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ARCHIVIO GENNAIO 2001

 

1/01/2002

Fonte: la sicilia

Ecosistema urbano / Il dossier elaborato da Legambiente ci pone al di sopra degli altri capoluoghi dell'isola e al 59. posto in Italia
Primi in Sicilia ma lontani dal progresso
Abusi edilizi, depurazione acque e verde pubblico tra le note dolenti. Alcune ragioni per essere ottimisti

Francesco Celi 

Abusi edilizi, depurazione acque, raccolta differenziata dei rifiuti e metri quadrati di verde fruibile per ogni abitante: queste le note dolenti. Concentrazione di biossido di azoto e di monossido di carbonio, consumi idrici, produzione di rifiuti solidi urbani, consumo di carburanti, auto in circolazione (53 ogni cento abitanti): queste le note liete. Ma a Messina, in termini di sostenibilità ambientale, come si sta? Meglio che altrove in Sicilia. Tra color che son sospesi nel contesto nazionale (59. capoluogo di provincia sui 103 della Penisola). Il dossier di Legambiente Ecosistema urbano 2001 offre strumenti di lettura di estremo interesse. I punteggi vengono assegnati ai capoluoghi – ecco il metodo individuato – sulla base di 20 indicatori di qualità ambientale riferibili a tre macro-classi: indicatori di pressione , che misurano il carico generato sull'ambiente dalle attività umane (consumi di acqua potabile, carburante ed elettricità, produzione di rifiuti solidi urbani, tasso di motorizzazione e interventi di eco-efficienza nei servizi della pubblica amministrazione); indicatori di stato , che misurano la qualità dell'ambiente fisico (smog, rumore, inquinamento idrico); indicatori di risposta , che rendono una misura della qualità delle politiche ambientali promosse dall'amministrazione pubblica o dalla città più in generale (raccolta differenziata, trasporto pubblico, depurazione, verde urbano, isole pedonali, zone a traffico limitato, monitoraggi, rilevamenti della qualità dell'ambiente, gestione ambientale nelle imprese e abusivismo edilizio). Prescindendo – perché fenomeno contingente – dagli innumerevoli cantieri aperti che squarciano il tessuto urbano, e dai disagi che ne conseguono per la collettività, e andando al di là dell'“emergenza tir”, per quanto possa apparire oggi iniziativa ardita – ma per risolvere la più grave tra le afflizioni messinesi sono state poste le basi –, la nostra è una città intrinsecamente vivibile e che ha straordinari margini di crescita in termini di sostenibilità ambientale. Si pensi – ad esempio – agli effetti liberatori che avranno sulla vivibilità (sulla viabilità è scontato) la realizzazione del secondo approdo fuori dal centro urbano e l'apertura degli svincoli di Giostra e Annunziata. Margini di crescita importanti, allora, ma ad una condizione, che è nel contempo amministrativa e culturale: che vi sia una reale svolta nelle politiche ambientali messe in campo dagli enti locali e da quelle aree della società civile troppo inclini ai veti salvo poi precipitare nel piagnisteo, quella tendenza al lamento tutta peloritana che è agli antipodi della cultura del fare. La creazione di una pista ciclabile, ad esempio, quando si gode d'un affaccio a mare di decine di chilometri, non è iniziativa da osteggiare, ma da sostenere affinché la sua realizzazione venga accelerata. I porticcioli turistici, purché rispettosi dell'ecosistema, creano ricchezza economica e impreziosiscono segmenti di costa. È l'antropizzazione selvaggia a dover essere impedita, e anche in questa direzione i prossimi anni ci offrono l'opportunità per affrancarci dal passato, vigilando sugli insediamenti previsti dal nuovo Piano regolatore. Impedendo il compiersi di nuovi scempi sulle colline, di ulteriori violenze in nome del “dio mattone”. D'altra parte il dato sugli abusi edilizi contemplato dal dossier di Legambiente non dà spazio a interpretazioni: novantacinquesimi in Italia. Abbiamo violentato il territorio più di quanto non abbiano saputo fare ad Agrigento! (che ci precede di un posto in classifica). Ottimismo sì, quindi, ma senza trionfalismi. Lo fa rilevare anche Legambiente Messina. «Ecosistema urbano – afferma il presidente Daniele Ialacqua – misura la “febbre” ambientale delle città e l'efficacia delle politiche. La qualità ambientale è in parte altro e dovrebbe tener conto di elementi non riducibili a indicatore numerico. In pratica i disagi per lavori in corso, ingorghi stradali e occasionali inquinamenti alla rete idrica non vengono rilevati». E ancora, premette Ialacqua: «Il punteggio di Ecosistema urbano è espresso da un valore percentuale relativo alla totalità dei punti che una città potrebbe conquistare raggiungendo livelli di “eccellenza” in ciascuno degli indicatori (100%). Infine – rileva Legambiente Messina – il dossier conferma la generale arretratezza del Mezzogiorno, ulteriormente penalizzato dall'inserimento del parametro sull'abusivismo edilizio». Puntando i riflettori sulla posizione ricoperta da Messina nelle varie macro-classi, si scopre che la nostra città presenta preoccupanti ritardi «nella qualità delle politiche ambientali», benché non pochi progressi siano stati registrati nell'ultimo decennio; così – argomenta Ialacqua – «si trova agli ultimi posti delle graduatorie relative a verde urbano, trasporto pubblico, raccolta differenziata, abusivismo edilizio, piste ciclabili, zone a traffico limitato, isole pedonali e depurazione acque». Va detto che Messina è stata anche penalizzata per il ritardo o addirittura la mancata trasmissione di alcuni dati da parte del Comune malgrado «le numerose sollecitazioni inviate a Palazzo Zanca». È incomprensibile la ragione per cui non sia stata segnalata a Legambiente la pista ciclabile – fruibile da tempo – realizzata da Paradiso a Grotte, al di là dei contenziosi e delle pastoie che stanno ritardando la costruzione dei parcheggi. Migliore risulta invece la realtà allorquando s'esaminano i dati relativi alla classe indicatori di pressione , più legata al livello di sviluppo socio-economico del territorio di riferimento (consumi idrici e produzione di rifiuti pro-capite); mentre per quanto concerne gli indicatori di stato la situazione pare essere decisamente positiva, visto che i dati sull'inquinamento atmosferico e idrico risultano addirittura tra i migliori d'Italia. In tal senso ci chiediamo se siano verosimili quelli secondo cui le concentrazioni di biossido di azoto e di monossido di carbonio siano tali da farci assurgere addirittura a “eden” ambientale. «La nostra città negli ultimi tre anni», sottolinea Legambiente Messina, «è passata dal 71. posto del 1999 al 44. del 2000, al 59. del 2001, riportando però quasi sempre la medesima percentuale sul totale degli indicatori, ovvero in media il 48 per cento sul 100 per cento che dovrebbe raggiungere una città ideale (dato in realtà utopistico: Ferrara – città prima classificata in Italia nel dossier di Legambiente – raggiunge il 64%, ndr). Negli ultimi tre anni – argomenta Ialacqua – risulta inoltre essere sempre carente la macro-classe relativa alla qualità delle politiche ambientali. Insomma, seppure è indubbio che una certa sensibilità ambientale sia cresciuta anche a Messina, tale sensibilità non si traduce ancora in politiche attive a causa di una classe dirigente che non pone la questione ambientale tra le priorità cittadine. Ed è questo – conclude il presidente messinese dell'associazione – il problema da risolvere perché non può bastarci più che il capoluogo peloritano risulti il primo in Sicilia», vista la posizione rivestita dagli altri otto centri dell'isola, compresa fra il 61. posto di Caltanissetta e il 102. di Ragusa (Agrigento è 78., Enna 90., Palermo 92., Catania 96., Siracusa 100. e Trapani 101.). La strada è dunque segnata: finito il tempo delle emergenze s'impone una svolta sul fronte delle politiche volte a migliorare il contesto socio-urbano-ambientale. Direzione obbligata anche alla luce dei recenti dati diffusi da “Il Sole 24 ore” che in termini di qualità della vita pone la nostra città all' 88. posto in Italia (nell'ultimo anno sono state guadagnate dieci posizioni: il salto di qualità è ancora da venire ma un leggero passo in avanti appare inconfutabile). “Ecosistema urbano” e “qualità della vita”, dunque, le diverse facce di una medaglia: quella di un progresso all'interno del quale i circuiti del profitto e della vivibilità non confliggono, ma vengono governati. Una sfida possibile, addirittura doverosa, rispetto a cui ciascuno non potrà esimersi dall'avere un ruolo: gli amministratori nel mettere in campo politiche che vadano in direzione di una crescita sostenibile, la società civile nella veste di sentinella e di pungolo affinché le enunciazioni di principio non restino mere esercitazioni dialettiche alla ricerca di un consenso che non può più arrivare per queste vie.

La Cartour torna al Norimberga
“Riaperto” il molo
Vigilerà la Capitaneria

Alessandro Tumino

La banchina di testata del molo Norimberga non è più off-limits per la nave “Cartour”. La Capitaneria di porto ha disposto che fino al 20 febbraio 2002 – giorno in cui il gruppo Tourist-Caronte disporrà del pontone galleggiante per l'ormeggio alla banchina “nord-est” – la motonave dell'autostrada del mare “Messina-Salerno” potrà utilizzare la “testata” a seconda delle condizioni meteomarine. Ogni notte il comandante della “Cartour” effettuerà l'attracco in raccordo con la sala operativa della Capitaneria. Nessun problema per gettare le ancora alla “testata” del Norimberga quando le condizioni climatiche saranno favorevoli. Se il “condimeteo” indicherà rischi, allora, su indicazione della sala operativa la nave del gruppo Franza-Matacena verrà fatta approdare alla banchina Marconi. Il ripristino dell'ormeggio dell'“autostrada del mare” alla banchina di testata è stato possibile alla luce degli esiti dell'inchiesta aperta dopo l'incidente avvenuto la sera del 17 dicembre scorso, tra la “Cartour” e due traghetti delle Fs, davanti alla prima invasatura della stazione marittima. Un incidente che non ha avuto gravi conseguenze ma molto allarme ha suscitato sotto il profilo della sicurezza della navigazione in porto. Intorno alle 20, sotto un forte vento, – come si ricorderà – la “Cartour” era rimasta senza controllo a seguito della rottura di un ormeggio: la prora del grosso scafo (25.000 tonnellate) nonostante l'intervento di un rimorchiatore si era “adagiata” sul parapetto di poppa del traghetto “Sibari”, che era in sosta nella prima invasatura, quindi aveva “strisciato” la poppa di un altro traghetto Fs, il “Villa”, che sarebbe salpato di lì a poco con a bordo centinaia di passeggeri. Le indagini, coordinate dal comandante della Sezione operativa della Capitaneria, Giuseppe Sarchese (ed ormai prossime alla conclusione) hanno portato a una ricostruzione degli eventi piuttosto tranquillizzante sotto il profilo dell'apparato preventivo di sicurezza tra i moli Rizzo e Norimberga. L'improvviso “disormeggio” della Cartour, non sarebbe dipeso da un fattore di debolezza insito nell'attracco in “testata” ed evidenziato dal forte vento, ma da un imprevisto tecnico dovuto a un difetto di fabbricazione di un componente della complessa “attrezzatura d'ormeggio”. «A quanto pare – spiega il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone – si è verificato lo sfilacciamento di una gassa del “corpo morto”, quel sistema ad anelli che assicura il corpo morto al maniglione cui s'avvolge il cavo d'ormeggio della nave. Lo sfilacciamento sarebbe dipeso da cattiva fabbricazione.». Il comandante trae le prime riflessioni: «Non vi sarebbero gli estremi di un “ormeggio imprudente” al ricorrere di avverse condizioni meteomarine, come invece, subito dopo l'incidente, avevamo temuto. Il rapporto di quest'episodio con la sicurezza della navigazione sarebbe così assai “attenuato”. Dobbiamo però tenere in grande considerazione – osserva Maccarone – che l'incidente è stato preoccupante per le conseguenze che, in un altro momento, avrebbe potuto avere». Da qui la decisione di far raccordare comunque, notte dopo notte, sulla base del “condimeteo”, il comando della Cartour con la Sala operativa. E un'ulteriore garanzia: «Viste alcune difficoltà incontrate quella sera dal rimorchiatore, la nave dovrà essere dotata di un cavo fuori bordo visibile anche di notte che possa consentire un aggancio “a presa rapida”». 

2/01/2002

Fonte : la sicilia

Capurro: «Sulla città-mercato ha già scelto l'ex amministrazione»

Saltano le audizioni, ma scoppia una nuova polemica sull'ipotesi di costruire una città-mercato, con annessa elipista per i Vigili del Fuoco, nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica. Lunedì mattina, in 3ª commissione consiliare avrebbero dovuto presentarsi il sindaco, Turi Leonardi e il suo vice, Gianpiero D'Alia: i due, però, sono rimasti a casa per motivi di salute. La riunione dell'organismo consiliare guidato da Antonio Crupi (An) c'è stata lo stesso. E sono scoccate le scintille.
Il capogruppo di Fi, Pippo Capurro, ha mostrato le tavole della variante al Prg attualmente all'esame del Cru. Duro il commento: «La precedente Amministrazione ha previsto nel Piano regolatore che 50mila metri quadrati delle ex cave di sabbia diventino zona “F1–F”, vale a dire che sono realizzabili centri commerciali, parcheggi, motel e servizi vari. La variante per la città-mercato riguarda solo altri 50mila metri quadrati. L'attuale opposizione, perciò, non è coerente quando contesta l'opportunità di realizzare il progetto dell'“Adroma Impianti”: più delle parole, in questo caso parlano i fatti». Mentre il clima si surriscalda, i partiti stanno cercando compattezza al loro interno. Forza Italia riunirà questa sera il coordinamento comunale, presieduto da Pietro Grasso. Si cercherà una posizione unitaria, che comunque dovrebbe essere favorevole alla città-mercato. Nella prossima riunione della 3ª commissione sarà rinnovato l'invito a Leonardi e D'Alia. Fatto sta che i tempi si stanno diluendo: è quasi impossibile che la delibera venga votata nella seduta del Consiglio comunale prevista domani.
Intanto, il giorno di S. Silvestro si è riunita la Giunta Leonardi. Esaminati provvedimenti in scadenza, tra i quali lo Statuto dell'Istituzione dei servizi sociali.

I due posti nel CdA andranno a Fi e Ccd
MessinAmbiente, il sindaco deciderà entro il 15 gennaio
La Cava «quasi» presidente

Lillo Zaffino

Entro il 15 gennaio MessinAmbiente avrà il suo nuovo presidente. Il sindaco, Turi Leonardi, acquisite le candidature sta già esaminando i curricula di quanti hanno risposto al bando pubblico, scaduto lo scorso 31 dicembre. Un dato è emerso subito: Fi e Ccd non hanno espresso candidature compatte. An, invece (quantomeno la corrente che fa riferimento al capogruppo al Senato, Mimmo Nania), punta su Sergio La Cava. Su di lui cadrà quasi certamente la scelta del sindaco sulla presidenza.
Forza Italia si dovrà accontentare di un consigliere d'Amministrazione: si rifarà con le presidenze di altri Enti di sottogoverno e con il rimpasto nella Giunta comunale, i cui componenti aumenteranno fino a 13. L'altro posto nel CdA dovrebbe essere appannaggio del Ccd. Resterebbero fuori, quindi, Nuovo Psi, Cdu e Repubblicani. I nomi si sprecano: per Fi sono in lizza, oltre a Ferdinando Barone (ex assessore comunale e attuale presidente della «Somer», la società che si occupa del riciclaggio dei rifiuti), Antonella Vezzosi e Rino Romeo, già candidato al Consiglio comunale nelle ultime amministrative; il gruppo dell'assessore regionale, Antonio D'Aquino, avrebbe messo in campo Angelo Burrascano, top secret sono rimasti i nomi della corrente che fa riferimento al deputato nazionale, Nino Gazzara.
Dal Ccd non sarebbe partito alcun ordine di scuderia: in campo ci sarebbero Benito Santalco, che da tempo chiede visibilità nella coalizione e il consigliere d'Amministrazione uscente, Antonio Castiglione. Infine, il Nuovo Psi avrebbe fatto il nome di Corrado La Rosa, mentre il Cdu quello dell'uscente 

Buzzanca: «Dimostriamo di essere davvero capaci di pianificare lo sviluppo»

«Che sia il 2002, superate le fasi conflittuali ed i momenti di terrore e di angosce che hanno invaso il mondo, l'anno della serenità, dell'armonia, dello sviluppo, della crescita culturale ed economica»: si apre con toni di speranza il messaggio di auguri del presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca. I propositi per il 2002 sono dei migliori: «Dedicheremo il massimo delle energie ai giovani, agli studenti ed alla loro formazione, che sarà finalizzata al raggiungimento della professionalità necessaria per introdurli nel “nuovo mondo del lavoro” che, sempre più esigente, guarda giustamente al merito. Nuovi imprenditori dovranno nascere e la Provincia regionale avvierà nelle scuole un processo d'informazione orientato all'efficienza e dell'efficacia dell'azione intrapresa fin dai primi passi, cioè dal momento della scelta». Poi Buzzanca di sviluppo della comunità: «Superata la fase della cosiddetta “concertazione”, che richiedeva unanimismo a tutti i costi, spesso impossibile da raggiungere, le autonomie locali, attraverso il processo d'interscambio, devono inaugurare la stagione di “collaborazione” tra istituzioni, forze sindacali, associazioni di categoria, scuole e Università». Infine vengono «toccate» tutte le grandi scommesse per il futuro: «Dovremo superare grandi temi, quali l'approvvigionamento idrico, lo smaltimento dei rifiuti, il dissesto idrogeologico, le infrastrutture di supporto e quelle strutture, come i centri di produzione, che devono avviare un processo reale di crescita. Inoltre, non si può non tenere conto del Ponte sullo Stretto. Per questo si devono aprire nuovi livelli di confronto e nuovi sistemi di amministrazione, in una parola dovremo essere capaci di pianificare e di saper ascoltare i segnali che vengono dal territorio. Un nuovo modello di sviluppo dovrà essere l'“industria del turismo”, capace di raccogliere i grandi flussi economici ed umani che si muoveranno verso di noi».

Pubblicato il bando per la «Cariddi»
La Provincia cederà la nave in comodato

Luana Campanella

Cedesi la «Cariddi». Ma solo in comodato d'uso: è questa la nuova sorte per la motonave di proprietà della Provincia regionale, in sosta nei cantieri navali ex «Picciotto», e ormai da troppo tempo inutilizzata. L'Ente provinciale, infatti, ha pubblicato un bando per cedere in comodato d'uso la monocarena. Le offerte potranno essere presentate entro il 12 gennaio. La nave dovrà essere destinata a fini compatibili con il vincolo della Soprintendenza e, prima della stipula della convenzione, è indispensabile l'autorizzazione della Capitaneria per l'ormeggio nello Stretto. Il comodato potrà essere concesso per più anni, con la garanzia dell'assunzione degli oneri di manutenzione e dell'assicurazione. Il comodatario dovrà anche farsi carico dei lavori urgenti necessari per la fruibilità al pubblico della «Cariddi».

Il sindaco Leonardi sulle prospettive del 2002
Messina saprà tornare grande


Ospitiamo l'augurio che il sindaco Leonardi, tramite il nostro giornale, ha voluto esprimere a tutti i messinesi. «Credo che l'anno appena trascorso sarà ricordato come un anno importante, forse decisivo, nell'impervio cammino di Messina verso la dimensione di una città compiuta, cioè più attrezzata, più vivibile e più capace di futuro. Il 2001 ci lascia, infatti, con tanti motivi di soddisfazione, sebbene ci abbia fatto vivere giorni difficili e talvolta – purtroppo – anche drammatici, che abbiamo cercato di affrontare guardando unicamente ai superiori interessi della collettività. L'amministrazione comunale è stata costantemente impegnata nel portare avanti un complessivo progetto di sviluppo che si pone l'ambizioso obiettivo di trasformare Messina da “città degli approdi” a “città degli scambi”, esaltando il suo ruolo di frontiera meridionale dell'Europa, crocevia di tutte le culture che si affacciano nel Mediterraneo. Abbiamo lavorato all'elaborazione di innovativi strumenti di programmazione e di finanziamento – quali il Prusst, il Piano Urban 2, il Pit e il project-financing – con l'obiettivo di determinare nuove possibilità di crescita per i numerosi imprenditori e investitori che hanno dimostrato di credere nelle prospettive di Messina e creare, quindi, nuove opportunità in termini di occupazione. Questa città, infatti, non può continuare a vivere nell'attesa dell'intervento pubblico, ma – facendo leva sulle risorse che il territorio e il corpo sociale riescono ancora a esprimere - deve essere capace di porre le condizioni per il suo sviluppo economico, puntando sulla messa in valore della propria posizione geografica, sulla riscoperta della sua vocazione marinara e delle attività industriali e di artigianato produttivo. Al tempo stesso, non abbiamo trascurato l'esigenza di rendere finalmente Messina una “città normale”, a cominciare dalle dotazioni infrastrutturali, di antica o recente progettazione, considerata la loro rilevante incidenza sulla qualità della vita e sulle possibilità di sviluppo della nostra realtà urbana. Segnali davvero incoraggianti in questa direzione derivano dalla semplice constatazione di quanto già realizzato: il completamento ormai prossimo della linea tranviaria, opera discussa e discutibile che tanti disagi ha finora arrecato alla cittadinanza, ma certamente utile per aggredire il sempre attuale problema della mobilità urbana; l'apertura al traffico dello svincolo di San Filippo – seppure avvenuta in tempi non europei – che ha riacceso la speranza di vedere presto ultimato un ambizioso progetto di risanamento di un'area degradata risalente ai primi anni Novanta; gli interventi di riqualificazione del centro storico, non limitati alla semplice risistemazione di manto stradale, marciapiedi e illuminazione, ma mirati al recupero delle più significative connotazioni storico-culturali di quella porzione di territorio. Il lavoro già svolto può rappresentare un motivo di soddisfazione, ma soprattutto uno stimolo ad accelerare i tempi di realizzazione delle opere ancora in cantiere – a cominciare dallo stadio di San Filippo e dagli svincoli di Giostra e Annunziata – e degli importanti progetti, a cui si è lavorato in questi anni, dai quali dipende in maniera essenziale la possibilità di trasformare Messina in una città vivibile e capace di fare tesoro delle proprie risorse paesaggistiche ed ambientali: la riqualificazione di Capo Peloro, il recupero dell'affaccio a mare dalla Prefettura all'Annunziata, lo spostamento degli approdi. Il 2001 è stato anche un anno di elezioni, dal cui esito è scaturita un'omogeneità politica tra il Governo nazionale, quello regionale e gli enti locali: da tale circostanza Messina intende trarre quelle opportunità che negli ultimi anni le sono state negate. Ci sono, infatti, taluni annosi problemi che la nostra città non può pensare di risolvere in tempi brevi facendo affidamento solo sulle proprie risorse e abbiamo, quindi, lavorato per creare un clima di collaborazione con i governi di Roma e Palermo. Grazie anche all'impegno dei parlamentari nazionali e regionali, la città è già riuscita a ottenere alcuni importanti riscontri: la dichiarazione dello stato di emergenza e la nomina di un commissario per la realizzazione di un primo modulo dell'approdo a Tremestieri, l'inserimento nella Finanziaria dei fondi per la realizzazione della “via del Mare” e la nuova legge sul Risanamento, mentre a breve si attendono da Palermo notizie certe – e positive – sulle vicende del Prg. Su tutto ciò prevale comunque – per la sua straordinaria importanza – la conferma, avuta nelle ultime settimane, della ferma volontà del Governo nazionale di dare avvio in tempi certi alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. E allora, se anche quello che fino a oggi sembrava solo un sogno comincia a diventare una concreta possibilità di sviluppo con cui cominciare a confrontarsi, vuol dire che possiamo guardare all'anno appena iniziato – e anche a quelli che verranno – con un rinnovato, sincero e fondato ottimismo. In tale prospettiva, i disagi e le difficoltà finora affrontati possono lasciare il posto alla fiducia in un avvenire migliore, degno della gloriosa storia di una città sempre capace di risollevarsi e di ritornare grande. Con l'auspicio che Messina possa, ancora una volta, dimostrarsi all'altezza delle sfide che l'attendono, rivolgo a tutti i cittadini l'augurio di un anno di serenità, di gioia e di successi».

2/02/2002

Fonte: gazzetta del sud

città mercato / Prosegue il confronto in commissione sul piano particolareggiato riguardante le cave di sabbia della Panoramica
È il momento di fare chiarezza
Alla seduta del 31 l'Amministrazione non si è presentata

Lucio D'Amico

All'appello hanno risposto solo i dirigenti del dipartimento di urbanistica. Nè il sindaco Leonardi nè l'assessore D'Alia si sono presentati il 31 dicembre alla seduta della terza commissione consiliare, per affrontare il “caso” politico più rovente dell'ultimo scorcio del 2001. L'amministrazione comunale, quindi, non ha ancora preso una posizione ufficiale sulla vicenda del piano particolareggiato riguardante l'area delle cave di sabbia della Panoramica e la previsione, assieme ad altri servizi ed infrastrutture, di una grande “città mercato”. Giustificata l'assenza del sindaco, rimasto a casa per malattia. Il vicesindaco, invece, nella stessa mattinata del 31, si è recato a Palazzo Zanca, ma solo per presiedere la riunione della giunta. Evidente il disappunto di molti consiglieri comunali che hanno ribadito la richiesta di un confronto con Leonardi e D'Alia, sollecitandone la presenza alla seduta di commissione convocata per stamane. La linea politica dell'Amministrazione, in teoria, dovrebbe essere chiara, visto che è stato l'esecutivo comunale ad approvare la delibera con il piano particolareggiato sul quale adesso il consiglio è chiamato a pronunciarsi. Ma, in realtà, le cose sono molto più complicate e non si può prescindere dalle dichiarazioni dello stesso Leonardi che, più volte, ha invitato le forze politiche e i gruppi consiliari a “sospendere” l'iter di qualsiasi progetto sia stato redatto in variante al Prg, almeno fino a quando da Palermo non arriverà la certezza dell'approvazione del nuovo strumento urbanistico. Il sindaco ha detto di non condividere la fretta con la quale la delibera è stata inserita all'ordine del giorno dei lavori consiliari, proprio perchè ciò è avvenuto in una delicatissima fase di transizione e nel momento in cui il consiglio è chiamato a pronunciarsi sull'atto di programmazione complessiva del settore urbanistico-commerciale. Far precedere lo strumento di pianificazione generale da un piano particolareggiato, proposto da una società privata (anche se fatto proprio dalla stessa giunta), non sembra il modo più corretto di procedere. Ma Leonardi, che ha preannunziato una lettera da inviare alla presidenza del consiglio comunale, ha evidenziato anche un altro importante aspetto: come potrebbe l'amministrazione presentare all'assessorato regionale al Territorio la delibera del piano particolareggiato, nel caso in cui il Cru decidesse, ad esempio, di approvare il Piano regolatore, respingendo però le osservazioni e le opposizioni presentate a suo tempo dai cittadini. È facoltà del Consiglio regionale dell'urbanistica valutare l'impatto dei ricorsi e degli emendamenti, giudicandoli negativamente qualora dovessero modificare, più o meno radicalmente, l'impianto complessivo dello strumento urbanistico. Non va mai dimenticato che il Prg di Messina è già reduce da una solenne e clamorosa bocciatura e si deve far di tutto per evitare che l'esperienza di quasi dieci anni fa si ripeta, a disdoro dell'intera classe politica e amministrativa della città. L'argomento della “città mercato” sulla Panoramica, dunque, è destinato a tenere banco anche in queste prime settimane del nuovo anno. Le divisioni registratesi all'interno dei gruppi di maggioranza sono tutt'altro che ricomposte. E se c'è chi spinge per l'immediata approvazione del piano particolareggiato, non sono in pochi a giurare che non voteranno mai la delibera, senza un approfondito confronto con l'amministrazione e con le forze vive della città, così come d'altra parte sollecitato dagli Ordini professionali, da gruppi, comitati e associazioni di categoria. Durante la seduta del 31 dicembre si è registrato un duro scontro tra il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Capurro e gli esponenti della precedente giunta. Secondo Capurro, la scelta di cambiare la destinazione delle cave di sabbia da «area di interesse ambientale e paesistico» a insediamenti commerciali e servizi di varia natura, risale proprio all'amministrazione Providenti, che ha elaborato la nuova variante al Prg. L'ex sindaco, da parte sua, ha detto che le indicazioni contenute nello strumento urbanistico erano perfettamente compatibili con le esigenze di tutela ambientale e di interesse paesaggistico dell'area e che, invece, sono state modificate con una delle osservazioni accolte dalla maggioranza consiliare e, quindi, con il piano particolareggiato proposto dalla società privata di Castellamare di Stabia. Alcuni consiglieri, tra i quali il diessino Tommasini e i rappresentanti del Ccd, hanno chiesto ai tecnici di visualizzare sulle tavole il confronto tra le scelte compiute nel '98 e quelle successive. «Ma quello che più conta – ribadisce Tommasini – è che oggi il sindaco esprima chiaramente il proprio giudizio, perchè qui si tratta di decisioni di grande rilevanza politica e non di scelte meramente tecniche».

Fonte: gds

Ambiente, un anno di lotte perdute

Emilio Pintaldi

Si è chiuso con un lungo elenco di problemi e qualche speranza per il futuro il 2001, un anno che per l'ambiente non è stato ancora una volta tra i migliori. Difficile citare tutti gli episodi e le situazioni che hanno messo in evidenza ed in negativo il capoluogo. Meglio restare sui casi emblematici.
Per la ex stazione di degassifica della Smeb si è consumato tutto entro il marzo dello scorso anno. Ci sono voluti mesi per capire che quella che doveva essere un impianto ecologico capace di trasformare in innocua acqua rifiuti petroliferi provenienti da mezz'Italia, era in realtà una bomba ecologica in pieno centro cittadino. Sono parole utilizzate dai periti nominati dai magistrati che hanno accusato i responsabili dell'operazione degassifica di avere violato alcune leggi sull'ambienteed hanno posto sotto sequestro l'impianto. Nel frattempo c'erano stati 240 intossicati, una serie di proteste e denunce.
Il decreto Ronchi sullo smaltimento dei rifiuti e sulla raccolta differenziata resta inapplicato. La spazzatura della città continua a fare il tour della Sicilia. C'è poi il capitolo relativo all'inceneritore di San Raineri dove il Comune ha praticamente buttato solo soldi grazie anche alla complicità di alcuni sabotatori e di funzionari che hanno ritenuto di dover riparare i danni subiti dall'impianto soltanto a pochi mesi dalla demolizione.
Il depuratore di Mili forse rappresenta l'unico caso al mondo in cui un impianto invece di attivare il sistema biologico emana odori nauseabondi rendendo la vita impossibile ai cittadini.
Ma in tema di fogne come non parlare di quanto successo al rione ferrovieri, sul viale della Libertà ed in via Manzoni. Si è scoperto grazie all'acqua inquinata arrivata dai rubinetti nella bitazioni di migliaia di cittadini che il sistema fognario e soprattutto i controlli su chilometri di conduttire lasciano a desiderare.
I laghi di Ganzirri continuano a rimanere una fogna a cielo aperto. Ci sono due novità però arrivate nel 2001:l'istituzione della riserva di capo Peloro almeno sulla carta e l'avvio dei lavori per cinque miliardi del nuovo sistema fognario.
Promesse solo promesse poi anche quest'anno sull'inquinamento acustico ed atmosferico. Che fine abbiano fatto i pannelli luminosi che avrebbero dovuto indicare le concentrazioni di inquinanti sul Boccetta ed in altre zona rischio della provincia nessuno lo sa. L'assessorato all'ambiente di palazzo Zanca resta nell'elenco delle incompiute.
Il 2001 è stato l'anno in cui per la prima volta su questo tema amministratori ed ex amministratori sono stati chiamati a rispondere per quanto hanno fatto o m eglio per quanto non hanno fatto per salvare l'aria del Boccetta dagli scarichi dei Tir. Il processo si aprirà il 21 febbraio. Tra gli imputati l'ex sindaco Franco Providenti e l'ex assessore all'ambiente Enza Sofo, l'attuale sindaco Salvatore Leonardi, l'attuale assessore all'Ambiente Giuseppe Santalco. Per la prima volta una associazione, il comitato "La nostra città" è considerata parte lesa e chiederà di potersi costituire parte civile.

L'emergenza tir cambia volto alla città
Bilancio 2001 Le tragedie causate dal transito dei mezzi pesanti, le fiaccolate, la protesta dei cittadini e la corsa a realizzare un nuovo approdo a sud
I poteri straordinari conferiti dal governo al prefetto Marino

Rosaria Brancato

Se il 2000 è stato l'anno della delibera sul doppio approdo, il 2001 è stato l'anno dello stato d'emergenza, quello in cui è apparso chiaro che la città deve comunque liberarsi dai Tir e che un approdo deve essere fatto subito, a sud.
Il 2001 è l'anno che ha dimezzato, almeno nei programmi, la delibera sul doppio approdo, dando una certezza, entro il 2002 avranno un attracco a Tremestieri destinato ai mezzi pesanti. Ma l'anno appena finito è stato anche quello delle fiaccolate, delle manifestazioni di piazza, dei comitati. A fare da spartiacque dei 365 giorni di viabilità è il 10 aprile alle 21, quando un Tir diretto agli imbarcaderi rompe i freni e travolge 25 auto, sradica alberi e pali della luce e finisce la folle corsa davanti alla chiesa dell'Immacolata. Una tragedia sfiorata. Solo tre i feriti.
Ma il terrore di chi ha visto, di chi ha schivato il bisonte in discesa libera, non può essere cancellato. Il giorno dopo la città si sveglia diversa. Ed inizia una nuova stagione di proteste. La gente è stanca. Il 13 aprile c'è il primo corteo, il 17 il secondo, con sempre maggiore affluenza. Agli appelli del comitato "La nostra città" e del "Movimento di liberazione di Messina" rispondono a centinaia. Tante quante saranno le fiaccole, la sera del 19 aprile, che attraverseranno la città, fino alla Rada San Francesco. Duemila no ai tir. Ci saranno altre due fiaccolate, il 26 aprile ed il 25 maggio.
Nel mezzo ci sono le elezioni ed i candidati cominciano a schierarsi. Nei dibattiti, nella campagna elettorale fa irruzione l'argomento approdo, diventa tema rilevante nei programmi. Mentre i comitati incontrano il prefetto, chiedono provvedimenti a breve, medio e lungo termine, il sindaco comincia a dichiarare che l'approdo a sud deve essere realizzato subito, con priorità e nel frattempo pensa a soluzioni tampone per l'immediato. Come le fasce orarie e l'obbligo di transito ai tir che trasportano merci pericolose dallo svincolo di Tremestieri. Quello delle fasce orarie sarà un altro capitolo doloroso, fatto di pro e di contro, di proroghe, di incidenti. La gente, l'ottavo quartiere, le associazioni chiedono tre fasce durante le quali venga vietato il passaggio dal Boccetta ai tir, 7-9, 12-15, 19-21. Alla fine ne ottengono due, dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20.
Durante le due fasce orarie i tir devono usare gli svincoli di "Messina centro", "Gazzi" e "Tremestieri". Mentre gli abitanti del Boccetta respirano, quelli del centro e della zona sud iniziano a protestare. "I tir non li vogliamo" gridano. E arrivano anche i primi incidenti mortali. Il 31 maggio un anziano viene travolto da un camion sulle strisce pedonali sulla SS114. Il no ai tir diventa corale, alla battaglia del Boccetta si unisce la zona sud. Continuano le manifestazioni ed il mese dopo, a giugno, un'anziana viene uccisa, da un altro tir, a Contesse, là dove il traffico gommato è stato spostato. Le fasce orarie hanno solo spostato il dramma.
Il 7 giugno c'è il primo corteo della zona sud. Le fasce orarie continuano e verranno prorogate di volta in volta fino a ottobre. A giugno però c'è una nuova sorpresa. L'annuncio che da ottobre verrà attivata una nuova linea di collegamento, la Messina-Salerno destinata ai mezzi pesanti e con attracco al molo Norimberga. I Tir in pieno centro. Inascoltate le perplessità dei sindacati sulla pericolosità di invasature troppo vicine, quelle destinate ai privati e quelle usate dai traghetti delle Ferrovie. Perplessità che restano inascoltate anche ad ottobre, quando la Cartour inizierà i collegamenti, ed a novembre quando si sfiora una collisione tra le navi ma non a dicembre, quando, il 17 la Cartour a causa del forte vento investe due navi delle Ferrovie.
Nessun ferito, solo danni. La Capitaneria sospende temporaneamente i collegamenti. Troppi i rischi. Nel 2002 la Cartour potrà utilizzare il molo Norimberga solo con l'autorizzazione rilasciata di volta in volta dalla Capitaneria. Nel corso dell'estate il sindaco Leonardi è riuscito intanto a strappare alla Regione un accordo di programma, per la realizzazione, attraverso il project financing dell'approdo a sud. A fine giugno, allo scadere dei termini, ci sono due progetti, quello del gruppo Tourist Caronte e quello dell'Amadeus. Per l'attracco, la bretella di collegamento con l'autostrada e le infrastrutture necessarie, la Regione stanzia 41 miliardi. L'estate passerà così.
Con il nuovo governo Cuffaro, i nuovi deputati, i nuovi assessori, le nuove commissioni, e nessuna novità per l'approdo. Tempi lunghissimi, iter interminabili. A settembre Leonardi fa ancora la spola con Palermo per ottenere i primi passi concreti. Ad ottobre revoca le fasce orarie e le sostituisce con un divieto notturno di transito dal Boccetta. Di fatto i mezzi pesanti tornano indisturbati tutto il giorno sul viale Boccetta e la sera, dalle 21, per un contorto aggrovigliarsi di divieti, cantieri del tram, percorsi alternativi, finiscono persino sulla via I Settembre nuova di zecca, appena restaurata. I danni lasciati da bisonti si vedranno poco dopo. Inutili le proteste dei commercianti, non esistono alternative, cantieri a macchia di leopardo, divieti, viabilità via via impossibile da gestire.
Gli autisti dell'Atm protestano, le corsie preferenziali sono diventate terreno di marcia e zone di sosta. In un mese i vigili urbani elevano 7 mila contravvenzioni. Servono a poco. Anche il piano di viabilità per Natale, si rivela inutile. Sul finire del 2001 la situazione è quella di sempre, i mezzi pesanti continuano a scorrazzare liberamente, l'approdo a sud è ancora e solo un'intenzione. Ma a mezzogiorno del 5 novembre una signora di 89 anni attraversa la strada, al Boccetta. Nunziativa Aversa ha fatto la spesa come ogni mattina, si appresta a tornare a casa dove l'attende il fratello. L'anziana ha una stampella, zoppica. Un Tir la travolge, poco dopo il semaforo, le trancia le gambe. Morirà poche ore dopo al Policlinico.
Nello stesso momento giovani, anziani, studenti, casalinghe, commercianti, bloccano il viale Boccetta. Resteranno lì, sulle strisce pedonali fino a sera. Un blocco di 9 ore, il traffico paralizzato. Il sindaco Leonardi dice "basta, non siamo riusciti a risolvere il problema da soli. Sono pronto a dimettermi ma è ora che qualcuno intervenga". Scrive un telegramma al ministro degli Interni Claudio Scajola, chiede l'intervento della protezione civile. Ogni giorno, dal 5 novembre, una protesta. A Palazzo Zanca, in Consiglio il sindaco ribadisce la decisione di rimettere il mandato, gettare la spugna. Poco dopo il ministro degli Interni Scajola, su richiesta del parlamentare di Forza Italia Rocco Crimi, decreta lo stato d'emergenza per la città dello Stretto e decide di nominare un commissario per la realizzazione dell'approdo.
Passerà un altro mese prima che il ministro firmi un'ordinanza, fatta su misura per le esigenze della città. Ad essere nominato commissario straordinario è il prefetto, Giosuè Marino che ha adesso la possibilità, grazie ad un provvedimento calibrato con attenzione, di bypassare gli ostacoli e gli iter burocratici per arrivare entro l'anno alla realizzazione di un attracco a sud. L'obiettivo è snellire le fasi della progettazione, dell'appalto, dell'avvio dell'opera. Ci sono 41 miliardi della regione, Marino avrà lo staff per poter agire, potrà muoversi in deroga ad alcune leggi.
Il 2001 si è concluso con altre fiaccolate e manifestazioni per non smettere di vigilare, perch‚ i riflettori non devono spegnersi, passo per passo, giorno per giorno fino a quando i tir non percorreranno quella bretella che li porterà all'approdo. Si è concluso con l'inaugurazione dello svincolo di San Filippo, piccolo passo atteso per dieci anni. L'anno nuovo inizia ancora i mezzi e pesanti che attraversano il centro urbano, ma con una speranza in più, rispetto al passato: che a Capodanno 2003 non conteremo più le vittime dei Tir.

Fonte: gazzetta del sud

Fiera / Una lettera del dott. Gaetano Mobilia
Piena fiducia negli inquirenti
Disponibilità della Compagnia del Mare a fornire tutti i chiarimenti sulla vicenda della concessione quadriennale


Nell'edizione di ieri abbiamo dato notizia dell'inchiesta che la Procura della Repubblica sta conducendo da diversi mesi sulla procedura di rilascio della concessione della Cittadella fieristica alla “Compagnia del Mare”, decisa dal Comitato portuale. Abbiamo altresì riferito della conclusione di una prima fase dell'inchiesta, con il deposito di una serie di richieste da parte della Procura all'ufficio del Gip, con l'ipotesi di reato di turbativa d'asta e abuso d'ufficio. In merito – con una nota –, interviene il dott. Gaetano Mobilia, presidente della “Compagnia del Mare”-Messina Hub Navale”, per «precisare di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale e per dire che «ne prende atto con estremo stupore». «Il sentimento di profondo rispetto nei confronti di eventuali indagini in corso – prosegue Mobilia –, pur nella consapevolezza di aver sempre operato con la massima trasparenza ed in piena legalità, non consente in questa sede di svolgere alcun commento in ordine alle anticipazioni giornalistiche. La “Compagnia del Mare” manifesta – conclude Mobilia –, la propria piena ed incondizionata fiducia nell'operato degli organi inquirenti ed ha già anticipato a mezzo dei propri legali di fiducia, prof. Mario Caldarera ed avv. Nino Favazzo, la più ampia disponibilità a fornire ogni utile chiarimento sulla vicenda al solo fine di consentire e di ricostruire la verità nel più breve tempo possibile».

Iter ancora lungo – Si spacca il Ccd
Città-mercato: placet del Consiglio comunale con 20 voti favorevoli

G. L. R

Venti favorevoli, 4 astenuti e un contrario: è passata intorno alle 17 di ieri, in Consiglio comunale, la variante al Prg per la realizzazione della città-mercato con annessi verde attrezzato, parco giochi, cinema multisala, elipista per il distaccamento nord dei VdF e parcheggi in un'area di 100mila metri quadrati nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica. Le polemiche l'hanno fatta da padrone anche ieri: prima in 3ª commissione poi in Consiglio. I Ds, incassato il parere negativo dell'Urbanistica e la successiva bocciatura degli 8 emendamenti presentati, hanno deciso di abbandonare l'aula. Dalla «radiografia» del voto emerge una spaccatura nella maggioranza, in particolare nel Ccd, partito dell'assessore che ha proposto la delibera, Gianpiero D'Alia. I 4 astenuti, infatti, sono tutti della «Vela»: il capogruppo Terranova, Santalco, Puglisi e Rizzo. Il voto contrario è dell'indipendente Centofanti. Favorevoli: Abbate, Amata, Burrascano, Capillo, Capurro, Crifò, Crupi, Cucinotta, D'Amore, De Salvo, De Stefano, Donato, Franchina, Galli, Livio, Mangano, Mondello, Romeo, Santoro e Violato.
L'iter che porterà alla realizzazione del mega-progetto dell'«Adroma impianti» di Castellammare di Stabia, inserito tra i 21 progetti privati nel Prusst, è ancora piuttosto lungo. Si parla di almeno 6 mesi per la prima pietra, certamente dopo il rientro in città del Prg attualmente all'esame del Cru. Approvata in Consiglio, la delibera sarà pubblicata per 20 giorni, entro i quali i cittadini interessati potranno presentare eventuali opposizioni e/o osservazioni. Poi tutto l'incartamento sarà girato all'Urbanistica, i cui dirigenti dovranno apporre uno per uno i loro pareri. Dopo le opposizioni e le osservazioni saranno votate singolarmente in Consiglio. Infine, il malloppo andrà al gruppo XXX dell'assessorato regionale al Territorio e al Cru, che esprimerà il suo parere definitivo.

Il sindaco ha verificato il programma dei lavori con la «Gepco»: fino al 30 aprile saranno eseguiti collaudi e verifiche
«Tram ultimato entro il 15 febbraio»
Nuovo percorso obbligato per i Tir sbarcati dalle Fs e diretti in autostrada

Giuseppe Lo Re

Passato il 31 dicembre, il termine per ultimare i lavori del tram è il 15 febbraio. E va rispettato al minuto, senza intoppi o tentennamenti, in modo da iniziare con ampio margine la fase delle verifiche e dei collaudi, che dovranno essere completati entro la scadenza improrogabile del 30 aprile. L'ammonimento è stato lanciato ieri mattina dal sindaco, che ha presieduto una riunione con la direzione lavori e i responsabili dell'impresa «Gepco-Salc».
Leonardi ha chiesto di rispettare la «tabella di marcia» senza diminuire la forza lavoro nei cantieri. Insomma, ha sollecitato la stretta finale nell'interesse di tutti: del Comune, della cittadinanza e della stessa impresa. Tutto dovrà essere a posto prima dell'inizio delle verifiche finali, che «accompagneranno» l'iter fino all'ingresso in esercizio del tram previsto nella prossima estate. In attesa di quest'«evento» la commissione regionale di collaudo sarà in città già nei prossimi giorni, per controllare l'andamento degli interventi. Poi tornerà subito dopo la metà di febbraio.
Bypass sul viale Boccetta — La risposta della «Gepco» alle sollecitazioni è stata positiva. I segnali si vedranno già nei prossimi giorni, quando dovrebbero essere chiusi i cantieri sulla via Vittorio Emanuele. Stabilito anche che entro il 14 gennaio sarà aperta una corsia nella parte a valle del viale Boccetta, in modo da consentire il collegamento tra via Garibaldi e il tratto iniziale del viale della Libertà, attualmente reso impossibile dalle recinzioni della ditta ligure.
Un'altra ordinanza per i camion — Altro problema discusso ieri mattina è la strozzatura creata dai camion, che procedono da sud a nord, costretti a svoltare da via Garibaldi al corso Cavour davanti alla Prefettura. Il sindaco ha suggerito una modifica all'assessore, Turi Rizzo e al comandante della Polizia municipale, Calogero Ferlisi. Quest'ultimo già nel primo pomeriggio di ieri ha effettuato un sopralluogo. E stamattina, insieme al dirigente della ripartizione Viabilità, Mario Pizzino, lavorerà per la predisposizione di un'ordinanza. In sostanza, sarà vietato di utilizzare lo svincolo di Boccetta ai camion sbarcati dalle Fs o dagli imbarcaderi di «Ngi» e «Meridiano lines».
«La soluzione – ha spiegato Ferlisi – eviterà problemi al traffico nella zona della Prefettura e, soprattutto, consentirà un'organizzazione più logica dei flussi». I mezzi pesanti, con cartelli e segnalazioni adeguati, saranno dirottati, appena sbarcati all'altezza del viale S. Martino, in direzione di via Campo delle Vettovaglie. Poi, attraverso via La Farina e il viale Europa, imboccheranno l'autostrada a Messina centro.
In servizio gli ausiliari — Giornata di riunioni operative, quella di ieri, anche in vista dell'entrata in servizio dei 15 nuovi ausiliari del traffico. Si tratta di ex ispettori dell'Atm che hanno superato una selezione ad hoc, con la supervisione della Polizia municipale. Mercoledì hanno ricevuto palette, fischietti e blocchetti per le multe. Da oggi saranno in strada, inizialmente accompagnati dai Vigili urbani in una sorta di «tirocinio» che dovrebbe durare un mese.
I 15 avranno «licenza di multa», con particolare riferimento alle «situazioni che creano ostruzione al transito degli autobus». L'attenzione, quindi, sarà incentrata soprattutto sulle corsie preferenziali di via Garibaldi.

Fonte: gds

Euro, ritoccati i biglietti su traghetti e autostrada

Enzo Gallo

I disagi creati dall'introduzione dell'Euro, non riguarda solo banche, poste od esercizi commerciali. Infatti ieri mattina si sono create file agli imbarcaderi sia pubblici che privati, proprio per i problemi riguardanti il pagamento con la nuova moneta. Sul viale della Libertà per gran parte della mattinata, i vigili urbani sotto una pioggia battente, hanno avuto il loro da fare per poter far defluire il traffico, bloccatosi per le code di auto in attesa di traghettamento.
Causa delle lunghe attese (in media un'ora per poter solcare lo Stretto), "intoppi" creati dal pagamento dei biglietti in euro o perlopiù dal resto che veniva girato agli automobilisti in centesimi. In molti si sono bloccati perch‚ non riuscivano a far quadrare i conti nel loro portafoglio. In più la sgradita sopresa della maggiorazione del costo del biglietto. Sino a dicembre una corsa coi traghetti privati costava 30.000 lire, nella stessa giornata, mentre adesso si paga 16 euro e 40 centesimi circa, pari a quasi 32.000 lire.
Anche ai caselli autostradali sulla A18 e sulla A20, il pedaggio minimo è passato dalle vecchie 1.900 lire ad un euro tondo (1936,27). 

"Messinambiente", La Cava (An) vicino alla nomina di presidente

Erano 35, sino a ieri, le candidature giunte a palazzo Zanca per le poltrone di presidente e consigliere d'amministrazione della Messinambiente, la società che cura la raccolta dei rifiuti. Mentre appare sempre più scontata la nomina di Sergio La Cava, esponente di An ed amministratore della Ngi, l'amministrazione comunale si appresta quindi ad aprire le buste consegnate in segreteria. Nessuna notizia ufficiale sui nomi in lizza ma soltanto attendibili indiscrezioni. Tra i candidati che hanno presentato il curriculum figurano, oltre a La Cava anche l'ex assessore comunale Pietro Currò del partito repubblicano, l'architetto Saro Pizzino del partito socialista, Giuseppe Cafeo (presentato dal capogruppo di Forza Italia Giuseppe Capurro), e Carmelo Ietto.
Tra i concorrenti al posto di revisore figurano invece Antonio Torrisi, (presentato da Elvira Amata); Elio Capillo (presentato da Fabio D'Amore) e Panizza Scarcella (dall'unione commercianti).


Il prefetto: verrà data priorità ai progetti realizzati da enti pubblici

Giusi Parisi

Entro il 12 gennaio il primo passo per la realizzazione dei due approdi d'emergenza di Tremestieri, in prossimità dello svincolo autostradale. Il prefetto, nominato Commissario delegato per l'attuazione e la realizzazione dell'opera dovrà costituire un comitato tecnico-amministrativo con funzioni di consulenza su questioni di carattere giuridico, sull'esame dei progetti da attuare sotto il profilo della qualità tecnica e sulla congruità economica.
Perch‚ il prefetto e non il sindaco, come a Milano e Venezia, come commissario dello stato d'emergenza?
"Da quanto ho appreso - dice Giosuè Marino - la richiesta è venuta direttamente dal sindaco Leonardi in quanto attualmente impegnato su più fronti nel portare a soluzione le altre emergenze della città. Ha creduto che la soluzione prospettata fosse la più idonea, efficace e tempestiva, attraverso un sinergico coinvolgimento di tutti gli enti interessati a perseguire lo scopo. Si utilizzano, così, le speciali prerogative previste dall'ordinanza del ministro dell'Interno".
Come si muoverà per realizzare l'incarico conferito?
"Potrò avvalermi d'un comitato del quale fanno parte un avvocato dello Stato, un magistrato amministrativo, un dirigente del ministero dei trasporti oltre a rappresentanti dell'assessorato regionale al Territorio, dei Lavori pubblici, dei Beni culturali, dell'Anas e del Comune. La stessa ordinanza prevede che mi posso avvalere di tutte le amministrazioni competenti a vario titolo".
Per le designazioni, ha già in mente qualche nome?
"Ho avviato i contatti necessari sia pure con le difficoltà del periodo festivo in corso. Tra sette giorni, però, tutto sarà pronto".
Chi potrebbe remare contro il Commissario?
"Credo sia maturata in città la consapevolezza di dover trovare una soluzione definitiva all'attraversamento dei Tir. Francamente, mi è difficile immaginare avversioni. Disponiamo d'uno strumento eccezionale ed è necessario che tutti insieme lo si utilizzi al meglio".
Basteranno i progetti di Franza e Matacena? O verranno coinvolti anche gli enti pubblici?
"E' previsto che mi possa avvalere delle progettualità elaborate da amministrazioni pubbliche. Se ciò sarà possibile, ed in tempi assolutamente contenuti, tanto meglio. In caso contrario, bisognerà fare altrimenti".
Chi ha più "chance" di vincere l'appalto a trattativa privata?
"Non è un problema di "chance". Si tratta soltanto di muoversi il più velocemente possibile coerentemente alle indicazioni del ministero utilizzando, ove possibile, quanto le amministrazioni pubbliche hanno già espresso o sono in grado di apprestare".
Quelli di Tremestieri sono solo approdi d'emergenza o diventeranno stabili?
"Gli approdi saranno parte d'un progetto più complessivo. Ci siamo ormai abituati a definirli d'emergenza perch‚ sono la risposta immediata ad una situazione che pesa gravemente sulla città. E' chiaro che una volta realizzati dovranno essere completati secondo le scelte espresse dal Comune".
Perderanno valore gli approdi d'emergenza con la costruzione del ponte?
"L'ordinanza risponde alla finalità di realizzare subito parte degli interventi strutturali scelti l'anno scorso dalla municipalità. E' questa che si è intestata, legittimamente, la responsabilità di individuare il sito degli approdi. L'ordinanza si muove nel rispetto delle scelte del sindaco e del consiglio comunale. Comunque, tempi tecnici indispensabili per la costruzione del ponte giustificano ampiamente la realizzazione degli interventi a Tremestieri".

Gli ausiliari per il traffico, da oggi l'avvio del servizio

Enzo Gallo

E' slittato di 24 ore, l'inizio della nuova occupazione da parte dei 15 ispettori dell'Atm sulle strade cittadine. Infatti solo da stamane vedremo i nuovi " controllori del traffico", operativi sulle corsie preferenziali così come disposto dal Comune di concerto con la polizia municipale.
Il loro compito principale, sarà quello di non fare parcheggiare le autovetture sulle corsie destinate ai bus, contraddistinte dalla linea gialla, facendo sì che la corsa del mezzo pubblico possa essere più fluida rispettando gli orari di percorrenza. Il nuovo servizio è slittato di un giorno in quanto ieri si sono dovuti mettere a punto alcuni dettagli fra i nuovi ispettori e i vigili urbani.
Tant'è che nella stessa giornata, si è svolta una riunione fra i 15 ausiliari del traffico, alcuni dirigenti dell'Azienda trasporti ed il tenente dei vigili urbani, Santi Vita. Gli ispettori saranno riconoscibili per il tesserino, consegnato direttamente dal sindaco, per una divisa blu, ma soprattutto per una fascia al braccio con la scritta "ausiliario del traffico".
Da oggi dunque, i cittadini dovranno fare attenzione alle nuove figure professionali, perch‚ oltre ad elevare multe per divieto di sosta sulle corsie adibite al mezzo pubblico, controlleranno gli autobus anche dall'interno. Anche da Roma arrivano notizie confortanti sui nuovi ispettori. Infatti nella capitale il servizio è attivo già dallo scorso anno, dando appieno i frutti sperati all'inizio.

Consiglio comunale, sì a maggioranza per l'ipermercato sulla "Panoramica"

Emilio Pintaldi

La delibera sulla variante al piano regolatore che riguarda la realizzazione di un ipermercato e di una grande area attrezzata sulla Panoramica dello Stretto passa a maggioranza (otto ore di dibattito) a Palazzo Zanca ma lascia sul campo gravi strappi all'interno del centrodestra. In gioco un megaprogetto da 94 miliardi lanciato attraverso i progetti di riqualificazione urbana dalla "Adroma" di Castellamare di Stabia.
Il Consiglio in pratica ha dato il placet alla trasformazione di 50.000 metri quadri, in deroga allo strumento urbanistico, ad attività commerciali e servizi. Alla fine, dopo una lunga seduta di commissione iniziata alle 10 del mattino ed una riunione di consiglio conclusasi soltanto alle 17,45, il provvedimento è stato approvato con venti voti favorevoli, un voto contrario (Calogero Centofanti) e quattro astensioni. Proprio questi ultimi quattro voti rappresentano il fatto politico più importante della serata.
Ad astenersi infatti sono stati il capogruppo del Ccd Giuseppe Terranova ed i tre consiglieri Carmelo Santalco , Giuseppe Pugliesi e Giuseppe Rizzo. In pratica ben quattro dei sei consiglieri del Ccd hanno voltato le spalle a chi aveva proposto la delibera: il vicesindaco Giampiero D'Alia, parlamentare della Vela e figlio del leader del partito Totò. Una posizione di distinguo che materializza sempre più quel gruppo di dissidenti rimasti sin ad oggi nell'ombra e molto vicino al deputato Pippo Naro. Un'astensione motivata dalla necessità di attendere prima di votare qualsiasi variazione l'approvazione del nuovo piano regolatore.
Assenti per Forza Italia al momento del voto Raimondo Burrascano, Roberto Sparso e Giuseppe Giliberto. I vertici di Fi, pur esprimendo un parere favorevole sull'impianto generale del provvedimento avevano lasciato liberi i consiglieri di esprimere il proprio voto. Rocco Crimi, parlamentare azzurro e dirigente nazionale di partito eletto nel collegio nord, non aveva nascosto la sua contrarietà al progetto. In aula assenti il sindaco ed i componenti della giunta. Il voto finale è avvenuto senza la presenza dei consiglieri del centrosinistra che hanno abbandonato l'aula in segno di protesta dopo che uno ad uno erano stati bocciati tutti gli emendamenti ed il tentativo di rinviare di 24 ore il dibattito.
Accesi gli interventi del Ds Filippo Tommasini e degli ex assessori Gaetano Giunta e Luigi Beninati sintetizzati dalle ultime parole pronunciate dall'ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Mangiapane. "Quest'atto è indegno per questa città". Secondo il centrosinistra il provvedimento non avrebbe tenuto in alcun conto le valutazioni commerciale, occupazionale ed ambientale richieste dalla legge. Nel progetto figurano la realizzazione di una serie di servizi che saranno realizzati dai privati ma ceduti alle istituzioni: una caserma dei vigili del fuoco, un eliporto, un parco giochi, un cinema multisala, la viabilità collegata al Ponte sullo Stretto.

Le Istituzioni illegali

Bob Brown

L'episodio della "sanzione amministrativa" elevata nei confronti di alcuni dei partecipanti alla manifestazione contro l'attivazione della linea Messina-Salerno dal molo Norimberga, ovvero dal centro della città, non deve meravigliare più di tanto ma deve finalmente convincere i cittadini veri ed onesti del clima da regime in cui si trova il Paese e quindi la città di Messina.
E' inutile che qualche "bacchettone" mascherato da alto funzionario dello stato si affanni a ripetere che l'atto era dovuto in quanto era stata presentata una circostanziata denuncia da parte dei soggetti "interessati" perchè, appena due anni fa, non è stato mosso un dito da parte delle forze dell'ordine nei confronti di una piccola organizzazione di autotrasportatori che paralizzò l'intera Sicilia infliggendole danni economici per migliaia di miliardi (a proposito: lo sapete che la sede catanese di quell'organizzazione è anche sede delle "consorelle"del traghettamento sullo Stretto di Messina?).
Visti i segnali precisi che vengono dal governo nazionale che combatte strenuamente una battaglia contro il potere giudiziario "reo" di non volere archiviare gli ultimi processi contro il premier e i suoi "lacchè", è abbastanza ovvio che a Messina non solo i politici ma anche gli alti burocrati si pieghino ad esercitare il ruolo comodo e gratificante dello "yesman".
E' da alcune di queste considerazioni che bisogna partire per agire ed incidere più concretamente non solo intensificando le manifestazioni ma tenendo bene presente, per le prossime elezioni, gli uomini politici che hanno favorito tutto questo ovvero i consiglieri comunali che hanno votato la delibera per il doppio approdo, una certa sinistra da sempre "organica" al potere dei traghettatori ovvero quella stessa sinistra che ha "piazzato" suoi uomini all'Autorità Portuale, all'Ente Porto e, addirittura, in testate televisive che, a chiacchiere, combattono i cosiddetti "predatori" dello stretto.

5/01/2001

Fonte: gazzetta del sud

atm / Da ieri attivo il servizio di controllo sulle corsie preferenziali
In campo i “sorveglianti”


Da ieri è più “rischioso” percorrere le corsie preferenziali oppure lasciarvi l'auto in sosta: sono infatti entrati in pieno servizio i 15 “ispettori” indicati dall'Atm e nominati mercoledì dal sindaco ausiliari del traffico. Il servizio è stato avviato in sinergia con il comando dei vigili urbani, i cui agenti coadiuveranno gli ispettori, ex autisti promossi alla qualifica di “addetti all'esercizio” e che anche se con compiti di sorveglianza del traffico limitati alle corsie preferenziali, rimarranno, come sottolinea il direttore generale dell'Atm Claudio Conte, comunque alle dipendenze dell'azienda. La sorveglianza sarà appunto incentrata sulle corsie preferenziali, dove gli ispettori potranno elevare multe e richiedere l'intervento del carroattrezzi, per il primo mese con la collaborazione di agenti di polizia municipale che insegneranno il “mestiere” e poi autonomamente, in attesa, tra l'altro, di essere forniti di telefoni cellulari e mezzi. In prospettiva, comunque, il servizio verrà effettuato proprio a bordo degli autobus, per la cui “tutela” il controllo è stato ideato. Troppo spesso, infatti, la corsia diventa “preferenziale” per gli automobilisti, che la usano come pista riservata o come comodo parcheggio di fronte al negozio di turno, causando gravi ritardi nei tempi di percorrenza dei bus. E ieri mattina un gruppo di ispettori accompagnato da alcuni vigili si è “sguinzagliato” sulla via Garibaldi, dove ogni giorno è possibile osservare una teoria di mezzi Atm incolonnati nella corsia preferenziale invariabilmente intasata di auto, e sono anche fioccate le prime multe. L'area di esercizio degli ispettori si estende a qualunque strada nella quale sia istituita una corsia riservata, anche se le zone “calde” ricadono in particolare fra le piazze Cairoli e Castronovo. Gli ispettori saranno riconoscibili non solo per il fischietto e la paletta, ma anche per la divisa Atm e il tesserino di ausiliare del traffico, consegnato dal sindaco nei giorni scorsi nel corso di una cerimonia.

L'Ordine degli Architetti preannuncia l'opposizione

Natalia La Rosa

La Regione vuol vederci chiaro nell'approvazione del piano particolareggiato per le ex cave di sabbia sulla Panoramica e prepara l'invio degli ispettori a Palazzo Zanca. L'assessorato regionale al Territorio e ambiente ha infatti scritto al Comune per chiedere chiarimenti sulla procedura che ha portato al voto favorevole in consiglio comunale sulla delibera riguardante la realizzazione di un ipermercato e di un'area dedicata a servizi (eliporto, caserma dei vigili del fuoco, cinema) sulla Panoramica. «L'assessore Bartolo Pellegrino e il direttore generale dell'assessorato Nino Scimeni – spiega il deputato regionale Filippo Panarello, firmatario di un'interrogazione parlamentare sull'argomento – mi hanno confermato che la procedura è partita con la richiesta di chiarimenti cui, se non sarà dato riscontro nel giro di tre-quattro giorni, seguirà l'invio degli ispettori. Da parte mia, sulla base dei nuovi atti – prosegue il deputato diessino – sto predisponendo un'interpellanza per chiedere ulteriori verifiche sulla proposta di delibera della giunta approvata in Consiglio e sull'intero iter dell'adozione, chiaramente viziato sul piano procedurale». Intanto, è unanime il fronte di opinioni contrarie all'imponente progetto di edificazione. «Non ho ancora visto il progetto, che mi riservo di approfondire, come cittadino e professionista, ma ho come l'impressione che il figlio sia nato prima del padre – è il commento del presidente dell'Ordine degli architetti Dario la Fauci –. Mi chiedo, poi, se nella delibera di Giunta siano stati previsti anche gli espropri connessi alla realizzazione del piano particolareggiato, così come richiede la legge. La zona, tra l'altro, mi sembra inadatta non solo sotto il profilo viabile, ma anche pensando alla necessaria realizzazione delle opere di urbanizzazione. Si è andati troppo veloci, mentre altre opere pubbliche restano bloccate. Il direttivo dell'ordine presenterà opposizioni al piano e per questo richiederà tutti gli atti: anche noi avremmo dovuto essere interpellati, mentre è del tutto mancato il confronto». Anche il capogruppo dei Ds Giuseppe Mangiapane torna sull'argomento, parlando di «regali di Natale ai proprietari del terreno e a un soggetto imprenditoriale privato» e giudicando il voto del Consiglio come «un atto di sfiducia nei confronti del sindaco». La Confesercenti, in una nota firmata dal presidente Salvatore Sciliberto, annuncia «forme di protesta civile» che il consiglio direttivo sta organizzando, mentre di «sistema diffuso di illegalità» e di «gestione fallimentare del territorio» parla il Comitato La nostra città. Anche l'associazione dei commercianti di Barcellona “24 Marzo”, con una nota del presidente Salvatore Villarosa, afferma che «la nascita di una megastruttura a Messina penalizzerebbe in modo irreversibile quanto rimane delle piccole attività commerciali sia nel capoluogo sia nei Comuni che orbitano nel raggio di circa 30 chilometri. L'Unione europea spende per incentivare le piccole attività commerciali: il Comune di Messina, invece, dopo avere sbandierato la partecipazione ai “sistemi commerciali integrati” attiva ora la città mercato. Ciò che noi come associazione non riusciamo a comprendere è la totale assenza d'intervento da parte delle associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti». Prendono, tempo, invece, gli ambientalisti che non sono mai intervenuti ufficialmente nel dibattito acceso durante l'iter consiliare della delibera e che non lo faranno prima di qualche settimana: «Ci pronunceremo – annuncia Daniele Ialacqua, presidente del circolo di Legambiente Messina – dopo una riunione con gli altri circoli che convocheremo la prossima settimana. Comunque in passato siamo sempre intervenuti su quell'area che doveva essere ripristinata dal punto di vista ambientale con l'eliminazione delle cave, ma nessuno ci ha mai ascoltati. Le battaglie vanno fatte nei momenti opportuni e allora sarebbe stato un vantaggio per la città, ora non sappiamo se quell'area potrà essere sottratta alle grinfie di chi vi ha messo gli occhi addosso. Quanto le pressioni siano forti si vede, tra l'altro, anche dal contrasto tra il sindaco e la sua maggioranza». «Non è comunque ancora detta l'ultima parola – osserva il direttore della Confcommercio Roberto Corona – Attiveremo tutte le iniziative volte a difendere la rete distributiva cittadina e ci opporremo a questa delibera. Tra l'altro non è stata data ancora alcuna autorizzazione amministrativa, per la quale occorrerà una concertazione a livello comunale. Non cerchiamo di difendere interessi corporativi, ma vogliamo che l'economia locale venga valorizzata e non soffocata».

La vicenda Dall'inserimento nel Prusst del progetto Edil-Tecnos al subentro dell' Adroma
I “perché?” su un iter-lampo


Max Passalacqua

Una lunga storia, caratterizzata però da “accelerazioni” nei momenti giusti. Una vicenda all'ombra della quale si scontrano non solo interessi economici, ma anche “giochi” politici o di potere. L'approvazione in Consiglio comunale del piano particolareggiato chiude un iter iniziato nel '99 con la presentazione, nell'ambito del programma Prusst, del progetto redatto dall'arch. Pasquale La Spina per conto della Edil-Tecnos che prevede un investimento di 94 miliardi 28 milioni per la realizzazione di un centro commerciale (22.000 mq di superficie coperta), parcheggi, verde attrezzato, un eliporto, un rifornimento di benzina e la caserma dei Vigili del fuoco nell'area delle cave di sabbia sulla Panoramica. La previsione è di 200 posti di lavoro e un fatturato annuo di almeno 250 miliardi «in funzione delle ricerche fatte sul bacino di utenze di una struttura dimensionata come in progetto». Al momento, chiarisce La Spina nella relazione, «sia il Prg vigente sia quello in progetto non prevedono zone omogenee con la destinazione commerciale e quindi la società ha richiesto (con ricorso alla Variante al Prg) la trasformazione dell'area». Alla richiesta di integrazioni sulla partecipazione al Prusst da parte dell'assessore Gianfranco Scoglio, l'amministratore unico della Edil-Tecnos il 15 luglio '99 chiarisce che «l'insediamento è compatibile con la logica di destinazione impressa dalla Variante generale all'area de qua . La classificazione è, per consistente e prevalente parte, commerciale e con autonoma osservazione alla Variante al Prg la società ha richiesto la destinazione dell'intera area a “zona polifunzionale e di interesse collettivo a prevalente destinazione commerciale” (F1f)»; a curare la realizzazione, insieme alla Edil-Tecnos, sarà la Russottifinance, mentre «l'iniziativa sarà gestita da un primario operatore del settore, e sotto i suoi marchi. Comprensibili esigenze di riservatezza imprenditoriale – scrive l'amministratore della società – richiedono che il nominativo di tale impresa del settore sia comunicato solo in sede di valutazione nel merito della proposta dietro richiesta dell'amministrazione». Con la “garanzia” di questi grossi nomi, il progetto prende subito un abbrivio notevole: il 22 luglio '99, la Consulta per la formazione del Prusst dà il via libera al progetto della Edil-Tecnos, che trova l'approvazione anche da parte del direttore di Confcommercio, Roberto Corona (che invece oggi si oppone alla delibera come l'ing. Edoardo Milio, anche lui componente la Consulta): «Il dr. Corona – si legge nel verbale – ritiene che è necessario guardare alla funzione sociale del commercio, alla integrazione delle grandi attività con quelle piccole e quindi al nulla osta che la Regione dovrà rilasciare per le grandi strutture di vendita. Le aree individuate sembrano compatibili con gli strumenti urbanistici e quindi con i princìpi di sviluppo della rete commerciale. Tali insediamenti escludono la possibilità, per il prossimo futuro, del rilascio di ulteriori autorizzazioni al fine di non recare danni al sistema distributivo esistente». Lo stesso sindaco Leonardi, il 21 settembre '99, invita il comando provinciale dei Vigili del fuoco «a inoltrare, direttamente al competente assessorato regionale, il progetto di massima o esecutivo della caserma dei pompieri localizzata nel “Progetto di un centro polifunzionale di interesse collettivo a prevalente carattere commerciale”, per ottenere la relativa autorizzazione». E l'11 agosto 2000, l'osservazione numero 337 alla Variante al Prg, a nome Tomasello Antonino e altri, per «la modifica da zona F1-Sp-Viabilità-E1 a zona F1f», con il parere “neutro” degli uffici in quanto «l'osservazione è molto articolata ed incide profondamente in un modo cruciale rispetto alle scelte strategiche del Piano», viene approvata a spron battuto dal Consiglio comunale. Votano contro Fazio e Tommasini, si astiene Violato, tra i 18 favorevoli anche Puglisi, Rizzo e Santalco del Ccd: tre dei quattro amici di Pippo Naro che giovedì si sono invece astenuti sulla delibera presentata dall'assessore Gianpiero D'Alia dello stesso partito. Cos'è accaduto nel frattempo? Perché Leonardi, Corona e alcuni consiglieri cambiano idea? Difficile dirlo. Fatto sta che l'11 ottobre 2000 Domenico Barbato, amministratore unico dell' Adroma Impianti (con sede sociale a Castellammare di Stabia e capitale di appena 200 milioni!), comunica al Comune di aver acquisito la disponibilità giuridica dei terreni privati nella zona delle cave di sabbia e di subentrare alla Edil-Tecnos nel Prusst per il progetto di centro commerciale. Da questo momento, se da una parte “nascono” certe opposizioni alla linea degli assessori Scoglio e D'Alia, dall'altra la delibera prende definitivamente il volo, con il passaggio “a marce forzate” in commissione e in aula nonostante i dubbi di regolarità procedurale avanzati dall'opposizione e persino di “pressioni”. Insomma, i perché? in questa vicenda sono davvero tanti.

Entrerà in vigore lunedì un decreto del ministero dei Trasporti e Navigazione
Porto, misure di sicurezza
Tutte le navi fino a 6000 tonnellate dovranno collegarsi alla centrale di pilotaggio


AlessandroTumino

Da lunedì mattina scatterà una piccola grande rivoluzione nella disciplina della navigazione nel porto. Non si tratta di una novità solo messinese. Il decreto adottato dal ministero dei trasporti il 18 dicembre scorso riguarda anche i porti di Catania e di Reggio Calabria. Entrerà in vigore il servizio di pilotaggio obbligatorio per tutte le navi con una stazza compresa tra le 500 e le 6000 tonnellate che entrano, escono o compiono manovre nelle acque portuali. Il pilotaggio sarà garantito tramite il collegamento con una stazione radio “Vhf”, affidata alla corporazione dei piloti e che sarà temporaneamente insediata nella sede lato mare della Capitaneria. Dall'obbligo del pilotaggio obbligatorio erano esentate soltanto le navi traghetto delle Ferrovie e le ragioni di quest'antica deroga erano comprensibili. Per decenni, infatti, le Fs, concessionarie esclusive delle invasature del molo Rizzo hanno rappresentato gli unici vettori di collegamento stabile con la Calabria che utilizzassero le banchine del porto. Ma con un'accelerazione negli ultimi anni tutto è cambiato. Le acque portuali sono solcate anche dalle navi delle società private come la Meridiano o la Ngi che effettuano ogni giorno, con molteplici corse, l'imbarco e il traghettamento di tir e automezzi. Senza contrare che in due fasce orarie quotidiane (l'arrivo alle 20 da Salerno, la partenza all'una di notte da Messina) si inseriscono le manovre della “Cartour” del gruppo Tourist-Caronte, ovvero il servizio di collegamento “Messina-Salerno” che ha aperto l'“autostrada del mare”. Su questo scacchiere complesso si coglie bene la finalità del pilotaggio obbligatorio per tutti i vettori, e quindi la revoca della deroga accordata per decenni alle Fs. L'obbligo posto dal Ministero “abbraccia”, inoltre, un più ampio specchio di mare che fronteggia la città: «La zona entro la quale il pilotaggio è obbligatorio – ha scritto il direttore dell'Unità di gestione Infrastrutture, Massimo Provinciali – è delimitata nel modo seguente: l'intero ambito portuale e l'avamposto fino alla distanza di un miglio e mezzo dal raggio della Madonnina; a Torre Faro, la zona di mare compresa tra Punta sottile e il traverso del Campanile della chiesa di Ganzirri, per una profondità di 500 metri dalla linea di costa. Il decreto fa poi una sottile distinzione in relazione alla stazza. Le navi che vanno dalle 500 alle 2500 tonnellate, si avvarranno del collegamento radio “Vhf” quando il comando di bordo della nave mostrerà di conoscere la lingua italiana, sempreché non sia richiesto l'uso del rimorchiatore. Le unità più grosse – ovvero quelle con una stazza da 2500 a 6000 tonnellate – devono invece avvalersi del collegamento con la stazione radio se non fanno uso del rimorchiatore. In ogni caso la Sala operativa della Capitaneria potrà imporre la presenza del pilota a bordo «qualora particolari condizioni meteomarine e di traffico lo richiedano ai fini della sicurezza della nave, del porto e della navigazione». Al mosaico della nuova previsione per la sicurezza è venuto però meno un tassello di una certa importanza. La centrale radio dei piloti, che adesso sarà collocata in Capitaneria, avrebbe dovuto essere posizionata in una sede ottimale per esercitare quest'assistenza, che era stata individuata dall'Autorità portuale e dalla Capitaneria all'interno di uno stabile a due piani della cittadella fieristica. Ma adesso, per comprensibili ragioni derivanti dall'inchiesta penale sulla concessione delle aree demaniali di viale della Libertà, questa prospettiva risulta al momento “congelata”.

Molo Norimberga: via alle demolizioni per recuperare la banchina nord-est

Non dovrebbero esserci più impedimenti per il recupero alle funzioni portuali della banchina nord-est del molo Norimberga: il punto d'ormeggio più riparato e sicuro, a San Raineri, nelle giornate di maltempo. Il Tar, infatti, ha rigettato l'istanza di sospensiva che i legali del cantiere di riparazioni che occupa il relativo spiazzale (privo di concessione) avevano presentato contro le ingiunzioni di sgombero dell'Autorità portuale. È un'occupazione abusiva che – nonostante alcuni atti di buona volontà dell'occupante – impedisce di fatto l'uso di una preziosa banchina. La Capitaneria, responsabile della sicurezza della navigazione nel porto, aveva interessato del caso la Procura. L'uso della “nord-est” del molo Norimberga sarebbe, oggi, doppiamente importante. I lavori di ristrutturazione delle banchine centrali, infatti, e l'aumento dei traffici commerciali, di cabotaggio, croceristici, richiede il maggior numero di ormeggi: tanto più se, come nel caso della “nord-est”, danno garanzie di sicurezza in qualunque condizione climatica. Alla fine del 2001 l'urgenza ha assunto connotati drammatici: prima, a novembre, un incidente “rischiato” (denunciato dalle Fs) tra la nave Cartour e un traghetto, poi, il 17 dicembre, lo “scontro” senza gravi conseguenze davanti alla prima invasatura delle Fs tra la nave della Tourist-Caronte e due traghetti Fs. A seguito di questi episodi il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone ha prima revocato alla “Cartour” l'uso della banchina di testata del Norimberga, poi lo ha riconcesso con una serie di condizioni. Ne è derivato che spesso (ad esempio ieri notte) la nave dell'“autostrada del mare” deve andar via da San Raineri ed occupare la centrale banchina Marconi. Autorithy e Capitaneria sanno bene, inoltre, che tra pochi mesi a San Raineri cominceranno i lavori da 25 miliardi per la ristrutturazione integrale e la creazione del grande terminal commerciale. Appare evidente dunque come la “nord-est” rappresenterà sempre più una valvola di sicurezza per tutto il porto. Si avvicina, dunque, per il cantiere (che ha un'altra sede a S. Raineri e deve riorganizzarsi) il momento dell'esecuzione delle ordinanze di sgombero 

Fonte gds

Rimpasto, l'Udeur non molla: "L'assessore Cardile non si tocca"

Emilio Pintaldi

"L'assessore Cardile non si tocca". L'Udeur alza la voce, non ci sta a sacrificare nelle operazioni di rimpasto che stanno per coinvolgere il Comune e la Provincia un proprio rappresentante. E così il 15 gennaio arriverà in città il leader nazionale, Clemente Mastella che avrebbe già chiesto un confronto con Leonardi. Mastella sarà ufficialmente in città per riorganizzare i vertici del partito rimasti sguarniti dopo l'abbandono di molti autorevoli rappresentanti. Proprio per questa mattina sul rimpasto è previsto l'incontro decisivo tra i leader del centrodestra. Salvatore Donato, consigliere comunale e quindi unico punto di riferimento per Palazzo Zanca dell'Udeur ha fatto sapere a Leonardi che ritirare Cardile dall'esecutivo equivale ad una dichiarazione di guerra. "L'Udeur - ricorda Donato - ha partecipato all'elezione di questo sindaco portando 14.000 voti". 

Ipermercato, pure il sindaco si dissocia

Il piano particolareggiato voluto dalla maggioranza del Consiglio comunale è tutto basato su una mistificazione nominale: una sorta di "imbroglio" linguistico.
Il via libera ad una delle più aberranti colate di cemento su uno dei siti paesaggistici più suggestivi delle colline cittadine è stato infatti "battezzato" quale "riordino ambientale, riconversione e riqualificazione" dell'area delle ex cave di sabbia di via Nuova Panoramica.
Con questo provvedimento è stato fatto un bel regalo di Natale ai proprietari del terreno che avrebbero dovuto, per convenzione a suo tempo stipulata con gli organi regionali competenti, rinaturalizzare, cioè riconvertire a verde l'area, spendendo qualche centinaio di milioni e invece ora se la vendono per "sabbia d'oro edificabile"; un bel regalo ad un imprenditore privato che si vede riconosciuto il diritto di realizzare un ipermercato in una condizione di privilegio esclusivo e ciò senza prendere in considerazione le altre richieste di altre imprese commerciali.
E' avvenuto infatti che la maggioranza del consiglio comunale invece di adottare il piano di urbanistica commerciale, che per legge avrebbe dovuto fare entro il 30 gennaio 2001 si è limitata a dare risposta alla sola richiesta della cosiddetta "città mercato".
Questa operazione per la fretta, per il rifiuto di procedure corrette sul piano della dialettica tra i gruppi politici e del rispetto delle norme regolamentari, per il rifiuto delle consultazioni delle associazioni dei commercianti, degli ordini professionali e dei sindacati è da noi considerata un grave "vulnus" alla democrazia prima di tutto e ci pare discutibile sul piano della legittimità per le procedure adottate.
Nel merito il nostro è un pesantissimo giudizio: riteniamo che la maggioranza del consiglio comunale con questo comportamento abbia prevaricato ignorando le richieste di tanti altri favorendo corposi interessi a danno di un'equilibrata programmazione generale del commercio.
Riteniamo altresì, e questo è l'aspetto più grave, che con questa deliberazione si sia violato la direttiva di programmazione commerciale del Decreto Regionale del 28 luglio 2000. Tali norme infatti obbligano i comuni a "riconoscere priorità alle domande di aperture di medie e grandi strutture di vendita che prevedono la concentrazione di preesistenti esercizi con l'impegno di assumerne il personale".
Questo voto sul piano politico è un voto di sfiducia al sindaco così come l'assenza del sindaco in Consiglio e in commissione non è solo un comportamento da Ponzio Pilato ma è un'autosfiducia.
Giuseppe Mangiapane
Capogruppo consiliare Ds

Fonte: la sicilia

Stamane l'incontro tra sindaco e prefetto in vista della nomina dello staff che dovrà supportare il neocommissario
Approdo a sud: prime scelte
Il Comune ha già individuato il suo rappresentante nella task force

Chiusa la parentesi festiva, si comincia a lavorare sul serio. Il prefetto, Giosuè Marino, nominerà entro la prossima settimana lo staff di supporto che lo dovrà accompagnare fino alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri entro il prossimo 31 dicembre. Malgrado numerosi uffici fossero chiusi tra Natale e Capodanno, il neo commissario nominato dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola, ha avviato numerosi contatti.
Il primo a rispondere è stato il sindaco, Turi Leonardi, il quale ha individuato ieri il rappresentante del Comune all'interno dell'organismo consultivo. Si tratta di un alto dirigente tecnico il cui nome sarà ufficializzato questa mattina, nel corso di una riunione tra lo stesso Leonardi e Giosuè Marino. Entro i prossimi giorni confluiranno le indicazioni da parte degli altri Enti interessati. Si va dall'Avvocatura dello Stato al Tar di Catania, dal Ministero dei Trasporti all'assessorato regionale ai Lavori pubblici, dal Comune all'Enas. È la stessa ordinanza di Protezione civile che fa riferimento alla necessità dello staff di supporto. Il primo passo da compiere sarà l'affidamento dell'incarico per la progettazione esecutiva. È probabile che la scelta del prefetto cada sul Genio civile Opere marittime, che ha già predisposto gli elaborati di massima per le prime due invasature. Sarà lungo l'iter che precederà l'affidamento dei lavori a trattativa privata: prima bisogna ottenere tutte le autorizzazioni previste dalle legge. E qui entra in gioco il vero ruolo del commissario, il quale potrà avvalersi di poteri speciali che consentiranno di limitare al massimo i tempi necessari ad ogni Ente per esprimere il proprio parere.
La strada tracciata dall'ordinanza, comunque, è molto chiara. Altrettanto chiaro è il termine del 31 dicembre per risolvere il problema dell'attraversamento della città da parte dei Tir. Anche in soldi sono immediatamente disponibili: si tratta dei 41 miliardi di lire previsti dall'accordo di programma–quadro tra Stato e Regione in tema di grandi opere pubbliche. Della somma complessiva, 28 miliardi circa serviranno per la costruzione delle opere a mare (due invasature) e dei collegamenti viari; i restanti 13 saranno riservati alla costruzione del tunnel che porterà direttamente dall'approdo d'emergenza (intorno al quale sorgerà successivamente quello definitivo) alla tangenziale.

Corsie per i bus: multe a raffica in via Garibaldi
Già in azione i 15 ausiliari del traffico – Vigili urbani, i malumori del Sulpm


Hanno effettuato già diverse decine di multe i 15 ausiliari del traffico entrati in servizio ieri mattina. Si tratta di ex ispettori dell'Atm che hanno superato apposite selezioni supervisionate dal comandante della Polizia municipale, Calogero Ferlisi. Da ieri, accompagnati dagli agenti di Polizia municipale in una sorta di tirocinio, si occupano principalmente di consentire il regolare transito dei bus nelle corsie preferenziali. Secondo quest'indicazione, hanno riservato particolare attenzione alla via Garibaldi, dove sono stati sanzionati numerosissimi automobilisti che avevano posteggiato in maniera irregolare ostacolando le corse dell'Azienda trasporti.
Intanto, ieri il sindacato Sulpm è intervenuto ieri sui problemi che riguardano la Polizia municipale. «Sarebbe opportuno cominciare a salvaguardare la salute degli agenti – scrive Orazio Rinaldi – e non chiedere solo sacrifici presi dall'esigenza morale di dare risposte immediate ai cittadini, dimenticando che il personale disponibile è molto al di sotto del numero previsto dall'organico». Di conseguenza, il sindaco chiede un incontro con il primo cittadino sui seguenti argomenti: concorso per i Vigili che potrebbe essere bandito sicuramente entro i primi 6 mesi del 2002; vestiario inesistente e relativa convenzione con tre lavanderia a nord, al centro e a sud; rotazione del personale in servizio dal '95 in poi, mai attuata; aggiornamento tesserini; parco macchine e auto dotate di tutti i confort, con la possibilità di essere dotati di arma d'ordinanza; istituzione di una squadra di pronto intervento per acqua, fogna, luce e buche; sicurezza e riconoscimento dell'infortunio sul lavoro; patente di servizio; assegnazione dei relativi profili e rispetto dei ruoli.

6/01/2002

Fonter: gazzetta del sud

Nel passaggio dalla commissione all'aula la delibera “scompare” ancora una volta!

È “sparita” ancora una volta la proposta di delibera della giunta riguardante il piano commerciale. Ma stavolta, rispetto a quanto era accaduto in precedenza, – allorché il piano di urbanistica commerciale non era stato iscritto all'ordine del giorno della sessione consiliare né inviato alla III commissione – la “sparizione” va intesa nel senso proprio del termine. Da qualche giorno, difatti, il presidente dell'organo ristretto Antonio Crupi e gli impiegati dello “staff” delle commissioni non riescono più a trovare traccia della delibera che, nelle scorse settimane, era stata mandata in Consiglio per essere trattata ma non era stata poi chiamata in aula. L'atto, che adesso dovrebbe tornare in commissione per essere esitato e quindi esaminato dal Consiglio, a rigore dovrebbe trovarsi alla presidenza dove, però (come il presidente Filippo Livio ha spiegato a Crupi), non è mai arrivato o si è perso. Quella del piano commerciale è una vicenda strettamente intrecciata con il Prg e con la città-mercato alle cave di sabbia sulla Panoramica. La destinazione dell'area nel piano particolareggiato acquisito dall'amministrazione e votato giovedì in Consiglio è infatti incompatibile con le indicazioni dello strumento di programmazione delle rete commerciale e distributiva, che a sua volta per legge si sarebbe dovuto adottare preliminarmente all'approvazione del Prg da parte del Consiglio regionale per l'urbanistica. Da una parte, però, da Palermo sono giunti segnali “distensivi” (l'esame della Variante al Prg è iniziato senza la richiesta di avere subito il piano commerciale), mentre dall'altra è stata data precedenza alla delibera riguardante la città-mercato, con tutte le polemiche che ne sono conseguite. Ma l'approvazione del piano commerciale resta propedeutica al parere del Cru sul Prg, tanto che la delibera dovrebbe essere chiamata in aula martedì 8 per la nuova sessione. Sempre che, anche stavolta (in precedenza ci vollero quindici giorni perché approdasse in commissione, anche se non era materialmente “scomparsa”), finalmente si trovi... (m.p.)

Il ds Filippo Panarello ha chiamato in causa gli assessorati al Territorio e ambiente e agli Enti locali
Città mercato, la partita si gioca a Palermo
Perché nel 1997 è stato tolto il vincolo paesistico su parte dell'area?


Max Passalacqua

Dopo l'approvazione in Consiglio della delibera di acquisizione del piano particolareggiato per la realizzazione di un centro commerciale nell'area delle cave di sabbia sulla Panoramica e in previsione dell'invio a Palazzo Zanca degli ispettori dell'assessorato regionale al Territorio (il deputato ds Filippo Panarello ha preannunciato il coinvolgimento anche di quello agli Enti locali), le contrapposizioni politiche che già si consumano all'ombra di questa vicenda rischiano di prendere il sopravvento e “oscurarne” gli aspetti più importanti.
LA VICENDA. Innanzitutto, si dovrebbe fare chiarezza su tutto l'iter. Perché anche senza voler andare troppo in profondità, qualcosa non quadra. Una storia che inizia nel '97, quando viene tolto il vincolo paesistico su parte dell'area, e all'epoca della rielaborazione della Variante generale al Piano regolatore bocciata dal Cru ('98) quando una parte delle cave di sabbia – che alla scadenza del contratto con l'Ente minerario dovrebbero essere “rinaturalizzate” con un rimboschimento – viene destinata a zona F1: 22.000 metri quadrati (più altri 17.000 per servizi compatibili) che oggi potrebbero cambiare, e di molto, la “storia” di questo investimento. L'investimento nasce su progetto dell'arch. Pasquale La Spina della Edil-Tecnos e realizzazione in società con la Russottifinance sotto l'égida del Prusst e il “patronato” di gruppi politici che lo appoggiano con tutta evidenza. Non è un affare da poco: 94 miliardi e 28 milioni di costo, 250 miliardi previsti di fatturato annuo con la creazione di almeno 200 posti di lavoro. E così la Consulta del Prusst si pronuncia a favore (che effetto fa leggere le dure dichiarazioni di ieri del direttore di Confcommercio, Roberto Corona, a confronto con il parere positivo espresso nel luglio '99?), il sindaco Leonardi sollecita i vigili del fuoco a far approvare il progetto di una caserma la cui localizzazione è prevista proprio nell'elaborato Edil-Tecnos, il consiglio comunale approva con “squilli di trombe” l'osservazione numero 337 al Prg sulla quale gli uffici si erano espressi in maniera neutra. Poi cambia qualcosa: la società Adroma Impianti acquisisce la disponibilità giuridica delle aree e subentra alla Edil-Tecnos nel progetto inserito nel Prusst. Amministratore unico della società di Castellammare di Stabia è Domenico Barbato e si vocifera che dietro ci sia la multinazionale Auchan (gruppo Rinascente) o successivamente la Ifil, la finanziaria del gruppo Fiat; fatto sta che la Adroma ha un capitale sociale di soli 200 milioni (a fronte di un progetto da 100 miliardi!), ma il consigliere Umberto Bonanno rivela che la stessa ha fornito garanzie scritte dal punto di vista finanziario e delle fidejussioni assicurative. Fatto sta che qualcuno si tira indietro e qualcun altro, invece, parte con le “fughe in avanti”. La delibera passa a tamburo battente prima in commissione (senza che i tredici allegati siano disponibili per la visione, lamenta l'opposizione) e poi in aula, dove però si astengono alcuni consiglieri che prima avevano approvato l'osservazione. Il tutto senza attendere l'esame del Prg da parte del Cru e con un “sorpasso in curva” ai danni della delibera del Piano commerciale, la cui adozione dovrebbe essere condicio sine qua non per l'approvazione del Prg e che invece per due settimane non viene inserito all'ordine del giorno per il prelievo né inviato alla III commissione. Tanto che a Palazzo Zanca si rincorrono le voci di “pressioni” per accelerare l'iter della delibera. Insomma, cambia il “patrono”, ma non diminuisce l'abbrivio. Fino al “sì” di giovedì.
E IL PRG? In teoria, se – come pare – il Cru dovesse approvare il Piano regolatore e bocciare in blocco le osservazioni (quella che sembra la scelta più ragionevole visto che molte di queste incidono pesantemente sulla Variante), questa delibera sarebbe l'unica a restare valida. Sui 22.000 metri quadri di zona compatibile con la destinazione commerciale, infatti, l'insediamento potrebbe essere ugualmente realizzato (e, informa ancora Bonanno, l'imprenditore intende farlo) senza però la caserma dei vigili del fuoco, l'eliporto e il verde attrezzato che “imbellettano” il progetto attuale. Su sei elaborati del Prusst in deroga allo strumento urbanistico, è l'unico cui è stato riservato un simile trattamento: il che, “pro” o “contro” che si sia, andrebbe perlomeno spiegato.

Nei prossimi giorni conferenza stampa dei consiglieri favorevoli al piano
«L'ispezione è una grave ingerenza»

M.P.

«L'ispezione che sarebbe stata disposta dall'assessore regionale al Territorio e ambiente, Bartolo Pellegrino, sull'approvazione della delibera riguardante la città-mercato è una gravissima ingerenza nelle prerogative democratiche del consiglio comunale – attacca il vicepresidente Umberto Bonanno, uno dei principali sostenitori dell'acquisizione del piano particolareggiato – alla quale non intendo sottrarmi ma che mi auguro sia stata decisa esclusivamente sotto la spinta della mozione firmata dall'on. Filippo Panarello e non di “pressioni” dello stesso tipo di quelle che hanno consentito all'on. Pellegrino di vedersi nominare un assessore nella giunta di Palazzo Zanca in piena campagna elettorale». Dunque, il “fronte” di quei consiglieri comunali che hanno sostenuto e portato avanti la delibera proposta dall'amministrazione non sta a guardare. Dopo le polemiche che sono seguite all'approvazione del piano particolareggiato della città-mercato (e, soprattutto, dopo la richiesta di chiarimenti inviata dall'assessorato al Territorio che prepara l'invio degli ispettori a Palazzo Zanca), tanto Bonanno quanto il capogruppo di Fi Giuseppe Capurro hanno preannunciato una conferenza stampa per la prossima settimana, «durante la quale chiariremo alcuni aspetti che non sono emersi anche per “malainformazione” – spiega il vicepresidente del Consiglio – fatta non certo dalla stampa, ma da altri ambienti». L'esponente del Nuovo Psi non risparmia “stoccate” al sindaco Leonardi e a «quelli con la memoria corta, che prima erano favorevoli e oggi si dicono contrari. È evidente – prosegue Bonanno – che molti operatori temono un imprenditore disposto a operare un investimento privato che nella nostra città manca dai tempi di Giuseppe Franza e che ha già fornito per iscritto al sindaco garanzie sia bancarie sia di fidejussioni assicurative, ma che non è un loro interlocutore. Quanto a Leonardi, se vuole confrontarsi con noi ha un solo modo e una sola sede per farlo: venire in aula e discutere con i consiglieri. Ma lo ha fatto soltanto una volta, sulla delibera degli approdi che pure, rispetto a questa, era stata esaminata in un numero minore di sedute di commissioni». Alle accuse del consigliere ds Giuseppe Mangiapane, invece, Bonanno replica: «È una delle poche persone che stimo nell'ambiente politico messinese anche per la sua grande esperienza, ma mi sembra che con il “pensionamento” da parte della segreteria del suo partito abbia perso un po' di quest'esperienza e che certe sue dichiarazioni sugli interessi oscuri che si starebbero proteggendo, soprattutto nei “toni”, siano dovute alla senilità anche se conservo nei suoi confronti un profondo rispetto». Chi si attendeva che i toni si smorzassero una volta acquisita l'approvazione del piano particolareggiato proposto dalla Adroma (subentrata alla Edil-Tecnos nella presentazione del progetto dell'arch. Pasquale La Spina) è servito: ci saranno ancora polemiche, specie in relazione all'esame del Piano regolatore, «con il quale la città-mercato non interferisce perché prima dell'invio al Cru passeranno almeno due mesi», sostiene Bonanno. Ma se, come si vocifera, il Piano venisse approvato con la bocciatura in blocco di tutte le osservazioni, compresa quella per l'ampliamento dell'area F1f alle cave di sabbia? «Intanto, speriamo che il Prg venga esitato favorevolmente perché sia l'amministrazione Providenti, sia questo Consiglio hanno operato per il bene e nell'interesse della città. Se l'osservazione venisse bocciata – conclude l'esponente del Psi – dovrà andare al Cru per la deroga al Prg, ma nei 22.000 metri quadri già con questa destinazione si potrà ugualmente realizzare il centro commerciale. E so che l'Adroma ha questa intenzione». 

Fonte: la sicilia

APPRODO A TREMESTIERI – L'ingegnere capo di Palazzo Zanca nominato nello staff che supporterà il prefetto
Leonardi sceglie Guarniere
Avviati i contatti con gli altri Enti: presto la task force sarà operativa


Giuseppe Lo Re

Il vertice non c'è stato, ma un passo avanti lo si è compiuto con un contatto telefonico. Il Comune ha sciolto il primo nodo sulla task force che dovrà accompagnare il prefetto, Giosuè Marino, fino alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Sarà l'ingegnere capo, Rosario Guarniere, il rappresentante di Palazzo Zanca nello staff di supporto nei neo commissario, nominato alla fine di dicembre dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola. A comunicare la scelta è stato personalmente il sindaco, Turi Leonardi. Dell'organismo faranno parte anche esperti amministrativi e i rappresentanti dell'Avvocatura dello Stato, del Ministero dei Trasporti, dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici e dell'Enas.
Finora sono giunte solo indicazioni al prefetto, destinate a concretizzarsi entro la prossima settimana, quando la task force s'insedierà e inizierà a lavorare. Il primo «ostacolo» da superare è l'affidamento della progettazione esecutiva dell'opera. Sarà data priorità agli Enti pubblici, anche alla luce del fatto che il Genio civile Opere marittime (su incarico della Regione) ha ultimato nei mesi scorsi gli studi di massima sul sito di Tremestieri. Con le procedure accelerate consentite dall'ordinanza di Protezione civile, si giungerà successivamente all'affidamento dei lavori tramite trattativa privata.
La disponibilità finanziaria è garantita: in cassa ci sono 41 miliardi di lire stanziati dall'accordo di programma-quadro tra Comune e Regione. Della somma complessiva, 28 miliardi serviranno per le due invasature d'emergenza; i rimanenti 13 per il tunnel di collegamento tra l'approdo e la tangenziale.
Nei prossimi mesi, comunque, sui dettagli del progetto si saprà molto di più. È chiaro che l'opera affidata al prefetto non sarà quella definitiva. Intorno alle prime invasature d'emergenza sorgerà poi l'approdo più complesso previsto dal Comune sempre a Tremestieri. In quest'ottica sono state avviate nei mesi scorsi le procedure del project financing. Due i progetti «incassati»: uno del «Gruppo Franza», l'altro dell'«Amadeus» di Amadeo Matacena senior.

Politica & rimpasti

G. L. R.

È iniziata la stretta finale in vista dei rimpasti al Comune e alla Provincia. In calendario, tra ieri e oggi, una lunga serie di riunioni del Polo. Sul tavolo, ovviamente, le scelte in vista dell'ampliamento del numero degli assessorati nei due Palazzi cittadini.
Il «quadro» sembra andarsi delineando in maniera piuttosto chiara. I «numeri» sarebbero già stati scelti. E così, dei 4 nuovi posti al Comune, 2 dovrebbero andare a Fi, 1 ad Alleanza nazionale ed uno al Ccd. Alla Provincia, invece, 2 posti andrebbero a Fi, 1 ciascuno ad An, Ccd e Cdu.
Per quanto riguarda Palazzo Zanca, il sindaco non ha preso parte alle riunioni. Turi Leonardi ha detto ieri di voler aspettare l'esito delle consultazioni preliminari per studiare successivamente eventuali rose di nomi. Le «candidature», comunque, si sprecano. Forza Italia potrebbe «piazzare» in municipio l'attuale coordinatore comunale, Pietro Grasso, il capogruppo consiliare Pippo Capurro o il consigliere comunale Elvira Amata, da anni in procinto di fare il suo ingresso nell'Esecutivo. La poltrona riservata ad An potrebbe spettare alla Destra sociale, a differenza della Provincia dove potrebbe essere nominato Pippo Russo: qualora quest'ipotesi prendesse il sopravvento, al Comune la scelta cadrebbe su Silvano Arbuse, attuale vice presidente del Consiglio e fedelissimo di Carmelo Briguglio. Infine, per il Ccd dovrebbe spuntarla Pippo Terranova, mentre Gianpiero D'Alia manterrebbe l'incarico di vice sindaco, però con deleghe meno «pesanti» rispetto all'Urbanistica. Discorso a parte per eventuali sostituzioni degli attuali assessori: i cambi potrebbero avvenire all'interno dei singoli partiti. In quest'ottica, sarebbero in bilico Pietro Alibrandi (Fi) e Luigi Ragno (An), mentre Pino Cardile (Udeur) resterebbe in Giunta in quota Forza Italia.
Infine c'è il capitolo sugli Enti di sottogoverno: ad aprire le danze è stata la società mista MessinAmbiente. La presidenza andrà quasi certamente a Sergio La Cava di An, anche se Fi ha chiesto una «frenata» sull'argomento.

Sulla città-mercato il clima è rovente

Mentre dal Comune non arriva alcuna conferma ufficiale sulla richiesta di chiarimenti da parte dell'assessorato regionale al Territorio, resta incandescente il clima intorno al progetto per la realizzazione della città-mercato nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica. Il gruppo dei Ds in Consiglio comunale sta predisponendo l'annunciato ricorso al Coreco, mentre il deputato regionale della Quercia, Filippo Panarello, chiederà anche l'intervento dell'assessorato agli Enti locali per presunte irregolarità nella delibera votata dal Consiglio comunale.
Intanto, i 20 consiglieri che hanno approvato il piano particolareggiato dell'«Adroma impianti» continuano a sostenere le loro ragioni, spiegando le ricadute positive che la città-mercato nella Panoramica potrebbe avere sull'intera zona nord di Messina. Il progetto sarà inserito in un «tessuto» di altri ipermercati: nel Piano commerciale, il cui esame ricomincerà domani in terza commissione dopo la sospensione per consentire di votare l'iniziativa dell'«Adroma», sono previste iniziative analoghe nella zona sud. L'iter delle iniziative private, tuttavia, è rimasto «congelato» a causa della necessità di chiarire l'intreccio di competenze su alcune aree tra il Comune e l'Asi.

La «Befana degli amministratori» organizzata come ogni anno dalla Legambiente
Carbone a MessinAmbiente, Amam e Atm
Dolci ai presidi di «Cannizzaro» e «Galatti»


Massimo Ipsale

«Cattivi», «Cattivelli», «È cattivo o ci fa?», «Buoni», «Buoni... in zona Cesarini», «Se son buoni... cresceranno»: manca quest'anno il prestigioso «Carbone alla carriera» tra le categorie stabilite per l'XI edizione della «Befana degli amministratori», premio che viene attribuito ogni anno dai soci della Legambiente Messina a quelle personalità pubbliche che, nel corso dell'anno passato, si sono distinte nel bene o nel male su temi riguardanti l'ambiente e la vivibilità della nostra città.
Carbone per i «cattivi» e dolci per i «buoni», il tutto nelle classiche calze, secondo tradizione. Tra i temi preferiti quest'anno dalla Befana ci sono è l'acqua, il traffico e i rifiuti. Ecco l'elenco dei premiati e le motivazioni delle calze. Tra i «cattivi» figurano: il ministro per le Infrastrutture, Pietro Lunardi, per le sue dichiarazioni in merito alla posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina entro il 2004; il presidente dell'Amam, Vincenzo Clemente, per aver gestito un'Azienda che «sembra faccia acqua da tutte le parti ma non riesce a garantire l'acqua 24 ore su 24 a tutti i messinesi»; il componente del CdA di Messinambiente, Antonio Castiglione; l'assessore comunale all'Igiene urbana, Piero Alibrandi; il presidente del Consorzio Asi, Angelo Sottile; il presidente dell'Atm, Bartolo Natoli; alla categoria dei «Cattivelli» appartiene l'on. Rocco Crimi, mentre fra «È cattivo o ci fa ?» c'è l'assessore comunale alla Mobilità urbana, Turi Rizzo. «Buono» è stato giudicato il funzionario comunale, Nino Principato, così come «Buono... in zona Cesarini» l'ex assessore regionale all'Ambiente, Carmelo Lo Monte; infine della serie «Se son buoni... cresceranno», calze con caramelle al comandante dei Vigili urbani, Calogero Ferlisi e ai dirigenti scolastici delle scuole «Galatti» e «Cannizzaro», Giovanni Tamà e Rita Broccio.

7/01/2002

Fonte: la sicilia

«Difformità di pensiero e animi sempre accesi sulla città-mercato»

«Era facile immaginare che la discussione nell'aula del Consiglio comunale sul tema della città-mercato avrebbe acceso gli animi, viste le difformità di pensiero esistenti tra le varie componenti dell'Amministrazione. Saggio il suggerimento inascoltato del sindaco, sull'opportunità di rimandare ad un periodo successivo la disamina del piano particolareggiato, come pure utile sarebbe stato ascoltare le varie componenti della società. Non si tratta di esporre in questa sede una posizione pro o contro i nuovi insediamenti della grande distribuzione, ma di capire perchè taluni iter non sono da percorrere ancora, visti alcuni esempi del recente passato in tema a grandi opere.
Conviene qui ricordare che un “percorso” atipico fu fatto fare al progetto della tranvia, di cui ancora oggi la città paga lo scotto; infatti anche su quell'idea la città non venne in alcun modo coinvolta ed a cose fatte s'incominciò a discettare sull'opportunità o meno di quel “progetto”.
Nel contempo, l'impianto viario di Messina ha subìto importanti modifiche, come pure i flussi hanno cercato soluzioni alternative, rendendo ancora più complessa la ricerca di un modo ottimale, per rendere meno caotica la circolazione e la vita della città. L'augurio non può che essere quello di un utilizzo diffuso del nuovo mezzo, riducendo il numero delle autovetture che circolano in città alla ricerca di un parcheggio e con a bordo una sola persona.
Ma, non è certo impedendo a ciascuno di noi l'uso della macchina che si possono ed affrontare e risolvere gli assilli dei cittadini; occorre qualcosa di più, la volontà politica di utilizzare per i temi importanti della città, uno spirito nuovo, senza collegamenti con il passato. Quanto verificatosi con le ipotesi progettuali riguardanti le cave di sabbia, non va però in quella direzione e per le altre situazioni similari non si sa cosa succederà, quindi c'è il rischio che anche in futuro vengano tenuti gli stessi atteggiamenti, poco graditi ai più, per la programmazione generale o settoriale.
Sono sempre più numerose le persone che s'interrogano su quale possa essere il futuro prossimo di Messina a prescindere dal “Ponte”, visti anche gli sforzi che altre località siciliane stanno mettendo in atto per dare concretezza alle proprie vocazioni; certo una o più strutture commerciali non devono essere viste come “demoni”, ma non possono essere nemmeno essere spacciate con risolutrici dei tassi elevati di disoccupazione esistenti in città.
Alcuni interventi dei responsabili politici cittadini denotano che persiste lo scollamento tra i “palazzi” e la città e gli sforzi che si stanno mettendo in atto per risolvere l'attraversamento della città da parte dei Tir non sono sufficienti per dare risposte sugli altri temi importanti di Messina e del suo hinterland. Sarebbe utile un ampio dibattito, peraltro richiesto da più parti, per individuare i possibili percorsi di sviluppo, che è bene ripetere, non possono basarsi su questa o quell'idea, ma piuttosto su una serie di piani di lavoro condivisi e valutati nella loro interezza; si dice che i messinesi sono difficili da amministrare, forse ciò è vero almeno in parte, troppi però dimenticano cosa gli stessi hanno subìto nell'indifferenza generale della politica».
Aurelio Giordano

8/01/2002

Fonte: la sicilia

Il Cga ribalta la precedente decisione del Tar e dà ragione al Comune sulla rescissione del contratto per il mercato
Ex «Imsa»: sentenza definitiva
Confermate le irregolarità nella verifica delle buste contenenti le offerte


C'è un punto fermo sul mercato ex «Imsa»: a metterlo è stato il Consiglio di giustizia amministrativa, che ha depositato un'ordinanza nei giorni scorsi. In sostanza, accogliendo l'istanza di sospensiva formalizzata dal prof. Aldo Tigano, il Cga ha stabilito la legittimità delle procedure seguite dalla Giunta comunale fino alla recisione del contratto con la «2R», stipulato dalla precedente Amministrazione.
La storia — La vicenda ha avuto inizio nel '97, quand'era ancora in carica l'Amministrazione Providenti. L'atto decisivo è stato siglato il 13 ottobre del '97, con la firma del contratto tra Palazzo Zanca e la ditta di «2R», proprietaria dei capannoni dell'industria di Maregrosso, per la locazione decennale (800 milioni l'anno) dell'area di 32mila metri quadrati da adibire a mercato. Sulla base della convenzione, la ditta ha eseguito i lavori di trasformazione del sito, impegnando la somma di circa 1 miliardo 300 milioni, con l'obiettivo di creare le condizioni per allocarvi gran parte dei mercatini rionali cittadini. Insediatasi nel frattempo l'Amministrazione Leonardi, il Comune ha stabilito (sulla base di vari pareri legali) di revocare la precedente decisione in autotutela, con delibera dell'1 agosto 2000. I motivi riguardano, principalmente, presunte irregolarità nella procedure di evidenza pubblica per l'acquisizione delle offerte e nella successiva comparazione delle stesse.
Sin dal momento della revoca del contratto, è scoppiata una guerra legale tra il Comune e la «2R». La ditta privata, oltre ad alcuni pignoramenti miliardari, si è aggiudicata il primo round davanti al Tar di Catania che, nello scorso settembre, ha definito la decisione di Palazzo Zanca «carente di istruttoria e di motivazione». Adesso l'ordinanza del Cga ribalta la situazione e «premia» il municipio.
La nuova sentenza — È contenuto in poche righe il parere del Consiglio di giustizia amministrativa. «L'appello del Comune – si legge – presenta elementi di fondatezza, con particolare riferimento al rilievo in ordine all'assenza di valutazione comparativa delle offerte, che appare momentaneamente sufficiente a sorreggere l'impugnato provvedimento di autotutela. Fra l'altro, dall'esecuzione della sentenza appellata dal Comune deriva un danno grave e irreparabile».
Le polemiche — Intorno al caso ex «Imsa» ci sono stati anni di roventi polemiche. Oltre ai procedimenti in sede civile scaturiti dalla serie di pignoramenti subìti dal municipio per complessivi 2 miliardi 160 milioni di lire, la vicenda è finita anche davanti alla Procura della Repubblica. Senza considerare le eventuali implicazioni che potrebbe avere l'ultima sentenza del Cga in relazione «all'assenza di valutazione comparativa delle offerte».
Le scintille riguardano principalmente l'assessore all'Annona, Pino Cardile, che fresco d'insediamento ha chiesto alla Giunta di revocare il contratto con la «2R». I responsabili della ditta privata hanno denunciato «il comportamento tenuto dagli amministratori del Comune contro la società». Cardile ha ribattuto con durissime dichiarazioni alla stampa, anch'esse finite in Tribunale. E adesso c'è una nuova puntata, che dovrebbe essere quella conclusiva.
Giuseppe Lo Re

Fonte: gazzetta del sud

Riaperti i cantieri dei moli Rizzo e Peloro. Ultimi ritocchi prima della riapertura del “Colapesce”
Ristrutturazione del porto: doppi turni per bruciare i tempi


Alessandro Tumino

Riaperti i cantieri, dopo la pausa delle festività, per la ristrutturazione delle banchine del porto. Gli operai del raggruppamento Trevi-Italgeo sono tornati sui moli Rizzo, Peloro, Marconi e Colapesce, laddove sono in gioco opere e scadenze diverse ma con l'unico obiettivo di completare presto il puzzle dell'appalto da 30 miliardi con cui il ministero dei Trasporti ha finanziato la messa in sicurezza delle banchine. C'è una notizia non proprio rassicurante: per completare il rifacimento dei moli Rizzo e Peloro, tra la Marittima e l'area antistante l'Autorità portuale, trascorrerà l'intero anno 2002. L'obiettivo resta comunque quello di finire almeno il molo Rizzo entro l'estate, ovvero prima dell'entrata nel vivo dell'attività croceristica. In questo modo vi si potrebbe ritrasferire l'approdo degli aliscafi delle Ferrovie che assicurano il collegamento con l'aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria. E, così facendo, il molo Marconi potrebbe essere prezioso quando l'arrivo delle navi da crociera diventerà più continuo. In quest'ottica c'è una novità importante: l'impresa Trevi, considerati alcuni ritardi dovuti al maltempo e alla bonifica bellica, ha avviato oggi i doppio turni: si lavora dalle 6 alle 22. Gli sforzi saranno concentrati sulle banchine Rizzo e Peloro, gli ultimi due cantieri aperti alla fine di novembre. Due fronti strategici: l'attivazione dei relativi cantieri infatti, tra dicembre e gennaio, ha rivoluzionato e “compresso” i collegamenti tra il porto e la Calabria. Dal molo Rizzo, come si ricorderà, hanno dovuto traslocare gli aliscafi delle Fs (a servizio dei passeggeri dell'“Aeroporto dello Stretto”). Dal molo Peloro, dove si è riusciti a lasciare attivo l'ormeggio di Meridiano ed Ngi, hanno dovuto andar via, invece, le biglietterie e le corsie di imbarco delle due società: la conseguenza è stata che tutti questi servizi, di mare (Fs) e terra (Meridiano, Ngi) si svolgono ora sul molo Marconi, dove pure è cominciata la ristrutturazione. Né va dimenticato che la banchina Marconi, nelle serate e nottate di vento e mare proibitivo, serve, su provvedimento della Sala operativa della Capitaneria, da punto di d'approdo della nave “Cartour” che collega Messina a Salerno attraverso l'autostrada del mare (fin quando non sarà disponibile la banchina nord est del molo Norimberga, l'unica che, a San Raineri, dà garanzie assolute nei casi di maltempo). Ma vediamo i lavori.
MOLI RIZZO E PELORO – Come ci chiarisce il direttore tecnico di cantiere, l'ing. Ferruccio Cribari, i lavori di rifacimento dei due moli prospicienti alla via Luigi Rizzo avranno le stesse modalità tecnologiche d'avanguardia della ristrutturazione già realizzata al molo Colapesce. La Trevi-Italgeo si accinge ad adoperare di nuovo, nell'ambito della messa in sicurezza, la tecnica del gett-gouting consistente nelle iniezioni di cemento a pressione elevatissima con successivo mescolamento del cemento con il terreno. Un rilevante fattore di ritardo, come detto, è derivato dalle indagini di bonifica bellica che hanno richiesto all'impresa un aggravio dei tempi. Si attende, ora, il collaudo del Genio militare.
MOLO COLAPESCE – Al molo Colapesce, davanti alla sede Inps di via Vittorio Emanuele, si raccolgono intanto i frutti del lavoro già svolto. Gli operai stanno provvedendo, infatti, agli ultimi “ritocchi”: l'installazione sul ciglio del molo dei massi in pietra grigia e le finiture dei cunicoli dei sottoservizi. Esaurite queste ultime operazioni verrà stesa la moderna pavimentazione corazzata che caratterizzerà il nuovo porto.
MOLO MARCONI – Quando si finirà ai moli Rizzo e Peloro, le imprese si concentreranno interamente sulla ristrutturazione del molo Marconi con la quale, nei primi mesi del 2004, si concluderà la ristrutturazione del porto. In quest'intervento sarà impossibile usare il gett grouting data la particolare struttura, più antica, del “Marconi” che sorge tutto su pilastri e ponteggi. Saranno necessarie ulteriori verifiche statiche prima della ristrutturazione.

Oggi i ds incontrano commercianti, sindacati e Quartieri mentre domani chi ha votato sì spiegherà perché lo ha fatto
Città mercato, confronto a distanza
L'on. Panarello: sconcertante definire “ingerenza” l'ispezione della Regione


Max Passalacqua

Come volevasi dimostrare, si apre in un clima di “guerra” la settimana successiva all'approvazione in consiglio comunale della delibera per la città mercato. La contrapposizione tra i fautori e i detrattori di questo progetto è ormai arrivata al “diapason” e non solo gli scambi di accuse non lasciano troppo spazio alle interpretazioni, ma fioccano anche le iniziative pubbliche a sostegno delle rispettive posizioni. Stamani alle 12, il gruppo consiliare dei Democratici di sinistra incontrerà a Palazzo Zanca le associazioni dei commercianti, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti di XI e XII Quartiere «per ragionare insieme sulla presentazione di osservazioni alla delibera, che deve restare in pubblicazione per venti giorni – spiega il capogruppo ds Giuseppe Mangiapane – un'iniziativa che vogliamo sia quanto più condivisa e rappresentativa dei cittadini e delle categorie destinate a pagare un prezzo pesante per quest'operazione». Operazione che, sempre secondo Mangiapane, ha una matrice e motivazioni ben precise: «Occorre innanzitutto fare chiarezza sul Prusst – premette l'ex assessore alle Infrastrutture del territorio – che è una delibera di giunta in quanto, al momento di votarla in consiglio comunale, cadde il numero legale e il programma fu inviato al Ministero, per concorrere al finanziamento, appena scaduti i termini per l'approvazione in aula. Ma la deroga agli strumenti urbanistici è competenza esclusiva del Consiglio stesso, non della giunta; quindi, quei progetti inseriti nel Prusst che dovrebbero andare in deroga al Piano regolatore non possono essere realizzati. È per questo motivo che è stato deciso il “colpo di mano” di approvare in aula l'acquisizione del piano particolareggiato per il centro commerciale, che quindi adesso può andare in deroga allo strumento urbanistico. Anzi, il timore è che si sfrutti proprio questa iniziativa per “agganciare” i finanziamenti del Prusst». Quella della preparazione delle osservazioni alla delibera è solo una delle tre linee sulle quali si sta muovendo l'opposizione: le altre sono un ricorso al Coreco centrale per l'illegittimità della procedura (in commissione non sono stati messi a disposizione i tredici allegati della delibera) e l'interpellanza parlamentare dell'on. Filippo Panarello che sarà presentata domani alla ripresa dei lavori d'aula dell'Ars. «Chiederò l'intervento anche dell'assessorato agli Enti locali, oltre che al Territorio – conferma Panarello – per verificare, ciascuno per la propria competenza, se vi siano abusi e responsabilità. Mi pare sconcertante, peraltro, che qualche consigliere comunale abbia definito “un'ingerenza” l'iniziativa dell'assessore Pellegrino di chiedere chiarimenti e disporre un'ispezione, dal momento che l'assessorato regionale al Territorio è per definizione l'ente competente e titolato per il controllo di queste procedure». Dall'altra parte, i consiglieri di maggioranza che hanno approvato la delibera hanno preannunciato per domani una conferenza stampa «nella quale faremo chiarezza sulla situazione – spiega il capogruppo di Fi Giuseppe Capurro – e sulle tante inesattezze che sono state dette al riguardo». In appendice a questo argomento (del resto, sembrerebbe proprio che qualcosa a che vedere ce l'abbia...), va segnalato come si sia risolto per la seconda volta positivamente il problema della “sparizione” della delibera del piano di urbanistica commerciale e riorganizzazione della rete distributiva. Ieri mattina, la proposta della giunta è stata finalmente “trovata” e inviata al presidente della III commissione Antonio Crupi. In precedenza, il piano commerciale (che va inviato al Cru per l'approvazione insieme al Prg) era stato al centro di un altro piccolo “caso” quando, pur esitato dall'amministrazione, non era stato inserito all'ordine del giorno della sessione di consiglio né inviato alla commissione competente per due settimane. In seguito, mandato alla presidenza del Consiglio per essere “chiamato” in aula (cosa poi non avvenuta), doveva essere restituito all'organo ristretto per l'esame ma se ne erano letteralmente perse le tracce. Fino a ieri, quando (appena la circostanza è stata resa nota, come era già accaduto la prima volta) la proposta di delibera della giunta è stata ritrovata.

9/01/2002

Fonte: la sicilia

Nascerà un comitato contro la città-mercato nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica (nella foto). A promuoverlo è l'opposizione in Consiglio comunale. Ma tra gli aderenti figurano già la Confesercenti, i Consigli della X e dell'XI Circoscrizione, i consiglieri provinciali del Ppi Rosalia Schirò e Pippo Rao, la Cgil con il rappresentante della segreteria Tanino Santagati. Tutti erano presenti alla riunione convocata dai Ds e dalla Margherita, ieri mattina a Palazzo Zanca. La proposta di costituire il comitato e raccogliere firme è stata lanciata durante il briefing, nel corso del quale il presidente di Confesercenti, Salvatore Sciliberto, ha lanciato l'allarme: «I piccoli commercianti sono già in rivolta, pagheranno quest'iniziativa sulla loro pelle. Perché ogni volta che si apre un supermercato, in media ci sono 4 licenziati per le botteghe circostanti». I gruppi politici puntano la battaglia sullo sviluppo urbanistico della zona nord. E insieme al ricorso al Coreco contro la delibera votata dal Consiglio comunale (20 favorevoli) invieranno una «montagna» di osservazioni per cercare di bloccare l'iter del provvedimento «almeno fino all'approvazione del Prg». Tra le lamentele, già inoltrate anche all'Ars dal deputato dei Ds, Filippo Panarello, c'è la «corsia preferenziale riservata al progetto dell'“Adroma impianti” ancora prima dell'adozione del Piano commerciale». La polemica, comunque, è tutt'altro che finita: nei prossimi giorni, i venti consiglieri che hanno votato l'atto spiegheranno le loro ragioni in una conferenza stampa.
G. L. R.

Tram: chiusura notturna della cortina del porto

Continuano a pieno regime i lavori per il tram. Dopo la verifica della settimana scorsa, con l'impegno a concludere le opere entro il 15 febbraio, alcuni cantieri della «Gepco-Salc» vanno verso la chiusura definitiva. È il caso di piazza della Repubblica e, principalmente, della cortina del porto. L'accelerazione impressa dalla ditta ligure dovrebbe consentire di effettuare collaudi e verifiche con la massima tranquillità, senza la preoccupazione di non riuscire a rispettare il termine ultimo del prossimo 30 aprile.
Ieri, intanto, è stata emessa un'ordinanza con la quale si dispone la chiusura temporanea al transito della via Vittorio Emanuele II. Dalle 22 di ieri fino alle 4 di questa mattina, il traffico è stato bloccato nel tratto compreso tra viale S. Martino e largo Minutoli. Stessa situazione dalle 22 di giovedì prossimo alle 4 di venerdì, con direzione obbligatoria a sinistra sulla via L. Rizzo, all'intersezione con il viale S. Martino. Ai mezzi pesanti, con massa a pieno carico superiore alle 3 tonnellate e mezzo, sarà consentito d'impiegare la via Garibaldi, in direzione di marcia sud-nord, nella parte compresa tra via Tommaso Cannizzaro ed il viale Boccetta.
Insomma, c'è un'emergenza viaria dietro l'altra. Con la fondata speranza, questa volta, che i tempi per la conclusione del tram siano davvero brevi.

Fonte: gazzetta del sud

Il segretario del Ccd: si rischia di inficiare l'iter della Variante al Prg
«È stato inopportuno votare»


«L'astensione di parte del gruppo del Ccd durante il voto sulla delibera della città mercato non ci fa sentire emarginati dalla maggioranza, anzi ci conforta che la nostra opinione sia la stessa del sindaco». Il segretario provinciale della Vela, Francesco Clemente, ribadisce le motivazioni dei quattro consiglieri astenutisi: «Come ha già spiegato il capogruppo Pippo Terranova, non sono dovute a valutazioni di merito sul progetto, bensì sull'opportunità di adottarlo oggi, con il rischio di inficiare l'iter della Variante al Prg in esame al Cru. La giunta, tuttavia, in presenza di un atto stragiudiziale non ha voluto sottrarsi, anche se lo stesso Leonardi si è pronunciato per la priorità al Prg. Dunque è un voto che attiene alla vita amministrativa, e non politica, del partito». Sulle “divisioni” attribuite al Ccd messinese nell'ultimo periodo (con la sfida D'Alia-Naro per la leadership ), infatti, Clemente taglia corto: «A Messina e non solo, il Ccd è nato e cresciuto per l'intuizione e la forza dell'on. D'Alia. Naro, con la sua esperienza e le sue capacità altrettanto straordinarie, ha aumentato il livello del confronto dialettico interno; oggi, quindi, si discute e si può anche essere in disaccordo – prosegue Clemente – ma proprio per questo il partito ha un consenso che non ha eguali in altre realtà e che ha portato ad esempio i nostri candidati ad essere i più votati alle Politiche e la lista a conquistare il seggio alle Regionali. Ma la spaccatura non è nelle intenzioni né di D'Alia né di Naro, che anzi perseguono un obiettivo di compattezza e unità d'intenti specie in questo momento particolare per il partito a livello sia nazionale sia locale, con la verifica al Comune e alla Provincia». Si discute molto anche del ruolo di Astone nel partito: «Non commetto errori – precisa Clemente – se dico che quella degli “astoniani” è un'invenzione, anche se suggestiva. Astone ha segnato la politica di casa nostra e queste passioni non spariscono, ma parlare di “correnti” è anacronistico; del resto ci sono ex “astoniani” anche in FI, Cdu, Ppi e persino nei Ds. L'elezione dell'ufficio politico, poi, non “esautora” il segretario ma è un tramite più snello con la direzione». (m.p.)

Intervengono i progettisti del piano particolareggiato riguardante l'area delle cave di sabbia della Panoramica
«Nessun “assalto”, solo un riordino urbanistico»
La Spina: le previsioni del Prg restano inalterate, sono stati ampliati soltanto gli interventi di tutela ambientale


Lucio D'Amico

«Non siamo i protagonisti dell'ennesimo assalto al territorio ma abbiamo, anzi, rimediato ad una serie di incongruenze presenti nella variante generale al Prg». Gli architetti Pasquale e Sergio La Spina rompono il silenzio, dopo le feroci polemiche che hanno preceduto, accompagnato, e che ora stanno seguendo, l'approvazione, da parte di una risicata maggioranza del consiglio comunale, della delibera riguardante la “città mercato” ubicata nell'area delle cave di sabbia della Panoramica. I fratelli La Spina sono i promotori dell'iniziativa del piano particolareggiato che, assieme al grande insediamento commerciale, prevede la caserma dei vigili del fuoco, con annesso eliporto, una serie di parcheggi e di zone attrezzate a verde. «Sull'iter politico-amministrativo seguito in questi mesi – affermano i due professionisti –, non siamo in grado e non vogliamo pronunciarci ma non intendiamo passare “alla storia” come i pianificatori di scelte dissennate e i responsabili di chissà quale devastazione ambientale». Sulla scrivania si sovrappongono le tavole dei vecchi e dei nuovi strumenti urbanistici. Dal piano Tekne del '76 al Piano Urbani del '90 e alla successiva Variante generale, rielaborata dopo il '93, adottata nel '98 e tutt'oggi sotto esame a Palermo. Come è possibile che si sia passati dalla decisione di vincolare quelle colline – definite nel “Tekne” di interesse paesaggistico e ambientale – al loro sfruttamento come cave di sabbia, fino al provvedimento che, adesso, dà il via libera alla trasformazione dell'area in una grande “città mercato”? «Il piano Tekne – sostiene Pasquale La Spina – vincolava quasi tutta la zona nord ma non per motivazioni ambientaliste quanto per l'incertezza riguardante la previsione del Ponte sullo Stretto. Poi, nella Variante Urbani, si decise di localizzare proprio nell'area oggetto dell'intervento il primo svincolo collegato al Ponte. E l'attuale Prg, localizzando in questa zona il primo attracco a terra del manufatto stabile, destina l'area ad una serie di servizi territoriali pubblici e privati (parcheggi, verde attrezzato, caserma dei vigili del fuoco, centri commerciali e motel). Nella zonizzazione effettuata dallo stesso strumento urbanistico, però, sono emerse subito incongruenze tali da aver indotto i proprietari dei terreni a presentare un'osservazione al Prg. Non si trattava di chiedere l'edificabilità delle aree ma un intervento unitario attraverso un piano particolareggiato. Ed è quello che abbiamo fatto. La destinazione della zona resta inalterata rispetto alle previsioni del Piano regolatore mentre ad essere ampliato è il perimetro per un adeguato riordino urbanistico, in modo da consentire contemporaneamente l'insediamento delle destinazioni previste dal Prg e la possibilità di risanare l'intera area compromessa dagli sbancamenti delle cave di sabbia». Quella dei progettisti è un'appassionata difesa del lavoro fin qui svolto: «Sarebbe ingiusto – affermano i fratelli La Spina – ridurre tutto il discorso alla “città mercato”. Il progetto del piano prevede: 1) la viabilità primaria esterna per la sistemazione dello svincolo e dell'innesto nella nuova Panoramica; 2) la sistemazione a verde pubblico attrezzato di tutte le superfici in forte pendio con operazioni di consolidamento e rivegetazione; 3) la localizzazione e individuazione di tutte le superfici necessarie per parcheggi pubblici, privati e per viabilità; 4) l'individuazione e la perimetrazione del comparto edificatorio; 5) la localizzazione della superficie necessaria per la costruzione di un presidio per la protezione civile; 6) norme specifiche per l'esecuzione del progetto edilizio attraverso il rilascio di singole concessioni subordinate alla realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione necessarie, che saranno ad esclusivo carico dei concessionari». I progetti esecutivi dovranno attenersi rigorosamente a quanto è stato previsto e la normativa che regola l'attuazione dei piani particolareggiati – ribadiscono i due professionisti messinesi – fornisce le più ampie garanzie perché obbliga alla realizzazione delle opere di urbanizzazione e del verde attrezzato prima che si possa procedere a qualunque altro intervento. «Non è questo piano particolareggiato – insistono i La Spina – a far sì che le cave di sabbia vengano invase da una colata di cemento. Se oggi la nuova variante al Prg tornasse approvata da Palermo, avremmo, comunque, tre quarti di quella zona impegnati tra due insediamenti commerciali pari a circa 18 mila metri quadri (rispetto ai 22 mila della “città mercato”), impianti e attrezzature sportive, parcheggi previsti addirittura nel torrente e la stessa caserma dei vigili del fuoco che, però, è stata inopinatamente localizzata sulla strada, al punto da far sparire parte della carreggiata lato monte della Panoramica. In più, non ci sarebbe alcuna garanzia che non continuasse l'attività estrattiva, visto che i terreni a monte resterebbero destinati a zone agricole. Insomma, avremmo qualche parcheggio, una palestra e due supermercati, senza alcun albero intorno e con le colline trasformate ancora in cave di sabbia». Questo il punto di vista di Pasquale e Sergio La Spina. La “Gazzetta”, come sempre, ospita i pareri e le opinioni di tutti. Restiamo convinti che sia stato sbagliato togliere i vincoli da alcune delle aree più pregiate, ancorché mal utilizzate, della zona nord, come quelle adibite a cave di sabbia; che sarebbe stato necessario, anche in prospettiva del Ponte, ridurre il più possibile l'impatto della futura grande opera con la previsione, dove possibile, di parchi urbani attrezzati o di zone di rimboschimento; che la programmazione urbanistica non può essere un “collage” di scelte, più o meno condivisibili, ma deve avere una filosofia unitaria di fondo, un ampio e coerente respiro. Restiamo dubbiosi sul fatto che chi andrà a costruire la “città mercato” possa avere l'interesse più a realizzare le opere di tutela ambientale (che costerebbero decine di milioni di euro) che non a portare avanti, nel più breve tempo possibile, il proprio investimento. Restiamo scettici sulle potenzialità di Messina che si ritroverebbe ad avere un numero assolutamente spropositato di megainsediamenti commerciali (ne sono stati previsti sei). Rimane infine il timore che in questi giorni si sia aperta una pericolosa maglia e che altre scelte miopi e frettolose, entro breve tempo, possano prendere corpo.

chiusa la cortina

Domani dalle 22 alle 4 di venerdì divieto di transito per i cantieri della tranvia sulla Cortina tra il Viale e Largo Minutoli.

Hanno scelto l'area meno adatta

Sull'argomento relativo alle cave di sabbia della Panoramica e più in generale sulla tutela del territorio interviene Alba Della Rovere, presidente del club di Messina dell'associazione “Amici della Terra”. «Mi domando: “Quanti di coloro che gestiscono la mia città sanno cosa significa sviluppo sostenibile?”». Purtroppo debbo rispondere che sono in pochi! Sono nata e cresciuta a Messina, città che per la sua posizione geografica gode di privilegi paesaggistici notevoli e che negli anni non sono stati per nulla tutelati. Negli ultimi decenni si è difeso l'ambiente naturale solo per una questione di impatto visivo. Adesso è diventata una scelta obbligata. L'ambiente è una cosa seria perché tocca la nostra vita, il nostro modo di essere e la politica deve essere al servizio dell'ambiente, non viceversa. Nonostante tutto si continua a seguire una logica contorta e si parla di “città mercato” in un territorio fragile, esiguo, paesaggisticamente importante e inadatto per la sua posizione ad ospitare un intervento così “invasivo” come la realizzazione di un ipermercato. Perché non intervenire con una riqualificazione ambientale e rinaturalizzare tutte le cave di sabbia? Sarebbe stupido fra qualche anno accorgersi, per l'ennesima volta, di avere sbagliato per scelte dettate dal vento politico e non dalle reale visione delle nostre necessità e, soprattutto, dalla conoscenza del nostro territorio. Basterebbe citare come esempi la discarica di Portella Arena, gli svincoli, il tram. Se penso alle decisioni prese nel tempo per la mia città sento il bisogno di parlare e di far notare che se Messina è ancora viva lo si deve alla capacità, al lavoro, all'impegno di quei cittadini che da sempre operano con serietà. Dall'altro lato, però, c'è chi stabilisce dall'alto come meglio “giocare” con il patrimonio paesaggistico e naturale della città, non curandosi delle reali necessità dei messinesi».

Chiare le indicazioni della Regione siciliana sul rapporto con il Prg
Il Prusst non può derogare


Possono strumenti di programmazione diversi dal Piano regolatore generale seguire strade autonome, in deroga alle previsioni urbanistiche? È uno degli interrogativi che oggi in molti si pongono alla luce di quanto sta avvenendo per quel che concerne le iniziative inserite nel Prusst (Programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) ed i collegamenti con le vicende del Prg e del nuovo Piano urbanistico-commerciale. A questo proposito, va ricordato che il 6 novembre 2000 l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha emanato una circolare, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il 1. dicembre dello stesso anno e tuttora in vigora. «Nel ribadire i contenuti della circolare assessoriale del 14 aprile '99 – si legge – e della circolare presidenziale del 2 settembre '99, appare opportuno precisare che in nessuno strumento di programmazione o di pianificazione negoziata, patto territoriale, contratto d'area, Pru e Prusst, può derogarsi alle ordinarie procedure urbanistiche, quando detti programmi prevedano varianti ai vigenti strumenti urbanistici. Le procedure in questione sono infatti poste a tutela di fondamentali, inderogabili diritti soggettivi e degli istituti di rappresentanza protetti dalla Costituzione». La circolare prosegue: «Pertanto, l'attuazione di strumenti di programmazione o pianificazione negoziata è subordinata al soddisfacimento di due condizioni: 1) raccordo e coordinamento dei programmi in sede regionale; 2) approvazione delle varianti urbanistiche necessarie per l'attuazione dei programmi, con le modalità e nel rispetto delle leggi vigenti». In ogni caso, quindi, le indicazioni contenute nel Prusst non potranno e non dovranno mai stravolgere l'impianto complessivo del Piano regolatore. Su questo la posizione della Regione siciliana non sembra prestarsi ad equivoci. Da qui la necessità di procedere con estrema cautela, per evitare che scelte scriteriate, comunque assunte fuori dal contesto generale, possano finire con il condizionare il giudizio degli organi regionali deputati ad esprimere il parere definitivo sul Prg, a cominciare dal Consiglio regionale dell'urbanistica, chiamato a pronunciarsi nelle prossime settimane. Sarebbe assurdo attendersi che il Piano regolatore (nel quale sono innumerevoli gli aspetti poco o nulla convincenti) rappresenti la panacea di tutti i mali ma lo sarebbe altrettanto farsi male da soli, cioè compromettere un iter tecnico-amministrativo che affonda le sue radici nei lontanissimi anni Ottanta.

Riunione dei vertici in preparazione della verifica
Cdu pronto al rimpasto


Il Cdu si prepara alla verifica politico-amministrativa in programma a breve scadenza al Comune e alla Provincia manifestando la necessità di «cogliere l'occasione per rafforzare la coesione tre le forze aderenti alla Casa delle Libertà e suscitare un impegno responsabile e diretto nella gestione dell'ultimo periodo delle amministrazioni provinciale e comunale – come si legge in un comunicato stampa diramato ieri – volto al raggiungimento degli obiettivi concordati». Tra le righe della nota, dunque, si legge l'intenzione dei Cristiano democratici uniti di partecipare alla ripartizione dei nuovi assessorati, per la quale le trattative scatteranno non appena saranno scaduti i termini di pubblicazione a Palazzo dei Leoni e nei municipi dei 108 comuni della provincia della delibera di modifica allo Statuto provinciale con la quale si recepisce l'aumento (da 10 a 15) del numero di assessori in giunta, affissa all'Albo pretorio da domenica 6. A fine gennaio, dunque (a meno di eventuali osservazioni), il “rimpasto” potrebbe essere realtà. Le forze politiche che compongono la coalizione di centrodestra si sono già informalmente incontrate a più riprese, in attesa della definizione dei “posti” spettanti a ciascun partito. Si sa già che a Palazzo Zanca dovrebbero andare 2 nuovi assessori a Forza Italia, uno ad Alleanza nazionale e l'altro, verosimilmente, al Nuovo Psi; a Palazzo dei Leoni, invece, nell'esecutivo dovrebbero fare il loro ingresso 2 rappresentanti di FI, uno di An, uno del Ccd, uno ancora da definire e, appunto, uno del Cdu (che attualmente non ha uomini nelle due giunte dopo il passaggio di Piero Alibrandi a Forza Italia in quota Sicilia Popolare). Lo scudocrociato, dunque, sta operando le proprie scelte: all'incontro di ieri erano presenti il deputato nazionale Pippo Gianni, quello regionale Giuseppe Franchina (recente “acquisizione” dall'Udeur), i vice commissari Carmelo Torre e Lillo Zaffino, il componente la direzione Renato Grassi e i consiglieri nazionali Antonio Miceli e Anna Velonà, che hanno interpretato il risultato delle ultime elezioni amministrative nel senso di «un significativo incoraggiamento alla linea politica del Cdu, impegnato in un processo di rinnovamento e di rilancio cui hanno aderito movimenti politici organizzati sul territorio, consiglieri provinciali, comunali, circoscrizionali e personalità politiche. Il progetto – conclude il comunicato – si muove in una logica di sostegno dell'area moderata dello schieramento poilitico, che si riconosce nei principi della dottrina sociale della Chiesa e negli orientamenti espressi dai movimenti laici, liberali e socialdemocratici».

Fonte: gds

Cdu pressa gli alleati e chiede spazio

Si infiamma il clima politico all'interno del centrodestra in vista del rimpasto nelle due giunte. Il Cdu redige un documento in cui chiede maggiore spazio e ricorda agli alleati il ruolo giocato nelle ultime amministrative. Forza Italia, Alleanza nazionale ed il centro cristiano democratico discutono da settimane dei futuri assetti, di nomi, di poltrone, di sottogoverni. Nei programmi del leader del Polo gli altri alleati del centrodestra troverebbero soltanto un ruolo marginale. Sembrano pensarla così almeno i vertici del Cdu che allarmati dalla serie di indiscrezioni trapelate dagli ultimi confronti tenutisi nelle stanze del Polo, hanno approvato un lungo documento politico.
Oltre ai soliti ragionamenti sul futuro della città, c'è un messaggio chiaro agli alleati: "avete fatto i conti senza il Cdu. Dovete darci maggiore spazio". Corre ai ripari il partito di Buttiglione, ricorda al Polo che alle ultime amministrative di Barcellona ha raccolto l'8 per cento dei consensi, che alla Provincia può contare su quattro consiglieri provinciali, che ha raccolto l'eredità di altre formazioni politiche che anche grazie ai suoi voti, Leonardi siede sulla poltrona più importante di Palazzo Zanca. In termini pratici il Cdu, anche se non scrive esplicitamente, vuole due assessorati, uno al Comune l'altro alla Provincia (dove tra i papabili ci sono Carmelo Nucera e Carmelo Torre) e vuole conservare il posto nel consiglio di amministrazione di Messinambiente, la società che cura la raccolta dei rifiuti.
"A livello locale _ scrive il Cdu _ è necessario imprimere un'accelerazione all'azione politica amministrativa provinciale e comunale finalizzata alla realizzazione degli obiettivi programmatici originari proposti dal presidente e dal sindaco. In particolare si dovranno sostenere i progetti compatibili con le vocazioni naturali del territorio, completare in tempi rapidi le opere relative alla viabilità urbana e suburbana compreso l'attraversamento dello Stretto, ridisegnare la città attraverso moderni strumenti di pianificazione urbana e commerciale nonch‚ di risanamento, difendere ed implementare i livelli occupazionali. Occorre rafforzare la coesione tra le forze della casa delle libertà nell'ultimo periodo delle amministrazioni provinciale e comunale".
Emilio Pintaldi

Pioggia di no al progetto dell'ipermercato


Una valanga di osservazioni da parte di consiglieri, associazioni, ordini professionali, cittadini. E poi un comitato ristretto con il compito di preparare ricorsi al Tar ed al Coreco regionale. Il fronte anti-ipermercato si allarga e diventa sempre più compatto. Il centro-sinistra ieri ha chiamato a raccolta sindacati, commercianti, professionisti, perch‚ vengano intraprese tutte le strade utili per dare uno stop al progetto della città-mercato sulla Panoramica.
All'appello ieri a Palazzo Zanca hanno risposto i consiglieri dell'opposizione, i vertici della Confesercenti, i rappresentanti del Decimo a dell'Undicesimo quartiere, la Cgil. "Vogliamo creare una mobilitazione generale _ spiega il capogruppo Ds Giuseppe Mangiapane _ fare intervenire i commercianti, i primi ad essere penalizzati, i quartieri, che non sono stati neanche consultati dall'amministrazione, come invece prevede la normativa".
Le decisioni sono state prese saltando la circoscrizione che pure avrebbe avuto qualcosa da dire su un diverso assetto urbanistico. E sul piede di guerra scenderà anche il decimo quartiere, come annunciato dal presidente Bonanno. "Il fronte della protesta è ampio _ aggiunge Luigi Beninati, dei Democratici _ come dimostra il fatto che anche all'interno della maggioranza ci sono spaccature. Saranno decine le osservazioni che porteremo in Consiglio, nel frattempo prepariamo anche i ricorsi". Del comitato che si occuperà dei fascicoli da spedire a Palermo ed a Catania fanno parte Luigi Beninati, Filippo Tommasini, Gaetano Giunta ed il segretario della Confesercenti Sorbera. Anche i commercianti nei prossimi giorni scenderanno in campo. "Il Prg in questa fase non deve essere stravolto _ conclude Franco Providenti, Ppi _ dopo l'approvazione, si può discutere, ma non di un singolo supermercato".Rosaria Brancato

10/01/2002

Fonte: la sicilia

L'iter va avanti: da domenica i 20 giorni per le osservazioni – Espropri per 2 miliardi, la caserma dei VdF con fondi pubblici
Città-mercato col vento in poppa
Ma la Regione chiede chiarimenti e già lunedì potrebbe inviare gli ispettori

Approvata la delibera in Consiglio comunale, si passa alla fase attuativa. Continua con il vento in poppa l'iter del piano particolareggiato per la realizzazione della città-mercato nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica. Domenica l'incartamento sarà pubblicato nell'Albo pretorio di Palazzo Zanca: scatteranno così i 20 giorni entro i quali gli interessati potranno presentare osservazioni e/o opposizioni, che saranno successivamennte esaminate (dopo l'istruttoria dell'Urbanistica) e votate dal civico consesso. Poi tutto l'incartamento potrà «partire» per l'esame finale del Cru. La minoranza consiliare ha già preannunciato battaglia, con una «montagna» di ricorsi.
La delibera è contestata da ogni punto di vista: formale e sostanziale. Le polemiche sono arrivate anche alla Regione, attraverso l'interpellanza presentata dal deputato dei Ds, Filippo Panarello. Mentre lo stesso Panarello ha chiesto ieri al Comune di prendere visione del piano per la rinaturalizzazione delle ex cave, il Governo Cuffaro ha fatto le sue prime mosse chiedendo chiarimenti a Palazzo Zanca. E sono stati anche dettati i tempi: se entro lunedì non dovessero pervenire le delucidazioni richieste (o se fossero lacunose), sarebbe inviato uno staff d'ispettori da Palermo.
Intanto continuano a venir fuori i dettagli del progetto da 94 miliardi di lire presentato dall'«Adroma impianti» di Castellammare di Stabia (amministratore delegato Domenico Barbato) e inserito dal Comune nel Prusst. L'area interessata dal piano particolareggiato è complessivamente di 148mila metri quadrati. La superficie da espropriare è pari a 41mila 119 metri quadrati, suddivisa in 50 terreni di diversi proprietari. L'acquisizione di tutte le aree dovrebbe costare all'«Adroma» ben 2 miliardi 351 milioni.
A carico dell'impresa proponente (dietro la quale c'è una grossa multinazionale) ci sono anche le opere di urbanizzazione primaria e secondaria: 10 miliardi 440 milioni di lire la spesa complessiva. Che è così suddivisa per gli interventi più rilevanti: 2 miliardi 570 milioni per il verde pubblico, 2 miliardi 279 milioni per i parcheggi e 3 miliardi 337 milioni per la sistemazione delle strade. Non rientrano nell'investimento privato le iniziative a «corredo» della città-mercato, quali la realizzazione dell'elipista e della caserma per il distaccamento nord dei Vigili del Fuoco. I fondi per le due opere saranno finanziate attraverso il Prusst e costeranno rispettivamente 690 milioni di lire e 5 miliardi 462 milioni.
«Riesumato» il Piano commerciale — Legato alla città-mercato è, ovviamente, il Piano di urbanistica commerciale. Ieri il documento è stato «riesumato» dalla 3ª commissione dopo che tra mille polemiche l'esame era stato «congelato» per dare priorità all'iniziativa dell'«Adroma impianti». L'organismo guidato da Antonio Crupi (An) ha continuano l'analisi delle tavole, ma ha ritenuto necessario aggiornare i lavori a lunedì prossimo, convocando l'assessore Gianpiero D'Alia e il dirigente della ripartizione Urbanistica, Manlio Minutoli.
Le perplessità di numerosi consiglieri riguardano le presunte variazioni delle previsioni del Prg inserite nel Piano commerciale. Per questo questo motivo è stato riconvocato D'Alia, al quale sarà chiesto di fare definitivamente chiarezza soprattutto in relazione alla scelta di consentire anche gli insediamenti commerciali nelle aree precedentemente riservate all'artigianato ed all'industria.
Giuseppe Lo Re

Fonte: gazzetta del sud

Città mercato / La vicenda delle cave di sabbia della Panoramica
Novità in arrivo
La Regione lunedì invierà gli ispettori


L'ispezione si farà. Entro lunedì l'assessorato regionale deciderà di inviare i propri funzionari nel caso in cui dal Comune di Messina non dovessero pervenire i chiarimenti richiesti in merito alla vicenda del piano particolareggiato riguardante l'area delle cave di sabbia della Panoramica dello Stretto. La conferma arriva da Palermo dove ieri mattina il deputato regionale diessino Filippo Panarello ha rivolto un'ulteriore richiesta di intervento all'assessore regionale per gli enti locali Antonio D'Aquino. In questo caso, il parlamentare della Quercia sollecita una verifica da parte dei competenti organi regionali sulla regolarità delle procedure amministrative e dell'iter seguito dal consiglio comunale. C'è un altro aspetto sul quale Panarello chiede che si faccia pubblicamente chiarezza: «Ho presentato un'istanza al Comune – afferma – per conoscere il piano di coltivazione e di dismissione delle cave di sabbia. Voglio sapere se quanto prescritto dalle autorizzazioni rilasciate dall'Ente minerario siciliano sia stato rispettato, quali interventi di riqualificazione ambientale siano stati previsti e se l'amministrazione comunale abbia svolto, come avrebbe dovuto per legge, il suo compito di controllo e di sorveglianza circa l'utilizzo di una parte pregiata del territorio cittadino». Il “caso Panoramica”, quindi, è ben lungi dall'essersi sgonfiato dopo l'approvazione della delibera da parte dell'aula di Palazzo Zanca. Da domenica, con la pubblicazione del piano particolareggiato all'albo pretorio del Municipio, comincerà ufficialmente la fase delle osservazioni e delle opposizioni presentate dai cittadini. Trascorsi venti giorni, il piano dovrà tornare in consiglio comunale per il voto definitivo. Poi, l'ultima parola toccherà all'assessorato regionale al Territorio, dal quale dipende anche l'esito sia del Piano regolatore sia delle osservazioni presentate alla Variante generale, tra le quali quella relativa proprio all'area delle cave di sabbia. Nella delibera votata favorevolmente dalla maggioranza consiliare, si ricavano le cifre complessive (ancora in lire, visto che il progetto risale al '99) degli interventi programmati e alcuni dati importanti per evitare confusioni o interpretazioni strumentali. L'area interessata, intanto, è di 148 mila metri quadrati, di cui 95 mila di proprietà privata e 53 mila di proprietà pubblica. Per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria la spesa prevista è di 10 miliardi 440 milioni 800 mila lire. Nel dettaglio, 2 miliardi 570 milioni serviranno per il verde attrezzato, 2 miliardi 279 milioni per i parcheggi, 4 miliardi 447 milioni per la viabilità interna ed esterna. Occorreranno, poi, altri 2 miliardi 351 milioni per le procedure di esproprio che interesseranno ben cinquanta famiglie o ditte proprietarie. Una parte dell'intervento è destinata alla caserma dei vigili del fuoco e all'annesso eliporto per le emergenze di protezione civile. Va chiarito una volta di più che queste opere non verranno realizzate dalla società privata che costruirà la “città mercato” ma vanno considerate di interesse statale e saranno finanziate con altri fondi (del ministero degli Interni e dei Lavori pubblici). La caserma e l'eliporto occupano, nelle previsioni, una superficie rispettivamente di 9 mila 112 metri quadri e 2 mila 760: in tutto 11 mila 872 mq rispetto ai 148 mila del totale delle aree impegnate. I costi sono di 5 miliardi 462 milioni per la caserma e di 690 milioni per l'eliporto. I progettisti hanno evidenziato che si tratta di un'operazione di riordino urbanistico, rispetto alle attuali condizioni di degrado delle cave, e che grande attenzione è stata rivolta alle opere di tutela del versante collinare e di sistemazione a verde sia a monte dell'ipermercato sia nelle aree adibite a parcheggio. Tutto questo è vero ma nessuno può negare che il grosso dell'investimento è, comunque, legato alla realizzazione della “città mercato”, il vero e proprio fulcro attorno al quale gira l'intero piano particolareggiato. Chi sostenesse il contrario, non direbbe la verità. (l.d.)

«In ogni caso si è sbagliato»


«Se la normativa non è stata rispettata, è un fatto grave. Se è stata rispettata, invece, non si capisce perché non si sia voluto e non si voglia aprire un confronto con gli organismi e le associazioni interessate, al fine di capire se l'iniziativa rispetta le leggi e quale sia l'impatto sul territorio». A prendere nuovamente posizione sull'argomento della “città mercato” è il responsabile della Lega siciliana autonomie locali, Rosario Ansaldo Patti. «È necessario – afferma – ricordare che l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente, con circolare del novembre 2000, ha precisato che strumenti come il Patto territoriale, il Contratto d'area, il Prusst, non possono derogare alle norme delle procedure urbanistiche e non possono stravolgere l'impianto complessivo del Piano regolatore generale. Inoltre, le direttive di programmazione commerciale, così come pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 28 luglio 2000, impongono per le “grandi strutture di vendita” «studi preventivi di impatto» sulle caratteristiche dell'iniziativa, sul bacino di attrazione, sulle implicazioni urbanistiche in generale per valutare gli effetti di congestione o di decongestione del traffico, sull'ambiente, sull'occupazione, sul rapporto con le imprese commerciali già esistenti e su vari altri aspetti. Non è dato di sapere – prosegue Ansaldo Patti – se il testo della delibera riguardante il piano particolareggiato approvato dal consiglio comunale contenga tutto ciò. Dubitiamo che le cose stiano così, ma in ogni caso continuiamo a non comprendere il perché del mancato confronto pubblico».

Nonostante gli sforzi le corsie preferenziali sono sempre intasate
Lotta impari per gli ausiliari del traffico


«Noi facciamo il possibile ma potrebbe andare meglio», non c'è dubbio: il compito degli ausiliari del traffico è arduo. Da qualche giorno, da quando sono appunto in servizio dodici “controllori speciali”, le corsie preferenziali riservate al transito di autobus, taxi e mezzi di soccorso sono meno intasate del solito ma la lotta è ancora dura. Incontrando due ausiliari del traffico, dipendenti dell'Atm con la qualifica di addetto all'esercizio, Francesco Interdonato e Pietro Pasto, ieri mattina in un tratto di via Garibaldi, non ci nascondono le difficoltà del loro compito: quello appunto di evitare il transito e la sosta di macchine, camion, furgoncini e scooter nel tratto delimitato dalla striscia gialla. «Il fenomeno è rilevante – ha commentato uno dei due ausiliari, Pasto – e noi ci stiamo adoperando al massimo». La decisione dell'amministrazione comunale di utilizzare alcuni dipendenti dell'Atm per vigilare sulle corsie riservate ha almeno portato qualche beneficio? «Va benino», ha risposto il collega. Le corsie non sono ancora del tutto libere. E del resto, ieri, sul lato mare del tratto di via Garibaldi compreso tra piazza Cairoli e largo San Giacomo, era evidente come gli automobilisti indisciplinati non si siano ancora scoraggiati: una lunga fila di auto in sosta ostacolava il transito. «I problemi maggiori si verificano proprio sul lato mare», ci dicono gli ausiliari. E fino alle 11 di ieri mattina, nel tratto in questione, sono state elevate cinque multe. Il lavoro degli ausiliari del traffico senza dubbio sta contribuendo a migliorare una situazione giunta al collasso ma forse sarebbe necessario rafforzare la presenza di questi ultimi. Gli stessi conducenti dei mezzi dell'Atm considerano quest'ultima ipotesi una scelta obbligata. «Dodici persone non bastano a risolvere il problema, le difficoltà rimangono», ha commentato un autista del Velocittà, ieri mattina in servizio, Giuseppe De Cola, che rilancia anche la questione delle corsie protette. «L'unica soluzione – ha detto – è l'installazione dei cordoli così come avviene nelle altre città». Ma siamo a Messina. Gli autisti hanno inoltre segnalato l'assenza della striscia gialla in alcuni tratti del percorso dei mezzi di trasporto pubblico. (i.c.)

S'incrementa il movimento di grosse navi da trasporto ma si attende anche la ripresa degli scali crocieristici
Al Norimberga “rinasce” la portualità commerciale


Ivana Cammaroto

Il molo Norimberga diventa realtà commerciale. Martedì dalla vasta banchina di riva della zona falcata è partita la seconda nave che ha inaugurato il nuovo scalo commerciale del porto. La “Lady Greta”, battente bandiera cipriota e proveniente da Palermo, ha caricato ben 3.000 travi di ferro e da ieri, su un fianco del molo (dove precedentemente sostava la nave Cariddi) è ormeggiata la motonave “Claudia” con a bordo 3.200 tonnellate di grano dirette ai Mulini Gazzi. A giorni, invece, è atteso l'arrivo di una grossa nave per lo scarico di lastre d'acciaio. Praticamente con la nave “Behsat Senkaia”, che durante i primi giorni dell'anno ha caricato 1.100 tonnellate di coilts (lamiere arrotolate), per il flusso commerciale del porto dello Stretto si è davvero aperta una nuova era. La sosta in ambito portuale delle navi da commercio viene comunicata di volta in volta ma all'Autorità portuale sono sicuri che con l'utilizzo del molo Norimberga, lontano dal centro urbano, il traffico commerciale subirà un notevole incremento. Una previsione che fa ben sperare anche gli operatori portuali. Diversi lavoratori per mesi sono stati alle prese con le ristrettezze economiche causate dalla presenza dei cantieri ai moli che, di fatto, hanno impedito il regolare svolgimento delle operazioni portuali. La piena ripresa del traffico commerciale grazie all'utilizzo dei nuovi spazi portuali offerti dal “Norimberga”, ha invece senza dubbio contribuito a migliorare la situazione occupazionale di diversi addetti. Da qualche mese al molo della zona falcata, dopo l'ultimazione dei lavori di posa dei binari ferroviari, sono state trasferite le grosse gru, precedentemente allocate alla banchina Marconi. Quest'ultimo molo per anni è stato considerato lo scalo commerciale del porto ma era evidente che, per la ristrettezza dello spazio a disposizione per le varie operazioni di carico e scarico della merce e per la vicinanza di una trafficata arteria viabile (la Cortina del porto), di uffici e palazzi, era inadeguato alle esigenze del commercio marittimo. Una constatazione della realtà che due anni fa ha portato i vertici dell'Authority, il presidente Giuseppe Vermiglio e il segretario Franco Barresi, e l'intero Comitato portuale ad approvare un piano di riassetto del molo Norimberga (inserito nel primo piano triennale predisposto dall'Authority subito dopo una lunga fase di commissariamento). Adesso, appunto, i progetti sono diventati realtà. È un punto di partenza per un porto migliore, più produttivo e competitivo. Tra i programmi dell'Autorità portuale per il nuovo anno, poi, c'è anche quello, immancabile per il porto messinese, riguardante il traffico croceristico da marzo a novembre. A giorni, di concerto con la Capitaneria di porto, si svolgerà una riunione operativa proprio per stilare l'elenco degli arrivi previsti. Per quest'anno si prevede un incremento anche in questo settore considerato l'interesse dimostrato da diversi armatori. Il porto di Messina, ad esempio, è stato già scelto come punto di partenza per la nave da crociera “European Star” (la gemella della “Vision” utilizzata durante il G8 di Genova per accogliere i capi di Stato). Nel 2001 sono state circa 150 le soste in città delle navi da crociera; per il 2002 si prevede ancora il boom. Un fatto positivo è sicuramente rappresentato dall'ultimazione dei lavori al molo Colapesce, la banchina di riva prescelta per l'attracco delle navi. Si potrà inoltre utilizzare la banchina I Settembre e, una volta ristrutturato, anche il molo Marconi.

11/01/2002

Fonte: la sicilia

Ancora polemiche sulla città-mercato
Il Psi: «Si istituisca una commissione per la sorveglianza»

Tra un coro di dissensi, ecco che spunta fuori una voce a favore, che sostiene il voto dei 20 consiglieri comunali che hanno approvato il piano particolareggiato per la realizzazione della città-mercato progettata dall'«Adroma impianti» nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica.
A diffondere un articolato documento è stato ieri Saro Pizzino, segretario provinciale del Nuovo Psi: «Condivido pienamente iniziative di questo genere. In una città dove le quasi uniche fonti importanti di lavoro sono il Policlinico, l'Università, il Comune e la Provincia regionale, dove l'economia, nel suo insieme, è asfittica da anni, un imprenditore come Domenico Barbato che è disponibile ad investire in proprio 100 miliardi senza interventi pubblici e senza società miste crea sgomento e fa irrigidire le forze del “non cambiamento” che vogliono uomini e cose sotto la loro esclusiva “giurisdizione”. La battaglia politica condotta da tante e varie forze per il “sì” è anche una lotta per il rinnovamento della classe imprenditoriale messinese, che trarrà giovamento e motivo di stimolo dal confronto con operatori che hanno certamente una visione non limitata degli interventi; è naturale che da questo confronto l'economia cittadina trarrà un notevole vantaggio». Infine, il Psi lancia un monito: «Vista la rilevanza dell'intervento, si costituisca una commissione di “alta sorveglianza” composta da un gruppo di liberi professionisti e di tecnici del Comune e del Genio civile».
Intanto, sul fronte opposto dei contrari, la Confesercenti ha convocato una conferenza stampa per martedì prossimo, alle 10. All'incontro parteciperanno anche i rappresentanti di Fedarcom e Cidec.

Pronta l'ordinanza: da lunedì «dirottati» allo svincolo di Messina centro i Tir sbarcati dai traghetti delle Fs
Nuovo percorso per i camion
Approdo a sud: nelle prossime ore la nomina dello staff del prefetto

Nuovo percorso forzato per i mezzi pesanti. Da lunedì, i camion sbarcati dai traghetti delle Fs e da quelli delle società private che operano nell'ambito portuale dovranno imboccare l'autostrada obbligatoriamente dallo svincolo di Messina centro. L'ordinanza sarà firmata questa mattina dal dirigente della ripartizione Viabilità, Mario Pizzino ed entrerà in vigore dai primi giorni della prossima settimana. A richiedere la modifica è stato direttamente il sindaco, Turi Leonardi, che nel corso di una riunione ad hoc ha chiesto immediati accorgimenti per alleggerire il transito sulla via Garibaldi. I problemi più concreti dai flussi dei Tir e dalla concomitante presenza dei cantieri del tram si registrano davanti alla Prefettura: enormi code vengono provocate dai camion che svoltano «a u» sul corso Cavour per poi imboccare il viale Boccetta. Da qui la necessità di dirottare i «bisonti della strada» sulla via La Farina prima e sul viale Europa poi, sperando di non appesantire ancora di più un'altra zona della città dove i camion hanno cominciato a mietere le loro vittime.
Caos sulla Ss 114 — Da nord a sud la situazione la situazione di caos non cambia. A protestare è il consigliere del IV Quartiere Francesco Gallo, il quale denuncia i lunghi incolonnamenti (oltre 2 km) che si formano puntualmente, nelle ore di punta, all'incrocio tra la Ss 114 e il nuovo svincolo di S. Filippo.
«Sulla Statale non si procede più – accusa Gallo –. Sarebbe il caso di regolare i semafori con più accuratezza, magari diminuendo il tempo in cui lampeggia il rosso sulla Ss 114. È forse il caso che aspettino un po' di più mezzi provenienti dall'autostrada, rispetto ai flussi interni alla città». Intanto, il Consiglio del Quartiere ha effettuato un nuovo monitoraggio sulla viabilità nella Statale 114: è risultato che tra le 6 del mattino e le 19, sull'arteria transitano quasi 18mila mezzi nei due sensi di marcia.
Presto lo staff del prefetto per l'approdo a Tremestieri — L'approdo d'emergenza a Tremestieri, intanto, resta l'unica soluzione che possa dare una boccata d'ossigeno alla città. Il prefetto, Giosuè Marino, nominato commissario straordinario, sta lavorando per comporre lo staff che dovrà accompagnarlo fino alla realizzazione delle due invasature. Acquisiti già alcuni nominativi (il Comune ha indicato Rosario Guarniere) manca solo qualche dettaglio. Le nomine saranno formalizzate certamente entro la fine della settimana. Dello staff, oltre al Comune, faranno parte l'Avvocatura dello Stato, il Ministero dei Trasporti, gli assessorati regionali ai Lavori pubblici, ai Trasporti e al Territorio, l'Enas ed esperti amministrativi.
Giuseppe Lo Re

Fonte: gds

Turismo, entro l'estate nuovi scali per diportisti

Enzo Gallo

Entro la prossima estate la città avrà il diritto ad ampliarsi sotto il profilo del turismo.
Infatti, secondo quanto pubblicato recentemente sulla Gazzetta Ufficiale, verranno effettuati investimenti per la riqualificazione dei nostri litorali, attraverso la costruzione di porticcioli turistici. I progetti riguardano sia la città che il territorio provinciale.
Saranno chiamati a contribuire anche i privati, che si accaparreranno la gestione delle nuove strutture. I costi di realizzazione ammonteranno a 3 milioni di euro per ciascuno degli scali. In città saranno previsti due porticcioli da realizzare nella zona nord e l'ampliamento di quello già esistente all'interno del porto. In provincia sono invece previste le costruzioni di scali turistici a Santa Marina Salina, a Giardini Naxos e a Capo D'Orlando.
L'ultima parola spetterà però alla società "Nettuno spa" che, per conto della Provincia, gestisce il controllo e lo studio delle acque delle riviere ioniche e tirreniche, per constatare se effettivamente esiste compatibilità con le opere appena menzionate.

12/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Tiene banco il “caso Rizzo”: infelice la battuta sui buoni benzina ma spesso in Consiglio si fanno due pesi e due misure
I problemi sono molto più seri
In ballo la gestione dell'intero settore viabilità e parcheggi


Lucio D'Amico

«Che volete che vi dica. Devo ancora parlare con l'assessore». Mentre scende lo scalone del municipio, il sindaco non sa se sorridere o strapparsi i capelli. Ci mancava il “caso Rizzo” per contribuire ad agitare le mai tranquille acque di Palazzo Zanca. La vicenda, in teoria, potrebbe essere archiviata subito. Da un lato, basterebbero le scuse ufficiali dell'ing. Turi Rizzo che, in qualche modo, si è già cosparso il capo di cenere, definendo «infelice» la propria battuta sui “buoni benzina” che avrebbero fatto gola a qualche consigliere comunale. Dall'altro lato, i consiglieri comunali dovrebbero dimostrare con i fatti che non esistono provvedimenti da accelerare e altri da boicottare, secondo gli interessi prevalenti di qualche singolo imprenditore o gruppo, di questa o quella corrente di partito, dell'uno o dell'altro schieramento politico. E ciò si può fare, approvando nel più breve tempo possibile la delibera presentata dall'assessore alla Viabilità, riguardante il piano di ristrutturazione della rete dei distributori di carburante. Ma anche in questa duplice prospettiva, è difficile che finisca tutto a “tarallucci e vino”. Al di là delle battute del “goliardico” Rizzo e delle piccate repliche dei rappresentanti del civico consesso, le questioni sul tappeto sono serissime e non possono essere banalizzate da qualche scrollata di spalle o allargamento di braccia. I nodi da sciogliere sono essenzialmente politici. Rizzo si trova a gestire uno dei settori più scomodi, quello della mobilità urbana, con pochi mezzi, scarse risorse e scelte quasi obbligate in assenza di alternative strutturali e fino a quando la città continuerà ad essere un “cantiere aperto”. In alcune occasioni, l'assessore ci ha messo del suo, annunciando provvedimenti che, poi, sono stati revocati, non battendo adeguatamente i pugni sul tavolo, credendo a volte di poter sistemare tutto con qualche “boutade”. Si è avuta sempre l'impressione che Rizzo e Leonardi, vecchie volpi della politica messinese, si sopportino a vicenda solo “per carità di patria”. Sarà solo una sensazione ma questa città, proprio per la lunga fase di emergenza nella quale si trova da anni, avrebbe bisogno di una vera e propria “task force” antitraffico. Sindaco e assessore alla Viabilità dovrebbero agire in piena sintonia, come un generale e un colonnello che guidano la stessa brigata su un fronte di guerra. Ma un nodo pesante riguarda anche il consiglio comunale. Il piano particolareggiato riguardante l'area delle cave di sabbia della Panoramica è stato esitato nel volgere di pochi giorni e, in un primo tempo, si è tentato addirittura di scavalcare la competente commissione, la cui “sovranità”, in molti altri casi, è stata sempre sbandierata come vessillo dell'autonomia e della libertà di scelta degli eletti dal popolo. Ci sono stati consiglieri che hanno detto di essersi “entusiasmati” del progetto della “città mercato”. Pienamente legittimo ed, anzi, sarebbe da lodare l'atteggiamento di chi sposa una causa e la porta avanti fino in fondo. Ma sarebbe lungo l'elenco dei casi in cui si è agito con ben altri ritmi. Delibere che sono rimaste per mesi in commissione (ricordate la vicenda del osservazioni e delle opposizioni al Prg?), atti importanti rinviati di anno in anno (la nomina del difensore civico, per esempio, si attende dal lontanissimo '94), discussioni estenuanti sul “sesso degli angeli”, infinite sedute concluse puntualmente con la fuga dall'aula di molti consiglieri e con la conseguente caduta del numero legale. Il piano di razionalizzazione degli impianti di distribuzione di carburanti avrebbe meritato, probabilmente, tempi più rapidi di quelli impiegati nel caso della “città mercato”. Perchè da un lato, si tratta di mettere ordine in una materia delicata, che ha serie implicazioni sul piano della viabilità e della protezione civile, spostando le pompe di benzina dai marciapiedi e da altre sedi inadeguate del centro urbano. Dall'altro, invece, si trattava di attendere l'esito della variante al Prg, per aprire un successivo confronto con la città, senza assumere decisioni frettolose e ipotecare per il futuro aree pregiate del territorio cittadino. Difficile dire se la “querelle” esplosa martedì in aula, e mercoledì nei corridoi del Comune, finirà nel nulla o con le dimissioni dell'assessore alla Viabilità. Probabilmente sarebbero sbagliate entrambe le conclusioni. L'importante è che le forze politiche messinesi capiscano la gravità della situazione complessiva e cerchino rimedi molto più incisivi che non qualche scambio di “poltrone” o aggiustamento di deleghe.

Atteso per oggi il confronto tra l'assessore e il sindaco

«È da tempo che chiedono la mia testa. Per fortuna ne ho una sola». Sorride amaro, ai microfoni delle tv locali, l'assessore alla Viabilità. «Non so come finirà – dice Turi Rizzo –, se manterrò la carica di assessore o tornerò alla mia professione di ingegnere o farò il nullafacente». Si sente “messo in croce”. Per una battuta “infelice”, è vero, ma non soltanto per questo. Rizzo, infatti, ricorda come solo qualche mese fa il gruppo di Forza Italia chiese le sue dimissioni, per la questione dei cordoli sulla via Palermo (in realtà, secondo l'assessore, per le vicende collegate alla gestione dei parcheggi a pagamento). Se i consiglieri sono andati su tutte le furie per la sua “provocazione” sui buoni benzina, l'assessore è rimasto ferito da una frase pronunciata dal presidente del consiglio comunale Filippo Livio, riguardo a «quelle persone che, avendo dato tanto alla città e alla politica messinese, sembrano avere esaurito le proprie funzioni». Esser trattati da “ferro vecchio”, questo no, Rizzo non lo accetta e lo ha detto chiaramente ieri sera, durante il colloquio con il leader del Partito socialista, Nanni Ricevuto. Per oggi è previsto il chiarimento con il sindaco Leonardi. Secondo il consigliere repubblicano Giuseppe De Stefano quella scatenatasi in questi ultimi giorni è la classica tempesta in un bicchiere d'acqua. De Stefano ha espresso giudizi molto duri in aula, avendo accusato l'assessore di aver portato all'esame del consiglio un atto deliberativo non corretto sul piano amministrativo e sbagliato nel metodo. Il rappresentante del Pri, però, dice di non aver mai chiesto le dimissioni di Rizzo. «Non ritengo sussistano le condizioni e l'interesse del mio partito – afferma De Stefano – è solo quello di portare a conclusione un provvedimento decisivo per migliorare la qualità della vita dei messinesi. È proprio per questo che ho chiesto le verifiche procedurali, al fine di evitare che l'iter successivo della delibera possa essere andare incontro ad ostacoli insormontabili, che comunque farebbero perdere molto più tempo. L'importante è che l'atto produca effetti positivi concreti. Di fatto, la proposta investe le competenze della gestione del territorio, visto che le localizzazioni sul Prg attengono all'assessorato all'Urbanistica. Quella delibera presentata dall'assessore alla Viabilità non recava il parere favorevole del dipartimento urbanistica, così come invece dichiarato da Rizzo. Ho chiesto e continuo a chiedere all'Amministrazione, affinché la delibera non sia bocciata dall'assessorato regionale al Territorio, il parere dell'assessore D'Alia e del dirigente del settore, l'arch. Manlio Minutoli. Tutto ciò può essere fatto nel giro di 48 ore e già martedì prossimo la delibera potrebbe essere approvata dal consiglio comunale. Non c'è alcuna opposizione preconcetta ad un provvedimento il cui merito, anzi, è condiviso da tutti. Nè abbiamo disconosciuto l'impegno dell'assessore Rizzo durante i mesi scorsi. Ma è ovvio che ci si arrabbi, quando si leggono sui giornali dichiarazioni o battute che offendono il consiglio comunale». (l.d.)

S'incontrano i leader del Centrodestra

Sarà avviato oggi il confronto tra i leader dei partiti di maggioranza, il sindaco Leonardi e il presidente della Provincia Buzzanca. L'occasione è data dalla presenza dei deputati nazionali e regionali alla cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario. L'obiettivo è di chiudere nel più breve tempo possibile le trattative riguardanti la verifica e l'inevitabile rimpasto delle giunte al Comune e alla Provincia.
PSI E URBANISTICA – Intanto, sull'argomento della “città mercato”, interviene nuovamente il segretario provinciale del Partito socialista Saro Pizzino. «Confermo – scrive – la mia totale adesione, e quella del mio partito, alla scelta urbanistica e all'iniziativa imprenditoriale della “città mercato”. Nessuno pensa che non possano esserci anche pareri e giudizi contrari in tutta buona fede, ma non vi è altrettanto dubbio che vi siano delle opposizioni strumentali e interessate da parte di chi fino a ieri era favorevole. Sono proprio queste le “forze del non cambiamento”. Non accetto, però, le affermazioni secondo le quali il nuovo Psi non avrebbe titolo ad intervenire perché continuatore dell'esperienza amministrativa del vecchio Partito socialista, che per tanti anni ha partecipato attivamente all'amministrazione della città. Su questo argomento ribadisco il nostro orgoglio di continuare ad essere socialisti, esponenti di una forza politica che anche a Messina ha espresso leader politici e di governo prestigiosi e “per bene”, oltre che amministratori attenti e illuminati. Scelte urbanistiche importanti ed ancora valide si devono alle intuizioni dei socialisti di allora: l'avvio della variante al Prg, il polo sportivo, lo spostamento a sud degli approdi. E tralascio la miriade di iniziative che i socialisti hanno sviluppato sui temi della vivibilità urbana e del risanamento. Ecco perché – conclude Pizzino – oggi siamo legittimati ad intervenire sui temi urbanistici».

Fonte: la sicilia

approdi / Il prefetto Marino, commissario per la realizzazione dell'infrastruttura, attende le ultime designazioni
Lunedì il comitato sarà operativo
Nei giorni successivi si svolgerà la prima riunione dell'organo tecnico


Max Passalacqua

Il comitato tecnico-scientifico di supporto al commissario governativo per la realizzazione dell'approdo a sud, il prefetto Giosuè Marino, dovrà essere operativo già da lunedì per tenere la prima riunione già nei giorni immediatamente successivi. È l'intenzione dello stesso prefetto, che sta raccogliendo le designazioni dei componenti il comitato da parte delle istituzioni che ne fanno parte: i tecnici del Comune (il sindaco Leonardi ha già indicato l'ingegnere capo di Palazzo Zanca, Rosario Guarniere), dell'Anas, del Consorzio autostrade siciliane, degli assessorati regionali al Territorio e ambiente, ai Lavori pubblici ed ai Trasporti, e i giuristi del Tribunale amministrativo regionale e dell'Avvocatura dello Stato. E sono proprio le designazioni della Regione, al momento, a non consentire a Marino di chiudere il cerchio: «Sto “inseguendo” i responsabili degli assessorati per avere i nominativi che mancano – spiega il prefetto – in modo da poter partire subito. Manca anche la designazione da parte del Tar, che dovrei avere tra il 20 e il 24 gennaio, ma voglio partire operativamente una volta completato il quadro dei tecnici: conto di nominare il comitato entro lunedì, in modo da tenere la prima riunione già martedì o mercoledì senza perdere altro tempo». Il ruolo del comitato tecnico-scientifico, espressamente menzionato nell'ordinanza di protezione civile firmata il 21 dicembre dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola, è infatti fondamentale: dovrà assistere il commissario sul piano giuridico-normativo e su quello delle competenze tecniche, ma soprattutto consentire di accelerare al massimo l'iter fornendo “in tempo reale” le risposte e i pareri richiesti dalle procedure, dal progetto alla valutazione di impatto ambientale. Tanto che lo stesso Marino aveva annunciato l'intenzione di nominare il comitato come primissimo atto della sua gestione commissariale, già nella settimana immediatamente successiva all'ordinanza; proprio alcuni ritardi nelle designazioni da parte delle istituzioni competenti, tuttavia, non hanno permesso di provvedere nei tempi previsti alla creazione dell'organismo di supporto. A tre settimane dalla firma del provvedimento da parte del ministro Scajola, dunque, si stringono i tempi per iniziare a dare risposte concrete nella gestione commissariale della cosiddetta “emergenza tir” che scadrà il prossimo 31 dicembre quando, nelle intenzioni, i primi due moduli dell'approdo alla foce del torrente Larderia a Tremestieri dovrebbero essere pronti per lo spostamento del traffico gommato in attraversamento dello Stretto. Dodici mesi (scarsi, ormai) per completare l'iter della progettazione esecutiva, dell'appalto e della realizzazione degli imbarcaderi per i mezzi pesanti con i 41 miliardi finanziato dalla Regione nel quadro dell'accordo di programma siglato nei mesi scorsi a Palermo. Il tempo, dunque, già stringe. Il prefetto ha in più d'una occasione ricordato come l'attribuzione dei poteri commissariali non “sgravino” dalle responsabilità gli altri soggetti istituzionali preposti a questa realizzazione; se già da questa fase (la designazione dei componenti il comitato) si perde del tempo prezioso, l'intera procedura rischia pesanti rallentamenti.

Fonte: la sicilia

Il prefetto sta completando le nomine dello staff di consulenti, nella prossima settimana l'insediamento
Approdo a sud: tempi stretti
Il ministero dei Trasporti ha indicato il comandante Maccarone

S'insedierà tra martedì e mercoledì il comitato che «accompagnerà» il prefetto fino alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Le indicazioni sui componenti dello staff di supporto continuano a confluire nell'ufficio di Giosuè Marino, che al massimo lunedì mattina conta di avere il quadro completo. Finora oltre al Comune (che sarà rappresentato dall'ingegnere capo, Rosario Guarniere) hanno «risposto» i rappresentanti dell'Enas, dell'Avvocatura dello Stato e del Ministero dei Trasporti. Da Roma sarebbe stato fatto il nome del comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, che da anni combatte per la realizzazione dell'approdo nella zona di Tremestieri, unica soluzione reale per liberare la città dal «giogo» dei Tir. Si attendono ancora i nominativi da parte dei tre assessorati regionali interessati (Trasporti, Lavori pubblici e Territorio) e del Tar, anche se la rappresentanza di quest'ultimo soggetto non sarebbe ritenuta di essenziale importanza.
Il commissario straordinario nominato dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola, sta quindi rispettando la scaletta dei tempi dettata sin dal momento in cui è stato chiamato in causa. Il primo passo dell'organismo che comincerà a lavorare nella prossima settimana sarà scegliere il soggetto a cui affidare la progettazione esecutiva delle prime due invasature. Al momento, infatti, sono disponibili soltanto gli studi di massima predisposti dal Genio civile Opere marittime, che tempo fa è stato incaricato dalla Regione. Successivamente si aprirà la fase di acquisizione dei pareri necessari per l'affidamento dei lavori. Sotto quest'aspetto – lo stesso Marino l'ha chiarito più volte – l'ordinanza con la quale si concedono poteri straordinari al prefetto non consentirà di saltare a pie' pari le normative vigenti, ma solo di ridurre i tempi per ottenere tutti i placet necessari. È questo il caso, per intenderci, della Valutazione d'impatto ambientale.
Per quanto riguarda l'esecuzione delle opere, l'ordinanza di Scajola consente di affidare l'incarico tramite trattativa privata, bypassando il sistema del pubblico incanto che avrebbe tempi molto più lunghi. A disposizione ci sono i 41 miliardi di lire riservati dall'accordo di programma-quadro tra Stato e Regione: i primi 28 dovrebbero servire per le opere a mare, gli altri 13 per il tunnel che collegherà direttamente le invasature alla tangenziale.
Tutto l'iter dovrà essere completato entro il termine del 31 dicembre: in quella data, infatti, scadranno gli effetti della dichiarazione di stato d'emergenza proclamato dal Consiglio dei Ministri a seguito dell'ultimo incidente mortale verificato lo scorso novembre sul viale Boccetta, costato la vita alla pensionata Nunziatina Aversa.
Giuseppe Lo Re

14/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Il Psi “sgonfia” il caso Rizzo: solo una “tiratina d'orecchie” all'assessore

Lucio D'Amico


Nessun confronto ufficiale. I deputati nazionali e regionali del Centrodestra, quasi tutti presenti alla cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario, negano che in questo week-end siano all'ordine del giorno i temi della verifica politica e del rimpasto nelle giunte del Comune e della Provincia. Anzi, l'orientamento sembra essere quello di rinviare tutto al prossimo mese e, comunque, di definire prima le strategie per le elezioni amministrative che si terranno a primavera in 48 comuni della provincia e poi, eventualmente, i problemi riguardanti Palazzo Zanca e Palazzo dei leoni. Il presidente Buzzanca dice di non essere preoccupato: «In tutta onestà – dichiara –, di rimpasti o rimpastini a me personalmente interessa poco o nulla. Ritengo di avere una giunta che ha dimostrato, nel corso dei mesi, di essere all'altezza delle sfide che quotidianamente ci troviamo davanti. Ben vengano l'allargamento e il potenziamento dell'esecutivo ma tutto ciò non condiziona il percorso che ci siamo dati e che prosegue in tutta autonomia. Diversa, a mio avviso, è la questione degli enti di sottogoverno. Se un'azienda resta senza vertici, occorre procedere immediatamente alle nomine. Faccio l'esempio dell'Iacp: qualora Garofalo dovesse dimettersi, provvederei subito alla sua sostituzione». Ma i nodi sul tappeto sono tanti, soprattutto al Comune, e non si può pensare di liquidarli come banali questioni di poco conto. Alcune vicende verificatesi durante gli ultimi mesi dimostrano l'esigenza assoluta di far chiarezza sul versante delle scelte politiche, prima ancora che sul piano amministrativo. Il confronto sui temi dell'urbanistica, sui progetti contenuti nel Prusst, sulle varianti al Piano regolatore, non può essere delegato ad un manipolo di consiglieri comunali (fatte salve ovviamente le competenze dell'assemblea elettiva). E allo stesso modo materie “incandescenti” come la viabilità, il trasporto pubblico, l'igiene cittadina, la gestione del patrimonio pubblico, ed altro ancora, non possono essere portate avanti in un clima di perdurante incertezza e di precarietà. Il coordinatore provinciale di Forza Italia Vincenzo Garofalo non drammatizza: «Comune e Provincia non sono paralizzati, l'attività amministrativa prosegue mentre la politica ha i suoi tempi». I rappresentanti del Ccd dicono di essere già pronti al confronto con gli alleati come dimostrerebbe la nomina dell'ufficio politico che affiancherà il segretario provinciale Francesco Clemente durante la fase delle trattative. Alleanza nazionale sembra stare alla finestra, interessata al momento a riempire la casella vuota relativa alla presidenza di Messinambiente, confidando nella nomina – da parte del sindaco – di Sergio La Cava al posto di Santi Formica, che dalla scorsa primavera ha lasciato l'incarico, una volta eletto all'Assemblea regionale siciliana. Il Partito socialista si è trovato alle prese con il caso Rizzo ed ha tutto l'interesse a smorzare i toni. Sotto l'abile regia di Nanni Ricevuto, si è gettata acqua sul fuoco della vicenda riguardante il piano di ristrutturazione della rete dei distributori di carburante, che sembra essersi conclusa con una “tiratina d'orecchie” all'assessore alla viabilità per l'infelice battuta sui buoni benzina. Ci sono da valutare, poi, le strategie del Cdu, dell'Udeur, del Partito repubblicano, di “Nuova Sicilia”, della galassia di sigle e di piccoli partiti che sperano di ritagliarsi uno spazio al tavolo della coalizione di maggioranza. Ma si può andare avanti così? Vorremmo ricordare solo tre dei più importanti appuntamenti in cima all'agenda politico-amministrativa. 1) La realizzazione dell'approdo a sud: chi pensa di aver sbolognato la patata bollente nelle mani del prefetto-commissario, non solo è in malafede ma commetterebbe un vero e proprio “attentato” ai danni degli interessi generali della città. 2) La conferenza economica cittadina: dovrebbe essere il momento di sintesi delle proposte e dei programmi per il futuro di Messina. Ma ciò presuppone idee chiare ed un'amministrazione comunale forte e coesa al suo interno. 3) La gestione del Piano regolatore generale: se il Cru dovesse pronunciarsi, come si vocifera, entro la fine del mese e se la Variante dovesse tornare approvata, comincerebbe la fase più delicata, quella dell'attuazione dei contenuti del Piano. La classe politica locale e gli uffici comunali sono attrezzati a queste “sfide”?

LEONARDI E BUZZANCA SCELGANO IN AUTONOMIA


C'è tempo. Messina può attendere. A chi importa che l'azione amministrativa nei due principali enti locali resti, se non proprio congelata, quanto meno rallentata, nell'attesa di una verifica politica annunciata ormai dai primi mesi dello scorso anno? Cosa cambia se enti e aziende che gestiscono settori di vitale importanza, come Messinambiente e l'Atm, continuano ad avere consigli di amministrazione “monchi”, in parte sfiduciati o rassegnati? Le forze politiche continuano a trattare il capoluogo dello Stretto come fosse un piccolo sobborgo di periferia. Lo scorso autunno si subordinò la verifica al Comune e alla Provincia all'esito delle elezioni di Barcellona Pozzo di Gotto. Adesso si dice che è più urgente scegliere i candidati per i 48 comuni dove si andrà a votare nella prossima primavera che non decidere una volta per tutte se procedere ad un rimpasto generale all'interno delle giunte di Palazzo Zanca e Palazzo dei leoni, se sostituire chi non ha reso come dovuto, se nominare i nuovi assessori previsti dalla legge che consente di allargare gli esecutivi comunale e provinciale, se cambiare o meno gli esperti. Insomma, è come se le sorti della città interessassero poco o nulla. Alcuni mesi fa, in un'intervista pubblicata sulla “Gazzetta”, il sindaco Leonardi rilasciò dichiarazioni dal significato inequivocabile, invitando i partiti della coalizione di maggioranza a chiudere al più presto la fase del confronto e delle trattative. «Se la verifica continuasse a slittare – disse –, diventerebbe difficile modificare le cose. I nuovi assessori dovrebbero avere il tempo di orientarsi». Sarebbe come salire su un'auto che sfreccia a 200 chilometri all'ora quando la corsa sta per finire. Chi sarebbe disposto a farlo? Ma, soprattutto, quale beneficio ne trarrebbe l'ente locale? Un conto è procedere ad un esame dell'attività politico-amministrativa a metà della legislatura, un conto è cercare di aggiustare le cose a un passo dalla conclusione (non va dimenticato che già dal prossimo autunno la città entrerà nel clima della campagna elettorale in vista delle amministrative 2003). In quest'ultimo caso, si rischia solo di aggravare lo stato di marasma. Messina non merita di essere trattata come il comune di Caropepe. Dovrebbero essere Leonardi e Buzzanca a prendere l'iniziativa, a convocare i leader dei partiti, a battere i pugni sui tavoli e, nel caso, a decidere di testa propria. È questo che la città si attende dal sindaco e dal presidente della Provincia. (l.d.)

Città mercato / Presentata una nuova interpellanza dal deputato ds Panarello
La Regione decide se inviare gli ispettori


Domani la Regione potrebbe decidere l'invio di ispettori a Palazzo Zanca, con il mandato di verificare la legittimità delle procedure relative al piano particolareggiato della Panoramica dello Stretto. La destinazione dell'area delle cave di sabbia a “città mercato” continua a non convincere il deputato regionale ds Filippo Panarello che ieri ha presentato ufficialmente una nuova interpellanza, rivolta al presidente Totò Cuffaro, all'assessore al Territorio e Ambiente Bartolo Pellegrino e all'assessore agli Enti locali Antonio D'Aquino. Panarello chiede che venga accertata la regolarità degli atti adottati dal Comune. «Voglio capire – scrive – come sia possibile far coesistere un piano particolareggiato in variante al Prg e il procedimento in itinere di formazione di un nuovo strumento urbanistico». Secondo il parlamentare della Quercia, l'ispezione è necessaria al fine di stabilire: 1) la correttezza del procedimento di acquisizione di un piano particolareggiato promosso da privati; 2) la regolarità del provvedimento di adozione con riferimento alla fase di deposito e visione degli atti che la legge prevede in favore dei consiglieri comunali; 3) lo stato di attuazione del piano di coltivazione delle cave autorizzato dai competenti organi regionali relativamente alla sistemazione ambientale della zona oggetto di concessione per attività estrattiva; 4) lo stato del procedimento riguardante le opere inserite nel Prusst, anch'esse non conformi allo strumento urbanistico; 5) le ragioni che hanno determinato la mancata approvazione del Piano di urbanistica commerciale». Tra le tante questioni sollevate, ce ne sono due di particolare rilevanza: «Dagli atti resi noti – aggiunge Panarello – non risulta alcun incarico di redazione del piano particolareggiato nè alcuna indicazione degli organi competenti circa la salvaguardia dei valori urbanistici e ambientali ai quali avrebbero dovuto attenersi i progettisti. Inoltre, la nuova disciplina della zona, incidendo sui criteri informatori della Variante generale, sottoposta all'approvazione dell'assessorato regionale al Territorio, altera l'assetto e l'equilibrio della stessa, ove si tenga conto che la nuova previsione (maggiore estensione e redistribuzione delle aree) è adottata in mancanza del prescritto Piano commerciale».

Fonte: gds

Denunciati per la protesta contro i tir: al via petizione

Rosaria Brancato

Lo hanno chiamato il "day-firma", la giornata della petizione per dare solidarietà a chi, partecipando ad un corteo anti-tir, è stato denunciato. Il Comitato la nostra città è di nuovo in piazza. Lo ha fatto ieri pomeriggio e tornerà a farlo anche oggi, con un banchetto allestito nel Viale Boccetta davanti alla Villa Mazzini. "L'appello è a firmare-spiega Saro Visicaro, portavoce del movimento- per testimoniare in modo concreto solidarietà alle 18 persone che sono state denunciate per aver ostacolato la liberazione circolazione di tir nella città". Le denunce ai manifestanti sono arrivate dopo il corteo dell'11 dicembre, una protesta pacifica per contestare la schiavitù ai tir che nonostante i provvedimenti vecchi e nuovi continuano ad attraversare il centro urbano. Finora la petizione è stata firmata da oltre 300 messinesi, cittadini comuni, giovani, anziani, liberi professionisti e molti consiglieri di quartiere che così hanno voluto sottolineare come siano le circoscrizioni a pagare il transito costante dei mezzi pesanti.
"Hanno firmato anche molti commercianti- continua Visicaro- gli stessi che nel mese di novembre avevano ricevuto assicurazioni che i tir non avrebbero più attraversato il corso Garibaldi e la via I Settembre. Loro non hanno ostacolato il transito dei mezzi pesanti, ma continuano a subire i danni del devastante passaggio quotidiano". La raccolta continua, le firme saranno inviate anche al presidente della Repubblica.

14/02/2002

Fonte: gazzetta del sud

Approdi, Via del mare, Prg, “città mercato”, verifica politica: comincia una settimana cruciale
Ecco tutti i nodi da sciogliere
Rinviato a oggi il confronto tra il sindaco Leonardi e l'assessore Turi Rizzo


Lucio D'Amico

Nel silenzio perdurante delle forze politiche, in un clima di incertezza e di precarietà, comincia una settimana che si preannunzia densa di novità rilevanti.
APPRODI – Da oggi dovrebbe diventare operativo il Comitato tecnico-scientifico che farà da supporto al prefetto Giosuè Marino, nella sua qualità di commissario per la realizzazione dei primi due moduli dell'approdo a sud. Non si tratta solo di un passaggio formale. La nomina del “pool” di esperti, in rappresentanza degli enti e delle istituzioni che hanno competenze in materia, ha una funzione consultiva ma può diventare anche uno strumento prezioso per accelerare il più possibile i tempi e le procedure. Non ci sono alternative. L'ordinanza firmata dal ministro Scajola pone al 31 dicembre il termine entro il quale dovrebbero essere realizzati gli attracchi “di emergenza”, grazie ai quali il traffico gommato pesante sarà dirottato dalla rada di San Francesco e dalle aree portuali a Tremestieri. Il primo nodo da sciogliere è quello relativo allo stato attuale della progettazione, affidata ai tecnici del Genio civile opere marittime di Palermo e del Genio civile di Messina.
VIA DEL MARE – Pur se non rientra nel decreto dello “stato di emergenza”, la litoranea di collegamento fra Tremestieri e il molo Norimberga riveste, in ogni caso, un'importanza decisiva. Le competenze non sono del prefetto ma dell'amministrazione comunale, chiamata ad imprimere una svolta in un iter che è ancora fermo allo studio preliminare redatto dall'ing. Salvatore Lanzafame. L'inserimento di quest'opera nei collegati alla Finanziaria predisposta dal Governo nazionale garantisce la certezza di poter contare sui finanziamenti statali, oltre ai fondi promessi dalla Regione siciliana. Ma non si può sprecare tempo e, al più presto, si deve assolutamente fare chiarezza sul percorso che la giunta Leonardi intende seguire.
PANORAMICA – Per oggi si attendono le decisioni della Regione siciliana in merito alla vicenda del piano particolareggiato riguardante l'area delle cave di sabbia della Panoramica. Gli assessori al Territorio e Ambiente e agli Enti locali difficilmente potranno ignorare la richiesta ufficiale, contenuta in una duplice interpellanza presentata dal deputato messinese Filippo Panarello, circa l'invio di ispettori a Palazzo Zanca. Sotto esame sono sia le procedure amministrative sia le scelte di politica urbanistica adottate dal consiglio comunale, in una fase così delicata, alla vigilia del voto conclusivo da parte del Cru sulla variante al Piano regolatore. Il Governo siciliano ha tutto l'interesse di chiarire alcuni lati oscuri della vicenda e, soprattutto, di conoscere i motivi che hanno portato il Consiglio ad anticipare il provvedimento della “città mercato” rispetto al Piano di urbanistica commerciale che dovrebbe essere il contenitore generale, all'interno del quale s'inseriscono le singole iniziative. In questo momento, a Palermo, sembrano emergere due linee di pensiero contrapposte. C'è chi, tra i tecnici del Cru e dell'assessorato regionale al Territorio, esprime forti perplessità sugli atti trasmessi dal Comune, sul fatto che non è stato ancora inviato il Piano commerciale, sulla confusione creata nella fase degli emendamenti e poi delle osservazioni e delle opposizioni presentate dai cittadini. Se prevalesse quest'orientamento, la Variante generale correrebbe il serio rischio di una seconda clamorosa “bocciatura”. Ci sono, invece, coloro i quali ritengono ininfluenti tali aspetti e sono intenzionati a dare il via libera all'impianto complessivo del Prg, magari stralciando qualche previsione o cassando la parte relativa ai ricorsi (che potrebbero essere respinti “in toto”).
CASO RIZZO – Si terrà stamane l'atteso chiarimento tra il sindaco Leonardi e l'assessore alla Viabilità Salvatore Rizzo. Sembra destinata a sgonfiarsi la vicenda scoppiata a seguito della mancata approvazione, da parte del consiglio comunale, del piano di ristrutturazione della rete di distributori di carburante. Le polemiche tra Rizzo e una parte dei consiglieri di maggioranza si chiuderà con le scuse ufficiali da parte dell'assessore, per alcune sue dichiarazioni definite “infelici”. Resta intatta, però, la questione politica che il sindaco deve affrontare in modo risoluto. Non ha senso “dimissionare” un assessore per una battuta di cui egli stesso dice di essersi pentito. Il problema è molto più serio, coinvolge i temi della verifica politica (che le forze di maggioranza si ostinano a voler rinviare di settimana in settimana) e del rilancio di alcuni settori amministrativi di importanza vitale, quale quello della mobilità urbana e della protezione civile. Fra qualche mese i cantieri del tram (almeno si spera) saranno definitivamente chiusi e allora bisognerà essere pronti a gestire da subito il nuovo sistema di trasporto urbano integrato (tram e autobus), da inserire ovviamente nel contesto complessivo delle politiche antitraffico. Come la “Gazzetta” ha più volte sottolineato, occorre dar vita ad una “task force”, impegnata quotidianamente su quello che a Messina è un vero e proprio “fronte di guerra”. Riguardo al piano di razionalizzazione dei distributori di benzina nel centro urbano, tra oggi e domani la commissione consiliare dovrebbe esitare l'atto deliberativo. Ci auguriamo che il consiglio dimostri, per questo provvedimento, lo stesso “entusiasmo” mostrato in recenti episodi, quale quello relativo al piano particolareggiato della “città mercato”.

Fonte: la sicilia

Approdo a sud: oggi la nomina dello staff del prefetto

Opere pubbliche, opere pubbliche ed opere pubbliche: il refrain politico della settimana sarà sempre lo stesso. Si comincia, manco a dirlo, con l'approdo d'emergenza a Tremestieri. Il prefetto, Giosuè Marino, dovrebbe nominare stamane i componenti mancanti dello staff, che collaborerà con lui fino alla realizzazione dell'opera. La seduta d'insediamento dovrebbe tenersi tra domani e dopodomani. A Palazzo Zanca, si lavorerà sugli svincoli e sulla città-mercato. Sul primo fronte, dopo le verifiche della scorsa settimana, dovrebbero prendere il ritmo giusto i lavori nel primo lotto, l'unico dei tre a non andare avanti secondo i tempi previsti. Il sindaco, Turi Leonardi, si è detto fiducioso: le bretelle di Giostra e Annunziata saranno consegnate tra circa 650 giorni. Per quanto riguarda la città-mercato progettata dall'«Adroma impianti» di Castellammare di Stabia nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica, l'Amministrazione Leonardi dovrebbe inviare questa mattina a Palermo i chiarimenti richiesti dall'assessorato regionale al Territorio, attraverso una lettera firmata da Antonio Scimemi, direttore generale dell'Urbanistica. Nel frattempo, si sta muovendo anche l'assessorato regionali agli Enti locali (sollecitato da un'interpellanza del deputato dei Ds, Filippo Panarello), mentre la delibera sul piano particolareggiato è pubblicata ieri all'Albo pretorio del Comune: nei prossimi 19 giorni gli interessati potranno presentare osservazioni ed opposizioni. Infine, ci sono i rimpasti al Comune ed alla Provincia. Imposta da Fi una brusca frenata fino a metà febbraio, l'unico nodo da sciogliere è l'eventuale nomina, nei prossimi giorni, del presidente e di due componenti del CdA di MessinAmbiente. A decidere sui tempi sarà direttamente il sindaco.
G. L. R.

Off limits il ponte «Calamona» e forse via I Settembre – Parcheggi a parte, la viabilità resta sempre il settore più «caldo» dell'Amministrazione. Due i problemi che scoppieranno nei prossimi giorni. Si comincerà con la chiusura del ponte «Calamona» sulla Ss 113. Domani, in Prefettura, sarà stilato il piano viario alternativo, considerato che da lunedì prossimo l'Enas chiuderà il viadotto per eseguire lavori di consolidamento. Guai in vista anche nel centro urbano: sempre da lunedì prossimo dovrebbe diventare off limits la via I Settembre nel tratto tra via Garibaldi e viale S. Martino: l'impresa «Iagi» di Agrigento dovrà ripristinare la pavimentazione in pietra lavica danneggiata dai camion che, con una serie di nuovi sensi di marcia, saranno fatti defluire sulla parte a valle di via Tommaso Cannizzaro. Intanto, la viabilità sta predisponendo la nuova segnaletica, che interesserà il viale Garibaldi, la cortina del porto e via La Farina. Secondo quanto stabilito dal sindaco e contenuto in un'ordinanza che sarà firmata al più presto, i Tir sbarcati dalle navi delle Fs e dei privati nell'area portuale non potranno più imboccare l'autostrada a Boccetta, ma dovranno seguire un percorso obbligato su via La Farina verso lo svincolo di Messina centro. La modifica è stata dettata dalla necessità di fluidificare il transito da sud a nord ingolfato dall'inversione «a u» finora concessa davanti alla Prefettura.
Giuseppe Lo Re

16/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Città mercato: Minutoli a Palermo per dare i chiarimenti alla Regione

Da domenica 13 è in pubblicazione all'albo pretorio del Comune la delibera di acquisizione del piano particolareggiato per la realizzazione di un insediamento commerciale nell'area delle cave di sabbia sulla Panoramica dello Stretto. Il termine di venti giorni per la presentazione di osservazioni e opposizioni da parte dei cittadini scadrà dunque il 1. febbraio, data dopo la quale, se non sarà stata impugnata, la delibera diverrà esecutiva a tutti gli effetti; in caso di presentazione di osservazioni, invece, dovrà tornare in aula per l'esame di queste ultime. È probabile, viste le polemiche che sono seguite all'approvazione in Consiglio comunale della delibera di acquisizione del piano particolareggiato, che almeno alcune osservazioni vengano presentate, anche se con la prospettiva di una bocciatura in aula visto il “fronte” compattatosi sul voto alla delibera (con l'unica eccezione, nella maggioranza consiliare, di quattro esponenti del Ccd che ritenevano più opportuno dare priorità all'approvazione del Prg). Ma la notizia del giorno è che l'invio degli ispettori da parte dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente, sollecitato dal deputato diessino Filippo Panarello e atteso già nella giornata di ieri, è perlomeno slittato di qualche giorno. L'amministrazione ha infatti inviato a Palermo, con tutta la documentazione e i chiarimenti richiesti dall'assessore Bartolo Pellegrino e dal direttore generale Nino Scimeni, il dirigente del dipartimento Politica del territorio Manlio Minutoli. Se i chiarimenti forniti dall'arch. Minutoli dovessero rivelarsi sufficienti a rispondere a tutte le domande poste dalle interpellanze dell'on. Panarello (che si è rivolto anche all'assessorato agli Enti locali) sulla procedura che ha portato all'approvazione del piano particolareggiato in variante al Prg che è ancora in esame al Cru, l'ispezione dei tecnici dell'assessorato a Palazzo Zanca non verrebbe effettuata. Stamattina alle 11, intanto, nella sala giunta di Palazzo Zanca le associazioni dei commercianti Confesercenti, Fedarcom e Cidec terranno una conferenza stampa per illustrare la loro posizione «sulla vicenda della città mercato che il Consiglio comunale di Messina intende fare insediare nelle ex cave di sabbia della Panoramica», come si legge nel comunicato della Confesercenti. (m.p.)

Oggi a Palazzo Zanca i commissari e i tecnici del Cru. L'Amministrazione invitata alla seduta di giovedì sulla Variante
Prg, giorni decisivi
Verso il “sì” al Piano con la bocciatura delle osservazioni


Max Passalacqua

Ormai è davvero questione di giorni: l'approvazione della Variante generale al Piano regolatore è vicina. Oggi alcuni commissari e tecnici del Cru si incontreranno a Palazzo Zanca con il sindaco Salvatore Leonardi, mentre giovedì 17 i rappresentanti dell'amministrazione comunale sono stati invitati a partecipare alla seduta del Consiglio regionale dell'urbanistica che sta attualmente esaminando il Prg, per essere sentiti in merito alla Variante. Il sindaco Leonardi vede il traguardo vicino e : «Il gruppo del Cru che verrà in visita domani (oggi, ndr ) è composto anche da due geologi e ci sottoporrà alcuni “nodi” da sciogliere, ma niente di particolare», assicura il primo cittadino. «Poi giovedì siamo stati invitati a partecipare alla seduta dell'organo regionale e da quel momento dovremmo andare a chiudere davvero rapidamente». Una chiusura che dovrebbe essere positiva, almeno stando ai segnali che giungono da Palermo e che danno praticamente per certa l'approvazione del Prg e la bocciatura in blocco di tutte le 711 osservazioni alla Variante presentate da cittadini e istituzioni e votate dal Consiglio comunale nell'estate dello scorso anno. «Sì, è una delle ipotesi», abbozza Leonardi che poi si “sbottona” un minimo: «Due settimane orsono ho parlato con il direttore generale dell'assessorato al Territorio e ambiente, Scimeni, che ha avuto parole di apprezzamento per la linea scelta dall'amministrazione di non operare “pressioni” e di rispettare la competenza del Cru sull'esame della Variante e delle osservazioni, e mi pare che l'orientamento della Regione sia proprio quello di dare il “via libera” al Prg cassando queste ultime». Quella attualmente in esame al Cru è la rielaborazione generale della Variante, bocciata dallo stesso Consiglio regionale dell'urbanistica nel '95 (tra le motivazioni fu evidenziato il «sovradimensionamento dei vani» in particolar modo nella zona nord), che è stata redatta dal dipartimento Politica del territorio nel '98. È presumibile, tuttavia, che per l'approvazione del Prg l'organo dell'assessorato regionale chieda l'invio della delibera del Piano di urbanistica commerciale, attualmente all'esame della III commissione consiliare in attesa di essere adottato in aula, anche se già l'aver esaminato il Prg senza questo necessario complemento testimonia probabilmente l'orientamento favorevole del Cru sulla Variante. Tra le 711 osservazioni (che incidono anche pesantemente sul “volto” della città per il futuro così com'è disegnato dal Piano regolatore) c'è anche quella per il cambiamento di destinazione dell'area delle cave di sabbia sulla Panoramica dello Stretto, dove una società ha presentato un progetto di città mercato per un investimento di quasi 100 miliardi.

emergenza tir / Mancano ancora designazioni nell'organo tecnico-scientifico
Approdo: rinvio per il comitato


Ancora un rinvio, anche se (pare) di un solo giorno. Ancora designazioni mancanti, che fanno sì che il prefetto Giosuè Marino, commissario ministeriale per la realizzazione dell'approdo a sud, non sia in condizione di nominare e insediare il comitato tecnico-scientifico che dovrà coadiuvarlo nella gestione della progettazione (affidata al Genio civile opere marittime) e nelle procedure di appalto per l'infrastruttura finanziata con 41 miliardi dalla Regione nel quadro dell'accordo di programma. Del comitato dovranno far parte otto rappresentanti di enti e istituzioni a vario titolo competenti sulla materia: dal punto di vista tecnico il Comune (che ha già ufficializzato la nomina del proprio componente), l'Anas, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e gli assessorati regionali ai Lavori pubblici, al Territorio e ambiente ed ai Trasporti; dal punto di vista giuridico, invece, l'Avvocatura dello Stato e il Tribunale amministrativo regionale. Il decreto di conferimento dei poteri commissariali al prefetto, firmato a fine dicembre dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola, prevede infatti per la realizzazione dei primi due moduli dell'approdo un anno di tempo (ma sarebbe più corretto dire undici mesi, visto che la scadenza è il 31 dicembre) con la possibilità di andare in deroga a una serie di leggi per accelerare praticamente tutti i passaggi dell'iter, compresa la procedura per lo studio di valutazione dell'impatto ambientale. Marino intende quindi avvalersi della consulenza del comitato “in tempo reale” su tutte le questioni, sia tecniche sia giuridiche, che dovessero porsi lungo il cammino dell'opera. Certo, questi ritardi nella designazione dei componenti non giovano: «Domani (oggi, ndr ) spero di definire il quadro – dichiara il prefetto – e convocare la prima riunione, che ovviamente non potrà essere mercoledì ma qualche giorno dopo». Per insediare il comitato, Marino attenderà la nomina quantomeno di tutti i componenti tecnici; il rappresentante del Tar, difatti, dovrebbe essere designato nella settimana del 21 gennaio. (m.p.)

Decisivo l'incontro con il sindaco ma l'esponente del Psi vuole la delega all'Urbanistica
Il “caso Rizzo” è chiuso. Forse


Il “caso Rizzo” è ufficialmente chiuso. Si è svolto ieri mattina l'incontro «chiarificatore» (così lo definisce un comunicato di Palazzo Zanca) tra il sindaco Leonardi e l'assessore alla Viabilità sul “vespaio” scatenato da una battuta dello stesso Rizzo sulla mancata approvazione in aula del piano di ristrutturazione e razionalizzazione della rete carburanti, che l'esponente del Nuovo Psi ha riconosciuto essere «inopportuna e fuori luogo» assicurando al primo cittadino l'intenzione di «chiedere scusa pubblicamente, nella prima seduta utile, al consiglio comunale». A far scoppiare la polemica tra Rizzo e i consiglieri (soprattutto quelli di maggioranza e persino quelli del suo stesso partito), che ne avevano chiesto le dimissioni, erano state alcune dichiarazioni nelle quali l'assessore ipotizzava ironicamente che il rinvio dell'approvazione della delibera fosse dovuto alla mancanza di “incentivi”, in particolare di buoni benzina. Ancora ieri, il consigliere del Pri Giuseppe De Stefano ha fatto rilevare come «lo stesso dipartimento Politica del territorio, il 21 agosto 2001, abbia espresso un parere di massima favorevole al piano, a condizione che sia “corredato degli elaborati necessari per l'approvazione in deroga allo strumento urbanistico”. Dunque la sua approvazione non è competenza dell'aula – prosegue De Stefano – ma deve seguire la prassi delle approvazioni in deroga al Prg, con la pubblicazione per le eventuali osservazioni dei cittadini. Dunque la delibera, che è sicuramente valida, così com'è verrebbe senz'altro bocciata dal Cru e quindi il rinvio ha “salvato” la sua approvazione piuttosto che metterla a rischio». Il sindaco ha «preso atto della puntualizzazione», invitando Rizzo «ad essere “meno goliardico” e continuare ad impegnarsi nella soluzione dei problemi importanti riguardanti la delega assessoriale, ed in particolare per quelli relativi alla mobilità urbana». Delega che, tuttavia, Rizzo non fa mistero di gradire molto poco; l'ex presidente dell'Ordine degli ingegneri preferirebbe di gran lunga avere l'assessorato all'Urbanistica (del quale, prima di Gianpiero D'Alia, era titolare un altro esponente socialista, Carlo Mazzù) e ieri lo ha dichiarato a chiare lettere a Palazzo Zanca subito dopo l'incontro con il sindaco: «La viabilità a Messina è una “patata bollente” – ha detto Rizzo – non mi dispiacerebbe cambiare». Dunque, il “caso Rizzo” è riaperto? (m.p.)

Tante sono le iniziative allo studio del dott. Gianfilippo Villari nel settore dell'arte moderna e contemporanea
Il nuovo sovrintendente comincia da... tre
«Con la riorganizzazione degli uffici dal personale si può pretendere maggiore impegno»


Graziella Mastronardo

Da quando s'è insediato, all'inizio di dicembre, sino alla fine dell'anno, ha prevalentemente firmato mandati di pagamento per evitare che somme consistenti andassero in fumo. Da qualche giorno, poi, gli uffici sono oggetto di pulizie straordinarie, per cui il nuovo sovrintendente, il dott. Gianfilippo Villari, ha appena avuto il tempo di “prendere confidenza” con problemi, uomini e cose. Viene da Palermo, dal Centro regionale del restauro, ma di Messina sembra già un conoscitore abbastanza navigato: almeno nelle linee essenziali. «Vi sono alcune città della Sicilia Orientale – afferma – che per anni hanno conservato l'immagine della disperazione, determinata dai terremoti, dalle alluvioni, dalla guerra. Messina è, da questo punto di vista, l'ultima fotografia della disperazione, visto che il sisma del 1908 l'ha rasa al suolo. Ma mentre a Catania, ad esempio, si ipotizza di intervenire per riportare alla luce quello che fino a 30 o 40 anni addietro (non ancora coperto dal cemento) s'era conservato di quanto espresso fino al Seicento e al Settecento (il cosiddetto “barocchetto”), a Messina il grande patrimonio del liberty è in massima parte deturpato. Questo stile qui è stato interpretato nel suo periodo migliore e rappresenta un unicum che non si ritrova in nessun'altra parte d'Italia: non si può consentire che le ristrutturazioni avvengano utilizzando materiali industriali. Indubbiamente, l'insieme degli edifici liberty di cui Messina è ricca, costituisce un complesso di beni meritevole di tutela». Dunque, massima attenzione – s'intuisce – da parte della Sovrintendenza sarà riservata all'impiego dei materiali nel corso degli interventi di restauro; così come quasi certamente si assisterà al coinvolgimento degli artigiani locali, depositari d'una “arte” che le produzioni in serie di materiali non possono conoscere. Il dott. Villari, in questi pochi giorni, ha anche avuto modo di rendersi conto che «è necessaria una riorganizzazione degli uffici improntata alla massima apertura, in grado di fornire risposte al pubblico praticamente ogni giorno». Il ricevimento, quindi, sarà attuato su cinque giorni alla settimana. «Il rapporto con l'utenza esterna – afferma Villari – va privilegiato e in ogni caso occorre velocizzare le pratiche. La nuova organizzazione voluta dall'assessorato ci consentirà di pretendere dal personale maggiore impegno: e si dovrà toccare con mano». Come dire: occorrerà lavorare di più e meglio. La Sovrintendenza, proprio in seguito a una specifica richiesta del suo nuovo “capo”, avrà due nuove strutture: un'unità operativa per l'arte contemporanea e un ufficio dirigenziale semplice per lo sviluppo turistico. «Attraverso questi due strumenti operativi – afferma Villari – tenteremo di fornire risposte nuove». Il sovrintendente ha già in mente tre iniziative, ancora ovviamente da definire, nell'ambito della prima struttura. «La prima – spiega – è una grande esposizione di artisti siciliani o di origine siciliana, “veri” e viventi: non sarà un'operazione semplice, dal momento che l'interpretazione del concetto di arte è diventata piuttosto elastica negli ultimi tempi. Su questa iniziativa, il decano degli artisti etnei, Sebastiano Milluzzo, mi ha promesso che potrebbe regalare alcune sue opere alla città di Messina. La seconda idea, che non sarà immediata, è di mettere su un'esposizione permanente di arte moderna e contemporanea. Infine, la terza iniziativa, che potrebbe avere tempi di realizzazione più brevi, è di creare un'esposizione permanente di armi antiche, visto che i materiali abbondano e la spesa potrebbe anche essere irrisoria. D'altronde, la cultura non deve costare, altrimenti è uno sperpero: deve produrre benefici». Il dott. Villari, studioso e appassionato di libri, s'è incontrato con l'arcivescovo Marra per valutare insieme la possibilità di recuperare la biblioteca di mons. Pajno, al seminario arcivescovile, e con il sindaco Bolognari per la biblioteca comunale di Taormina: qui per la prima volta in Italia si sperimenterà la “deacidificazione a libro integro” di carte, stampe, fogli e pergamene con una tecnica innovativa.

Fonte: la sicilia

Confermato il sopralluogo odierno dei tecnici del Cru, giovedì il sindaco parteciperà a una riunione a Palermo
Il Prg ingrana la marcia giusta
Città-mercato: depositati ieri i chiarimenti richiesti dalla Regione

Il Piano regolatore ha ingranato davvero la marcia giusta. Come annunciato dal nostro giornale, oggi i tecnici del Comitato regionale per l'urbanistica saranno in città: in agenda ci sono l'incontro con il sindaco, Turi Leonardi e un sopralluogo per verificare la conformazione di varie zone della città. Preso atto della situazione sul posto, l'attenzione si sposterà a Palermo. Giovedì sarà il primo cittadino a recarsi in trasferta per partecipare ad una riunione dalla quale potrebbero emergere indicazioni concrete sul destino del Prg. All'esame del Cru, comunque, la Variante generale giunge accompagnata dal parere ampiamente positivo del Gruppo XXX dell'assessorato regionale al Territorio. La decisione finale dovrebbe essere presa in tempi piuttosto brevi.
Città-mercato: chiarimenti alla Regione — I rapporti tra Messina e Palermo, in questi giorni, non si limitano solo al Prg. A «solleticare» l'attenzione dell'assessorato regionale al Territorio, a seguito di un'interpellanza del deputato dei Ds, Filippo Panarello, è stato il progetto per la realizzazione della tanto discussa città-mercato nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica. Sul progetto dell'«Adroma impianti» la Regione ha chiesto chiarimenti oltre una settimana fa, minacciando un'ispezione. E ieri, entro i termini, il dirigente comunale Manlio Minutoli ha depositato una serie di faldoni negli uffici palermitani. Adesso spetterà alla Regione valutare i documenti e stabilire se sarà ugualmente necessario inviare gli ispettori per accertare la legittimità del piano particolareggiato votato dal Consiglio comunale.
«Stop» all'Amam, approvato il consuntivo dell'Istituzione — Scoppia l'ormai solita polemica sull'Amam. Nel «mirino» del Consiglio comunale c'è, manco a dirlo, una delibera contabile: questa volta si tratta del conto consuntivo 2000. La querelle è iniziata ieri mattina, durante la riunione della 1ª commissione consiliare, presieduta da Elvira Amata. Agli atti ci sono due posizioni contrastanti: il presidente dell'Azienda giura che la delibera è già esecutiva per decorrenza dei termini, mentre la Ragioneria generale garantisce che ancora il Consiglio ha qualche margine d'azione, perché i termini di 45 giorni si sono interrotti a seguito di una richiesta di chiarimenti. La situazione, perciò, è ancora molto controversa. Fatto sta che per l'ennesima volta ci sono «frizioni» tra il Consiglio e un Ente di sottogoverno. Per dipanare la matassa è stato deciso di convocare giovedì mattina una riunione con la Ragioneria generale e il presidente dell'Azienda acque, Enzo Clemente. Sempre ieri mattina, la 1ª e la 2ª commissione, riunite in seduta congiunta, hanno approvato la nuova versione del consuntivo 2000 formulata dall'Istituzione dei servizi sociali, dopo la precedente bocciatura in Consiglio.
Giuseppe Lo Re

Approdo a Tremestieri: ore decisive
Presto l'insediamento dello staff che supporterà il prefetto

Ancora non tutti i nodi sono stati sciolti, ma la riunione d'insediamento si terrà ugualmente nelle prossime ore. Il prefetto, Giosuè Marino, sta lavorando con ritmo incessante per costituire il comitato di supporto che lo aiuterà nella realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Qualche indicazione è già trapelata dagli Enti interessati. Se la nomination dell'ingegnere capo, Rosario Guarniere, da parte del Comune è stata ufficializzata da giorni, ieri è giunta la conferma della scelta del Ministero delle Infrastrutture caduta sul comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone. Dello staff dovrebbero far parte anche l'ingegnere capo del Genio civile, Giuseppe Rigano (segnalato dall'assessorato regionale ai Lavori pubblici), il soprintendente Gianfilippo Villari (assessorato regionale ai Beni culturali) ed alcuni esperti amministrativisti dell'Avvocatura dello Stato. Le designazioni della Regione (ci sarà anche un rappresentante dell'assessorato al Territorio), comunque, non sono ancora ufficiali e il prefetto attende le ultime risposte da Palermo prima di completare il comitato, del quale faranno parte anche Tar e Anas.
Attenzione costante — Il nuovo approdo è stato ieri al centro della trasmissione televisiva «Italie» in onda su «Raitre»; ospite il sindaco, Turi Leonardi, che ha commentato con grande soddisfazione l'affidamento a Marino dell'incarico di commissario straordinario. Il provvedimento, che prevede la realizzazione delle prime due invasature entro il prossimo 31 dicembre, fa seguito alla dichiarazione sullo stato d'emergenza causato dall'attraversamento della città da parte dei Tir.
L'inquinamento non preoccupa — In tivù il sindaco ha parlato anche d'inquinamento. Evidenziato che a Messina i livelli di guardia non vengono superati. Forse in riva allo Stretto gioca a favore della qualità dell'aria il vento che, spesso, tira con una certa forza spazzando gli agenti inquinanti.
Parlano chiaro i dati diffusi a seguito della ricerca di Legambiente sull'ecosistema urbano nel 2001: per quanto riguarda il biossido d'azoto (NO2) la città con i livelli più bassi di quest'inquinante è Messina (20 mcg/mc), rispetto ai picchi di 68 mcg/mg testati a Torino, Brescia e Gorizia.
G. L. R.

Fonte: gds

Porto, al via le nomine

Lo staff non è ancora completo, all'appello mancano gli ultimi nomi, ma entro la fine della settimana la squadra a disposizione del prefetto Giosuè Marino per arrivare alla realizzazione dell'approdo a sud, sarà operativa. Sono otto i funzionari dello staff che collaborerà con il commissario straordinario per lo stato d'emergenza. A farne parte sono un rappresentante dell'Avvocatura di Stato, uno della Magistratura amministrativa, tre per la Regione, uno per il ministero alle infrastrutture, uno per l'Anas ed uno per il Comune.Leonardi ha scelto come rappresentante di Palazzo Zanca l'ingegnere capo Rosario Guarniere. Già per giovedì, il prefetto conta di tenere la riunione del comitato. Rosaria Brancato

16/01/2002

Fonte: la sicilia

Approdo a sud: domani s'insedia il comitato
Il prefetto accelera, mentre la gente protesta contro i Tir sul viale Europa

La «gestazione» è conclusa: il prefetto ha convocato per domani, alle 11, la prima riunione del comitato tecnico-amministrativo con il quale lavorerà fino alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Il commissario straordinario nominato con un'ordinanza del ministro dell'Interno, Claudio Scajola, ha tempo fino al prossimo 31 dicembre per giungere alla costruzione delle due invasature; a disposizione c'è un finanziamento di 41 miliardi di lire. Il primo obiettivo dello staff sarà affidare l'incarico per la progettazione esecutiva, che potrebbe toccare al Genio civile Opere marittime. Del comitato appena nominato fanno parte rappresentanti dell'Avvocatura dello Stato, del Tar, del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, degli assessorati regionali al Territorio, ai Lavori pubblici ed ai Beni culturali, dell'Anas e del Comune.
Messina centro: chiesta la chiusura diurna dello svincolo — Torna a protestare il Consiglio del VI Quartiere. Da ieri, i rappresentanti della circoscrizione hanno deciso di recarsi ogni giorno a Palazzo Zanca. «Così – spiega il presidente, Agatino Bonarrigo – manifesteremo il nostro disappunto. Vogliamo che il sindaco, quantomeno, ci riceva». I malumori vengono provocati dal continuo transito dei Tir sulla via La Farina e sul viale Europa, diretti allo svincolo di Messina centro. La richiesta del Quartiere, formalizzata già con una delibera del Consiglio, è chiudere completamente lo svincolo a mezzi pesanti nel periodo compreso tra le 6 e le 21, in modo da bilanciare la chiusura notturna del Boccetta in vigore proprio dalle 21 alle 6 del mattino. Altra istanza riguarda il potenziamento dei controlli da parte delle forze dell'ordine, soprattutto la notte nella Strada statale 114.
G. L. R.

Fonte: gazzetta del sud

emergenza tir / Il prefetto Marino, commissario ministeriale, deciso a rispettare i tempi
Domani si riunisce il comitato
Dovrà realizzare i primi moduli dell'approdo a sud entro il 31 dicembre


Max Passalacqua

Un comunicato stringato per rendere noto che il prefetto Giosuè Marino, commissario delegato dal ministro dell'Interno «per l'attuazione delle opere e degli interventi urgenti finalizzati a fronteggiare l'emergenza della città di Messina in relazione ai gravissimi problemi di traffico determinati dall'attraversamento del centro cittadino da parte dei mezzi pesanti», ha convocato per domani alle 11 la prima riunione del comitato tecnico-amministrativo previsto dall'articolo 3 dell'ordinanza numero 3169 firmata il 21 dicembre scorso dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola, delegato per il coordinamento della Protezione civile. L'organismo, coordinato dallo stesso prefetto, è composto da rappresentanti dell'Avvocatura dello Stato e della Magistratura amministrativa per la parte giuridica e del Comune, dell'Anas, del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e degli assessorati regionali al Territorio e ambiente, ai Lavori pubblici ed ai Beni culturali e ambientali. Il comunicato del prefetto non divulga i nomi di questi rappresentanti, in quanto alcune designazioni mancano ancora: «Ma le avrò tutte entro domani – spiega Marino – in modo che la prima riunione sia già operativa». Il compito di questo comitato (ormai è notorio) sarà di assistere e coadiuvare il commissario in tutte le fasi dell'iter per l'appalto e la realizzazione dei primi due moduli di emergenza dell'approdo a sud, individuato alla foce del torrente Larderia in località Tremestieri: per questa realizzazione sono disponibili i 41 miliardi del finanziamento erogato dalla Regione nel quadro dell'accordo di programma sottoscritto nei mesi scorsi a Palermo. L'ordinanza di Scaiola prevede infatti, per la struttura commissariale, la possibilità di andare in deroga a numerose normative in materia di procedure, che saranno notevolmente abbreviate in modo da ottenere in tempi brevissimi tutti i pareri necessari (anche quelli riguardanti la valutazione di impatto ambientale); il prefetto, tuttavia, ha più volte ribadito la necessità di operare «nel rispetto della legge», la cui verifica sarà appunto compito del comitato tecnico-amministrativo. Domani, dunque, si chiude la fase preparatoria della gestione dell'emergenza tir: dopo i ritardi nelle designazioni che hanno di fatto comportato una partenza ad handicap, il comitato sarà chiamato ad esprimersi rapidamente sulle questioni relative all'appalto dell'importantissima infrastruttura. Probabilmente non sembra, ma il tempo (da qui al 31 dicembre) stringe, eccome.

 E Confesercenti, Citec e Fedarcom presentano ricorsi contro la delibera

È un no secco e categorico. Le organizzazioni del settore confermano il netto dissenso nei confronti del progetto della “città mercato”, sia sul piano delle scelte urbanistiche sia in merito alle più generale tematiche del commercio, dei rapporti tra la grande, media e piccola distribuzione. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sala giunta del Comune, i rappresentanti della Confesercenti, della Fedarcom, della Citec e della Lega siciliana per l'autonomia degli enti locali, hanno ribadito l'intenzione di presentare osservazioni e opposizioni al piano particolareggiato della Panoramica, che da domenica è in pubblicazione all'albo pretorio. Il presidente e il direttore generale di Confesercenti, Salvatore Sciliberto e Michele Sorbera, hanno espresso giudizi durissimi: «A livello urbanistico, la scelta adottata dal consiglio non fa altro che ipotecare aree pregiate del territorio comunale, consegnando di fatto ad una società privata una zona che era stata dichiarata di interesse paesaggistico e ambientale. Sul piano economico ci si è avventurati in previsioni che non hanno alcun riscontro concreto. Ci sono indagini e studi approfonditi realizzati da importanti società del settore che dimostrano come i posti di lavoro creati dalle cosiddette “città mercato” siano più fittizi che reali. Per ogni nuovo posto che nasce, se ne perdono quattro nella media e nella piccola distribuzione, che rappresenta il tessuto connetivo dell'economia messinese. E non si tratta solo di dipendenti licenziati ma di intere famiglie che perderebbero il loro reddito, visto che per lo più siamo in presenza di aziende familiari. Non siamo contro agli ipermercati ma non si possono assumere scelte che condizionano il futuro del commercio a Messina per i prossimi decenni, senza alcun confronto preventivo con le associazioni di categoria e con le forze vive della città». Sulla stessa lunghezza d'onda i responsabili di Fedarcom e Citec. «Si poteva scegliere un sito più idoneo – afferma Salvatore Vasta –, anche la Fedarcom presenterà ricorso contro la delibera». E Rosario Ansaldo Patti (Lega per l'autonomia degli enti locali) parla di «arroganza e improvvisazione». Anche il movimento dei Liberalsocialisti chiarisce d'essere assolutamente contrario alle decisioni del consiglio comunale: «Si è data l'impressione che i socialisti avallassero questa scelta – ha dichiarato Giuseppe Magistro – ma non è vero. Se il Psi ha una sua linea, altre componenti, rivendicando proprio la progettualità del vecchio partito socialista in materia di sviluppo urbanistica, di risanamento e di tutela del territorio, non possono essere d'accordo su quelli che hanno tutta l'aria d'essere veri e propri “colpi di mano”». (l.d).

La giunta ratifica la vittoria del progetto “Staccando l'ombra da terra”
Capo Peloro, chiusa la fase concorsuale


Il ricorso al Tribunale amministrativo da parte di uno dei gruppi partecipanti (quello guidato dall'ing. Antonio Rizzo) non ha modificato l'esito del concorso internazionale di idee per la riqualificazione di Capo Peloro. La giunta comunale ieri ha approvato la delibera di presa d'atto dei giudizi formulati dalla commissione aggiudicatrice che ha esaminato i 48 elaborati tecnici ammessi. Il primo premio – 38.933 euro, 75 milioni di lire – è stato assegnato al progetto denominato “Staccando l'ombra da terra”, realizzato dall'èquipe guidata dall'architetto francese Jan Pier Buffi e composta dall'ing. Antonella Versaci, dal prof. Pier Paolo Balbo di Vinadio, dallo studio De Cola Associati (ingegneri Giuseppe, Bruno e Sergio De Cola), dagli architetti Oreste Marrone e Sabrina Pandolfo, dal consulente Michele Buffa, con la collaborazione dell'arch. Sonia La Rosa. Il progetto coinvolge una superficie territoriale di 115.117 metri quadri (area interna) oltre a 81.266 mq. di litorale. Sono previste cubature convenzionali per 83.690 metri cubi con indice di fabbricabilità territoriale 0,727 mc/mq. Ampie aree sono destinate alla viabilità, ai parcheggi e alla realizzazione di percorsi pedonali. Il cuore del Parco, incentrato sul Giardino tematico, si estende su quasi 80 mila metri quadri. Nell'area interna sono previsti l'Agorà, il Museo dell'attraversamento dello Stretto, servizi e uffici nelle cosiddette “Torri”, la Biblioteca del Mare, il Museo di ecologia marina con un grande Acquario, Centri di ripopolamento delle specie ittiche mediterranee e di monitoraggio ambientale, i Laboratori di scienza della terra e di fisica del caos, spazi didattici, centri commerciali, luoghi di ristoro e di degustazione, il Museo della pesca. Il sistema costiero è incentrato su tre punti cardinale: la cerniera del Forte degli Inglesi, la duna e la macchia bassa. Il progetto tiene conto dell'esistenza del Parco letterario Horcynus Horca. Sono previsti, tra l'altro, il riutilizzo dell'area ex Seaflight, un grande lido balneare, una struttura alberghiera di 220 posti letti, un centro congressi per 600 posti, l'acquario “Gorgo-Casa di Cariddi”, il presidio della polizia municipale. I costi complessivi si aggirano intorno ai 70 milioni di euro (138 miliardi di lire). «Esaurita la fase concorsuale – scrive il sindaco Leonardi nella prefazione al numero monografico della rivista “Città e Territorio” edita dal Comune –, si passerà alla fase realizzativa, utilizzando i finanziamenti comunitari di Agenda 2000 e nel rispetto delle iniziative già avviate nella Torre degli Inglesi, nell'ambito del Parco letterario». La giunta ha ratificato anche l'assegnazione dei premi agli altri progetti classificati: 2) “Apologia dello Sguardo”, del gruppo coordinato dall'arch. Franco Cardullo e composto dagli architetti Clarastella Aversa, Pippo Giacobbe, Paola Raffa, Italo Strani, dal maestro Luigi Ghersi, dalla scrittrice Giovanna Giordano, con la collaborazione di Paolo Arena, Giuseppe Intersimone e Giovanni Mangraviti; 3) “Scirocco Vs Maestrale”, capigruppo l'architetto Shorer Davar Panah e Antonio Di Sarcina; 4) “Luogo Lago Lego”, capogruppo l'arch. Marcello Sestito; 5) “Il Capo Buonasperanza”, capogruppo l'ing. Leone Brancatelli.

Città mercato e Prg / Sull'area della Panoramica oggetto del piano particolareggiato in deroga alla variante
Il Cru potrebbe ripristinare i vincoli
Dopo l'assessorato al Territorio anche quello agli Enti locali ha deciso l'invio di ispettori


Lucio D'Amico S'intrecciano le vicende del Prg e quelle dei progetti in variante allo strumento urbanistico. Il governo siciliano ha disposto un'azione di controllo e di verifica “a 360 gradi”, trattandosi della fase decisiva per le sorti del Piano regolatore di Messina. L'assessore regionale al Territorio e ambiente Bartolo Pellegrino ha nominato due ispettori che saranno in città per acquisire ulteriori atti oltre a quelli consegnati a Palermo dal dirigente comunale del dipartimento urbanistica, arch. Manlio Minutoli. L'obiettivo non è solo quello di approfondire i contenuti del piano particolareggiato riguardante l'area delle cave di sabbia della Panoramica ma anche, e soprattutto, accertare se la delibera della “città mercato”, approvata prima ancora che venisse esitato il Piano di urbanistica commerciale (in realtà ancora fermo in commissione), può in qualche modo inficiare l'impianto complessivo della nuova variante generale. Nello stesso tempo, anche l'assessore agli Enti locali, il messinese Antonio D'Aquino, ha nominato un ispettore, il dott. Cesare Sirna, che ha il compito di far luce sull'iter procedurale seguito dal consiglio comunale. «È nostra intenzione – commenta l'assessore D'Aquino – eseguire tutti gli accertamenti di competenza, per fare chiarezza sull'intera vicenda». La Regione, quindi, non intende svolgere un ruolo passivo, come hanno confermato ieri mattina i tecnici e i commissari del Cru, durante l'incontro avuto con il sindaco Leonardi e i funzionari di Palazzo Zanca. Non sono infondate le speranze di un esito positivo della lunga telenovela del Prg. Lo stesso Leonardi si è detto, in questi giorni, moderatamente ottimista. La convinzione è che lo strumento urbanistico possa andare finalmente in porto, anche se è prevedibile una “bocciatura” di tutte le osservazioni e delle opposizioni presentate dai cittadini. Ma è proprio questo uno dei punti più delicati. Alla base del piano particolareggiato incentrato sulle cave della Panoramica, c'è proprio un ricorso presentato da alcuni dei proprietari dei terreni. Da quel momento, con l'ampliamento delle previsioni relative all'insediamento commerciale, è iniziata la rapida rincorsa che ha portato il consiglio comunale ad approvare all'inizio dell'anno la contestatissima delibera. Se il Consiglio regionale dell'urbanistica, come sembra scontato, dovesse respingere in blocco le opposizioni, tutto l'iter delle scorse settimane risulterebbe improponibile e, quindi, illegittimo. Tornerebbero in auge le previsioni contenute nel Prg, dove nell'area della Panoramica sono stati localizzati servizi e attrezzature di quartiere, oltre a due centri commerciali di dimensione ben più ridotta rispetto alla “città mercato”. Il Cru potrebbe decidere anche di modificare tali indicazioni, ripristinando quelli che erano i vincoli imposti dal precedente piano Tekne. Non va dimenticato, infatti, che le colline di sabbia della Panoramica erano state dichiarate di rilevante interesse paesaggistico e ambientale. Sono giorni di fondamentale importanza, anche se qualcuno non sembra aver compreso la portata degli avvenimenti collegati alle politiche territoriali ed urbanistiche. Domani i rappresentanti dell'amministrazione comunale, con il sindaco in testa, parteciperanno alla seduta del Cru e saranno sentiti in merito alle tematiche generali del Prg. Ma è evidente che si discuterà anche dei progetti in variante allo strumento urbanistico. Già questo basterebbe a interrogarsi sull'effettiva necessità di bruciare le tappe e di mettere in pubblicazione all'Albo comunale un piano particolareggiato che, in ogni caso, scavalca sia il Prg sia il Piano di urbanistica commerciale. D'altra parte, pur se ha manifestato ottimismo, lo stesso Leonardi, commentando “a caldo” il voto del consiglio comunale, non aveva nascosto i rischi che un simile provvedimento potrebbe avere sul giudizio complessivo dei competenti organi regionali. «Se ciò dovesse accadere – aveva dichiarato il sindaco –, vorrà dire che ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità». Speriamo che non ci siano motivi di allarme e che l'intera vicenda venga chiarita nell'esclusivo interesse della città. Resta, però, una lunga scia di dubbi e di perplessità e la netta sensazione che si sia giocato a complicare ulteriormente le cose.

Era stato presentato nel febbraio 2000 e avrebbe dovuto accompagnare i lavori di realizzazione della linea tranviaria
“Dimenticato” il progetto di riqualificazione di viale della Libertà


Due aree attrezzate a verde, una piazzetta con ritrovo-bar, centro commerciale, club nautico e terrazza a mare, una stradella pedonale che parte dal Circolo Tennis e Vela e arriva agli attuali imbarcaderi Tourist-Caronte, oltre al parcheggio adiacente a villa Sabin: era questo il disegno del “nuovo” viale della Libertà. Gli elaborati, redatti dagli stessi progettisti della tranvia e dai tecnici della ripartizione viabilità, vennero presentati il 4 febbraio nella sede del IX Quartiere. Da allora è caduto il silenzio su un progetto che avrebbe dovuto accompagnare i lavori del tram, con l'obiettivo di riqualificare una delle più importanti arterie stradali della città. Si dirà: con tutti i problemi e gli ostacoli che si sono susseguiti in questi anni, è già un miracolo se la linea tranviaria sarà davvero completata nella prossima primavera. Ma non ci sembra questo il modo migliore di affrontare questioni che attengono alla complessiva qualità della vita a Messina. Viale della libertà oggi è un insieme di spazi informi e quell'andamento irregolare dei binari, gli sbalzi, le buche, contribuiscono a creare un orrendo quadro, un vero e proprio pugno nell'occhio sul piano estetico. A migliorare la situazione non bastano certo le piccole e fino ad oggi striminzite palme collocate sul lungomare. Ci sarebbero anche altre due motivazioni per i mancati interventi di riqualificazione: l'indisponibilità delle risorse finanziarie e, soprattutto, la necessità di non ipotecare aree che, poi, saranno oggetto del futuro concorso internazionale per la valorizzazione dell'intero water-front, dall'Annunziata alla rada di San Francesco e alla Passeggiata a mare. Tutto ciò può avere un fondamento ma sono anche tesi facilmente ribaltabili. I fondi si sarebbero potuti ricavare nell'ambito dello stesso appalto del tram (lo disse il sindaco Leonardi il 4 febbario 2000). Le opere di manutenzione, di arredo urbano e di riqualificazione ambientale, inoltre, non avrebbero certo compromesso l'esito delle future iniziative. In ogni caso, sarebbe assurdo lasciare nel degrado una zona perché, chissà come e quando, diventerà oggetto di un concorso di idee. Quando sono stati aperti i cantieri sul viale della Libertà, è stata la stessa giunta comunale a invitare i messinesi ad avere pazienza. Citiamo alcune dichiarazioni rilasciate due anni fa dall'assessore Salvatore Rizzo: «Non ho mai nascosto le perplessità sulla tranvia ma vorrei che i giudizi fossero “sospesi”. Abbiamo l'opportunità di risanare e riqualificare tutta la porzione di litorale compresa tra la villa Sabin e gli imbarcaderi. Il progetto è piaciuto all'Autorità portuale, ai consiglieri di quartiere e ai cittadini che lo hanno visionato». Al posto delle botteghe e delle baracche disseminate sul litorale, è stata ideata una piazzetta sul mare, con centro commerciale fatto di artistici gazebo; il club nautico servirebbe a razionalizzare la disordinata sistemazione delle barche sulla spiaggia; a valle, un suggestivo sentiero pedonale parallelo ai binari del tram rappresenterebbe un luogo ideale e sicuro per le passeggiate, invece che l'attuale percorso “di guerra”. Ma tutto ciò finora è rimasto solo sulla carta. (l.d.)

Processo Tangentopoli / Quarta giornata di arringhe. I difensori spiegano in base a quali criteri venivano appaltati lavori e forniture
Clausole contrattuali da normative nazionali
Hanno parlato gli avvocati Luigi Autru Ryolo, Strangi, Turiano e Maltese


Quarta giornata di arringhe, ieri, nel processo di Tangentopoli, che si sta svolgendo davanti alla II Sezione del tribunale presieduta da Mario Samperi. L'avvocato Luigi Autru Ryolo è intervenuto in difesa dell'ex presidente della Provincia Giuseppe Naro e degli imprenditori Francesco Trio e Nicola Ancione. Per quanto riguarda la posizione di Naro, imputato di concorso in turbativa d'asta per l'appalto dei conglomerati bituminosi della Provincia, Autru Ryolo ha messo in evidenza che «nessuna delle persone coinvolte nella vicenda, e anche quelle che hanno ammesso esplicitamente le proprie responsabilità, ha fatto riferimento a Naro, che compare in questa vicenda solo per aver firmato le delibere e i bandi di gara. In definitiva Naro si è limitato ad atti puramente istituzionali, e non risulta infine, quale percettore o destinatario delle “tangenti” raccolte da Antonino Versaci (un altro degli imputati) nella fase preliminare delle gare». Secondo Autru Ryolo poi «non possono essere addebitate a Naro neanche le cosiddette “griglie” che si rinvenirebbero nei bandi, per ammettere alla gara solo i produttori e non i commercianti». Il difensore ha proseguito dicendo che «si tratta di clausole conformi ai bandi Anas o introdotte molti anni prima della vicenda in questione, clausole che non integrano alcuna violazione di legge e sono ampiamente plausibili nell'ambito della cosiddetta “discrezionalità tecnica”». Per quel che riguarda la posizione di Trio, titolare dell'impresa milazzese di impiantistica, il difensore ha contestato, facendo riferimento alle stesse dichiarazioni dell'imprenditore Giovanni D'Andrea (il principale teste dell'accusa), che quest'ultimo fosse stato in qualche modo «coartato» per aver rinunciato alla partecipazione autonoma alla gara per il Centro mercantile di Milazzo o che sia stato costretto ad accettare una «partecipazione minoritaria» nell'appalto. Su questo punto – ha proseguito Autru Ryolo – D'Andrea riferì sin dalla fase delle indagini preliminari «non solo che la sua impresa non aveva i titoli per la partecipazione autonoma alla gara, ma anche di aver contrattato liberamente le percentuali e le forme della partecipazione all'appalto, aumentando la propria “caratura” in danno dell'impresa Trio e non invece, subendone la diminuzione, così come è stato affermato dall'accusa». L'ultima posizione esaminata dall'avv. Autru Ryolo è stata quella di Ancione, che «non ebbe mai a corrispondere tangenti, così come ammette lo stesso Versaci». Autru Ryolo concludendo ha chiesto l'assoluzione di tutti e tre gli imputati. Gli avvocati Antonio Strangi e Paolo Turiano sono intervenuti in difesa degli ex funzionari della Provincia Giuseppe Maio e Onofrio Sigillo, che secondo l'accusa predisposero “ad hoc” il bando di gara sulle forniture dei conglomerati bituminosi In sostanza ai due ex funzionari viene contestato, su sollecitazione del “comitato d'affari” dell'epoca, di aver inserito tutta una serie di clausole con cui si limitava la partecipazione delle imprese «non amiche». I due avvocati ieri mattina hanno invece sostenuto che l'inserimento di tutta una serie di “paletti” era supportato sia dalla normativa nazionale che da quella regionale: «per sostenere che l'inserimento di queste clausole nei bandi di gara sia penalmente rilevante, sarebbe stato necessario fornire la prova certa e tranquillizzante del fatto che ciò è avvenuto allo scopo di favorire alcuno a vantaggio di altri, attraverso un pactum sceleris che vedeva come protagonisti gli imprenditori da un lato e i funzionari e gli amministratori della Provincia dall'altro». E secondo i due difensori «questa prova non è stata assolutamente fornita nè in sede di indagini nè, tanto meno, nel corso dell'istruttoria dibattimentale, la quale anzi ha consentito di acquisire elementi tali da poter eslcudere, con assoluta certezza, che ciò sia avvenuto». La prova decisiva – hanno proseguito i due avvocati –, è data dalla lunga testimonianza dell'ing. Adolfo Ghersi, resa nel marzo del scorso anno. L'allora ingegnere capo della Provincia spiegò in dettaglio i motivi che indussero ad inserire le cosiddette “griglie”, per selezionare le imprese che potessero fornire un centro quantitativo di asfalto. L'avvocato Maltese, nel pomeriggio, ha discusso la posizione dell'imprenditore milazzese Gioacchino Oliva, che deve rispondere di turbativa d'asta e concussione per i lavori del Centro mercantile di Milazzo. Secondo il difensore l'accusa «è inesistente, in relazione a tutta la prospettazione dei pm, per una serie di ragioni. Intanto perché si fonda sulle dichiarazioni di D'Andrea rese nel corso delle indagini preliminari, dichiarazioni che poi sono state smentite dallo stesso D'Andrea e dall'ing. Carlo Savasta, principale collaboratore del D'Andrea, nel corso del dibattimento». Per quanto riguarda poi il principale teste dell'accusa, l'imprenditore D'Andrea, secondo Maltese «si è avvalso del diritto di mentire nelle dichiarazioni delle indagini preliminari, questo perché lui apparteneva a quel “sistema” imprenditoriale e poi perché aveva paura di finire in carcere. Quando ha parzialmente modificato le sue dichiarazioni nel corso del dibattimento è emersa una nuova verità, che è proprio quella che rende insussistente ogni ipotesi accusatoria nei confronti di Oliva». L'avv. Maltese ha poi esaminato le due accuse separatamente, vale a dire la concussione e la turbativa d'asta: per quanto attiene alla prima secondo il difensore nell'appalto del Centro mercantile di Milazzo D'Andrea «realizzò una pura e semplice operazione finanziaria, in virtù del fatto che, a fronte di una pagamento di 230 milioni ad Oliva, intascò un miliardo e duecento milioni; il pagamento lo fece esclusivamente perché sapeva che non avrebbe eseguito nessuna quota di lavoro, lavoro che invece venne realizzato interamente dall'impresa di Oliva». Maltese ha detto di più «Oliva chiese i 230 milioni a D'Andrea quale compenso per la sua azienda, proprio perché la quota di lavori assegnata sulla carta a D'Andrea l'avrebbe eseguita lui». Anche per la turbativa – ha concluso Maltese – il reato «è inesistente, perché tutte le condotte contestate, sono relative a liti private tra imprenditori, che nulla hanno a che vedere col momento della gara». Si riprende con le arringhe il 24 gennaio. Previste per i difensori altre 3 o 4 udienze, la sentenza dovrebbe aversi per la metà di marzo. (n.a.)

Fonte: gds

Funzionario regionale seguirà atti ipermercato

Rosaria Brancato

I chiarimenti richiesti all'amministrazione comunale sulla città-mercato sono a Palermo ed al lavoro ci sono i funzionari di due assessorati, Territorio ed Enti locali.
Nessun ispettore quindi, almeno per il momento, ma una squadra di funzionari per esaminare la documentazione relativa alla delibera votata dal consiglio comunale.
L'assessore regionale agli enti locali Antonio D'Aquino ha nominato Cesare Sirna che si occuperà, in particolare, degli aspetti relativi all'iter procedurale seguito e più volte contestato dall'opposizione di Palazzo Zanca.
"E' nostra intenzione _ ha spiegato D'Aquino _ eseguire tutti gli accertamenti di competenza per fare chiarezza sulla vicenda". Era stato il deputato diessino Filippo Panarello a richiedere l'intervento di entrambi gli assessorati per chiarire sia gli aspetti relativi alla localizzazione, che quelli procedurali, relativi ad un iter ritenuto fin troppo rapido. Mentre la Regione accende i riflettori sulla vicenda a scendere in campo ieri mattina sono stati i commercianti della Confesercenti, della Ferdcom e della Cidec. Ad essere contestata è la scelta di una zona non servita da un'adeguata viabilità, e l'aver votato un progetto prima ancora dell'approvazione del Prg e del piano commerciale.
"Sono decisioni prese senza concertazione _ spiega Salvatore Sciliberto (Confesercenti) _ i commercianti sono stati ignorati, quando invece si potrebbe puntare allo sviluppo della città e non ad arricchire un singolo imprenditore".

17/01/2002

Fonte: la sicilia

Ecco i componenti dello staff del prefetto
Approdo a Tremestieri
nominato il comitato

Oggi alle 11 l'insediamento

Giuristi, ingegneri, avvocati ed un alto ufficiale della Guardia costiera: il prefetto, Giosuè Marino, ha completato le nomine del comitato tecnico-amministrativo che lo «accompagnerà» fino alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Commissario straordinario da circa un mese, Marino ha compiuto quindi il primo passaggio previsto dall'ordinanza firmata dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola. Lo staff di supporto s'insedierà stamattina: il primo «traguardo» da raggiungere è l'affidamento dell'incarico per la redazione del progetto esecutivo delle prime due invasature. Il comitato seguirà ogni passaggio di competenza del prefetto, che dovrà giungere alla costruzione dell'opera entro il 2002. L'ostacolo più arduo è ottenere tutte le autorizzazioni necessarie; le procedure previste dalle leggi in tema di lavori pubblici non potranno certo essere «bypassate», ma notevolmente accelerate. Proprio per evitare «conflitti» normativi, nel comitato sono stati chiamati anche i rappresentanti dell'Avvocatura dello Stato e del Tar. Se il primo organismo ha risposto tempestivamente indicando l'avv. Antonio Ferrara, il Tribunale amministrativo regionale è l'unico soggetto che ancora non ha sottoposto alcun nominativo al prefetto. Gli altri componenti dello staff sono: l'ing. Aldo Mancurti (Provveditorato regionale Opere pubbliche) per il Ministero delle Infrastrutture, anche se in sua vece potrebbe essere chiamato Pietro Certo, ingegnere capo del Genio civile – comparto statale di Messina; il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, per l'assessorato regionale al Territorio; il funzionario Gaetano Bordone per l'assessorato regionale ai Beni culturali; l'ing. Giuseppe Failla per l'assessorato regionale ai Lavori pubblici; l'ing. Pasquale Sparatore per l'Anas di Palermo; l'ingegnere capo, Rosario Guarniere, in rappresentanza del Comune.
G. L. R.

Fonte: gazzetta del sud

Approdo a Tremestieri, nominati i sette componenti del Comitato

Alessandro Tumino

Il prefetto Giosué Marino, nella sua qualità di commissario governativo per la realizzazione dell'approdo a Tremestieri, ha nominato sette componenti del Comitato tecnico-amministrativo che lo supporterà nel percorso necessario a raggiungere, entro il 31 dicembre, l'obiettivo posto dal Governo per risolvere l'emergenza-tir: il primo approdo d'emergenza a Tremestieri, dotato di una viabilità direttamente collegata con l'autostrada senza interferenze con la statale 114. Il prefetto Marino ha accolto le designazioni già fatte dagli enti competenti per l'accelerazione delle procedure riguardanti l'iter: in gioco i primi 2 moduli d'attracco per il traffico gommato pesante, la cui progettazione è stata affidata al Genio Civile delle Opere marittime. L'unica “presenza istituzionale” ancora mancante è quella del rappresentante del Tar. Il prefetto è in attesa della specifica designazione. Sono invece già integrati nel Comitato l'Avvocatura dello Stato, il Comune, il Provveditorato opere pubbliche di Palermo e (in sostituzione) il Provveditorato di Messina, gli assessorati regionali al Territorio e Ambiente, ai Lavori pubblici, ai Beni culturali, l'Anas. L'assessorato regionale al Territorio sarà rappresentato dal comandante della Capitaneria di Messina, Carmelo Maccarone (che ben conosce, tra l'altro, i progetti presentati dalle società di traghettamento per un approdo a Tremestieri). Ma andiamo agli altri prescelti, ognuno con un ruolo fondamentale. Per il Provveditorato alle Opere pubbliche della Regione Sicilia il delegato è il provveditore, l'ingegnere Aldo Mancurti: in sua sostituzione, il provveditore di Messina, l'ingegnere Pietro Certo. L'amministrazione comunale di Messina è presente con l'ingegnere capo Rosario Guarniere, gli assessorati regionali ai Lavori pubblici e ai Beni culturali rispettivamente con l'ing. Failla e con il dott. Gaetano Bordone. Per l'Avvocatura dello Stato, nel Comitato tecnico-amministrativo ci sarà l'avvocato Antonio Ferrara. Per l'Anas l'ing. Pasquale Sparatore. Tornando alla Capitaneria, ieri Maccarone è stato ascoltato dalla Quarta Commissione (Lavori pubblici) dell'Ars in relazione all'intera questione “tir e attraversamento” che ha reso necessaria la nomina del prefetto a commissario. Maccarone ha chiarito soprattutto gli aspetti relativi al demanio marittimo. Nella stessa seduta stati ascoltati l'assessore regionale al Territorio, Bartolo Pellegrino, i rappresentanti delle società Tourist-Caronte, Vincenzo Franza e Antonino Repaci (in precedenza i deputati avevano incontrato il titolare della società Amadeus, il cav. Amadeo Matacena senior).

Stamane a Palermo la seduta del Cru alla presenza del sindaco Leonardi e dell'assessore Gianpiero D'Alia
Da oggi si decidono le sorti del Prg
E sul Piano urbanistico-commerciale convocati i rappresentanti delle associazioni di categoria


Lucio D'Amico

Si entra nella fase cruciale. Con l'odierna seduta del Consiglio regionale dell'urbanistica, convocata a Palermo alla presenza del sindaco Leonardi e dell'assessore Gianpiero D'Alia, l'iter del Piano regolatore generale può dirsi davvero ad una svolta. I componenti del Cru, dopo il sopralluogo effettuato martedì a Messina, stamane vorranno ascoltare il punto di vista dell'amministrazione comunale in merito alle linee strategiche del nuovo strumento urbanistico. Il raffronto tra quanto accaduto nel '93 e le attuali vicende è di fondamentale importanza. Nove anni fa il Cru rispedì indietro il Piano, perchè fosse sottoposto ad una rielaborazione totale, indicando una lunga serie di motivazioni. Sul complessivo progetto urbanistico vienivano definite «inadeguate» le soluzioni tecniche «rispetto agli obiettivi prefissati». Si dava atto ai progettisti di una «straordinaria capacità critica», affidata però «più alla capacità evocativa delle parti scritte che non alle singole soluzioni di zonizzazione». Era, comunque, il dimensionamento del Piano l'ostacolo maggiore e la principale causa della “bocciatura”. «Le stime – affermava il Cru – sono basate non su dati analitici rilevati ma su considerazioni empirico-intuitive. La valutazione del fabbisogno deve essere riferita non al numero degli abitanti e delle stanze occupate ma alle famiglie distinte per numero di componenti e alle abitazioni per numero di stanze. Le cifre relative alla quota di patrimonio edilizio non occupato, sottoutilizzato e degradato, che può essere recuperato e immesso nel mercato, non sono suffragate da dimostrazioni analitiche. Non viene fornita alcuna dimostrazione sulla validità dello standard abitativo adottato di 1,25 vani per abitante. Si ha ragione di ritenere che il procedimento seguito abbia condotto ad una notevole sovrastima del fabbisogno pregresso e di conseguenza ad un sovradimensionamento residenziale complessivo della Variante». Eccole le ragioni di fondo del voto contrario del '93 e sono questi i nodi principali che adesso i tecnici del Cru vogliono accertare se siano stati davvero risolti nella predisposizione del nuovo strumento urbanistico. Il presidente del Consiglio regionale è l'ing. Giuseppe Giacalone che molti messinesi ricorderanno come il primo dei tre commissari ad acta inviati dal Governo siciliano. Giacalone conosce bene tutti i passaggi del tormentato iter della Variante messinese e questo è sicuramente un elemento che induce ad un ragionevole ottimismo. Quel che conta, però, è che dal momento dell'elaborazione del Piano (1995-97) all'adozione da parte del consiglio comunale (primavera '98), fino alla fase delle osservazioni e opposizioni ('99-2000), le prescrizioni del Cru siano state sostanzialmente rispettate. Per questo, non può trovare spazio tutto ciò che rischia di alterare gli equilibri complessivi del Prg. La vicenda del piano particolareggiato relativo all'area delle cave di sabbia della Panoramica si è inserita in un momento definito “inopportuno” dagli stessi funzionari regionali. Non va dimenticato che tra le ulteriori motivazioni della “bocciatura” della variante Urbani una parte rilevante era dedicata anche al dimensionamento dei settori turistico e produttivo: «Tutta l'organizzazione turistica della zona nord – si leggeva – fa affidamento sulla previsione di vaste attrezzature ed ha un'enorme rilevanza, oltre che economica, in termini di impatto sul territorio». Il Cru, quindi, lanciava un chiaro monito: «State attenti, non compromettete gli equilibri territoriali di quella zona così preziosa per la città». Anche sul dimensionamento del settore produttivo, si sottolineava la necessità che «ciò discendesse dallo studio delle caratteristiche qualitative e quantitative degli operatori locali del settore». Insomma, niente “colpi di mano” nè decisioni avventate, prese addirittura prima di esitare il Piano di urbanistica commerciale che è ancora sotto esame da parte della competente commissione consiliare (a questo proposito, nei prossimi giorni saranno sentiti i rappresentanti delle organizzazioni di categoria). Ma non vanno trascurati neppure altri aspetti. «Le zone di espansione residenziale – avvertiva il Cru – vanno ristudiate, limitando il più possibile il consumo di suolo agricolo; contenendo l'estensione delle aree urbanizzate; tenendo conto delle caratteristiche geomorfologiche e paesaggistiche; verificando l'effettiva compatibilità delle scelte urbanistiche con le caratteristiche geologiche e sismiche delle varie zone». È su questi punti che l'amministrazione è chiamata a dare risposte convincenti, prima di poter cantare vittoria e annunciare la “storica” approvazione di un Prg atteso da decenni.

Fonte: gds

Leonardi: la nostra economia fondata sulle risorse naturali

rise

"Per la nostra città oggi è una data indimenticabile, poichè prosegue quella tradizione europea che ha avuto il suo atto di nascita nel 1955, quando grazie al ministro Gaetano Martino proprio in cità si svolse la storica cerimonia che diede l'input alla nascita delle istituzioni comunitarie".
Con queste parole, ha esordito, ad inizio cerimonia il sindaco, Salvatore Leonardi, il quale dopo i doverosi ringranziamenti alle autorità presenti ha voluto rimarcare l'importanza che la nascita dello sportello Euro-Med assumerà nel processo di rilancio della economia locale.
Un intervento, che è stato confermato dalle parole del vice ministro Urso, il quale, non ha fatto mistero che l'appuntamento della città con Euro-Med era in parte previsto essendo la città la sede dove è nata l'Unione Europea.
"Attraverso la rete euromediterranea - ha continuato Leonardi - sarà possibile recuperare i vecchi equilibri internazionali e promuovere la pace internazionale".
Ritenendo di interpretare il pensiero di tutti i concittadini, il sindaco si è mostrato orgoglioso per un evento internazionale che ha preso avvio proprio dalla città dello stretto. Una realtà che attraverso l'apertura con i paesi vicini servirà a rafforzare la nostra identità mediterranea, facendoci sentire veri cittadini europei.
"Non dimentichiamo - ha concluso Leonardi - che la nostra economia è fondata sul turismo, sulla valorizzazione delle risorse culturali, storiche e della vocazione naturale che la proietta al mare. Ogni scomessa futura dovrà partire da queste indiscutibili ricchezze, rafforzata dalla speranza di essere un punto nodale nel sistema delle comunicazioni nord- sud".

Emergenza Tir, si insedia il "comitato"
A Tremestieri entro un anno l'approdo
Otto i componenti che lavoreranno al fianco del prefetto. Giosuè Marino:
"Occorre superare difficoltà e resistenze"

Giusi Parisi

Prefetto, ha scelto lei direttamente i componenti del comitato? Giosuè Marino chiarisce subito."No, sono state le stesse amministrazioni chiamate a far parte del comitato a scegliere i loro rappresentanti".Crede che agli otto si aggiungerà qualche altro nome?
"No, perchè‚ l'ordinanza del ministro prevede in modo rigoroso gli enti tenuti ad esprimere i loro rappresentanti in seno al comitato tecnico-amministrativo. Comunque, la stessa ordinanza mi consente di avvalermi di tutte le amministrazioni che, a vario titolo, possano offrire un utile contributo alla predisposizione dei progetti ed alla realizzazione delle opere". Con quale cadenza si riunirà il comitato?
"Ho il compito di realizzare gli approdi d'emergenza nel più breve tempo possibile perch‚ è quanto i cittadini si attendono. E' chiaro, dunque, che la mia attività e quella di quanti sono chiamati a collaborare con me, sarà assolutamente caratterizzata dall'esigenza di far presto e bene. Se per fare ciò sarà necessario incontrarsi ogni giorno, questo sicuramente avverrà".Quale crede sarà il compito più difficile del comitato?
"E' indispensabile che, al di là degli aspetti tecnici di indubbia problematicità e che dovranno essere risolti, ciò che anima tutti quanti noi che ci accingiamo a questo lavoro sia l'idea di partecipare con assoluto spirito costruttivo alla realizzazione d'un progetto che è di reale interesse per la comunità". Entro un anno gli approdi saranno operativi? "Non so se sarà sufficiente. E' necessario, comunque, predisporsi a questo lavoro e considerare il 31 dicembre 2002 come termine ultimo per portarlo a termine. Anche se, lo ripeto, occorre superare difficoltà e resistenze che finora non hanno consentito che quest'opera, pur necessaria, fosse realizzata". Si sente già il "prefetto degli approdi"?
"No, mi sento il prefetto della provincia e come tale fronteggio emergenze d'ogni tipo, tra cui quella degli approdi, nella consapevolezza di operare per la comunità. Certamente, l'idea di poter realizzare un'opera così attesa riesce a darmi forti motivazioni e, non nascondo, che mi piacerebbe essere ricordato per aver realizzato qualcosa di utile per la città". 

18/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Dal Tekne alla “bocciatura”

Se le notizie provenienti da Palermo verranno confermate ufficialmente, Messina potrà dire di avere finalmente un nuovo strumento urbanistico, a distanza di 26 anni dal Piano elaborato dalla società Tekne. Dal '76 ad oggi la situazione socio-urbanistica e territoriale della nostra città è profondamente mutata. Che il vecchio Prg non fosse in grado di rispondere alle sfide dei nuovi tempi, si era capito già dalla metà degli anni Ottanta, allorquando l'amministrazione comunale presieduta dal sindaco Antonio Andò affidò il compito di predisporre il nuovo Piano all'èquipe guidata dal prof. Leonardo Urbani. L'iter andò avanti a fasi alterne e si concluse con l'adozione da parte del consiglio comunale all'inizio degli anni Novanta (sindaco Mario Bonsignore). Era l'epoca del “volare alto” e delle “grandi scelte”. Ma nell'autunno del '93 ci fu il brusco risveglio. Il Cru, pur apprezzando molte delle intuizioni contenute nella variante Urbani, rispedì indietro il Prg perchè fosse sottoposto ad una rielaborazione totale. Fu una “bocciatura” clamorosa anche perchè imprevista e, comunque, inattesa in quelle proporzioni. Si chiudeva davvero un'epoca.

Parere favorevole del Consiglio regionale dell'urbanistica seppur con una serie di prescrizioni e di richieste di chiarimento
Il Cru approva il Piano regolatore
Leonardi: «Un giorno “storico”, è come essersi tolto un macigno dalle spalle»


Lucio D'Amico

Il Consiglio regionale dell'urbanistica ha espresso parere favorevole. La Variante generale al Prg tornerà a Messina approvata, seppur con una serie di prescrizioni e di richieste di chiarimenti alle quali l'amministrazione comunale dovrà ottemperare nel giro di un mese. È un giorno “storico” per la nostra città. Il sindaco Leonardi, rintracciato al telefono durante il viaggio di ritorno da Palermo, dice di sentirsi come colui che si è tolto un macigno dalle spalle. «L'attesa del nuovo strumento urbanistico – dichiara – dura da più di vent'anni, credo che sia legittima la soddisfazione per aver raggiunto questo traguardo». Di ufficiale non c'è ancora nulla. Il Cru ha ascoltato ieri mattina il sindaco e il dirigente del dipartimento urbanistica, l'arch. Manlio Minutoli. Sono stati trattati i temi più importanti: dalle previsioni riguardanti la viabilità e gli approdi alle opere collegate alla realizzazione del Ponte; dai piani di risanamento delle aree degradate alla compatibilità di alcuni progetti con la situazione geologica e sismica del territorio cittadino; dalle esigenze di protezione civile a quelle di tutela ambientale. «È stato un confronto ampio e costruttivo – commenta Leonardi –, tutti i componenti del Comitato hanno mostrato grande attenzione ai problemi di Messina e alle soluzioni indicate dal Piano regolatore. Ho sottolineato l'importanza di atti, come quello relativo al trasferimento degli approdi, che risolveranno le drammatiche questioni dell'organizzazione viaria e del traffico di attraversamento dello Stretto. Si è discusso anche del vecchio collettore ad ansa previsto dalla variante Urbani che, in qualche modo, oggi viene ripreso, seppur con sostanziali modifiche, grazie alla realizzazione della “Via del Mare”, che consentirà anche il recupero della fruizione del litorale da Tremestieri alla zona falcata». La riunione del Comitato è poi proseguita fino al pomeriggio. E in serata il sindaco ha avuto la notizia dell'esito positivo: «Adesso – spiega Leonardi – avremo 30 giorni di tempo per rispondere ai chiarimenti richiesti dal Cru. Subito dopo sarà predisposto il documento finale da parte dell'assessorato regionale al Territorio. Gli impegni assunti dal Governo siciliano sono stati rispettati e di questo ho già ringraziato il presidente Cuffaro e l'assessore Pellegrino. Da parte nostra, pensiamo già ad organizzare gli uffici che dovranno occuparsi della gestione e dell'attuazione del nuovo strumento urbanistico». La Variante dovrà essere modificata in alcune parti. Si è avuta, ad esempio, la conferma che il Cru intende ripristinare i vincoli di interesse paesaggistico e ambientale su un'area, come quella delle cave di sabbia della Panoramica, che era stata destinata invece a servizi e a centri commerciali e che, poi, è diventata oggetto del piano particolareggiato che prevede la realizzazione della “città mercato”. Per quanto riguarda le osservazioni e le opposizioni presentate dai cittadini, gli uffici regionali hanno compiuto un'attenta e approfondita istruttoria. Alcuni dei ricorsi saranno accolti, molti verranno invece respinti. Sembra certo, ad esempio, l'orientamento del Cru a mantenere i vincoli di carattere storico-architettonico sul plesso scolastico della Cannizzaro-Galatti, escludendo definitivamente l'ipotesi di costruire in quell'area il nuovo palazzo di giustizia. Ma siamo ancora a livello di indiscrezioni. Nei prossimi giorni se ne saprà di più.

La rielaborazione della Variante

Dall'ottobre '93 è cominciata un'altra storia. Ma ancora una volta l'iter del Prg si è rivelato tortuoso, oscuro, incomprensibile. Fu la giunta Providenti, nel '94, a predisporre la rielaborazione della Variante. L'incarico venne affidato allo stesso gruppo di progettisti ma ben presto esplose il conflitto tra l'amministrazione e l'èquipe Urbani che ha sempre ritenuto infondate le motivazioni della “bocciatura” da parte del Cru. Providenti decise di assegnare l'incarico ad un pool di tecnici comunali, guidati dall'arch. Manlio Minutoli e affiancati da alcuni consulenti esterni. Nel '95 la Variante fu trasmessa al consiglio ma i tempi si allungarono a dismisura. Dal '95 al '98 la Regione siciliana firmò addirittura sette decreti di commissariamento e solo nella primavera di 4 anni fa il Prg fu adottato. Ma le vicissitudini non finirono lì, come dimostrato dalle tormentate fasi che hanno accompagnato e seguito il voto sulle osservazioni e opposizioni presentate dai cittadini. Solo adesso s'intravede la fine del tunnel.

Approdo a Tremestieri, insediato il Comitato tecnico E il prefetto conferma: tempi rigorosamente brevi

Il 17 potrebbe essere un numero fortunato per Messina. Nello stesso giorno in cui si è appreso dell'esito sostanzialmente favorevole dell'iter del Prg, si è inaugurato ufficialmente il percorso che, nel più breve tempo possibile, dovrà portare alla realizzazione del nuovo approdo a Tremestieri e alla liberazione del centro urbano dalla schiavitù dei tir. Ieri mattina, infatti, si è insediato a Palazzo del Governo il Comitato tecnico-scientifico presieduto dal prefetto Giosuè Marino, nella sua veste di commissario per l'emergenza collegata al traffico di attraversamento dello Stretto. Tranne il rappresentante del Tar (che deve ancora essere nominato), si sono presentati tutti gli esperti che dovranno fornire l'indispensabile supporto tecnico e affiancare il commissario passo dopo passo. I componenti del Comitato sono: il comandante Carmelo Maccarone (in rappresentanza dell'assessorato regionale al Territorio); l'ing. Pietro Certo (Provveditorato alle opere pubbliche); l'ing. Rosario Guarniere (Comune); l'ing. Failla e il dott. Gaetano Bordone (assessorati regionali ai Lavori pubblici e ai Beni culturali); l'avv. Antonio Ferrara (Avvocatura dello Stato); l'ing. Pasquale Sparatore (Anas). Presenti, inoltre, l'ing. Fabio Arena, dirigente del Genio civile opere marittime di Palermo e l'ingegnere capo del Genio civile di Messina Francesco Rigano. «Abbiamo impostato le basi – dichiara il prefetto Marino – per un lavoro proficuo. In questa fase, il punto principale è quello riguardante la progettazione dell'opera. Valuteremo tutti gli atti esistenti, a cominciare dagli studi di fattibilità redatti dal Genio civile opere marittime e dal Genio civile di Messina. Nella prossima riunione, convocata per giovedì 24, tireremo le somme». Le scadenze dovranno essere rigorosamente rispettate: su questo il commissario non transigerà, avendo i poteri offerti dall'ordinanza di protezione civile firmata dal ministro Scajola. L'orientamento sembra essere quello di definire la progettazione di massima e di bandire un appalto-concorso che obbligherebbe la ditta vincitrice a curare sia la progettazione esecutiva sia la realizzazione dell'opera. Procedure che potrebbero essere completate entro cinque o sei mesi. (l.d.)

Lo Stretto di Scilla e Cariddi

NETTUNO – Sembra che il Montorsoli riscosse un tale successo con la costruzione della fontana di Orione, che il Senato messinese decise di commissionargli anche quella del Nettuno, ultimata nel 1557. La scenografica rappresentazione è stata ideata come un'allegoria delle acque tempestose dello Stretto, dominate dai mostri Scilla e Cariddi, incatenati dal dio del mare che riporta, così, la tranquillità. In un primo tempo la fontana venne collocata sul lungomare di fronte le mura della città, più tardi, con la costruzione della Palizzata, venne a trovarsi in direzione della Porta della dogana. Originariamente la statua di Nettuno era rivolta verso la città, quasi a voler esaudire il desiderio dei messinesi contro le sventure. La posizione venne "capovolta" dopo l'ultimo terremoto quando la fontana, spostata in piazza Unità d'Italia, fu rivolta verso il mare nel 1940. Sia Nettuno che Scilla non sono le sculture originali. Entrambe, dopo i danneggiamenti subiti, furono conservate al museo.

Corsie preferenziali, chiesta una conferenza dei servizi

Il consigliere dell'VIII circoscrizione Gianfranco Subba, del gruppo misto, in un'interrogazione al presidente di Quartiere chiede una conferenza dei servizi per discutere sulle soluzioni più idonee sul tema «corsie preferenziali in via Garibaldi». Sempre Subba, chiede di conoscere se agli atti di questa Circoscrizione risulta essere arrivata nuova ordinanza che proroghi la riapertura al traffico della via Vittorio Emanuele (Viale Boccetta- Piazza Unità d'Italia) in considerazione del fatto che il termine di consegna dei lavori del tratto in questione, è stato ampiamente superato (31 dicembre 2001). In caso di risposta negativa il consigliere Subba invita il presidente dell'VIII quartiere ad attivarsi immediatamente alla riapertura al traffico della suddetta via per evitare ulteriori disagi alla cittadinanza. Ancora difficoltà a Piazza Palazzotto Il presidente del V quartiere Giuseppe Magazzù denuncia, ancora una volta, la scarsa importanza data ai quartieri da parte dell'Amministrazione. L'ultimo episodio, in ordine di tempo, è dato da un'ordinanza della Direzione dipartimentale 06 Settore viabilità in merito ai lavori di rimozione impianto di distribuzione. Ciò ha comportato la chiusura di una carreggiata del viale San Martino per procedere ai lavori di dismissione dei serbatoi dell'impianto (Piazza Palazzotto). La stessa ordinanza non è stata notificata al quartiere comportando difficoltà enormi a tutti gli abitanti della zona.

Fonte: gds

Approdo a sud, Marino: "Primo passo sarà l'esame dei progetti approvati"

Rosaria Brancato

All'appello manca solo il rappresentante della magistratura amministrativa, che sarà nominato la prossima settimana, ma da ieri il comitato per la realizzazione dell'approdo a sud, è operativo. L'insediamento al Palazzo del governo è servito, come chiarito dal prefetto, Giosuè Marino, "a delineare da subito una strategia basata su criteri di tempestività nel procedere".
Ogni settimana lo staff che collaborerà con il commissario per lo "stato d'emergenza" tornerà a riunirsi per arrivare, in tempi brevi, alla realizzazione dell'attracco a sud. Che la squadra sia già pronta all'azione lo si è capito subito, all'arrivo dei sette componenti, tutti accompagnati da un tecnico ed armati delle documentazioni necessarie. Il primo passo sarà quello della progettazione.
"Dobbiamo verificare se esistono progetti elaborati o approvati dalle amministrazioni pubbliche e se non ci sono dobbiamo dare impulso all'attività che porta alla progettazione - ha spiegato il prefetto - e tutto in tempi ristretti, perch‚ è nella logica dell'ordinanza per lo stato d'emergenza, e dobbiamo dare risposte concrete".
Non si sbilancia Giosuè Marino, e del resto non lo ha mai fatto, sulla consegna, non ipotizza date, ma ribadisce che insieme, in un clima di collaborazione che vedrà impegnati tutti gli enti, competenza per competenza, sarà possibile arrivare, entro la fine dell'anno, a buon punto. Non sarà compito facile: "del resto, se fosse stato semplice non si sarebbe dovuti ricorrere ad uno strumento d'emergenza".
Lo staff avrà il compito di valutare il percorso più rapido. "I componenti del comitato - prosegue il commissario - dovranno supportare l'attività di approfondimento che accompagna le fasi fino alla realizzazione". Una squadra squisitamente tecnica, fatta di esperti, con il ministero delle Infrastrutture rappresentato dal provveditore delle opere pubbliche di Palermo, Aldo Mancurti (presente ieri insieme all'ingegnere capo del Genio civile a competenza statale Pietro Certo) , l'Anas rappresentata dal capo compartimento ufficio grande viabilità Pasquale Sparatore, la Regione rappresentata dal comandante della capitaneria di Porto Carmelo Maccarrone, (che si soffermerà ad esempio sugli aspetti legati all'impatto sul territorio e sull'ambiente), dall'ingegnere Giuseppe Failla e da Gaetano Bordone, il Comune, rappresentato dall'ingegnere capo Rosario Guarniere, e l'avvocatura di stato rappresentata dall'avvocato Antonio Ferrara (per gli aspetti legati alle espropriazioni, ai ricorsi, agli aspetti giuridici). Ad ognuno la sua competenza, alla squadra il compito di superare intoppi, velocizzare i tempi, individuare le vie più brevi.

Piano regolatore, il sindaco: chiariti i dubbi alla Regione

Enzo Gallo

Per il piano regolatore generale il traguardo è sempre più vicino.
La trasferta palermitana del sindaco e del vicesindaco, ieri mattina al Consiglio regionale dell'urbanistica, è servita a dare a Leonardi una certezza: "ormai la variante è prossima all'approvazione".
Una lunga riunione quella di ieri, con gli amministratori di Palazzo Zanca impegnati nel fornire chiarimenti ai funzionari sui punti che negli anni scorsi hanno suscitato non poche perplessità sullo strumento urbanistico rispedito al mittente nel '93. A distanza di nove anni, dopo la rielaborazione del Prg, l'adozione in consiglio comunale nel '98, l'esame delle osservazioni ed opposizioni, i tecnici del Cru si sono soffermati su tutti gli aspetti relativi alla viabilità, dal tram agli approdi e agli svincoli, che cambieranno e stanno cambiando il volto della città, ed anche sul risanamento ancora in corso.
"Penso che gli ostacoli siano stati superati - è stato il commento del sindaco dopo oltre due ore di riunione - siamo riusciti a dare le risposte ai chiarimenti richiesti. Ci sono state modifiche nella variante rispetto al piano che era stato bocciato, e sono ottimista sul fatto che entro i tempi tecnici il Prg sarà approvato".
Adesso il Cru si riunirà ed avrà 30 giorni di tempo per le eventuali osservazioni, alle quali la giunta potrà replicare con le controdeduzioni, ma il primo cittadino pensa che la parola fine sia dietro l'angolo.
"Finita questa fase dobbiamo prepararci alla gestione di un Prg che non indulge a grandi voli di fantasia, ma razionalizza al massimo quanto è possibile fare per lo sviluppo della città".Si è parlato anche della delibera sulla città-mercato, all'esame dei funzionari di due assessorati.

Riordino delle coste, il sindaco incarica due tecnici di redigere progetti esecutivi

La città vanta un triste primato. Quello di essere al terzo posto in Sicilia e fra le prime venti in Italia, riguardo gli insediamenti abusivi sul territorio.
Lo sconfortante dato emerge da uno studio di Legambiente che lo ha reso noto ieri e si riferisce al triennio '98-2001. Questo argomento è tornato di stretta attualità visto che la giunta regionale di governo, ha stabilito recentemente, di dare il via alla "sanatoria" riguardante 15.000 insediamenti abusivi, costruiti entro il 1992 e che si trovano in aree demaniali non oltre 150 metri dalla spiagge.
Le costruzioni erette senza autorizzazioni legali entro la data prevista, non saranno demolite ma bensì trasferite al Patrimonio ed alla Regione. Una volta poi redatte tutte le documentazioni del caso, si dovranno trasmettere i risultati all'Assemblea Regionale per l'approvazione definitiva.
Per quanto riguarda la città, il sindaco Salvatore Leonardi ha dato mandato ad alcuni tecnici, gli ingegneri Antonino Sutera e Francesco Giordano, di curare la progettazione esecutiva per il riordino delle coste cittadine, le analisi sedimentose dei litorali ed i rilievi batimetrici necessari per portare avanti la realizzazione dei progetti per lo studio sull'impatto ambientale, richiesto espressamente dall'assessorato regionale al Territorio ed all'Ambiente.
Infine il sindaco Leonardi ha incaricato il Genio Civile di redigere la progettazione esecutiva della riqualificazione dei litorali. Per tali opere sono stati previsti finanziamenti pari a 5.000.000 di euro (circa nove miliardi).

Approdo a Tremestieri: Giosuè Marino insedia la Task-force e avvia lo screening

«Sono consapevole delle difficoltà, ma dobbiamo al più presto dare risposte concrete alla cittadinanza. Ho già preso le mie responsabilità, ora spero che tutti gli altri facciano altrettanto»: il prefetto ha insediato con moderato ottimismo, ieri mattina, il comitato tecnico-amministrativo (nella foto) che lo «accompagnerà» fino alla costruzione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Sono sette i componenti dello staff (manca ancora quello del Tar), che da ieri hanno iniziato a lavorare. Il primo passo da compiere sarà l'affidamento dell'incarico per la progettazione esecutiva. «In questo contesto – ha spiegato Giosuè Marino, nominato commissario, lo scorso 21 dicembre, dal ministro dell'Interno – abbiamo deciso di avviare un'operazione di screening alla ricerca di eventuali progetti già acquisiti dai vari soggetti interessati. Alla luce degli esisti della ricerca stabiliremo il da farsi».
Il ritmo impresso da Marino, comunque, è già alto: il termine del 31 dicembre s'avvicina. Le riunioni si susseguiranno con cadenza settimanale. E la scelta sulla progettazione è destinata ad arrivare prestissimo. Poi si passerà all'acquisizione dei placet necessari. «Perché l'ordinanza non mi consente – ha aggiunto Marino – di bypassare le leggi, ma soltanto di accorciare notevolmente i vari passaggi burocratici. Il comitato ha proprio questa funzione, una sorta di consulenza sotto ogni punto di vista». Non a caso, dello staff fanno parte anche esperti amministrativi, oltre ai rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture (Aldo Mancurti, che in caso d'assenza sarà sostituito da Pietro Certo), degli assessorati regionali al Territorio (Carmelo Maccarone), ai Lavori pubblici (Giuseppe Failla) e ai Beni culturali (Gaetano Bordone), dell'Anas (Pasquale Sparatore) e del Comune (Rosario Guarniere).
Tutti sono sembrati ansiosi d'iniziare a lavorare. Appuntamento a giovedì 24 per la prima verifica e l'acquisizione dei progetti già esistenti.

Comunicato il parere favorevole del Cru: si attende il decreto ufficiale

Giuseppe Lo Re

Il sindaco non è tornato da Palermo con il decreto ufficiale, ma con un impegno formale del Cru: il Piano regolatore è approvato. Manca soltanto l'estensione del voto su carta, che comporterà una brevissima perdita di tempo. Poi si potrà stappare lo champagne.
«Mi hanno fatto anche gli auguri»: Turi Leonardi ha commentato con soddisfazione gli esisti del vertice di ieri. Dopo 19 anni d'attesa, dovrebbe essere finalmente la volta buona per la Variante generale al Prg. «Credo proprio che sia così – ha aggiunto il sindaco –. Non ci saranno problemi, adesso aspettiamo solo il decreto regionale che ufficializzerà il parere positivo del Cru. Bisogna assemblare tutto il materiale; credo che sarà sufficiente poco tempo, forse una settimana».
I tecnici del Comitato regionale per l'urbanistica hanno invitato ieri il sindaco per ottenere alcuni chiarimenti. Molti di questi sono stati accolti, altri renderanno necessario l'invio di controdeduzioni a Palermo entro i prossimi 30 giorni. «Si tratta di prescrizioni in termini generali – ha spiegato Leonardi – che riguardano la localizzazione degli approdi, la salvaguardia delle prospettive di sviluppo nell'ottica della costruzione del Ponte e i rapporti tra il Prg e i 6 Piani di risanamento per l'eliminazione delle baracche». Le richieste, comunque, non ritarderanno l'atto ufficiale d'approvazione: il decreto promuoverà il Prg malgrado la necessità delle controdeduzioni, che non sarebbero ritenute d'importanza tale da inficiare tutto l'impalcato della Variante.
E le osservazioni? — Capitolo a parte meritano le osservazioni e le opposizioni presentate da cittadini ed Enti interessati. Si tratta di 711 proposte di modifica votate una per una dal Consiglio comunale ed istruite dal dipartimento Urbanistica. Malgrado su questo fronte non sia stato comunicato nulla al sindaco durante il vertice di ieri, sembra che il Cru abbia optato per non esaminare in blocco le 711 osservazioni: ognuna, quindi, avrà una sorte «tutta propria», che sarà contenuta nel decreto di approvazione del Prg. Unica indiscrezione emersa ieri riguarda la bocciatura dell'opposizione della Procura generale, volta all'eliminazione dei vincoli sulla scuola «Cannizzaro-Galatti»; non ci sarebbe nulla da fare, in questo caso, per la costruzione del Palazzo di giustizia satellite in quel sito.
Il «disegno» della città — Il Prg suddivide lo sviluppo futuro di Messina in vari settori: sostanzialmente commercio e industria a sud, turismo a nord, cantieristica nella Zona falcata.
La zona commerciale, quindi, andrà dalla «Falce» (per la cantieristica) a Mili-Tremestieri, comprendendo anche la Zir, la Zis e il polo artigianale di Larderia. L'area turistica, invece, inizierà dalla fine del porto (all'altezza di Boccetta) e si svilupperà fino a Ortoliuzzo, comprendendo anche i antichi forti umbertini. Il sistema dei servizi territoriali è dislocato nel polo sportivo di S. Filippo, nelle aree universitarie di Papardo e dell'Annunziata, nella rete ospedaliera e nei parchi urbani. Novità per la viabilità sono le strade intervallive che collegheranno varie zone a monte.

Una storia lunga 19 anni

Giuseppe Lo Re

È lunga 19 anni la storia del Prg. Una «striscia» nella quale s'inseriscono progetti, rielaborazioni, incarichi miliardari, solenni bocciature, commissariamenti della Regione, denunce, ricorsi e controricorsi, polemiche e inchieste giudiziarie.
Tutto inizia nell'83, quand'è ancora vigente il vecchio Piano Tekne risalente agli anni '70 e viene conferito l'incarico per la progettazione del nuovo Prg all'équipe del prof. Leonardo Urbani. Dello staff fanno parte l'ing. Saro Cutrufelli, l'ing. Aldo D'Amore, l'arch. Vittorio Potestà, l'arch. Antonio Quistelli, l'ing. Beppe Rodriquez, l'ing. Marcello Vittorini e l'arch. Giuliano Leone.
Il lungo lavoro finisce il 5 marzo del '90 in Consiglio comunale. Una notte passata alla storia, con la «favola» degli studi notarili aperti fino all'alba: decine di «compromessi» e di vendite di terreni, mentre l'assemblea di Palazzo Zanca vota lo strumento di programmazione urbanistica. L'iter continua con l'acquisizione delle osservazioni dei cittadini. Poi l'invio a Palermo. E la bocciatura pesata per anni come un macigno: il Cru si esprime nell'ottobre del '93 cassando la Variante. La motivazione? Città sovradimensionata, «disegnata» per 600mila abitanti, troppi in un momento storico che già dà segnali su un netto squilibrio negativo tra nascite e mortalità.
In quel periodo la Magistratura apre un'inchiesta. Nel frattempo, l'Amministrazione comunale ricomincia tutto da zero. Licenziata l'équipe Urbani, l'incarico è affidato al neonato ufficio Piano del Comune, i cui tecnici sono affiancati ad alcuni professionisti esterni: l'ing. Alberto Russo, gli arch. Francesca Moraci, Vittorio Bitto e Franco Cardile, oltre a Giudo Signorino, responsabile unico della stima dei fabbisogni.
Il 13 novembre del '95 la nuova Variante viene consegnata ufficialmente all'Amministrazione. Nuovi ritardi provocano il commissariamento della Regione: l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente nomina un funzionario, Salvatore Fazio. Quest'ultimo, al termine del suo lavoro appronta decine di emendamenti. L'incarico si conclude, dopo diversi mesi, il 31 ottobre del '97.
A questo punto, tutte le carte sono inviate alla 3ª commissione consiliare. Il passaggio successivo è la nuova approvazione in Consiglio comunale, nella notte tra il 6 il 7 aprile del '98. Venticinque i voti favorevoli: adozione all'unanimità, dopo 13 sedute consecutive e 43 ore di lavoro. Esaminati ben 638 emendamenti, tra cui quelli di Fazio. Nel frattempo, il Gip Carmelo Cucurullo archivia l'inchiesta giudiziaria sui progettisti del «Piano Urbani».
Ottenuto l'ok del civico consesso, la delibera va in pubblicazione. Ma dopo qualche mese arriva un'altra clamorosa doccia fredda: il Coreco centrale annulla il Prg perché adottato dopo la scadenza del Consiglio, rinnovato con le elezioni amministrative del 24 maggio '98. La nuova Amministrazione Leonardi, convinta delle proprie ragioni, presenta ricorso al Tar di Catania. Il 31 luglio del '98 l'ennesima «frittata»: il Tribunale amministrativo rigetta l'istanza del Comune dando, di fatto, ragione al Coreco. Ma l'Amministrazione Leonardi va avanti appellandosi al Cga. Il supremo organo di giustizia amministrativa, il 9 ottobre del '98, «salva» la Variante accogliendo in toto il ricorso predisposto dal prof. Aldo Tigano.
A questo punto l'iter ricomincia: vengono «incassate» 711 osservazioni da parte di cittadini o Enti interessati. Lunghissima l'istruttoria da parte degli uffici: nell'aprile del 2000 la Regione minaccia l'ennesimo commissariamento, mettendo in «stand by» l'ing. Pietro Alfredo Scaffidi Abbate. Finalmente il 19 settembre 2000 il Consiglio comunale conclude la votazione, una per una, delle 711 proposte di modifica.
Via libera, quindi, alla fase di aggiornamento della Variante sulla base delle osservazioni, preliminare all'invio di tutto l'incartamento alla Regione. Il 20 marzo 2001 c'è l'ennesimo colpo di scena: l'assessorato regionale al Territorio invia una comunicazione interpretata come una secca bocciatura del Prg. L'equivoco si chiarisce quasi subito, a seguito di un incontro richiesto (e ottenuto pochi giorni dopo) dal sindaco, Turi Leonardi. I passaggi burocratici riprendo a pieno ritmo. Salve anche le norme di salvaguardia.
Nel dicembre del 2001 l'ultimo atto: il Gruppo XXX dell'assessorato regionale al Territorio «gira» tutte le carte al Cru esprimendo parere ampiamente positivo.

19/01/2002

Fonte: gds

Città chiuse per smog Auto ferme e tutti a piedi

Da Milano a Torino, da Mestre a Vercelli, da Parma a Pavia, da Bergamo a Novara sarà un'altra domenica a piedi. Le condizioni meteorologiche, siccità e assenza di vento, non sono infatti favorevoli alla dispersione degli inquinanti e l'aria è irrespirabile

Ancora chiuse per smog, domani, molte città del Nord: da Milano a Torino, daMestre a Vercelli, da Parma a Pavia, da Bergamo a Novara, i sindaci sono stati costretti a scelte drastiche per ripulire l'aria sempre più irrespirabile. Le condizioni meteorologiche, siccità e assenza di vento, non sono infatti favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Il presidente della Lombardia Formigoni si appella ai cittadini a non usare 'volontariamentè l'auto neanche oggi, vista l'elevatissima concentrazione delle polveri sottili nell'area critica di Milano, Como e Sempione: ieri in alcuni punti sono stati toccati i 375 microgrammi per metro cubo, mentre la soglia d'allarme è fissata a 75 mcg/c. Situazione critica anche
a Torino, nonostante la circolazione a targhe alterne. Domani ci sarà quindi un blocco totale del traffico dalle 9 alle 18.

Piano regolatore, ancora tante riserve
Il sindaco: solo su viabilità per il ponte

Emilio Pintaldi

Approvazione con riserva per il Prg. Il piano regolatore, secondo il sindaco è ad un passo dall'approvazione, ma dal Cru (Comitato urbanistico regionale), per ora, arrivano soltanto una serie di richieste di chiarimenti ed alcune prescrizioni.
Sarebbe a pochi passi dal traguardo il piano regolatore generale atteso in città dal '93 da quando il Cru pronunciò una clamorosa bocciatura chiedendone la rielaborazione totale. Lo sostiene il sindaco Salvatore Leonardi ascoltato giovedì in audizione, per l'intera giornata, dai componenti e dai funzionari del comitato urbanistico.
Nessuna ufficialità ancora ma soltanto le assicurazioni effettuate a voce alla fine del colloquio dai tecnici del Cru ed i rappresentanti del Comune. E' lo stesso primo cittadino a chiarire i termini della vicenda.
"Il Cru - spiega Leonardi - ha espresso un parere favorevole all'approvazione del piano dettando alcune condizioni che saranno messe su carta nelle prossime ore. Dovremo fornire alcuni chiarimenti entro trenta giorni dalla richiesta ufficiale, poi sarà predisposto il documento finale dall'assessorato regionale al Territorio".
Ma quali quesiti si appresta ad effettuare il Cru? Leonardi minimizza, a suo avviso si tratta soltanto di elementi accessori. In realtà si tratta di quesiti di una certa importanza.
"Il Cru - aggiunge Leonardi - ha chiesto alcuni dettagli che riguardano la viabilità collegata alla realizzazione del Ponte, i piano di fuga e gli aspetti legati alla situazione gelologiche e sismica che riguardano il capitolo della protezione civile".
Il Cru avrebbe mostrato interesse anche per la viabilità collegata ai nuovi approdi e per lo sviluppo dell'area che sorge intorno a Torre Faro. Una zona che sarà pesantemente trasformata dalla costruzione del Ponte. Riflettori puntati anche sul nuovo piano commerciale varato dalla giunta e bloccato dalla commissione consiliare.
In quest'ottica potrebbe rientrare diventando un ostacolo, la variante che riguarda la realizzazione di un ipermercato e di un'ampia area destinata a servizi sulla nuova panoramica dello stretto. Un'operazione contestatissima dal centrosinistra e su cui pesa un'interrogazione di fuoco del deputato regionale dei Democratici di sinistra Filippo Panarello al quale l'assessorato reginale al Territorio ha garantito l'invio di un'ispezione.
"Il progetto dell'ipermercato - afferma invece il sindaco Leonardi, gettando acqua sul fuoco - non interferirà con il piano regolatore. Su questo punto non mi è stata fatta nessuna osservazione". 

Fonte: il sole 24 ore

EMERGENZE  Traffico bloccato per smog
Nelle città del Nord si allarga il fronte dei centri urbani che domenica attueranno il blocco totale degli autoveicoli privati. Stop a Milano, Bergamo, Brescia, Como, zona del Sempione, Torino, Alessandria, Novara e Mestre.

Mentre il Centro-Sud, dopo le forti nevicate iniziate l'altro ieri, è stretto dalla morsa del ghiaccio che sta causando gravissimi intralci alla circolazione stradale, al Nord, dove continua a splendere il sole, cresce l'allarme inquinamento.
Le situazioni più critiche restano quelle di Piemonte e Lombardia, dove si allarga il fronte delle città che hanno stabilito, per domenica 20 gennaio, il blocco totale della circolazione delle auto nelle ore diurne.
Bergamo e Brescia si sono aggiunte a Milano (e hinterland), Como e ai comuni della zona del Sempione. A Bergamo il divieto di circolazione sarà in vigore dalle 9 alle 18 e interesserà l'area interna alla circonvallazione cittadina. A Brescia il blocco del traffico privato andrà dalle 8 alle 20 (come a Milano e dintorni) e riguarderà la circolazione sull'intero territorio comunale. Ma anche fuori da confini lombardi cresce la preoccupazione degli amministratori pubblici per l'elevata concentrazione di polveri fini che rendono l'aria irrespirabile. Il blocco, infatti, sarà seguito anche da Torino, Alessandria, Novara e Mestre.Torino. Nonostante due giorni di circolazione a targhe alterne, la situazione resta critica e per domenica è stato confermato il blocco totale del traffico. Nel capoluogo e in altri 11 Comuni dell'area metropolitana lo stop sarà in vigore dalle 9 alle 18 e se le condizioni meteo non cambieranno mercoledì e giovedì prossimi potrebbe tornare la circolazione a targhe alterne. Blocco auto, sempre nella giornata di domenica 20, anche ad Alessandria (dalle 10 alle 20, nella zona interna agli spalti). In tutte queste città il Comune ha annunciato un rafforzamento dei servizi di trasporto pubblico. Intanto non si smorzano le polemiche sulla proposta, lanciata dal sindaco di Milano Gabriele Albertini, di istituire un ticket d'ingresso in città per i non residenti (sono circa 500mila le auto dei pendolari che, ogni giorno, entrano a Milano). Proposta che il sindaco rilancia ipotizzando anche un referendum tra i cittadini. Ma il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, resta scettico. "Mi pare un'idea curiosa. Non credo che far pagare chi entra in città - dice il ministro - possa risolvere il problema dell'inquinamento. Approvo invece l'idea del referendum, che dà modo ai cittadini di esprimersi". Da Bruxelles, infine, arriva un aiuto concreto in tema di riqualificazioe urbana. Dieci città italiane potranno beneficiare, fino al 2006, di 114,5 milioni di euro di fondi europei: lo ha deciso la Commissione Ue approvando i relativi programmi d'intervento. Le città interessate sono: Carrara, Caserta, Crotone, Genova, Milano, Misterbianco, Mola di Bari, Pescara, Taranto e Torino. Novara. Circolazione vietata domenica a tutti i veicoli a motore dalle 9 alle 18. Ma autobus gratis per tutti. Lo ha stabilito l'ordinanza del sindaco, Massimo Giordano, dopo aver visionato i dati dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale che indicano una progressiva tendenza al rialzo della concentrazione di ossido di azoto e di polveri fini.
Mestre. Il provvedimento è stato preso dall'amministrazione comunale alla luce dell'alto tasso di inquinanti, in particolari polveri fini, rilevate nell'aria negli ultimi quindici giorni. "Si tratta di una misura ben diverso dalle domeniche ecologiche - ha detto il vicesindaco, Michele Mognato - che avevano una finalità più promozionale. In questo caso invece lo richiedono effettive condizioni ambientali". L'assessore all'Ambiente, Paolo Cacciari ha poi precisato: "Non esiste alcun allarme sanitario perché non si sono registrati incrementi delle patologie. Si è soltanto voluto anticipare quanto previsto dalle normative europee, non ancora recepite in Italia, in merito alla necessità che per certi inquinanti, come appunto le polveri fini, non si guardi soltanto alle medie annuali, ma anche ai picchi che possono verificarsi in condizioni, come le attuali, di forte siccità". Nonostante dunque la media dell'anno scorso avesse fatto registrare un miglioramento rispetto al 2000, il Comune ha voluto tener conto del fatto che in queste ultime settimane i valori giornalieri per le polveri Pm10 oscillassero tra i 60 e i 170 microgrammi per metro cubo, contro la media mobile annuale di 40 mg/m3 che rappresenta l'obiettivo di qualità. "In base alla normativa Ue - ha proseguito Cacciari - non bisognerebbe superare i
50 mg/m3 per più di 35 giorni all'anno. Quindi abbiamo pensato di intervenire già ora con una misura cautelativa".

Fonte: gazzetta del sud

Manlio Minutoli: Messina è l'unico capoluogo siciliano ad avere finalmente un nuovo strumento urbanistico

È raggiante l'arch. Manlio Minutoli: «Non esagero se dico che è stata scritta una bella pagina di storia messinese». Il più felice di tutti non poteva che essere il dirigente del dipartimento urbanistica, colui che ha guidato il pool di tecnici comunali (con il supporto di qualche consulente esterno) ai quali nel '95 è stato affidato il compito della rielaborazione totale della precedente variante Urbani. Minutoli non lo nasconde: «È stato fatto un lavoro eccezionale, tutti i dipendenti dell'ufficio hanno svolto fino in fondo la loro parte. I risultati parlano chiaro: Messina è l'unico capoluogo di provincia della Sicilia a dotarsi di un nuovo strumento urbanistico. Palermo e Catania sono ancora ben lontane dal traguardo. I componenti del Cru hanno sottolineato questo aspetto, ritenendolo un motivo di orgoglio per la città dello Stretto. Abbiamo avuto attestati di stima da parte del massimo organo tecnico regionale, composto da urbanisti di fama e da qualificatissimi esperti». Minutoli sa benissimo che non è tutto oro quel che riluce, avendo vissuto in prima persona le controverse vicende di questi ultimi anni. «Ma qualunque considerazione si possa e si debba fare – afferma il dirigente comunale –, non si può prescindere dal fatto che il Piano regolatore torna da Palermo approvato. E non è vero che nasce già vecchio. L'impianto complessivo è ovviamente quello della variante Urbani, che abbiamo ripreso e rielaborato secondo le prescrizioni imposte dal Cru. Il Prg è stato adeguatamente aggiornato, sia sul piano delle scelte urbanistiche sia per quanto riguarda l'adeguamento alle normative che, nel frattempo, sono cambiate e alle nuove disposizioni legislative entrate in vigore». Ma adesso cosa succederà in concreto? «Il Comune – spiega Minutoli – avrà 30 giorni di tempo per fornire le sue controdeduzioni alle prescrizioni e alle richieste di chiarimento che la Regione farà pervenire a Palazzo Zanca. Le cose, nella sostanza, non cambiano. L'approvazione del Prg è un dato già acquisito. La legge consente un ulteriore coinvolgimento dell'ente locale (in questo caso la competenza è del consiglio comunale) che può, però, decidere anche di non controdedurre. In ogni caso, superati i 30 giorni, scatta la regola del silenzio-assenso. E l'assessorato regionale al Territorio, a sua volta, avrà un altro mese di tempo prima di firmare il decreto definitivo. Le procedure, quindi, si chiuderanno al massimo entro due mesi, ma è probabile che ciò avvenga molto prima». E anche la fase successiva non dovrebbe presentare problemi insormontabili. «La gestione di un Piano regolatore – afferma Minutoli – è un'operazione particolarmente complessa ma non voglio peccare d'immodestia quando dico che il compito sarà enormemente facilitato grazie al lavoro svolto in questi anni. Tutti i dati del Prg sono su computer e ciò ha semplificato anche la lettura da parte dei componenti del Cru. In caso contrario, non sarebbe stata possibile un'approvazione in tempi così rapidi. Saremo in grado di seguire passo dopo passo l'evolversi delle varie fasi attuative, a partire dai piani di risanamento». (l.d.)

Leonardi: adesso si dovrà pensare all'attuazione

Lucio D'Amico

Un evento di portata storica. Il giorno dopo l'audizione a Palermo e la notizia del parere favorevole espresso, seppur ancora non supportato da un atto ufficiale, dal Consiglio regionale dell'urbanistica, il sindaco Leonardi è ancora più convinto dell'importanza del traguardo che si sta per raggiungere. Dopo un'attesa lunga più di vent'anni, si ha adesso la certezza di disporre del nuovo strumento urbanistico fin dalla prossima primavera. È un dato inoppugnabile, di grandissima rilevanza sul piano politico-amministrativo. Sarebbe assurdo lasciarsi andare ad entusiasmi fuori luogo. Il Prg, come più volte è stato detto, non è la panacea di tutti i mali. Il Piano sorto sulle ceneri della cosiddetta variante Urbani, bocciata dal Cru nell'ottobre del '93, in molte sue parti, rischia di nascere già vecchio. Tra il dire e il fare c'è stato un mare di difficoltà e di problemi. Dall'elaborazione all'approvazione sono trascorsi quasi cinque anni ed è già un lasso di tempo sufficiente per rendere antiquate regole urbanistiche, linee strategiche, analisi economiche, indicazioni progettuali. Su alcune scelte di fondamentale importanza è mancato il confronto, su altre – soprattutto quelle riguardanti forti interessi di soggetti economici, gruppi o singoli cittadini –, l'attenzione è stata fin troppo eccessiva. La validità delle linee di fondo del nuovo Prg è tutta da dimostrare, anche perchè, nel corso degli anni, alcune prospettive sono state ribaltate. Basta fare due esempi (ma l'elenco sarebbe infinito): l'indicazione del trasferimento della cittadella fieristica nell'area attualmente occupata dalla caserma Ainis di via Taormina (ipotesi ritenuta improponibile da Leonardi che più volte ha manifestato l'intenzione di lasciare la Fiera nell'attuale sede di viale della Libertà e la destinazione della riviera nord, a partire dalla foce dell'Annunziata, alla fruizione del mare e a vincoli di natura ambientale (previsione disattesa dalla decisione di ubicare proprio all'Annunziata uno dei due approdi indicati dalla commissione Misiti). Si potrà e si dovrà entrare nel merito delle scelte compiute ma è indubbio che la città aveva ed ha un assoluto bisogno di un quadro normativo generale, di una regolamentazione urbanistica senza la quale si lascerebbe campo libero al caos e alle iniziative dei più squallidi speculatori. Ecco, dunque, giustificata la soddisfazione del primo cittadino. Quello che tornerà a Messina non è il “Piano Leonardi”. Dal '98 ad oggi il sindaco lo ha sottolineato più volte, non arrogandosi meriti del passato nè accollandosi altrui responsabilità. Per quelle sue dichiarazioni è stato anche accusato di «atteggiamenti pilateschi». Ma ora Leonardi è certo di aver dimostrato proprio il contrario, avendo preso a cuore le sorti del Prg, sollecitando il Governo siciliano ad imprimere una decisiva accelerazione, in modo da porre finalmente il cartello “the end” ad una telenovela ormai inguardabile. Adesso viene il difficile. Un conto è la stesura di un Piano, la visualizzazione su tavole e supporti telematici, un conto è la sua attuazione e la gestione di tutto ciò che esso comporta. «Abbiamo uffici che sapranno essere all'altezza del compito», dice Leonardi. Saranno tre le sfide decisive: la realizzazione delle opere di viabilità collegate all'attraversamento dello Stretto e al Ponte; il recupero del “water-front”; l'attuazione dei sei piani particolareggiati di risanamento delle aree degradate, che rappresentano da soli un terzo delle previsioni dell'intero Piano regolatore. Ma di non minore importanza sono gli aspetti relativi al rilancio produttivo della città, alla valorizzazione turistica, alla tutela ambientale, al riordino degli insediamenti edilizi, alle esigenze di protezione civile e di riduzione dei rischi sismico e idrogeologico. Il Prg è destinato finalmente ad uscire da quel “porto delle nebbie” al quale è rimasto attraccato da troppo tempo. E il futuro comincia già oggi.

Il ddl della Regione sulle coste non interessa Messina
Il litorale è salvo


Il disegno di legge sul riordino delle coste, approvato martedì scorso dal Governo siciliano e che ha messo in allarme ambientalisti e settori dell'opposizione, non dovrebbe interessare in particolar modo le coste messinesi. E, in ogni caso, le novità introdotte non interessano il demanio marittimo. Su quest'ultimo punto il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, chiarisce: «Non cambia nulla, la sanatoria non riguarda le strutture realizzate sul demanio marittimo. La legge nazionale del '94 prevedeva un discorso in tal senso, ma il ddl dei giorni scorsi ha escluso ogni tipo di sanatoria che interessi il territorio marittimo demaniale». Un fatto che conforta la sezione demanio della Guardia costiera che, negli ultimi anni, ha portato avanti un'incisiva opera di bonifica dei litorali, con il sequestro di manufatti realizzati abusivamente. «Andremo avanti con il nostro lavoro», ha assicurato Maccarone. Per quanto riguarda la costa messinese, quindi, non si può parlare di una maxi sanatoria? «Messina – ha risposto Maccarone – non presenta casi di grandi agglomerati urbani che possano rientrare nel disegno di legge». Quest'ultimo, infatti, sarà applicato maggiormente in zone dell'Isola dove da anni si assiste a un disordine urbanistico delle coste. «Non si tratta di una sanatoria automatica e rivolta a strutture ricadenti in demanio marittimo – ha aggiunto Maccarone – ma di un piano che deve essere collegato ai progetti di riqualificazione urbana». Ritornando al contesto messinese, il comandante Maccarone è stato chiaro: «La lotta all'abusivismo demaniale va avanti, come pure il piano di risanamento ambientale dei litorali con l'intervento delle ruspe». Il comandante della Guardia costiera, inoltre, auspica un riferimento normativo che possa interessare diverse strutture economiche della provincia che, in parte, ricadono sul demanio marittimo (ad esempio gli alberghi). «Sarebbe opportuno – ha detto Maccarone – sanare alcune situazioni che hanno riflessi produttivi e turistici». Praticamente il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale, presieduta da Totò Cuffaro, e che adesso dovrà passare all'esame dell'Ars, in minima parte potrà avere effetti sul riordino delle coste messinesi. Per i litorali cittadini, invece, sarebbe necessaria una legge speciale sul demanio marittimo che tenga conto dell'azione anti-abusivismo portata avanti dalla Capitaneria e che disponga dei paletti ben precisi per evitare il ripetersi di situazioni di illegalità. Basterebbe realizzare strade per l'accesso alle spiagge, protezioni per luoghi diventati discariche abusive e destinare diverse somme per liberare altre porzioni di territorio marittimo da veri monumenti all'incuria. (i.c.)

Oggi e domani chiusa via Primo Settembre

Sarà totalmente chiuso al traffico oggi e domani il tratto di via Primo Settembre compreso tra l'incrocio con la via Garibaldi e il viale San Martino, per consentire l'effettuazione dei lavori di sostituzione del basolato lavico danneggiato dal transito dei mezzi pesanti nel periodo di deviazione su quella strada per i concomitanti lavori della tranvia. Il pessimo stato della pavimentazione, rotta e ollevata in più punti, era già stato segnalato e ha anche causato incidenti (l'ultimo dei quali occorso domenica scorsa a una donna, finita in ospedale con una gamba fratturata) e danni alle vetture: la ripartizione Viabilità ha quindi deciso di provvedere a far cessare il pericolo facendo intervenire la Gepco-Salc, l'impresa che sta realizzando la tranvia. Oltre all'interdizione totale del transito veicolare in quel tratto di via Primo Settembre, per tutta la durata dei lavori di ripristino della pavimentazione in basolato lavico è stata decisa anche la modifica del percorso degli autobus che la percorrono abitualmente: i mezzi dell'Atm provenienti in direzione sud-nord devieranno sulle vie S. Maria Alemanna, Garibaldi per tornare quindi su via Primo Settembre nel tratto aperto; in direzione sud-nord, invece, il percorso alternativo è lungo via Cesare Battisti, via Tommaso Cannizzaro, viale S. Martino, via del Vespro e piazza della Repubblica per raggiungere la Stazione.

Fonte: la sicilia

Il Cru ha esitato la Variante ma non si conosce il contenuto delle prescrizioni - Tempi stretti per il Piano commerciale
Prg, una certezza e tanti dubbi
Oggi il Comitato per l'urbanistica stilerà i pareri sulle 711 osservazioni

I rapporti tra Prg e Piano commerciale, il contenuto delle previste osservazioni, le controdeduzioni da inviare entro 30 giorni, la sorte delle 711 opposizioni votate dal Consiglio comunale: sono tanti i quesiti che fanno il giro del Palazzo all'indomani della decisione del Cru sul Piano regolatore. Intanto c'è da fare una precisazione: per l'ufficialità dll'approvazione si attende ancora il decreto dell'organo politico. Dopo il passaggio positivo all'esame dei tecnici del Cru, è necessario infatti che l'assessorato regionale al Territorio stili e pubblichi il relativo provvedimento. A quel punto si conoscerà il contenuto delle osservazioni e di qualche prescrizione. Qualche disposizione dalla Regione, è certo, ci sarà. Ad ammetterlo ieri è stato lo stesso sindaco: «Ho capito, da una battuta di alcuni componenti del Cru – ha confessato Turi Leonardi – che ci saranno delle osservazioni ci sarà. D'altra parte, mi è stato detto che nel Prg di una grande città, così complesso, c'è sempre qualcosa da chiarire. Una volta ricevute le eventuali prescrizioni, potremo decidere se accettarle o se controdedurre; in questa fase avremo 30 giorni di tempo, secondo una procedura ormai standardizzata». Dubbi a parte, un dato è certo: il Prg, dopo vent'anni di peripezie, può dirsi approvato. «Sì, è così. In linea di massima abbiamo ricevuto un parere positivo incondizionato sul Piano – ha ribadito Leonardi –. I dubbi del Cru riguardano solo tematiche generali, legate soprattutto ad alcuni aspetti della vita civile, quali i nuovi approdi, la viabilità, il sistema della Protezione civile e delle vie di fuga».
Già accolti alcuni chiarimenti — Grande attenzione, inoltre, è stata riservata alla zona di Capo Peloro e Torre Faro. Il Cru ha chiesto cosa l'Amministrazione intende fare ed accolto i chiarimenti forniti da Leonardi. Il capo dell'Amministrazione ha ribadito che è in corso d'elaborazione un piano particolareggiato e che nei giorni scorsi è stato individuato il vincitore del concorso internazionale per la riqualificazione di tutta l'area. Riferito anche che Palazzo Zanca ha avviato le procedure per l'acquisizione del Pilone di Torre Faro.
Subito il Piano commerciale — Un nodo da sciogliere subito, comunque, c'è. E si tratta della necessità d'inviare a Palermo il Piano commerciale: l'integrazione dovrà essere effettuata al più presto.
Per questo motivo, il sindaco solleciterà immediatamente il Consiglio comunale, in modo che vengano velocizzati tutti i passaggi della delibera «che comunque – precisa Leonardi – riporta pedissequamente le previsioni del Prg».
Atti da integrare sulla città-mercato — Discorso a parte merita il piano particolareggiato sulle ex cave di sabbia nella Panoramica. Dal Cru non è trapelato niente, anche se pare che la relativa osservazione sia stata già bocciata (come quella sul nuovo Palazzo di giustizia). «Razionalità avrebbe voluto che si aspettasse l'ok sul Prg prima dell'approvazione del piano particolareggiato dell'“Adroma”. A margine della riunione del Cru – ha aggiunto il primo cittadino – mi è stata chiesta un'integrazione di atti sulla città-mercato, che noi invieremo subito a Palermo. Ma questo riguarda l'ispezione disposta al di là degli esiti del Prg, che credo non possa inficiare i tempi per l'adozione del decreto sulla Variante».
Attesa per le 711 osservazioni — Oggi, intanto, i tecnici del Comitato regionale per l'urbanistica torneranno a riunirsi per stilare l'elenco di tutte le 711 osservazioni di Enti e cittadini interessati: la maggior parte dovrebbe essere stata cassata, ad eccezione delle proposte di alcuni Enti pubblici e, ovviamente, di quelle che correggono errori materiali contenuti nelle tavole inizialmente votate dal Consiglio comunale. Sull'argomento c'è grande attesa, forse più di quanta ce n'è stata sulle sorti dell'assetto generale del Prg. A sciogliere i nodi su questo fronte, comunque, sarà soltanto il decreto ufficiale.
Giuseppe Lo Re

esattamente un anno fa.... 19/01/2001
Fonte: la sicilia

Oggi riunione operativa a Palazzo Zanca, la Capitaneria lancerà una proposta alternativa al progetto «Progemar»
Nuove idee sugli approdi
«Norimberga», gli operatori portuali dichiarano lo stato
d'agitazione


Massimiliano Mondello

Nuovo vertice sul futuro degli approdi, stamane, a Palazzo Zanca. Accanto al sindaco Turi Leonardi e al suo staff di esperti (Giuseppe D'Angelo, Aldo Tigano e Raffaele Tommasini), alla riunione saranno presenti anche il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone e il presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio. Si prevede un «clamoroso» colpo di scena che, però, il comandante Maccarone non intende svelare. Infatti, per quanto concerne l'approdo nella zona Sud, la Giunta Leonardi sembra decisa a rispolverare il progetto dell'87 della «Progemar», ma il rappresentante del Ministero dei Trasporti non è d'accordo e lancerà la sua «segretissima» proposta.
Molo «Norimberga», gli animi si surriscaldano — È servito a poco, l'appello al buon senso lanciato mercoledì pomeriggio dall'assessore comunale, Gianfranco Scoglio, in merito allo scontro istituzionale sul futuro del molo «Norimberga». Infatti, il provvedimento della Soprintendenza (sulle incompatibilità e la reversibilità dei binari) costringerà le Ferrovie a rifare il progetto della posa dei binari a raso, causando ritardi su ritardi. Due le conseguenze immediate: gli operatori portuali hanno proclamato lo stato d'agitazione e – come si legge in un comunicato – «si riservano di adottare altri strumenti di lotta a difesa del posto di lavoro e di realistiche prospettive di sviluppo produttivo»; dall'altra, il presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, ha comunicato l'accaduto al prefetto Giosuè Marino, al presidente della Regione, Vincenzo Leanza, e al ministro dei Trasporti, Pierluigi Bersani, chiedendone un immediato intervento. Sulla stessa linea d'onda il comandante Maccarone che ha affermato: «È finito il tempo delle discussioni, bisogna agire e rivolgersi alle sedi competenti».
Navi da crociera: Buzzanca si rivolge a Marisicilia — Intanto, per non rischiare di perdere le navi da crociera, il presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca, ha rivolto un appello al comandante di Marisicilia, amm. Oreste Guglielmino, chiedendogli la disponibilità dei moli della base militare per far approdare le navi cariche di turisti. Infatti, appare inverosimile che il consorzio «Trevi-Italgeo» possa consegnare il primo tratto della banchina «Colapesce» entro maggio, quando il programma dei lavori prevede la scadenza ad ottobre.
La proposta di Buzzanca è stata ieri aspramente contestata e giudicata una «boutade» dai sindacati.

20/01/2002

Fonte: la sicilia

Via I Settembre: eseguiti gli interventi di «rattoppo»

Sono stati eseguiti ieri, a cura degli operai della ditta «Crisafulli» di Castanea, i primi lavori di rattoppo (nella foto) in via I Settembre, tra viale S. Martino e viale Garibaldi. Non è stato necessario chiudere l'arteria al transito veicolare, in quanto la riduzione dei flussi nella giornata non lavorativa ha reso possibile eseguire gli interventi senza particolari accorgimenti. Le opere hanno riguardato, in buona sostanza, l'eliminazione delle basole in pietra lavica spaccate sotto il peso dei Tir e la copertura dei buchi con colate di conglomerato bituminoso. Si tratta, comunque, di opere-tampone: il maquillage complessivo, che prevede il riutilizzo delle basole danneggiate, sarà eseguito solo dopo la conclusione dei lavori del tram sulla cortina. Ovviamente, in questo caso sarà necessario chiudere completamente la strada al transito veicolare. E i tempi saranno molto più lunghi: si parla, infatti, di almeno una ventina di giorni. L'impresa «Iagi», la stessa che ha curato le prime opere di riqualificazione, dovrà ripristinare tutto il manto danneggiato. Al momento, nel tratto terminale della storica arteria non sono garantite neanche le minime condizioni di sicurezza, tra tombini sfondati, basole spaccate e tratti di strada traballanti.
G. L. R.

Centinaia d'istanze, oltre a quelle votate dal Consiglio comunale, sarebbero state depositate direttamente al Cru
Prg: spuntano altre osservazioni
Piano commerciale a rilento, domani la riunione con gli esercenti

L'approvazione del Prg è diventato l'unico argomento di discussione a Palazzo Zanca. A generare curiosità, e forse qualche confusione, è soprattutto l'esito delle 711 osservazioni presentate da cittadini ed Enti interessati e votate una per una dal Consiglio comunale.
Il Cru ha già deciso le sorti di tutte le proposte di modifica, ma ancora deve estendere il suo parere su carta. E mentre l'attesa si fa sempre più palpabile, gira una voce che ha del clamoroso: sarebbero state depositate nei mesi scorsi, direttamente a Palermo, alcune centinaia di osservazioni tardive, che si sommerebbero alle altre 711 istruite dall'ufficio Urbanistica di Palazzo Zanca. Anche questa documentazione sarebbe già stata esaminata dal Cru, che non avrebbe deciso di bocciare in toto le osservazioni tardive. Intanto le indiscrezioni fanno la spola tra Messina e Palermo: scontata la bocciatura delle osservazioni per la realizzazione della città-mercato nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica e per la costruzione del Palazzo di Giustizia satellite nell'area delle scuole «Cannizzaro-Galatti», sembra che il Cru abbia alzato il «disco rosso» anche su numerose opposizioni dell'Università e, soprattutto, della Curia arcivescovile.
Una volta letto e valutato il decreto di approvazione del Prg, che dovrà essere firmato dall'assessore regionale al Territorio, Bartolo Pellegrino, il Consiglio comunale potrà decidere se controdedurre sull'esito delle singole osservazioni. Il termine è di 30 giorni: lo stesso entro il quale Palazzo Zanca dovrà rispondere alle osservazioni che il Cru ha già annunciato al sindaco, Turi Leonardi. Nel corso della riunione in cui è stata ufficializzata l'approvazione della Variante generale, infatti, il Comitato regionale per l'urbanistica ha comunicato anche che qualche prescrizione ci sarà. «Mi hanno detto che questo è inevitabile nel Piano regolatore di una grande città», ha puntualizzato nei giorni scorsi lo stesso Leonardi.
Piano commerciale, la parola alle associazioni — Un legame profondissimo c'è tra il Prg e il Piano commerciale. Il sindaco ha già annunciato che chiederà al Consiglio comunale di esprimersi al più presto sulla seconda delibera, in modo da inviare rapidamente le carte alla Regione. La 3ª commissione consiliare, dove il provvedimento è arenato da settimane, non sembra comunque viaggiare a vele spiegate. Alla riunione di ieri non si sono presentati i rappresentanti delle associazioni di categoria degli esercenti, invitati al termine della precedente seduta dell'organismo guidato da Antonio Crupi (An).
L'audizione è stata aggiornata a domani mattina. I diretti interessati dovranno esprimersi sul contenuto del Piano commerciale che, tuttavia, secondo il sindaco riporta pedissequamente le previsioni del Prg approvato dal Cru. Non è così, tuttavia, secondo qualche consigliere che ritiene di trovarsi di fronte ad una vera e propria variante al Prg. Proprio su questo punto sembra svilupparsi una contesa sotterranea, che potrebbe ritardare ulteriormente i tempi per l'adozione del provvedimento.
Giuseppe Lo Re

Gli effetti dell'approvazione della Variante generale si ripercuoteranno soprattutto sui piani di bonifica e riqualificazione del territorio
Con il Prg si sblocca il risanamento
Ma per realizzare le opere programmate occorrono più di 1.700 miliardi di lire


Lucio D'Amico

L'ormai certa approvazione del Piano regolatore generale schiude inedite prospettive per la nostra città. Occorre, però, attrezzarsi alle sfide connesse alla gestione e all'attuazione di uno strumento così complesso come può essere il Prg di una delle quattordici più popolose città d'Italia. Uno dei temi cruciali è quello collegato ai piani particolareggiati di risanamento delle aree degradate, che costituiscono parte rilevante delle previsioni generali. Gli ambiti del risanamento, infatti, comprendono una superficie di circa 700 mila metri quadri e gli abitanti interessati sono più di 115 mila. Le zone individuate, come è noto, sono quelle che fanno riferimento all'Annunziata (ambito A), Giostra-Ritiro-Tremonti (B), Camaro-Bisconte (C), Fondo Saccà (D), Fazzi-Fondo Fucile-rione Taormina (E), Santa Lucia-San Filippo (F). Gli sbaraccamenti e le ricostruzioni – la legge 10 del '90 ha previsto originariamente 3 mila 300 alloggi – sono soltanto un aspetto degli interventi complessivi, che prevedono una lunga serie di servizi di quartiere e di strutture di interesse generale (parchi urbani, aree attrezzate a verde, caserme, uffici, impianti sportivi ed altro ancora). È evidente che, per realizzare una simile programmazione, non siano assolutamente sufficienti i 500 miliardi di lire (poco più di 258 milioni di euro) stanziati 12 anni fa dalla Regione siciliana. Somme che non bastano neppure per la sola costruzione degli alloggi popolari. A metà degli anni Novanta si parlava di una spesa complessiva di circa 1700 miliardi (878 milioni di euro) ma adesso le cifre dovrebbero essere di gran lunga superiori, oltre il tetto dei 900 milioni di euro. Oltre mille miliardi di lire servirebbero per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria e per i servizi di tipo territoriale. Si tratta di cifre che potrebbero indurre allo scoraggiamento ma non bisogna dimenticare che il risanamento – inteso nella sua accezione generale – non può e non deve essere a carico solo del Comune e dell'Istituto autonomo case popolari, cioè i due enti deputati all'attuazione della legge 10. Altri soggetti sono pienamente coinvolti (e lo saranno ancor di più con il Prg approvato): dalla Provincia agli enti religiosi, dalle cooperative all'imprenditoria privata. Insomma, con il ritorno della Variante generale e la possibilità di attuare integralmente i piani particolareggiati, si potrebbe compiere quel salto di qualità atteso ed invocato da decenni. E un altro prezioso contributo dovrebbe essere offerto dal nuovo disegno di legge che modifica le norme previste nel '90 e il cui iter è già stato esitato dall'apposita commissione parlamentare regionale. I tempi di approvazione sono slittati al prossimo mese, allorquando dovrebbe andare all'esame dell'Ars la manovra finanziaria. La nuova legge, prevedendo la possibilità di interventi sostitutivi in caso di perduranti inadempienze (il sindaco potrà utilizzare poteri straordinari e, nello stesso tempo, anche il Comune potrebbe essere commissariato), dovrebbe consentire di accelerare notevolmente le procedure. È un delicato gioco ad incastro. Ogni tassello andrà sistemato al posto giusto e, forse, per la prima volta in assoluto, si potrà affrontare in modo organico e coerente uno dei problemi socio-urbanistici che si trascinano da sempre. La Messina “baraccata” risale addirittura al terremoto del 1783, poi lo stato di “precarietà” e di degrado è diventato quasi cultura imperante, dopo il tremendo sisma del 1908 e a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Mantenere, all'interno del proprio tessuto urbano, 68 baraccopoli è una delle vergogne di cui Messina deve liberarsi prima di poter aspirare ad essere una realtà “europea”. Gli strumenti normativi sono importanti ma ancor di più lo sono le volontà politiche, una progettualità di grande respiro, la capacità di ripensare la città e di realizzare nel concreto le opere necessarie.

Il giudizio del presidente dell'Ordine degli architetti Dario La Fauci
«Un importante passo avanti»


«Non possiamo non essere soddisfatti ma la semplice approvazione del Prg non basta, se non si procederà ad una complessiva riforma urbanistica». Il presidente dell'Ordine degli architetti, Dario La Fauci, non si lascia andare ad eccessivi entusiasmi, anche se il ritorno della Variante generale è un atto di fondamentale importanza, per superare la fase di ristagno economico e d'impasse sul piano socio-urbanistico in cui da troppo tempo versa la nostra città. «L'approvazione definitiva di un Piano regolatore – commenta La Fauci – è di per sè un fatto positivo. Passando alla fase attuativa, sarà possibile imprimere una svolta nel settore delle opere pubbliche. Non ci sarà bisogno di procedere con i progetti in variante e i piani esecutivi potranno contribuire a bonificare e a riqualificare ampie porzioni del territorio comunale. L'aspetto riguardante gli ambiti di risanamento è quello forse da sottolineare con maggior forza, proprio perchè finalmente si potrà andare oltre il semplice sbaraccamento. Però la vicenda dei piani esecutivi deve, comunque, far riflettere sulle più generali politiche urbanistiche. Sarebbe assurdo, infatti, che nell'attuazione di quei piani si continuino a seguire le stesse macchinose procedure che hanno interessato la variante al Prg. Vado sottolineando da tempo la necessità di modificare alcune regole, per dare risposte alle esigenze delle città in tempi reali, tenendo conto che lo strumento urbanistico ha, in fondo, una vita breve, inferiore ai vent'anni». La Fauci non sottovaluta gli effetti positivi che la restituzione del Piano regolatore da parte della Regione siciliana potrà avere sulle categorie professionali, sulle opportunità di lavoro per architetti, ingegneri, geometri, geologi o agronomi. «L'importante – aggiunge – è che vengano rispettati i protocolli d'intesa stipulati tra gli enti locali e gli Ordini professionali, evitando che alla fine siano sempre i soliti quattro o cinque “noti” a far la parte del leone nell'affidamento delle progettazioni». Su questi temi l'Ordine degli architetti intende aprire un serrato confronto con la città, invitando per le prossime settimane illustri docenti e urbanisti anche di fama mondiale, proprio per cominciare a riempire di contenuti quella che finora è stata soltanto una “scatola vuota”. Ieri mattina, intanto, a Palermo, è tornato a riunirsi il Comitato regionale dell'urbanistica, presieduto dall'ing. Giuseppe Giacalone. Si è completata la fase riguardante le 711 osservazioni e opposizioni votate dal consiglio comunale e le oltre 500 presentate fuori tempo massimo dai cittadini direttamente all'assessorato regionale al Territorio. La stragrande maggioranza dei ricorsi sarà respinta. Un quadro più chiaro sarà, comunque, possibile nel momento in cui tutti gli atti torneranno all'esame del consiglio comunale, che avrà 30 giorni di tempo per esprimere le proprie controdeduzioni, prima del decreto definitivo da parte del Governo regionale. (l.d.)

verso il rimpasto / Il partito di Nania e Briguglio il più attivo tra assemblea e nomine
Le “grandi manovre” di An
FI non ha fretta. L'Udeur conferma il ruolo nella coalizione


Max Passalacqua

È Alleanza nazionale, in questo momento, il partito più attivo nella Casa delle Libertà. E non solo perché An è attesa domani alle 17 all'Hotel Royal dalla prima assemblea della federazione provinciale, sul (lunghissimo) tema Alleanza nazionale: una risorsa per la coalizione-più forte e più grande An, più forte e più grande il centrodestra , cui parteciperanno tutti i deputati e i quadri dirigenti e durante il quale verrà ufficializzata l'adesione ad An di «numerose personalità della società civile e di numerosi esponenti politici di tutta la provincia»; in prospettiva-rimpasto, infatti, il partito di Nania e Briguglio è impegnato in vere e proprie “grandi manovre” per ampliare la propria rappresentanza nell'esecutivo di Comune e Provincia. A Palazzo Zanca, in particolare, c'è da assegnare un posto in giunta alla componente Destra sociale, che ha come riferimento locale proprio Carmelo Briguglio: la cui scelta cadrà quasi certamente su
Daniele Tranchida , docente alla facoltà di Scienze politiche e destinato con ogni probabilità ai Beni culturali, anziché sul vicepresidente del consiglio comunale,
Silvano Arbuse , per motivi di “equilibri” interni. L'alternativa a Tranchida sarebbe
Massimo Finocchiaro , mentre a Palazzo dei Leoni è in pole position il consigliere provinciale Giorgio Fleres . Il “pezzo grosso” del centrodestra, vale a dire Forza Italia, sembra invece non avere troppa fretta, almeno a sentire il coordinatore provinciale Vincenzo Garofalo: «Le due giunte esistono e funzionano già – spiega il presidente dell'Iacp – dunque non c'è l'urgenza di un “rimpasto”. Piuttosto, stiamo preparando il programma di fine mandato, che coinciderà con alcune nomine mirate soprattutto a “scaricare” alcuni assessori e gli stessi Leonardi e Buzzanca dagli impegni in più. Ad ogni modo, tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio, dopo la modifica allo statuto della Provincia, se ne saprà di più». I due nomi “azzurri” per Palazzo Zanca (il coordinatore cittadino Piero Grasso e il consigliere comunale Elvira Amata ) sembrano confermati, più dubbi quelli per Palazzo dei Leoni. E in una nota diffusa nei giorni scorsi, alcuni esponenti di FI (il delegato al congresso nazionale Gustavo Lampi e i componenti il comitato cittadino Mario D'Arrigo, Salvatore Curtò e Angelo Burrascano) hanno definito il rimpasto «l'inizio di una lunga, asfissiante e deleteria campagna elettorale in vista delle prossime Amministrative. E se non ci fosse stata la proroga di un anno dell'attuale legislatura, si sarebbe tanto discusso di rimpasto? Nella convinzione che, pur essendo organi del partito di maggioranza relativa, non faremo parte della “montagna” che partorirà i “topolini”, in ogni caso sarebbe opportune che tutte le nomine di allargamento della giunta comunale si facciano contestualmente a quelle degli enti di sottogoverno, ma non necessariamente assieme alla giunta provinciale». E gli altri partiti? Il Ccd avrà un posto al Comune per il capogruppo Pippo Terranova , l'Udeur invece ha riunito ieri il Comitato politico reggente, alla presenza del coordinatore regionale Angelo Giorgianni e dell'assessore comunale Pino Cardile. «Nel corso del dibattito – si legge nel comunicato – si è ribadita la volontà di assicurare ancor maggiore sostegno all'azione della giunta Leonardi nello scorcio finale della legislatura, nel corso del quale verranno a compimento tutte le opere inserite nel programma del sindaco, concordato tra tutte le forze della coalizione al momento della candidatura. È stata peraltro auspicata una più incisiva collaborazione tra tutte le forze del centro moderato». Insomma, anche l'Udeur c'è.

21/01/2002

Fonte: la sicilia

Prende corpo l'ipotesi dell'appalto-concorso, giovedì si riunisce il comitato tecnico-amministrativo del prefetto
Approdo a sud: presto il progetto
Intanto continua la protesta del VI Quartiere contro il transito dei Tir

Si lavora sul serio per la realizzazione dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Su disposizione del prefetto Giosuè Marino, i componenti del comitato tecnico-amministrativo, nominato la settimana scorsa, stanno effettuando uno screening dei progetti esistenti. L'attenzione è rivolta agli elaborati commissionati da organismi pubblici e già in possesso degli Enti locali. Scartati in partenza gli studi della «Technital» (che ha lavorato per conto dell'«Amadeus» del cav. Amedeo Matacena senior) e del «Gruppo Franza». Questi progetti, come chiarito dal prefetto, riguardano solo la realizzazione dell'approdo definitivo, non delle prime due invasature d'emergenza per le quali è stato incaricato Giosuè Marino, nominato commissario straordinario dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola. Gli elaborati di «Amadeus» e «Franza», perciò, sono in corsa soltanto per l'aggiudicazione del project financing voluto dal Comune per l'opera finale che ingloberà l'approdo d'emergenza. Giovedì lo staff della Prefettura tornerà a riunirsi: tutti i componenti metteranno sul tavolo i progetti «raccolti». Di certo ci sarà lo studio di massima effettuato nei mesi scorsi dal Genio civile Opere marittime di Palermo su incarico del Governo regionale. L'ipotesi che sta prendendo corpo nelle ultime ore è quella dell'appalto-concorso. Sulla base di un progetto di massima già esistente si potrebbe affidare direttamente ad un unico soggetto la progettazione esecutiva e la realizzazione dell'opera; l'operazione accorcerebbe notevolmente i tempi, anche se sarà ugualmente necessario ottenere tutte le autorizzazioni richieste dalla legge e rese molto più snelle grazie all'ordinanza di Protezione civile con la quale la città è stata commissariata per l'emergenze
Tir: protesta il VI Quartiere – Intanto, il VI Quartiere alza i toni della protesta. Da 6 giorni i componenti del Consiglio chiedono un incontro al sindaco, Turi Leonardi. Motivo delle lamentele è il transito dei camion su via La Farina e sul viale Europa, diretti allo svincolo di Messina centro. «Vogliamo che il primo cittadino – spiega il presidente Agatino Bonarrigo – chiuda lo svincolo nelle ore diurne, bilanciando i disagi causati dal blocco notturno del Boccetta». Oggi, il consiglio del Quartiere tornerà a riunirsi e domani dovrebbe tenersi una conferenza stampa per denunciare altre due problematiche: la mancata pulizia dei torrenti e la carente raccolta della spazzatura.

Fonte: la sicilia

Via Bonino e svincolo di Gazzi: buche killer

Le recenti piogge ed il passaggio dei mezzi pesanti stanno letteralmente «sbriciolando» le strade cittadine.
L'esempio lampante è testimoniato dalle pessime condizioni dell'asfalto in via Bonino (nella foto), dove gli automobilisti sono costretti ad autentici «slalom» per evitare le grosse buche presenti sul selciato. Con molta probabilità, il cedimento in più punti della sede stradale è stato «accelerato» dall'incessante passaggio dei Tir diretti agli svincoli di Gazzi, S. Filippo e Tremestieri. Quando saranno effettuati i necessari interventi?
T. D.

22/02/2002

Fonte: gds

Antimafia Del Turco: "Controllare gli appalti per il Ponte"

"Bisogna assolutamente evitare che migliaia di miliardi possano finire nelle mani della mafia"

Istituire un comitato straordinario sui lavori e gli appalti per i lavori per il ponte sullo stretto di Messina, per evitare infiltrazioni mafiose.
È quanto ha proposto oggi Ottaviano Del Turco intervenendo in commissione antimafia.
«Bisogna accendere i riflettori sui lavori legati al ponte sullo Stretto - ha sottolineato Del Turco - e tenerli accesi 24 ore su 24. Bisogna assolutamente tenere sotto controllo tutto quanto è legato agli appalti per i lavori per il ponte. Bisogna assolutamente evitare che migliaia di miliardi possano finire nelle mani della mafia».
L' ex presidente dell' antimafia ha poi sottolineato che «la criminalità organizzata controlla i canali di arrivo in Europa dall' Afghanistan della droga, e si fa pagare. Bisogna indagare su questo aspetto della rete internazionale delle mafie, e i collegamenti con altre reti come quella di Al Qaeda».

23/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Riserva di capo Peloro Conferenza dei servizi

È in programma per il prossimo 1. febbraio a Palazzo dei Leoni la conferenza dei servizi promossa dalla Provincia, ente gestore, sulla riserva naturale di Capo Peloro. Vi prenderanno parte Comune, Capitaneria di porto, Soprintendenza e Genio Civile opere marittime. Da definire ci sono le specifiche competenze per la gestione dell'area protetta e per affrontare le problematiche legate alla stabulazione dei molluschi. Controllo campi elettromagnetici Domani alle 11,30 nel corso di una conferenza stampa l'assessore alla Sanità Giuseppe Santalco presenterà i risultati della misurazione dei campi elettromagnetici ottenuti nel corso del primo mese di monitoraggio delle due centraline poste nelle scuole Mazzini, elementare e media. Imposta sulla pubblicità La nuova Finanziaria prevede l'esenzione dall'imposta sulla pubblicità per le insegne di attività commerciali o di produzione di beni o servizi che contraddistinguono la sede in cui si svolge l'attività cui si riferiscono e con superficie complessiva fino a 5 metri quadrati. Per informazioni i contribuenti potranno recarsi negli uffici di palazzo Satellite dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17. Il termine ultimo per il rinnovo della pubblicità relativa all'anno in corso, fissato al 31 gennaio, è stato prorogato al 28 febbraio. Inerti e suppellettili non rimossi Da nord a sud è un'unico lamento: non vengono rimossi dalla MessinAmbiente i materiali inerti e le suppellettili depositati (incivilmente) nei pressi dei cassonetti o, comunque, dove capita prima. A denunciarlo è il consigliere del V Quartiere Gaetano Caliò che si riferisce ai rioni Gazzi, Taormina, Aldisio, Fucile e alle vie Oreto e Bonsignore. Il problema, però, è evidente anche, ad esempio, in via Seminario Estivo vicino al viale Giostra, dove si accumulano interi arredi completi o dove proliferano le discariche di inerti proprio ai piedi dei cartelli che impongono il “divieto di scarico rifiuti”.

La politica? Un giro di valzer

Un tempo esistevano ideali e bandiere. Adesso tutto è diverso. Chi si scandalizza più se Totti passa dalla Roma alla Lazio, Ronaldo dall'Inter al Milan o Del Piero dalla Juve al Torino. E se l'assessore comunale di una giunta di centrosinistra fa il salto della quaglia e scopre di essere sempre stato vicino al partito di Fini. O se l'assessore provinciale espulso dalla giunta presieduta da un esponente di An, a distanza di pochi anni si ritrova con lui a braccetto, salutando la propria scelta politica come un naturale “ritorno a casa”. Ogni partito ha l'esigenza di crescere e di catturare nuovi consensi. Chi non lo fa resta ai margini, conta poco o nulla, è destinato a morire. Ma tutto ciò avviene in barba ai principi, indubbiamente ormai “sorpassati”, della coerenza delle idee. Tra le nuove adesioni ad Alleanza nazionale, due sono emblematiche: il passaggio di Franco Riggio, leader carismatico del movimento religioso Rinnovamento nello spirito, ex commissario del Partito popolare, candidato del Ppi alla presidenza della Provincia (correva contro Buzzanca), assessore alla Viabilità nella giunta guidata da Franco Providenti. E quello di Carmelo, detto Melino, Capone, democristiano “doc”, esponente del Cdr-Udeur, sempre vicino alle posizioni del compianto on. Giuseppe D'Andrea, già assessore provinciale, “dimesso” dal presidente Buzzanca quando l'Udeur si schierò col Centrosinistra. La politica è un valzer. Ci vediamo al prossimo giro... (l.d.)

Sindaci, ex amministratori (alcuni provenienti dal Centrosinistra!), consiglieri comunali e provinciali, professionisti e imprenditori
In 268 approdano ad Alleanza nazionale


Marianna Barone

In duecentosessantotto approdano ad An: inizia così la fase due di Alleanza nazionale che culminerà nel prossimo aprile con la celebrazione del congresso nazionale a Bologna. L'ingresso dei nuovi iscritti è stato ufficializzato lunedì pomeriggio all'hotel Royal, nel corso di un'assemblea presieduta da Domenico Nania, presidente provinciale di An e capogruppo al Senato per il partito guidato da Gianfranco Fini, alla presenza degli onorevoli Carmelo Briguglio, Nuccio Carrara e Santi Formica, del senatore Salvatore Ragno e del presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca. Entrano nelle file del partito Mario Chiofalo, già vicepresidente della Provincia, Franco Riggio, ex assessore della giunta Providenti, Melino Capone e Pietro Milone, ex assessori provinciali, Salvatore Piccolo, ex consigliere provinciale, Andrea Carbone, ex consigliere dell'ottavo quartiere, già segretario del Pli giovani, Francesco Carrozza, ex segretario regionale dei giovani di Forza Italia, Sergio Tinaglia, Antonio Musicò, Pinella Mantarro e Giovanni Risitano, consiglieri della quinta, dell'ottava, dell'undicesima e della quattordicesima circoscrizione, nonché Lorenzo Risitano, ex consigliere di quartiere. «Il nostro è un partito aperto – osserva Nania – che vuole incontrare tutti, dalle categorie al mondo della produzione, sino ai soggetti più deboli, per ascoltare ciò che la società civile chiede. Non ha importanza se si proviene da altre esperienze politiche, perché chiunque entra in An rappresenta una risorsa e un investimento». E le «risorse» non finiscono qui. Tra i nuovi arrivano ad Alleanza nazionale anche Massimo Rinaldi, presidente dell'Aci, Rocco Scimone, direttore della sezione architettonica della Soprintendenza, Michelangelo Musarra, delegato regionale e consigliere nazionale dell'Istituto nazionale tributaristi, Cesare Di Vincenzo, presidente regionale della Confagricoltura, Franco Aloi, presidente nazionale dei Frantoiani oleari, Paolo La Ferla, capo dell'Ispettorato del lavoro, Francesco Restuccia, componente del Coreco centrale, Emanuele Aliotta e Pucci Gugliandolo, presidente e vicepresidente del Messina calcio, Pietro Colonna, consulente del ministero dell'Ambiente, Lorenza Mazzeo, presidente del Centro giovanile Unesco siciliano, Paolo Ceraolo, segretario provinciale della Cisal, Santo Crisafi, segretario nazionale Snals Università e Adolfo Porto, presidente provinciale della Fimp. E ancora Giovanni Dugo, Eugenio Capodicasa e Carmelo Correnti, nonché numerosi medici, avvocati, commercianti e imprenditori. «A Messina per An è iniziata una nuova fase politica – spiega il presidente della Federazione provinciale – perché insieme si può costruire una Destra che sappia affrontare i problemi meglio di come lo si fa oggi. Ma non è corretto parlare di un partito più grosso, bensì di un partito più grande». E a «ingrandire» il partito ha pensato anche la Provincia, che ha portato un grande contributo ad Alleanza nazionale in termini di consiglieri e assessori comunali, vicesindaci e sindaci. Passano con An i primi cittadini di Oliveri, Spadafora, Montalbano, Galati Mamertino e Gallodoro, Giovanni Gregorio, Pippo Pappalardo, Giuseppe Tortora, Gaetano Giardinieri e Domenico Lo Turco assieme ai vicesindaci di San Filippo del Mela, Lipari, Leni, Librizzi, Basicò, Castelmola, Sant'Alessio e Forza d'Agrò. Ma An riscuote consensi anche tra consiglieri comunali, assessori, presidenti e vicepresidenti del Consiglio di innumerevoli altri comuni. A Barcellona, dove il sindaco è già un esponente di An, Candeloro Nania, il partito ingloba cinque consiglieri comunali e un assessore, mentre a Milazzo ne guadagna altri tre. Senza neppure considerare gli ex sindaci, gli ex vicesindaci, gli ex assessori e gli ex consiglieri comunali, insieme con gli esponenti del mondo locale che non appartengono alla sfera politica. «S'inaugura una fase di grande crescita di Alleanza nazionale – commenta Briguglio – rivolta a soggetti e aree diverse da quelle che guardavano al nostro partito. Da oggi inizia la competizione leale e costruttiva all'interno della Casa delle libertà, nella quale lavoreremo perché i progetti di An possano avere sempre un maggiore peso».

La Commissione edilizia approva il progetto di S. Filippo Diventa più vicino il trasferimento del mercato della Zir

Natalia La Rosa

La commissione edilizia ha approvato il progetto redatto dagli uffici comunali per la sistemazione a parcheggio dell'area a valle del Palasport, dichiarandolo conforme agli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi e d'igiene. «Adesso – spiega l'assessore all'annona Giuseppe Cardile – si può passare al bando di gara per la realizzazione del parcheggio che prevede anche la destinazione a servizi di quartiere, compreso l'uso per il mercato due volte alla settimana. Occorre anche il parere preventivo dell'Asl, ma in concomitanza può procedere l'iter di redazione del capitolato». Il progetto da 810 milioni prevede la sistemazione di un'area di 9.500 metri quadri con parcheggi a servizio del Palasport e strutture ricreative da assegnare al quartiere. Due mattine la settimana i parcheggi, corredati anche di servizi igienici fissi, saranno destinati ad accogliere 170 venditori ambulanti attualmente ospitati alla Zir. Le somme occorrenti sono ricavate da finanziamenti nazionali per investimenti e sono già state accantonate.
TROMBETTA – Il trasloco di un altro mercato, quello di piazza Trombetta che dovrebbe andare in via S. Cecilia bassa, sta invece attraversando una fase di inspiegabile stasi. «Il progetto è ormai definitivo – sottolinea Cardile – ed è corredato di tutti i pareri positivi. Pronte sono anche le ordinanze viabili e, tra l'altro, ricevo negli ultimi giorni continue richieste da parte di comitati di cittadini che chiedono il perché dei ritardi. La via S. Cecilia bassa è confacente alle esigenze degli operatori e il trasloco è stato concordato con le associazioni. Ci sono però resistenze e il sindaco nell'ottica di una concertazione, ritiene opportuno convocare una quinta riunione alla sua presenza. Lui sicuramente saprà convincere tutti della bontà di questa soluzione che metterà gli operatori in grado di lavorare tranquillamente e consentirà agli utenti di recarsi al mercato in condizioni di maggiore sicurezza. Vi potranno essere ospitati 66 operatori e, così come ha chiesto la Confesercenti, abbiamo sollecitato il presidente della commissione commercio su aree pubbliche a non dimettersi e a rivedere anche le altre pratiche. Speriamo che la commissione si riunisca al più presto, purché ciascuno faccia il proprio compito: cioè le associazioni devono capire che si tratta di una soluzione inevitabile, e noi andremo incontro alle loro esigenze.
GIOSTRA – Quello di Giostra è il mercato nel quale vige una sorta di totale anarchia. Come conferma Cardile, infatti, non è stato ancora attuato uno screening specifico, fatto invece per gli altri mercati, mentre risulta sostanzialmente impossibile infliggere sanzioni a chi abbandona quintali di immondizia in quanto non si è proceduto all'assegnazione di un posto fisso. Ma la situazione, come rimarca l'assessore, si dovrà normalizzare prima che venga aperto lo svincolo. In questo senso, il sindaco nel corso dell'ultima riunione con il consiglio di quartiere ha assicurato che chiederà un progetto stralcio che riguarda solo una parte dell'area di Piano Cardillo, a Giostra, parallela alla via Seminario Estivo, in modo da potervi ospitare 250 operatori con tutte le opere relative al deflusso dei veicoli. Nel triennale delle opere pubbliche è prevista l'accensione di un mutuo da 3,8 miliardi, ormai pochi per coprire i costi complessivi (lievitati a 8 miliardi) ma sufficienti per realizzare uno stralcio limitato alle strutture sportive di quartiere e ai parcheggi, sui quali appunto ospitare il mercato di Giostra per due mattine alla settimana.
CASALINI – Cenno a parte merita poi l'area dell'ex cinema Casalini, dove dovrebbe essere realizzato un mercato fisso nel quale ospitare gli operatori di ponte Zaera. Il progetto proposto dall'Ascom, alla quale la precedente Giunta aveva concesso la disponibilità dell'area, si trova all'esame della commissione edilizia, che però ha chiesto chiarimenti non ancora trasmessi. «Attendiamo adesso l'esito della procedura – evidenzia Cardile – C'è però l'esigenza di liberare in breve l'area di Zaera dove il sovrannumero di operatori rende difficile la sopravvivenza».

Fonte: gds

I parcheggi collegati alla tranvia, da realizzare con Buoni del Comune


Azionisti di parcheggi collegati al tram. E' quanto potrebbero diventare tra qualche mese migliaia di cittadini. L'idea è di emettere boc, buoni ordinari comunali, che renderanno un tasso del 3,80 per cento. L'obiettivo è far pagare direttamente ai cittadini opere pubbliche destinate a produrre utili.
Un modo per aggirare le difficoltà sorte attorno alla costruzione di quattro parcheggi a raso, considerati indispensabili al buon funzionamento della linea tranviaria. Sui progetti infatti sono arrivati da mesi i nullaosta della Regione, c'è una legge già attiva che finanzierà in parte la realizzazione ma manca la capacità finanziaria per contrarre i mutui. Così il Comune intende ricorrere all'azionariato applicando una legge della "finanza innovativa", pallino dell'assessore Cardile. La costruzione dei parcheggi è prioritaria alla stessa tranvia. Chi deciderà di salire sulla tranvia dovrà lasciare l'auto alla periferia della città.
Il mese scorso è arrivata l'ultima autorizzazione attesa dalla ripartizione Viabilità: il via libera rilasciato dall'assessorato regionale ai Trasporti al progetto per la realizzazione del parcheggio Annunziata est: 298 posti auto ed un costo di 744 milioni. Un'area che sorge accanto al baby park anzi che ne ingloba una piccola parte. Una variante ha salvato gli stand ed i giochi ad eccezione della pista dei kart.
Pronti ad essere realizzati altri tre parcheggi dello stesso tipo che hanno già ricevuto il placet della Regione su progetti e piano finanziario. Si tratta delle aree dell'Annunziata Ovest, 200 posti e 600 milioni di costo; piazza Campo delle Vettovaglie, 250 posti 700 milioni; viale Gazzi, 261 posti 750 milioni. Emilio Pintaldi

Smog e tumori, eterna questione


All'iniziativa del presidente della associazione "Tutela della salute dei cittadini" che ha chiesto l'istituzione nel comprensorio di un registro dei tumori e delle malformazioni neonatali per mettere in correlazione i casi registrati con l'inquinamento ed il degrado ambientale e per allontanare il sospetto che sia calato il silenzio sulle problematiche ambientali che interessano il comprensorio milazzese, ha replicato tornando così a far sentire la sua voce, il sindaco del Comune pacese Carmelo Pagano.
"Ribadiamo -afferma il sindaco Pagano- la continuazione della nostra battaglia, pure con l'esposizione a rischi personali, per la difesa vera, e non semplicemente ostentata, dell'ambiente dell'intero circondario".
A conforto di ciò il sindaco di Pace del Mela ricorda l'emanazione di drastici provvedimenti di chiusura di fabbriche nocive, o le imposizioni di rientro per altre fabbriche entro i parametri di emissioni ed immissioni.
E' una battaglia, quella per il risanamento ambientale e la riqualificazione dell'intero comprensorio, che è stata portata avanti quotidianamente dalle istituzioni locali, pur nella solitudine ed il colpevole silenzio degli organi sovracomunali -dichiara Pagano- ricordando l'iniziativa degli onorevoli Domenico Nania e Giuseppe Naro che si sono battuti per l'inserimento nella legge finanziaria di somme destinate alla realizzazione degli interventi auspicati per risanamento e riqualificazione dell'intera area.
"Non possiamo tacere però -riconosce il sindaco con chi avanza il sospetto di silenzi sulle reali problematiche ambientali del comprensorio- che si è voluto fermare un treno che era già partito".
Tutto per una "querelle" su termini e procedure, che il sindaco Pagano sospetta "montata ad arte, col solo fine di non risolvere i problemi, ma lasciandoli sul tavolo per fini di bassa politica o, peggio ancora, di vera e propria speculazione economico-finanziaria".
Pagano quindi spiega che non c'è un silenzio inoperoso, nell'attesa che i provvedimenti presi in sede nazionale possano divenire pienamente esecutivi e dispiegare gli effetti sperati.
"Attendiamo, ma non per molto" - è la netta affermazione del primo cittadino-, che pone l'accento sull'impegno, sinora purtroppo disatteso, delle deputazioni nazionale e regionale che avevano già assicurato la dichiarazione entro il mese di novembre dell'intera area a rischio di crisi ambientale.
Andrea Italiano

Fonte: la sicilia

annunziata e panoramica

Viabilità «rivoluzionata» nei prossimi mesi
La zona compresa tra il viale Annunziata e la Panoramica avrà presto un nuovo piano della viabilità. Il dirigente comunale Mario Pizzino, infatti, ha programmato una razionalizzazione del traffico in quello che è ormai diventato un punto nevralgico. L'accordo sugli interventi da adottare è stato preso ieri durante la conferenza dei servizi convocata da Pizzino, alla presenza del presidente del X Quartiere, Mimmo Bonanno, del comandante della sezione Nord dei Vigili urbani, Mario Bevacqua e di alcuni responsabili dell'Atm. Tra le novità che rivoluzioneranno il sistema viario: il senso unico in direzione sud-nord nella via del Fante, lo spostamento del capolinea del «Velocittà» nella parte alta del torrente Annunziata, la variazione della segnaletica – concordata con la Provincia – nel tratto fra il viale dei Tigli e l'incrocio Panoramica-viale Annunziata, dove saranno aboliti i parcheggi per consentire l'uso dell'intera carreggiata. Sarà installata anche una centralina di nuova generazione, che regolerà i tempi di attesa in base all'intensificazione dei flussi. Le modifiche scatteranno nei prossimi mesi, in coincidenza con l'attivazione del parcheggio a raso all'Annunziata (240 posti auto). Un progetto, quest'ultimo, sul quale il Consiglio della X Circoscrizione ha dichiarato all'unanimità un secco «no», volto alla salvaguardia di villa «Sabin» e del «Baby park».
Luana Campanella

Blitz dei vigili: inflitta una multa e imposto il ripristino dei luoghi
Danneggiato il basolato lavico da un'impresa in via Lepanto

Il centro storico è stato restituito alla città, ma adesso va «strappato» agli incivili. E l'episodio di ieri mattina non fa altro che rafforzare questa convinzione. «Teatro» dell'accaduto è stata la via Lepanto, a due passi dalla statua di Don Giovanni d'Austria, dove il Comune ha di recente provveduto all'attivazione dell'isola pedonale ed all'installazione di mattonelle in pietra bianca di Modica e lastre in basolato lavico. Alcuni esercizi pubblici sono stati anche autorizzati a collocare tavolini all'aperto.
Fin qui nulla di strano: lo sconvolgente sta per arrivare. Gli operai di un'impresa edile, che stanno eseguendo lavori di ristrutturazione all'interno di un edificio privato, hanno deciso d'impastare il cemento sulla nuova pavimentazione artistica, senza neanche ricorrere ad una lastra di plastica che potesse proteggere il basolato. Inevitabili i danni estetici per l'intera zona. Venuti a conoscenza del fatto, ieri mattina sono intervenuti i Vigili urbani, che hanno inflitto una multa di 650 euro al titolare della ditta edile. Imposto anche l'immediato ripristino dello stato dei luoghi: il «restyling» non sarà facilissimo, considerato che si dovrà intervenire con lo scalpello.

24/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Convocata per oggi dal prefetto Marino la riunione del Comitato tecnico
Approdo a sud, si decide sui progetti


Si comincia a fare sul serio. Oggi, durante il vertice convocato dal prefetto Giosuè Marino, il Comitato tecnico-scientifico, insediatosi la scorsa settimana, esaminerà tutti gli aspetti collegati alla progettazione del nuovo approdo di Tremestieri. Si passeranno al setaccio le carte e gli atti fin qui prodotti, a cominciare dagli studi di fattibilità del Genio civile opere marittime di Palermo e del Genio civile di Messina. Si tratta di un passaggio fondamentale per capire cosa sia stato fatto finora nel concreto e per procedere, fin dalla prossima settimana, all'accelerazione dell'iter progettuale. I tempi sono necessariamente stretti e le decisioni che verranno assunte in questi giorni dal prefetto, nella sua qualità di commissario per l'emergenza tir, avranno una fondamentale importanza anche ai fini della seconda fase, quella riguardante le procedure d'appalto.

Piano regolatore / Oggi sarà stilato il documento ufficiale e il Comune avrà 30 giorni per le proprie controdeduzioni
Le prescrizioni del Cru
Urbanistica commerciale: regna ancora l'incertezza


Lucio D'Amico

Si conosceranno oggi le prescrizioni che accompagnano il parere favorevole del Consiglio regionale dell'urbanistica sulla variante generale al Piano regolatore. L'atto ufficiale dovrebbe essere firmato stamane dal presidente del Cru, ing. Giuseppe Giacalone, e trasmesso immediatamente a Palazzo Zanca. Nel momento in cui il documento arriverà al Comune, si avranno 30 giorni di tempo per esprimere le eventuali controdeduzioni. La materia è di competenza del consiglio comunale che, in ogni caso, non potrà accumulare ritardi, visto che il termine è perentorio, scaduto il quale scatterebbe il silenzio-assenso. L'ultima parola, poi, spetta all'assessorato regionale al Territorio e Ambiente che avrà un altro mese per valutare le risposte fornite dal Comune e per emanare il definitivo decreto di approvazione. Secondo una ragionevole previsione, il Prg dovrebbe tornare a Messina entro la fine di marzo. Le indicazioni del Cru riguardano le questioni della protezione civile e della viabilità ma particolare attenzione è rivolta anche ai temi della tutela ambientale e dei beni storico-architettonici. A questo proposito, tra le prescrizioni, spicca quella relativa alla Cittadella di San Raineri, per la quale è previsto un piano particolareggiato che sarà redatto dalla Soprintendenza di Messina. Prosegue, intanto, il confronto sul Piano urbanistico-commerciale. Per domani mattina è prevista un'altra riunione della terza commissione alla presenza dei tecnici del dipartimento. L'amministrazione comunale sembra intenzionata ad apportare un emendamento alla delibera. La richiesta di alcuni consiglieri è quella di evitare qualsiasi modifica alle norme tecniche di attuazione del Prg, a differenza di quanto avverrebbe adesso con la possibilità di prevedere insediamenti a prevalente destinazione commerciale in aree originariamente adibite ad attività produttive. La posta in palio è molto più alta di quello che s'immagina. Modificare le norme tecniche del Prg significa aprire la strada ad alcuni degli interventi che gli stessi uffici comunali hanno inserito nel provvedimento e che riguardano i progetti presentati da alcune società private. Se passasse la proposta di tornare all'antico, dovrebbe essere eliminato dal testo della delibera anche l'elenco delle iniziative riguardanti il settore della grande distribuzione (le proposte “Auchan”, “Tuo”, “Standa”, “Pan Kalon Multi Resort”, “Fratelli Currò”, “Miper”). Dall'altro lato, però, il consiglio comunale, che oggi intende essere rispettoso delle indicazioni date dall'amministrazione («Non si tocchi nulla del Prg fino a quando la Variante non sarà tornata a Messina», ha più volte ribadito il sindaco Leonardi), solo qualche settimana fa è andato in direzione opposta, forzando le tappe per giungere all'approvazione del piano particolareggiato riguardante la “città mercato” prevista nell'area delle cave di sabbia della Panoramica. Le valutazioni di ordine tecnico ed urbanistico si intrecciano con le disposizioni legislative che obbligano l'amministrazione cittadina «ad evitare l'insorgere di sistemi monopolistici, che comprimano la libera concorrenza». In pratica, non si può decidere di affidare una vasta porzione del territorio comunale ad un gruppo imprenditoriale privato perchè venga realizzato un grande insediamento commerciale, senza mettere in eguali condizioni altre società che hanno intenzione investire risorse nello stesso comparto. Tutto, però, sembra muoversi in una logica di caos e di improvvisazione, dove non c'è traccia di un vero indirizzo politico e dove le scelte strategiche appaiono sacrificate a più o meno legittimi interessi di singoli o di gruppi privati. È utile, a questo proposito, citare il caso di Catania. Martedì scorso il sindaco Scapagnini ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, il progetto di una grande “città del commercio”, ubicata nell'area di Ponte Primosole e i cui lavori dovrebbero cominciare già in estate. Non è casuale il fatto che sia stato il primo cittadino del capoluogo etneo a illustrare l'iniziativa, sottolineandone l'importanza soprattutto per la sua «collocazione strategica nei pressi delle più importanti vie di comunicazione, vicina alle altre grandi strutture commerciali». Progetti di tal genere devono essere necessariamente inseriti in una coerente e razionale programmazione socio-urbanistica, fondata su rigorose analisi economiche e di impatto ambientale. Altrimenti si va avanti in ordine sparso, con il rischio di intaccare zone pregiate del territorio e di creare solo false aspettative.

Laghi / Il ripristino dei canali di collegamento con il mare
Primi interventi
Vergognose discariche di materiali da risulta


La Provincia avvia gli interventi per tutelare l'equilibrio dei laghi di Ganzirri e Faro, che da alcuni anni si trovano in una situazione davvero precaria. Comincia per la giunta Buzzanca la gestione della Riserva regionale della “Laguna di Capo Peloro”, affidata a Palazzo dei leoni nella qualità di “ente gestore” con la consulenza del Consiglio scientifico provinciale. Si tratterà in questi primi tempi, visti i problemi accumulatisi nei decenni, di una lotta impari contro gli effetti del degrado e dell'abbandono. Alcuni giorni fa, su richiesta dell'assessore alle Riserve Giuseppe Ruggieri, è stata approvata la delibera che prevede l'acquisto e l'installazione di una nuova «chiusa in acciaio inossidabile, montata su guide scorrevoli, munita di porta metallica e di un parancolo per la chiusura dell'imbocco a mare del canale Catuso». È una riparazione di modesto importo (lavori di appena venticinque milioni, a trattativa privata) ma assolutamente necessaria per mettere i molluschicoltori, che aprono e chiudono le chiuse, in condizione di garantire il regolare scambio di acque mare-lago da cui dipende la vita dei pesci del lago. E oggi, inoltre, o domani al massimo, alcuni cantonieri della Provincia a bordo di “bob-cat”, entreranno nelle acque basse all'imbocco del canale Catuso per rimuovere i grossi detriti precipitati nel canale nel settembre del 2000 a seguito del crollo di un muro di contenimento. La rimozione dei detriti lascia intatta la questione, ovvero i pericoli legati alla parte di muro e terrapieno che non sono crollati e sono ancora pericolanti sul canale. L'amministrazione comunale, che da più di un anno viene sollecitata dalla Capitaneria alla messa in sicurezza, sostiene che l'organo competente sarebbe, invece, il Genio civile delle opere marittime. Ma l'organo tecnico regionale è risultato incompetente: non si tratta di un'opera a difesa del mare. Rimane dunque lo “spettacolo” ben poco edificante che si può ammirare all'inizio della via Circuito: il terrapieno rimasto sospeso sul lago e pronto a crollare. Sull'altra sponda (non solo, dunque, nelle acque) si estende una discarica di detriti, materiali vari e... water, a pezzi e interi, che dimostrano ancora una volta l'inciviltà smisurata di alcuni messinesi. E per non parlare della spiaggia adiacente sempre più una discarica a cielo aperto: troppi i varchi che consentono l'accesso a camion e motocarri e che andrebbero chiusi. (a.t.)

Fonte: la sicilia

Controlli dei vigili al viale Boccetta
Eccesso di velocità
multati 10 camionisti

Oggi vertice sull'approdo a sud

Ancora un giro di vite della Polizia municipale sul viale Boccetta. Ieri mattina sono stati potenziati i controlli per limitare le sempre più frequenti infrazioni da parte dei camionisti. E le verifiche con l'autovelox hanno confermato l'allarme: nella sola mattinata sono stati elevati 10 verbali ai danni di altrettanti conducenti di Tir, accusati di aver superato i limiti di velocità, che nel pericolosissimo viale sono particolarmente rigidi. Qualche verbale è scattato anche per alcuni automobilisti, anche loro «pizzicati» ad una velocità non consentita. Sempre ieri mattina, la Polizia municipale ha eseguito un blitz nella galleria «Vittorio Emanuele», multando decine di giovani scooteristi che aveva posteggiato il loro mezzi a due ruote all'interno della centralissima struttura coperta; uno di loro ha tentato anche la fuga, ma è stato bloccato dai Vigili urbani dopo un breve inseguimento.
Approdo a Tremestieri: oggi si riunisce il comitato — Controlli a parte, l'unico rimedio strutturale per liberare la città dai Tir è l'approdo a Tremestieri. Lo si è detto tante volte, ma questa volta pare si sia imboccata la strada giusta. Nelle prossime ore potrebbero essere ufficializzate importanti novità sull'incarico per la progettazione esecutiva. Ad esprimersi sarà, oggi, il comitato tecnico-amministrativo nominato dal prefetto, Giosuè Marino. Nella riunione, infatti, tutti i componenti dello staff (manca ancora il rappresentante del Tar) depositeranno gli studi di massima di cui sono in possesso: la fase successiva sarà l'individuazione del soggetto incaricato di trasformare gli elaborati in un progetto esecutivo.
G. L. R.

Fonte: gds

Siulp: il traffico caotico annulla la prevenzione

Rosaria Brancato

Ad incidere negativamente sull'allarme rapine dell'ultimo mese è stata anche la drammatica situazione della viabilità. A sottolinearlo è il Siulp, il sindacato dei lavoratori di polizia, che invita gli enti locali ad intervenire per non vanificare i sacrifici delle forze dell'ordine. "Da tempo - dice una nota - gli operatori di polizia lamentano difficoltà nello svolgimento del lavoro. Alle volanti e alle gazzelle dei carabinieri riesce impossibile un tempestivo intervento". Il Siulp spiega come le pattuglie non possano utilizzare le corsie preferenziali, divenute ormai carreggiate di transito per le auto o zone di posteggio per automobilisti indisciplinati. "In un traffico sosì caotico non si può fare prevenzione e non si ha capacità di movimento n‚ tempestività".

25/01/2002

Fonte: gds

Viaggi dei consiglieri non rendicontati
A Palazzo Zanca scoppia il caso politico

Emilio Pintaldi

Scoppia l'ennesimo caso politico a palazzo Zanca. Sotto i riflettori del consigliere dei democratici di sinistra Filippo Tommasini e dell'assessorato al Bilancio le trasferte effettuate a carico di palazzo Zanca dai consiglieri comunali, dagli assessori e dai dirigenti.Si tratta di spese sostenute per recarsi a congressi o a corsi di aggiornamento. Dal '98 ad oggi sono stati impiegati oltre quattrocento milioni, cento dei quali mai rendicontati.
Così l'assessorato al Bilancio e l'ufficio ragioneria hanno messo in mora una decina di amministratori che dovranno consegnare entro trenta giorni le ricevute delle spese realmente effettuate o restituire i soldi stanziati dal Comune. Ad aprire il caso è stato il consigliere dei Ds, Filippo Tommasini diventato per molti colleghi una vera spina nel fianco. Qualche mese fa proprio un'interrogazione del diessino ha fatto nascere una polemica sulle spese telefoniche sostenute da gruppi politici ed amministratori.
L'ex socialista, alcuni mesi fa, insospettito dalle continue assenze di molti colleghi, ha messo le mani sui fascicoli che riguardano le trasferte di consiglieri, assessori, e dirigenti. Nel mirino, viaggi in aereo o vagone letto e soggiorni in stanze di alberghi a cinque stelle per frequentare congressi e corsi.
In molti casi le trasferte riguardano paesi stranieri: si va dalla Germania, alla Francia, alla Spagna, alla lontana Finlandia. Tommasini, nei giorni scorsi, è arrivato al capolinea. Dal '98 ad oggi sono stati spesi quattrocento milioni di lire. "Nessuna irregolarità - si affretta a spiegare - ma un metodo che mi lascia perplesso. In molti casi si tratta di trasferte effettuate da chi riveste un ruolo all'interno delle organizzazioni che ricoprono i Comuni in altri congressi meno importanti. Nessuno poi ha illustrato mai in Consiglio l'attività svolta durante le permanenze all'estero o in località italiane. Personalmente sono andato in trasferta soltanto una volta nel '91 e credo che mi abbiano mandato perch‚ evidentemente chi poteva andare al mio posto aveva già girato tutto il mondo".
Ma sul caso delle trasferte è sceso in campo anche l'assessorato al Bilancio del Comune. L'assessore Pino Cardile ha invitato la Ragioneria a mettere in mora coloro che non hanno mai rendicontato le spese sostenute. Ed una prima lettera ufficiale è già partita. La missiva riguarda chi, dopo aver incassato un'anticipazione dall'economo, dopo aver fatto rientro in città, non si è fatto più vedere. E si parla di spese che riguardano l'attività degli ultimi due anni. Almeno cento milioni in gioco. Adesso hanno trenta giorni di tempo per tirare fuori le ricevute o le fatture altrimenti dovranno mettere mani al portafogli.
Cardile, rintracciato telefonicamente, ammette a denti stretti l'azione di recupero in corso ma non svela l'identità dei consiglieri e degli amministratori colti in fallo: "Posso solo dire - spiega l'assessore della giunta Leonardi - che ho sempre seguito una prassi diversa. Per arrivare a Roma, dove mi trovo per seguire un appuntamento dell'Anci, l'associazione che riunisce i comuni, ho preferito imbarcarmi su un aereo a Catania e non a Reggio, per fare risparmiare circa 250 mila lire al Comune".

Fonte: gazzetta del sud

La città in itinere / Si va avanti con l'approdo a sud ma resta al palo il progetto dell'indispensabile “Strada del mare” fra Tremestieri e il porto
Ritardi incomprensibili
Palacultura: si attende ancora il parere del Genio civile


Lucio D'Amico

La “strada del Mare” è uno dei punti cardine della viabilità prevista dal nuovo Piano regolatore che sta per tornare a Messina, dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale dell'urbanistica. Lo hanno ribadito i componenti del Cru, il sindaco Leonardi, l'architetto Manlio Minutoli e lo staff dei tecnici comunali che hanno lavorato alla rielaborazione della vecchia variante Urbani. Con la previsione della litoranea sud, che collegherà direttamente le aree portuali con il nuovo approdo e con lo svincolo autostradale di Tremestieri, si riempie in qualche modo il vuoto lasciato da quella parte del collettore ad ansa che era uno dei capisaldi del Prg adottato nel '90 e che, in parte, è stato eliminato dal nuovo strumento urbanistico. Solo grazie alla “strada del mare” si potrà realizzare quel sistema di collegamenti diretti tra autostrada e porto che è essenziale per qualunque progetto di sviluppo di una città che vuole trarre ricchezza dal mare e dalla sua straordinaria posizione geografica. Un preambolo lungo ma necessario per sottolineare l'importanza di un'opera che, però, resta a tutt'oggi soltanto una pura indicazione teorica. Sono trascorsi già parecchi mesi, infatti, da quando l'amministrazione ha affidato all'ing. Salvatore Lanzafame, l'incarico di redigere uno progetto preliminare e di calcolare l'investimento complessivo. Il dirigente comunale ha assolto al suo compito, indicando la fattibilità dell'opera, che verrebbe a costare circa 120 miliardi (venti in più rispetto ai 100 previsti in origine). Da quel momento non sembra essersi mossa foglia. La situazione, sul piano finanziario, è ancora tutta da verificare. Esiste un preciso stanziamento da parte del Governo siciliano – 21 miliardi di lire – ed una previsione inserita nella Finanziaria nazionale, grazie ad un emendamento presentato dal senatore messinese Salvatore Ragno. La disponibilità dei 21 miliardi è in dote all'Autorità portuale, rientrando nell'ambito delle opere infrastrutturali connesse allo sviluppo delle attività del porto. Da qui la necessità, evidenziata proprio ieri mattina dall'assessore Gianfranco Scoglio, di stipulare un accordo di programma tra il Comune e l'Authority. Un passaggio tecnico, ma di rilievo anche sul piano politico, che non è stato ancora reso possibile per una serie di ragioni. «Nei prossimi giorni – afferma Scoglio – dovremmo definire l'intesa. Con le risorse già a disposizione si potrà finanziare l'iter progettuale. Abbiamo intenzione di bandire un concorso internazionale, data l'importanza dell'opera. Per la sua realizzazione ovviamente bisognerà reperire i fondi necessari, all'incirca 100 miliardi di lire». Ma bisogna far presto, perchè la “via del Mare”, per molti aspetti, non è meno importante del nuovo approdo, per la cui realizzazione il Governo nazionale ha firmato un'ordinanza di protezione civile e ha nominato un commissario.
PALACULTURA – Un altro dei progetti di cui sembra essersi persa traccia è quello del Palazzo della Cultura. «Attendiamo da mesi il parere del Genio civile – precisa Scoglio –, il nostro compito lo abbiamo fatto, rispondendo alla richiesta di chiarimenti relativi al piano finanziario dell'appalto». Se l'iter tecnico-progettuale è in fase di “stand-by”, sul piano politico-strategico continuano a porsi seri interrogativi sull'effettiva utilità di realizzare un'opera che oggi – a distanza di ben 24 anni dalla redazione del primo progetto – verrebbe a costare 40 miliardi di lire e che si colloca in uno dei punti maggiormente critici per l'organizzazione viaria dell'intero centro urbano: l'angolo tra viale Boccetta e via XXIV Maggio. La storia “maledetta” del Palacultura è ben nota. Il progetto venne redatto nel '78, fu aggiornato nel gennaio '81, poi si decise di procedere a stralci e il primo lotto venne appaltato nel marzo di 21 anni fa all'impresa Garraffo-Barbaro. A quell'epoca il centro di cultura polifunzionale sarebbe costato 2 miliardi 946 milioni di lire. Nel giugno '82 si dispose la prima perizia di variante (l'importo cominciò a salire attestandosi su poco meno di 5 miliardi di lire). Si andò avanti con sempre maggiori difficoltà e nel 1985 l'amministrazione comunale decise di rescindere il contratto con la ditta. A distanza di dieci anni il Comune ci riprovò, consegnando i lavori al gruppo delle imprese Cosimo e Giovanni D'Andrea, per un importo a base d'asta di 15 miliardi. Ma la “maledizione” è proseguita. Per la seconda volta, l'amministrazione comunale è stata costretta a rescindere il contratto a causa della situazione finanziaria della ditta costruttrice (poi fallita). Adesso si tenta nuovamente la strada dell'appalto ma sono in parecchi a ritenere che in quella porzione di territorio cittadino serva più un parcheggio multipiano che non un Palazzo della cultura la cui ubicazione può essere individuata in una zona molto più idonea.

Comitato portuale / Garantirà la sicurezza della navigazione
La centrale dei piloti del porto accanto alla Snav


Alessandro Tumino

Il Comitato portuale si è riunito ieri e ha affrontato un argomento molto importante per la sicurezza della navigazione. Era all'esame la proposta presentata dalla corporazione dei piloti del porto per ottenere l'autorizzazione a installare una “struttura leggera” – un prefabbricato – da adibire a sede della Centrale radio per il servizio di pilotaggio “Vhf”, tra la Capitaneria di porto lato mare e gli approdi e la biglietteria della società Snav. La richiesta ha carattere d'urgenza vista l'entrata in vigore, il 7 gennaio scorso, del decreto ministeriale sul pilotaggio obbligatorio per tutte le navi di stazza superiore alle 500 tonnellate nel porto di Messina e la revoca dell'antica “deroga” di cui godevano i traghetti delle Fs. Per garantire l'assistenza ai comandanti delle navi in transito o in manovra, attraverso il contatto radio in banda “Vhf” con la centrale operativa della Capitaneria, è necessaria, appunto, una stazione radio affidata ai piloti con una vicinanza e una visuale ottimali. Nei casi più gravi, di maltempo o di traffico, la Guardia costiera può e deve far scattare il tempestivo intervento del pilota a bordo. In un primo tempo era stata prospettata, come ubicazione ideale, quella di un intero primo piano di un padiglione della Fiera laddove era stato fatto un apposito sopralluogo. Poi le note vicende giudiziarie riguardanti la concessione delle aree fieristiche di viale della Libertà hanno fatto propendere (per evitare complicazioni) per una collocazione in porto che dovrebbe dare le medesime garanzie. La corporazione dei piloti, dunque, ha proposto al Comitato portuale l'ubicazione nell'area tra la Capitaneria e la Snav, «non adibita a operazioni portuali o al servizio passeggeri» interpellando al contempo il Genio civile delle opere marittime di Palermo, che ha già rilasciato parere favorevole. Il Comitato ha acquisito tutti gli atti ma potrà esprimere il parere favorevole definitivo solo al termine dell'istruttoria che dovrà comprendere i pareri del Comune e della Soprintendenza.
TERZO VETTORE – Si è discusso ieri, in un clima vivace, dell'istanza di concessione, per effettuare il servizio di collegamento marittimo tra Messina e Reggio dal molo Marconi, con relativa biglietteria, presentata dalla società calabrese Ulisse Shipping. L'istanza, dal punto di vista dell'istruttoria, ha già i pareri favorevoli del Genio civile delle opere marittime, della Capitaneria, del Comune, della Dogana, dell'Agenzia del Demanio e della Soprintendenza. È stata sottoposta però al presidente del Comitato, e dell'Autorità portuale, la richiesta di effettuare alcune verifiche documentali in relazione al rispetto delle normative sulla presenza dei requisiti soggettivi. Il Comitato – che fornisce pareri obbligatori ma non vincolanti – si è espresso comunque favorevolmente. Adesso potrebbero essere disposte le richieste verifiche con la soluzione di una “concessione provvisoria” – come proposto dal comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone – in attesa dei riscontri necessari al rilascio di una concessione vera e propria.

Le trasferte sarebbero costate finora circa 400 milioni di lire
Consiglieri “in missione”


Un'indagine amministrativa per fare chiarezza sulle “missioni” dei consiglieri comunali. A chiederlo è il diessino Filippo Tommasini che, ormai da alcuni mesi, sta passando al setaccio tutti gli atti collegati alle trasferte effettuate nel corso degli ultimi anni da parte di molti suoi colleghi. «Premetto che non c'è alcuna intenzione di criminalizzare nessuno – spiega Tommasini –, ci sono consiglieri che hanno importanti ruoli negli organismi nazionali e regionali, come l'Anci o l'Aiccre, e che partecipano regolarmente ai convegni, rendicontando le spese fino all'ultima lira (o euro). Trattandosi, però, di soldi pubblici, i controlli e le verifiche non solo sono opportuni ma diventano necessari». Da un calcolo complessivo, i viaggi dei consiglieri dal '98 ad oggi sono costati più di 400 milioni di lire. Si va da missioni a Parigi, a Bruxelles, a Londra, in Germania o in Finlandia alle frequenti trasferte in Italia (le tappe che ricorrono più spesso sono Roma, Milano, Firenze e Rimini). «Ci sono casi – aggiunge Tommasini –, pochi o molti che siano, dove non esiste alcuna documentazione e per i quali gli stessi uffici hanno chiesto il rendiconto delle spese». I soldi anticipati per le “missioni” vanno giustificati con atti concreti, scontrini fiscali e ricevute dai vari hotel o ristoranti. In caso contrario, la Ragioneria è obbligata a trattenere le somme dalle indennità dovute ai singoli consiglieri. «Sull'argomento – preannunzia Tommasini – presenteremo un'interrogazione al sindaco». Contributi per le coppie La Giunta Buzzanca ha approvato ieri la delibera di copertura finanziaria del bando, che sarà pubblicato a giorni, per l'erogazione dei contributi alle coppie indigenti (d'età compresa tra i 18 e i 45 anni e con un reddito annuo al di sotto dei 18 milioni) che intendano sposarsi o avere un figlio oppure mantenere un anziano disabile non autosufficiente all'interno della famiglia. Le domande di partecipazione e i requisiti d'ammissione saranno valutati da un'apposita commissione. Per quest'obiettivo la Provincia ha previsto, nel bilancio 2001, un fondo di 1 miliardo.

Fonte: la sicilia

l Comune contatta l'Autorità portuale e propone l'intesa su un bando pubblico per il progetto esecutivo dell'arteria
Via del mare, i tempi si stringono
Lo studio di massima prevede la spesa di circa 120 miliardi di lire

Giuseppe Lo Re

Approdo a Tremestieri e via del mare devono andare di pari passo: la strategia dell'Amministrazione comunale per eliminare l'emergenza Tir è stata sviscerata più volte. Adesso, ottenuto il commissariamento per le prime due invasature d'emergenza a sud, bisogna accelerare i ritmi anche sulla strada che dovrà collegare Tremestieri al molo «Norimberga».
Nei giorni scorsi il Comune, tramite l'assessore alle Infrastrutture, Gianfranco Scoglio, ha riallacciato i contatti con l'Autorità portuale. Dagli uffici di via Vittorio Emanuele è arrivato l'impegno ad affrontare la questione nei prossimi giorni. Completato il progetto di massima, il prossimo passaggio è raggiungere un'intesa tra i due Enti per affidare lo studio esecutivo. Gli elaborati esistenti, commissionati da Palazzo Zanca al dirigente Salvatore Lanzafame, prevedono un tracciato per due terzi su impalcati in zona demaniale. Il che implicherà anche la necessità di giungere ad un'intesa con la Capitaneria di porto, per ottenere le relative concessioni.
La spesa prevista dal piano di massima tocca i 120 miliardi di lire. Ma ancora è prematuro quantificare le necessità finanziarie. Al momento sono disponibili i 21 miliardi stanziati dal Governo nazionale e versati nelle casse dell'Authority alla voce «interventi per il collegamento tra l'area portuale e il sistema autostradale». Da questa somma, il Comune proporrà di prelevare circa 2 miliardi, destinati all'espletamento di un bando pubblico per la progettazione esecutiva della via del mare. L'intesa, che sarà proposta nei prossimi giorni, dovrà comunque essere formalizzata tramite un accordo di programma. I tempi, ovviamente, non saranno brevissimi.
Certamente, prima che si cominci a parlare di costruzione della strada saranno disponibili le due invasature d'emergenza a Tremestieri. Il prefetto, Giosuè Marino, ha tempo fino al 31 dicembre per consegnare l'approdo. Oggi tornerà a riunirsi il comitato tecnico insediatosi la scorsa settimana: all'ordine del giorno c'è l'esame dei progetti di massima esistenti e la decisione sull'affidamento dell'incarico per gli studi esecutivi, che potrebbero anche essere assegnati tramite appalto-concorso.
Continuano gli interventi-tampone contro il caos — Aspettando le soluzioni strutturali, si continua a lottare con i problemi quotidiani. Con la registrazione sull'apposito albo, è entrata in vigore l'ordinanza sindacale resa necessaria dalla chiusura al transito dei Tir della via Vittorio Emanuele per consentire l'esecuzione dei lavori del tram. È istituito l'obbligo ai mezzi pesanti, provenienti dagli imbarcaderi delle Fs, d'immettersi in via Campo delle Vettovaglie ed in via La Farina, per raggiungere successivamente gli svincoli di Messina centro, Gazzi, S. Filippo o Tremestieri. Vietato, pertanto, l'ingresso in autostrada da Boccetta: così si eviterà che i mezzi diretti da sud a nord ingolfino il traffico nella zona antistante la Prefettura.
E i sovrappassi? — Infine, ieri si è registrata un'altra importante novità legata all'emergenza traffico. È stata completata la progettazione esecutiva dei sovrappassi pedonali che dovranno sorgere sul viale Boccetta, sul viale Europa e sul viale Gazzi. Le strutture, che avranno ciascuna un costo di oltre mezzo miliardo, sono inserite da anni nel Piano triennale delle Opere pubbliche di Palazzo Zanca. Non saranno certo un toccasana, ma i sovrappassi qualche beneficio lo creeranno.

26/01/2002

Fonte: gds

Barriere, avviati i lavori: Scivoli nei marciapiedi

Dopo le disposizioni comunali in merito al sempre più crescente problema dell'abbattimento delle barriere architettoniche, sono iniziati in città i lavori di riammodernamento, di smantellamento e di riqualificazione di alcuni tratti dei marciapiedi e delle scalinate nelle zone del centro. Appaltati nel settembre dell'anno scorso per circa 2 miliardi di lire, i primi interventi strutturali sono stati avviati lungo un ampio percorso della via Cavour, tutto intorno alla villa Mazzini (nella foto Oskar), e sul marciapiede di largo Seguenza. Anche se con un certo ritardo rispetto alla data di composizione del progetto iniziale che risale al 1992, redatto dagli ingegneri Giuseppe Pernice e Francesco De Domenico, adesso l'ammodernamento delle strutture per portatori di handicap, sta venendo piano piano alla luce. Si tratta di un programma comprendente l'applicazione della legge 13 del 1987 che fa obbligo agli enti locali di acconsentire a chiunque, un adeguato accesso agli uffici pubblici, ai posti di ritrovo, ai percorsi pedonali. Le prime infrastrutture sono già state portate a compimento dai tecnici comunali nelle zone limitrofe al viale Regina Margherita, alla via Tommaso Cannizzaro e fra poco tempo saranno percorribili anche davanti all'ingresso del Tribunale.
Intanto il consigliere dell'Ottavo Quartiere, Gianfranco Subba con una interrogazione rivolta al proprio presidente Roberto Nicolosi, chiede di poter conferire col direttore ai lavori affinch‚ si presti attenzione alla pendenza dei primi scivoli già realizzati vicino al viale Boccetta e alla via Regina Margherita che secondo Subba " non sarebbero conformi con le norme vigenti."

Fonte: gazzetta del sud

L'approdo a sud andrà realizzato con gli studi del Comune
No ai progetti dei privati
Giovedì la prima definizione del preliminare


Max Passalacqua

Prende “ritmo” l'attività del comitato tecnico-amministrativo nominato dal prefetto Giosuè Marino nella sua qualità di commissario delegato dal ministro dell'Interno «per l'attuazione delle opere e degli interventi urgenti finalizzati a fronteggiare l'emergenza della città di Messina in relazione ai gravissimi problemi di traffico determinati dall'attraversamento del centro cittadino da parte dei mezzi pesanti», vale a dire la realizzazione entro il 31 dicembre degli approdi per la cosiddetta “emergenza tir”. Nel corso della riunione che si è protratta fino alla tarda mattinata di ieri al Palazzo del Governo, l'organismo di supporto del commissario ha analizzato dal punto di vista principalmente giuridico la possibilità di acquisire o comunque utilizzare per la realizzazione dei primi due moduli di emergenza dell'approdo a Sud i progetti privati, redatti dalla “Amadeus Spa” di Amedeo Matacena senior e dalle società del gruppo Franza “Tourist” e “Caronte”. «Alla base di questa scelta non c'è stata una valutazione tecnica – spiega il prefetto Marino – ma di ordine esclusivamente giuridico: l'ordinanza di commissariamento, infatti, prevede espressamente che possano essere utilizzati soltanto studi redatti o approvati dalla pubblica amministrazione». In forza di questo “paletto” («l'attribuzione dei poteri commissariali conferisce possibilità molto ampie, ma comunque nel rispetto dell'ordinanza che ne regola le funzioni», spiega il prefetto) sono stati esclusi quelli presentati da soggetti privati con il project financing ed è stato effettuato uno screening degli elaborati redatti dal Comune, sulla base dei quali il Genio civile opere marittime dovrà predisporre il progetto preliminare. «Dopo un primo approfondimento, già nella prossima seduta del comitato, che ho convocato per giovedì – prosegue Marino – si potrà iniziare a definire l'impianto di questo progetto preliminare, cercando di fare il più presto possibile dal momento che una parte del lavoro, magari incompleta, era già stata fatta e che oggi (ieri, ndr ) si è scelta definitivamente una strada, vale a dire l'utilizzo esclusivo degli strumenti e della progettazione già in possesso della pubblica amministrazione nella redazione dello studio preliminare e, successivamente, del progetto esecutivo per i primi due moduli dell'approdo da parte del Genio civile opere marittime». L'opera, finanziata dalla Regione con 41 miliardi nel quadro dell'accordo di programma sottoscritto nei mesi scorsi a Palermo, prevede l'ubicazione a Tremestieri, alla foce del torrente Larderia, dei primi due moduli dell'approdo nel quale, attraverso un collegamento autostradale che eviti qualunque interferenza con la viabilità cittadina e in particolar modo con la Statale 114, dovranno imbarcarsi tutti i mezzi pesanti in attraversamento dello Stretto. A questo fine, l'ordinanza firmata il 21 dicembre dal ministro dell'Interno con delega alla Protezione civile, Claudio Scajola, contempla la possibilità di accelerare notevolmente l'iter della realizzazione andando in deroga a numerose normative per l'acquisizione dei pareri, compresi quelli riguardanti la valutazione di impatto ambientale. Compito del comitato tecnico-amministrativo (composto da rappresentanti di Comune, Anas, ministero delle Infrastrutture e trasporti, assessorati regionali Lavori pubblici, Territorio e ambiente e Beni culturali per la parte tecnica, Tar e Avvocatura dello Stato per quella giuridica) è appunto di assistere e coadiuvare il prefetto in tutte le fasi dell'iter per la progettazione e l'appalto dell'infrastruttura.

Fonte: la sicilia

Approdo a sud: affidati gli incarichi per redigere il progetto preliminare

Saranno il Genio civile Opere marittime per le strutture a mare e il Genio civile di Palermo per quelle a terra ad elaborare la progettazione preliminare dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. La decisione è stata presa ieri dal comitato tecnico-amministrativo presieduto dal prefetto, Giosuè Marino. Nel corso del vertice sono stati esaminati i progetti esistenti e approvati da Amministrazioni pubbliche. Scartati, per motivi giuridici, gli elaborati del «Gruppo Franza» e dell'«Amadeus», che restano comunque in competizione per la costruzione della struttura definitiva voluta dal Comune e che, in futuro, ingloberà l'approdo d'emergenza. Sulla base di un vecchio studio del Comune, supportato anche da perizie, si darà corpo alla progettazione preliminare; a mare dovranno sorgere due invasature, a terra va creato il tunnel di collegamento fra l'attracco e la tangenziale, all'altezza dello svincolo di Tremestieri. La prossima settimana, i due uffici incaricati dovranno illustrare i primi risultati. «Non si tratta ancora di una fase decisiva - ha puntualizzato il prefetto - ma giovedì prossimo avremo una prima stesura del progetto per le due invasature d'emergenza».

27/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

La concessione alla Compagnia del mare
Fiera, udienza al Tar


Si è celebrata davanti al Tar di Catania la prima udienza del processo amministrativo riguardante la concessione delle aree della Fiera rilasciata lo scorso 3 agosto dall'Autorità portuale alla Compagnia del mare. Il procedimento è derivato dalla richiesta di sospensiva presentata dalla società Iniziative immobiliari srl di Caltanissetta contro la delibera dell'Authority, che, secondo i ricorrenti, sarebbe stata viziata da illegittimità per varie ragioni, tra cui la mancata pubblicazione del procedimento. Davanti al Tar (presidente Vitellio) si sono susseguiti gli interventi dei tre legali: il prof. Antonio Saitta, per conto della società nissena; il prof. Mario Caldarera, per il concessionario, avv. Gaetano Mobilia; l'avv. Vittorio Maiorana, per conto dell'Avvocatura dello Stato. Il prof. Saitta ha riassunto le contestazioni mosse all'Authority: la presunta “illegittimità totale” per la mancata pubblicazione del procedimento per l'assegnazione della concessione con riferimento a una norma del Codice della navigazione relativa alle aree demaniali di particolare importanza; le spese di manutenzione straordinaria che sarebbero state impegnate sul bilancio dell'Autorità portuale e non del nuovo concessionario; i tempi di rilascio e poi di sospensione della concessione; il parere improntato a perplessità che fu spedito al Comitato portuale dal comandante del porto Carmelo Maccarone con riferimento a un rapporto poco convincente tra il progetto, considerato ancora generico, e gli obiettivi del piano regolatore portuale. Il prof. Caldarera, all'opposto, si è soffermato sulla richiesta, definita “assolutamente generica” della società ricorrente poiché – oltre a essere inoltrata con fax – non avrebbe indicato l'oggetto né il termine; la stipula non d'una nuova concessione ma di un subingresso tra il concessionario e il Comune, attraverso l'assunzione, da parte della Compagnia del mare, dei medesimi obblighi dell'Ente pubblico a garanzia del mantenimento della Fiera come riconosciuto da tre commissari regionali, sulla base peraltro di un progetto pubblicizzato e finalizzato a garantire la più ampia fruizione delle aree ai cittadini; l'insussistenza dell'obbligo di pubblicazione prevedendosi una durata quadriennale del rapporto senza, peraltro, costruzione di immobili. Anche l'avvocato dello Stato, Maiorana, ha affermato l'interesse pubblico perseguito dall'Authority. La pronuncia a giorni. (a.t.)

28/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Lombardia, dal 2005 "rivoluzione ecologica"

Rivoluzione ambientale in Lombardia: per combattere lo smog, dal gennaio 2005 si potranno acquistare solo auto ecologiche. La concentrazione di pm10 in alcune zone è intanto tornata sui livelli della soglia di allarme, e sono stati prorogati i blocchi del traffico in alcune citta'. A piedi anche l'Emilia Romagna. Strade quasi deserte, attraversate solo da autobus e taxi. La gran parte dei bolognesi nella prima giornata di blocco totale del traffico (ieri nelle fasce orarie dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19) decretato in molte altre citta' dell'Emilia Romagna, hanno accettato il divieto deciso per abbassare il livello degli inquinanti e la concentrazione di polveri fini, ma non sono stati pochi gli ''abusivi'' incappati nei controlli. Alla fine della mattinata erano 144 gli automobilisti beccati dalle 19 pattuglie schierate dal Comune, che hanno dovuto pagare una multa da 50 euro.

29/01/2002

Fonte: gds

Inquinamento atmosferico, il Comune fornisce dati inaffidabili al ministero

Emilio Pintaldi 

"Mentre in tutt'Italia sindaci ed amministratori regionali corrono ai ripari sull'emergenza smog, Palazzo Zanca invia al ministero dell'Ambiente dati insufficienti che non bastano a stabilire quali pericoli corrano i nostri polmoni". A pensarla così è il portavoce del comitato "La nostra città" Saro Visicaro che ha deciso di ingaggiare l'ennesima battaglia. Vista l'assenza della città dalle statistiche del pericolo in riferimento allo smog, ha scritto al ministero dell'Ambiente chiedendo lumi.
La risposta è arrivata per posta elettronica dall'ingegnere Lucio Confessore del servizio inquinamento atmosferico del ministero. I dati trasmessi da palazzo Zanca sono insufficienti, tengono conto soltanto di alcuni valori. I tecnici si servono di appena due centraline che non possono coprire a tempo pieno l'intera città. Un quadro per Visicaro inattendibile per verificare la pericolosità dell'aria in città.
La caselle che dovrebbero marcare le concentrazioni di inquinanti in tre delle cinque zone campione, sono vuote. Restano scoperti praticamente tre punti di osservazione: Minissale, Villa Dante e l'area dell'istituto Jaci. La media di concentrazione di benzene tra gennaio ed agosto del 2000 non è stata inviata.
"Ma allora che tipo di aria respiriamo?", si chiede Visicaro. Ieri il leader del comitato così ha postro il quesito all'assessore comunale all'Ambiente Giuseppe Santalco. Nella nota viene chiesto quale metodo venga usato nel rilevamento delle polveri fini (quelle prodotte dai motori alimentati a gasolio); il numero delle centraline operanti sul territorio; il tipo di inquinanti presi in considerazione; il contenuto del programma predisposto dall'amministrazione per l'abbattimento dell'inquinamento atmosferico, i dati rilevati nel 2001; ed il nome dei funzionari responsabili dell'eventuale attivazione dei provvedimenti di emergenza previsti nel caso in cui venissero superati i livelli di emergenza.
Lapidaria la risposta di Santalco interpellato telefonicamente: "La competenza sui rilevamenti atmosferici non è nostra. I dati ci vengono forniti dalla Provincia. Dovrebbe entrare in gioco anche l'agenzia regionale per l'ambiente ma non è stata mai attivata. Quanto al programma di emergenza è stato varato ed a disposizione di tutti".

Fonte: la sicilia

Strade groviera

Cominciati i «rattoppi» in via La Farina
Sono iniziati ieri mattina i lavori per l'eliminazione delle buche nelle strade. L'impresa chiamata in causa dal Comune ha iniziato gli interventi in via Bonino e in via La Farina, dove si è creato un paesaggio da crateri lunari. In prima battuta, gli operai stanno lavorando per eliminare la falla all'incrocio con via Salandra, rimasta pericolosamente intatta per oltre dieci giorni.

30/01/2002

Fonte: la sicilia

Il sindaco convoca l'amministratore delegato e chiede lumi sul sistema di smaltimento della spazzatura a Bellolampo
MessinAmbiente a rapporto
Prende forma il nuovo CdA, un posto al Ccd forse per Enzo La Rosa

Emergenza rifiuti: Palazzo Zanca «bacchetta» i vertici di MessinAmbiente. Il sindaco, Salvatore Leonardi, ha incontrato ieri l'amministratore delegato della società mista per la Nu, Antonio Conti, per verificare lo stato attuale della situazione, che è caratterizzata da notevoli disagi logistici per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e dalle continue proteste e lamentele degli abitanti. Nel corso del vertice, allo stesso tempo, è stata sollecitata una soluzione-tampone per ridurre i disagi al minimo. L'amministratore delegato di MessinAmbiente, Antonio Conti, ha confermare che al più presto l'emergenza dovrebbe rientrare. Intanto ieri sera, il consigliere comunale del Ppi, Gaetano Isaja, ha chiesto un dibattito in aula sull'emergenza e sollecitato la riattivazione di Portella Arena.
In attesa di Mazzarrà— Passerà comunque ancora qualche giorno e sarà riattivato il sito di Mazzarrà. Al momento, le difficoltà sono enormi: i mezzi di MessinAmbiente possono compiere appena un viaggio al giorno. Per la discarica di Bellolampo (Pa) ai mezzi che provengono dalla città peloritana, poi, non rimane che il pomeriggio, poiché, di notte, l'impianto viene utilizzato dai camion di Palermo, mentre di mattina vi accedono gli altri utilizzatori. I cinque articolati con sei motrici di autotreno possono compiere soltanto un viaggio al giorno, perché per percorrere, fra andata e ritorno, circa 550 km e scaricare i rifiuti occorrono 18 ore circa. Inoltre, Antonio Conti ha sottolineato che la quantità massima di rifiuti trasportati con un viaggio è di 230 tonnellate, a dispetto delle 350 che vengono prodotte quotidianamente.
Molti chili d'immondizia non raccolti — In pratica, 120 tonnellate di rifiuti resterebbero per strada. A discapito soprattutto dei quartieri di periferia, dove i mucchi di spazzatura sono già in bella mostra. Inoltre va considerato che il conferimento nel sito di Bellolampo costa 240 lire al chilo per i Comuni extrapalermitani. Un aggravio di spesa che verrà, prima o poi, a pesare sulle tasche dei cittadini messinesi.
Presto il nuovo CdA di MessinAmbiente — Intanto la società mista resta senza «testa». Il sindaco non ha ancora nominato il nuovo presidente (dopo l'elezione all'Ars di Santi Formica) e due componenti del Consiglio d'Amministrazione. I giochi, comunque, sarebbero quasi fatti. Scontata l'assegnazione della presidenza a Sergio La Cava (An), nelle ultime ore è giunta a Leonardi una designazione unitaria del Ccd: il posto nel CdA «toccherà» ad Enzo La Rosa, ex sindaco di Villafranca.
M. I.

Opere pubbliche: venerdì full immersion di Leonardi

Quella di venerdì sarà una giornata dedicata alle riunioni, a tamburo battente, sulle grandi opere pubbliche. A convocare una sorta di full immersion è stato il sindaco, Turi Leonardi, che vuole fare il punto sull'iter di tutti i principali lavori in corso. Prima di tutto, Leonardi vuole verificare lo stato di avanzamento degli interventi della «Gepco-Salc», l'impresa genovese impegnata sia nella realizzazione della tramvia sia nella costruzione dei primi due lotti degli svincoli di Giostra e dell'Annunziata. Nel primo caso, il Comune ha già manifestato una posizione di durezza: entro il 7 febbraio tutti i cantieri dovranno essere chiusi, altrimenti saranno inflitte una serie di penali per ogni giorno di ritardo. Per quanto riguarda invece gli svincoli, bisogna ancora smussare gli angoli dell'accordo sul primo lotto, a seguito dell'approvazione della perizia di variante da parte del Genio civile.
Sotto i riflettori, sempre venerdì, ci sarà anche lo stadio di S. Filippo. Pure su questa mega-opera il Comune sta manifestando massimo impegno: l'obiettivo è consentire al Fc Messina di giocare il prossimo campionato di calcio all'interno del nuovo impianto da 40mila posti. Infine, nell'agenda del sindaco c'è il palacultura, sul cui progetto si aspettano notizie dal Genio civile.
Oggi, nel frattempo, Leonardi incontrerà i capigruppo di maggioranza sul piano commerciale. L'attuale stato d'impasse, a quanto pare, deriverebbe dalla volontà, espressa dai capigruppo di maggioranza, di sentire tutte le parti sociali interessate prima di procedere alla votazione della delibera. Il sindaco, da parte sua, ha già sollecitato il piano, che di fatto sbloccherebbe l'iter del Prg.

Fonte: gazzetta del sud

Torna l'ipotesi di usare “a tempo” anche l'inceneritore di S. Raineri

L'inceneritore di S. Raineri  potrebbe tornare in funzione. L'impianto, chiuso da anni, sequestrato per un certo periodo dall'autorità giudiziaria, al centro di mille polemiche e interventi, in questo momento di assoluta emergenza sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, secondo l'Amministrazione potrebbe, almeno per un arco di tempo limitato, rappresentare l'unica possibilità per fronteggiare una situazione che di giorno in giorno assume contorni quasi drammatici, sia per i risvolti di carattere igienico-sanitario, sia per i costi esorbitanti e insopportabili per le casse del Comune. Il sindaco Salvatore Leonardi incontrerà stamane il sovrintendente Gianfilippo Villari, a cui chiederà il “via libera”. L'inceneritore, infatti, sorge su una «area di rispetto», adiacente a una zona sottoposta a vincolo da parte della Sovrintendenza; ma anche su terreno demaniale marittimo, tant'è vero che l'ultima parola sull'attivazione dell'impianto spetta all'assessorato regionale al Territorio e ambiente. La ripresa dell'attività a S. Raineri, dove negli anni scorsi sono stati eseguiti i lavori per la messa in funzione della seconda linea, costati oltre un miliardo e mezzo, consentirebbe al Comune di smaltire circa 150 tonnellate di rifiuti al giorno che, sommate a quelle che è in grado di distruggere l'impianto di Pace (circa 100 tonnellate al giorno che potrebbero diventare molte di più se solo si potenziasse l'impianto) farebbe finalmente tirare un sospiro di sollievo al Comune, che in questo caso avrebbe “soltanto” il problema di trovare collocazione ad altre 100 tonnellate di spazzatura al giorno. Ma non tutto è così semplice. Il sindaco Leonardi col sovrintendente dovrà impegnarsi a demolire definitivamente, in ogni caso non oltre due anni, l'inceneritore di S. Raineri. Non solo. La cifra che verrebbe risparmiata per il conferimento fuori città dei rifiuti (che non è poca cosa, visti i costi di questi mesi), la Sovrintendenza vorrebbe che fosse investita dall'Amministrazione di Palazzo Zanca per il recupero della zona falcata. Una sorta di impegno scritto, non solo un “patto tra gentiluomini”. Ma dopo Leonardi dovrà convincere anche l'assessore regionale, che dovrà firmare il decreto per l'autorizzazione. Un percorso che s'annuncia tutto in salita. (g.m.)

Il progetto di restauro della Real Cittadella prevede anche un particolare sistema di illuminazione che renda visibile l'antica planimetria
Una stella di luce “indicherà” la porta della Sicilia
Forte SS. Salvatore e cripta del Duomo gli altri auspicabili interventi del 2002


Graziella Mastronardo


La planimetria della Real Cittadella, che pubblichiamo accanto a sinistra, è già diventata il nuovo logo della Sovrintendenza. A dimostrazione di quanto, a tutti i livelli, l'Ente si stia impegnando su questo progetto, per il quale è disponibile, con i fondi di Agenda 2000, un finanziamento di 22 miliardi di lire. Il nuovo sovrintendente, Gianfilippo Villari, ha costituito un gruppo di lavoro, che egli stesso coordina assieme al direttore della sezione storico-architettonica, Rocco Scimone, e del quale fanno parte gli architetti Antonino Rotella (responsabile del procedimento), Lidia Signorino, Giovanni Anastasio, Orazio Micali e la dott. Caterina Di Giacomo, coadiuvati dall'assistente Vincenzo Reale. Il progetto, che sarà esecutivo tra due mesi, è stato denominato Starlight e il dott. Villari vuole tradurlo con una luce per la stella . Perché di questo si tratta. «La motivazione iniziale del finanzimento – spiega il sovrintendente – si riferisce al consolidamento e al restauro di una delle torri della Real Cittadella con la creazione di un centro di documentazione per le arti visive, unico in Sicilia. Il nostro programma è molto più ambizioso, perché con lo stesso finanziamento vogliamo riportare alla luce, riscoprendola, tutta la Real Cittadella, attraverso un sistema di illuminazione laser che riproponga l'antica planimetria e i volumi originari. Così il viaggiatore che arriva di notte a Messina ritrova come primo impatto questa grande stella di luce che diventa la porta d'ingresso per la Sicilia. E tutto ciò senza turbare minimamente gli insediamenti esistenti, le attività in corso o le trasformazioni avvenute. A noi intanto basterà che quel segno di luce – si trovi sopra l'asfalto o su un palazzo o in qualsiasi altro luogo – ci ricordi che lì vi è un angolo, un muro, una pertinenza della Real Cittadella». Tutto questo per cominciare, perché «appropriarsi di qualcosa significa farlo subito, non fra 30 anni». E poiché il recupero di tutto il monumento sarà lungo e laborioso, intanto è essenziale «che la comunità ritrovi la propria memoria scomparsa, che diventerà uno stimolo per il successivo lavoro di restauro». Nelle prescrizioni del Cru alla variante al Prg, in linea di massima verrà individuata tutta la zona falcata come meritevole dell'attenzione di un piano particolareggiato. «Non importa – afferma il dott. Villari – quale sarà il soggetto deputato a elaborarlo. Sicuramente la Sovrintendenza si confronterà con il Comune, l'Autorità portuale e tutti gli enti interessati per trovare insieme soluzioni possibili al fine di recuperare questa zona degradata, senza tuttavia ostacolarne lo sviluppo imprenditoriale, con un programma a vari canali e cercando di stabilire tempi precisi per ottenere risultati certi, anche a costo di essere più disponibili nei confronti di scelte a prima vista traumatiche». Il riferimento è al “via libera” che il dott. Villari darà stamane al sindaco per l'attivazione dell'inceneritore di S. Raineri, il cui funzionamento non impedirebbe comunque l'attuazione di Starlight , che a giudizio del sovrintendente potrà andare in gara entro l'anno. E questo praticamente è quasi tutto per il 2002. All'assessorato regionale sono giunte troppe richieste rispetto alle disponibilità finanziarie, così l'unico progetto su cui certamente si riuscirà a intervenire è quello del complesso dei SS. Pietro e Paolo d'Agrò di Casalvecchio (un miliardo). Peccato, perché il completamento del restauro di Forte SS. Salvatore (5 miliardi) è già esecutivo e significherebbe proseguire sulla via del recupero della zona falcata. Sono compresi nell'elenco delle opere che dovranno attendere anche Villa De Pasquale (11 miliardi), il complesso di S. Maria di Mili S. Pietro (13 miliardi), il monastero di S. Filippo di Fragalà a Frazzanò (5 miliardi), Palazzo Ciampoli e Villa Caronia a Taormina (5 miliardi e 900 milioni): tutti progetti di massima. Non è escluso, invece, che il recupero e la rifunzionalizzazione della cripta del Duomo sia eseguito con fondi della stessa Sovrintendenza.

La conferenza dell'arch. Rocco Scimone all'incontro organizzato dal Kiwanis Messina Centro
I diversi “fronti” del recupero architettonico


Domenico Donato

Complesso monastico di Mili S. Pietro, cripta del Duomo, Real Cittadella, convento S. Filippo di Fragalà a Frazzanò. Sono soltanto alcune delle opere destinate all'intervento di recupero coordinato dalla Soprintendenza. Si tratta, indubbiamente, di un capitolo importante del futuro della città e della sua provincia reso possibile, fondamentalmente, grazie ai finanziamenti europei di Agenda 2000. Se ne è parlato al Royal Palace hotel, su iniziativa del Kiwanis club Messina centro. L'incontro è stato introdotto dal dott. Nicola Donato, presidente del club service, che ha illustrato i motivi e i contenuti dell'interessante iniziativa «che si inserisce in un percorso di attenzione alle questioni del territorio e dell'ambiente da tempo avviato dal Kiwanis Messina centro, anche con il fine di sensibilizzare e stimolare i soggetti istituzionali interessati». L'architetto Rocco Scimone, direttore della sezione paesistica architettonica e urbanistica della Soprintendenza, ha delineato, con l'ausilio di una ottantina di diapositive, le due tipologie di intervento attualmente in programma. La prima riguarda azioni di recupero la cui titolarità risale direttamente alla Regione, e in particolare all'assessorato ai Beni culturali e ambientali. «Si tratta, fra l'altro, – ha detto Scimone – del Forte S. Salvatore, del complesso monastico di Mili S. Pietro, della Villa De Pasquale; l'iter procedurale per questi interventi partirà entro il 2002». Successivamente, sono previsti «la rifunzionalizzazione della cripta del Duomo, ulteriori specifici interventi di architettura e artistici nella chiesa dei Catalani, il recupero della Real Cittadella, intervento, quest'ultimo, di particolare rilievo. In provincia gli interventi riguarderanno, in particolare, il convento S. Filippo di Fragalà a Frazzanò, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Casalvecchio, il circuito basiliano, il Palazzo Ciampoli a Taormina». La seconda tipologia di interventi sarà a «regia regionale con l'alta sorveglianza della Soprintendenza: si tratta del cosiddetto circuito ecclesiastico e riguarderà, in particolare, le chiese madri dei Comuni della nostra provincia». Ma il recupero ambientale si svilupperà, ovviamente, anche in sede di attuazione della variante generale al Prg, finalmente avviata alla definitiva approvazione. L'arch. Scimone si è soffermato, inoltre, sul recupero del cimitero monumentale, già oggetto di vincolo architettonico, etnoantropologico e artistico. «La Soprintendenza propone al Comune l'inserimento della parte vincolata nel circuito museale previsto dal Por 2000-2006». La Soprintendenza, inoltre, ha detto Scimone, sta «preparando gli atti per sottoporre a vincolo paesaggistico, naturalistico e architettonico la zona della Fiera dove vi sono alcuni edifici degli anni '50 ed essenze arboree di particolare rilievo». Scimone ha voluto sottolineare come occorrerebbe vedere nel vincolo «una opportunità per il recupero del bene, finalizzato alla fruibilità del bene stesso: in questa logica particolare importanza assume anche la gestione dei beni restaurati».

31/01/2002

Fonte: gazzetta del sud

Il rapporto annuale sulla qualità dell'aria a Messina
«I dati 2001 vanno resi noti»
Richieste di Legambiente e “La nostra città”


«Perchè a Messina siamo costretti a conoscere i dati sulla qualità dell'aria dopo un anno e solo su eventuale richiesta da parte di qualche cittadino o associazione?». A porre l'interrogativo è Legambiente che, in una nota al sindaco e all'assessorato provinciale al Territorio, chiede che vango resi pubblici i dati sulla qualità dell'aria relativi al 2001. «L'emergenza smog rilevata dalle reti di monitoraggio in varie città italiane – sottolinea Legambiente – ha portato all'applicazione di stringenti misure antitraffico. I cittadini sono stati tempestivamente informati grazie ad un sistema in grado di trasmettere anche in tempo reale i dati rilevati. Ed è ciò che viene stabilito dalla normativa in vigore e dalle direttive europee in tema di qualità dell'aria. A Milano – continua il presidente Daniele Ialacqua – viene prodotto un bollettino giornaliero sulla qualità dell'aria della provincia che rappresenta graficamente la situazione dell'inquinamento atmosferico, attraverso una sorta di termometro colorato: una lancetta si sposta dal verde al giallo o al rosso a seconda delle condizioni dell'aria. Alcune città, come Firenze, offrono la possibilità di ricevere quotidianamente via e-mail un bollettino che addirittura spiega quali siano le misure da adottare quando si superano i valori soglia di inquinamento. Altre città, come Ferrara e Reggio Emilia, visualizzano i dati in pannelli informativi dislocati in città. Certo, le condizioni meteoclimatiche messinesi non sono uguali a quelle di molte altre città italiane oggi in emergenza smog ma, vista la mole del traffico, il contributo che Messina fornisce all'inquinamento atmosferico generale non è secondario. Le preoccupazioni che i limiti di legge vengano superati anche a Messina, del resto, sussitono, come dimostrano i dati fornitici dalla Provincia. Le cinque centraline che si dichiarano attive in città, infatti, non hanno rilevato dati significativi per il 2000 tranne che nelle postazioni dislocate all'Archimede e alla Caronte dove si sono registrati preoccupanti dati relativi al PM10, inquinante altamente pericoloso per la salute umana in quanto cancerogeno. Si dichiarano, infatti, 31 superamenti della concentrazione media giornaliera di 50 microgrammi/mc all'Archimede e ben 44 alla Caronte. È importante che i messinesi siano costantemente informati non soltanto a questo punto sui dati sulla qualità dell'aria ma anche su quanto gli organi competenti fanno per adeguarsi alla normativa». Per queste ragioni, Legambiente chiede di conoscere i dati del rapporto annuale relativo al 2001, visto che oggi stesso scade il termine per la presentazione relativo ai comuni con più di 150 mila abitanti». Sull'argomento è intervenuto anche il comitato “La nostra città” che reclama una serie di informazioni e di chiarimenti: «Vogliamo conoscere – afferma Saro Visicaro – il metodo utilizzato nel rilevamento dei valori delle “polveri fini” (PM10); il numero delle centraline operanti nel territorio urbano; il rapporto sulla qualità dell'aria presentato al ministero dell'Ambiente entro il 31 gennaio 2001; il programma predisposto dall'amministrazione per l'abbattimento dell'inquinamento atmosferico; i dati relativi al 2001 che faranno parte del Rapporto da presentare entro il 31 gennaio 2002; i funzionari comunali responsabili di attivare i provvedimenti di emergenza».

Riattivazione dell'inceneritore di S. Raineri
Consenso condizionato


Ci sono precise condizioni perché sia consentito al Comune di riattivare l'inceneritore di S. Raineri, al centro dell'incontro tenutosi ieri fra il sindaco e il Soprintendente Gianfilippo Villari. «Non è la Soprintendenza – rimarca il dott. Villari – l'organo che deve dare l'assenso alla riapertura dell'inceneritore, ma sono altri quelli che devono occuparsi dei profili sanitari e di sicurezza. A noi compete solo l'aspetto della tutela ambientale e dei monumenti e in questo senso non abbiamo posto alcun veto purché, però, siano rispettate alcune condizioni». Il sindaco, infatti, qualora venga riaperto l'impianto, si è impegnato ad utilizzarlo per non più di un anno e mezzo, e cioè proprio il periodo – fino a giugno 2003 – necessario al completamento dei lavori avviati dalla Soprintendenza per la realizzazione del centro di documentazione nella cittadella della zona falcata, periodo durante il quale tra l'altro non sarebbe comunque possibile la pubblica fruizione. L'altra condizione è che il risparmio maturato riducendo la quantità di rifiuti da portare in discarica sia utilizzato per finanziare la distruzione dell'inceneritore («all'indomani stesso della fine del suo utilizzo», rimarca Villari) e per la riqualificazione dell'intera zona falcata. Dunque, piuttosto che tenere un mausoleo completamente inutilizzato e alla mercè dei vandali si consentirebbe al Comune di fronteggiare l'emergenza rifiuti. Certo, occorrerà valutare i reali vantaggi e gli svantaggi economici e ambientali di una simile operazione, dai tempi molto ristretti (vale la pena di avviare una costosa riattivazione se l'impianto può poi funzionare solo pochi mesi?) già tentata l'anno scorso grazie ad un decreto della Regione che, imponendo la distruzione dell'inceneritore, ne consentiva però la riapertura fino al 1. luglio 2001. Fu, però, un completo fallimento perché, dopo una travagliata gara, non si giunse in tempo a concludere i lavori di ripristino del quadro elettrico, danneggiato dai vandali. (n.l.r.)

messinambiente / Presidente Sergio La Cava, indicato dal sindaco con Vincenzo La Rosa e Giuseppe Trovato, confermati Conti e Gulino
In piena emergenza rifiuti arriva il nuovo Cda


Natalia La Rosa

È Sergio La Cava il nuovo presidente della società mista per l'igiene cittadina MessinAmbiente. La nomina dell'esponente di An è stata ratificata ieri dall'assemblea degli azionisti, che ha anche definito la composizione del nuovo cda e del collegio dei revisori dei conti (confermando in questo caso gli uscenti): ne faranno parte Vincenzo La Rosa e Giuseppe Trovato (indicati con il presidente dal Comune di Messina, azionista di maggioranza), mentre la Comes, azionista privato, ha confermato Francesco Gulino e Antonio Conti, la cui carica di amministratore delegato della spa verrà rinnovata per altri tre anni. La Cava è amministratore della compagnia di navigazione Ngi ed esperto del presidente della Provincia Buzzanca, mentre La Rosa, in quota al Ccd, è stato sindaco di Villafranca dall'83 al '93 e dopo un passato da democristiano è adesso vicino alle posizioni dell'on. Pippo Naro. Giuseppe Trovato, geometra libero professionista originario di S. Salvatore di Fitalia e residente ad Acquedolci, milita nelle file di Forza Italia ed ha ricoperto la carica di assessore e consigliere nel Comune fitalese. L'organo gestionale della società mista è stato ricostituito proprio in un momento di crisi acuta nella gestione dell'igiene cittadina. L'ultima “frontiera” dello smaltimento è adesso la discarica palermitana di Bellolampo dove i mezzi della MessinAmbiente dovranno recarsi per una decina di giorni e comunque per il tempo necessario al completamento dei lavori nel sito di Mazzarrà S. Andrea, dove si sta ultimando un nuovo modulo. Intanto, le limitazioni alla quantità da conferire in discarica, e la mancanza di un sito dove depositare inerti e materiali ingombranti sta rallentando in alcune zone la rimozione dei rifiuti e lo svuotamento dei cassonetti, con conseguenze visibili a tutti. Sempre ieri, intanto, la V commissione del consiglio provinciale ha ascoltato l'assessore all'ambiente Tanino Sutera e ha chiesto che sia convocata una seduta straordinaria del consiglio provinciale «perché – evidenzia l'esponente del Ppi Pippo Rao – è giunto il momento di adottare scelte politiche precise nello smaltimento dei rifiuti. È impensabile che ci siano amministrazioni dello stesso colore politico che non riescono a risolvere la situazione, demandando per l'ennesima volta ad un commissario compiti che invece sono delle istituzioni». E un ritorno alla responsabilizzazione degli enti locali è auspicato anche dal presidente di Legambiente Messina Daniele Ialacqua che chiede la chiusura della fase commissariale ribadendo poi la necessità di «salvare alcune scelte programmatiche avviando un sistema basato sul ciclo integrato dei rifiuti, a partire dalla raccolta differenziata (a Messina pari all'1,8%) e dal riciclaggio dei materiali». Sull'argomento interviene anche il deputato regionale Giovanni Ferro, esponente di Primavera Siciliana, che afferma come «le scelte del Comune di Messina in materia di smaltimento dei rifiuti meritano oltre che una pesante denuncia politica anche l'attenzione della magistratura e della Commissione antimafia». Il deputato, richiamando le responsabilità «non solo del sindaco Leonardi, ma anche del presidente della Regione, commissario per l'emergenza fino al 2004», ricorda come «dopo la chiusura di Portella Arena nessun intervento strutturale è stato adottato per porre fine ad una vera e propria emergenza e ciò determina un enorme danno ambientale e economico» e chiede «quali eventuali pressioni siano state esercitate per impedire il razionale funzionamento di Portella Arena e quali sono gli impegni che il governo regionale intende assumere».

Mai effettuati controlli sui piani di coltivazione delle cave di sabbia della Panoramica
Il Comune ha abdicato
Prg: Livio chiede un incontro con il Cru


Lucio D'Amico

Non c'è un faldone, un documento, una carta, che attesti l'opera di controllo dell'ente locale su quanto è avvenuto in questi decenni in una delle più pregiate porzioni del territorio cittadino. Della coltivazione delle cave di sabbia della Panoramica, in contrada Guardia, il Comune sa poco o nulla. A confermarlo è la lettera di risposta del segretario generale di Palazzo Zanca alle richieste inviate dal deputato regionale Filippo Panarello: «Spiace comunicare – scrive il dott. Filippo Ribaudo – che, da ricerche effettuate presso vari uffici del Comune, sulla base delle indicazioni forniteci risulta impossibile rintracciare i piani richiesti. Si fa, altresì, presente che il Corpo regionale delle Miniere risponde che i progetti sono anche depositati nei loro uffici e che responsabile, nonché referente della materia per la provincia di Messina, è il dott. Geraci». Nessun dipartimento o ripartizione, dunque, è mai stato in possesso di atti sui quali, per legge, il Comune avrebbe dovuto svolgere un'azione di verifica e di monitoraggio costante. Non si sa niente dei piani di coltivazione nè dei previsti (e obbligatori) interventi di bonifica ambientale e di ripristino delle condizioni originarie. Ai tempi in cui furono rilasciate le autorizzazioni dall'Ente minerario quell'area era stata indicata, nel vecchio Piano Tekne, di rilevante interesse paesaggistico e naturale. Ciò presuppone che il “ripristino delle condizioni originarie” coincida con un vero risanamento ambientale, con un programma di rimboschimento e con tutte quelle opere necessarie a valorizzare quella zona delle colline della Panoramica. «È grave – afferma Panarello – che in tutti questi anni il Comune non si sia occupato di una vicenda sulla quale aveva, comunque, competenze, coinvolgendo le politiche di pianificazione territoriale». Ed è altrettanto grave – aggiungiamo noi – che l'area delle cave di sabbia, dimenticata da tutti per decenni, sia diventata all'improvviso oggetto di irrefrenabili desideri, considerata il luogo ideale per ubicare una grande “città mercato”, oltre a una caserma dei vigili del fuoco e ad un eliporto per le esigenze della protezione civile. Le vicende del Prg restano in primo piano e s'intrecciano con quelle del Piano di urbanistica commerciale. Domani è prevista un'inattesa “missione” a Palermo del presidente del consiglio comunale Filippo Livio che, accompagnato dai capigruppo della maggioranza, dovrebbe incontrare l'assessore regionale al Territorio Bartolo Pellegrino e il presidente del Consiglio dell'urbanistica ing. Giuseppe Giacalone. Non si capisce bene il senso dell'iniziativa, che avviene dopo l'ormai certa approvazione del Prg da parte del Cru. Livio rivendica il ruolo del consiglio comunale che ha la piena competenza in materia di pianificazione urbanistica. Il presidente avrebbe voluto probabilmente essere convocato al momento in cui il Cru ha discusso, con il sindaco e i dirigenti del dipartimento, le linee portanti della nuova Variante generale. Ma Leonardi, da parte sua, ha chiarito che in quell'occasione il Consiglio regionale era chiamato a sentire il rappresentante legale dell'ente, cioè il sindaco. L'attenzione di molti sembra rivolta al destino delle centinaia di opposizioni ed osservazioni votate successivamente all'adozione del Piano regolatore. In quella sede alcuni consiglieri presero particolarmente a cuore gli interessi dei singoli gruppi o cittadini, perorando la causa di quei ricorsi e votandoli favorevolmente. Ma il Cru, stando alle indiscrezioni, avrebbe deciso di respingerli in gran parte.

Lo scontro è tra due opposte concezioni

Il Piano di urbanistica commerciale non sarà trasmesso a Palermo prima di una settimana. Questo è l'unico dato certo di una vicenda che rischia di ingarbugliarsi ancor di più. La terza commissione, presieduta da Antonio Crupi (An), ha deciso di sentire prima il presidente del Consorzio Asi, poi i rappresentanti dell'Associazione industriali e delle organizzazioni di categoria degli artigiani (la richiesta ufficiale di un confronto è stata avanzata nei giorni scorsi dal Sada-Casa). La discussione verterà sul punto maggiormente controverso: la proposta di modifica alle norme di attuazione del Piano regolatore. L'amministrazione si è detta obbligata a procedere in questa direzione, alla luce della normativa vigente e delle direttive europee in materia di antitrust e di libera concorrenza. Non si possono determinare condizioni di monopolio in settori rilevanti come quello della grande distribuzione. Da qui la necessità, secondo l'assessore all'Urbanistica Gianpiero D'Alia, di riservare ad insediamenti commerciali anche quelle aree attualmente classificate “a prevalente destinazione industriale o artigianale”. Su questa linea si sono trovati d'accordo alcuni rappresentanti della maggioranza, dal capogruppo di Nuova Sicilia Carlo Abbate allo stesso presidente della terza commissione. «L'approvazione del piano particolareggiato relativo alla “città mercato” sulla Panoramica – afferma Crupi – è stato un atto concordato tra tutte le forze politiche della coalizione. Ci si è attenuti alla linea della maggioranza ma sarebbe assurdo creare condizioni di monopolio, facendo in modo che quella sia l'unica iniziativa in questo settore». Le organizzazioni di categoria, e in particolare l'Assindustria, hanno, però, buon gioco nel sottolineare come non sia una scelta razionale quella di destinare al commercio anche le poche aree dove è possibile insediare attività produttive. In ballo non ci sono singoli progetti ma la stessa “filosofia” generale dei piani di sviluppo socio-economico che s'intendono programmare da qui ai prossimi decenni. (l.d.)

Come volevasi dimostrare

Sarà probabilmente il migliore Cda che si potesse immaginare. Nulla da eccepire sulla professionalità dei tre componenti indicati dai partiti della coalizione di centrodestra e designati dal sindaco Leonardi. Quello che non va è l'idea di potersi burlare dei cittadini, di ammantare con la veste immacolata della trasparenza scelte precostituite. Che Sergio La Cava fosse il “naturale” sostituto di Santi Formica al vertice di MessinAmbiente lo sapevano anche le pietre a Palazzo Zanca. Si trattava di un avvicendamento logico: nel '98 An aveva avuto quell'incarico di sottogoverno ed una volta eletto Formica all'Assemblea regionale siciliana era chiaro che fosse il partito guidato dall'on. Domenico Nania a suggerire il nome del nuovo presidente. Ed era scontato che anche gli altri partiti dello schieramento di maggioranza, da Forza Italia al Ccd, segnalassero persone di fiducia per le altre cariche all'interno del consiglio di amministrazione. Questa è la politica. Nel bene e nel male. Ma che senso ha aver chiesto il curriculum ad altri 30 candidati, aver fatto spendere soldi in buste e francobolli, aver annunciato ai quattro venti l'avvio di un procedimento di pubblica evidenza, aver fatto trascorrere settimane per poi, alla fine, tornare esattamente al punto di partenza: a ciò che anche le pietre sapevano da mesi. (l.d.)

Parteciperà all'asta promossa nell'ambito del fallimento
Il Comune compra gli immobili ex Seaflight?


Anche il Comune parteciperà all'asta fissata per il prossimo lunedì dal giudice fallimentare per la vendita degli immobili che sorgono sull'area della ex Seaflight a Capo Peloro. I capannoni e le strutture rientrano nell'ambito del patrimonio assoggettato all'iter fallimentare e per essi il Comune ha presentato un'offerta pari a circa 100 milioni, parallelamente, però, è stata presentata un'altra offerta così da far scattare la procedura concorsuale. La base d'asta parte da 130 milioni più la quantificazione degli interessi maturati nel corso degli ultimi anni e proprio oggi scade il termine per la partecipazione. L'acquisizione degli immobili riveste particolare importanza (cosa succederebbe infatti se il Comune fallisse?) a fronte della richiesta di concessione demaniale già inoltrata dall'amministrazione comunale per il terreno dell'ex Seaflight, compreso nel progetto di riqualificazione complessiva vincitore del concorso di idee bandito dall'amministrazione comunale. Secondo l'elaborato, intitolato “Staccando l'ombra da terra” e redatto dall'équipe coordinata dal prof. arch. Jean Pierre Buffi e composta anche dagli ingegneri Giuseppe De Cola, Bruno De Cola, Sergio De Cola e dagli architetti Oreste Marrone e Sabrina Pandolfo, al posto dei capannoni dell'ex Seaflight dovrebbe sorgere un lido balneare di pertinenza dell'albergo per un'estensione di 510 metri quadri. Negli ultimi anni, dopo essere stata protagonista di una memorabile estate di musica e spettacolo nel '97, l'area, in precedenza allestita per concerti e varie manifestazioni, è stata lasciata nel più completo abbandono, in mano a ladri e vandali. Ora, finalmente, potrebbe tornare ad essere una “gemma” incastonata nel gioiello paesaggistico più prezioso della città. (n.l.r.)

Fonte: la sicilia

Legambiente sollecita i dati sull'inquinamento rilevati da 2 centraline

«Perché non s'inizia col rendere noto il rapporto sulla qualità dell'aria relativa all'anno appena trascorso?» Con questa domanda, posta agli Enti locali, la Legambiente chiede che si cominci una nuova fase nel controllo dell'inquinamento e, soprattutto, nell'informazione costante ai cittadini sulla situazione dell'ambiente che li circonda. «Visto che – come evidenziato da Legambiente – il tutto è previsto dalle leggi, comunitarie e non». Il decreto ministeriale n. 163 del 12 aprile 1999, infatti, prevede che «il 31 gennaio scade il termine, per i Comuni con più di 150mila abitanti, per inviare un rapporto annuale sulla qualità dell'aria relativo all'anno precedente». Ci si chiede, quindi, «perché a Messina si è costretti a conoscere i dati con ritardo o su eventuale richiesta». La proposta degli ambientalisti è imitare il comportamento di altre grandi città, che combattono contro lo smog. Ad esempio Milano, dove viene quotidianamente prodotto un bollettino giornaliero sulla qualità dell'aria, o Firenze, dove è possibile ricevere giornalmente via e-mail i dati sull'inquinamento; lo stesso avviene a Reggio Emilia e Ferrara, dove pannelli informativi dislocati in città visualizzano tali notizie. Pur considerando che Messina non è ancora al livello d'inquinamento di queste città, bisogna iniziare a preoccuparsi anche leggendo solamente i dati di due centraline, quelle nel liceo scientifico «Archimede», sul Boccetta e negli imbarcaderi privati, sul viale della Libertà, che nel 2000 hanno registrato rispettivamente 31 e 44 superamenti della media giornaliera di 50 microgrammi/mc di Pm10 (inquinante altamente cancerogeno).
Alessandro Tavilla