di maggioranza devono ancora trovare una piattaforma d'intesa, che non può prescindere dalle strategie politiche già proiettate alle elezioni amministrative del prossimo anno. Non si tratta, infatti, – come chiarisce lo stesso coordinatore cittadino di Forza Italia Piero Grasso –, di apportare solo qualche ritocco, spostare alcune deleghe e riempire le nuove caselle (quattro assessori in più al Comune, cinque alla Provincia) ma di decidere quale progetto s'intende sottoporre all'elettorato, quale sindaco e squadra di governo, quale nuovo presidente della Provincia, visto che scade il mandato di Giuseppe Buzzanca. Sono nodi cruciali da sciogliere. «Non possiamo e non dobbiamo commettere errori – aggiunge Grasso –, perchè le scelte che verranno compiute oggi avranno un'indubbia rilevanza al momento in cui chiederemo il consenso degli elettori. Lasciamo che altri si sbizzarriscano con il “totoassessori”. A noi, in questa fase, interessa prima di ogni altra cosa compiere un'attenta e rigorosa verifica delle attività delle due giunte, dei passi avanti compiuti, dei progetti realizzati, del lavoro che resta da fare. Tutto ciò è indispensabile per stabilire le mosse finalizzate al rilancio dell'azione amministrativa in quest'ultimo scorcio di legislatura, con lo sguardo ovviamente rivolto al prossimo futuro». Il dato certo è che Forza Italia chiederà 5 assessorati al Comune ed un radicale riassestamento delle deleghe. Incerta la riconferma dei tre attuali assessori (Alibrandi, Barbera e Santalco) mentre sui due nuovi ingressi i nomi più gettonati finora sono stati quelli del consigliere comunale Elvira Amata e dello stesso Grasso. Ma ogni previsione può ancora essere ribaltata. Alleanza nazionale avrà tre rappresentanti nella giunta municipale: se restano Scoglio e Ragno, il terzo sarà certamente un esponente della Destra sociale (in ballottaggio Silvano Arbuse e Daniele Tranchida ma quest'ultimo potrebbe far parte dell'esecutivo provinciale). Il Ccd ne avrà due: rimane al suo posto il vicesindaco Gianpiero D'Alia e torna a fare l'assessore il capogruppo Giuseppe Terranova. Gli altri due posti saranno divisi tra il movimento “Nuova Sicilia” (la forza politica oggi rappresentata in giunta da Giuseppe Morano) e il Partito repubblicano. Sembra scontata l'uscita dell'Udeur, anche se ieri l'assessore Giuseppe Cardile ha ribadito la piena legittimità del partito di Mastella a proseguire fino alla fine del mandato la strada iniziata assieme al sindaco Leonardi e alle altre forze che hanno vinto le elezioni della primavera '98.
MERCATO CASALINI – I gruppi di Forza Italia e di An hanno chiesto al sindaco di convocare al più presto una riunione – presenti gli assessori Scoglio e Cardile – per fare chiarezza sulla vicenda del mercato da realizzare nell'area dell'ex cinema Casalini. I consiglieri Capurro e Crupi sottolineano la necessità di dare risposte chiare agli ambulanti costretti ad operare in condizioni igienico-sanitarie sempre più precarie. (l.d.)

Aumentati i turisti nel 2001 Sono i francesi i più numerosi

Segnali incoraggianti sul fronte del turismo in città, un settore che – anche se in maniera lenta – continua a crescere. Il direttore dell'Azienda autonoma (Aast), Marcello Natoli, rileva infatti che è proseguita anche nel 2001 la crescita, seppure contenuta, del movimento turistico esclusivamente a Messina. Gli arrivi italiani e stranieri registrati dall'Azienda negli esercizi alberghieri sono stati 94.838, vale a dire 1.234 in più rispetto all'anno precedente, con una percentuale d'incremento dell'1,32 per cento. Meno confortante il dato sulle presenze alberghiere, che sono state 196.658, quindi soltanto 47 in più rispetto al 2000, pari a un aumento affatto significativo dello 0,02 per cento. Vuol dire che nel 2001 hanno scelto Messina più persone rispetto all'anno precedente, ma si sono trattenute per un periodo minore. Per quanto concerne il settore extralberghiero, che comunque ha una minore incidenza sul totale del movimento, sono stati assai rilevanti gli incrementi percentuali registrati negli arrivi (+118,8 per cento), mentre sul fronte dei pernottamenti, per effetto di una minore durata della permanenza media, pur in presenza di un favorevole andamento della componente italiana (+18,5 per cento), si è evidenziata una contrazione complessiva del 13,32 per cento. Sono stati i francesi i più presenti a Messina, seguiti dagli spagnoli, dagli americani, dai tedeschi e dagli inglesi. «In definitiva – commenta Natoli – una situazione sostanzialmente stabile, nonostante le vicende politiche internazionali successive all'11 settembre abbiano determinato quasi ovunque negative ripercussioni sui flussi turistici».

Ancora cattivi odori a San Raineri

È tornato ieri mattina a San Raineri l'incubo della “puzza”, ovvero delle esalazioni acri che, secondo alcune segnalazioni, potrebbero provenire dall'area della stazione di degassifica Smeb. A denunciare i cattivi odori, «che provocano tra i dipendenti disturbi di vario genere», sono i rappresentanti sindacali unitari Cgil-Cisl-Uil dei dipendenti dei vicini cantieri navali Rodriquez Messina, Costantino e Cisca. «Nonostante le nostre segnalazioni dei mesi passati e le notizie riportate dai quotidiani riguardo alla chiusura degli impianti di degassifica – scrivono le “rsu” – persiste in alcune aree dei cantieri Rodriquez un odore insopportabile di provenienza sconosciuta che provoca tra i dipendenti disturbi di vario genere». Attraverso la nota, indirizzata al responsabile dell'Igiene pubblica dell'Ausl 5, al prefetto e all'assessore provinciale all'Ambiente, i sindacalisti della Rodriquez invocano «un immediato intervento affinché tale problema sia risolto in modo definitivo, visto il rischio che rappresenta per la salute pubblica». Il caso ancora una volta appare tutto da approfondire, considerato che – come spiega il dott. Maurizio Croce, chimico della Smeb – le attività di lavorazione dei residui oleosi sono completamente cessate dal giorno del sequestro degli impianti (il 16 marzo scorso) e l'unica vasca in quel momento “scoperta” è stata chiusa in un capannone appositamente costruito in attuazione di un'ordinanza comunale». (a.t.)

10/02/2002

Fonte: gds

Mercoledì sciopero dei vigili urbani

L'amministrazione comunale - per bocca dell'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo, esclude ogni ipotesi di aumento d'organico per i vigili urbani.
"Valuteremo l'eventuale richiesta delle polizze d'assicurazione ma nessuna concessione sull'ampliamento del numero di vigili urbani in dotazione". Gli agenti così, mercoledi sfileranno in protesta per le vie della città. Lo sciopero è stato annunciato dai sindacati dopo le ultime assemblee.
"In organico - ha dichiarato Salvo La Rosa della Cisl - mancano centrotrenta posti. Il buco non fa che danneggiare quotidianamente le richieste dei cittadini per un maggiore controllo nelle strade". Sessanta i vigili impegnati ad ogni turno. Pochi - a detta del sindacalista - per assicurare la corretta applicazione del codice della strada. A. C.

Rimpasti nelle giunte, Fi e An scaricano Cardile

Emilio Pintaldi

Ancora 24 ore per i partiti del centrodestra alle prese con i rimpasti. Tutto rinviato a domani per le trattative che riguardano i nuovi nomi da inserire in giunta. L'incontro che si sarebbe dovuto tenere giovedi è stato rinviato prima a venerdi e poi addirittura a domani.
Ufficialmente il rinvio è dovuto all'indisponibilità di alcuni dei laeder. In realtà la pausa di riflessione si è resa necessaria per fare chiarezza all'interno di alcuni dei partiti del Polo.
Ci sono da sciogliere soltanto alcuni nodi che riguardano gli assessori di Fi e di An. Trattative in corso tra i parlamentari Nino Gazzarra e Rocco Crimi per il forzista che dovrebbe completare la lista del presidente Buzzanca.
Quasi certi gli ingressi a Palazzo dei Leoni di Nino Testa e Natale D'Amico, Fi e Carmelo Nucera, Cdu. Addirittura tre in lizza per il posto della corrente Briguglio di An: Renato Mangano, Daniele Tranchida e Pippo Russo. I nuovi volti di Palazzo Zanca saranno Silvano Arbuse, An, Elvira Amata e Piero Grasso, Fi; Giuseppe Terranova, Ccd.
Appese ad un filo le speranze di mantenere il posto in giunta per Pino Cardile assessore al Commercio espressione dell'Udeur. Il Polo vuole l'uscita di scena del partito di Mastella. Mentre Leonardi tenta di convincere gli alleati proponendogli un ridimensionamento delle deleghe assegnate a Cardile, Forza Italia e Ccd si contendono già il posto che verrebbe lasciato vacante.