1/01/2002
Fonte: la sicilia
Ecosistema urbano / Il dossier
elaborato da Legambiente ci pone al di sopra degli
altri capoluoghi dell'isola e al 59. posto in Italia
Primi in Sicilia ma lontani dal progresso
Abusi edilizi, depurazione acque e verde
pubblico tra le note dolenti. Alcune ragioni per
essere ottimisti
Francesco Celi
Abusi edilizi, depurazione acque,
raccolta differenziata dei rifiuti e metri quadrati di
verde fruibile per ogni abitante: queste le note
dolenti. Concentrazione di biossido di azoto e di
monossido di carbonio, consumi idrici, produzione di
rifiuti solidi urbani, consumo di carburanti, auto in
circolazione (53 ogni cento abitanti): queste le note
liete. Ma a Messina, in termini di sostenibilità
ambientale, come si sta? Meglio che altrove in
Sicilia. Tra color che son sospesi nel contesto
nazionale (59. capoluogo di provincia sui 103 della
Penisola). Il dossier di Legambiente Ecosistema urbano
2001 offre strumenti di lettura di estremo interesse.
I punteggi vengono assegnati ai capoluoghi – ecco il
metodo individuato – sulla base di 20 indicatori di
qualità ambientale riferibili a tre macro-classi:
indicatori di pressione , che misurano il carico
generato sull'ambiente dalle attività umane (consumi
di acqua potabile, carburante ed elettricità,
produzione di rifiuti solidi urbani, tasso di
motorizzazione e interventi di eco-efficienza nei
servizi della pubblica amministrazione); indicatori di
stato , che misurano la qualità dell'ambiente fisico
(smog, rumore, inquinamento idrico); indicatori di
risposta , che rendono una misura della qualità delle
politiche ambientali promosse dall'amministrazione
pubblica o dalla città più in generale (raccolta
differenziata, trasporto pubblico, depurazione, verde
urbano, isole pedonali, zone a traffico limitato,
monitoraggi, rilevamenti della qualità dell'ambiente,
gestione ambientale nelle imprese e abusivismo
edilizio). Prescindendo – perché fenomeno
contingente – dagli innumerevoli cantieri aperti che
squarciano il tessuto urbano, e dai disagi che ne
conseguono per la collettività, e andando al di là
dell'“emergenza tir”, per quanto possa apparire
oggi iniziativa ardita – ma per risolvere la più
grave tra le afflizioni messinesi sono state poste le
basi –, la nostra è una città intrinsecamente
vivibile e che ha straordinari margini di crescita in
termini di sostenibilità ambientale. Si pensi – ad
esempio – agli effetti liberatori che avranno sulla
vivibilità (sulla viabilità è scontato) la
realizzazione del secondo approdo fuori dal centro
urbano e l'apertura degli svincoli di Giostra e
Annunziata. Margini di crescita importanti, allora, ma
ad una condizione, che è nel contempo amministrativa
e culturale: che vi sia una reale svolta nelle
politiche ambientali messe in campo dagli enti locali
e da quelle aree della società civile troppo inclini
ai veti salvo poi precipitare nel piagnisteo, quella
tendenza al lamento tutta peloritana che è agli
antipodi della cultura del fare. La creazione di una
pista ciclabile, ad esempio, quando si gode d'un
affaccio a mare di decine di chilometri, non è
iniziativa da osteggiare, ma da sostenere affinché la
sua realizzazione venga accelerata. I porticcioli
turistici, purché rispettosi dell'ecosistema, creano
ricchezza economica e impreziosiscono segmenti di
costa. È l'antropizzazione selvaggia a dover essere
impedita, e anche in questa direzione i prossimi anni
ci offrono l'opportunità per affrancarci dal passato,
vigilando sugli insediamenti previsti dal nuovo Piano
regolatore. Impedendo il compiersi di nuovi scempi
sulle colline, di ulteriori violenze in nome del “dio
mattone”. D'altra parte il dato sugli abusi edilizi
contemplato dal dossier di Legambiente non dà spazio
a interpretazioni: novantacinquesimi in Italia.
Abbiamo violentato il territorio più di quanto non
abbiano saputo fare ad Agrigento! (che ci precede di
un posto in classifica). Ottimismo sì, quindi, ma
senza trionfalismi. Lo fa rilevare anche Legambiente
Messina. «Ecosistema urbano – afferma il presidente
Daniele Ialacqua – misura la “febbre” ambientale
delle città e l'efficacia delle politiche. La
qualità ambientale è in parte altro e dovrebbe tener
conto di elementi non riducibili a indicatore
numerico. In pratica i disagi per lavori in corso,
ingorghi stradali e occasionali inquinamenti alla rete
idrica non vengono rilevati». E ancora, premette
Ialacqua: «Il punteggio di Ecosistema urbano è
espresso da un valore percentuale relativo alla
totalità dei punti che una città potrebbe
conquistare raggiungendo livelli di “eccellenza”
in ciascuno degli indicatori (100%). Infine – rileva
Legambiente Messina – il dossier conferma la
generale arretratezza del Mezzogiorno, ulteriormente
penalizzato dall'inserimento del parametro
sull'abusivismo edilizio». Puntando i riflettori
sulla posizione ricoperta da Messina nelle varie
macro-classi, si scopre che la nostra città presenta
preoccupanti ritardi «nella qualità delle politiche
ambientali», benché non pochi progressi siano stati
registrati nell'ultimo decennio; così – argomenta
Ialacqua – «si trova agli ultimi posti delle
graduatorie relative a verde urbano, trasporto
pubblico, raccolta differenziata, abusivismo edilizio,
piste ciclabili, zone a traffico limitato, isole
pedonali e depurazione acque». Va detto che Messina
è stata anche penalizzata per il ritardo o
addirittura la mancata trasmissione di alcuni dati da
parte del Comune malgrado «le numerose sollecitazioni
inviate a Palazzo Zanca». È incomprensibile la
ragione per cui non sia stata segnalata a Legambiente
la pista ciclabile – fruibile da tempo –
realizzata da Paradiso a Grotte, al di là dei
contenziosi e delle pastoie che stanno ritardando la
costruzione dei parcheggi. Migliore risulta invece la
realtà allorquando s'esaminano i dati relativi alla
classe indicatori di pressione , più legata al
livello di sviluppo socio-economico del territorio di
riferimento (consumi idrici e produzione di rifiuti
pro-capite); mentre per quanto concerne gli indicatori
di stato la situazione pare essere decisamente
positiva, visto che i dati sull'inquinamento
atmosferico e idrico risultano addirittura tra i
migliori d'Italia. In tal senso ci chiediamo se siano
verosimili quelli secondo cui le concentrazioni di
biossido di azoto e di monossido di carbonio siano
tali da farci assurgere addirittura a “eden”
ambientale. «La nostra città negli ultimi tre
anni», sottolinea Legambiente Messina, «è passata
dal 71. posto del 1999 al 44. del 2000, al 59. del
2001, riportando però quasi sempre la medesima
percentuale sul totale degli indicatori, ovvero in
media il 48 per cento sul 100 per cento che dovrebbe
raggiungere una città ideale (dato in realtà
utopistico: Ferrara – città prima classificata in
Italia nel dossier di Legambiente – raggiunge il
64%, ndr). Negli ultimi tre anni – argomenta
Ialacqua – risulta inoltre essere sempre carente la
macro-classe relativa alla qualità delle politiche
ambientali. Insomma, seppure è indubbio che una certa
sensibilità ambientale sia cresciuta anche a Messina,
tale sensibilità non si traduce ancora in politiche
attive a causa di una classe dirigente che non pone la
questione ambientale tra le priorità cittadine. Ed è
questo – conclude il presidente messinese
dell'associazione – il problema da risolvere perché
non può bastarci più che il capoluogo peloritano
risulti il primo in Sicilia», vista la posizione
rivestita dagli altri otto centri dell'isola, compresa
fra il 61. posto di Caltanissetta e il 102. di Ragusa
(Agrigento è 78., Enna 90., Palermo 92., Catania 96.,
Siracusa 100. e Trapani 101.). La strada è dunque
segnata: finito il tempo delle emergenze s'impone una
svolta sul fronte delle politiche volte a migliorare
il contesto socio-urbano-ambientale. Direzione
obbligata anche alla luce dei recenti dati diffusi da
“Il Sole 24 ore” che in termini di qualità della
vita pone la nostra città all' 88. posto in Italia
(nell'ultimo anno sono state guadagnate dieci
posizioni: il salto di qualità è ancora da venire ma
un leggero passo in avanti appare inconfutabile). “Ecosistema
urbano” e “qualità della vita”, dunque, le
diverse facce di una medaglia: quella di un progresso
all'interno del quale i circuiti del profitto e della
vivibilità non confliggono, ma vengono governati. Una
sfida possibile, addirittura doverosa, rispetto a cui
ciascuno non potrà esimersi dall'avere un ruolo: gli
amministratori nel mettere in campo politiche che
vadano in direzione di una crescita sostenibile, la
società civile nella veste di sentinella e di pungolo
affinché le enunciazioni di principio non restino
mere esercitazioni dialettiche alla ricerca di un
consenso che non può più arrivare per queste vie.
La Cartour torna al
Norimberga
“Riaperto” il molo
Vigilerà la Capitaneria
Alessandro Tumino
La banchina di testata del molo Norimberga non è più
off-limits per la nave “Cartour”. La Capitaneria
di porto ha disposto che fino al 20 febbraio 2002 –
giorno in cui il gruppo Tourist-Caronte disporrà del
pontone galleggiante per l'ormeggio alla banchina “nord-est”
– la motonave dell'autostrada del mare “Messina-Salerno”
potrà utilizzare la “testata” a seconda delle
condizioni meteomarine. Ogni notte il comandante della
“Cartour” effettuerà l'attracco in raccordo con
la sala operativa della Capitaneria. Nessun problema
per gettare le ancora alla “testata” del
Norimberga quando le condizioni climatiche saranno
favorevoli. Se il “condimeteo” indicherà rischi,
allora, su indicazione della sala operativa la nave
del gruppo Franza-Matacena verrà fatta approdare alla
banchina Marconi. Il ripristino dell'ormeggio dell'“autostrada
del mare” alla banchina di testata è stato
possibile alla luce degli esiti dell'inchiesta aperta
dopo l'incidente avvenuto la sera del 17 dicembre
scorso, tra la “Cartour” e due traghetti delle Fs,
davanti alla prima invasatura della stazione
marittima. Un incidente che non ha avuto gravi
conseguenze ma molto allarme ha suscitato sotto il
profilo della sicurezza della navigazione in porto.
Intorno alle 20, sotto un forte vento, – come si
ricorderà – la “Cartour” era rimasta senza
controllo a seguito della rottura di un ormeggio: la
prora del grosso scafo (25.000 tonnellate) nonostante
l'intervento di un rimorchiatore si era “adagiata”
sul parapetto di poppa del traghetto “Sibari”, che
era in sosta nella prima invasatura, quindi aveva “strisciato”
la poppa di un altro traghetto Fs, il “Villa”, che
sarebbe salpato di lì a poco con a bordo centinaia di
passeggeri. Le indagini, coordinate dal comandante
della Sezione operativa della Capitaneria, Giuseppe
Sarchese (ed ormai prossime alla conclusione) hanno
portato a una ricostruzione degli eventi piuttosto
tranquillizzante sotto il profilo dell'apparato
preventivo di sicurezza tra i moli Rizzo e Norimberga.
L'improvviso “disormeggio” della Cartour, non
sarebbe dipeso da un fattore di debolezza insito
nell'attracco in “testata” ed evidenziato dal
forte vento, ma da un imprevisto tecnico dovuto a un
difetto di fabbricazione di un componente della
complessa “attrezzatura d'ormeggio”. «A quanto
pare – spiega il comandante della Capitaneria
Carmelo Maccarone – si è verificato lo
sfilacciamento di una gassa del “corpo morto”,
quel sistema ad anelli che assicura il corpo morto al
maniglione cui s'avvolge il cavo d'ormeggio della
nave. Lo sfilacciamento sarebbe dipeso da cattiva
fabbricazione.». Il comandante trae le prime
riflessioni: «Non vi sarebbero gli estremi di un “ormeggio
imprudente” al ricorrere di avverse condizioni
meteomarine, come invece, subito dopo l'incidente,
avevamo temuto. Il rapporto di quest'episodio con la
sicurezza della navigazione sarebbe così assai “attenuato”.
Dobbiamo però tenere in grande considerazione –
osserva Maccarone – che l'incidente è stato
preoccupante per le conseguenze che, in un altro
momento, avrebbe potuto avere». Da qui la decisione
di far raccordare comunque, notte dopo notte, sulla
base del “condimeteo”, il comando della Cartour
con la Sala operativa. E un'ulteriore garanzia:
«Viste alcune difficoltà incontrate quella sera dal
rimorchiatore, la nave dovrà essere dotata di un cavo
fuori bordo visibile anche di notte che possa
consentire un aggancio “a presa rapida”».
2/01/2002
Fonte : la
sicilia
Capurro:
«Sulla città-mercato ha già scelto l'ex
amministrazione»
Saltano le audizioni, ma scoppia una nuova polemica
sull'ipotesi di costruire una città-mercato, con
annessa elipista per i Vigili del Fuoco, nelle ex cave
di sabbia sulla Panoramica. Lunedì mattina, in 3ª
commissione consiliare avrebbero dovuto presentarsi il
sindaco, Turi Leonardi e il suo vice, Gianpiero D'Alia:
i due, però, sono rimasti a casa per motivi di
salute. La riunione dell'organismo consiliare guidato
da Antonio Crupi (An) c'è stata lo stesso. E sono
scoccate le scintille.
Il capogruppo di Fi, Pippo Capurro, ha mostrato le
tavole della variante al Prg attualmente all'esame del
Cru. Duro il commento: «La precedente Amministrazione
ha previsto nel Piano regolatore che 50mila metri
quadrati delle ex cave di sabbia diventino zona “F1–F”,
vale a dire che sono realizzabili centri commerciali,
parcheggi, motel e servizi vari. La variante per la
città-mercato riguarda solo altri 50mila metri
quadrati. L'attuale opposizione, perciò, non è
coerente quando contesta l'opportunità di realizzare
il progetto dell'“Adroma Impianti”: più delle
parole, in questo caso parlano i fatti». Mentre il
clima si surriscalda, i partiti stanno cercando
compattezza al loro interno. Forza Italia riunirà
questa sera il coordinamento comunale, presieduto da
Pietro Grasso. Si cercherà una posizione unitaria,
che comunque dovrebbe essere favorevole alla
città-mercato. Nella prossima riunione della 3ª
commissione sarà rinnovato l'invito a Leonardi e D'Alia.
Fatto sta che i tempi si stanno diluendo: è quasi
impossibile che la delibera venga votata nella seduta
del Consiglio comunale prevista domani.
Intanto, il giorno di S. Silvestro si è riunita la
Giunta Leonardi. Esaminati provvedimenti in scadenza,
tra i quali lo Statuto dell'Istituzione dei servizi
sociali.
I due
posti nel CdA andranno a Fi e Ccd
MessinAmbiente, il
sindaco deciderà entro il 15 gennaio La
Cava «quasi» presidente
Lillo Zaffino
Entro il 15 gennaio MessinAmbiente avrà il suo nuovo
presidente. Il sindaco, Turi Leonardi, acquisite le
candidature sta già esaminando i curricula di quanti
hanno risposto al bando pubblico, scaduto lo scorso 31
dicembre. Un dato è emerso subito: Fi e Ccd non hanno
espresso candidature compatte. An, invece (quantomeno
la corrente che fa riferimento al capogruppo al
Senato, Mimmo Nania), punta su Sergio La Cava.
Su di lui cadrà quasi certamente la scelta del
sindaco sulla presidenza.
Forza Italia si dovrà accontentare di un consigliere
d'Amministrazione: si rifarà con le presidenze di
altri Enti di sottogoverno e con il rimpasto nella
Giunta comunale, i cui componenti aumenteranno fino a
13. L'altro posto nel CdA dovrebbe essere appannaggio
del Ccd. Resterebbero fuori, quindi, Nuovo Psi, Cdu e
Repubblicani. I nomi si sprecano: per Fi sono in
lizza, oltre a Ferdinando Barone (ex
assessore comunale e attuale presidente della «Somer»,
la società che si occupa del riciclaggio dei
rifiuti), Antonella Vezzosi e Rino
Romeo, già candidato al Consiglio comunale
nelle ultime amministrative; il gruppo dell'assessore
regionale, Antonio D'Aquino, avrebbe messo in campo Angelo
Burrascano, top secret sono rimasti i nomi
della corrente che fa riferimento al deputato
nazionale, Nino Gazzara.
Dal Ccd non sarebbe partito alcun ordine di scuderia:
in campo ci sarebbero Benito Santalco,
che da tempo chiede visibilità nella coalizione e il
consigliere d'Amministrazione uscente, Antonio
Castiglione. Infine, il Nuovo Psi avrebbe
fatto il nome di Corrado La Rosa,
mentre il Cdu quello dell'uscente
Buzzanca:
«Dimostriamo di essere davvero capaci di pianificare
lo sviluppo»
«Che sia il 2002, superate le fasi conflittuali ed i
momenti di terrore e di angosce che hanno invaso il
mondo, l'anno della serenità, dell'armonia, dello
sviluppo, della crescita culturale ed economica»: si
apre con toni di speranza il messaggio di auguri del
presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca. I
propositi per il 2002 sono dei migliori: «Dedicheremo
il massimo delle energie ai giovani, agli studenti ed
alla loro formazione, che sarà finalizzata al
raggiungimento della professionalità necessaria per
introdurli nel “nuovo mondo del lavoro” che,
sempre più esigente, guarda giustamente al merito.
Nuovi imprenditori dovranno nascere e la Provincia
regionale avvierà nelle scuole un processo
d'informazione orientato all'efficienza e
dell'efficacia dell'azione intrapresa fin dai primi
passi, cioè dal momento della scelta». Poi Buzzanca
di sviluppo della comunità: «Superata la fase della
cosiddetta “concertazione”, che richiedeva
unanimismo a tutti i costi, spesso impossibile da
raggiungere, le autonomie locali, attraverso il
processo d'interscambio, devono inaugurare la stagione
di “collaborazione” tra istituzioni, forze
sindacali, associazioni di categoria, scuole e
Università». Infine vengono «toccate» tutte le
grandi scommesse per il futuro: «Dovremo superare
grandi temi, quali l'approvvigionamento idrico, lo
smaltimento dei rifiuti, il dissesto idrogeologico, le
infrastrutture di supporto e quelle strutture, come i
centri di produzione, che devono avviare un processo
reale di crescita. Inoltre, non si può non tenere
conto del Ponte sullo Stretto. Per questo si devono
aprire nuovi livelli di confronto e nuovi sistemi di
amministrazione, in una parola dovremo essere capaci
di pianificare e di saper ascoltare i segnali che
vengono dal territorio. Un nuovo modello di sviluppo
dovrà essere l'“industria del turismo”, capace di
raccogliere i grandi flussi economici ed umani che si
muoveranno verso di noi».
Pubblicato
il bando per la «Cariddi»
La
Provincia cederà la nave in comodato
Luana Campanella
Cedesi la «Cariddi».
Ma solo in comodato d'uso: è questa la nuova sorte
per la motonave di proprietà della Provincia
regionale, in sosta nei cantieri navali ex
«Picciotto», e ormai da troppo tempo inutilizzata.
L'Ente provinciale, infatti, ha pubblicato un bando
per cedere in comodato d'uso la monocarena. Le offerte
potranno essere presentate entro il 12 gennaio. La
nave dovrà essere destinata a fini compatibili con il
vincolo della Soprintendenza e, prima della stipula
della convenzione, è indispensabile l'autorizzazione
della Capitaneria per l'ormeggio nello Stretto. Il
comodato potrà essere concesso per più anni, con la
garanzia dell'assunzione degli oneri di manutenzione e
dell'assicurazione. Il comodatario dovrà anche farsi
carico dei lavori urgenti necessari per la fruibilità
al pubblico della «Cariddi».
Il sindaco Leonardi
sulle prospettive del 2002
Messina saprà tornare grande
Ospitiamo l'augurio che il sindaco Leonardi, tramite
il nostro giornale, ha voluto esprimere a tutti i
messinesi. «Credo che l'anno appena trascorso sarà
ricordato come un anno importante, forse decisivo,
nell'impervio cammino di Messina verso la dimensione
di una città compiuta, cioè più attrezzata, più
vivibile e più capace di futuro. Il 2001 ci lascia,
infatti, con tanti motivi di soddisfazione, sebbene ci
abbia fatto vivere giorni difficili e talvolta –
purtroppo – anche drammatici, che abbiamo cercato di
affrontare guardando unicamente ai superiori interessi
della collettività. L'amministrazione comunale è
stata costantemente impegnata nel portare avanti un
complessivo progetto di sviluppo che si pone
l'ambizioso obiettivo di trasformare Messina da “città
degli approdi” a “città degli scambi”,
esaltando il suo ruolo di frontiera meridionale
dell'Europa, crocevia di tutte le culture che si
affacciano nel Mediterraneo. Abbiamo lavorato
all'elaborazione di innovativi strumenti di
programmazione e di finanziamento – quali il Prusst,
il Piano Urban 2, il Pit e il project-financing –
con l'obiettivo di determinare nuove possibilità di
crescita per i numerosi imprenditori e investitori che
hanno dimostrato di credere nelle prospettive di
Messina e creare, quindi, nuove opportunità in
termini di occupazione. Questa città, infatti, non
può continuare a vivere nell'attesa dell'intervento
pubblico, ma – facendo leva sulle risorse che il
territorio e il corpo sociale riescono ancora a
esprimere - deve essere capace di porre le condizioni
per il suo sviluppo economico, puntando sulla messa in
valore della propria posizione geografica, sulla
riscoperta della sua vocazione marinara e delle
attività industriali e di artigianato produttivo. Al
tempo stesso, non abbiamo trascurato l'esigenza di
rendere finalmente Messina una “città normale”, a
cominciare dalle dotazioni infrastrutturali, di antica
o recente progettazione, considerata la loro rilevante
incidenza sulla qualità della vita e sulle
possibilità di sviluppo della nostra realtà urbana.
Segnali davvero incoraggianti in questa direzione
derivano dalla semplice constatazione di quanto già
realizzato: il completamento ormai prossimo della
linea tranviaria, opera discussa e discutibile che
tanti disagi ha finora arrecato alla cittadinanza, ma
certamente utile per aggredire il sempre attuale
problema della mobilità urbana; l'apertura al
traffico dello svincolo di San Filippo – seppure
avvenuta in tempi non europei – che ha riacceso la
speranza di vedere presto ultimato un ambizioso
progetto di risanamento di un'area degradata risalente
ai primi anni Novanta; gli interventi di
riqualificazione del centro storico, non limitati alla
semplice risistemazione di manto stradale, marciapiedi
e illuminazione, ma mirati al recupero delle più
significative connotazioni storico-culturali di quella
porzione di territorio. Il lavoro già svolto può
rappresentare un motivo di soddisfazione, ma
soprattutto uno stimolo ad accelerare i tempi di
realizzazione delle opere ancora in cantiere – a
cominciare dallo stadio di San Filippo e dagli
svincoli di Giostra e Annunziata – e degli
importanti progetti, a cui si è lavorato in questi
anni, dai quali dipende in maniera essenziale la
possibilità di trasformare Messina in una città
vivibile e capace di fare tesoro delle proprie risorse
paesaggistiche ed ambientali: la riqualificazione di
Capo Peloro, il recupero dell'affaccio a mare dalla
Prefettura all'Annunziata, lo spostamento degli
approdi. Il 2001 è stato anche un anno di elezioni,
dal cui esito è scaturita un'omogeneità politica tra
il Governo nazionale, quello regionale e gli enti
locali: da tale circostanza Messina intende trarre
quelle opportunità che negli ultimi anni le sono
state negate. Ci sono, infatti, taluni annosi problemi
che la nostra città non può pensare di risolvere in
tempi brevi facendo affidamento solo sulle proprie
risorse e abbiamo, quindi, lavorato per creare un
clima di collaborazione con i governi di Roma e
Palermo. Grazie anche all'impegno dei parlamentari
nazionali e regionali, la città è già riuscita a
ottenere alcuni importanti riscontri: la dichiarazione
dello stato di emergenza e la nomina di un commissario
per la realizzazione di un primo modulo dell'approdo a
Tremestieri, l'inserimento nella Finanziaria dei fondi
per la realizzazione della “via del Mare” e la
nuova legge sul Risanamento, mentre a breve si
attendono da Palermo notizie certe – e positive –
sulle vicende del Prg. Su tutto ciò prevale comunque
– per la sua straordinaria importanza – la
conferma, avuta nelle ultime settimane, della ferma
volontà del Governo nazionale di dare avvio in tempi
certi alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. E
allora, se anche quello che fino a oggi sembrava solo
un sogno comincia a diventare una concreta
possibilità di sviluppo con cui cominciare a
confrontarsi, vuol dire che possiamo guardare all'anno
appena iniziato – e anche a quelli che verranno –
con un rinnovato, sincero e fondato ottimismo. In tale
prospettiva, i disagi e le difficoltà finora
affrontati possono lasciare il posto alla fiducia in
un avvenire migliore, degno della gloriosa storia di
una città sempre capace di risollevarsi e di
ritornare grande. Con l'auspicio che Messina possa,
ancora una volta, dimostrarsi all'altezza delle sfide
che l'attendono, rivolgo a tutti i cittadini l'augurio
di un anno di serenità, di gioia e di successi».
2/02/2002
Fonte: gazzetta
del sud
città mercato / Prosegue il confronto
in commissione sul piano particolareggiato riguardante
le cave di sabbia della Panoramica
È il momento di fare chiarezza
Alla seduta del 31 l'Amministrazione non si
è presentata
Lucio D'Amico
All'appello hanno
risposto solo i dirigenti del dipartimento di
urbanistica. Nè il sindaco Leonardi nè l'assessore
D'Alia si sono presentati il 31 dicembre alla seduta
della terza commissione consiliare, per affrontare il
“caso” politico più rovente dell'ultimo scorcio
del 2001. L'amministrazione comunale, quindi, non ha
ancora preso una posizione ufficiale sulla vicenda del
piano particolareggiato riguardante l'area delle cave
di sabbia della Panoramica e la previsione, assieme ad
altri servizi ed infrastrutture, di una grande “città
mercato”. Giustificata l'assenza del sindaco,
rimasto a casa per malattia. Il vicesindaco, invece,
nella stessa mattinata del 31, si è recato a Palazzo
Zanca, ma solo per presiedere la riunione della
giunta. Evidente il disappunto di molti consiglieri
comunali che hanno ribadito la richiesta di un
confronto con Leonardi e D'Alia, sollecitandone la
presenza alla seduta di commissione convocata per
stamane. La linea politica dell'Amministrazione, in
teoria, dovrebbe essere chiara, visto che è stato
l'esecutivo comunale ad approvare la delibera con il
piano particolareggiato sul quale adesso il consiglio
è chiamato a pronunciarsi. Ma, in realtà, le cose
sono molto più complicate e non si può prescindere
dalle dichiarazioni dello stesso Leonardi che, più
volte, ha invitato le forze politiche e i gruppi
consiliari a “sospendere” l'iter di qualsiasi
progetto sia stato redatto in variante al Prg, almeno
fino a quando da Palermo non arriverà la certezza
dell'approvazione del nuovo strumento urbanistico. Il
sindaco ha detto di non condividere la fretta con la
quale la delibera è stata inserita all'ordine del
giorno dei lavori consiliari, proprio perchè ciò è
avvenuto in una delicatissima fase di transizione e
nel momento in cui il consiglio è chiamato a
pronunciarsi sull'atto di programmazione complessiva
del settore urbanistico-commerciale. Far precedere lo
strumento di pianificazione generale da un piano
particolareggiato, proposto da una società privata
(anche se fatto proprio dalla stessa giunta), non
sembra il modo più corretto di procedere. Ma Leonardi,
che ha preannunziato una lettera da inviare alla
presidenza del consiglio comunale, ha evidenziato
anche un altro importante aspetto: come potrebbe
l'amministrazione presentare all'assessorato regionale
al Territorio la delibera del piano particolareggiato,
nel caso in cui il Cru decidesse, ad esempio, di
approvare il Piano regolatore, respingendo però le
osservazioni e le opposizioni presentate a suo tempo
dai cittadini. È facoltà del Consiglio regionale
dell'urbanistica valutare l'impatto dei ricorsi e
degli emendamenti, giudicandoli negativamente qualora
dovessero modificare, più o meno radicalmente,
l'impianto complessivo dello strumento urbanistico.
Non va mai dimenticato che il Prg di Messina è già
reduce da una solenne e clamorosa bocciatura e si deve
far di tutto per evitare che l'esperienza di quasi
dieci anni fa si ripeta, a disdoro dell'intera classe
politica e amministrativa della città. L'argomento
della “città mercato” sulla Panoramica, dunque,
è destinato a tenere banco anche in queste prime
settimane del nuovo anno. Le divisioni registratesi
all'interno dei gruppi di maggioranza sono tutt'altro
che ricomposte. E se c'è chi spinge per l'immediata
approvazione del piano particolareggiato, non sono in
pochi a giurare che non voteranno mai la delibera,
senza un approfondito confronto con l'amministrazione
e con le forze vive della città, così come d'altra
parte sollecitato dagli Ordini professionali, da
gruppi, comitati e associazioni di categoria. Durante
la seduta del 31 dicembre si è registrato un duro
scontro tra il capogruppo di Forza Italia Giuseppe
Capurro e gli esponenti della precedente giunta.
Secondo Capurro, la scelta di cambiare la destinazione
delle cave di sabbia da «area di interesse ambientale
e paesistico» a insediamenti commerciali e servizi di
varia natura, risale proprio all'amministrazione
Providenti, che ha elaborato la nuova variante al Prg.
L'ex sindaco, da parte sua, ha detto che le
indicazioni contenute nello strumento urbanistico
erano perfettamente compatibili con le esigenze di
tutela ambientale e di interesse paesaggistico
dell'area e che, invece, sono state modificate con una
delle osservazioni accolte dalla maggioranza
consiliare e, quindi, con il piano particolareggiato
proposto dalla società privata di Castellamare di
Stabia. Alcuni consiglieri, tra i quali il diessino
Tommasini e i rappresentanti del Ccd, hanno chiesto ai
tecnici di visualizzare sulle tavole il confronto tra
le scelte compiute nel '98 e quelle successive. «Ma
quello che più conta – ribadisce Tommasini – è
che oggi il sindaco esprima chiaramente il proprio
giudizio, perchè qui si tratta di decisioni di grande
rilevanza politica e non di scelte meramente
tecniche».
Fonte: gds
Ambiente, un anno di lotte perdute
Emilio Pintaldi
Si è chiuso con un lungo elenco di problemi e qualche
speranza per il futuro il 2001, un anno che per
l'ambiente non è stato ancora una volta tra i
migliori. Difficile citare tutti gli episodi e le
situazioni che hanno messo in evidenza ed in negativo
il capoluogo. Meglio restare sui casi emblematici.
Per la ex stazione di degassifica della Smeb si è
consumato tutto entro il marzo dello scorso anno. Ci
sono voluti mesi per capire che quella che doveva
essere un impianto ecologico capace di trasformare in
innocua acqua rifiuti petroliferi provenienti da
mezz'Italia, era in realtà una bomba ecologica in
pieno centro cittadino. Sono parole utilizzate dai
periti nominati dai magistrati che hanno accusato i
responsabili dell'operazione degassifica di avere
violato alcune leggi sull'ambienteed hanno posto sotto
sequestro l'impianto. Nel frattempo c'erano stati 240
intossicati, una serie di proteste e denunce.
Il decreto Ronchi sullo smaltimento dei rifiuti e
sulla raccolta differenziata resta inapplicato. La
spazzatura della città continua a fare il tour della
Sicilia. C'è poi il capitolo relativo
all'inceneritore di San Raineri dove il Comune ha
praticamente buttato solo soldi grazie anche alla
complicità di alcuni sabotatori e di funzionari che
hanno ritenuto di dover riparare i danni subiti
dall'impianto soltanto a pochi mesi dalla demolizione.
Il depuratore di Mili forse rappresenta l'unico caso
al mondo in cui un impianto invece di attivare il
sistema biologico emana odori nauseabondi rendendo la
vita impossibile ai cittadini.
Ma in tema di fogne come non parlare di quanto
successo al rione ferrovieri, sul viale della Libertà
ed in via Manzoni. Si è scoperto grazie all'acqua
inquinata arrivata dai rubinetti nella bitazioni di
migliaia di cittadini che il sistema fognario e
soprattutto i controlli su chilometri di conduttire
lasciano a desiderare.
I laghi di Ganzirri continuano a rimanere una fogna a
cielo aperto. Ci sono due novità però arrivate nel
2001:l'istituzione della riserva di capo Peloro almeno
sulla carta e l'avvio dei lavori per cinque miliardi
del nuovo sistema fognario.
Promesse solo promesse poi anche quest'anno
sull'inquinamento acustico ed atmosferico. Che fine
abbiano fatto i pannelli luminosi che avrebbero dovuto
indicare le concentrazioni di inquinanti sul Boccetta
ed in altre zona rischio della provincia nessuno lo
sa. L'assessorato all'ambiente di palazzo Zanca resta
nell'elenco delle incompiute.
Il 2001 è stato l'anno in cui per la prima volta su
questo tema amministratori ed ex amministratori sono
stati chiamati a rispondere per quanto hanno fatto o m
eglio per quanto non hanno fatto per salvare l'aria
del Boccetta dagli scarichi dei Tir. Il processo si
aprirà il 21 febbraio. Tra gli imputati l'ex sindaco
Franco Providenti e l'ex assessore all'ambiente Enza
Sofo, l'attuale sindaco Salvatore Leonardi, l'attuale
assessore all'Ambiente Giuseppe Santalco. Per la prima
volta una associazione, il comitato "La nostra
città" è considerata parte lesa e chiederà di
potersi costituire parte civile.
L'emergenza tir cambia
volto alla città
Bilancio 2001 Le tragedie causate dal transito dei
mezzi pesanti, le fiaccolate, la protesta dei
cittadini e la corsa a realizzare un nuovo approdo a
sud
I poteri straordinari conferiti dal governo al
prefetto Marino
Rosaria Brancato
Se il 2000 è stato
l'anno della delibera sul doppio approdo, il 2001 è
stato l'anno dello stato d'emergenza, quello in cui è
apparso chiaro che la città deve comunque liberarsi
dai Tir e che un approdo deve essere fatto subito, a
sud.
Il 2001 è l'anno che ha dimezzato, almeno nei
programmi, la delibera sul doppio approdo, dando una
certezza, entro il 2002 avranno un attracco a
Tremestieri destinato ai mezzi pesanti. Ma l'anno
appena finito è stato anche quello delle fiaccolate,
delle manifestazioni di piazza, dei comitati. A fare
da spartiacque dei 365 giorni di viabilità è il 10
aprile alle 21, quando un Tir diretto agli imbarcaderi
rompe i freni e travolge 25 auto, sradica alberi e
pali della luce e finisce la folle corsa davanti alla
chiesa dell'Immacolata. Una tragedia sfiorata. Solo
tre i feriti.
Ma il terrore di chi ha visto, di chi ha schivato il
bisonte in discesa libera, non può essere cancellato.
Il giorno dopo la città si sveglia diversa. Ed inizia
una nuova stagione di proteste. La gente è stanca. Il
13 aprile c'è il primo corteo, il 17 il secondo, con
sempre maggiore affluenza. Agli appelli del comitato
"La nostra città" e del "Movimento di
liberazione di Messina" rispondono a centinaia.
Tante quante saranno le fiaccole, la sera del 19
aprile, che attraverseranno la città, fino alla Rada
San Francesco. Duemila no ai tir. Ci saranno altre due
fiaccolate, il 26 aprile ed il 25 maggio.
Nel mezzo ci sono le elezioni ed i candidati
cominciano a schierarsi. Nei dibattiti, nella campagna
elettorale fa irruzione l'argomento approdo, diventa
tema rilevante nei programmi. Mentre i comitati
incontrano il prefetto, chiedono provvedimenti a
breve, medio e lungo termine, il sindaco comincia a
dichiarare che l'approdo a sud deve essere realizzato
subito, con priorità e nel frattempo pensa a
soluzioni tampone per l'immediato. Come le fasce
orarie e l'obbligo di transito ai tir che trasportano
merci pericolose dallo svincolo di Tremestieri. Quello
delle fasce orarie sarà un altro capitolo doloroso,
fatto di pro e di contro, di proroghe, di incidenti.
La gente, l'ottavo quartiere, le associazioni chiedono
tre fasce durante le quali venga vietato il passaggio
dal Boccetta ai tir, 7-9, 12-15, 19-21. Alla fine ne
ottengono due, dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20.
Durante le due fasce orarie i tir devono usare gli
svincoli di "Messina centro", "Gazzi"
e "Tremestieri". Mentre gli abitanti del
Boccetta respirano, quelli del centro e della zona sud
iniziano a protestare. "I tir non li
vogliamo" gridano. E arrivano anche i primi
incidenti mortali. Il 31 maggio un anziano viene
travolto da un camion sulle strisce pedonali sulla
SS114. Il no ai tir diventa corale, alla battaglia del
Boccetta si unisce la zona sud. Continuano le
manifestazioni ed il mese dopo, a giugno, un'anziana
viene uccisa, da un altro tir, a Contesse, là dove il
traffico gommato è stato spostato. Le fasce orarie
hanno solo spostato il dramma.
Il 7 giugno c'è il primo corteo della zona sud. Le
fasce orarie continuano e verranno prorogate di volta
in volta fino a ottobre. A giugno però c'è una nuova
sorpresa. L'annuncio che da ottobre verrà attivata
una nuova linea di collegamento, la Messina-Salerno
destinata ai mezzi pesanti e con attracco al molo
Norimberga. I Tir in pieno centro. Inascoltate le
perplessità dei sindacati sulla pericolosità di
invasature troppo vicine, quelle destinate ai privati
e quelle usate dai traghetti delle Ferrovie.
Perplessità che restano inascoltate anche ad ottobre,
quando la Cartour inizierà i collegamenti, ed a
novembre quando si sfiora una collisione tra le navi
ma non a dicembre, quando, il 17 la Cartour a causa
del forte vento investe due navi delle Ferrovie.
Nessun ferito, solo danni. La Capitaneria sospende
temporaneamente i collegamenti. Troppi i rischi. Nel
2002 la Cartour potrà utilizzare il molo Norimberga
solo con l'autorizzazione rilasciata di volta in volta
dalla Capitaneria. Nel corso dell'estate il sindaco
Leonardi è riuscito intanto a strappare alla Regione
un accordo di programma, per la realizzazione,
attraverso il project financing dell'approdo a sud. A
fine giugno, allo scadere dei termini, ci sono due
progetti, quello del gruppo Tourist Caronte e quello
dell'Amadeus. Per l'attracco, la bretella di
collegamento con l'autostrada e le infrastrutture
necessarie, la Regione stanzia 41 miliardi. L'estate
passerà così.
Con il nuovo governo Cuffaro, i nuovi deputati, i
nuovi assessori, le nuove commissioni, e nessuna
novità per l'approdo. Tempi lunghissimi, iter
interminabili. A settembre Leonardi fa ancora la spola
con Palermo per ottenere i primi passi concreti. Ad
ottobre revoca le fasce orarie e le sostituisce con un
divieto notturno di transito dal Boccetta. Di fatto i
mezzi pesanti tornano indisturbati tutto il giorno sul
viale Boccetta e la sera, dalle 21, per un contorto
aggrovigliarsi di divieti, cantieri del tram, percorsi
alternativi, finiscono persino sulla via I Settembre
nuova di zecca, appena restaurata. I danni lasciati da
bisonti si vedranno poco dopo. Inutili le proteste dei
commercianti, non esistono alternative, cantieri a
macchia di leopardo, divieti, viabilità via via
impossibile da gestire.
Gli autisti dell'Atm protestano, le corsie
preferenziali sono diventate terreno di marcia e zone
di sosta. In un mese i vigili urbani elevano 7 mila
contravvenzioni. Servono a poco. Anche il piano di
viabilità per Natale, si rivela inutile. Sul finire
del 2001 la situazione è quella di sempre, i mezzi
pesanti continuano a scorrazzare liberamente,
l'approdo a sud è ancora e solo un'intenzione. Ma a
mezzogiorno del 5 novembre una signora di 89 anni
attraversa la strada, al Boccetta. Nunziativa Aversa
ha fatto la spesa come ogni mattina, si appresta a
tornare a casa dove l'attende il fratello. L'anziana
ha una stampella, zoppica. Un Tir la travolge, poco
dopo il semaforo, le trancia le gambe. Morirà poche
ore dopo al Policlinico.
Nello stesso momento giovani, anziani, studenti,
casalinghe, commercianti, bloccano il viale Boccetta.
Resteranno lì, sulle strisce pedonali fino a sera. Un
blocco di 9 ore, il traffico paralizzato. Il sindaco
Leonardi dice "basta, non siamo riusciti a
risolvere il problema da soli. Sono pronto a
dimettermi ma è ora che qualcuno intervenga".
Scrive un telegramma al ministro degli Interni Claudio
Scajola, chiede l'intervento della protezione civile.
Ogni giorno, dal 5 novembre, una protesta. A Palazzo
Zanca, in Consiglio il sindaco ribadisce la decisione
di rimettere il mandato, gettare la spugna. Poco dopo
il ministro degli Interni Scajola, su richiesta del
parlamentare di Forza Italia Rocco Crimi, decreta lo
stato d'emergenza per la città dello Stretto e decide
di nominare un commissario per la realizzazione
dell'approdo.
Passerà un altro mese prima che il ministro firmi
un'ordinanza, fatta su misura per le esigenze della
città. Ad essere nominato commissario straordinario
è il prefetto, Giosuè Marino che ha adesso la
possibilità, grazie ad un provvedimento calibrato con
attenzione, di bypassare gli ostacoli e gli iter
burocratici per arrivare entro l'anno alla
realizzazione di un attracco a sud. L'obiettivo è
snellire le fasi della progettazione, dell'appalto,
dell'avvio dell'opera. Ci sono 41 miliardi della
regione, Marino avrà lo staff per poter agire, potrà
muoversi in deroga ad alcune leggi.
Il 2001 si è concluso con altre fiaccolate e
manifestazioni per non smettere di vigilare, perch‚
i riflettori non devono spegnersi, passo per passo,
giorno per giorno fino a quando i tir non
percorreranno quella bretella che li porterà
all'approdo. Si è concluso con l'inaugurazione dello
svincolo di San Filippo, piccolo passo atteso per
dieci anni. L'anno nuovo inizia ancora i mezzi e
pesanti che attraversano il centro urbano, ma con una
speranza in più, rispetto al passato: che a Capodanno
2003 non conteremo più le vittime dei Tir.
Fonte: gazzetta del
sud
Fiera / Una lettera del dott.
Gaetano Mobilia
Piena fiducia negli inquirenti
Disponibilità della Compagnia del Mare a fornire
tutti i chiarimenti sulla vicenda della concessione
quadriennale
Nell'edizione di ieri abbiamo dato notizia
dell'inchiesta che la Procura della Repubblica sta
conducendo da diversi mesi sulla procedura di rilascio
della concessione della Cittadella fieristica alla “Compagnia
del Mare”, decisa dal Comitato portuale. Abbiamo
altresì riferito della conclusione di una prima fase
dell'inchiesta, con il deposito di una serie di
richieste da parte della Procura all'ufficio del Gip,
con l'ipotesi di reato di turbativa d'asta e abuso
d'ufficio. In merito – con una nota –, interviene
il dott. Gaetano Mobilia, presidente della “Compagnia
del Mare”-Messina Hub Navale”, per «precisare di
non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione
ufficiale e per dire che «ne prende atto con estremo
stupore». «Il sentimento di profondo rispetto nei
confronti di eventuali indagini in corso – prosegue
Mobilia –, pur nella consapevolezza di aver sempre
operato con la massima trasparenza ed in piena
legalità, non consente in questa sede di svolgere
alcun commento in ordine alle anticipazioni
giornalistiche. La “Compagnia del Mare” manifesta
– conclude Mobilia –, la propria piena ed
incondizionata fiducia nell'operato degli organi
inquirenti ed ha già anticipato a mezzo dei propri
legali di fiducia, prof. Mario Caldarera ed avv. Nino
Favazzo, la più ampia disponibilità a fornire ogni
utile chiarimento sulla vicenda al solo fine di
consentire e di ricostruire la verità nel più breve
tempo possibile».
Iter
ancora lungo – Si spacca il Ccd
Città-mercato:
placet del Consiglio comunale con 20 voti favorevoli
G. L. R
Venti favorevoli, 4 astenuti e un contrario: è
passata intorno alle 17 di ieri, in Consiglio
comunale, la variante al Prg per la realizzazione
della città-mercato con annessi verde attrezzato,
parco giochi, cinema multisala, elipista per il
distaccamento nord dei VdF e parcheggi in un'area di
100mila metri quadrati nelle ex cave di sabbia sulla
Panoramica. Le polemiche l'hanno fatta da padrone
anche ieri: prima in 3ª commissione poi in Consiglio.
I Ds, incassato il parere negativo dell'Urbanistica e
la successiva bocciatura degli 8 emendamenti
presentati, hanno deciso di abbandonare l'aula. Dalla
«radiografia» del voto emerge una spaccatura nella
maggioranza, in particolare nel Ccd, partito
dell'assessore che ha proposto la delibera, Gianpiero
D'Alia. I 4 astenuti, infatti, sono tutti della
«Vela»: il capogruppo Terranova, Santalco, Puglisi e
Rizzo. Il voto contrario è dell'indipendente
Centofanti. Favorevoli: Abbate, Amata, Burrascano,
Capillo, Capurro, Crifò, Crupi, Cucinotta, D'Amore,
De Salvo, De Stefano, Donato, Franchina, Galli, Livio,
Mangano, Mondello, Romeo, Santoro e Violato.
L'iter che porterà alla realizzazione del
mega-progetto dell'«Adroma impianti» di
Castellammare di Stabia, inserito tra i 21 progetti
privati nel Prusst, è ancora piuttosto lungo. Si
parla di almeno 6 mesi per la prima pietra, certamente
dopo il rientro in città del Prg attualmente
all'esame del Cru. Approvata in Consiglio, la delibera
sarà pubblicata per 20 giorni, entro i quali i
cittadini interessati potranno presentare eventuali
opposizioni e/o osservazioni. Poi tutto l'incartamento
sarà girato all'Urbanistica, i cui dirigenti dovranno
apporre uno per uno i loro pareri. Dopo le opposizioni
e le osservazioni saranno votate singolarmente in
Consiglio. Infine, il malloppo andrà al gruppo XXX
dell'assessorato regionale al Territorio e al Cru, che
esprimerà il suo parere definitivo.
Il
sindaco ha verificato il programma dei lavori con la
«Gepco»: fino al 30 aprile saranno eseguiti collaudi
e verifiche
«Tram ultimato
entro il 15 febbraio»
Nuovo
percorso obbligato per i Tir sbarcati dalle Fs e
diretti in autostrada
Giuseppe Lo Re
Passato il 31 dicembre, il termine per ultimare i
lavori del tram è il 15 febbraio. E va rispettato al
minuto, senza intoppi o tentennamenti, in modo da
iniziare con ampio margine la fase delle verifiche e
dei collaudi, che dovranno essere completati entro la
scadenza improrogabile del 30 aprile. L'ammonimento è
stato lanciato ieri mattina dal sindaco, che ha
presieduto una riunione con la direzione lavori e i
responsabili dell'impresa «Gepco-Salc».
Leonardi ha chiesto di rispettare la «tabella di
marcia» senza diminuire la forza lavoro nei cantieri.
Insomma, ha sollecitato la stretta finale
nell'interesse di tutti: del Comune, della
cittadinanza e della stessa impresa. Tutto dovrà
essere a posto prima dell'inizio delle verifiche
finali, che «accompagneranno» l'iter fino
all'ingresso in esercizio del tram previsto nella
prossima estate. In attesa di quest'«evento» la
commissione regionale di collaudo sarà in città già
nei prossimi giorni, per controllare l'andamento degli
interventi. Poi tornerà subito dopo la metà di
febbraio.
Bypass sul viale Boccetta — La
risposta della «Gepco» alle sollecitazioni è stata
positiva. I segnali si vedranno già nei prossimi
giorni, quando dovrebbero essere chiusi i cantieri
sulla via Vittorio Emanuele. Stabilito anche che entro
il 14 gennaio sarà aperta una corsia nella parte a
valle del viale Boccetta, in modo da consentire il
collegamento tra via Garibaldi e il tratto iniziale
del viale della Libertà, attualmente reso impossibile
dalle recinzioni della ditta ligure.
Un'altra ordinanza per i camion — Altro
problema discusso ieri mattina è la strozzatura
creata dai camion, che procedono da sud a nord,
costretti a svoltare da via Garibaldi al corso Cavour
davanti alla Prefettura. Il sindaco ha suggerito una
modifica all'assessore, Turi Rizzo e al comandante
della Polizia municipale, Calogero Ferlisi.
Quest'ultimo già nel primo pomeriggio di ieri ha
effettuato un sopralluogo. E stamattina, insieme al
dirigente della ripartizione Viabilità, Mario Pizzino,
lavorerà per la predisposizione di un'ordinanza. In
sostanza, sarà vietato di utilizzare lo svincolo di
Boccetta ai camion sbarcati dalle Fs o dagli
imbarcaderi di «Ngi» e «Meridiano lines».
«La soluzione – ha spiegato Ferlisi – eviterà
problemi al traffico nella zona della Prefettura e,
soprattutto, consentirà un'organizzazione più logica
dei flussi». I mezzi pesanti, con cartelli e
segnalazioni adeguati, saranno dirottati, appena
sbarcati all'altezza del viale S. Martino, in
direzione di via Campo delle Vettovaglie. Poi,
attraverso via La Farina e il viale Europa,
imboccheranno l'autostrada a Messina centro.
In servizio gli ausiliari — Giornata
di riunioni operative, quella di ieri, anche in vista
dell'entrata in servizio dei 15 nuovi ausiliari del
traffico. Si tratta di ex ispettori dell'Atm che hanno
superato una selezione ad hoc, con la supervisione
della Polizia municipale. Mercoledì hanno ricevuto
palette, fischietti e blocchetti per le multe. Da oggi
saranno in strada, inizialmente accompagnati dai
Vigili urbani in una sorta di «tirocinio» che
dovrebbe durare un mese.
I 15 avranno «licenza di multa», con particolare
riferimento alle «situazioni che creano ostruzione al
transito degli autobus». L'attenzione, quindi, sarà
incentrata soprattutto sulle corsie preferenziali di
via Garibaldi.
Fonte: gds
Euro, ritoccati i biglietti su
traghetti e autostrada
Enzo Gallo
I disagi creati dall'introduzione
dell'Euro, non riguarda solo banche, poste od esercizi
commerciali. Infatti ieri mattina si sono create file
agli imbarcaderi sia pubblici che privati, proprio per
i problemi riguardanti il pagamento con la nuova
moneta. Sul viale della Libertà per gran parte della
mattinata, i vigili urbani sotto una pioggia battente,
hanno avuto il loro da fare per poter far defluire il
traffico, bloccatosi per le code di auto in attesa di
traghettamento.
Causa delle lunghe attese (in media un'ora per poter
solcare lo Stretto), "intoppi" creati dal
pagamento dei biglietti in euro o perlopiù dal resto
che veniva girato agli automobilisti in centesimi. In
molti si sono bloccati perch‚ non riuscivano a far
quadrare i conti nel loro portafoglio. In più la
sgradita sopresa della maggiorazione del costo del
biglietto. Sino a dicembre una corsa coi traghetti
privati costava 30.000 lire, nella stessa giornata,
mentre adesso si paga 16 euro e 40 centesimi circa,
pari a quasi 32.000 lire.
Anche ai caselli autostradali sulla A18 e sulla A20,
il pedaggio minimo è passato dalle vecchie 1.900 lire
ad un euro tondo (1936,27).
"Messinambiente", La Cava
(An) vicino alla nomina di presidente
Erano 35, sino a ieri, le candidature giunte a palazzo
Zanca per le poltrone di presidente e consigliere
d'amministrazione della Messinambiente, la società
che cura la raccolta dei rifiuti. Mentre appare sempre
più scontata la nomina di Sergio La Cava, esponente
di An ed amministratore della Ngi, l'amministrazione
comunale si appresta quindi ad aprire le buste
consegnate in segreteria. Nessuna notizia ufficiale
sui nomi in lizza ma soltanto attendibili
indiscrezioni. Tra i candidati che hanno presentato il
curriculum figurano, oltre a La Cava anche l'ex
assessore comunale Pietro Currò del partito
repubblicano, l'architetto Saro Pizzino del partito
socialista, Giuseppe Cafeo (presentato dal capogruppo
di Forza Italia Giuseppe Capurro), e Carmelo Ietto.
Tra i concorrenti al posto di revisore figurano invece
Antonio Torrisi, (presentato da Elvira Amata); Elio
Capillo (presentato da Fabio D'Amore) e Panizza
Scarcella (dall'unione commercianti).
Il prefetto: verrà data
priorità ai progetti realizzati da enti pubblici
Giusi Parisi
Entro il 12 gennaio il primo passo
per la realizzazione dei due approdi d'emergenza di
Tremestieri, in prossimità dello svincolo
autostradale. Il prefetto, nominato Commissario
delegato per l'attuazione e la realizzazione
dell'opera dovrà costituire un comitato
tecnico-amministrativo con funzioni di consulenza su
questioni di carattere giuridico, sull'esame dei
progetti da attuare sotto il profilo della qualità
tecnica e sulla congruità economica.
Perch‚ il prefetto e non il sindaco, come a Milano e
Venezia, come commissario dello stato d'emergenza?
"Da quanto ho appreso - dice Giosuè Marino - la
richiesta è venuta direttamente dal sindaco Leonardi
in quanto attualmente impegnato su più fronti nel
portare a soluzione le altre emergenze della città.
Ha creduto che la soluzione prospettata fosse la più
idonea, efficace e tempestiva, attraverso un sinergico
coinvolgimento di tutti gli enti interessati a
perseguire lo scopo. Si utilizzano, così, le speciali
prerogative previste dall'ordinanza del ministro
dell'Interno".
Come si muoverà per realizzare l'incarico conferito?
"Potrò avvalermi d'un comitato del quale fanno
parte un avvocato dello Stato, un magistrato
amministrativo, un dirigente del ministero dei
trasporti oltre a rappresentanti dell'assessorato
regionale al Territorio, dei Lavori pubblici, dei Beni
culturali, dell'Anas e del Comune. La stessa ordinanza
prevede che mi posso avvalere di tutte le
amministrazioni competenti a vario titolo".
Per le designazioni, ha già in mente qualche nome?
"Ho avviato i contatti necessari sia pure con le
difficoltà del periodo festivo in corso. Tra sette
giorni, però, tutto sarà pronto".
Chi potrebbe remare contro il Commissario?
"Credo sia maturata in città la consapevolezza
di dover trovare una soluzione definitiva
all'attraversamento dei Tir. Francamente, mi è
difficile immaginare avversioni. Disponiamo d'uno
strumento eccezionale ed è necessario che tutti
insieme lo si utilizzi al meglio".
Basteranno i progetti di Franza e Matacena? O verranno
coinvolti anche gli enti pubblici?
"E' previsto che mi possa avvalere delle
progettualità elaborate da amministrazioni pubbliche.
Se ciò sarà possibile, ed in tempi assolutamente
contenuti, tanto meglio. In caso contrario, bisognerà
fare altrimenti".
Chi ha più "chance" di vincere l'appalto a
trattativa privata?
"Non è un problema di "chance". Si
tratta soltanto di muoversi il più velocemente
possibile coerentemente alle indicazioni del ministero
utilizzando, ove possibile, quanto le amministrazioni
pubbliche hanno già espresso o sono in grado di
apprestare".
Quelli di Tremestieri sono solo approdi d'emergenza o
diventeranno stabili?
"Gli approdi saranno parte d'un progetto più
complessivo. Ci siamo ormai abituati a definirli
d'emergenza perch‚ sono la risposta immediata ad una
situazione che pesa gravemente sulla città. E' chiaro
che una volta realizzati dovranno essere completati
secondo le scelte espresse dal Comune".
Perderanno valore gli approdi d'emergenza con la
costruzione del ponte?
"L'ordinanza risponde alla finalità di
realizzare subito parte degli interventi strutturali
scelti l'anno scorso dalla municipalità. E' questa
che si è intestata, legittimamente, la
responsabilità di individuare il sito degli approdi.
L'ordinanza si muove nel rispetto delle scelte del
sindaco e del consiglio comunale. Comunque, tempi
tecnici indispensabili per la costruzione del ponte
giustificano ampiamente la realizzazione degli
interventi a Tremestieri".
Gli ausiliari per il traffico, da
oggi l'avvio del servizio
Enzo Gallo
E' slittato di 24 ore, l'inizio
della nuova occupazione da parte dei 15 ispettori
dell'Atm sulle strade cittadine. Infatti solo da
stamane vedremo i nuovi " controllori del
traffico", operativi sulle corsie preferenziali
così come disposto dal Comune di concerto con la
polizia municipale.
Il loro compito principale, sarà quello di non fare
parcheggiare le autovetture sulle corsie destinate ai
bus, contraddistinte dalla linea gialla, facendo sì
che la corsa del mezzo pubblico possa essere più
fluida rispettando gli orari di percorrenza. Il nuovo
servizio è slittato di un giorno in quanto ieri si
sono dovuti mettere a punto alcuni dettagli fra i
nuovi ispettori e i vigili urbani.
Tant'è che nella stessa giornata, si è svolta una
riunione fra i 15 ausiliari del traffico, alcuni
dirigenti dell'Azienda trasporti ed il tenente dei
vigili urbani, Santi Vita. Gli ispettori saranno
riconoscibili per il tesserino, consegnato
direttamente dal sindaco, per una divisa blu, ma
soprattutto per una fascia al braccio con la scritta
"ausiliario del traffico".
Da oggi dunque, i cittadini dovranno fare attenzione
alle nuove figure professionali, perch‚ oltre ad
elevare multe per divieto di sosta sulle corsie
adibite al mezzo pubblico, controlleranno gli autobus
anche dall'interno. Anche da Roma arrivano notizie
confortanti sui nuovi ispettori. Infatti nella
capitale il servizio è attivo già dallo scorso anno,
dando appieno i frutti sperati all'inizio.
Consiglio comunale, sì a
maggioranza per l'ipermercato sulla
"Panoramica"
Emilio Pintaldi
La delibera sulla variante al piano regolatore che
riguarda la realizzazione di un ipermercato e di una
grande area attrezzata sulla Panoramica dello Stretto
passa a maggioranza (otto ore di dibattito) a Palazzo
Zanca ma lascia sul campo gravi strappi all'interno
del centrodestra. In gioco un megaprogetto da 94
miliardi lanciato attraverso i progetti di
riqualificazione urbana dalla "Adroma" di
Castellamare di Stabia.
Il Consiglio in pratica ha dato il placet alla
trasformazione di 50.000 metri quadri, in deroga allo
strumento urbanistico, ad attività commerciali e
servizi. Alla fine, dopo una lunga seduta di
commissione iniziata alle 10 del mattino ed una
riunione di consiglio conclusasi soltanto alle 17,45,
il provvedimento è stato approvato con venti voti
favorevoli, un voto contrario (Calogero Centofanti) e
quattro astensioni. Proprio questi ultimi quattro voti
rappresentano il fatto politico più importante della
serata.
Ad astenersi infatti sono stati il capogruppo del Ccd
Giuseppe Terranova ed i tre consiglieri Carmelo
Santalco , Giuseppe Pugliesi e Giuseppe Rizzo. In
pratica ben quattro dei sei consiglieri del Ccd hanno
voltato le spalle a chi aveva proposto la delibera: il
vicesindaco Giampiero D'Alia, parlamentare della Vela
e figlio del leader del partito Totò. Una posizione
di distinguo che materializza sempre più quel gruppo
di dissidenti rimasti sin ad oggi nell'ombra e molto
vicino al deputato Pippo Naro. Un'astensione motivata
dalla necessità di attendere prima di votare
qualsiasi variazione l'approvazione del nuovo piano
regolatore.
Assenti per Forza Italia al momento del voto Raimondo
Burrascano, Roberto Sparso e Giuseppe Giliberto. I
vertici di Fi, pur esprimendo un parere favorevole
sull'impianto generale del provvedimento avevano
lasciato liberi i consiglieri di esprimere il proprio
voto. Rocco Crimi, parlamentare azzurro e dirigente
nazionale di partito eletto nel collegio nord, non
aveva nascosto la sua contrarietà al progetto. In
aula assenti il sindaco ed i componenti della giunta.
Il voto finale è avvenuto senza la presenza dei
consiglieri del centrosinistra che hanno abbandonato
l'aula in segno di protesta dopo che uno ad uno erano
stati bocciati tutti gli emendamenti ed il tentativo
di rinviare di 24 ore il dibattito.
Accesi gli interventi del Ds Filippo Tommasini e degli
ex assessori Gaetano Giunta e Luigi Beninati
sintetizzati dalle ultime parole pronunciate dall'ex
assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Mangiapane.
"Quest'atto è indegno per questa città".
Secondo il centrosinistra il provvedimento non avrebbe
tenuto in alcun conto le valutazioni commerciale,
occupazionale ed ambientale richieste dalla legge. Nel
progetto figurano la realizzazione di una serie di
servizi che saranno realizzati dai privati ma ceduti
alle istituzioni: una caserma dei vigili del fuoco, un
eliporto, un parco giochi, un cinema multisala, la
viabilità collegata al Ponte sullo Stretto.
Le Istituzioni
illegali
Bob Brown
L'episodio della "sanzione
amministrativa" elevata nei confronti di alcuni
dei partecipanti alla manifestazione contro
l'attivazione della linea Messina-Salerno dal molo
Norimberga, ovvero dal centro della città, non deve
meravigliare più di tanto ma deve finalmente
convincere i cittadini veri ed onesti del clima
da regime in cui si trova il Paese e quindi la
città di Messina.
E' inutile che qualche
"bacchettone" mascherato da alto
funzionario dello stato si affanni a ripetere che
l'atto era dovuto in quanto era stata
presentata una circostanziata denuncia da parte dei
soggetti "interessati" perchè, appena due
anni fa, non è stato mosso un dito da parte delle
forze dell'ordine nei confronti di una piccola
organizzazione di autotrasportatori che paralizzò
l'intera Sicilia infliggendole danni economici per
migliaia di miliardi (a proposito: lo sapete che la
sede catanese di quell'organizzazione è anche sede
delle "consorelle"del traghettamento sullo
Stretto di Messina?).
Visti i segnali precisi che vengono
dal governo nazionale che combatte strenuamente una
battaglia contro il potere giudiziario
"reo" di non volere archiviare gli ultimi
processi contro il premier e i suoi
"lacchè", è abbastanza ovvio che a
Messina non solo i politici ma anche gli alti
burocrati si pieghino ad esercitare il ruolo comodo
e gratificante dello "yesman".
E' da alcune di queste
considerazioni che bisogna partire per agire ed
incidere più concretamente non solo intensificando
le manifestazioni ma tenendo bene presente, per le
prossime elezioni, gli uomini politici che hanno
favorito tutto questo ovvero i consiglieri comunali
che hanno votato la delibera per il doppio approdo,
una certa sinistra da sempre "organica" al
potere dei traghettatori ovvero quella stessa
sinistra che ha "piazzato" suoi uomini
all'Autorità Portuale, all'Ente Porto e,
addirittura, in testate televisive che, a
chiacchiere, combattono i cosiddetti
"predatori" dello stretto.
5/01/2001
Fonte: gazzetta del sud
atm / Da ieri attivo il
servizio di controllo sulle corsie preferenziali
In campo i “sorveglianti”
Da ieri è più “rischioso” percorrere le corsie
preferenziali oppure lasciarvi l'auto in sosta: sono
infatti entrati in pieno servizio i 15 “ispettori”
indicati dall'Atm e nominati mercoledì dal sindaco
ausiliari del traffico. Il servizio è stato avviato
in sinergia con il comando dei vigili urbani, i cui
agenti coadiuveranno gli ispettori, ex autisti
promossi alla qualifica di “addetti all'esercizio”
e che anche se con compiti di sorveglianza del
traffico limitati alle corsie preferenziali,
rimarranno, come sottolinea il direttore generale
dell'Atm Claudio Conte, comunque alle dipendenze
dell'azienda. La sorveglianza sarà appunto
incentrata sulle corsie preferenziali, dove gli
ispettori potranno elevare multe e richiedere
l'intervento del carroattrezzi, per il primo mese
con la collaborazione di agenti di polizia
municipale che insegneranno il “mestiere” e poi
autonomamente, in attesa, tra l'altro, di essere
forniti di telefoni cellulari e mezzi. In
prospettiva, comunque, il servizio verrà effettuato
proprio a bordo degli autobus, per la cui “tutela”
il controllo è stato ideato. Troppo spesso,
infatti, la corsia diventa “preferenziale” per
gli automobilisti, che la usano come pista riservata
o come comodo parcheggio di fronte al negozio di
turno, causando gravi ritardi nei tempi di
percorrenza dei bus. E ieri mattina un gruppo di
ispettori accompagnato da alcuni vigili si è “sguinzagliato”
sulla via Garibaldi, dove ogni giorno è possibile
osservare una teoria di mezzi Atm incolonnati nella
corsia preferenziale invariabilmente intasata di
auto, e sono anche fioccate le prime multe. L'area
di esercizio degli ispettori si estende a qualunque
strada nella quale sia istituita una corsia
riservata, anche se le zone “calde” ricadono in
particolare fra le piazze Cairoli e Castronovo. Gli
ispettori saranno riconoscibili non solo per il
fischietto e la paletta, ma anche per la divisa Atm
e il tesserino di ausiliare del traffico, consegnato
dal sindaco nei giorni scorsi nel corso di una
cerimonia.
L'Ordine degli Architetti
preannuncia l'opposizione
Natalia La Rosa
La Regione vuol
vederci chiaro nell'approvazione del piano
particolareggiato per le ex cave di sabbia sulla
Panoramica e prepara l'invio degli ispettori a
Palazzo Zanca. L'assessorato regionale al Territorio
e ambiente ha infatti scritto al Comune per chiedere
chiarimenti sulla procedura che ha portato al voto
favorevole in consiglio comunale sulla delibera
riguardante la realizzazione di un ipermercato e di
un'area dedicata a servizi (eliporto, caserma dei
vigili del fuoco, cinema) sulla Panoramica.
«L'assessore Bartolo Pellegrino e il direttore
generale dell'assessorato Nino Scimeni – spiega il
deputato regionale Filippo Panarello, firmatario di
un'interrogazione parlamentare sull'argomento – mi
hanno confermato che la procedura è partita con la
richiesta di chiarimenti cui, se non sarà dato
riscontro nel giro di tre-quattro giorni, seguirà
l'invio degli ispettori. Da parte mia, sulla base
dei nuovi atti – prosegue il deputato diessino –
sto predisponendo un'interpellanza per chiedere
ulteriori verifiche sulla proposta di delibera della
giunta approvata in Consiglio e sull'intero iter
dell'adozione, chiaramente viziato sul piano
procedurale». Intanto, è unanime il fronte di
opinioni contrarie all'imponente progetto di
edificazione. «Non ho ancora visto il progetto, che
mi riservo di approfondire, come cittadino e
professionista, ma ho come l'impressione che il
figlio sia nato prima del padre – è il commento
del presidente dell'Ordine degli architetti Dario la
Fauci –. Mi chiedo, poi, se nella delibera di
Giunta siano stati previsti anche gli espropri
connessi alla realizzazione del piano
particolareggiato, così come richiede la legge. La
zona, tra l'altro, mi sembra inadatta non solo sotto
il profilo viabile, ma anche pensando alla
necessaria realizzazione delle opere di
urbanizzazione. Si è andati troppo veloci, mentre
altre opere pubbliche restano bloccate. Il direttivo
dell'ordine presenterà opposizioni al piano e per
questo richiederà tutti gli atti: anche noi avremmo
dovuto essere interpellati, mentre è del tutto
mancato il confronto». Anche il capogruppo dei Ds
Giuseppe Mangiapane torna sull'argomento, parlando
di «regali di Natale ai proprietari del terreno e a
un soggetto imprenditoriale privato» e giudicando
il voto del Consiglio come «un atto di sfiducia nei
confronti del sindaco». La Confesercenti, in una
nota firmata dal presidente Salvatore Sciliberto,
annuncia «forme di protesta civile» che il
consiglio direttivo sta organizzando, mentre di
«sistema diffuso di illegalità» e di «gestione
fallimentare del territorio» parla il Comitato La
nostra città. Anche l'associazione dei commercianti
di Barcellona “24 Marzo”, con una nota del
presidente Salvatore Villarosa, afferma che «la
nascita di una megastruttura a Messina
penalizzerebbe in modo irreversibile quanto rimane
delle piccole attività commerciali sia nel
capoluogo sia nei Comuni che orbitano nel raggio di
circa 30 chilometri. L'Unione europea spende per
incentivare le piccole attività commerciali: il
Comune di Messina, invece, dopo avere sbandierato la
partecipazione ai “sistemi commerciali integrati”
attiva ora la città mercato. Ciò che noi come
associazione non riusciamo a comprendere è la
totale assenza d'intervento da parte delle
associazioni di categoria, Confcommercio e
Confesercenti». Prendono, tempo, invece, gli
ambientalisti che non sono mai intervenuti
ufficialmente nel dibattito acceso durante l'iter
consiliare della delibera e che non lo faranno prima
di qualche settimana: «Ci pronunceremo – annuncia
Daniele Ialacqua, presidente del circolo di
Legambiente Messina – dopo una riunione con gli
altri circoli che convocheremo la prossima
settimana. Comunque in passato siamo sempre
intervenuti su quell'area che doveva essere
ripristinata dal punto di vista ambientale con
l'eliminazione delle cave, ma nessuno ci ha mai
ascoltati. Le battaglie vanno fatte nei momenti
opportuni e allora sarebbe stato un vantaggio per la
città, ora non sappiamo se quell'area potrà essere
sottratta alle grinfie di chi vi ha messo gli occhi
addosso. Quanto le pressioni siano forti si vede,
tra l'altro, anche dal contrasto tra il sindaco e la
sua maggioranza». «Non è comunque ancora detta
l'ultima parola – osserva il direttore della
Confcommercio Roberto Corona – Attiveremo tutte le
iniziative volte a difendere la rete distributiva
cittadina e ci opporremo a questa delibera. Tra
l'altro non è stata data ancora alcuna
autorizzazione amministrativa, per la quale
occorrerà una concertazione a livello comunale. Non
cerchiamo di difendere interessi corporativi, ma
vogliamo che l'economia locale venga valorizzata e
non soffocata».
La vicenda Dall'inserimento
nel Prusst del progetto Edil-Tecnos al subentro
dell' Adroma
I “perché?” su un iter-lampo
Max Passalacqua
Una lunga storia,
caratterizzata però da “accelerazioni” nei
momenti giusti. Una vicenda all'ombra della quale si
scontrano non solo interessi economici, ma anche “giochi”
politici o di potere. L'approvazione in Consiglio
comunale del piano particolareggiato chiude un iter
iniziato nel '99 con la presentazione, nell'ambito
del programma Prusst, del progetto redatto
dall'arch. Pasquale La Spina per conto della
Edil-Tecnos che prevede un investimento di 94
miliardi 28 milioni per la realizzazione di un
centro commerciale (22.000 mq di superficie
coperta), parcheggi, verde attrezzato, un eliporto,
un rifornimento di benzina e la caserma dei Vigili
del fuoco nell'area delle cave di sabbia sulla
Panoramica. La previsione è di 200 posti di lavoro
e un fatturato annuo di almeno 250 miliardi «in
funzione delle ricerche fatte sul bacino di utenze
di una struttura dimensionata come in progetto». Al
momento, chiarisce La Spina nella relazione, «sia
il Prg vigente sia quello in progetto non prevedono
zone omogenee con la destinazione commerciale e
quindi la società ha richiesto (con ricorso alla
Variante al Prg) la trasformazione dell'area». Alla
richiesta di integrazioni sulla partecipazione al
Prusst da parte dell'assessore Gianfranco Scoglio,
l'amministratore unico della Edil-Tecnos il 15
luglio '99 chiarisce che «l'insediamento è
compatibile con la logica di destinazione impressa
dalla Variante generale all'area de qua . La
classificazione è, per consistente e prevalente
parte, commerciale e con autonoma osservazione alla
Variante al Prg la società ha richiesto la
destinazione dell'intera area a “zona
polifunzionale e di interesse collettivo a
prevalente destinazione commerciale” (F1f)»; a
curare la realizzazione, insieme alla Edil-Tecnos,
sarà la Russottifinance, mentre «l'iniziativa
sarà gestita da un primario operatore del settore,
e sotto i suoi marchi. Comprensibili esigenze di
riservatezza imprenditoriale – scrive
l'amministratore della società – richiedono che
il nominativo di tale impresa del settore sia
comunicato solo in sede di valutazione nel merito
della proposta dietro richiesta
dell'amministrazione». Con la “garanzia” di
questi grossi nomi, il progetto prende subito un
abbrivio notevole: il 22 luglio '99, la Consulta per
la formazione del Prusst dà il via libera al
progetto della Edil-Tecnos, che trova l'approvazione
anche da parte del direttore di Confcommercio,
Roberto Corona (che invece oggi si oppone alla
delibera come l'ing. Edoardo Milio, anche lui
componente la Consulta): «Il dr. Corona – si
legge nel verbale – ritiene che è necessario
guardare alla funzione sociale del commercio, alla
integrazione delle grandi attività con quelle
piccole e quindi al nulla osta che la Regione dovrà
rilasciare per le grandi strutture di vendita. Le
aree individuate sembrano compatibili con gli
strumenti urbanistici e quindi con i princìpi di
sviluppo della rete commerciale. Tali insediamenti
escludono la possibilità, per il prossimo futuro,
del rilascio di ulteriori autorizzazioni al fine di
non recare danni al sistema distributivo
esistente». Lo stesso sindaco Leonardi, il 21
settembre '99, invita il comando provinciale dei
Vigili del fuoco «a inoltrare, direttamente al
competente assessorato regionale, il progetto di
massima o esecutivo della caserma dei pompieri
localizzata nel “Progetto di un centro
polifunzionale di interesse collettivo a prevalente
carattere commerciale”, per ottenere la relativa
autorizzazione». E l'11 agosto 2000, l'osservazione
numero 337 alla Variante al Prg, a nome Tomasello
Antonino e altri, per «la modifica da zona
F1-Sp-Viabilità-E1 a zona F1f», con il parere “neutro”
degli uffici in quanto «l'osservazione è molto
articolata ed incide profondamente in un modo
cruciale rispetto alle scelte strategiche del
Piano», viene approvata a spron battuto dal
Consiglio comunale. Votano contro Fazio e Tommasini,
si astiene Violato, tra i 18 favorevoli anche
Puglisi, Rizzo e Santalco del Ccd: tre dei quattro
amici di Pippo Naro che giovedì si sono invece
astenuti sulla delibera presentata dall'assessore
Gianpiero D'Alia dello stesso partito. Cos'è
accaduto nel frattempo? Perché Leonardi, Corona e
alcuni consiglieri cambiano idea? Difficile dirlo.
Fatto sta che l'11 ottobre 2000 Domenico Barbato,
amministratore unico dell' Adroma Impianti (con sede
sociale a Castellammare di Stabia e capitale di
appena 200 milioni!), comunica al Comune di aver
acquisito la disponibilità giuridica dei terreni
privati nella zona delle cave di sabbia e di
subentrare alla Edil-Tecnos nel Prusst per il
progetto di centro commerciale. Da questo momento,
se da una parte “nascono” certe opposizioni alla
linea degli assessori Scoglio e D'Alia, dall'altra
la delibera prende definitivamente il volo, con il
passaggio “a marce forzate” in commissione e in
aula nonostante i dubbi di regolarità procedurale
avanzati dall'opposizione e persino di “pressioni”.
Insomma, i perché? in questa vicenda sono davvero
tanti.
Entrerà in vigore lunedì un decreto
del ministero dei Trasporti e Navigazione
Porto, misure di sicurezza
Tutte le navi fino a 6000 tonnellate
dovranno collegarsi alla centrale di pilotaggio
AlessandroTumino
Da lunedì mattina
scatterà una piccola grande rivoluzione nella
disciplina della navigazione nel porto. Non si
tratta di una novità solo messinese. Il decreto
adottato dal ministero dei trasporti il 18 dicembre
scorso riguarda anche i porti di Catania e di Reggio
Calabria. Entrerà in vigore il servizio di
pilotaggio obbligatorio per tutte le navi con una
stazza compresa tra le 500 e le 6000 tonnellate che
entrano, escono o compiono manovre nelle acque
portuali. Il pilotaggio sarà garantito tramite il
collegamento con una stazione radio “Vhf”,
affidata alla corporazione dei piloti e che sarà
temporaneamente insediata nella sede lato mare della
Capitaneria. Dall'obbligo del pilotaggio
obbligatorio erano esentate soltanto le navi
traghetto delle Ferrovie e le ragioni di
quest'antica deroga erano comprensibili. Per
decenni, infatti, le Fs, concessionarie esclusive
delle invasature del molo Rizzo hanno rappresentato
gli unici vettori di collegamento stabile con la
Calabria che utilizzassero le banchine del porto. Ma
con un'accelerazione negli ultimi anni tutto è
cambiato. Le acque portuali sono solcate anche dalle
navi delle società private come la Meridiano o la
Ngi che effettuano ogni giorno, con molteplici
corse, l'imbarco e il traghettamento di tir e
automezzi. Senza contrare che in due fasce orarie
quotidiane (l'arrivo alle 20 da Salerno, la partenza
all'una di notte da Messina) si inseriscono le
manovre della “Cartour” del gruppo
Tourist-Caronte, ovvero il servizio di collegamento
“Messina-Salerno” che ha aperto l'“autostrada
del mare”. Su questo scacchiere complesso si
coglie bene la finalità del pilotaggio obbligatorio
per tutti i vettori, e quindi la revoca della deroga
accordata per decenni alle Fs. L'obbligo posto dal
Ministero “abbraccia”, inoltre, un più ampio
specchio di mare che fronteggia la città: «La zona
entro la quale il pilotaggio è obbligatorio – ha
scritto il direttore dell'Unità di gestione
Infrastrutture, Massimo Provinciali – è
delimitata nel modo seguente: l'intero ambito
portuale e l'avamposto fino alla distanza di un
miglio e mezzo dal raggio della Madonnina; a Torre
Faro, la zona di mare compresa tra Punta sottile e
il traverso del Campanile della chiesa di Ganzirri,
per una profondità di 500 metri dalla linea di
costa. Il decreto fa poi una sottile distinzione in
relazione alla stazza. Le navi che vanno dalle 500
alle 2500 tonnellate, si avvarranno del collegamento
radio “Vhf” quando il comando di bordo della
nave mostrerà di conoscere la lingua italiana,
sempreché non sia richiesto l'uso del
rimorchiatore. Le unità più grosse – ovvero
quelle con una stazza da 2500 a 6000 tonnellate –
devono invece avvalersi del collegamento con la
stazione radio se non fanno uso del rimorchiatore.
In ogni caso la Sala operativa della Capitaneria
potrà imporre la presenza del pilota a bordo
«qualora particolari condizioni meteomarine e di
traffico lo richiedano ai fini della sicurezza della
nave, del porto e della navigazione». Al mosaico
della nuova previsione per la sicurezza è venuto
però meno un tassello di una certa importanza. La
centrale radio dei piloti, che adesso sarà
collocata in Capitaneria, avrebbe dovuto essere
posizionata in una sede ottimale per esercitare
quest'assistenza, che era stata individuata
dall'Autorità portuale e dalla Capitaneria
all'interno di uno stabile a due piani della
cittadella fieristica. Ma adesso, per comprensibili
ragioni derivanti dall'inchiesta penale sulla
concessione delle aree demaniali di viale della
Libertà, questa prospettiva risulta al momento “congelata”.
Molo Norimberga: via alle
demolizioni per recuperare la banchina nord-est
Non dovrebbero esserci più impedimenti per il
recupero alle funzioni portuali della banchina
nord-est del molo Norimberga: il punto d'ormeggio
più riparato e sicuro, a San Raineri, nelle
giornate di maltempo. Il Tar, infatti, ha rigettato
l'istanza di sospensiva che i legali del cantiere di
riparazioni che occupa il relativo spiazzale (privo
di concessione) avevano presentato contro le
ingiunzioni di sgombero dell'Autorità portuale. È
un'occupazione abusiva che – nonostante alcuni
atti di buona volontà dell'occupante – impedisce
di fatto l'uso di una preziosa banchina. La
Capitaneria, responsabile della sicurezza della
navigazione nel porto, aveva interessato del caso la
Procura. L'uso della “nord-est” del molo
Norimberga sarebbe, oggi, doppiamente importante. I
lavori di ristrutturazione delle banchine centrali,
infatti, e l'aumento dei traffici commerciali, di
cabotaggio, croceristici, richiede il maggior numero
di ormeggi: tanto più se, come nel caso della “nord-est”,
danno garanzie di sicurezza in qualunque condizione
climatica. Alla fine del 2001 l'urgenza ha assunto
connotati drammatici: prima, a novembre, un
incidente “rischiato” (denunciato dalle Fs) tra
la nave Cartour e un traghetto, poi, il 17 dicembre,
lo “scontro” senza gravi conseguenze davanti
alla prima invasatura delle Fs tra la nave della
Tourist-Caronte e due traghetti Fs. A seguito di
questi episodi il comandante della Capitaneria
Carmelo Maccarone ha prima revocato alla “Cartour”
l'uso della banchina di testata del Norimberga, poi
lo ha riconcesso con una serie di condizioni. Ne è
derivato che spesso (ad esempio ieri notte) la nave
dell'“autostrada del mare” deve andar via da San
Raineri ed occupare la centrale banchina Marconi.
Autorithy e Capitaneria sanno bene, inoltre, che tra
pochi mesi a San Raineri cominceranno i lavori da 25
miliardi per la ristrutturazione integrale e la
creazione del grande terminal commerciale. Appare
evidente dunque come la “nord-est”
rappresenterà sempre più una valvola di sicurezza
per tutto il porto. Si avvicina, dunque, per il
cantiere (che ha un'altra sede a S. Raineri e deve
riorganizzarsi) il momento dell'esecuzione delle
ordinanze di sgombero
Fonte gds
Rimpasto, l'Udeur non molla:
"L'assessore Cardile non si tocca"
Emilio Pintaldi
"L'assessore Cardile non si
tocca". L'Udeur alza la voce, non ci sta a
sacrificare nelle operazioni di rimpasto che stanno
per coinvolgere il Comune e la Provincia un proprio
rappresentante. E così il 15 gennaio arriverà in
città il leader nazionale, Clemente Mastella che
avrebbe già chiesto un confronto con Leonardi.
Mastella sarà ufficialmente in città per
riorganizzare i vertici del partito rimasti
sguarniti dopo l'abbandono di molti autorevoli
rappresentanti. Proprio per questa mattina sul
rimpasto è previsto l'incontro decisivo tra i
leader del centrodestra. Salvatore Donato,
consigliere comunale e quindi unico punto di
riferimento per Palazzo Zanca dell'Udeur ha fatto
sapere a Leonardi che ritirare Cardile
dall'esecutivo equivale ad una dichiarazione di
guerra. "L'Udeur - ricorda Donato - ha
partecipato all'elezione di questo sindaco portando
14.000 voti".
Ipermercato, pure il sindaco si
dissocia
Il piano particolareggiato voluto dalla maggioranza
del Consiglio comunale è tutto basato su una
mistificazione nominale: una sorta di
"imbroglio" linguistico.
Il via libera ad una delle più aberranti colate di
cemento su uno dei siti paesaggistici più
suggestivi delle colline cittadine è stato infatti
"battezzato" quale "riordino
ambientale, riconversione e riqualificazione"
dell'area delle ex cave di sabbia di via Nuova
Panoramica.
Con questo provvedimento è stato fatto un bel
regalo di Natale ai proprietari del terreno che
avrebbero dovuto, per convenzione a suo tempo
stipulata con gli organi regionali competenti,
rinaturalizzare, cioè riconvertire a verde l'area,
spendendo qualche centinaio di milioni e invece ora
se la vendono per "sabbia d'oro
edificabile"; un bel regalo ad un imprenditore
privato che si vede riconosciuto il diritto di
realizzare un ipermercato in una condizione di
privilegio esclusivo e ciò senza prendere in
considerazione le altre richieste di altre imprese
commerciali.
E' avvenuto infatti che la maggioranza del consiglio
comunale invece di adottare il piano di urbanistica
commerciale, che per legge avrebbe dovuto fare entro
il 30 gennaio 2001 si è limitata a dare risposta
alla sola richiesta della cosiddetta "città
mercato".
Questa operazione per la fretta, per il rifiuto di
procedure corrette sul piano della dialettica tra i
gruppi politici e del rispetto delle norme
regolamentari, per il rifiuto delle consultazioni
delle associazioni dei commercianti, degli ordini
professionali e dei sindacati è da noi considerata
un grave "vulnus" alla democrazia prima di
tutto e ci pare discutibile sul piano della
legittimità per le procedure adottate.
Nel merito il nostro è un pesantissimo giudizio:
riteniamo che la maggioranza del consiglio comunale
con questo comportamento abbia prevaricato ignorando
le richieste di tanti altri favorendo corposi
interessi a danno di un'equilibrata programmazione
generale del commercio.
Riteniamo altresì, e questo è l'aspetto più
grave, che con questa deliberazione si sia violato
la direttiva di programmazione commerciale del
Decreto Regionale del 28 luglio 2000. Tali norme
infatti obbligano i comuni a "riconoscere
priorità alle domande di aperture di medie e grandi
strutture di vendita che prevedono la concentrazione
di preesistenti esercizi con l'impegno di assumerne
il personale".
Questo voto sul piano politico è un voto di
sfiducia al sindaco così come l'assenza del sindaco
in Consiglio e in commissione non è solo un
comportamento da Ponzio Pilato ma è un'autosfiducia.
Giuseppe Mangiapane
Capogruppo consiliare Ds
Fonte: la sicilia
Stamane
l'incontro tra sindaco e prefetto in vista della
nomina dello staff che dovrà supportare il
neocommissario
Approdo a sud:
prime scelte
Il
Comune ha già individuato il suo rappresentante
nella task force
Chiusa la parentesi festiva, si comincia a lavorare
sul serio. Il prefetto, Giosuè Marino, nominerà
entro la prossima settimana lo staff di supporto che
lo dovrà accompagnare fino alla realizzazione
dell'approdo d'emergenza a Tremestieri entro il
prossimo 31 dicembre. Malgrado numerosi uffici
fossero chiusi tra Natale e Capodanno, il neo
commissario nominato dal ministro dell'Interno,
Claudio Scajola, ha avviato numerosi contatti.
Il primo a rispondere è stato il sindaco, Turi
Leonardi, il quale ha individuato ieri il
rappresentante del Comune all'interno dell'organismo
consultivo. Si tratta di un alto dirigente tecnico
il cui nome sarà ufficializzato questa mattina, nel
corso di una riunione tra lo stesso Leonardi e
Giosuè Marino. Entro i prossimi giorni confluiranno
le indicazioni da parte degli altri Enti
interessati. Si va dall'Avvocatura dello Stato al
Tar di Catania, dal Ministero dei Trasporti
all'assessorato regionale ai Lavori pubblici, dal
Comune all'Enas. È la stessa ordinanza di
Protezione civile che fa riferimento alla necessità
dello staff di supporto. Il primo passo da compiere
sarà l'affidamento dell'incarico per la
progettazione esecutiva. È probabile che la scelta
del prefetto cada sul Genio civile Opere marittime,
che ha già predisposto gli elaborati di massima per
le prime due invasature. Sarà lungo l'iter che
precederà l'affidamento dei lavori a trattativa
privata: prima bisogna ottenere tutte le
autorizzazioni previste dalle legge. E qui entra in
gioco il vero ruolo del commissario, il quale potrà
avvalersi di poteri speciali che consentiranno di
limitare al massimo i tempi necessari ad ogni Ente
per esprimere il proprio parere.
La strada tracciata dall'ordinanza, comunque, è
molto chiara. Altrettanto chiaro è il termine del
31 dicembre per risolvere il problema
dell'attraversamento della città da parte dei Tir.
Anche in soldi sono immediatamente disponibili: si
tratta dei 41 miliardi di lire previsti dall'accordo
di programma–quadro tra Stato e Regione in tema di
grandi opere pubbliche. Della somma complessiva, 28
miliardi circa serviranno per la costruzione delle
opere a mare (due invasature) e dei collegamenti
viari; i restanti 13 saranno riservati alla
costruzione del tunnel che porterà direttamente
dall'approdo d'emergenza (intorno al quale sorgerà
successivamente quello definitivo) alla tangenziale.
Corsie
per i bus: multe a raffica in via Garibaldi
Già in
azione i 15 ausiliari del traffico – Vigili
urbani, i malumori del Sulpm
Hanno effettuato già diverse decine di multe i 15
ausiliari del traffico entrati in servizio ieri
mattina. Si tratta di ex ispettori dell'Atm che
hanno superato apposite selezioni supervisionate dal
comandante della Polizia municipale, Calogero
Ferlisi. Da ieri, accompagnati dagli agenti di
Polizia municipale in una sorta di tirocinio, si
occupano principalmente di consentire il regolare
transito dei bus nelle corsie preferenziali. Secondo
quest'indicazione, hanno riservato particolare
attenzione alla via Garibaldi, dove sono stati
sanzionati numerosissimi automobilisti che avevano
posteggiato in maniera irregolare ostacolando le
corse dell'Azienda trasporti.
Intanto, ieri il sindacato Sulpm è intervenuto ieri
sui problemi che riguardano la Polizia municipale.
«Sarebbe opportuno cominciare a salvaguardare la
salute degli agenti – scrive Orazio Rinaldi – e
non chiedere solo sacrifici presi dall'esigenza
morale di dare risposte immediate ai cittadini,
dimenticando che il personale disponibile è molto
al di sotto del numero previsto dall'organico». Di
conseguenza, il sindaco chiede un incontro con il
primo cittadino sui seguenti argomenti: concorso per
i Vigili che potrebbe essere bandito sicuramente
entro i primi 6 mesi del 2002; vestiario inesistente
e relativa convenzione con tre lavanderia a nord, al
centro e a sud; rotazione del personale in servizio
dal '95 in poi, mai attuata; aggiornamento
tesserini; parco macchine e auto dotate di tutti i
confort, con la possibilità di essere dotati di
arma d'ordinanza; istituzione di una squadra di
pronto intervento per acqua, fogna, luce e buche;
sicurezza e riconoscimento dell'infortunio sul
lavoro; patente di servizio; assegnazione dei
relativi profili e rispetto dei ruoli.
6/01/2002
Fonter: gazzetta del sud
Nel passaggio dalla
commissione all'aula la delibera “scompare”
ancora una volta!
È “sparita” ancora una volta la proposta di
delibera della giunta riguardante il piano
commerciale. Ma stavolta, rispetto a quanto era
accaduto in precedenza, – allorché il piano di
urbanistica commerciale non era stato iscritto
all'ordine del giorno della sessione consiliare né
inviato alla III commissione – la “sparizione”
va intesa nel senso proprio del termine. Da qualche
giorno, difatti, il presidente dell'organo ristretto
Antonio Crupi e gli impiegati dello “staff”
delle commissioni non riescono più a trovare
traccia della delibera che, nelle scorse settimane,
era stata mandata in Consiglio per essere trattata
ma non era stata poi chiamata in aula. L'atto, che
adesso dovrebbe tornare in commissione per essere
esitato e quindi esaminato dal Consiglio, a rigore
dovrebbe trovarsi alla presidenza dove, però (come
il presidente Filippo Livio ha spiegato a Crupi),
non è mai arrivato o si è perso. Quella del piano
commerciale è una vicenda strettamente intrecciata
con il Prg e con la città-mercato alle cave di
sabbia sulla Panoramica. La destinazione dell'area
nel piano particolareggiato acquisito
dall'amministrazione e votato giovedì in Consiglio
è infatti incompatibile con le indicazioni dello
strumento di programmazione delle rete commerciale e
distributiva, che a sua volta per legge si sarebbe
dovuto adottare preliminarmente all'approvazione del
Prg da parte del Consiglio regionale per
l'urbanistica. Da una parte, però, da Palermo sono
giunti segnali “distensivi” (l'esame della
Variante al Prg è iniziato senza la richiesta di
avere subito il piano commerciale), mentre
dall'altra è stata data precedenza alla delibera
riguardante la città-mercato, con tutte le
polemiche che ne sono conseguite. Ma l'approvazione
del piano commerciale resta propedeutica al parere
del Cru sul Prg, tanto che la delibera dovrebbe
essere chiamata in aula martedì 8 per la nuova
sessione. Sempre che, anche stavolta (in precedenza
ci vollero quindici giorni perché approdasse in
commissione, anche se non era materialmente “scomparsa”),
finalmente si trovi... (m.p.)
Il ds Filippo Panarello ha chiamato
in causa gli assessorati al Territorio e ambiente e
agli Enti locali
Città mercato, la partita si gioca a Palermo
Perché nel 1997 è stato tolto il vincolo
paesistico su parte dell'area?
Max Passalacqua
Dopo l'approvazione
in Consiglio della delibera di acquisizione del
piano particolareggiato per la realizzazione di un
centro commerciale nell'area delle cave di sabbia
sulla Panoramica e in previsione dell'invio a
Palazzo Zanca degli ispettori dell'assessorato
regionale al Territorio (il deputato ds Filippo
Panarello ha preannunciato il coinvolgimento anche
di quello agli Enti locali), le contrapposizioni
politiche che già si consumano all'ombra di questa
vicenda rischiano di prendere il sopravvento e “oscurarne”
gli aspetti più importanti.
LA VICENDA. Innanzitutto, si dovrebbe fare chiarezza
su tutto l'iter. Perché anche senza voler andare
troppo in profondità, qualcosa non quadra. Una
storia che inizia nel '97, quando viene tolto il
vincolo paesistico su parte dell'area, e all'epoca
della rielaborazione della Variante generale al
Piano regolatore bocciata dal Cru ('98) quando una
parte delle cave di sabbia – che alla scadenza del
contratto con l'Ente minerario dovrebbero essere “rinaturalizzate”
con un rimboschimento – viene destinata a zona F1:
22.000 metri quadrati (più altri 17.000 per servizi
compatibili) che oggi potrebbero cambiare, e di
molto, la “storia” di questo investimento.
L'investimento nasce su progetto dell'arch. Pasquale
La Spina della Edil-Tecnos e realizzazione in
società con la Russottifinance sotto l'égida del
Prusst e il “patronato” di gruppi politici che
lo appoggiano con tutta evidenza. Non è un affare
da poco: 94 miliardi e 28 milioni di costo, 250
miliardi previsti di fatturato annuo con la
creazione di almeno 200 posti di lavoro. E così la
Consulta del Prusst si pronuncia a favore (che
effetto fa leggere le dure dichiarazioni di ieri del
direttore di Confcommercio, Roberto Corona, a
confronto con il parere positivo espresso nel luglio
'99?), il sindaco Leonardi sollecita i vigili del
fuoco a far approvare il progetto di una caserma la
cui localizzazione è prevista proprio
nell'elaborato Edil-Tecnos, il consiglio comunale
approva con “squilli di trombe” l'osservazione
numero 337 al Prg sulla quale gli uffici si erano
espressi in maniera neutra. Poi cambia qualcosa: la
società Adroma Impianti acquisisce la
disponibilità giuridica delle aree e subentra alla
Edil-Tecnos nel progetto inserito nel Prusst.
Amministratore unico della società di Castellammare
di Stabia è Domenico Barbato e si vocifera che
dietro ci sia la multinazionale Auchan (gruppo
Rinascente) o successivamente la Ifil, la
finanziaria del gruppo Fiat; fatto sta che la Adroma
ha un capitale sociale di soli 200 milioni (a fronte
di un progetto da 100 miliardi!), ma il consigliere
Umberto Bonanno rivela che la stessa ha fornito
garanzie scritte dal punto di vista finanziario e
delle fidejussioni assicurative. Fatto sta che
qualcuno si tira indietro e qualcun altro, invece,
parte con le “fughe in avanti”. La delibera
passa a tamburo battente prima in commissione (senza
che i tredici allegati siano disponibili per la
visione, lamenta l'opposizione) e poi in aula, dove
però si astengono alcuni consiglieri che prima
avevano approvato l'osservazione. Il tutto senza
attendere l'esame del Prg da parte del Cru e con un
“sorpasso in curva” ai danni della delibera del
Piano commerciale, la cui adozione dovrebbe essere
condicio sine qua non per l'approvazione del Prg e
che invece per due settimane non viene inserito
all'ordine del giorno per il prelievo né inviato
alla III commissione. Tanto che a Palazzo Zanca si
rincorrono le voci di “pressioni” per accelerare
l'iter della delibera. Insomma, cambia il “patrono”,
ma non diminuisce l'abbrivio. Fino al “sì” di
giovedì.
E IL PRG? In teoria, se – come pare – il Cru
dovesse approvare il Piano regolatore e bocciare in
blocco le osservazioni (quella che sembra la scelta
più ragionevole visto che molte di queste incidono
pesantemente sulla Variante), questa delibera
sarebbe l'unica a restare valida. Sui 22.000 metri
quadri di zona compatibile con la destinazione
commerciale, infatti, l'insediamento potrebbe essere
ugualmente realizzato (e, informa ancora Bonanno,
l'imprenditore intende farlo) senza però la caserma
dei vigili del fuoco, l'eliporto e il verde
attrezzato che “imbellettano” il progetto
attuale. Su sei elaborati del Prusst in deroga allo
strumento urbanistico, è l'unico cui è stato
riservato un simile trattamento: il che, “pro” o
“contro” che si sia, andrebbe perlomeno
spiegato.
Nei prossimi giorni conferenza
stampa dei consiglieri favorevoli al piano
«L'ispezione è una grave ingerenza»
M.P.
«L'ispezione che sarebbe stata disposta
dall'assessore regionale al Territorio e ambiente,
Bartolo Pellegrino, sull'approvazione della delibera
riguardante la città-mercato è una gravissima
ingerenza nelle prerogative democratiche del
consiglio comunale – attacca il vicepresidente
Umberto Bonanno, uno dei principali sostenitori
dell'acquisizione del piano particolareggiato –
alla quale non intendo sottrarmi ma che mi auguro
sia stata decisa esclusivamente sotto la spinta
della mozione firmata dall'on. Filippo Panarello e
non di “pressioni” dello stesso tipo di quelle
che hanno consentito all'on. Pellegrino di vedersi
nominare un assessore nella giunta di Palazzo Zanca
in piena campagna elettorale». Dunque, il “fronte”
di quei consiglieri comunali che hanno sostenuto e
portato avanti la delibera proposta
dall'amministrazione non sta a guardare. Dopo le
polemiche che sono seguite all'approvazione del
piano particolareggiato della città-mercato (e,
soprattutto, dopo la richiesta di chiarimenti
inviata dall'assessorato al Territorio che prepara
l'invio degli ispettori a Palazzo Zanca), tanto
Bonanno quanto il capogruppo di Fi Giuseppe Capurro
hanno preannunciato una conferenza stampa per la
prossima settimana, «durante la quale chiariremo
alcuni aspetti che non sono emersi anche per “malainformazione”
– spiega il vicepresidente del Consiglio – fatta
non certo dalla stampa, ma da altri ambienti».
L'esponente del Nuovo Psi non risparmia “stoccate”
al sindaco Leonardi e a «quelli con la memoria
corta, che prima erano favorevoli e oggi si dicono
contrari. È evidente – prosegue Bonanno – che
molti operatori temono un imprenditore disposto a
operare un investimento privato che nella nostra
città manca dai tempi di Giuseppe Franza e che ha
già fornito per iscritto al sindaco garanzie sia
bancarie sia di fidejussioni assicurative, ma che
non è un loro interlocutore. Quanto a Leonardi, se
vuole confrontarsi con noi ha un solo modo e una
sola sede per farlo: venire in aula e discutere con
i consiglieri. Ma lo ha fatto soltanto una volta,
sulla delibera degli approdi che pure, rispetto a
questa, era stata esaminata in un numero minore di
sedute di commissioni». Alle accuse del consigliere
ds Giuseppe Mangiapane, invece, Bonanno replica:
«È una delle poche persone che stimo nell'ambiente
politico messinese anche per la sua grande
esperienza, ma mi sembra che con il “pensionamento”
da parte della segreteria del suo partito abbia
perso un po' di quest'esperienza e che certe sue
dichiarazioni sugli interessi oscuri che si
starebbero proteggendo, soprattutto nei “toni”,
siano dovute alla senilità anche se conservo nei
suoi confronti un profondo rispetto». Chi si
attendeva che i toni si smorzassero una volta
acquisita l'approvazione del piano particolareggiato
proposto dalla Adroma (subentrata alla Edil-Tecnos
nella presentazione del progetto dell'arch. Pasquale
La Spina) è servito: ci saranno ancora polemiche,
specie in relazione all'esame del Piano regolatore,
«con il quale la città-mercato non interferisce
perché prima dell'invio al Cru passeranno almeno
due mesi», sostiene Bonanno. Ma se, come si
vocifera, il Piano venisse approvato con la
bocciatura in blocco di tutte le osservazioni,
compresa quella per l'ampliamento dell'area F1f alle
cave di sabbia? «Intanto, speriamo che il Prg venga
esitato favorevolmente perché sia l'amministrazione
Providenti, sia questo Consiglio hanno operato per
il bene e nell'interesse della città. Se
l'osservazione venisse bocciata – conclude
l'esponente del Psi – dovrà andare al Cru per la
deroga al Prg, ma nei 22.000 metri quadri già con
questa destinazione si potrà ugualmente realizzare
il centro commerciale. E so che l'Adroma ha questa
intenzione».
Fonte: la sicilia
APPRODO
A TREMESTIERI – L'ingegnere capo di Palazzo Zanca
nominato nello staff che supporterà il prefetto
Leonardi sceglie
Guarniere
Avviati
i contatti con gli altri Enti: presto la task force
sarà operativa
Giuseppe Lo Re
Il vertice non
c'è stato, ma un passo avanti lo si è compiuto con
un contatto telefonico. Il Comune ha sciolto il
primo nodo sulla task force che dovrà accompagnare
il prefetto, Giosuè Marino, fino alla realizzazione
dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Sarà
l'ingegnere capo, Rosario Guarniere, il
rappresentante di Palazzo Zanca nello staff di
supporto nei neo commissario, nominato alla fine di
dicembre dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola.
A comunicare la scelta è stato personalmente il
sindaco, Turi Leonardi. Dell'organismo faranno parte
anche esperti amministrativi e i rappresentanti
dell'Avvocatura dello Stato, del Ministero dei
Trasporti, dell'assessorato regionale ai Lavori
pubblici e dell'Enas.
Finora sono giunte solo indicazioni al prefetto,
destinate a concretizzarsi entro la prossima
settimana, quando la task force s'insedierà e
inizierà a lavorare. Il primo «ostacolo» da
superare è l'affidamento della progettazione
esecutiva dell'opera. Sarà data priorità agli Enti
pubblici, anche alla luce del fatto che il Genio
civile Opere marittime (su incarico della Regione)
ha ultimato nei mesi scorsi gli studi di massima sul
sito di Tremestieri. Con le procedure accelerate
consentite dall'ordinanza di Protezione civile, si
giungerà successivamente all'affidamento dei lavori
tramite trattativa privata.
La disponibilità finanziaria è garantita: in cassa
ci sono 41 miliardi di lire stanziati dall'accordo
di programma-quadro tra Comune e Regione. Della
somma complessiva, 28 miliardi serviranno per le due
invasature d'emergenza; i rimanenti 13 per il tunnel
di collegamento tra l'approdo e la tangenziale.
Nei prossimi mesi, comunque, sui dettagli del
progetto si saprà molto di più. È chiaro che
l'opera affidata al prefetto non sarà quella
definitiva. Intorno alle prime invasature
d'emergenza sorgerà poi l'approdo più complesso
previsto dal Comune sempre a Tremestieri. In
quest'ottica sono state avviate nei mesi scorsi le
procedure del project financing. Due i progetti
«incassati»: uno del «Gruppo Franza», l'altro
dell'«Amadeus» di Amadeo Matacena senior.
Politica
& rimpasti
G. L. R.
È iniziata la
stretta finale in vista dei rimpasti al Comune e
alla Provincia. In calendario, tra ieri e oggi, una
lunga serie di riunioni del Polo. Sul tavolo,
ovviamente, le scelte in vista dell'ampliamento del
numero degli assessorati nei due Palazzi cittadini.
Il «quadro» sembra andarsi delineando in maniera
piuttosto chiara. I «numeri» sarebbero già stati
scelti. E così, dei 4 nuovi posti al Comune, 2
dovrebbero andare a Fi, 1 ad Alleanza nazionale ed
uno al Ccd. Alla Provincia, invece, 2 posti
andrebbero a Fi, 1 ciascuno ad An, Ccd e Cdu.
Per quanto riguarda Palazzo Zanca, il sindaco non ha
preso parte alle riunioni. Turi Leonardi ha detto
ieri di voler aspettare l'esito delle consultazioni
preliminari per studiare successivamente eventuali
rose di nomi. Le «candidature», comunque, si
sprecano. Forza Italia potrebbe «piazzare» in
municipio l'attuale coordinatore comunale, Pietro
Grasso, il capogruppo consiliare Pippo Capurro o il
consigliere comunale Elvira Amata, da anni in
procinto di fare il suo ingresso nell'Esecutivo. La
poltrona riservata ad An potrebbe spettare alla
Destra sociale, a differenza della Provincia dove
potrebbe essere nominato Pippo Russo: qualora
quest'ipotesi prendesse il sopravvento, al Comune la
scelta cadrebbe su Silvano Arbuse, attuale vice
presidente del Consiglio e fedelissimo di Carmelo
Briguglio. Infine, per il Ccd dovrebbe spuntarla
Pippo Terranova, mentre Gianpiero D'Alia manterrebbe
l'incarico di vice sindaco, però con deleghe meno
«pesanti» rispetto all'Urbanistica. Discorso a
parte per eventuali sostituzioni degli attuali
assessori: i cambi potrebbero avvenire all'interno
dei singoli partiti. In quest'ottica, sarebbero in
bilico Pietro Alibrandi (Fi) e Luigi Ragno (An),
mentre Pino Cardile (Udeur) resterebbe in Giunta in
quota Forza Italia.
Infine c'è il capitolo sugli Enti di sottogoverno:
ad aprire le danze è stata la società mista
MessinAmbiente. La presidenza andrà quasi
certamente a Sergio La Cava di An, anche se Fi ha
chiesto una «frenata» sull'argomento.
Sulla
città-mercato il clima è rovente
Mentre dal Comune non arriva alcuna conferma
ufficiale sulla richiesta di chiarimenti da parte
dell'assessorato regionale al Territorio, resta
incandescente il clima intorno al progetto per la
realizzazione della città-mercato nelle ex cave di
sabbia sulla Panoramica. Il gruppo dei Ds in
Consiglio comunale sta predisponendo l'annunciato
ricorso al Coreco, mentre il deputato regionale
della Quercia, Filippo Panarello, chiederà anche
l'intervento dell'assessorato agli Enti locali per
presunte irregolarità nella delibera votata dal
Consiglio comunale.
Intanto, i 20 consiglieri che hanno approvato il
piano particolareggiato dell'«Adroma impianti»
continuano a sostenere le loro ragioni, spiegando le
ricadute positive che la città-mercato nella
Panoramica potrebbe avere sull'intera zona nord di
Messina. Il progetto sarà inserito in un
«tessuto» di altri ipermercati: nel Piano
commerciale, il cui esame ricomincerà domani in
terza commissione dopo la sospensione per consentire
di votare l'iniziativa dell'«Adroma», sono
previste iniziative analoghe nella zona sud. L'iter
delle iniziative private, tuttavia, è rimasto
«congelato» a causa della necessità di chiarire
l'intreccio di competenze su alcune aree tra il
Comune e l'Asi.
La
«Befana degli amministratori» organizzata come
ogni anno dalla Legambiente
Carbone a
MessinAmbiente, Amam e Atm
Dolci
ai presidi di «Cannizzaro» e «Galatti»
Massimo Ipsale
«Cattivi»,
«Cattivelli», «È cattivo o ci fa?», «Buoni»,
«Buoni... in zona Cesarini», «Se son buoni...
cresceranno»: manca quest'anno il prestigioso
«Carbone alla carriera» tra le categorie stabilite
per l'XI edizione della «Befana degli
amministratori», premio che viene attribuito ogni
anno dai soci della Legambiente Messina a quelle
personalità pubbliche che, nel corso dell'anno
passato, si sono distinte nel bene o nel male su
temi riguardanti l'ambiente e la vivibilità della
nostra città.
Carbone per i «cattivi» e dolci per i «buoni»,
il tutto nelle classiche calze, secondo tradizione.
Tra i temi preferiti quest'anno dalla Befana ci sono
è l'acqua, il traffico e i rifiuti. Ecco l'elenco
dei premiati e le motivazioni delle calze. Tra i
«cattivi» figurano: il ministro per le
Infrastrutture, Pietro Lunardi, per le sue
dichiarazioni in merito alla posa della prima pietra
del Ponte sullo Stretto di Messina entro il 2004; il
presidente dell'Amam, Vincenzo Clemente, per aver
gestito un'Azienda che «sembra faccia acqua da
tutte le parti ma non riesce a garantire l'acqua 24
ore su 24 a tutti i messinesi»; il componente del
CdA di Messinambiente, Antonio Castiglione;
l'assessore comunale all'Igiene urbana, Piero
Alibrandi; il presidente del Consorzio Asi, Angelo
Sottile; il presidente dell'Atm, Bartolo Natoli;
alla categoria dei «Cattivelli» appartiene l'on.
Rocco Crimi, mentre fra «È cattivo o ci fa ?»
c'è l'assessore comunale alla Mobilità urbana,
Turi Rizzo. «Buono» è stato giudicato il
funzionario comunale, Nino Principato, così come
«Buono... in zona Cesarini» l'ex assessore
regionale all'Ambiente, Carmelo Lo Monte; infine
della serie «Se son buoni... cresceranno», calze
con caramelle al comandante dei Vigili urbani,
Calogero Ferlisi e ai dirigenti scolastici delle
scuole «Galatti» e «Cannizzaro», Giovanni Tamà
e Rita Broccio.
7/01/2002
Fonte: la sicilia
«Difformità
di pensiero e animi sempre accesi sulla
città-mercato»
«Era facile immaginare che la discussione nell'aula
del Consiglio comunale sul tema della città-mercato
avrebbe acceso gli animi, viste le difformità di
pensiero esistenti tra le varie componenti
dell'Amministrazione. Saggio il suggerimento
inascoltato del sindaco, sull'opportunità di
rimandare ad un periodo successivo la disamina del
piano particolareggiato, come pure utile sarebbe
stato ascoltare le varie componenti della società.
Non si tratta di esporre in questa sede una
posizione pro o contro i nuovi insediamenti della
grande distribuzione, ma di capire perchè taluni
iter non sono da percorrere ancora, visti alcuni
esempi del recente passato in tema a grandi opere.
Conviene qui ricordare che un “percorso” atipico
fu fatto fare al progetto della tranvia, di cui
ancora oggi la città paga lo scotto; infatti anche
su quell'idea la città non venne in alcun modo
coinvolta ed a cose fatte s'incominciò a discettare
sull'opportunità o meno di quel “progetto”.
Nel contempo, l'impianto viario di Messina ha
subìto importanti modifiche, come pure i flussi
hanno cercato soluzioni alternative, rendendo ancora
più complessa la ricerca di un modo ottimale, per
rendere meno caotica la circolazione e la vita della
città. L'augurio non può che essere quello di un
utilizzo diffuso del nuovo mezzo, riducendo il
numero delle autovetture che circolano in città
alla ricerca di un parcheggio e con a bordo una sola
persona.
Ma, non è certo impedendo a ciascuno di noi l'uso
della macchina che si possono ed affrontare e
risolvere gli assilli dei cittadini; occorre
qualcosa di più, la volontà politica di utilizzare
per i temi importanti della città, uno spirito
nuovo, senza collegamenti con il passato. Quanto
verificatosi con le ipotesi progettuali riguardanti
le cave di sabbia, non va però in quella direzione
e per le altre situazioni similari non si sa cosa
succederà, quindi c'è il rischio che anche in
futuro vengano tenuti gli stessi atteggiamenti, poco
graditi ai più, per la programmazione generale o
settoriale.
Sono sempre più numerose le persone che
s'interrogano su quale possa essere il futuro
prossimo di Messina a prescindere dal “Ponte”,
visti anche gli sforzi che altre località siciliane
stanno mettendo in atto per dare concretezza alle
proprie vocazioni; certo una o più strutture
commerciali non devono essere viste come “demoni”,
ma non possono essere nemmeno essere spacciate con
risolutrici dei tassi elevati di disoccupazione
esistenti in città.
Alcuni interventi dei responsabili politici
cittadini denotano che persiste lo scollamento tra i
“palazzi” e la città e gli sforzi che si stanno
mettendo in atto per risolvere l'attraversamento
della città da parte dei Tir non sono sufficienti
per dare risposte sugli altri temi importanti di
Messina e del suo hinterland. Sarebbe utile un ampio
dibattito, peraltro richiesto da più parti, per
individuare i possibili percorsi di sviluppo, che è
bene ripetere, non possono basarsi su questa o
quell'idea, ma piuttosto su una serie di piani di
lavoro condivisi e valutati nella loro interezza; si
dice che i messinesi sono difficili da amministrare,
forse ciò è vero almeno in parte, troppi però
dimenticano cosa gli stessi hanno subìto
nell'indifferenza generale della politica».
Aurelio Giordano
8/01/2002
Fonte: la sicilia
Il
Cga ribalta la precedente decisione del Tar e dà
ragione al Comune sulla rescissione del contratto
per il mercato
Ex «Imsa»:
sentenza definitiva
Confermate
le irregolarità nella verifica delle buste
contenenti le offerte
C'è un punto fermo sul mercato ex «Imsa»: a
metterlo è stato il Consiglio di giustizia
amministrativa, che ha depositato un'ordinanza nei
giorni scorsi. In sostanza, accogliendo l'istanza di
sospensiva formalizzata dal prof. Aldo Tigano, il
Cga ha stabilito la legittimità delle procedure
seguite dalla Giunta comunale fino alla recisione
del contratto con la «2R», stipulato dalla
precedente Amministrazione.
La storia — La vicenda ha avuto
inizio nel '97, quand'era ancora in carica
l'Amministrazione Providenti. L'atto decisivo è
stato siglato il 13 ottobre del '97, con la firma
del contratto tra Palazzo Zanca e la ditta di
«2R», proprietaria dei capannoni dell'industria di
Maregrosso, per la locazione decennale (800 milioni
l'anno) dell'area di 32mila metri quadrati da
adibire a mercato. Sulla base della convenzione, la
ditta ha eseguito i lavori di trasformazione del
sito, impegnando la somma di circa 1 miliardo 300
milioni, con l'obiettivo di creare le condizioni per
allocarvi gran parte dei mercatini rionali
cittadini. Insediatasi nel frattempo
l'Amministrazione Leonardi, il Comune ha stabilito
(sulla base di vari pareri legali) di revocare la
precedente decisione in autotutela, con delibera
dell'1 agosto 2000. I motivi riguardano,
principalmente, presunte irregolarità nella
procedure di evidenza pubblica per l'acquisizione
delle offerte e nella successiva comparazione delle
stesse.
Sin dal momento della revoca del contratto, è
scoppiata una guerra legale tra il Comune e la
«2R». La ditta privata, oltre ad alcuni
pignoramenti miliardari, si è aggiudicata il primo
round davanti al Tar di Catania che, nello scorso
settembre, ha definito la decisione di Palazzo Zanca
«carente di istruttoria e di motivazione». Adesso
l'ordinanza del Cga ribalta la situazione e
«premia» il municipio.
La nuova sentenza — È contenuto
in poche righe il parere del Consiglio di giustizia
amministrativa. «L'appello del Comune – si legge
– presenta elementi di fondatezza, con particolare
riferimento al rilievo in ordine all'assenza di
valutazione comparativa delle offerte, che appare
momentaneamente sufficiente a sorreggere l'impugnato
provvedimento di autotutela. Fra l'altro,
dall'esecuzione della sentenza appellata dal Comune
deriva un danno grave e irreparabile».
Le polemiche — Intorno al caso ex
«Imsa» ci sono stati anni di roventi polemiche.
Oltre ai procedimenti in sede civile scaturiti dalla
serie di pignoramenti subìti dal municipio per
complessivi 2 miliardi 160 milioni di lire, la
vicenda è finita anche davanti alla Procura della
Repubblica. Senza considerare le eventuali
implicazioni che potrebbe avere l'ultima sentenza
del Cga in relazione «all'assenza di valutazione
comparativa delle offerte».
Le scintille riguardano principalmente l'assessore
all'Annona, Pino Cardile, che fresco d'insediamento
ha chiesto alla Giunta di revocare il contratto con
la «2R». I responsabili della ditta privata hanno
denunciato «il comportamento tenuto dagli
amministratori del Comune contro la società».
Cardile ha ribattuto con durissime dichiarazioni
alla stampa, anch'esse finite in Tribunale. E adesso
c'è una nuova puntata, che dovrebbe essere quella
conclusiva.
Giuseppe Lo Re
Fonte: gazzetta
del sud
Riaperti i cantieri dei moli
Rizzo e Peloro. Ultimi ritocchi prima della
riapertura del “Colapesce”
Ristrutturazione del porto: doppi turni per bruciare
i tempi
Alessandro Tumino
Riaperti i cantieri,
dopo la pausa delle festività, per la
ristrutturazione delle banchine del porto. Gli
operai del raggruppamento Trevi-Italgeo sono tornati
sui moli Rizzo, Peloro, Marconi e Colapesce, laddove
sono in gioco opere e scadenze diverse ma con
l'unico obiettivo di completare presto il puzzle
dell'appalto da 30 miliardi con cui il ministero dei
Trasporti ha finanziato la messa in sicurezza delle
banchine. C'è una notizia non proprio rassicurante:
per completare il rifacimento dei moli Rizzo e
Peloro, tra la Marittima e l'area antistante
l'Autorità portuale, trascorrerà l'intero anno
2002. L'obiettivo resta comunque quello di finire
almeno il molo Rizzo entro l'estate, ovvero prima
dell'entrata nel vivo dell'attività croceristica.
In questo modo vi si potrebbe ritrasferire l'approdo
degli aliscafi delle Ferrovie che assicurano il
collegamento con l'aeroporto “Tito Minniti” di
Reggio Calabria. E, così facendo, il molo Marconi
potrebbe essere prezioso quando l'arrivo delle navi
da crociera diventerà più continuo. In
quest'ottica c'è una novità importante: l'impresa
Trevi, considerati alcuni ritardi dovuti al maltempo
e alla bonifica bellica, ha avviato oggi i doppio
turni: si lavora dalle 6 alle 22. Gli sforzi saranno
concentrati sulle banchine Rizzo e Peloro, gli
ultimi due cantieri aperti alla fine di novembre.
Due fronti strategici: l'attivazione dei relativi
cantieri infatti, tra dicembre e gennaio, ha
rivoluzionato e “compresso” i collegamenti tra
il porto e la Calabria. Dal molo Rizzo, come si
ricorderà, hanno dovuto traslocare gli aliscafi
delle Fs (a servizio dei passeggeri dell'“Aeroporto
dello Stretto”). Dal molo Peloro, dove si è
riusciti a lasciare attivo l'ormeggio di Meridiano
ed Ngi, hanno dovuto andar via, invece, le
biglietterie e le corsie di imbarco delle due
società: la conseguenza è stata che tutti questi
servizi, di mare (Fs) e terra (Meridiano, Ngi) si
svolgono ora sul molo Marconi, dove pure è
cominciata la ristrutturazione. Né va dimenticato
che la banchina Marconi, nelle serate e nottate di
vento e mare proibitivo, serve, su provvedimento
della Sala operativa della Capitaneria, da punto di
d'approdo della nave “Cartour” che collega
Messina a Salerno attraverso l'autostrada del mare
(fin quando non sarà disponibile la banchina nord
est del molo Norimberga, l'unica che, a San Raineri,
dà garanzie assolute nei casi di maltempo). Ma
vediamo i lavori.
MOLI RIZZO E PELORO – Come ci chiarisce il
direttore tecnico di cantiere, l'ing. Ferruccio
Cribari, i lavori di rifacimento dei due moli
prospicienti alla via Luigi Rizzo avranno le stesse
modalità tecnologiche d'avanguardia della
ristrutturazione già realizzata al molo Colapesce.
La Trevi-Italgeo si accinge ad adoperare di nuovo,
nell'ambito della messa in sicurezza, la tecnica del
gett-gouting consistente nelle iniezioni di cemento
a pressione elevatissima con successivo mescolamento
del cemento con il terreno. Un rilevante fattore di
ritardo, come detto, è derivato dalle indagini di
bonifica bellica che hanno richiesto all'impresa un
aggravio dei tempi. Si attende, ora, il collaudo del
Genio militare.
MOLO COLAPESCE – Al molo Colapesce, davanti alla
sede Inps di via Vittorio Emanuele, si raccolgono
intanto i frutti del lavoro già svolto. Gli operai
stanno provvedendo, infatti, agli ultimi “ritocchi”:
l'installazione sul ciglio del molo dei massi in
pietra grigia e le finiture dei cunicoli dei
sottoservizi. Esaurite queste ultime operazioni
verrà stesa la moderna pavimentazione corazzata che
caratterizzerà il nuovo porto.
MOLO MARCONI – Quando si finirà ai moli Rizzo e
Peloro, le imprese si concentreranno interamente
sulla ristrutturazione del molo Marconi con la
quale, nei primi mesi del 2004, si concluderà la
ristrutturazione del porto. In quest'intervento
sarà impossibile usare il gett grouting data la
particolare struttura, più antica, del “Marconi”
che sorge tutto su pilastri e ponteggi. Saranno
necessarie ulteriori verifiche statiche prima della
ristrutturazione.
Oggi i ds incontrano
commercianti, sindacati e Quartieri mentre domani
chi ha votato sì spiegherà perché lo ha fatto
Città mercato, confronto a distanza
L'on. Panarello: sconcertante definire “ingerenza”
l'ispezione della Regione
Max Passalacqua
Come volevasi
dimostrare, si apre in un clima di “guerra” la
settimana successiva all'approvazione in consiglio
comunale della delibera per la città mercato. La
contrapposizione tra i fautori e i detrattori di
questo progetto è ormai arrivata al “diapason”
e non solo gli scambi di accuse non lasciano troppo
spazio alle interpretazioni, ma fioccano anche le
iniziative pubbliche a sostegno delle rispettive
posizioni. Stamani alle 12, il gruppo consiliare dei
Democratici di sinistra incontrerà a Palazzo Zanca
le associazioni dei commercianti, le organizzazioni
sindacali e i rappresentanti di XI e XII Quartiere
«per ragionare insieme sulla presentazione di
osservazioni alla delibera, che deve restare in
pubblicazione per venti giorni – spiega il
capogruppo ds Giuseppe Mangiapane – un'iniziativa
che vogliamo sia quanto più condivisa e
rappresentativa dei cittadini e delle categorie
destinate a pagare un prezzo pesante per
quest'operazione». Operazione che, sempre secondo
Mangiapane, ha una matrice e motivazioni ben
precise: «Occorre innanzitutto fare chiarezza sul
Prusst – premette l'ex assessore alle
Infrastrutture del territorio – che è una
delibera di giunta in quanto, al momento di votarla
in consiglio comunale, cadde il numero legale e il
programma fu inviato al Ministero, per concorrere al
finanziamento, appena scaduti i termini per
l'approvazione in aula. Ma la deroga agli strumenti
urbanistici è competenza esclusiva del Consiglio
stesso, non della giunta; quindi, quei progetti
inseriti nel Prusst che dovrebbero andare in deroga
al Piano regolatore non possono essere realizzati.
È per questo motivo che è stato deciso il “colpo
di mano” di approvare in aula l'acquisizione del
piano particolareggiato per il centro commerciale,
che quindi adesso può andare in deroga allo
strumento urbanistico. Anzi, il timore è che si
sfrutti proprio questa iniziativa per “agganciare”
i finanziamenti del Prusst». Quella della
preparazione delle osservazioni alla delibera è
solo una delle tre linee sulle quali si sta muovendo
l'opposizione: le altre sono un ricorso al Coreco
centrale per l'illegittimità della procedura (in
commissione non sono stati messi a disposizione i
tredici allegati della delibera) e l'interpellanza
parlamentare dell'on. Filippo Panarello che sarà
presentata domani alla ripresa dei lavori d'aula
dell'Ars. «Chiederò l'intervento anche
dell'assessorato agli Enti locali, oltre che al
Territorio – conferma Panarello – per
verificare, ciascuno per la propria competenza, se
vi siano abusi e responsabilità. Mi pare
sconcertante, peraltro, che qualche consigliere
comunale abbia definito “un'ingerenza”
l'iniziativa dell'assessore Pellegrino di chiedere
chiarimenti e disporre un'ispezione, dal momento che
l'assessorato regionale al Territorio è per
definizione l'ente competente e titolato per il
controllo di queste procedure». Dall'altra parte, i
consiglieri di maggioranza che hanno approvato la
delibera hanno preannunciato per domani una
conferenza stampa «nella quale faremo chiarezza
sulla situazione – spiega il capogruppo di Fi
Giuseppe Capurro – e sulle tante inesattezze che
sono state dette al riguardo». In appendice a
questo argomento (del resto, sembrerebbe proprio che
qualcosa a che vedere ce l'abbia...), va segnalato
come si sia risolto per la seconda volta
positivamente il problema della “sparizione”
della delibera del piano di urbanistica commerciale
e riorganizzazione della rete distributiva. Ieri
mattina, la proposta della giunta è stata
finalmente “trovata” e inviata al presidente
della III commissione Antonio Crupi. In precedenza,
il piano commerciale (che va inviato al Cru per
l'approvazione insieme al Prg) era stato al centro
di un altro piccolo “caso” quando, pur esitato
dall'amministrazione, non era stato inserito
all'ordine del giorno della sessione di consiglio
né inviato alla commissione competente per due
settimane. In seguito, mandato alla presidenza del
Consiglio per essere “chiamato” in aula (cosa
poi non avvenuta), doveva essere restituito
all'organo ristretto per l'esame ma se ne erano
letteralmente perse le tracce. Fino a ieri, quando
(appena la circostanza è stata resa nota, come era
già accaduto la prima volta) la proposta di
delibera della giunta è stata ritrovata.
9/01/2002
Fonte: la sicilia
Nascerà un comitato contro la città-mercato
nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica (nella
foto). A promuoverlo è l'opposizione in Consiglio
comunale. Ma tra gli aderenti figurano già la
Confesercenti, i Consigli della X e dell'XI
Circoscrizione, i consiglieri provinciali del Ppi
Rosalia Schirò e Pippo Rao, la Cgil con il
rappresentante della segreteria Tanino Santagati.
Tutti erano presenti alla riunione convocata dai Ds
e dalla Margherita, ieri mattina a Palazzo Zanca. La
proposta di costituire il comitato e raccogliere
firme è stata lanciata durante il briefing, nel
corso del quale il presidente di Confesercenti,
Salvatore Sciliberto, ha lanciato l'allarme: «I
piccoli commercianti sono già in rivolta,
pagheranno quest'iniziativa sulla loro pelle.
Perché ogni volta che si apre un supermercato, in
media ci sono 4 licenziati per le botteghe
circostanti». I gruppi politici puntano la
battaglia sullo sviluppo urbanistico della zona
nord. E insieme al ricorso al Coreco contro la
delibera votata dal Consiglio comunale (20
favorevoli) invieranno una «montagna» di
osservazioni per cercare di bloccare l'iter del
provvedimento «almeno fino all'approvazione del Prg».
Tra le lamentele, già inoltrate anche all'Ars dal
deputato dei Ds, Filippo Panarello, c'è la «corsia
preferenziale riservata al progetto dell'“Adroma
impianti” ancora prima dell'adozione del Piano
commerciale». La polemica, comunque, è tutt'altro
che finita: nei prossimi giorni, i venti consiglieri
che hanno votato l'atto spiegheranno le loro ragioni
in una conferenza stampa.
G. L. R.
Tram:
chiusura notturna della cortina del porto
Continuano a pieno regime i
lavori per il tram. Dopo la verifica della settimana
scorsa, con l'impegno a concludere le opere entro il
15 febbraio, alcuni cantieri della «Gepco-Salc»
vanno verso la chiusura definitiva. È il caso di
piazza della Repubblica e, principalmente, della
cortina del porto. L'accelerazione impressa dalla
ditta ligure dovrebbe consentire di effettuare
collaudi e verifiche con la massima tranquillità,
senza la preoccupazione di non riuscire a rispettare
il termine ultimo del prossimo 30 aprile.
Ieri, intanto, è stata emessa un'ordinanza con la
quale si dispone la chiusura temporanea al transito
della via Vittorio Emanuele II. Dalle 22 di ieri
fino alle 4 di questa mattina, il traffico è stato
bloccato nel tratto compreso tra viale S. Martino e
largo Minutoli. Stessa situazione dalle 22 di
giovedì prossimo alle 4 di venerdì, con direzione
obbligatoria a sinistra sulla via L. Rizzo,
all'intersezione con il viale S. Martino. Ai mezzi
pesanti, con massa a pieno carico superiore alle 3
tonnellate e mezzo, sarà consentito d'impiegare la
via Garibaldi, in direzione di marcia sud-nord,
nella parte compresa tra via Tommaso Cannizzaro ed
il viale Boccetta.
Insomma, c'è un'emergenza viaria dietro l'altra.
Con la fondata speranza, questa volta, che i tempi
per la conclusione del tram siano davvero brevi.
Fonte: gazzetta del sud
Il segretario del Ccd: si rischia di
inficiare l'iter della Variante al Prg
«È stato inopportuno votare»
«L'astensione di parte del gruppo del Ccd durante
il voto sulla delibera della città mercato non ci
fa sentire emarginati dalla maggioranza, anzi ci
conforta che la nostra opinione sia la stessa del
sindaco». Il segretario provinciale della Vela,
Francesco Clemente, ribadisce le motivazioni dei
quattro consiglieri astenutisi: «Come ha già
spiegato il capogruppo Pippo Terranova, non sono
dovute a valutazioni di merito sul progetto, bensì
sull'opportunità di adottarlo oggi, con il rischio
di inficiare l'iter della Variante al Prg in esame
al Cru. La giunta, tuttavia, in presenza di un atto
stragiudiziale non ha voluto sottrarsi, anche se lo
stesso Leonardi si è pronunciato per la priorità
al Prg. Dunque è un voto che attiene alla vita
amministrativa, e non politica, del partito». Sulle
“divisioni” attribuite al Ccd messinese
nell'ultimo periodo (con la sfida D'Alia-Naro per la
leadership ), infatti, Clemente taglia corto: «A
Messina e non solo, il Ccd è nato e cresciuto per
l'intuizione e la forza dell'on. D'Alia. Naro, con
la sua esperienza e le sue capacità altrettanto
straordinarie, ha aumentato il livello del confronto
dialettico interno; oggi, quindi, si discute e si
può anche essere in disaccordo – prosegue
Clemente – ma proprio per questo il partito ha un
consenso che non ha eguali in altre realtà e che ha
portato ad esempio i nostri candidati ad essere i
più votati alle Politiche e la lista a conquistare
il seggio alle Regionali. Ma la spaccatura non è
nelle intenzioni né di D'Alia né di Naro, che anzi
perseguono un obiettivo di compattezza e unità
d'intenti specie in questo momento particolare per
il partito a livello sia nazionale sia locale, con
la verifica al Comune e alla Provincia». Si discute
molto anche del ruolo di Astone nel partito: «Non
commetto errori – precisa Clemente – se dico che
quella degli “astoniani” è un'invenzione, anche
se suggestiva. Astone ha segnato la politica di casa
nostra e queste passioni non spariscono, ma parlare
di “correnti” è anacronistico; del resto ci
sono ex “astoniani” anche in FI, Cdu, Ppi e
persino nei Ds. L'elezione dell'ufficio politico,
poi, non “esautora” il segretario ma è un
tramite più snello con la direzione». (m.p.)
Intervengono i progettisti del piano
particolareggiato riguardante l'area delle cave di
sabbia della Panoramica
«Nessun “assalto”, solo un riordino
urbanistico»
La Spina: le previsioni del Prg restano
inalterate, sono stati ampliati soltanto gli
interventi di tutela ambientale
Lucio D'Amico
«Non siamo i protagonisti
dell'ennesimo assalto al territorio ma abbiamo,
anzi, rimediato ad una serie di incongruenze
presenti nella variante generale al Prg». Gli
architetti Pasquale e Sergio La Spina rompono il
silenzio, dopo le feroci polemiche che hanno
preceduto, accompagnato, e che ora stanno seguendo,
l'approvazione, da parte di una risicata maggioranza
del consiglio comunale, della delibera riguardante
la “città mercato” ubicata nell'area delle cave
di sabbia della Panoramica. I fratelli La Spina sono
i promotori dell'iniziativa del piano
particolareggiato che, assieme al grande
insediamento commerciale, prevede la caserma dei
vigili del fuoco, con annesso eliporto, una serie di
parcheggi e di zone attrezzate a verde. «Sull'iter
politico-amministrativo seguito in questi mesi –
affermano i due professionisti –, non siamo in
grado e non vogliamo pronunciarci ma non intendiamo
passare “alla storia” come i pianificatori di
scelte dissennate e i responsabili di chissà quale
devastazione ambientale». Sulla scrivania si
sovrappongono le tavole dei vecchi e dei nuovi
strumenti urbanistici. Dal piano Tekne del '76 al
Piano Urbani del '90 e alla successiva Variante
generale, rielaborata dopo il '93, adottata nel '98
e tutt'oggi sotto esame a Palermo. Come è possibile
che si sia passati dalla decisione di vincolare
quelle colline – definite nel “Tekne” di
interesse paesaggistico e ambientale – al loro
sfruttamento come cave di sabbia, fino al
provvedimento che, adesso, dà il via libera alla
trasformazione dell'area in una grande “città
mercato”? «Il piano Tekne – sostiene Pasquale
La Spina – vincolava quasi tutta la zona nord ma
non per motivazioni ambientaliste quanto per
l'incertezza riguardante la previsione del Ponte
sullo Stretto. Poi, nella Variante Urbani, si decise
di localizzare proprio nell'area oggetto
dell'intervento il primo svincolo collegato al
Ponte. E l'attuale Prg, localizzando in questa zona
il primo attracco a terra del manufatto stabile,
destina l'area ad una serie di servizi territoriali
pubblici e privati (parcheggi, verde attrezzato,
caserma dei vigili del fuoco, centri commerciali e
motel). Nella zonizzazione effettuata dallo stesso
strumento urbanistico, però, sono emerse subito
incongruenze tali da aver indotto i proprietari dei
terreni a presentare un'osservazione al Prg. Non si
trattava di chiedere l'edificabilità delle aree ma
un intervento unitario attraverso un piano
particolareggiato. Ed è quello che abbiamo fatto.
La destinazione della zona resta inalterata rispetto
alle previsioni del Piano regolatore mentre ad
essere ampliato è il perimetro per un adeguato
riordino urbanistico, in modo da consentire
contemporaneamente l'insediamento delle destinazioni
previste dal Prg e la possibilità di risanare
l'intera area compromessa dagli sbancamenti delle
cave di sabbia». Quella dei progettisti è
un'appassionata difesa del lavoro fin qui svolto:
«Sarebbe ingiusto – affermano i fratelli La Spina
– ridurre tutto il discorso alla “città mercato”.
Il progetto del piano prevede: 1) la viabilità
primaria esterna per la sistemazione dello svincolo
e dell'innesto nella nuova Panoramica; 2) la
sistemazione a verde pubblico attrezzato di tutte le
superfici in forte pendio con operazioni di
consolidamento e rivegetazione; 3) la localizzazione
e individuazione di tutte le superfici necessarie
per parcheggi pubblici, privati e per viabilità; 4)
l'individuazione e la perimetrazione del comparto
edificatorio; 5) la localizzazione della superficie
necessaria per la costruzione di un presidio per la
protezione civile; 6) norme specifiche per
l'esecuzione del progetto edilizio attraverso il
rilascio di singole concessioni subordinate alla
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione
necessarie, che saranno ad esclusivo carico dei
concessionari». I progetti esecutivi dovranno
attenersi rigorosamente a quanto è stato previsto e
la normativa che regola l'attuazione dei piani
particolareggiati – ribadiscono i due
professionisti messinesi – fornisce le più ampie
garanzie perché obbliga alla realizzazione delle
opere di urbanizzazione e del verde attrezzato prima
che si possa procedere a qualunque altro intervento.
«Non è questo piano particolareggiato –
insistono i La Spina – a far sì che le cave di
sabbia vengano invase da una colata di cemento. Se
oggi la nuova variante al Prg tornasse approvata da
Palermo, avremmo, comunque, tre quarti di quella
zona impegnati tra due insediamenti commerciali pari
a circa 18 mila metri quadri (rispetto ai 22 mila
della “città mercato”), impianti e attrezzature
sportive, parcheggi previsti addirittura nel
torrente e la stessa caserma dei vigili del fuoco
che, però, è stata inopinatamente localizzata
sulla strada, al punto da far sparire parte della
carreggiata lato monte della Panoramica. In più,
non ci sarebbe alcuna garanzia che non continuasse
l'attività estrattiva, visto che i terreni a monte
resterebbero destinati a zone agricole. Insomma,
avremmo qualche parcheggio, una palestra e due
supermercati, senza alcun albero intorno e con le
colline trasformate ancora in cave di sabbia».
Questo il punto di vista di Pasquale e Sergio La
Spina. La “Gazzetta”, come sempre, ospita i
pareri e le opinioni di tutti. Restiamo convinti che
sia stato sbagliato togliere i vincoli da alcune
delle aree più pregiate, ancorché mal utilizzate,
della zona nord, come quelle adibite a cave di
sabbia; che sarebbe stato necessario, anche in
prospettiva del Ponte, ridurre il più possibile
l'impatto della futura grande opera con la
previsione, dove possibile, di parchi urbani
attrezzati o di zone di rimboschimento; che la
programmazione urbanistica non può essere un “collage”
di scelte, più o meno condivisibili, ma deve avere
una filosofia unitaria di fondo, un ampio e coerente
respiro. Restiamo dubbiosi sul fatto che chi andrà
a costruire la “città mercato” possa avere
l'interesse più a realizzare le opere di tutela
ambientale (che costerebbero decine di milioni di
euro) che non a portare avanti, nel più breve tempo
possibile, il proprio investimento. Restiamo
scettici sulle potenzialità di Messina che si
ritroverebbe ad avere un numero assolutamente
spropositato di megainsediamenti commerciali (ne
sono stati previsti sei). Rimane infine il timore
che in questi giorni si sia aperta una pericolosa
maglia e che altre scelte miopi e frettolose, entro
breve tempo, possano prendere corpo.
chiusa la cortina
Domani dalle 22 alle 4 di venerdì divieto di
transito per i cantieri della tranvia sulla Cortina
tra il Viale e Largo Minutoli.
Hanno scelto l'area meno adatta
Sull'argomento relativo alle cave di sabbia della
Panoramica e più in generale sulla tutela del
territorio interviene Alba Della Rovere, presidente
del club di Messina dell'associazione “Amici della
Terra”. «Mi domando: “Quanti di coloro che
gestiscono la mia città sanno cosa significa
sviluppo sostenibile?”». Purtroppo debbo
rispondere che sono in pochi! Sono nata e cresciuta
a Messina, città che per la sua posizione
geografica gode di privilegi paesaggistici notevoli
e che negli anni non sono stati per nulla tutelati.
Negli ultimi decenni si è difeso l'ambiente
naturale solo per una questione di impatto visivo.
Adesso è diventata una scelta obbligata. L'ambiente
è una cosa seria perché tocca la nostra vita, il
nostro modo di essere e la politica deve essere al
servizio dell'ambiente, non viceversa. Nonostante
tutto si continua a seguire una logica contorta e si
parla di “città mercato” in un territorio
fragile, esiguo, paesaggisticamente importante e
inadatto per la sua posizione ad ospitare un
intervento così “invasivo” come la
realizzazione di un ipermercato. Perché non
intervenire con una riqualificazione ambientale e
rinaturalizzare tutte le cave di sabbia? Sarebbe
stupido fra qualche anno accorgersi, per l'ennesima
volta, di avere sbagliato per scelte dettate dal
vento politico e non dalle reale visione delle
nostre necessità e, soprattutto, dalla conoscenza
del nostro territorio. Basterebbe citare come esempi
la discarica di Portella Arena, gli svincoli, il
tram. Se penso alle decisioni prese nel tempo per la
mia città sento il bisogno di parlare e di far
notare che se Messina è ancora viva lo si deve alla
capacità, al lavoro, all'impegno di quei cittadini
che da sempre operano con serietà. Dall'altro lato,
però, c'è chi stabilisce dall'alto come meglio “giocare”
con il patrimonio paesaggistico e naturale della
città, non curandosi delle reali necessità dei
messinesi».
Chiare le indicazioni della Regione
siciliana sul rapporto con il Prg
Il Prusst non può derogare
Possono strumenti di programmazione diversi dal
Piano regolatore generale seguire strade autonome,
in deroga alle previsioni urbanistiche? È uno degli
interrogativi che oggi in molti si pongono alla luce
di quanto sta avvenendo per quel che concerne le
iniziative inserite nel Prusst (Programma di
riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile
del territorio) ed i collegamenti con le vicende del
Prg e del nuovo Piano urbanistico-commerciale. A
questo proposito, va ricordato che il 6 novembre
2000 l'assessorato regionale al Territorio e
Ambiente ha emanato una circolare, pubblicata sulla
Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il 1.
dicembre dello stesso anno e tuttora in vigora.
«Nel ribadire i contenuti della circolare
assessoriale del 14 aprile '99 – si legge – e
della circolare presidenziale del 2 settembre '99,
appare opportuno precisare che in nessuno strumento
di programmazione o di pianificazione negoziata,
patto territoriale, contratto d'area, Pru e Prusst,
può derogarsi alle ordinarie procedure
urbanistiche, quando detti programmi prevedano
varianti ai vigenti strumenti urbanistici. Le
procedure in questione sono infatti poste a tutela
di fondamentali, inderogabili diritti soggettivi e
degli istituti di rappresentanza protetti dalla
Costituzione». La circolare prosegue: «Pertanto,
l'attuazione di strumenti di programmazione o
pianificazione negoziata è subordinata al
soddisfacimento di due condizioni: 1) raccordo e
coordinamento dei programmi in sede regionale; 2)
approvazione delle varianti urbanistiche necessarie
per l'attuazione dei programmi, con le modalità e
nel rispetto delle leggi vigenti». In ogni caso,
quindi, le indicazioni contenute nel Prusst non
potranno e non dovranno mai stravolgere l'impianto
complessivo del Piano regolatore. Su questo la
posizione della Regione siciliana non sembra
prestarsi ad equivoci. Da qui la necessità di
procedere con estrema cautela, per evitare che
scelte scriteriate, comunque assunte fuori dal
contesto generale, possano finire con il
condizionare il giudizio degli organi regionali
deputati ad esprimere il parere definitivo sul Prg,
a cominciare dal Consiglio regionale
dell'urbanistica, chiamato a pronunciarsi nelle
prossime settimane. Sarebbe assurdo attendersi che
il Piano regolatore (nel quale sono innumerevoli gli
aspetti poco o nulla convincenti) rappresenti la
panacea di tutti i mali ma lo sarebbe altrettanto
farsi male da soli, cioè compromettere un iter
tecnico-amministrativo che affonda le sue radici nei
lontanissimi anni Ottanta.
Riunione dei vertici in preparazione
della verifica
Cdu pronto al rimpasto
Il Cdu si prepara alla verifica
politico-amministrativa in programma a breve
scadenza al Comune e alla Provincia manifestando la
necessità di «cogliere l'occasione per rafforzare
la coesione tre le forze aderenti alla Casa delle
Libertà e suscitare un impegno responsabile e
diretto nella gestione dell'ultimo periodo delle
amministrazioni provinciale e comunale – come si
legge in un comunicato stampa diramato ieri –
volto al raggiungimento degli obiettivi
concordati». Tra le righe della nota, dunque, si
legge l'intenzione dei Cristiano democratici uniti
di partecipare alla ripartizione dei nuovi
assessorati, per la quale le trattative scatteranno
non appena saranno scaduti i termini di
pubblicazione a Palazzo dei Leoni e nei municipi dei
108 comuni della provincia della delibera di
modifica allo Statuto provinciale con la quale si
recepisce l'aumento (da 10 a 15) del numero di
assessori in giunta, affissa all'Albo pretorio da
domenica 6. A fine gennaio, dunque (a meno di
eventuali osservazioni), il “rimpasto” potrebbe
essere realtà. Le forze politiche che compongono la
coalizione di centrodestra si sono già
informalmente incontrate a più riprese, in attesa
della definizione dei “posti” spettanti a
ciascun partito. Si sa già che a Palazzo Zanca
dovrebbero andare 2 nuovi assessori a Forza Italia,
uno ad Alleanza nazionale e l'altro, verosimilmente,
al Nuovo Psi; a Palazzo dei Leoni, invece,
nell'esecutivo dovrebbero fare il loro ingresso 2
rappresentanti di FI, uno di An, uno del Ccd, uno
ancora da definire e, appunto, uno del Cdu (che
attualmente non ha uomini nelle due giunte dopo il
passaggio di Piero Alibrandi a Forza Italia in quota
Sicilia Popolare). Lo scudocrociato, dunque, sta
operando le proprie scelte: all'incontro di ieri
erano presenti il deputato nazionale Pippo Gianni,
quello regionale Giuseppe Franchina (recente “acquisizione”
dall'Udeur), i vice commissari Carmelo Torre e Lillo
Zaffino, il componente la direzione Renato Grassi e
i consiglieri nazionali Antonio Miceli e Anna
Velonà, che hanno interpretato il risultato delle
ultime elezioni amministrative nel senso di «un
significativo incoraggiamento alla linea politica
del Cdu, impegnato in un processo di rinnovamento e
di rilancio cui hanno aderito movimenti politici
organizzati sul territorio, consiglieri provinciali,
comunali, circoscrizionali e personalità politiche.
Il progetto – conclude il comunicato – si muove
in una logica di sostegno dell'area moderata dello
schieramento poilitico, che si riconosce nei
principi della dottrina sociale della Chiesa e negli
orientamenti espressi dai movimenti laici, liberali
e socialdemocratici».
Fonte: gds
Cdu pressa gli alleati e chiede
spazio
Si infiamma il clima politico
all'interno del centrodestra in vista del rimpasto
nelle due giunte. Il Cdu redige un documento in cui
chiede maggiore spazio e ricorda agli alleati il
ruolo giocato nelle ultime amministrative. Forza
Italia, Alleanza nazionale ed il centro cristiano
democratico discutono da settimane dei futuri
assetti, di nomi, di poltrone, di sottogoverni. Nei
programmi del leader del Polo gli altri alleati del
centrodestra troverebbero soltanto un ruolo
marginale. Sembrano pensarla così almeno i vertici
del Cdu che allarmati dalla serie di indiscrezioni
trapelate dagli ultimi confronti tenutisi nelle
stanze del Polo, hanno approvato un lungo documento
politico.
Oltre ai soliti ragionamenti sul futuro della
città, c'è un messaggio chiaro agli alleati:
"avete fatto i conti senza il Cdu. Dovete darci
maggiore spazio". Corre ai ripari il partito di
Buttiglione, ricorda al Polo che alle ultime
amministrative di Barcellona ha raccolto l'8 per
cento dei consensi, che alla Provincia può contare
su quattro consiglieri provinciali, che ha raccolto
l'eredità di altre formazioni politiche che anche
grazie ai suoi voti, Leonardi siede sulla poltrona
più importante di Palazzo Zanca. In termini pratici
il Cdu, anche se non scrive esplicitamente, vuole
due assessorati, uno al Comune l'altro alla
Provincia (dove tra i papabili ci sono Carmelo
Nucera e Carmelo Torre) e vuole conservare il posto
nel consiglio di amministrazione di Messinambiente,
la società che cura la raccolta dei rifiuti.
"A livello locale _ scrive il Cdu _ è
necessario imprimere un'accelerazione all'azione
politica amministrativa provinciale e comunale
finalizzata alla realizzazione degli obiettivi
programmatici originari proposti dal presidente e
dal sindaco. In particolare si dovranno sostenere i
progetti compatibili con le vocazioni naturali del
territorio, completare in tempi rapidi le opere
relative alla viabilità urbana e suburbana compreso
l'attraversamento dello Stretto, ridisegnare la
città attraverso moderni strumenti di
pianificazione urbana e commerciale nonch‚ di
risanamento, difendere ed implementare i livelli
occupazionali. Occorre rafforzare la coesione tra le
forze della casa delle libertà nell'ultimo periodo
delle amministrazioni provinciale e comunale".
Emilio Pintaldi
Pioggia di no al progetto
dell'ipermercato
Una valanga di osservazioni da parte di consiglieri,
associazioni, ordini professionali, cittadini. E poi
un comitato ristretto con il compito di preparare
ricorsi al Tar ed al Coreco regionale. Il fronte
anti-ipermercato si allarga e diventa sempre più
compatto. Il centro-sinistra ieri ha chiamato a
raccolta sindacati, commercianti, professionisti,
perch‚ vengano intraprese tutte le strade utili
per dare uno stop al progetto della città-mercato
sulla Panoramica.
All'appello ieri a Palazzo Zanca hanno risposto i
consiglieri dell'opposizione, i vertici della
Confesercenti, i rappresentanti del Decimo a
dell'Undicesimo quartiere, la Cgil. "Vogliamo
creare una mobilitazione generale _ spiega il
capogruppo Ds Giuseppe Mangiapane _ fare intervenire
i commercianti, i primi ad essere penalizzati, i
quartieri, che non sono stati neanche consultati
dall'amministrazione, come invece prevede la
normativa".
Le decisioni sono state prese saltando la
circoscrizione che pure avrebbe avuto qualcosa da
dire su un diverso assetto urbanistico. E sul piede
di guerra scenderà anche il decimo quartiere, come
annunciato dal presidente Bonanno. "Il fronte
della protesta è ampio _ aggiunge Luigi Beninati,
dei Democratici _ come dimostra il fatto che anche
all'interno della maggioranza ci sono spaccature.
Saranno decine le osservazioni che porteremo in
Consiglio, nel frattempo prepariamo anche i
ricorsi". Del comitato che si occuperà dei
fascicoli da spedire a Palermo ed a Catania fanno
parte Luigi Beninati, Filippo Tommasini, Gaetano
Giunta ed il segretario della Confesercenti Sorbera.
Anche i commercianti nei prossimi giorni scenderanno
in campo. "Il Prg in questa fase non deve
essere stravolto _ conclude Franco Providenti, Ppi _
dopo l'approvazione, si può discutere, ma non di un
singolo supermercato".Rosaria Brancato
10/01/2002
Fonte: la sicilia
L'iter
va avanti: da domenica i 20 giorni per le
osservazioni – Espropri per 2 miliardi, la caserma
dei VdF con fondi pubblici
Città-mercato
col vento in poppa
Ma la
Regione chiede chiarimenti e già lunedì potrebbe
inviare gli ispettori
Approvata la delibera in Consiglio comunale, si
passa alla fase attuativa. Continua con il vento in
poppa l'iter del piano particolareggiato per la
realizzazione della città-mercato nelle ex cave di
sabbia sulla Panoramica. Domenica l'incartamento
sarà pubblicato nell'Albo pretorio di Palazzo Zanca:
scatteranno così i 20 giorni entro i quali gli
interessati potranno presentare osservazioni e/o
opposizioni, che saranno successivamennte esaminate
(dopo l'istruttoria dell'Urbanistica) e votate dal
civico consesso. Poi tutto l'incartamento potrà
«partire» per l'esame finale del Cru. La minoranza
consiliare ha già preannunciato battaglia, con una
«montagna» di ricorsi.
La delibera è contestata da ogni punto di vista:
formale e sostanziale. Le polemiche sono arrivate
anche alla Regione, attraverso l'interpellanza
presentata dal deputato dei Ds, Filippo Panarello.
Mentre lo stesso Panarello ha chiesto ieri al Comune
di prendere visione del piano per la
rinaturalizzazione delle ex cave, il Governo Cuffaro
ha fatto le sue prime mosse chiedendo chiarimenti a
Palazzo Zanca. E sono stati anche dettati i tempi:
se entro lunedì non dovessero pervenire le
delucidazioni richieste (o se fossero lacunose),
sarebbe inviato uno staff d'ispettori da Palermo.
Intanto continuano a venir fuori i dettagli del
progetto da 94 miliardi di lire presentato dall'«Adroma
impianti» di Castellammare di Stabia
(amministratore delegato Domenico Barbato) e
inserito dal Comune nel Prusst. L'area interessata
dal piano particolareggiato è complessivamente di
148mila metri quadrati. La superficie da espropriare
è pari a 41mila 119 metri quadrati, suddivisa in 50
terreni di diversi proprietari. L'acquisizione di
tutte le aree dovrebbe costare all'«Adroma» ben 2
miliardi 351 milioni.
A carico dell'impresa proponente (dietro la quale
c'è una grossa multinazionale) ci sono anche le
opere di urbanizzazione primaria e secondaria: 10
miliardi 440 milioni di lire la spesa complessiva.
Che è così suddivisa per gli interventi più
rilevanti: 2 miliardi 570 milioni per il verde
pubblico, 2 miliardi 279 milioni per i parcheggi e 3
miliardi 337 milioni per la sistemazione delle
strade. Non rientrano nell'investimento privato le
iniziative a «corredo» della città-mercato, quali
la realizzazione dell'elipista e della caserma per
il distaccamento nord dei Vigili del Fuoco. I fondi
per le due opere saranno finanziate attraverso il
Prusst e costeranno rispettivamente 690 milioni di
lire e 5 miliardi 462 milioni.
«Riesumato» il Piano commerciale — Legato
alla città-mercato è, ovviamente, il Piano di
urbanistica commerciale. Ieri il documento è stato
«riesumato» dalla 3ª commissione dopo che tra
mille polemiche l'esame era stato «congelato» per
dare priorità all'iniziativa dell'«Adroma
impianti». L'organismo guidato da Antonio Crupi (An)
ha continuano l'analisi delle tavole, ma ha ritenuto
necessario aggiornare i lavori a lunedì prossimo,
convocando l'assessore Gianpiero D'Alia e il
dirigente della ripartizione Urbanistica, Manlio
Minutoli.
Le perplessità di numerosi consiglieri riguardano
le presunte variazioni delle previsioni del Prg
inserite nel Piano commerciale. Per questo questo
motivo è stato riconvocato D'Alia, al quale sarà
chiesto di fare definitivamente chiarezza
soprattutto in relazione alla scelta di consentire
anche gli insediamenti commerciali nelle aree
precedentemente riservate all'artigianato ed
all'industria.
Giuseppe Lo Re
Fonte: gazzetta del sud
Città mercato / La vicenda delle cave di
sabbia della Panoramica
Novità in arrivo
La Regione lunedì invierà gli ispettori
L'ispezione si farà. Entro lunedì l'assessorato
regionale deciderà di inviare i propri funzionari
nel caso in cui dal Comune di Messina non dovessero
pervenire i chiarimenti richiesti in merito alla
vicenda del piano particolareggiato riguardante
l'area delle cave di sabbia della Panoramica dello
Stretto. La conferma arriva da Palermo dove ieri
mattina il deputato regionale diessino Filippo
Panarello ha rivolto un'ulteriore richiesta di
intervento all'assessore regionale per gli enti
locali Antonio D'Aquino. In questo caso, il
parlamentare della Quercia sollecita una verifica da
parte dei competenti organi regionali sulla
regolarità delle procedure amministrative e
dell'iter seguito dal consiglio comunale. C'è un
altro aspetto sul quale Panarello chiede che si
faccia pubblicamente chiarezza: «Ho presentato
un'istanza al Comune – afferma – per conoscere
il piano di coltivazione e di dismissione delle cave
di sabbia. Voglio sapere se quanto prescritto dalle
autorizzazioni rilasciate dall'Ente minerario
siciliano sia stato rispettato, quali interventi di
riqualificazione ambientale siano stati previsti e
se l'amministrazione comunale abbia svolto, come
avrebbe dovuto per legge, il suo compito di
controllo e di sorveglianza circa l'utilizzo di una
parte pregiata del territorio cittadino». Il “caso
Panoramica”, quindi, è ben lungi dall'essersi
sgonfiato dopo l'approvazione della delibera da
parte dell'aula di Palazzo Zanca. Da domenica, con
la pubblicazione del piano particolareggiato
all'albo pretorio del Municipio, comincerà
ufficialmente la fase delle osservazioni e delle
opposizioni presentate dai cittadini. Trascorsi
venti giorni, il piano dovrà tornare in consiglio
comunale per il voto definitivo. Poi, l'ultima
parola toccherà all'assessorato regionale al
Territorio, dal quale dipende anche l'esito sia del
Piano regolatore sia delle osservazioni presentate
alla Variante generale, tra le quali quella relativa
proprio all'area delle cave di sabbia. Nella
delibera votata favorevolmente dalla maggioranza
consiliare, si ricavano le cifre complessive (ancora
in lire, visto che il progetto risale al '99) degli
interventi programmati e alcuni dati importanti per
evitare confusioni o interpretazioni strumentali.
L'area interessata, intanto, è di 148 mila metri
quadrati, di cui 95 mila di proprietà privata e 53
mila di proprietà pubblica. Per le opere di
urbanizzazione primaria e secondaria la spesa
prevista è di 10 miliardi 440 milioni 800 mila
lire. Nel dettaglio, 2 miliardi 570 milioni
serviranno per il verde attrezzato, 2 miliardi 279
milioni per i parcheggi, 4 miliardi 447 milioni per
la viabilità interna ed esterna. Occorreranno, poi,
altri 2 miliardi 351 milioni per le procedure di
esproprio che interesseranno ben cinquanta famiglie
o ditte proprietarie. Una parte dell'intervento è
destinata alla caserma dei vigili del fuoco e
all'annesso eliporto per le emergenze di protezione
civile. Va chiarito una volta di più che queste
opere non verranno realizzate dalla società privata
che costruirà la “città mercato” ma vanno
considerate di interesse statale e saranno
finanziate con altri fondi (del ministero degli
Interni e dei Lavori pubblici). La caserma e
l'eliporto occupano, nelle previsioni, una
superficie rispettivamente di 9 mila 112 metri
quadri e 2 mila 760: in tutto 11 mila 872 mq
rispetto ai 148 mila del totale delle aree
impegnate. I costi sono di 5 miliardi 462 milioni
per la caserma e di 690 milioni per l'eliporto. I
progettisti hanno evidenziato che si tratta di
un'operazione di riordino urbanistico, rispetto alle
attuali condizioni di degrado delle cave, e che
grande attenzione è stata rivolta alle opere di
tutela del versante collinare e di sistemazione a
verde sia a monte dell'ipermercato sia nelle aree
adibite a parcheggio. Tutto questo è vero ma
nessuno può negare che il grosso dell'investimento
è, comunque, legato alla realizzazione della “città
mercato”, il vero e proprio fulcro attorno al
quale gira l'intero piano particolareggiato. Chi
sostenesse il contrario, non direbbe la verità. (l.d.)
«In ogni caso si è sbagliato»
«Se la normativa non è stata rispettata, è un
fatto grave. Se è stata rispettata, invece, non si
capisce perché non si sia voluto e non si voglia
aprire un confronto con gli organismi e le
associazioni interessate, al fine di capire se
l'iniziativa rispetta le leggi e quale sia l'impatto
sul territorio». A prendere nuovamente posizione
sull'argomento della “città mercato” è il
responsabile della Lega siciliana autonomie locali,
Rosario Ansaldo Patti. «È necessario – afferma
– ricordare che l'assessorato regionale al
Territorio e Ambiente, con circolare del novembre
2000, ha precisato che strumenti come il Patto
territoriale, il Contratto d'area, il Prusst, non
possono derogare alle norme delle procedure
urbanistiche e non possono stravolgere l'impianto
complessivo del Piano regolatore generale. Inoltre,
le direttive di programmazione commerciale, così
come pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della
Regione siciliana del 28 luglio 2000, impongono per
le “grandi strutture di vendita” «studi
preventivi di impatto» sulle caratteristiche
dell'iniziativa, sul bacino di attrazione, sulle
implicazioni urbanistiche in generale per valutare
gli effetti di congestione o di decongestione del
traffico, sull'ambiente, sull'occupazione, sul
rapporto con le imprese commerciali già esistenti e
su vari altri aspetti. Non è dato di sapere –
prosegue Ansaldo Patti – se il testo della
delibera riguardante il piano particolareggiato
approvato dal consiglio comunale contenga tutto
ciò. Dubitiamo che le cose stiano così, ma in ogni
caso continuiamo a non comprendere il perché del
mancato confronto pubblico».
Nonostante gli sforzi le corsie
preferenziali sono sempre intasate
Lotta impari per gli ausiliari del
traffico
«Noi facciamo il possibile ma potrebbe andare
meglio», non c'è dubbio: il compito degli
ausiliari del traffico è arduo. Da qualche giorno,
da quando sono appunto in servizio dodici “controllori
speciali”, le corsie preferenziali riservate al
transito di autobus, taxi e mezzi di soccorso sono
meno intasate del solito ma la lotta è ancora dura.
Incontrando due ausiliari del traffico, dipendenti
dell'Atm con la qualifica di addetto all'esercizio,
Francesco Interdonato e Pietro Pasto, ieri mattina
in un tratto di via Garibaldi, non ci nascondono le
difficoltà del loro compito: quello appunto di
evitare il transito e la sosta di macchine, camion,
furgoncini e scooter nel tratto delimitato dalla
striscia gialla. «Il fenomeno è rilevante – ha
commentato uno dei due ausiliari, Pasto – e noi ci
stiamo adoperando al massimo». La decisione
dell'amministrazione comunale di utilizzare alcuni
dipendenti dell'Atm per vigilare sulle corsie
riservate ha almeno portato qualche beneficio? «Va
benino», ha risposto il collega. Le corsie non sono
ancora del tutto libere. E del resto, ieri, sul lato
mare del tratto di via Garibaldi compreso tra piazza
Cairoli e largo San Giacomo, era evidente come gli
automobilisti indisciplinati non si siano ancora
scoraggiati: una lunga fila di auto in sosta
ostacolava il transito. «I problemi maggiori si
verificano proprio sul lato mare», ci dicono gli
ausiliari. E fino alle 11 di ieri mattina, nel
tratto in questione, sono state elevate cinque
multe. Il lavoro degli ausiliari del traffico senza
dubbio sta contribuendo a migliorare una situazione
giunta al collasso ma forse sarebbe necessario
rafforzare la presenza di questi ultimi. Gli stessi
conducenti dei mezzi dell'Atm considerano
quest'ultima ipotesi una scelta obbligata. «Dodici
persone non bastano a risolvere il problema, le
difficoltà rimangono», ha commentato un autista
del Velocittà, ieri mattina in servizio, Giuseppe
De Cola, che rilancia anche la questione delle
corsie protette. «L'unica soluzione – ha detto
– è l'installazione dei cordoli così come
avviene nelle altre città». Ma siamo a Messina.
Gli autisti hanno inoltre segnalato l'assenza della
striscia gialla in alcuni tratti del percorso dei
mezzi di trasporto pubblico. (i.c.)
S'incrementa il movimento di grosse navi da
trasporto ma si attende anche la ripresa degli scali
crocieristici
Al Norimberga “rinasce” la portualità
commerciale
Ivana Cammaroto
Il molo Norimberga diventa realtà
commerciale. Martedì dalla vasta banchina di riva
della zona falcata è partita la seconda nave che ha
inaugurato il nuovo scalo commerciale del porto. La
“Lady Greta”, battente bandiera cipriota e
proveniente da Palermo, ha caricato ben 3.000 travi
di ferro e da ieri, su un fianco del molo (dove
precedentemente sostava la nave Cariddi) è
ormeggiata la motonave “Claudia” con a bordo
3.200 tonnellate di grano dirette ai Mulini Gazzi. A
giorni, invece, è atteso l'arrivo di una grossa
nave per lo scarico di lastre d'acciaio.
Praticamente con la nave “Behsat Senkaia”, che
durante i primi giorni dell'anno ha caricato 1.100
tonnellate di coilts (lamiere arrotolate), per il
flusso commerciale del porto dello Stretto si è
davvero aperta una nuova era. La sosta in ambito
portuale delle navi da commercio viene comunicata di
volta in volta ma all'Autorità portuale sono sicuri
che con l'utilizzo del molo Norimberga, lontano dal
centro urbano, il traffico commerciale subirà un
notevole incremento. Una previsione che fa ben
sperare anche gli operatori portuali. Diversi
lavoratori per mesi sono stati alle prese con le
ristrettezze economiche causate dalla presenza dei
cantieri ai moli che, di fatto, hanno impedito il
regolare svolgimento delle operazioni portuali. La
piena ripresa del traffico commerciale grazie
all'utilizzo dei nuovi spazi portuali offerti dal
“Norimberga”, ha invece senza dubbio contribuito
a migliorare la situazione occupazionale di diversi
addetti. Da qualche mese al molo della zona falcata,
dopo l'ultimazione dei lavori di posa dei binari
ferroviari, sono state trasferite le grosse gru,
precedentemente allocate alla banchina Marconi.
Quest'ultimo molo per anni è stato considerato lo
scalo commerciale del porto ma era evidente che, per
la ristrettezza dello spazio a disposizione per le
varie operazioni di carico e scarico della merce e
per la vicinanza di una trafficata arteria viabile
(la Cortina del porto), di uffici e palazzi, era
inadeguato alle esigenze del commercio marittimo.
Una constatazione della realtà che due anni fa ha
portato i vertici dell'Authority, il presidente
Giuseppe Vermiglio e il segretario Franco Barresi, e
l'intero Comitato portuale ad approvare un piano di
riassetto del molo Norimberga (inserito nel primo
piano triennale predisposto dall'Authority subito
dopo una lunga fase di commissariamento). Adesso,
appunto, i progetti sono diventati realtà. È un
punto di partenza per un porto migliore, più
produttivo e competitivo. Tra i programmi
dell'Autorità portuale per il nuovo anno, poi, c'è
anche quello, immancabile per il porto messinese,
riguardante il traffico croceristico da marzo a
novembre. A giorni, di concerto con la Capitaneria
di porto, si svolgerà una riunione operativa
proprio per stilare l'elenco degli arrivi previsti.
Per quest'anno si prevede un incremento anche in
questo settore considerato l'interesse dimostrato da
diversi armatori. Il porto di Messina, ad esempio,
è stato già scelto come punto di partenza per la
nave da crociera “European Star” (la gemella
della “Vision” utilizzata durante il G8 di
Genova per accogliere i capi di Stato). Nel 2001
sono state circa 150 le soste in città delle navi
da crociera; per il 2002 si prevede ancora il boom.
Un fatto positivo è sicuramente rappresentato
dall'ultimazione dei lavori al molo Colapesce, la
banchina di riva prescelta per l'attracco delle
navi. Si potrà inoltre utilizzare la banchina I
Settembre e, una volta ristrutturato, anche il molo
Marconi.
11/01/2002
Fonte: la sicilia
Ancora
polemiche sulla città-mercato
Il Psi:
«Si istituisca una commissione per la
sorveglianza»
Tra un coro di dissensi, ecco che spunta fuori una
voce a favore, che sostiene il voto dei 20
consiglieri comunali che hanno approvato il piano
particolareggiato per la realizzazione della
città-mercato progettata dall'«Adroma impianti»
nelle ex cave di sabbia sulla Panoramica.
A diffondere un articolato documento è stato ieri
Saro Pizzino, segretario provinciale del Nuovo Psi:
«Condivido pienamente iniziative di questo genere.
In una città dove le quasi uniche fonti importanti
di lavoro sono il Policlinico, l'Università, il
Comune e la Provincia regionale, dove l'economia,
nel suo insieme, è asfittica da anni, un
imprenditore come Domenico Barbato che è
disponibile ad investire in proprio 100 miliardi
senza interventi pubblici e senza società miste
crea sgomento e fa irrigidire le forze del “non
cambiamento” che vogliono uomini e cose sotto la
loro esclusiva “giurisdizione”. La battaglia
politica condotta da tante e varie forze per il “sì”
è anche una lotta per il rinnovamento della classe
imprenditoriale messinese, che trarrà giovamento e
motivo di stimolo dal confronto con operatori che
hanno certamente una visione non limitata degli
interventi; è naturale che da questo confronto
l'economia cittadina trarrà un notevole
vantaggio». Infine, il Psi lancia un monito:
«Vista la rilevanza dell'intervento, si costituisca
una commissione di “alta sorveglianza” composta
da un gruppo di liberi professionisti e di tecnici
del Comune e del Genio civile».
Intanto, sul fronte opposto dei contrari, la
Confesercenti ha convocato una conferenza stampa per
martedì prossimo, alle 10. All'incontro
parteciperanno anche i rappresentanti di Fedarcom e
Cidec.
Pronta
l'ordinanza: da lunedì «dirottati» allo svincolo
di Messina centro i Tir sbarcati dai traghetti delle
Fs
Nuovo
percorso per i camion
Approdo
a sud: nelle prossime ore la nomina dello staff del
prefetto
Nuovo percorso forzato per i
mezzi pesanti. Da lunedì, i camion sbarcati dai
traghetti delle Fs e da quelli delle società
private che operano nell'ambito portuale dovranno
imboccare l'autostrada obbligatoriamente dallo
svincolo di Messina centro. L'ordinanza sarà
firmata questa mattina dal dirigente della
ripartizione Viabilità, Mario Pizzino ed entrerà
in vigore dai primi giorni della prossima settimana.
A richiedere la modifica è stato direttamente il
sindaco, Turi Leonardi, che nel corso di una
riunione ad hoc ha chiesto immediati accorgimenti
per alleggerire il transito sulla via Garibaldi. I
problemi più concreti dai flussi dei Tir e dalla
concomitante presenza dei cantieri del tram si
registrano davanti alla Prefettura: enormi code
vengono provocate dai camion che svoltano «a u»
sul corso Cavour per poi imboccare il viale
Boccetta. Da qui la necessità di dirottare i
«bisonti della strada» sulla via La Farina prima e
sul viale Europa poi, sperando di non appesantire
ancora di più un'altra zona della città dove i
camion hanno cominciato a mietere le loro vittime.
Caos sulla Ss 114 — Da nord a sud
la situazione la situazione di caos non cambia. A
protestare è il consigliere del IV Quartiere
Francesco Gallo, il quale denuncia i lunghi
incolonnamenti (oltre 2 km) che si formano
puntualmente, nelle ore di punta, all'incrocio tra
la Ss 114 e il nuovo svincolo di S. Filippo.
«Sulla Statale non si procede più – accusa Gallo
–. Sarebbe il caso di regolare i semafori con più
accuratezza, magari diminuendo il tempo in cui
lampeggia il rosso sulla Ss 114. È forse il caso
che aspettino un po' di più mezzi provenienti
dall'autostrada, rispetto ai flussi interni alla
città». Intanto, il Consiglio del Quartiere ha
effettuato un nuovo monitoraggio sulla viabilità
nella Statale 114: è risultato che tra le 6 del
mattino e le 19, sull'arteria transitano quasi
18mila mezzi nei due sensi di marcia.
Presto lo staff del prefetto per l'approdo a
Tremestieri — L'approdo d'emergenza a
Tremestieri, intanto, resta l'unica soluzione che
possa dare una boccata d'ossigeno alla città. Il
prefetto, Giosuè Marino, nominato commissario
straordinario, sta lavorando per comporre lo staff
che dovrà accompagnarlo fino alla realizzazione
delle due invasature. Acquisiti già alcuni
nominativi (il Comune ha indicato Rosario Guarniere)
manca solo qualche dettaglio. Le nomine saranno
formalizzate certamente entro la fine della
settimana. Dello staff, oltre al Comune, faranno
parte l'Avvocatura dello Stato, il Ministero dei
Trasporti, gli assessorati regionali ai Lavori
pubblici, ai Trasporti e al Territorio, l'Enas ed
esperti amministrativi.
Giuseppe Lo Re
Fonte: gds
Turismo, entro l'estate nuovi
scali per diportisti
Enzo Gallo
Entro la prossima estate la città
avrà il diritto ad ampliarsi sotto il profilo del
turismo.
Infatti, secondo quanto pubblicato recentemente
sulla Gazzetta Ufficiale, verranno effettuati
investimenti per la riqualificazione dei nostri
litorali, attraverso la costruzione di porticcioli
turistici. I progetti riguardano sia la città che
il territorio provinciale.
Saranno chiamati a contribuire anche i privati, che
si accaparreranno la gestione delle nuove strutture.
I costi di realizzazione ammonteranno a 3 milioni di
euro per ciascuno degli scali. In città saranno
previsti due porticcioli da realizzare nella zona
nord e l'ampliamento di quello già esistente
all'interno del porto. In provincia sono invece
previste le costruzioni di scali turistici a Santa
Marina Salina, a Giardini Naxos e a Capo D'Orlando.
L'ultima parola spetterà però alla società
"Nettuno spa" che, per conto della
Provincia, gestisce il controllo e lo studio delle
acque delle riviere ioniche e tirreniche, per
constatare se effettivamente esiste compatibilità
con le opere appena menzionate.
12/01/2002
Fonte: gazzetta del sud
Tiene banco il “caso Rizzo”: infelice
la battuta sui buoni benzina ma spesso in Consiglio
si fanno due pesi e due misure
I problemi sono molto più seri
In ballo la gestione dell'intero settore
viabilità e parcheggi
Lucio D'Amico
«Che volete che vi dica. Devo
ancora parlare con l'assessore». Mentre scende lo
scalone del municipio, il sindaco non sa se
sorridere o strapparsi i capelli. Ci mancava il “caso
Rizzo” per contribuire ad agitare le mai
tranquille acque di Palazzo Zanca. La vicenda, in
teoria, potrebbe essere archiviata subito. Da un
lato, basterebbero le scuse ufficiali dell'ing. Turi
Rizzo che, in qualche modo, si è già cosparso il
capo di cenere, definendo «infelice» la propria
battuta sui “buoni benzina” che avrebbero fatto
gola a qualche consigliere comunale. Dall'altro
lato, i consiglieri comunali dovrebbero dimostrare
con i fatti che non esistono provvedimenti da
accelerare e altri da boicottare, secondo gli
interessi prevalenti di qualche singolo imprenditore
o gruppo, di questa o quella corrente di partito,
dell'uno o dell'altro schieramento politico. E ciò
si può fare, approvando nel più breve tempo
possibile la delibera presentata dall'assessore alla
Viabilità, riguardante il piano di ristrutturazione
della rete dei distributori di carburante. Ma anche
in questa duplice prospettiva, è difficile che
finisca tutto a “tarallucci e vino”. Al di là
delle battute del “goliardico” Rizzo e delle
piccate repliche dei rappresentanti del civico
consesso, le questioni sul tappeto sono serissime e
non possono essere banalizzate da qualche scrollata
di spalle o allargamento di braccia. I nodi da
sciogliere sono essenzialmente politici. Rizzo si
trova a gestire uno dei settori più scomodi, quello
della mobilità urbana, con pochi mezzi, scarse
risorse e scelte quasi obbligate in assenza di
alternative strutturali e fino a quando la città
continuerà ad essere un “cantiere aperto”. In
alcune occasioni, l'assessore ci ha messo del suo,
annunciando provvedimenti che, poi, sono stati
revocati, non battendo adeguatamente i pugni sul
tavolo, credendo a volte di poter sistemare tutto
con qualche “boutade”. Si è avuta sempre
l'impressione che Rizzo e Leonardi, vecchie volpi
della politica messinese, si sopportino a vicenda
solo “per carità di patria”. Sarà solo una
sensazione ma questa città, proprio per la lunga
fase di emergenza nella quale si trova da anni,
avrebbe bisogno di una vera e propria “task force”
antitraffico. Sindaco e assessore alla Viabilità
dovrebbero agire in piena sintonia, come un generale
e un colonnello che guidano la stessa brigata su un
fronte di guerra. Ma un nodo pesante riguarda anche
il consiglio comunale. Il piano particolareggiato
riguardante l'area delle cave di sabbia della
Panoramica è stato esitato nel volgere di pochi
giorni e, in un primo tempo, si è tentato
addirittura di scavalcare la competente commissione,
la cui “sovranità”, in molti altri casi, è
stata sempre sbandierata come vessillo
dell'autonomia e della libertà di scelta degli
eletti dal popolo. Ci sono stati consiglieri che
hanno detto di essersi “entusiasmati” del
progetto della “città mercato”. Pienamente
legittimo ed, anzi, sarebbe da lodare
l'atteggiamento di chi sposa una causa e la porta
avanti fino in fondo. Ma sarebbe lungo l'elenco dei
casi in cui si è agito con ben altri ritmi.
Delibere che sono rimaste per mesi in commissione
(ricordate la vicenda del osservazioni e delle
opposizioni al Prg?), atti importanti rinviati di
anno in anno (la nomina del difensore civico, per
esempio, si attende dal lontanissimo '94),
discussioni estenuanti sul “sesso degli angeli”,
infinite sedute concluse puntualmente con la fuga
dall'aula di molti consiglieri e con la conseguente
caduta del numero legale. Il piano di
razionalizzazione degli impianti di distribuzione di
carburanti avrebbe meritato, probabilmente, tempi
più rapidi di quelli impiegati nel caso della “città
mercato”. Perchè da un lato, si tratta di mettere
ordine in una materia delicata, che ha serie
implicazioni sul piano della viabilità e della
protezione civile, spostando le pompe di benzina dai
marciapiedi e da altre sedi inadeguate del centro
urbano. Dall'altro, invece, si trattava di attendere
l'esito della variante al Prg, per aprire un
successivo confronto con la città, senza assumere
decisioni frettolose e ipotecare per il futuro aree
pregiate del territorio cittadino. Difficile dire se
la “querelle” esplosa martedì in aula, e
mercoledì nei corridoi del Comune, finirà nel
nulla o con le dimissioni dell'assessore alla
Viabilità. Probabilmente sarebbero sbagliate
entrambe le conclusioni. L'importante è che le
forze politiche messinesi capiscano la gravità
della situazione complessiva e cerchino rimedi molto
più incisivi che non qualche scambio di “poltrone”
o aggiustamento di deleghe.
Atteso per oggi il
confronto tra l'assessore e il sindaco
«È da tempo che chiedono la mia testa. Per fortuna
ne ho una sola». Sorride amaro, ai microfoni delle
tv locali, l'assessore alla Viabilità. «Non so
come finirà – dice Turi Rizzo –, se manterrò
la carica di assessore o tornerò alla mia
professione di ingegnere o farò il nullafacente».
Si sente “messo in croce”. Per una battuta “infelice”,
è vero, ma non soltanto per questo. Rizzo, infatti,
ricorda come solo qualche mese fa il gruppo di Forza
Italia chiese le sue dimissioni, per la questione
dei cordoli sulla via Palermo (in realtà, secondo
l'assessore, per le vicende collegate alla gestione
dei parcheggi a pagamento). Se i consiglieri sono
andati su tutte le furie per la sua “provocazione”
sui buoni benzina, l'assessore è rimasto ferito da
una frase pronunciata dal presidente del consiglio
comunale Filippo Livio, riguardo a «quelle persone
che, avendo dato tanto alla città e alla politica
messinese, sembrano avere esaurito le proprie
funzioni». Esser trattati da “ferro vecchio”,
questo no, Rizzo non lo accetta e lo ha detto
chiaramente ieri sera, durante il colloquio con il
leader del Partito socialista, Nanni Ricevuto. Per
oggi è previsto il chiarimento con il sindaco
Leonardi. Secondo il consigliere repubblicano
Giuseppe De Stefano quella scatenatasi in questi
ultimi giorni è la classica tempesta in un
bicchiere d'acqua. De Stefano ha espresso giudizi
molto duri in aula, avendo accusato l'assessore di
aver portato all'esame del consiglio un atto
deliberativo non corretto sul piano amministrativo e
sbagliato nel metodo. Il rappresentante del Pri,
però, dice di non aver mai chiesto le dimissioni di
Rizzo. «Non ritengo sussistano le condizioni e
l'interesse del mio partito – afferma De Stefano
– è solo quello di portare a conclusione un
provvedimento decisivo per migliorare la qualità
della vita dei messinesi. È proprio per questo che
ho chiesto le verifiche procedurali, al fine di
evitare che l'iter successivo della delibera possa
essere andare incontro ad ostacoli insormontabili,
che comunque farebbero perdere molto più tempo.
L'importante è che l'atto produca effetti positivi
concreti. Di fatto, la proposta investe le
competenze della gestione del territorio, visto che
le localizzazioni sul Prg attengono all'assessorato
all'Urbanistica. Quella delibera presentata
dall'assessore alla Viabilità non recava il parere
favorevole del dipartimento urbanistica, così come
invece dichiarato da Rizzo. Ho chiesto e continuo a
chiedere all'Amministrazione, affinché la delibera
non sia bocciata dall'assessorato regionale al
Territorio, il parere dell'assessore D'Alia e del
dirigente del settore, l'arch. Manlio Minutoli.
Tutto ciò può essere fatto nel giro di 48 ore e
già martedì prossimo la delibera potrebbe essere
approvata dal consiglio comunale. Non c'è alcuna
opposizione preconcetta ad un provvedimento il cui
merito, anzi, è condiviso da tutti. Nè abbiamo
disconosciuto l'impegno dell'assessore Rizzo durante
i mesi scorsi. Ma è ovvio che ci si arrabbi, quando
si leggono sui giornali dichiarazioni o battute che
offendono il consiglio comunale». (l.d.)
S'incontrano i leader del
Centrodestra
Sarà avviato oggi il confronto tra i leader dei
partiti di maggioranza, il sindaco Leonardi e il
presidente della Provincia Buzzanca. L'occasione è
data dalla presenza dei deputati nazionali e
regionali alla cerimonia d'inaugurazione dell'Anno
giudiziario. L'obiettivo è di chiudere nel più
breve tempo possibile le trattative riguardanti la
verifica e l'inevitabile rimpasto delle giunte al
Comune e alla Provincia.
PSI E URBANISTICA – Intanto, sull'argomento della
“città mercato”, interviene nuovamente il
segretario provinciale del Partito socialista Saro
Pizzino. «Confermo – scrive – la mia totale
adesione, e quella del mio partito, alla scelta
urbanistica e all'iniziativa imprenditoriale della
“città mercato”. Nessuno pensa che non possano
esserci anche pareri e giudizi contrari in tutta
buona fede, ma non vi è altrettanto dubbio che vi
siano delle opposizioni strumentali e interessate da
parte di chi fino a ieri era favorevole. Sono
proprio queste le “forze del non cambiamento”.
Non accetto, però, le affermazioni secondo le quali
il nuovo Psi non avrebbe titolo ad intervenire
perché continuatore dell'esperienza amministrativa
del vecchio Partito socialista, che per tanti anni
ha partecipato attivamente all'amministrazione della
città. Su questo argomento ribadisco il nostro
orgoglio di continuare ad essere socialisti,
esponenti di una forza politica che anche a Messina
ha espresso leader politici e di governo prestigiosi
e “per bene”, oltre che amministratori attenti e
illuminati. Scelte urbanistiche importanti ed ancora
valide si devono alle intuizioni dei socialisti di
allora: l'avvio della variante al Prg, il polo
sportivo, lo spostamento a sud degli approdi. E
tralascio la miriade di iniziative che i socialisti
hanno sviluppato sui temi della vivibilità urbana e
del risanamento. Ecco perché – conclude Pizzino
– oggi siamo legittimati ad intervenire sui temi
urbanistici».
Fonte: la sicilia
approdi / Il prefetto Marino, commissario
per la realizzazione dell'infrastruttura, attende le
ultime designazioni
Lunedì il comitato sarà operativo
Nei giorni successivi si svolgerà la prima
riunione dell'organo tecnico
Max Passalacqua
Il comitato tecnico-scientifico di
supporto al commissario governativo per la
realizzazione dell'approdo a sud, il prefetto
Giosuè Marino, dovrà essere operativo già da
lunedì per tenere la prima riunione già nei giorni
immediatamente successivi. È l'intenzione dello
stesso prefetto, che sta raccogliendo le
designazioni dei componenti il comitato da parte
delle istituzioni che ne fanno parte: i tecnici del
Comune (il sindaco Leonardi ha già indicato
l'ingegnere capo di Palazzo Zanca, Rosario Guarniere),
dell'Anas, del Consorzio autostrade siciliane, degli
assessorati regionali al Territorio e ambiente, ai
Lavori pubblici ed ai Trasporti, e i giuristi del
Tribunale amministrativo regionale e dell'Avvocatura
dello Stato. E sono proprio le designazioni della
Regione, al momento, a non consentire a Marino di
chiudere il cerchio: «Sto “inseguendo” i
responsabili degli assessorati per avere i
nominativi che mancano – spiega il prefetto – in
modo da poter partire subito. Manca anche la
designazione da parte del Tar, che dovrei avere tra
il 20 e il 24 gennaio, ma voglio partire
operativamente una volta completato il quadro dei
tecnici: conto di nominare il comitato entro
lunedì, in modo da tenere la prima riunione già
martedì o mercoledì senza perdere altro tempo».
Il ruolo del comitato tecnico-scientifico,
espressamente menzionato nell'ordinanza di
protezione civile firmata il 21 dicembre dal
ministro dell'Interno, Claudio Scajola, è infatti
fondamentale: dovrà assistere il commissario sul
piano giuridico-normativo e su quello delle
competenze tecniche, ma soprattutto consentire di
accelerare al massimo l'iter fornendo “in tempo
reale” le risposte e i pareri richiesti dalle
procedure, dal progetto alla valutazione di impatto
ambientale. Tanto che lo stesso Marino aveva
annunciato l'intenzione di nominare il comitato come
primissimo atto della sua gestione commissariale,
già nella settimana immediatamente successiva
all'ordinanza; proprio alcuni ritardi nelle
designazioni da parte delle istituzioni competenti,
tuttavia, non hanno permesso di provvedere nei tempi
previsti alla creazione dell'organismo di supporto.
A tre settimane dalla firma del provvedimento da
parte del ministro Scajola, dunque, si stringono i
tempi per iniziare a dare risposte concrete nella
gestione commissariale della cosiddetta “emergenza
tir” che scadrà il prossimo 31 dicembre quando,
nelle intenzioni, i primi due moduli dell'approdo
alla foce del torrente Larderia a Tremestieri
dovrebbero essere pronti per lo spostamento del
traffico gommato in attraversamento dello Stretto.
Dodici mesi (scarsi, ormai) per completare l'iter
della progettazione esecutiva, dell'appalto e della
realizzazione degli imbarcaderi per i mezzi pesanti
con i 41 miliardi finanziato dalla Regione nel
quadro dell'accordo di programma siglato nei mesi
scorsi a Palermo. Il tempo, dunque, già stringe. Il
prefetto ha in più d'una occasione ricordato come
l'attribuzione dei poteri commissariali non “sgravino”
dalle responsabilità gli altri soggetti
istituzionali preposti a questa realizzazione; se
già da questa fase (la designazione dei componenti
il comitato) si perde del tempo prezioso, l'intera
procedura rischia pesanti rallentamenti.
Fonte: la sicilia
Il
prefetto sta completando le nomine dello staff di
consulenti, nella prossima settimana l'insediamento
Approdo
a sud: tempi stretti
Il
ministero dei Trasporti ha indicato il comandante
Maccarone
S'insedierà tra martedì e
mercoledì il comitato che «accompagnerà» il
prefetto fino alla realizzazione dell'approdo
d'emergenza a Tremestieri. Le indicazioni sui
componenti dello staff di supporto continuano a
confluire nell'ufficio di Giosuè Marino, che al
massimo lunedì mattina conta di avere il quadro
completo. Finora oltre al Comune (che sarà
rappresentato dall'ingegnere capo, Rosario Guarniere)
hanno «risposto» i rappresentanti dell'Enas,
dell'Avvocatura dello Stato e del Ministero dei
Trasporti. Da Roma sarebbe stato fatto il nome del
comandante della Capitaneria di porto, Carmelo
Maccarone, che da anni combatte per la realizzazione
dell'approdo nella zona di Tremestieri, unica
soluzione reale per liberare la città dal «giogo»
dei Tir. Si attendono ancora i nominativi da parte
dei tre assessorati regionali interessati
(Trasporti, Lavori pubblici e Territorio) e del Tar,
anche se la rappresentanza di quest'ultimo soggetto
non sarebbe ritenuta di essenziale importanza.
Il commissario straordinario nominato dal ministro
dell'Interno, Claudio Scajola, sta quindi
rispettando la scaletta dei tempi dettata sin dal
momento in cui è stato chiamato in causa. Il primo
passo dell'organismo che comincerà a lavorare nella
prossima settimana sarà scegliere il soggetto a cui
affidare la progettazione esecutiva delle prime due
invasature. Al momento, infatti, sono disponibili
soltanto gli studi di massima predisposti dal Genio
civile Opere marittime, che tempo fa è stato
incaricato dalla Regione. Successivamente si aprirà
la fase di acquisizione dei pareri necessari per
l'affidamento dei lavori. Sotto quest'aspetto – lo
stesso Marino l'ha chiarito più volte –
l'ordinanza con la quale si concedono poteri
straordinari al prefetto non consentirà di saltare
a pie' pari le normative vigenti, ma solo di ridurre
i tempi per ottenere tutti i placet necessari. È
questo il caso, per intenderci, della Valutazione
d'impatto ambientale.
Per quanto riguarda l'esecuzione delle opere,
l'ordinanza di Scajola consente di affidare
l'incarico tramite trattativa privata, bypassando il
sistema del pubblico incanto che avrebbe tempi molto
più lunghi. A disposizione ci sono i 41 miliardi di
lire riservati dall'accordo di programma-quadro tra
Stato e Regione: i primi 28 dovrebbero servire per
le opere a mare, gli altri 13 per il tunnel che
collegherà direttamente le invasature alla
tangenziale.
Tutto l'iter dovrà essere completato entro il
termine del 31 dicembre: in quella data, infatti,
scadranno gli effetti della dichiarazione di stato
d'emergenza proclamato dal Consiglio dei Ministri a
seguito dell'ultimo incidente mortale verificato lo
scorso novembre sul viale Boccetta, costato la vita
alla pensionata Nunziatina Aversa.
Giuseppe Lo Re
14/01/2002
Fonte: gazzetta del sud
Il Psi “sgonfia” il caso Rizzo: solo
una “tiratina d'orecchie” all'assessore
Lucio D'Amico
Nessun confronto ufficiale. I
deputati nazionali e regionali del Centrodestra,
quasi tutti presenti alla cerimonia d'inaugurazione
dell'Anno giudiziario, negano che in questo week-end
siano all'ordine del giorno i temi della verifica
politica e del rimpasto nelle giunte del Comune e
della Provincia. Anzi, l'orientamento sembra essere
quello di rinviare tutto al prossimo mese e,
comunque, di definire prima le strategie per le
elezioni amministrative che si terranno a primavera
in 48 comuni della provincia e poi, eventualmente, i
problemi riguardanti Palazzo Zanca e Palazzo dei
leoni. Il presidente Buzzanca dice di non essere
preoccupato: «In tutta onestà – dichiara –, di
rimpasti o rimpastini a me personalmente interessa
poco o nulla. Ritengo di avere una giunta che ha
dimostrato, nel corso dei mesi, di essere
all'altezza delle sfide che quotidianamente ci
troviamo davanti. Ben vengano l'allargamento e il
potenziamento dell'esecutivo ma tutto ciò non
condiziona il percorso che ci siamo dati e che
prosegue in tutta autonomia. Diversa, a mio avviso,
è la questione degli enti di sottogoverno. Se
un'azienda resta senza vertici, occorre procedere
immediatamente alle nomine. Faccio l'esempio dell'Iacp:
qualora Garofalo dovesse dimettersi, provvederei
subito alla sua sostituzione». Ma i nodi sul
tappeto sono tanti, soprattutto al Comune, e non si
può pensare di liquidarli come banali questioni di
poco conto. Alcune vicende verificatesi durante gli
ultimi mesi dimostrano l'esigenza assoluta di far
chiarezza sul versante delle scelte politiche, prima
ancora che sul piano amministrativo. Il confronto
sui temi dell'urbanistica, sui progetti contenuti
nel Prusst, sulle varianti al Piano regolatore, non
può essere delegato ad un manipolo di consiglieri
comunali (fatte salve ovviamente le competenze
dell'assemblea elettiva). E allo stesso modo materie
“incandescenti” come la viabilità, il trasporto
pubblico, l'igiene cittadina, la gestione del
patrimonio pubblico, ed altro ancora, non possono
essere portate avanti in un clima di perdurante
incertezza e di precarietà. Il coordinatore
provinciale di Forza Italia Vincenzo Garofalo non
drammatizza: «Comune e Provincia non sono
paralizzati, l'attività amministrativa prosegue
mentre la politica ha i suoi tempi». I
rappresentanti del Ccd dicono di essere già pronti
al confronto con gli alleati come dimostrerebbe la
nomina dell'ufficio politico che affiancherà il
segretario provinciale Francesco Clemente durante la
fase delle trattative. Alleanza nazionale sembra
stare alla finestra, interessata al momento a
riempire la casella vuota relativa alla presidenza
di Messinambiente, confidando nella nomina – da
parte del sindaco – di Sergio La Cava al posto di
Santi Formica, che dalla scorsa primavera ha
lasciato l'incarico, una volta eletto all'Assemblea
regionale siciliana. Il Partito socialista si è
trovato alle prese con il caso Rizzo ed ha tutto
l'interesse a smorzare i toni. Sotto l'abile regia
di Nanni Ricevuto, si è gettata acqua sul fuoco
della vicenda riguardante il piano di
ristrutturazione della rete dei distributori di
carburante, che sembra essersi conclusa con una “tiratina
d'orecchie” all'assessore alla viabilità per
l'infelice battuta sui buoni benzina. Ci sono da
valutare, poi, le strategie del Cdu, dell'Udeur, del
Partito repubblicano, di “Nuova Sicilia”, della
galassia di sigle e di piccoli partiti che sperano
di ritagliarsi uno spazio al tavolo della coalizione
di maggioranza. Ma si può andare avanti così?
Vorremmo ricordare solo tre dei più importanti
appuntamenti in cima all'agenda
politico-amministrativa. 1) La realizzazione
dell'approdo a sud: chi pensa di aver sbolognato la
patata bollente nelle mani del prefetto-commissario,
non solo è in malafede ma commetterebbe un vero e
proprio “attentato” ai danni degli interessi
generali della città. 2) La conferenza economica
cittadina: dovrebbe essere il momento di sintesi
delle proposte e dei programmi per il futuro di
Messina. Ma ciò presuppone idee chiare ed
un'amministrazione comunale forte e coesa al suo
interno. 3) La gestione del Piano regolatore
generale: se il Cru dovesse pronunciarsi, come si
vocifera, entro la fine del mese e se la Variante
dovesse tornare approvata, comincerebbe la fase più
delicata, quella dell'attuazione dei contenuti del
Piano. La classe politica locale e gli uffici
comunali sono attrezzati a queste “sfide”?
LEONARDI E BUZZANCA
SCELGANO IN AUTONOMIA
C'è tempo. Messina può attendere. A chi importa
che l'azione amministrativa nei due principali enti
locali resti, se non proprio congelata, quanto meno
rallentata, nell'attesa di una verifica politica
annunciata ormai dai primi mesi dello scorso anno?
Cosa cambia se enti e aziende che gestiscono settori
di vitale importanza, come Messinambiente e l'Atm,
continuano ad avere consigli di amministrazione “monchi”,
in parte sfiduciati o rassegnati? Le forze politiche
continuano a trattare il capoluogo dello Stretto
come fosse un piccolo sobborgo di periferia. Lo
scorso autunno si subordinò la verifica al Comune e
alla Provincia all'esito delle elezioni di
Barcellona Pozzo di Gotto. Adesso si dice che è
più urgente scegliere i candidati per i 48 comuni
dove si andrà a votare nella prossima primavera che
non decidere una volta per tutte se procedere ad un
rimpasto generale all'interno delle giunte di
Palazzo Zanca e Palazzo dei leoni, se sostituire chi
non ha reso come dovuto, se nominare i nuovi
assessori previsti dalla legge che consente di
allargare gli esecutivi comunale e provinciale, se
cambiare o meno gli esperti. Insomma, è come se le
sorti della città interessassero poco o nulla.
Alcuni mesi fa, in un'intervista pubblicata sulla
“Gazzetta”, il sindaco Leonardi rilasciò
dichiarazioni dal significato inequivocabile,
invitando i partiti della coalizione di maggioranza
a chiudere al più presto la fase del confronto e
delle trattative. «Se la verifica continuasse a
slittare – disse –, diventerebbe difficile
modificare le cose. I nuovi assessori dovrebbero
avere il tempo di orientarsi». Sarebbe come salire
su un'auto che sfreccia a 200 chilometri all'ora
quando la corsa sta per finire. Chi sarebbe disposto
a farlo? Ma, soprattutto, quale beneficio ne
trarrebbe l'ente locale? Un conto è procedere ad un
esame dell'attività politico-amministrativa a metà
della legislatura, un conto è cercare di aggiustare
le cose a un passo dalla conclusione (non va
dimenticato che già dal prossimo autunno la città
entrerà nel clima della campagna elettorale in
vista delle amministrative 2003). In quest'ultimo
caso, si rischia solo di aggravare lo stato di
marasma. Messina non merita di essere trattata come
il comune di Caropepe. Dovrebbero essere Leonardi e
Buzzanca a prendere l'iniziativa, a convocare i
leader dei partiti, a battere i pugni sui tavoli e,
nel caso, a decidere di testa propria. È questo che
la città si attende dal sindaco e dal presidente
della Provincia. (l.d.)
Città mercato /
Presentata una nuova interpellanza dal deputato ds
Panarello
La Regione decide se inviare gli ispettori
Domani la Regione potrebbe decidere l'invio di
ispettori a Palazzo Zanca, con il mandato di
verificare la legittimità delle procedure relative
al piano particolareggiato della Panoramica dello
Stretto. La destinazione dell'area delle cave di
sabbia a “città mercato” continua a non
convincere il deputato regionale ds Filippo
Panarello che ieri ha presentato ufficialmente una
nuova interpellanza, rivolta al presidente Totò
Cuffaro, all'assessore al Territorio e Ambiente
Bartolo Pellegrino e all'assessore agli Enti locali
Antonio D'Aquino. Panarello chiede che venga
accertata la regolarità degli atti adottati dal
Comune. «Voglio capire – scrive – come sia
possibile far coesistere un piano particolareggiato
in variante al Prg e il procedimento in itinere di
formazione di un nuovo strumento urbanistico».
Secondo il parlamentare della Quercia, l'ispezione
è necessaria al fine di stabilire: 1) la
correttezza del procedimento di acquisizione di un
piano particolareggiato promosso da privati; 2) la
regolarità del provvedimento di adozione con
riferimento alla fase di deposito e visione degli
atti che la legge prevede in favore dei consiglieri
comunali; 3) lo stato di attuazione del piano di
coltivazione delle cave autorizzato dai competenti
organi regionali relativamente alla sistemazione
ambientale della zona oggetto di concessione per
attività estrattiva; 4) lo stato del procedimento
riguardante le opere inserite nel Prusst, anch'esse
non conformi allo strumento urbanistico; 5) le
ragioni che hanno determinato la mancata
approvazione del Piano di urbanistica commerciale».
Tra le tante questioni sollevate, ce ne sono due di
particolare rilevanza: «Dagli atti resi noti –
aggiunge Panarello – non risulta alcun incarico di
redazione del piano particolareggiato nè alcuna
indicazione degli organi competenti circa la
salvaguardia dei valori urbanistici e ambientali ai
quali avrebbero dovuto attenersi i progettisti.
Inoltre, la nuova disciplina della zona, incidendo
sui criteri informatori della Variante generale,
sottoposta all'approvazione dell'assessorato
regionale al Territorio, altera l'assetto e
l'equilibrio della stessa, ove si tenga conto che la
nuova previsione (maggiore estensione e
redistribuzione delle aree) è adottata in mancanza
del prescritto Piano commerciale».
Fonte: gds
Denunciati per la protesta contro
i tir: al via petizione
Rosaria Brancato
Lo hanno chiamato il "day-firma", la
giornata della petizione per dare solidarietà a
chi, partecipando ad un corteo anti-tir, è stato
denunciato. Il Comitato la nostra città è di nuovo
in piazza. Lo ha fatto ieri pomeriggio e tornerà a
farlo anche oggi, con un banchetto allestito nel
Viale Boccetta davanti alla Villa Mazzini.
"L'appello è a firmare-spiega Saro Visicaro,
portavoce del movimento- per testimoniare in modo
concreto solidarietà alle 18 persone che sono state
denunciate per aver ostacolato la liberazione
circolazione di tir nella città". Le denunce
ai manifestanti sono arrivate dopo il corteo dell'11
dicembre, una protesta pacifica per contestare la
schiavitù ai tir che nonostante i provvedimenti
vecchi e nuovi continuano ad attraversare il centro
urbano. Finora la petizione è stata firmata da
oltre 300 messinesi, cittadini comuni, giovani,
anziani, liberi professionisti e molti consiglieri
di quartiere che così hanno voluto sottolineare
come siano le circoscrizioni a pagare il transito
costante dei mezzi pesanti.
"Hanno firmato anche molti commercianti-
continua Visicaro- gli stessi che nel mese di
novembre avevano ricevuto assicurazioni che i tir
non avrebbero più attraversato il corso Garibaldi e
la via I Settembre. Loro non hanno ostacolato il
transito dei mezzi pesanti, ma continuano a subire i
danni del devastante passaggio quotidiano". La
raccolta continua, le firme saranno inviate anche al
presidente della Repubblica.
14/02/2002
Fonte: gazzetta del sud
Approdi, Via del mare, Prg, “città
mercato”, verifica politica: comincia una
settimana cruciale
Ecco tutti i nodi da sciogliere
Rinviato a oggi il confronto tra il sindaco
Leonardi e l'assessore Turi Rizzo
Lucio D'Amico
Nel silenzio perdurante delle forze
politiche, in un clima di incertezza e di
precarietà, comincia una settimana che si
preannunzia densa di novità rilevanti.
APPRODI – Da oggi dovrebbe diventare operativo il
Comitato tecnico-scientifico che farà da supporto
al prefetto Giosuè Marino, nella sua qualità di
commissario per la realizzazione dei primi due
moduli dell'approdo a sud. Non si tratta solo di un
passaggio formale. La nomina del “pool” di
esperti, in rappresentanza degli enti e delle
istituzioni che hanno competenze in materia, ha una
funzione consultiva ma può diventare anche uno
strumento prezioso per accelerare il più possibile
i tempi e le procedure. Non ci sono alternative.
L'ordinanza firmata dal ministro Scajola pone al 31
dicembre il termine entro il quale dovrebbero essere
realizzati gli attracchi “di emergenza”, grazie
ai quali il traffico gommato pesante sarà dirottato
dalla rada di San Francesco e dalle aree portuali a
Tremestieri. Il primo nodo da sciogliere è quello
relativo allo stato attuale della progettazione,
affidata ai tecnici del Genio civile opere marittime
di Palermo e del Genio civile di Messina.
VIA DEL MARE – Pur se non rientra nel decreto
dello “stato di emergenza”, la litoranea di
collegamento fra Tremestieri e il molo Norimberga
riveste, in ogni caso, un'importanza decisiva. Le
competenze non sono del prefetto ma
dell'amministrazione comunale, chiamata ad imprimere
una svolta in un iter che è ancora fermo allo
studio preliminare redatto dall'ing. Salvatore
Lanzafame. L'inserimento di quest'opera nei
collegati alla Finanziaria predisposta dal Governo
nazionale garantisce la certezza di poter contare
sui finanziamenti statali, oltre ai fondi promessi
dalla Regione siciliana. Ma non si può sprecare
tempo e, al più presto, si deve assolutamente fare
chiarezza sul percorso che la giunta Leonardi
intende seguire.
PANORAMICA – Per oggi si attendono le decisioni
della Regione siciliana in merito alla vicenda del
piano particolareggiato riguardante l'area delle
cave di sabbia della Panoramica. Gli assessori al
Territorio e Ambiente e agli Enti locali
difficilmente potranno ignorare la richiesta
ufficiale, contenuta in una duplice interpellanza
presentata dal deputato messinese Filippo Panarello,
circa l'invio di ispettori a Palazzo Zanca. Sotto
esame sono sia le procedure amministrative sia le
scelte di politica urbanistica adottate dal
consiglio comunale, in una fase così delicata, alla
vigilia del voto conclusivo da parte del Cru sulla
variante al Piano regolatore. Il Governo siciliano
ha tutto l'interesse di chiarire alcuni lati oscuri
della vicenda e, soprattutto, di conoscere i motivi
che hanno portato il Consiglio ad anticipare il
provvedimento della “città mercato” rispetto al
Piano di urbanistica commerciale che dovrebbe essere
il contenitore generale, all'interno del quale
s'inseriscono le singole iniziative. In questo
momento, a Palermo, sembrano emergere due linee di
pensiero contrapposte. C'è chi, tra i tecnici del
Cru e dell'assessorato regionale al Territorio,
esprime forti perplessità sugli atti trasmessi dal
Comune, sul fatto che non è stato ancora inviato il
Piano commerciale, sulla confusione creata nella
fase degli emendamenti e poi delle osservazioni e
delle opposizioni presentate dai cittadini. Se
prevalesse quest'orientamento, la Variante generale
correrebbe il serio rischio di una seconda clamorosa
“bocciatura”. Ci sono, invece, coloro i quali
ritengono ininfluenti tali aspetti e sono
intenzionati a dare il via libera all'impianto
complessivo del Prg, magari stralciando qualche
previsione o cassando la parte relativa ai ricorsi
(che potrebbero essere respinti “in toto”).
CASO RIZZO – Si terrà stamane l'atteso
chiarimento tra il sindaco Leonardi e l'assessore
alla Viabilità Salvatore Rizzo. Sembra destinata a
sgonfiarsi la vicenda scoppiata a seguito della
mancata approvazione, da parte del consiglio
comunale, del piano di ristrutturazione della rete
di distributori di carburante. Le polemiche tra
Rizzo e una parte dei consiglieri di maggioranza si
chiuderà con le scuse ufficiali da parte
dell'assessore, per alcune sue dichiarazioni
definite “infelici”. Resta intatta, però, la
questione politica che il sindaco deve affrontare in
modo risoluto. Non ha senso “dimissionare” un
assessore per una battuta di cui egli stesso dice di
essersi pentito. Il problema è molto più serio,
coinvolge i temi della verifica politica (che le
forze di maggioranza si ostinano a voler rinviare di
settimana in settimana) e del rilancio di alcuni
settori amministrativi di importanza vitale, quale
quello della mobilità urbana e della protezione
civile. Fra qualche mese i cantieri del tram (almeno
si spera) saranno definitivamente chiusi e allora
bisognerà essere pronti a gestire da subito il
nuovo sistema di trasporto urbano integrato (tram e
autobus), da inserire ovviamente nel contesto
complessivo delle politiche antitraffico. Come la
“Gazzetta” ha più volte sottolineato, occorre
dar vita ad una “task force”, impegnata
quotidianamente su quello che a Messina è un vero e
proprio “fronte di guerra”. Riguardo al piano di
razionalizzazione dei distributori di benzina nel
centro urbano, tra oggi e domani la commissione
consiliare dovrebbe esitare l'atto deliberativo. Ci
auguriamo che il consiglio dimostri, per questo
provvedimento, lo stesso “entusiasmo” mostrato
in recenti episodi, quale quello relativo al piano
particolareggiato della “città mercato”.
Fonte: la sicilia
Approdo
a sud: oggi la nomina dello staff del prefetto
Opere pubbliche, opere pubbliche ed opere pubbliche:
il refrain politico della settimana sarà sempre lo
stesso. Si comincia, manco a dirlo, con l'approdo
d'emergenza a Tremestieri. Il prefetto, Giosuè
Marino, dovrebbe nominare stamane i componenti
mancanti dello staff, che collaborerà con lui fino
alla realizzazione dell'opera. La seduta
d'insediamento dovrebbe tenersi tra domani e
dopodomani. A Palazzo Zanca, si lavorerà sugli
svincoli e sulla città-mercato. Sul primo fronte,
dopo le verifiche della scorsa settimana, dovrebbero
prendere il ritmo giusto i lavori nel primo lotto,
l'unico dei tre a non andare avanti secondo i tempi
previsti. Il sindaco, Turi Leonardi, si è detto
fiducioso: le bretelle di Giostra e Annunziata
saranno consegnate tra circa 650 giorni. Per quanto
riguarda la città-mercato progettata dall'«Adroma
impianti» di Castellammare di Stabia nelle ex cave
di sabbia sulla Panoramica, l'Amministrazione
Leonardi dovrebbe inviare questa mattina a Palermo i
chiarimenti richiesti dall'assessorato regionale al
Territorio, attraverso una lettera firmata da
Antonio Scimemi, direttore generale
dell'Urbanistica. Nel frattempo, si sta muovendo
anche l'assessorato regionali agli Enti locali
(sollecitato da un'interpellanza del deputato dei Ds,
Filippo Panarello), mentre la delibera sul piano
particolareggiato è pubblicata ieri all'Albo
pretorio del Comune: nei prossimi 19 giorni gli
interessati potranno presentare osservazioni ed
opposizioni. Infine, ci sono i rimpasti al Comune ed
alla Provincia. Imposta da Fi una brusca frenata
fino a metà febbraio, l'unico nodo da sciogliere è
l'eventuale nomina, nei prossimi giorni, del
presidente e di due componenti del CdA di
MessinAmbiente. A decidere sui tempi sarà
direttamente il sindaco.
G. L. R.
Off limits il ponte «Calamona»
e forse via I Settembre – Parcheggi a
parte, la viabilità resta sempre il settore più
«caldo» dell'Amministrazione. Due i problemi che
scoppieranno nei prossimi giorni. Si comincerà con
la chiusura del ponte «Calamona» sulla Ss 113.
Domani, in Prefettura, sarà stilato il piano viario
alternativo, considerato che da lunedì prossimo l'Enas
chiuderà il viadotto per eseguire lavori di
consolidamento. Guai in vista anche nel centro
urbano: sempre da lunedì prossimo dovrebbe
diventare off limits la via I Settembre nel tratto
tra via Garibaldi e viale S. Martino: l'impresa «Iagi»
di Agrigento dovrà ripristinare la pavimentazione
in pietra lavica danneggiata dai camion che, con una
serie di nuovi sensi di marcia, saranno fatti
defluire sulla parte a valle di via Tommaso
Cannizzaro. Intanto, la viabilità sta predisponendo
la nuova segnaletica, che interesserà il viale
Garibaldi, la cortina del porto e via La Farina.
Secondo quanto stabilito dal sindaco e contenuto in
un'ordinanza che sarà firmata al più presto, i Tir
sbarcati dalle navi delle Fs e dei privati nell'area
portuale non potranno più imboccare l'autostrada a
Boccetta, ma dovranno seguire un percorso obbligato
su via La Farina verso lo svincolo di Messina
centro. La modifica è stata dettata dalla
necessità di fluidificare il transito da sud a nord
ingolfato dall'inversione «a u» finora concessa
davanti alla Prefettura.
Giuseppe Lo Re
16/01/2002
Fonte: gazzetta del sud
Città mercato: Minutoli a
Palermo per dare i chiarimenti alla Regione
Da domenica 13 è in pubblicazione all'albo pretorio
del Comune la delibera di acquisizione del piano
particolareggiato per la realizzazione di un
insediamento commerciale nell'area delle cave di
sabbia sulla Panoramica dello Stretto. Il termine di
venti giorni per la presentazione di osservazioni e
opposizioni da parte dei cittadini scadrà dunque il
1. febbraio, data dopo la quale, se non sarà stata
impugnata, la delibera diverrà esecutiva a tutti
gli effetti; in caso di presentazione di
osservazioni, invece, dovrà tornare in aula per
l'esame di queste ultime. È probabile, viste le
polemiche che sono seguite all'approvazione in
Consiglio comunale della delibera di acquisizione
del piano particolareggiato, che almeno alcune
osservazioni vengano presentate, anche se con la
prospettiva di una bocciatura in aula visto il “fronte”
compattatosi sul voto alla delibera (con l'unica
eccezione, nella maggioranza consiliare, di quattro
esponenti del Ccd che ritenevano più opportuno dare
priorità all'approvazione del Prg). Ma la notizia
del giorno è che l'invio degli ispettori da parte
dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente,
sollecitato dal deputato diessino Filippo Panarello
e atteso già nella giornata di ieri, è perlomeno
slittato di qualche giorno. L'amministrazione ha
infatti inviato a Palermo, con tutta la
documentazione e i chiarimenti richiesti
dall'assessore Bartolo Pellegrino e dal direttore
generale Nino Scimeni, il dirigente del dipartimento
Politica del territorio Manlio Minutoli. Se i
chiarimenti forniti dall'arch. Minutoli dovessero
rivelarsi sufficienti a rispondere a tutte le
domande poste dalle interpellanze dell'on. Panarello
(che si è rivolto anche all'assessorato agli Enti
locali) sulla procedura che ha portato
all'approvazione del piano particolareggiato in
variante al Prg che è ancora in esame al Cru,
l'ispezione dei tecnici dell'assessorato a Palazzo
Zanca non verrebbe effettuata. Stamattina alle 11,
intanto, nella sala giunta di Palazzo Zanca le
associazioni dei commercianti Confesercenti,
Fedarcom e Cidec terranno una conferenza stampa per
illustrare la loro posizione «sulla vicenda della
città mercato che il Consiglio comunale di Messina
intende fare insediare nelle ex cave di sabbia della
Panoramica», come si legge nel comunicato della
Confesercenti. (m.p.)
Oggi a Palazzo Zanca i commissari e i
tecnici del Cru. L'Amministrazione invitata alla
seduta di giovedì sulla Variante
Prg, giorni decisivi
Verso il “sì” al Piano con la bocciatura
delle osservazioni
Max Passalacqua
Ormai è davvero questione di
giorni: l'approvazione della Variante generale al
Piano regolatore è vicina. Oggi alcuni commissari e
tecnici del Cru si incontreranno a Palazzo Zanca con
il sindaco Salvatore Leonardi, mentre giovedì 17 i
rappresentanti dell'amministrazione comunale sono
stati invitati a partecipare alla seduta del
Consiglio regionale dell'urbanistica che sta
attualmente esaminando il Prg, per essere sentiti in
merito alla Variante. Il sindaco Leonardi vede il
traguardo vicino e : «Il gruppo del Cru che verrà
in visita domani (oggi, ndr ) è composto anche da
due geologi e ci sottoporrà alcuni “nodi” da
sciogliere, ma niente di particolare», assicura il
primo cittadino. «Poi giovedì siamo stati invitati
a partecipare alla seduta dell'organo regionale e da
quel momento dovremmo andare a chiudere davvero
rapidamente». Una chiusura che dovrebbe essere
positiva, almeno stando ai segnali che giungono da
Palermo e che danno praticamente per certa
l'approvazione del Prg e la bocciatura in blocco di
tutte le 711 osservazioni alla Variante presentate
da cittadini e istituzioni e votate dal Consiglio
comunale nell'estate dello scorso anno. «Sì, è
una delle ipotesi», abbozza Leonardi che poi si “sbottona”
un minimo: «Due settimane orsono ho parlato con il
direttore generale dell'assessorato al Territorio e
ambiente, Scimeni, che ha avuto parole di
apprezzamento per la linea scelta
dall'amministrazione di non operare “pressioni”
e di rispettare la competenza del Cru sull'esame
della Variante e delle osservazioni, e mi pare che
l'orientamento della Regione sia proprio quello di
dare il “via libera” al Prg cassando queste
ultime». Quella attualmente in esame al Cru è la
rielaborazione generale della Variante, bocciata
dallo stesso Consiglio regionale dell'urbanistica
nel '95 (tra le motivazioni fu evidenziato il
«sovradimensionamento dei vani» in particolar modo
nella zona nord), che è stata redatta dal
dipartimento Politica del territorio nel '98. È
presumibile, tuttavia, che per l'approvazione del
Prg l'organo dell'assessorato regionale chieda
l'invio della delibera del Piano di urbanistica
commerciale, attualmente all'esame della III
commissione consiliare in attesa di essere adottato
in aula, anche se già l'aver esaminato il Prg senza
questo necessario complemento testimonia
probabilmente l'orientamento favorevole del Cru
sulla Variante. Tra le 711 osservazioni (che
incidono anche pesantemente sul “volto” della
città per il futuro così com'è disegnato dal
Piano regolatore) c'è anche quella per il
cambiamento di destinazione dell'area delle cave di
sabbia sulla Panoramica dello Stretto, dove una
società ha presentato un progetto di città mercato
per un investimento di quasi 100 miliardi.
emergenza tir / Mancano
ancora designazioni nell'organo tecnico-scientifico
Approdo: rinvio per il comitato
Ancora un rinvio, anche se (pare) di un solo giorno.
Ancora designazioni mancanti, che fanno sì che il
prefetto Giosuè Marino, commissario ministeriale
per la realizzazione dell'approdo a sud, non sia in
condizione di nominare e insediare il comitato
tecnico-scientifico che dovrà coadiuvarlo nella
gestione della progettazione (affidata al Genio
civile opere marittime) e nelle procedure di appalto
per l'infrastruttura finanziata con 41 miliardi
dalla Regione nel quadro dell'accordo di programma.
Del comitato dovranno far parte otto rappresentanti
di enti e istituzioni a vario titolo competenti
sulla materia: dal punto di vista tecnico il Comune
(che ha già ufficializzato la nomina del proprio
componente), l'Anas, il ministero delle
Infrastrutture e dei trasporti e gli assessorati
regionali ai Lavori pubblici, al Territorio e
ambiente ed ai Trasporti; dal punto di vista
giuridico, invece, l'Avvocatura dello Stato e il
Tribunale amministrativo regionale. Il decreto di
conferimento dei poteri commissariali al prefetto,
firmato a fine dicembre dal ministro dell'Interno,
Claudio Scajola, prevede infatti per la
realizzazione dei primi due moduli dell'approdo un
anno di tempo (ma sarebbe più corretto dire undici
mesi, visto che la scadenza è il 31 dicembre) con
la possibilità di andare in deroga a una serie di
leggi per accelerare praticamente tutti i passaggi
dell'iter, compresa la procedura per lo studio di
valutazione dell'impatto ambientale. Marino intende
quindi avvalersi della consulenza del comitato “in
tempo reale” su tutte le questioni, sia tecniche
sia giuridiche, che dovessero porsi lungo il cammino
dell'opera. Certo, questi ritardi nella designazione
dei componenti non giovano: «Domani (oggi, ndr )
spero di definire il quadro – dichiara il prefetto
– e convocare la prima riunione, che ovviamente
non potrà essere mercoledì ma qualche giorno
dopo». Per insediare il comitato, Marino attenderà
la nomina quantomeno di tutti i componenti tecnici;
il rappresentante del Tar, difatti, dovrebbe essere
designato nella settimana del 21 gennaio. (m.p.)
Decisivo l'incontro con il
sindaco ma l'esponente del Psi vuole la delega
all'Urbanistica
Il “caso Rizzo” è chiuso. Forse
Il “caso Rizzo” è ufficialmente chiuso. Si è
svolto ieri mattina l'incontro «chiarificatore»
(così lo definisce un comunicato di Palazzo Zanca)
tra il sindaco Leonardi e l'assessore alla
Viabilità sul “vespaio” scatenato da una
battuta dello stesso Rizzo sulla mancata
approvazione in aula del piano di ristrutturazione e
razionalizzazione della rete carburanti, che
l'esponente del Nuovo Psi ha riconosciuto essere
«inopportuna e fuori luogo» assicurando al primo
cittadino l'intenzione di «chiedere scusa
pubblicamente, nella prima seduta utile, al
consiglio comunale». A far scoppiare la polemica
tra Rizzo e i consiglieri (soprattutto quelli di
maggioranza e persino quelli del suo stesso
partito), che ne avevano chiesto le dimissioni,
erano state alcune dichiarazioni nelle quali
l'assessore ipotizzava ironicamente che il rinvio
dell'approvazione della delibera fosse dovuto alla
mancanza di “incentivi”, in particolare di buoni
benzina. Ancora ieri, il consigliere del Pri
Giuseppe De Stefano ha fatto rilevare come «lo
stesso dipartimento Politica del territorio, il 21
agosto 2001, abbia espresso un parere di massima
favorevole al piano, a condizione che sia “corredato
degli elaborati necessari per l'approvazione in
deroga allo strumento urbanistico”. Dunque la sua
approvazione non è competenza dell'aula –
prosegue De Stefano – ma deve seguire la prassi
delle approvazioni in deroga al Prg, con la
pubblicazione per le eventuali osservazioni dei
cittadini. Dunque la delibera, che è sicuramente
valida, così com'è verrebbe senz'altro bocciata
dal Cru e quindi il rinvio ha “salvato” la sua
approvazione piuttosto che metterla a rischio». Il
sindaco ha «preso atto della puntualizzazione»,
invitando Rizzo «ad essere “meno goliardico” e
continuare ad impegnarsi nella soluzione dei
problemi importanti riguardanti la delega
assessoriale, ed in particolare per quelli relativi
alla mobilità urbana». Delega che, tuttavia, Rizzo
non fa mistero di gradire molto poco; l'ex
presidente dell'Ordine degli ingegneri preferirebbe
di gran lunga avere l'assessorato all'Urbanistica
(del quale, prima di Gianpiero D'Alia, era titolare
un altro esponente socialista, Carlo Mazzù) e ieri
lo ha dichiarato a chiare lettere a Palazzo Zanca
subito dopo l'incontro con il sindaco: «La
viabilità a Messina è una “patata bollente”
– ha detto Rizzo – non mi dispiacerebbe
cambiare». Dunque, il “caso Rizzo” è riaperto?
(m.p.)
Tante sono le iniziative allo studio del
dott. Gianfilippo Villari nel settore dell'arte
moderna e contemporanea
Il nuovo sovrintendente comincia da... tre
«Con la riorganizzazione degli uffici dal
personale si può pretendere maggiore impegno»
Graziella Mastronardo
Da quando s'è insediato, all'inizio
di dicembre, sino alla fine dell'anno, ha
prevalentemente firmato mandati di pagamento per
evitare che somme consistenti andassero in fumo. Da
qualche giorno, poi, gli uffici sono oggetto di
pulizie straordinarie, per cui il nuovo
sovrintendente, il dott. Gianfilippo Villari, ha
appena avuto il tempo di “prendere confidenza”
con problemi, uomini e cose. Viene da Palermo, dal
Centro regionale del restauro, ma di Messina sembra
già un conoscitore abbastanza navigato: almeno
nelle linee essenziali. «Vi sono alcune città
della Sicilia Orientale – afferma – che per anni
hanno conservato l'immagine della disperazione,
determinata dai terremoti, dalle alluvioni, dalla
guerra. Messina è, da questo punto di vista,
l'ultima fotografia della disperazione, visto che il
sisma del 1908 l'ha rasa al suolo. Ma mentre a
Catania, ad esempio, si ipotizza di intervenire per
riportare alla luce quello che fino a 30 o 40 anni
addietro (non ancora coperto dal cemento) s'era
conservato di quanto espresso fino al Seicento e al
Settecento (il cosiddetto “barocchetto”), a
Messina il grande patrimonio del liberty è in
massima parte deturpato. Questo stile qui è stato
interpretato nel suo periodo migliore e rappresenta
un unicum che non si ritrova in nessun'altra parte
d'Italia: non si può consentire che le
ristrutturazioni avvengano utilizzando materiali
industriali. Indubbiamente, l'insieme degli edifici
liberty di cui Messina è ricca, costituisce un
complesso di beni meritevole di tutela». Dunque,
massima attenzione – s'intuisce – da parte della
Sovrintendenza sarà riservata all'impiego dei
materiali nel corso degli interventi di restauro;
così come quasi certamente si assisterà al
coinvolgimento degli artigiani locali, depositari
d'una “arte” che le produzioni in serie di
materiali non possono conoscere. Il dott. Villari,
in questi pochi giorni, ha anche avuto modo di
rendersi conto che «è necessaria una
riorganizzazione degli uffici improntata alla
massima apertura, in grado di fornire risposte al
pubblico praticamente ogni giorno». Il ricevimento,
quindi, sarà attuato su cinque giorni alla
settimana. «Il rapporto con l'utenza esterna –
afferma Villari – va privilegiato e in ogni caso
occorre velocizzare le pratiche. La nuova
organizzazione voluta dall'assessorato ci
consentirà di pretendere dal personale maggiore
impegno: e si dovrà toccare con mano». Come dire:
occorrerà lavorare di più e meglio. La
Sovrintendenza, proprio in seguito a una specifica
richiesta del suo nuovo “capo”, avrà due nuove
strutture: un'unità operativa per l'arte
contemporanea e un ufficio dirigenziale semplice per
lo sviluppo turistico. «Attraverso questi due
strumenti operativi – afferma Villari –
tenteremo di fornire risposte nuove». Il
sovrintendente ha già in mente tre iniziative,
ancora ovviamente da definire, nell'ambito della
prima struttura. «La prima – spiega – è una
grande esposizione di artisti siciliani o di origine
siciliana, “veri” e viventi: non sarà
un'operazione semplice, dal momento che
l'interpretazione del concetto di arte è diventata
piuttosto elastica negli ultimi tempi. Su questa
iniziativa, il decano degli artisti etnei,
Sebastiano Milluzzo, mi ha promesso che potrebbe
regalare alcune sue opere alla città di Messina. La
seconda idea, che non sarà immediata, è di mettere
su un'esposizione permanente di arte moderna e
contemporanea. Infine, la terza iniziativa, che
potrebbe avere tempi di realizzazione più brevi, è
di creare un'esposizione permanente di armi antiche,
visto che i materiali abbondano e la spesa potrebbe
anche essere irrisoria. D'altronde, la cultura non
deve costare, altrimenti è uno sperpero: deve
produrre benefici». Il dott. Villari, studioso e
appassionato di libri, s'è incontrato con
l'arcivescovo Marra per valutare insieme la
possibilità di recuperare la biblioteca di mons.
Pajno, al seminario arcivescovile, e con il sindaco
Bolognari per la biblioteca comunale di Taormina:
qui per la prima volta in Italia si sperimenterà la
“deacidificazione a libro integro” di carte,
stampe, fogli e pergamene con una tecnica
innovativa.
Fonte: la sicilia
Confermato
il sopralluogo odierno dei tecnici del Cru, giovedì
il sindaco parteciperà a una riunione a Palermo
Il Prg
ingrana la marcia giusta
Città-mercato:
depositati ieri i chiarimenti richiesti dalla
Regione
Il Piano regolatore ha ingranato davvero la marcia
giusta. Come annunciato dal nostro giornale, oggi i
tecnici del Comitato regionale per l'urbanistica
saranno in città: in agenda ci sono l'incontro con
il sindaco, Turi Leonardi e un sopralluogo per
verificare la conformazione di varie zone della
città. Preso atto della situazione sul posto,
l'attenzione si sposterà a Palermo. Giovedì sarà
il primo cittadino a recarsi in trasferta per
partecipare ad una riunione dalla quale potrebbero
emergere indicazioni concrete sul destino del Prg.
All'esame del Cru, comunque, la Variante generale
giunge accompagnata dal parere ampiamente positivo
del Gruppo XXX dell'assessorato regionale al
Territorio. La decisione finale dovrebbe essere
presa in tempi piuttosto brevi.
Città-mercato: chiarimenti alla Regione —
I rapporti tra Messina e Palermo, in questi
giorni, non si limitano solo al Prg. A
«solleticare» l'attenzione dell'assessorato
regionale al Territorio, a seguito di
un'interpellanza del deputato dei Ds, Filippo
Panarello, è stato il progetto per la realizzazione
della tanto discussa città-mercato nelle ex cave di
sabbia sulla Panoramica. Sul progetto dell'«Adroma
impianti» la Regione ha chiesto chiarimenti oltre
una settimana fa, minacciando un'ispezione. E ieri,
entro i termini, il dirigente comunale Manlio
Minutoli ha depositato una serie di faldoni negli
uffici palermitani. Adesso spetterà alla Regione
valutare i documenti e stabilire se sarà ugualmente
necessario inviare gli ispettori per accertare la
legittimità del piano particolareggiato votato dal
Consiglio comunale.
«Stop» all'Amam, approvato il consuntivo
dell'Istituzione — Scoppia l'ormai solita
polemica sull'Amam. Nel «mirino» del Consiglio
comunale c'è, manco a dirlo, una delibera
contabile: questa volta si tratta del conto
consuntivo 2000. La querelle è iniziata ieri
mattina, durante la riunione della 1ª commissione
consiliare, presieduta da Elvira Amata. Agli atti ci
sono due posizioni contrastanti: il presidente
dell'Azienda giura che la delibera è già esecutiva
per decorrenza dei termini, mentre la Ragioneria
generale garantisce che ancora il Consiglio ha
qualche margine d'azione, perché i termini di 45
giorni si sono interrotti a seguito di una richiesta
di chiarimenti. La situazione, perciò, è ancora
molto controversa. Fatto sta che per l'ennesima
volta ci sono «frizioni» tra il Consiglio e un
Ente di sottogoverno. Per dipanare la matassa è
stato deciso di convocare giovedì mattina una
riunione con la Ragioneria generale e il presidente
dell'Azienda acque, Enzo Clemente. Sempre ieri
mattina, la 1ª e la 2ª commissione, riunite in
seduta congiunta, hanno approvato la nuova versione
del consuntivo 2000 formulata dall'Istituzione dei
servizi sociali, dopo la precedente bocciatura in
Consiglio.
Giuseppe Lo Re
Approdo
a Tremestieri: ore decisive
Presto
l'insediamento dello staff che supporterà il
prefetto
Ancora non tutti i nodi sono stati sciolti, ma la
riunione d'insediamento si terrà ugualmente nelle
prossime ore. Il prefetto, Giosuè Marino, sta
lavorando con ritmo incessante per costituire il
comitato di supporto che lo aiuterà nella
realizzazione dell'approdo d'emergenza a
Tremestieri. Qualche indicazione è già trapelata
dagli Enti interessati. Se la nomination
dell'ingegnere capo, Rosario Guarniere, da parte del
Comune è stata ufficializzata da giorni, ieri è
giunta la conferma della scelta del Ministero delle
Infrastrutture caduta sul comandante della
Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone. Dello staff
dovrebbero far parte anche l'ingegnere capo del
Genio civile, Giuseppe Rigano (segnalato
dall'assessorato regionale ai Lavori pubblici), il
soprintendente Gianfilippo Villari (assessorato
regionale ai Beni culturali) ed alcuni esperti
amministrativisti dell'Avvocatura dello Stato. Le
designazioni della Regione (ci sarà anche un
rappresentante dell'assessorato al Territorio),
comunque, non sono ancora ufficiali e il prefetto
attende le ultime risposte da Palermo prima di
completare il comitato, del quale faranno parte
anche Tar e Anas.
Attenzione costante — Il nuovo
approdo è stato ieri al centro della trasmissione
televisiva «Italie» in onda su «Raitre»; ospite
il sindaco, Turi Leonardi, che ha commentato con
grande soddisfazione l'affidamento a Marino
dell'incarico di commissario straordinario. Il
provvedimento, che prevede la realizzazione delle
prime due invasature entro il prossimo 31 dicembre,
fa seguito alla dichiarazione sullo stato
d'emergenza causato dall'attraversamento della
città da parte dei Tir.
L'inquinamento non preoccupa — In
tivù il sindaco ha parlato anche d'inquinamento.
Evidenziato che a Messina i livelli di guardia non
vengono superati. Forse in riva allo Stretto gioca a
favore della qualità dell'aria il vento che,
spesso, tira con una certa forza spazzando gli
agenti inquinanti.
Parlano chiaro i dati diffusi a seguito della
ricerca di Legambiente sull'ecosistema urbano nel
2001: per quanto riguarda il biossido d'azoto (NO2)
la città con i livelli più bassi di
quest'inquinante è Messina (20 mcg/mc), rispetto ai
picchi di 68 mcg/mg testati a Torino, Brescia e
Gorizia.
G. L. R.
Fonte: gds
Porto, al via le nomine
Lo staff non è ancora completo, all'appello mancano
gli ultimi nomi, ma entro la fine della settimana la
squadra a disposizione del prefetto Giosuè Marino
per arrivare alla realizzazione dell'approdo a sud,
sarà operativa. Sono otto i funzionari dello staff
che collaborerà con il commissario straordinario
per lo stato d'emergenza. A farne parte sono un
rappresentante dell'Avvocatura di Stato, uno della
Magistratura amministrativa, tre per la Regione, uno
per il ministero alle infrastrutture, uno per l'Anas
ed uno per il Comune.Leonardi ha scelto come
rappresentante di Palazzo Zanca l'ingegnere capo
Rosario Guarniere. Già per giovedì, il prefetto
conta di tenere la riunione del comitato. Rosaria
Brancato
16/01/2002
Fonte: la sicilia
Approdo
a sud: domani s'insedia il comitato
Il
prefetto accelera, mentre la gente protesta contro i
Tir sul viale Europa
La «gestazione» è conclusa: il prefetto ha
convocato per domani, alle 11, la prima riunione del
comitato tecnico-amministrativo con il quale
lavorerà fino alla realizzazione dell'approdo
d'emergenza a Tremestieri. Il commissario
straordinario nominato con un'ordinanza del ministro
dell'Interno, Claudio Scajola, ha tempo fino al
prossimo 31 dicembre per giungere alla costruzione
delle due invasature; a disposizione c'è un
finanziamento di 41 miliardi di lire. Il primo
obiettivo dello staff sarà affidare l'incarico per
la progettazione esecutiva, che potrebbe toccare al
Genio civile Opere marittime. Del comitato appena
nominato fanno parte rappresentanti dell'Avvocatura
dello Stato, del Tar, del Ministero delle
Infrastrutture e Trasporti, degli assessorati
regionali al Territorio, ai Lavori pubblici ed ai
Beni culturali, dell'Anas e del Comune.
Messina centro: chiesta la chiusura diurna
dello svincolo — Torna a protestare il
Consiglio del VI Quartiere. Da ieri, i
rappresentanti della circoscrizione hanno deciso di
recarsi ogni giorno a Palazzo Zanca. «Così –
spiega il presidente, Agatino Bonarrigo –
manifesteremo il nostro disappunto. Vogliamo che il
sindaco, quantomeno, ci riceva». I malumori vengono
provocati dal continuo transito dei Tir sulla via La
Farina e sul viale Europa, diretti allo svincolo di
Messina centro. La richiesta del Quartiere,
formalizzata già con una delibera del Consiglio, è
chiudere completamente lo svincolo a mezzi pesanti
nel periodo compreso tra le 6 e le 21, in modo da
bilanciare la chiusura notturna del Boccetta in
vigore proprio dalle 21 alle 6 del mattino. Altra
istanza riguarda il potenziamento dei controlli da
parte delle forze dell'ordine, soprattutto la notte
nella Strada statale 114.
G. L. R.
Fonte: gazzetta del sud
emergenza tir / Il prefetto Marino,
commissario ministeriale, deciso a rispettare i
tempi
Domani si riunisce il comitato
Dovrà realizzare i primi moduli dell'approdo a
sud entro il 31 dicembre
Max Passalacqua
Un comunicato stringato per rendere
noto che il prefetto Giosuè Marino, commissario
delegato dal ministro dell'Interno «per
l'attuazione delle opere e degli interventi urgenti
finalizzati a fronteggiare l'emergenza della città
di Messina in relazione ai gravissimi problemi di
traffico determinati dall'attraversamento del centro
cittadino da parte dei mezzi pesanti», ha convocato
per domani alle 11 la prima riunione del comitato
tecnico-amministrativo previsto dall'articolo 3
dell'ordinanza numero 3169 firmata il 21 dicembre
scorso dal ministro dell'Interno, Claudio Scajola,
delegato per il coordinamento della Protezione
civile. L'organismo, coordinato dallo stesso
prefetto, è composto da rappresentanti
dell'Avvocatura dello Stato e della Magistratura
amministrativa per la parte giuridica e del Comune,
dell'Anas, del ministero delle Infrastrutture e dei
trasporti e degli assessorati regionali al
Territorio e ambiente, ai Lavori pubblici ed ai Beni
culturali e ambientali. Il comunicato del prefetto
non divulga i nomi di questi rappresentanti, in
quanto alcune designazioni mancano ancora: «Ma le
avrò tutte entro domani – spiega Marino – in
modo che la prima riunione sia già operativa». Il
compito di questo comitato (ormai è notorio) sarà
di assistere e coadiuvare il commissario in tutte le
fasi dell'iter per l'appalto e la realizzazione dei
primi due moduli di emergenza dell'approdo a sud,
individuato alla foce del torrente Larderia in
località Tremestieri: per questa realizzazione sono
disponibili i 41 miliardi del finanziamento erogato
dalla Regione nel quadro dell'accordo di programma
sottoscritto nei mesi scorsi a Palermo. L'ordinanza
di Scaiola prevede infatti, per la struttura
commissariale, la possibilità di andare in deroga a
numerose normative in materia di procedure, che
saranno notevolmente abbreviate in modo da ottenere
in tempi brevissimi tutti i pareri necessari (anche
quelli riguardanti la valutazione di impatto
ambientale); il prefetto, tuttavia, ha più volte
ribadito la necessità di operare «nel rispetto
della legge», la cui verifica sarà appunto compito
del comitato tecnico-amministrativo. Domani, dunque,
si chiude la fase preparatoria della gestione
dell'emergenza tir: dopo i ritardi nelle
designazioni che hanno di fatto comportato una
partenza ad handicap, il comitato sarà chiamato ad
esprimersi rapidamente sulle questioni relative
all'appalto dell'importantissima infrastruttura.
Probabilmente non sembra, ma il tempo (da qui al 31
dicembre) stringe, eccome.
E Confesercenti,
Citec e Fedarcom presentano ricorsi contro la
delibera
È un no secco e categorico. Le organizzazioni del
settore confermano il netto dissenso nei confronti
del progetto della “città mercato”, sia sul
piano delle scelte urbanistiche sia in merito alle
più generale tematiche del commercio, dei rapporti
tra la grande, media e piccola distribuzione. Ieri
mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi
nella sala giunta del Comune, i rappresentanti della
Confesercenti, della Fedarcom, della Citec e della
Lega siciliana per l'autonomia degli enti locali,
hanno ribadito l'intenzione di presentare
osservazioni e opposizioni al piano
particolareggiato della Panoramica, che da domenica
è in pubblicazione all'albo pretorio. Il presidente
e il direttore generale di Confesercenti, Salvatore
Sciliberto e Michele Sorbera, hanno espresso giudizi
durissimi: «A livello urbanistico, la scelta
adottata dal consiglio non fa altro che ipotecare
aree pregiate del territorio comunale, consegnando
di fatto ad una società privata una zona che era
stata dichiarata di interesse paesaggistico e
ambientale. Sul piano economico ci si è avventurati
in previsioni che non hanno alcun riscontro
concreto. Ci sono indagini e studi approfonditi
realizzati da importanti società del settore che
dimostrano come i posti di lavoro creati dalle
cosiddette “città mercato” siano più fittizi
che reali. Per ogni nuovo posto che nasce, se ne
perdono quattro nella media e nella piccola
distribuzione, che rappresenta il tessuto connetivo
dell'economia messinese. E non si tratta solo di
dipendenti licenziati ma di intere famiglie che
perderebbero il loro reddito, visto che per lo più
siamo in presenza di aziende familiari. Non siamo
contro agli ipermercati ma non si possono assumere
scelte che condizionano il futuro del commercio a
Messina per i prossimi decenni, senza alcun
confronto preventivo con le associazioni di
categoria e con le forze vive della città». Sulla
stessa lunghezza d'onda i responsabili di Fedarcom e
Citec. «Si poteva scegliere un sito più idoneo –
afferma Salvatore Vasta –, anche la Fedarcom
presenterà ricorso contro la delibera». E Rosario
Ansaldo Patti (Lega per l'autonomia degli enti
locali) parla di «arroganza e improvvisazione».
Anche il movimento dei Liberalsocialisti chiarisce
d'essere assolutamente contrario alle decisioni del
consiglio comunale: «Si è data l'impressione che i
socialisti avallassero questa scelta – ha
dichiarato Giuseppe Magistro – ma non è vero. Se
il Psi ha una sua linea, altre componenti,
rivendicando proprio la progettualità del vecchio
partito socialista in materia di sviluppo
urbanistica, di risanamento e di tutela del
territorio, non possono essere d'accordo su quelli
che hanno tutta l'aria d'essere veri e propri “colpi
di mano”». (l.d).
La giunta ratifica la
vittoria del progetto “Staccando l'ombra da terra”
Capo Peloro, chiusa la fase concorsuale
Il ricorso al Tribunale amministrativo da parte di
uno dei gruppi partecipanti (quello guidato
dall'ing. Antonio Rizzo) non ha modificato l'esito
del concorso internazionale di idee per la
riqualificazione di Capo Peloro. La giunta comunale
ieri ha approvato la delibera di presa d'atto dei
giudizi formulati dalla commissione aggiudicatrice
che ha esaminato i 48 elaborati tecnici ammessi. Il
primo premio – 38.933 euro, 75 milioni di lire –
è stato assegnato al progetto denominato “Staccando
l'ombra da terra”, realizzato dall'èquipe guidata
dall'architetto francese Jan Pier Buffi e composta
dall'ing. Antonella Versaci, dal prof. Pier Paolo
Balbo di Vinadio, dallo studio De Cola Associati
(ingegneri Giuseppe, Bruno e Sergio De Cola), dagli
architetti Oreste Marrone e Sabrina Pandolfo, dal
consulente Michele Buffa, con la collaborazione
dell'arch. Sonia La Rosa. Il progetto coinvolge una
superficie territoriale di 115.117 metri quadri
(area interna) oltre a 81.266 mq. di litorale. Sono
previste cubature convenzionali per 83.690 metri
cubi con indice di fabbricabilità territoriale
0,727 mc/mq. Ampie aree sono destinate alla
viabilità, ai parcheggi e alla realizzazione di
percorsi pedonali. Il cuore del Parco, incentrato
sul Giardino tematico, si estende su quasi 80 mila
metri quadri. Nell'area interna sono previsti
l'Agorà, il Museo dell'attraversamento dello
Stretto, servizi e uffici nelle cosiddette “Torri”,
la Biblioteca del Mare, il Museo di ecologia marina
con un grande Acquario, Centri di ripopolamento
delle specie ittiche mediterranee e di monitoraggio
ambientale, i Laboratori di scienza della terra e di
fisica del caos, spazi didattici, centri
commerciali, luoghi di ristoro e di degustazione, il
Museo della pesca. Il sistema costiero è incentrato
su tre punti cardinale: la cerniera del Forte degli
Inglesi, la duna e la macchia bassa. Il progetto
tiene conto dell'esistenza del Parco letterario
Horcynus Horca. Sono previsti, tra l'altro, il
riutilizzo dell'area ex Seaflight, un grande lido
balneare, una struttura alberghiera di 220 posti
letti, un centro congressi per 600 posti, l'acquario
“Gorgo-Casa di Cariddi”, il presidio della
polizia municipale. I costi complessivi si aggirano
intorno ai 70 milioni di euro (138 miliardi di
lire). «Esaurita la fase concorsuale – scrive il
sindaco Leonardi nella prefazione al numero
monografico della rivista “Città e Territorio”
edita dal Comune –, si passerà alla fase
realizzativa, utilizzando i finanziamenti comunitari
di Agenda 2000 e nel rispetto delle iniziative già
avviate nella Torre degli Inglesi, nell'ambito del
Parco letterario». La giunta ha ratificato anche
l'assegnazione dei premi agli altri progetti
classificati: 2) “Apologia dello Sguardo”, del
gruppo coordinato dall'arch. Franco Cardullo e
composto dagli architetti Clarastella Aversa, Pippo
Giacobbe, Paola Raffa, Italo Strani, dal maestro
Luigi Ghersi, dalla scrittrice Giovanna Giordano,
con la collaborazione di Paolo Arena, Giuseppe
Intersimone e Giovanni Mangraviti; 3) “Scirocco Vs
Maestrale”, capigruppo l'architetto Shorer Davar
Panah e Antonio Di Sarcina; 4) “Luogo Lago Lego”,
capogruppo l'arch. Marcello Sestito; 5) “Il Capo
Buonasperanza”, capogruppo l'ing. Leone
Brancatelli.
Città mercato e Prg /
Sull'area della Panoramica oggetto del piano
particolareggiato in deroga alla variante
Il Cru potrebbe ripristinare i vincoli
Dopo l'assessorato al Territorio anche quello
agli Enti locali ha deciso l'invio di ispettori
Lucio D'Amico S'intrecciano le vicende del Prg e
quelle dei progetti in variante allo strumento
urbanistico. Il governo siciliano ha disposto
un'azione di controllo e di verifica “a 360 gradi”,
trattandosi della fase decisiva per le sorti del
Piano regolatore di Messina. L'assessore regionale
al Territorio e ambiente Bartolo Pellegrino ha
nominato due ispettori che saranno in città per
acquisire ulteriori atti oltre a quelli consegnati a
Palermo dal dirigente comunale del dipartimento
urbanistica, arch. Manlio Minutoli. L'obiettivo non
è solo quello di approfondire i contenuti del piano
particolareggiato riguardante l'area delle cave di
sabbia della Panoramica ma anche, e soprattutto,
accertare se la delibera della “città mercato”,
approvata prima ancora che venisse esitato il Piano
di urbanistica commerciale (in realtà ancora fermo
in commissione), può in qualche modo inficiare
l'impianto complessivo della nuova variante
generale. Nello stesso tempo, anche l'assessore agli
Enti locali, il messinese Antonio D'Aquino, ha
nominato un ispettore, il dott. Cesare Sirna, che ha
il compito di far luce sull'iter procedurale seguito
dal consiglio comunale. «È nostra intenzione –
commenta l'assessore D'Aquino – eseguire tutti gli
accertamenti di competenza, per fare chiarezza
sull'intera vicenda». La Regione, quindi, non
intende svolgere un ruolo passivo, come hanno
confermato ieri mattina i tecnici e i commissari del
Cru, durante l'incontro avuto con il sindaco
Leonardi e i funzionari di Palazzo Zanca. Non sono
infondate le speranze di un esito positivo della
lunga telenovela del Prg. Lo stesso Leonardi si è
detto, in questi giorni, moderatamente ottimista. La
convinzione è che lo strumento urbanistico possa
andare finalmente in porto, anche se è prevedibile
una “bocciatura” di tutte le osservazioni e
delle opposizioni presentate dai cittadini. Ma è
proprio questo uno dei punti più delicati. Alla
base del piano particolareggiato incentrato sulle
cave della Panoramica, c'è proprio un ricorso
presentato da alcuni dei proprietari dei terreni. Da
quel momento, con l'ampliamento delle previsioni
relative all'insediamento commerciale, è iniziata
la rapida rincorsa che ha portato il consiglio
comunale ad approvare all'inizio dell'anno la
contestatissima delibera. Se il Consiglio regionale
dell'urbanistica, come sembra scontato, dovesse
respingere in blocco le opposizioni, tutto l'iter
delle scorse settimane risulterebbe improponibile e,
quindi, illegittimo. Tornerebbero in auge le
previsioni contenute nel Prg, dove nell'area della
Panoramica sono stati localizzati servizi e
attrezzature di quartiere, oltre a due centri
commerciali di dimensione ben più ridotta rispetto
alla “città mercato”. Il Cru potrebbe decidere
anche di modificare tali indicazioni, ripristinando
quelli che erano i vincoli imposti dal precedente
piano Tekne. Non va dimenticato, infatti, che le
colline di sabbia della Panoramica erano state
dichiarate di rilevante interesse paesaggistico e
ambientale. Sono giorni di fondamentale importanza,
anche se qualcuno non sembra aver compreso la
portata degli avvenimenti collegati alle politiche
territoriali ed urbanistiche. Domani i
rappresentanti dell'amministrazione comunale, con il
sindaco in testa, parteciperanno alla seduta del Cru
e saranno sentiti in merito alle tematiche generali
del Prg. Ma è evidente che si discuterà anche dei
progetti in variante allo strumento urbanistico.
Già questo basterebbe a interrogarsi sull'effettiva
necessità di bruciare le tappe e di mettere in
pubblicazione all'Albo comunale un piano
particolareggiato che, in ogni caso, scavalca sia il
Prg sia il Piano di urbanistica commerciale. D'altra
parte, pur se ha manifestato ottimismo, lo stesso
Leonardi, commentando “a caldo” il voto del
consiglio comunale, non aveva nascosto i rischi che
un simile provvedimento potrebbe avere sul giudizio
complessivo dei competenti organi regionali. «Se
ciò dovesse accadere – aveva dichiarato il
sindaco –, vorrà dire che ognuno dovrà assumersi
le proprie responsabilità». Speriamo che non ci
siano motivi di allarme e che l'intera vicenda venga
chiarita nell'esclusivo interesse della città.
Resta, però, una lunga scia di dubbi e di
perplessità e la netta sensazione che si sia
giocato a complicare ulteriormente le cose.
Era stato presentato nel
febbraio 2000 e avrebbe dovuto accompagnare i lavori
di realizzazione della linea tranviaria
“Dimenticato” il progetto di
riqualificazione di viale della Libertà
Due aree attrezzate a verde, una piazzetta con
ritrovo-bar, centro commerciale, club nautico e
terrazza a mare, una stradella pedonale che parte
dal Circolo Tennis e Vela e arriva agli attuali
imbarcaderi Tourist-Caronte, oltre al parcheggio
adiacente a villa Sabin: era questo il disegno del
“nuovo” viale della Libertà. Gli elaborati,
redatti dagli stessi progettisti della tranvia e dai
tecnici della ripartizione viabilità, vennero
presentati il 4 febbraio nella sede del IX
Quartiere. Da allora è caduto il silenzio su un
progetto che avrebbe dovuto accompagnare i lavori
del tram, con l'obiettivo di riqualificare una delle
più importanti arterie stradali della città. Si
dirà: con tutti i problemi e gli ostacoli che si
sono susseguiti in questi anni, è già un miracolo
se la linea tranviaria sarà davvero completata
nella prossima primavera. Ma non ci sembra questo il
modo migliore di affrontare questioni che attengono
alla complessiva qualità della vita a Messina.
Viale della libertà oggi è un insieme di spazi
informi e quell'andamento irregolare dei binari, gli
sbalzi, le buche, contribuiscono a creare un orrendo
quadro, un vero e proprio pugno nell'occhio sul
piano estetico. A migliorare la situazione non
bastano certo le piccole e fino ad oggi striminzite
palme collocate sul lungomare. Ci sarebbero anche
altre due motivazioni per i mancati interventi di
riqualificazione: l'indisponibilità delle risorse
finanziarie e, soprattutto, la necessità di non
ipotecare aree che, poi, saranno oggetto del futuro
concorso internazionale per la valorizzazione
dell'intero water-front, dall'Annunziata alla rada
di San Francesco e alla Passeggiata a mare. Tutto
ciò può avere un fondamento ma sono anche tesi
facilmente ribaltabili. I fondi si sarebbero potuti
ricavare nell'ambito dello stesso appalto del tram
(lo disse il sindaco Leonardi il 4 febbario 2000).
Le opere di manutenzione, di arredo urbano e di
riqualificazione ambientale, inoltre, non avrebbero
certo compromesso l'esito delle future iniziative.
In ogni caso, sarebbe assurdo lasciare nel degrado
una zona perché, chissà come e quando, diventerà
oggetto di un concorso di idee. Quando sono stati
aperti i cantieri sul viale della Libertà, è stata
la stessa giunta comunale a invitare i messinesi ad
avere pazienza. Citiamo alcune dichiarazioni
rilasciate due anni fa dall'assessore Salvatore
Rizzo: «Non ho mai nascosto le perplessità sulla
tranvia ma vorrei che i giudizi fossero “sospesi”.
Abbiamo l'opportunità di risanare e riqualificare
tutta la porzione di litorale compresa tra la villa
Sabin e gli imbarcaderi. Il progetto è piaciuto
all'Autorità portuale, ai consiglieri di quartiere
e ai cittadini che lo hanno visionato». Al posto
delle botteghe e delle baracche disseminate sul
litorale, è stata ideata una piazzetta sul mare,
con centro commerciale fatto di artistici gazebo; il
club nautico servirebbe a razionalizzare la
disordinata sistemazione delle barche sulla
spiaggia; a valle, un suggestivo sentiero pedonale
parallelo ai binari del tram rappresenterebbe un
luogo ideale e sicuro per le passeggiate, invece che
l'attuale percorso “di guerra”. Ma tutto ciò
finora è rimasto solo sulla carta. (l.d.)
Processo Tangentopoli /
Quarta giornata di arringhe. I difensori spiegano in
base a quali criteri venivano appaltati lavori e
forniture
Clausole contrattuali da normative
nazionali
Hanno parlato gli avvocati Luigi Autru Ryolo,
Strangi, Turiano e Maltese
Quarta giornata di arringhe, ieri, nel processo di
Tangentopoli, che si sta svolgendo davanti alla II
Sezione del tribunale presieduta da Mario Samperi.
L'avvocato Luigi Autru Ryolo è intervenuto in
difesa dell'ex presidente della Provincia Giuseppe
Naro e degli imprenditori Francesco Trio e Nicola
Ancione. Per quanto riguarda la posizione di Naro,
imputato di concorso in turbativa d'asta per
l'appalto dei conglomerati bituminosi della
Provincia, Autru Ryolo ha messo in evidenza che
«nessuna delle persone coinvolte nella vicenda, e
anche quelle che hanno ammesso esplicitamente le
proprie responsabilità, ha fatto riferimento a
Naro, che compare in questa vicenda solo per aver
firmato le delibere e i bandi di gara. In definitiva
Naro si è limitato ad atti puramente istituzionali,
e non risulta infine, quale percettore o
destinatario delle “tangenti” raccolte da
Antonino Versaci (un altro degli imputati) nella
fase preliminare delle gare». Secondo Autru Ryolo
poi «non possono essere addebitate a Naro neanche
le cosiddette “griglie” che si rinvenirebbero
nei bandi, per ammettere alla gara solo i produttori
e non i commercianti». Il difensore ha proseguito
dicendo che «si tratta di clausole conformi ai
bandi Anas o introdotte molti anni prima della
vicenda in questione, clausole che non integrano
alcuna violazione di legge e sono ampiamente
plausibili nell'ambito della cosiddetta “discrezionalità
tecnica”». Per quel che riguarda la posizione di
Trio, titolare dell'impresa milazzese di
impiantistica, il difensore ha contestato, facendo
riferimento alle stesse dichiarazioni
dell'imprenditore Giovanni D'Andrea (il principale
teste dell'accusa), che quest'ultimo fosse stato in
qualche modo «coartato» per aver rinunciato alla
partecipazione autonoma alla gara per il Centro
mercantile di Milazzo o che sia stato costretto ad
accettare una «partecipazione minoritaria»
nell'appalto. Su questo punto – ha proseguito
Autru Ryolo – D'Andrea riferì sin dalla fase
delle indagini preliminari «non solo che la sua
impresa non aveva i titoli per la partecipazione
autonoma alla gara, ma anche di aver contrattato
liberamente le percentuali e le forme della
partecipazione all'appalto, aumentando la propria
“caratura” in danno dell'impresa Trio e non
invece, subendone la diminuzione, così come è
stato affermato dall'accusa». L'ultima posizione
esaminata dall'avv. Autru Ryolo è stata quella di
Ancione, che «non ebbe mai a corrispondere
tangenti, così come ammette lo stesso Versaci».
Autru Ryolo concludendo ha chiesto l'assoluzione di
tutti e tre gli imputati. Gli avvocati Antonio
Strangi e Paolo Turiano sono intervenuti in difesa
degli ex funzionari della Provincia Giuseppe Maio e
Onofrio Sigillo, che secondo l'accusa predisposero
“ad hoc” il bando di gara sulle forniture dei
conglomerati bituminosi In sostanza ai due ex
funzionari viene contestato, su sollecitazione del
“comitato d'affari” dell'epoca, di aver inserito
tutta una serie di clausole con cui si limitava la
partecipazione delle imprese «non amiche». I due
avvocati ieri mattina hanno invece sostenuto che
l'inserimento di tutta una serie di “paletti”
era supportato sia dalla normativa nazionale che da
quella regionale: «per sostenere che l'inserimento
di queste clausole nei bandi di gara sia penalmente
rilevante, sarebbe stato necessario fornire la prova
certa e tranquillizzante del fatto che ciò è
avvenuto allo scopo di favorire alcuno a vantaggio
di altri, attraverso un pactum sceleris che vedeva
come protagonisti gli imprenditori da un lato e i
funzionari e gli amministratori della Provincia
dall'altro». E secondo i due difensori «questa
prova non è stata assolutamente fornita nè in sede
di indagini nè, tanto meno, nel corso
dell'istruttoria dibattimentale, la quale anzi ha
consentito di acquisire elementi tali da poter
eslcudere, con assoluta certezza, che ciò sia
avvenuto». La prova decisiva – hanno proseguito i
due avvocati –, è data dalla lunga testimonianza
dell'ing. Adolfo Ghersi, resa nel marzo del scorso
anno. L'allora ingegnere capo della Provincia
spiegò in dettaglio i motivi che indussero ad
inserire le cosiddette “griglie”, per
selezionare le imprese che potessero fornire un
centro quantitativo di asfalto. L'avvocato Maltese,
nel pomeriggio, ha discusso la posizione
dell'imprenditore milazzese Gioacchino Oliva, che
deve rispondere di turbativa d'asta e concussione
per i lavori del Centro mercantile di Milazzo.
Secondo il difensore l'accusa «è inesistente, in
relazione a tutta la prospettazione dei pm, per una
serie di ragioni. Intanto perché si fonda sulle
dichiarazioni di D'Andrea rese nel corso delle
indagini preliminari, dichiarazioni che poi sono
state smentite dallo stesso D'Andrea e dall'ing.
Carlo Savasta, principale collaboratore del
D'Andrea, nel corso del dibattimento». Per quanto
riguarda poi il principale teste dell'accusa,
l'imprenditore D'Andrea, secondo Maltese «si è
avvalso del diritto di mentire nelle dichiarazioni
delle indagini preliminari, questo perché lui
apparteneva a quel “sistema” imprenditoriale e
poi perché aveva paura di finire in carcere. Quando
ha parzialmente modificato le sue dichiarazioni nel
corso del dibattimento è emersa una nuova verità,
che è proprio quella che rende insussistente ogni
ipotesi accusatoria nei confronti di Oliva». L'avv.
Maltese ha poi esaminato le due accuse
separatamente, vale a dire la concussione e la
turbativa d'asta: per quanto attiene alla prima
secondo il difensore nell'appalto del Centro
mercantile di Milazzo D'Andrea «realizzò una pura
e semplice operazione finanziaria, in virtù del
fatto che, a fronte di una pagamento di 230 milioni
ad Oliva, intascò un miliardo e duecento milioni;
il pagamento lo fece esclusivamente perché sapeva
che non avrebbe eseguito nessuna quota di lavoro,
lavoro che invece venne realizzato interamente
dall'impresa di Oliva». Maltese ha detto di più
«Oliva chiese i 230 milioni a D'Andrea quale
compenso per la sua azienda, proprio perché la
quota di lavori assegnata sulla carta a D'Andrea
l'avrebbe eseguita lui». Anche per la turbativa –
ha concluso Maltese – il reato «è inesistente,
perché tutte le condotte contestate, sono relative
a liti private tra imprenditori, che nulla hanno a
che vedere col momento della gara». Si riprende con
le arringhe il 24 gennaio. Previste per i difensori
altre 3 o 4 udienze, la sentenza dovrebbe aversi per
la metà di marzo. (n.a.)
Fonte: gds
Funzionario regionale seguirà atti ipermercato
Rosaria Brancato
I chiarimenti richiesti
all'amministrazione comunale sulla città-mercato
sono a Palermo ed al lavoro ci sono i funzionari di
due assessorati, Territorio ed Enti locali.
Nessun ispettore quindi, almeno per il momento, ma
una squadra di funzionari per esaminare la
documentazione relativa alla delibera votata dal
consiglio comunale.
L'assessore regionale agli enti locali Antonio
D'Aquino ha nominato Cesare Sirna che si occuperà,
in particolare, degli aspetti relativi all'iter
procedurale seguito e più volte contestato
dall'opposizione di Palazzo Zanca.
"E' nostra intenzione _ ha spiegato D'Aquino _
eseguire tutti gli accertamenti di competenza per
fare chiarezza sulla vicenda". Era stato il
deputato diessino Filippo Panarello a richiedere
l'intervento di entrambi gli assessorati per
chiarire sia gli aspetti relativi alla
localizzazione, che quelli procedurali, relativi ad
un iter ritenuto fin troppo rapido. Mentre la
Regione accende i riflettori sulla vicenda a
scendere in campo ieri mattina sono stati i
commercianti della Confesercenti, della Ferdcom e
della Cidec. Ad essere contestata è la scelta di
una zona non servita da un'adeguata viabilità, e
l'aver votato un progetto prima ancora
dell'approvazione del Prg e del piano commerciale.
"Sono decisioni prese senza concertazione _
spiega Salvatore Sciliberto (Confesercenti) _ i
commercianti sono stati ignorati, quando invece si
potrebbe puntare allo sviluppo della città e non ad
arricchire un singolo imprenditore".
17/01/2002
Fonte: la sicilia
Ecco
i componenti dello staff del prefetto
Approdo
a Tremestieri
nominato il comitato
Oggi
alle 11 l'insediamento
Giuristi, ingegneri, avvocati ed un alto ufficiale
della Guardia costiera: il prefetto, Giosuè Marino,
ha completato le nomine del comitato
tecnico-amministrativo che lo «accompagnerà» fino
alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a
Tremestieri. Commissario straordinario da circa un
mese, Marino ha compiuto quindi il primo passaggio
previsto dall'ordinanza firmata dal ministro
dell'Interno, Claudio Scajola. Lo staff di supporto
s'insedierà stamattina: il primo «traguardo» da
raggiungere è l'affidamento dell'incarico per la
redazione del progetto esecutivo delle prime due
invasature. Il comitato seguirà ogni passaggio di
competenza del prefetto, che dovrà giungere alla
costruzione dell'opera entro il 2002. L'ostacolo
più arduo è ottenere tutte le autorizzazioni
necessarie; le procedure previste dalle leggi in
tema di lavori pubblici non potranno certo essere
«bypassate», ma notevolmente accelerate. Proprio
per evitare «conflitti» normativi, nel comitato
sono stati chiamati anche i rappresentanti
dell'Avvocatura dello Stato e del Tar. Se il primo
organismo ha risposto tempestivamente indicando
l'avv. Antonio Ferrara, il Tribunale amministrativo
regionale è l'unico soggetto che ancora non ha
sottoposto alcun nominativo al prefetto. Gli altri
componenti dello staff sono: l'ing. Aldo Mancurti
(Provveditorato regionale Opere pubbliche) per il
Ministero delle Infrastrutture, anche se in sua vece
potrebbe essere chiamato Pietro Certo, ingegnere
capo del Genio civile – comparto statale di
Messina; il comandante della Capitaneria di porto,
Carmelo Maccarone, per l'assessorato regionale al
Territorio; il funzionario Gaetano Bordone per
l'assessorato regionale ai Beni culturali; l'ing.
Giuseppe Failla per l'assessorato regionale ai
Lavori pubblici; l'ing. Pasquale Sparatore per
l'Anas di Palermo; l'ingegnere capo, Rosario
Guarniere, in rappresentanza del Comune.
G. L. R.
Fonte: gazzetta del sud
Approdo a Tremestieri, nominati i sette
componenti del Comitato
Alessandro Tumino
Il prefetto Giosué Marino, nella
sua qualità di commissario governativo per la
realizzazione dell'approdo a Tremestieri, ha
nominato sette componenti del Comitato
tecnico-amministrativo che lo supporterà nel
percorso necessario a raggiungere, entro il 31
dicembre, l'obiettivo posto dal Governo per
risolvere l'emergenza-tir: il primo approdo
d'emergenza a Tremestieri, dotato di una viabilità
direttamente collegata con l'autostrada senza
interferenze con la statale 114. Il prefetto Marino
ha accolto le designazioni già fatte dagli enti
competenti per l'accelerazione delle procedure
riguardanti l'iter: in gioco i primi 2 moduli
d'attracco per il traffico gommato pesante, la cui
progettazione è stata affidata al Genio Civile
delle Opere marittime. L'unica “presenza
istituzionale” ancora mancante è quella del
rappresentante del Tar. Il prefetto è in attesa
della specifica designazione. Sono invece già
integrati nel Comitato l'Avvocatura dello Stato, il
Comune, il Provveditorato opere pubbliche di Palermo
e (in sostituzione) il Provveditorato di Messina,
gli assessorati regionali al Territorio e Ambiente,
ai Lavori pubblici, ai Beni culturali, l'Anas.
L'assessorato regionale al Territorio sarà
rappresentato dal comandante della Capitaneria di
Messina, Carmelo Maccarone (che ben conosce, tra
l'altro, i progetti presentati dalle società di
traghettamento per un approdo a Tremestieri). Ma
andiamo agli altri prescelti, ognuno con un ruolo
fondamentale. Per il Provveditorato alle Opere
pubbliche della Regione Sicilia il delegato è il
provveditore, l'ingegnere Aldo Mancurti: in sua
sostituzione, il provveditore di Messina,
l'ingegnere Pietro Certo. L'amministrazione comunale
di Messina è presente con l'ingegnere capo Rosario
Guarniere, gli assessorati regionali ai Lavori
pubblici e ai Beni culturali rispettivamente con
l'ing. Failla e con il dott. Gaetano Bordone. Per
l'Avvocatura dello Stato, nel Comitato
tecnico-amministrativo ci sarà l'avvocato Antonio
Ferrara. Per l'Anas l'ing. Pasquale Sparatore.
Tornando alla Capitaneria, ieri Maccarone è stato
ascoltato dalla Quarta Commissione (Lavori pubblici)
dell'Ars in relazione all'intera questione “tir e
attraversamento” che ha reso necessaria la nomina
del prefetto a commissario. Maccarone ha chiarito
soprattutto gli aspetti relativi al demanio
marittimo. Nella stessa seduta stati ascoltati
l'assessore regionale al Territorio, Bartolo
Pellegrino, i rappresentanti delle società
Tourist-Caronte, Vincenzo Franza e Antonino Repaci
(in precedenza i deputati avevano incontrato il
titolare della società Amadeus, il cav. Amadeo
Matacena senior).
Stamane a Palermo la seduta del Cru alla
presenza del sindaco Leonardi e dell'assessore
Gianpiero D'Alia
Da oggi si decidono le sorti del Prg
E sul Piano urbanistico-commerciale convocati i
rappresentanti delle associazioni di categoria
Lucio D'Amico
Si entra nella fase cruciale. Con
l'odierna seduta del Consiglio regionale
dell'urbanistica, convocata a Palermo alla presenza
del sindaco Leonardi e dell'assessore Gianpiero
D'Alia, l'iter del Piano regolatore generale può
dirsi davvero ad una svolta. I componenti del Cru,
dopo il sopralluogo effettuato martedì a Messina,
stamane vorranno ascoltare il punto di vista
dell'amministrazione comunale in merito alle linee
strategiche del nuovo strumento urbanistico. Il
raffronto tra quanto accaduto nel '93 e le attuali
vicende è di fondamentale importanza. Nove anni fa
il Cru rispedì indietro il Piano, perchè fosse
sottoposto ad una rielaborazione totale, indicando
una lunga serie di motivazioni. Sul complessivo
progetto urbanistico vienivano definite
«inadeguate» le soluzioni tecniche «rispetto agli
obiettivi prefissati». Si dava atto ai progettisti
di una «straordinaria capacità critica», affidata
però «più alla capacità evocativa delle parti
scritte che non alle singole soluzioni di
zonizzazione». Era, comunque, il dimensionamento
del Piano l'ostacolo maggiore e la principale causa
della “bocciatura”. «Le stime – affermava il
Cru – sono basate non su dati analitici rilevati
ma su considerazioni empirico-intuitive. La
valutazione del fabbisogno deve essere riferita non
al numero degli abitanti e delle stanze occupate ma
alle famiglie distinte per numero di componenti e
alle abitazioni per numero di stanze. Le cifre
relative alla quota di patrimonio edilizio non
occupato, sottoutilizzato e degradato, che può
essere recuperato e immesso nel mercato, non sono
suffragate da dimostrazioni analitiche. Non viene
fornita alcuna dimostrazione sulla validità dello
standard abitativo adottato di 1,25 vani per
abitante. Si ha ragione di ritenere che il
procedimento seguito abbia condotto ad una notevole
sovrastima del fabbisogno pregresso e di conseguenza
ad un sovradimensionamento residenziale complessivo
della Variante». Eccole le ragioni di fondo del
voto contrario del '93 e sono questi i nodi
principali che adesso i tecnici del Cru vogliono
accertare se siano stati davvero risolti nella
predisposizione del nuovo strumento urbanistico. Il
presidente del Consiglio regionale è l'ing.
Giuseppe Giacalone che molti messinesi ricorderanno
come il primo dei tre commissari ad acta inviati dal
Governo siciliano. Giacalone conosce bene tutti i
passaggi del tormentato iter della Variante
messinese e questo è sicuramente un elemento che
induce ad un ragionevole ottimismo. Quel che conta,
però, è che dal momento dell'elaborazione del
Piano (1995-97) all'adozione da parte del consiglio
comunale (primavera '98), fino alla fase delle
osservazioni e opposizioni ('99-2000), le
prescrizioni del Cru siano state sostanzialmente
rispettate. Per questo, non può trovare spazio
tutto ciò che rischia di alterare gli equilibri
complessivi del Prg. La vicenda del piano
particolareggiato relativo all'area delle cave di
sabbia della Panoramica si è inserita in un momento
definito “inopportuno” dagli stessi funzionari
regionali. Non va dimenticato che tra le ulteriori
motivazioni della “bocciatura” della variante
Urbani una parte rilevante era dedicata anche al
dimensionamento dei settori turistico e produttivo:
«Tutta l'organizzazione turistica della zona nord
– si leggeva – fa affidamento sulla previsione
di vaste attrezzature ed ha un'enorme rilevanza,
oltre che economica, in termini di impatto sul
territorio». Il Cru, quindi, lanciava un chiaro
monito: «State attenti, non compromettete gli
equilibri territoriali di quella zona così preziosa
per la città». Anche sul dimensionamento del
settore produttivo, si sottolineava la necessità
che «ciò discendesse dallo studio delle
caratteristiche qualitative e quantitative degli
operatori locali del settore». Insomma, niente “colpi
di mano” nè decisioni avventate, prese
addirittura prima di esitare il Piano di urbanistica
commerciale che è ancora sotto esame da parte della
competente commissione consiliare (a questo
proposito, nei prossimi giorni saranno sentiti i
rappresentanti delle organizzazioni di categoria).
Ma non vanno trascurati neppure altri aspetti. «Le
zone di espansione residenziale – avvertiva il Cru
– vanno ristudiate, limitando il più possibile il
consumo di suolo agricolo; contenendo l'estensione
delle aree urbanizzate; tenendo conto delle
caratteristiche geomorfologiche e paesaggistiche;
verificando l'effettiva compatibilità delle scelte
urbanistiche con le caratteristiche geologiche e
sismiche delle varie zone». È su questi punti che
l'amministrazione è chiamata a dare risposte
convincenti, prima di poter cantare vittoria e
annunciare la “storica” approvazione di un Prg
atteso da decenni.
Fonte: gds
Leonardi: la nostra economia
fondata sulle risorse naturali
rise
"Per la nostra città oggi è
una data indimenticabile, poichè prosegue quella
tradizione europea che ha avuto il suo atto di
nascita nel 1955, quando grazie al ministro Gaetano
Martino proprio in cità si svolse la storica
cerimonia che diede l'input alla nascita delle
istituzioni comunitarie".
Con queste parole, ha esordito, ad inizio cerimonia
il sindaco, Salvatore Leonardi, il quale dopo i
doverosi ringranziamenti alle autorità presenti ha
voluto rimarcare l'importanza che la nascita dello
sportello Euro-Med assumerà nel processo di
rilancio della economia locale.
Un intervento, che è stato confermato dalle parole
del vice ministro Urso, il quale, non ha fatto
mistero che l'appuntamento della città con Euro-Med
era in parte previsto essendo la città la sede dove
è nata l'Unione Europea.
"Attraverso la rete euromediterranea - ha
continuato Leonardi - sarà possibile recuperare i
vecchi equilibri internazionali e promuovere la pace
internazionale".
Ritenendo di interpretare il pensiero di tutti i
concittadini, il sindaco si è mostrato orgoglioso
per un evento internazionale che ha preso avvio
proprio dalla città dello stretto. Una realtà che
attraverso l'apertura con i paesi vicini servirà a
rafforzare la nostra identità mediterranea,
facendoci sentire veri cittadini europei.
"Non dimentichiamo - ha concluso Leonardi - che
la nostra economia è fondata sul turismo, sulla
valorizzazione delle risorse culturali, storiche e
della vocazione naturale che la proietta al mare.
Ogni scomessa futura dovrà partire da queste
indiscutibili ricchezze, rafforzata dalla speranza
di essere un punto nodale nel sistema delle
comunicazioni nord- sud".
Emergenza Tir,
si insedia il "comitato"
A Tremestieri entro un anno
l'approdo
Otto i componenti che
lavoreranno al fianco del prefetto. Giosuè Marino:
"Occorre superare
difficoltà e resistenze"
Giusi Parisi
Prefetto, ha scelto
lei direttamente i componenti del comitato? Giosuè
Marino chiarisce subito."No, sono state le
stesse amministrazioni chiamate a far parte del
comitato a scegliere i loro
rappresentanti".Crede che agli otto si
aggiungerà qualche altro nome?
"No, perchè‚ l'ordinanza del ministro
prevede in modo rigoroso gli enti tenuti ad
esprimere i loro rappresentanti in seno al comitato
tecnico-amministrativo. Comunque, la stessa
ordinanza mi consente di avvalermi di tutte le
amministrazioni che, a vario titolo, possano offrire
un utile contributo alla predisposizione dei
progetti ed alla realizzazione delle opere".
Con quale cadenza si riunirà il comitato?
"Ho il compito di realizzare gli approdi
d'emergenza nel più breve tempo possibile perch‚
è quanto i cittadini si attendono. E' chiaro,
dunque, che la mia attività e quella di quanti sono
chiamati a collaborare con me, sarà assolutamente
caratterizzata dall'esigenza di far presto e bene.
Se per fare ciò sarà necessario incontrarsi ogni
giorno, questo sicuramente avverrà".Quale
crede sarà il compito più difficile del comitato?
"E' indispensabile che, al di là degli aspetti
tecnici di indubbia problematicità e che dovranno
essere risolti, ciò che anima tutti quanti noi che
ci accingiamo a questo lavoro sia l'idea di
partecipare con assoluto spirito costruttivo alla
realizzazione d'un progetto che è di reale
interesse per la comunità". Entro un anno gli
approdi saranno operativi? "Non so se sarà
sufficiente. E' necessario, comunque, predisporsi a
questo lavoro e considerare il 31 dicembre 2002 come
termine ultimo per portarlo a termine. Anche se, lo
ripeto, occorre superare difficoltà e resistenze
che finora non hanno consentito che quest'opera, pur
necessaria, fosse realizzata". Si sente già il
"prefetto degli approdi"?
"No, mi sento il prefetto della provincia e
come tale fronteggio emergenze d'ogni tipo, tra cui
quella degli approdi, nella consapevolezza di
operare per la comunità. Certamente, l'idea di
poter realizzare un'opera così attesa riesce a
darmi forti motivazioni e, non nascondo, che mi
piacerebbe essere ricordato per aver realizzato
qualcosa di utile per la città".
18/01/2002
Fonte: gazzetta
del sud
Dal Tekne alla “bocciatura”
Se le notizie provenienti da Palermo verranno
confermate ufficialmente, Messina potrà dire di
avere finalmente un nuovo strumento urbanistico, a
distanza di 26 anni dal Piano elaborato dalla
società Tekne. Dal '76 ad oggi la situazione
socio-urbanistica e territoriale della nostra città
è profondamente mutata. Che il vecchio Prg non
fosse in grado di rispondere alle sfide dei nuovi
tempi, si era capito già dalla metà degli anni
Ottanta, allorquando l'amministrazione comunale
presieduta dal sindaco Antonio Andò affidò il
compito di predisporre il nuovo Piano all'èquipe
guidata dal prof. Leonardo Urbani. L'iter andò
avanti a fasi alterne e si concluse con l'adozione
da parte del consiglio comunale all'inizio degli
anni Novanta (sindaco Mario Bonsignore). Era l'epoca
del “volare alto” e delle “grandi scelte”.
Ma nell'autunno del '93 ci fu il brusco risveglio.
Il Cru, pur apprezzando molte delle intuizioni
contenute nella variante Urbani, rispedì indietro
il Prg perchè fosse sottoposto ad una
rielaborazione totale. Fu una “bocciatura”
clamorosa anche perchè imprevista e, comunque,
inattesa in quelle proporzioni. Si chiudeva davvero
un'epoca.
Parere favorevole del Consiglio regionale
dell'urbanistica seppur con una serie di
prescrizioni e di richieste di chiarimento
Il Cru approva il Piano regolatore
Leonardi: «Un giorno “storico”, è come
essersi tolto un macigno dalle spalle»
Lucio D'Amico
Il Consiglio regionale
dell'urbanistica ha espresso parere favorevole. La
Variante generale al Prg tornerà a Messina
approvata, seppur con una serie di prescrizioni e di
richieste di chiarimenti alle quali
l'amministrazione comunale dovrà ottemperare nel
giro di un mese. È un giorno “storico” per la
nostra città. Il sindaco Leonardi, rintracciato al
telefono durante il viaggio di ritorno da Palermo,
dice di sentirsi come colui che si è tolto un
macigno dalle spalle. «L'attesa del nuovo strumento
urbanistico – dichiara – dura da più di
vent'anni, credo che sia legittima la soddisfazione
per aver raggiunto questo traguardo». Di ufficiale
non c'è ancora nulla. Il Cru ha ascoltato ieri
mattina il sindaco e il dirigente del dipartimento
urbanistica, l'arch. Manlio Minutoli. Sono stati
trattati i temi più importanti: dalle previsioni
riguardanti la viabilità e gli approdi alle opere
collegate alla realizzazione del Ponte; dai piani di
risanamento delle aree degradate alla compatibilità
di alcuni progetti con la situazione geologica e
sismica del territorio cittadino; dalle esigenze di
protezione civile a quelle di tutela ambientale.
«È stato un confronto ampio e costruttivo –
commenta Leonardi –, tutti i componenti del
Comitato hanno mostrato grande attenzione ai
problemi di Messina e alle soluzioni indicate dal
Piano regolatore. Ho sottolineato l'importanza di
atti, come quello relativo al trasferimento degli
approdi, che risolveranno le drammatiche questioni
dell'organizzazione viaria e del traffico di
attraversamento dello Stretto. Si è discusso anche
del vecchio collettore ad ansa previsto dalla
variante Urbani che, in qualche modo, oggi viene
ripreso, seppur con sostanziali modifiche, grazie
alla realizzazione della “Via del Mare”, che
consentirà anche il recupero della fruizione del
litorale da Tremestieri alla zona falcata». La
riunione del Comitato è poi proseguita fino al
pomeriggio. E in serata il sindaco ha avuto la
notizia dell'esito positivo: «Adesso – spiega
Leonardi – avremo 30 giorni di tempo per
rispondere ai chiarimenti richiesti dal Cru. Subito
dopo sarà predisposto il documento finale da parte
dell'assessorato regionale al Territorio. Gli
impegni assunti dal Governo siciliano sono stati
rispettati e di questo ho già ringraziato il
presidente Cuffaro e l'assessore Pellegrino. Da
parte nostra, pensiamo già ad organizzare gli
uffici che dovranno occuparsi della gestione e
dell'attuazione del nuovo strumento urbanistico».
La Variante dovrà essere modificata in alcune
parti. Si è avuta, ad esempio, la conferma che il
Cru intende ripristinare i vincoli di interesse
paesaggistico e ambientale su un'area, come quella
delle cave di sabbia della Panoramica, che era stata
destinata invece a servizi e a centri commerciali e
che, poi, è diventata oggetto del piano
particolareggiato che prevede la realizzazione della
“città mercato”. Per quanto riguarda le
osservazioni e le opposizioni presentate dai
cittadini, gli uffici regionali hanno compiuto
un'attenta e approfondita istruttoria. Alcuni dei
ricorsi saranno accolti, molti verranno invece
respinti. Sembra certo, ad esempio, l'orientamento
del Cru a mantenere i vincoli di carattere
storico-architettonico sul plesso scolastico della
Cannizzaro-Galatti, escludendo definitivamente
l'ipotesi di costruire in quell'area il nuovo
palazzo di giustizia. Ma siamo ancora a livello di
indiscrezioni. Nei prossimi giorni se ne saprà di
più.
La rielaborazione della
Variante
Dall'ottobre '93 è cominciata un'altra storia. Ma
ancora una volta l'iter del Prg si è rivelato
tortuoso, oscuro, incomprensibile. Fu la giunta
Providenti, nel '94, a predisporre la rielaborazione
della Variante. L'incarico venne affidato allo
stesso gruppo di progettisti ma ben presto esplose
il conflitto tra l'amministrazione e l'èquipe
Urbani che ha sempre ritenuto infondate le
motivazioni della “bocciatura” da parte del Cru.
Providenti decise di assegnare l'incarico ad un pool
di tecnici comunali, guidati dall'arch. Manlio
Minutoli e affiancati da alcuni consulenti esterni.
Nel '95 la Variante fu trasmessa al consiglio ma i
tempi si allungarono a dismisura. Dal '95 al '98 la
Regione siciliana firmò addirittura sette decreti
di commissariamento e solo nella primavera di 4 anni
fa il Prg fu adottato. Ma le vicissitudini non
finirono lì, come dimostrato dalle tormentate fasi
che hanno accompagnato e seguito il voto sulle
osservazioni e opposizioni presentate dai cittadini.
Solo adesso s'intravede la fine del tunnel.
Approdo a Tremestieri, insediato il
Comitato tecnico E il prefetto conferma: tempi
rigorosamente brevi
Il 17 potrebbe essere un numero fortunato per
Messina. Nello stesso giorno in cui si è appreso
dell'esito sostanzialmente favorevole dell'iter del
Prg, si è inaugurato ufficialmente il percorso che,
nel più breve tempo possibile, dovrà portare alla
realizzazione del nuovo approdo a Tremestieri e alla
liberazione del centro urbano dalla schiavitù dei
tir. Ieri mattina, infatti, si è insediato a
Palazzo del Governo il Comitato tecnico-scientifico
presieduto dal prefetto Giosuè Marino, nella sua
veste di commissario per l'emergenza collegata al
traffico di attraversamento dello Stretto. Tranne il
rappresentante del Tar (che deve ancora essere
nominato), si sono presentati tutti gli esperti che
dovranno fornire l'indispensabile supporto tecnico e
affiancare il commissario passo dopo passo. I
componenti del Comitato sono: il comandante Carmelo
Maccarone (in rappresentanza dell'assessorato
regionale al Territorio); l'ing. Pietro Certo
(Provveditorato alle opere pubbliche); l'ing.
Rosario Guarniere (Comune); l'ing. Failla e il dott.
Gaetano Bordone (assessorati regionali ai Lavori
pubblici e ai Beni culturali); l'avv. Antonio
Ferrara (Avvocatura dello Stato); l'ing. Pasquale
Sparatore (Anas). Presenti, inoltre, l'ing. Fabio
Arena, dirigente del Genio civile opere marittime di
Palermo e l'ingegnere capo del Genio civile di
Messina Francesco Rigano. «Abbiamo impostato le
basi – dichiara il prefetto Marino – per un
lavoro proficuo. In questa fase, il punto principale
è quello riguardante la progettazione dell'opera.
Valuteremo tutti gli atti esistenti, a cominciare
dagli studi di fattibilità redatti dal Genio civile
opere marittime e dal Genio civile di Messina. Nella
prossima riunione, convocata per giovedì 24,
tireremo le somme». Le scadenze dovranno essere
rigorosamente rispettate: su questo il commissario
non transigerà, avendo i poteri offerti
dall'ordinanza di protezione civile firmata dal
ministro Scajola. L'orientamento sembra essere
quello di definire la progettazione di massima e di
bandire un appalto-concorso che obbligherebbe la
ditta vincitrice a curare sia la progettazione
esecutiva sia la realizzazione dell'opera. Procedure
che potrebbero essere completate entro cinque o sei
mesi. (l.d.)
Lo Stretto di Scilla e Cariddi
NETTUNO – Sembra che il Montorsoli riscosse un
tale successo con la costruzione della fontana di
Orione, che il Senato messinese decise di
commissionargli anche quella del Nettuno, ultimata
nel 1557. La scenografica rappresentazione è stata
ideata come un'allegoria delle acque tempestose
dello Stretto, dominate dai mostri Scilla e Cariddi,
incatenati dal dio del mare che riporta, così, la
tranquillità. In un primo tempo la fontana venne
collocata sul lungomare di fronte le mura della
città, più tardi, con la costruzione della
Palizzata, venne a trovarsi in direzione della Porta
della dogana. Originariamente la statua di Nettuno
era rivolta verso la città, quasi a voler esaudire
il desiderio dei messinesi contro le sventure. La
posizione venne "capovolta" dopo l'ultimo
terremoto quando la fontana, spostata in piazza
Unità d'Italia, fu rivolta verso il mare nel 1940.
Sia Nettuno che Scilla non sono le sculture
originali. Entrambe, dopo i danneggiamenti subiti,
furono conservate al museo.
Corsie preferenziali, chiesta una
conferenza dei servizi
Il consigliere dell'VIII circoscrizione Gianfranco
Subba, del gruppo misto, in un'interrogazione al
presidente di Quartiere chiede una conferenza dei
servizi per discutere sulle soluzioni più idonee
sul tema «corsie preferenziali in via Garibaldi».
Sempre Subba, chiede di conoscere se agli atti di
questa Circoscrizione risulta essere arrivata nuova
ordinanza che proroghi la riapertura al traffico
della via Vittorio Emanuele (Viale Boccetta- Piazza
Unità d'Italia) in considerazione del fatto che il
termine di consegna dei lavori del tratto in
questione, è stato ampiamente superato (31 dicembre
2001). In caso di risposta negativa il consigliere
Subba invita il presidente dell'VIII quartiere ad
attivarsi immediatamente alla riapertura al traffico
della suddetta via per evitare ulteriori disagi alla
cittadinanza. Ancora difficoltà a Piazza Palazzotto
Il presidente del V quartiere Giuseppe Magazzù
denuncia, ancora una volta, la scarsa importanza
data ai quartieri da parte dell'Amministrazione.
L'ultimo episodio, in ordine di tempo, è dato da
un'ordinanza della Direzione dipartimentale 06
Settore viabilità in merito ai lavori di rimozione
impianto di distribuzione. Ciò ha comportato la
chiusura di una carreggiata del viale San Martino
per procedere ai lavori di dismissione dei serbatoi
dell'impianto (Piazza Palazzotto). La stessa
ordinanza non è stata notificata al quartiere
comportando difficoltà enormi a tutti gli abitanti
della zona.
Fonte: gds
Approdo a sud, Marino: "Primo
passo sarà l'esame dei progetti approvati"
Rosaria Brancato
All'appello manca solo il rappresentante della
magistratura amministrativa, che sarà nominato la
prossima settimana, ma da ieri il comitato per la
realizzazione dell'approdo a sud, è operativo.
L'insediamento al Palazzo del governo è servito,
come chiarito dal prefetto, Giosuè Marino, "a
delineare da subito una strategia basata su criteri
di tempestività nel procedere".
Ogni settimana lo staff che collaborerà con il
commissario per lo "stato d'emergenza"
tornerà a riunirsi per arrivare, in tempi brevi,
alla realizzazione dell'attracco a sud. Che la
squadra sia già pronta all'azione lo si è capito
subito, all'arrivo dei sette componenti, tutti
accompagnati da un tecnico ed armati delle
documentazioni necessarie. Il primo passo sarà
quello della progettazione.
"Dobbiamo verificare se esistono progetti
elaborati o approvati dalle amministrazioni
pubbliche e se non ci sono dobbiamo dare impulso
all'attività che porta alla progettazione - ha
spiegato il prefetto - e tutto in tempi ristretti,
perch‚ è nella logica dell'ordinanza per lo stato
d'emergenza, e dobbiamo dare risposte
concrete".
Non si sbilancia Giosuè Marino, e del resto non lo
ha mai fatto, sulla consegna, non ipotizza date, ma
ribadisce che insieme, in un clima di collaborazione
che vedrà impegnati tutti gli enti, competenza per
competenza, sarà possibile arrivare, entro la fine
dell'anno, a buon punto. Non sarà compito facile:
"del resto, se fosse stato semplice non si
sarebbe dovuti ricorrere ad uno strumento
d'emergenza".
Lo staff avrà il compito di valutare il percorso
più rapido. "I componenti del comitato -
prosegue il commissario - dovranno supportare
l'attività di approfondimento che accompagna le
fasi fino alla realizzazione". Una squadra
squisitamente tecnica, fatta di esperti, con il
ministero delle Infrastrutture rappresentato dal
provveditore delle opere pubbliche di Palermo, Aldo
Mancurti (presente ieri insieme all'ingegnere capo
del Genio civile a competenza statale Pietro Certo)
, l'Anas rappresentata dal capo compartimento
ufficio grande viabilità Pasquale Sparatore, la
Regione rappresentata dal comandante della
capitaneria di Porto Carmelo Maccarrone, (che si
soffermerà ad esempio sugli aspetti legati
all'impatto sul territorio e sull'ambiente),
dall'ingegnere Giuseppe Failla e da Gaetano Bordone,
il Comune, rappresentato dall'ingegnere capo Rosario
Guarniere, e l'avvocatura di stato rappresentata
dall'avvocato Antonio Ferrara (per gli aspetti
legati alle espropriazioni, ai ricorsi, agli aspetti
giuridici). Ad ognuno la sua competenza, alla
squadra il compito di superare intoppi, velocizzare
i tempi, individuare le vie più brevi.
Piano regolatore, il sindaco:
chiariti i dubbi alla Regione
Enzo Gallo
Per il piano regolatore generale
il traguardo è sempre più vicino.
La trasferta palermitana del sindaco e del
vicesindaco, ieri mattina al Consiglio regionale
dell'urbanistica, è servita a dare a Leonardi una
certezza: "ormai la variante è prossima
all'approvazione".
Una lunga riunione quella di ieri, con gli
amministratori di Palazzo Zanca impegnati nel
fornire chiarimenti ai funzionari sui punti che
negli anni scorsi hanno suscitato non poche
perplessità sullo strumento urbanistico rispedito
al mittente nel '93. A distanza di nove anni, dopo
la rielaborazione del Prg, l'adozione in consiglio
comunale nel '98, l'esame delle osservazioni ed
opposizioni, i tecnici del Cru si sono soffermati su
tutti gli aspetti relativi alla viabilità, dal tram
agli approdi e agli svincoli, che cambieranno e
stanno cambiando il volto della città, ed anche sul
risanamento ancora in corso.
"Penso che gli ostacoli siano stati superati -
è stato il commento del sindaco dopo oltre due ore
di riunione - siamo riusciti a dare le risposte ai
chiarimenti richiesti. Ci sono state modifiche nella
variante rispetto al piano che era stato bocciato, e
sono ottimista sul fatto che entro i tempi tecnici
il Prg sarà approvato".
Adesso il Cru si riunirà ed avrà 30 giorni di
tempo per le eventuali osservazioni, alle quali la
giunta potrà replicare con le controdeduzioni, ma
il primo cittadino pensa che la parola fine sia
dietro l'angolo.
"Finita questa fase dobbiamo prepararci alla
gestione di un Prg che non indulge a grandi voli di
fantasia, ma razionalizza al massimo quanto è
possibile fare per lo sviluppo della città".Si
è parlato anche della delibera sulla
città-mercato, all'esame dei funzionari di due
assessorati.
Riordino delle coste, il sindaco incarica due
tecnici di redigere progetti esecutivi
La città vanta un triste primato. Quello di
essere al terzo posto in Sicilia e fra le prime
venti in Italia, riguardo gli insediamenti abusivi
sul territorio.
Lo sconfortante dato emerge da uno studio di
Legambiente che lo ha reso noto ieri e si riferisce
al triennio '98-2001. Questo argomento è tornato di
stretta attualità visto che la giunta regionale di
governo, ha stabilito recentemente, di dare il via
alla "sanatoria" riguardante 15.000
insediamenti abusivi, costruiti entro il 1992 e che
si trovano in aree demaniali non oltre 150 metri
dalla spiagge.
Le costruzioni erette senza autorizzazioni legali
entro la data prevista, non saranno demolite ma
bensì trasferite al Patrimonio ed alla Regione. Una
volta poi redatte tutte le documentazioni del caso,
si dovranno trasmettere i risultati all'Assemblea
Regionale per l'approvazione definitiva.
Per quanto riguarda la città, il sindaco Salvatore
Leonardi ha dato mandato ad alcuni tecnici, gli
ingegneri Antonino Sutera e Francesco Giordano, di
curare la progettazione esecutiva per il riordino
delle coste cittadine, le analisi sedimentose dei
litorali ed i rilievi batimetrici necessari per
portare avanti la realizzazione dei progetti per lo
studio sull'impatto ambientale, richiesto
espressamente dall'assessorato regionale al
Territorio ed all'Ambiente.
Infine il sindaco Leonardi ha incaricato il Genio
Civile di redigere la progettazione esecutiva della
riqualificazione dei litorali. Per tali opere sono
stati previsti finanziamenti pari a 5.000.000 di
euro (circa nove miliardi).
Approdo
a Tremestieri: Giosuè Marino insedia la Task-force
e avvia lo screening
«Sono consapevole delle difficoltà, ma dobbiamo al
più presto dare risposte concrete alla
cittadinanza. Ho già preso le mie responsabilità,
ora spero che tutti gli altri facciano
altrettanto»: il prefetto ha insediato con moderato
ottimismo, ieri mattina, il comitato
tecnico-amministrativo (nella foto) che lo
«accompagnerà» fino alla costruzione dell'approdo
d'emergenza a Tremestieri. Sono sette i componenti
dello staff (manca ancora quello del Tar), che da
ieri hanno iniziato a lavorare. Il primo passo da
compiere sarà l'affidamento dell'incarico per la
progettazione esecutiva. «In questo contesto – ha
spiegato Giosuè Marino, nominato commissario, lo
scorso 21 dicembre, dal ministro dell'Interno –
abbiamo deciso di avviare un'operazione di screening
alla ricerca di eventuali progetti già acquisiti
dai vari soggetti interessati. Alla luce degli
esisti della ricerca stabiliremo il da farsi».
Il ritmo impresso da Marino, comunque, è già alto:
il termine del 31 dicembre s'avvicina. Le riunioni
si susseguiranno con cadenza settimanale. E la
scelta sulla progettazione è destinata ad arrivare
prestissimo. Poi si passerà all'acquisizione dei
placet necessari. «Perché l'ordinanza non mi
consente – ha aggiunto Marino – di bypassare le
leggi, ma soltanto di accorciare notevolmente i vari
passaggi burocratici. Il comitato ha proprio questa
funzione, una sorta di consulenza sotto ogni punto
di vista». Non a caso, dello staff fanno parte
anche esperti amministrativi, oltre ai
rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture
(Aldo Mancurti, che in caso d'assenza sarà
sostituito da Pietro Certo), degli assessorati
regionali al Territorio (Carmelo Maccarone), ai
Lavori pubblici (Giuseppe Failla) e ai Beni
culturali (Gaetano Bordone), dell'Anas (Pasquale
Sparatore) e del Comune (Rosario Guarniere).
Tutti sono sembrati ansiosi d'iniziare a lavorare.
Appuntamento a giovedì 24 per la prima verifica e
l'acquisizione dei progetti già esistenti.
Comunicato
il parere favorevole del Cru: si attende il decreto
ufficiale
Giuseppe Lo Re
Il sindaco non è tornato da
Palermo con il decreto ufficiale, ma con un impegno
formale del Cru: il Piano regolatore è approvato.
Manca soltanto l'estensione del voto su carta, che
comporterà una brevissima perdita di tempo. Poi si
potrà stappare lo champagne.
«Mi hanno fatto anche gli auguri»: Turi Leonardi
ha commentato con soddisfazione gli esisti del
vertice di ieri. Dopo 19 anni d'attesa, dovrebbe
essere finalmente la volta buona per la Variante
generale al Prg. «Credo proprio che sia così –
ha aggiunto il sindaco –. Non ci saranno problemi,
adesso aspettiamo solo il decreto regionale che
ufficializzerà il parere positivo del Cru. Bisogna
assemblare tutto il materiale; credo che sarà
sufficiente poco tempo, forse una settimana».
I tecnici del Comitato regionale per l'urbanistica
hanno invitato ieri il sindaco per ottenere alcuni
chiarimenti. Molti di questi sono stati accolti,
altri renderanno necessario l'invio di
controdeduzioni a Palermo entro i prossimi 30
giorni. «Si tratta di prescrizioni in termini
generali – ha spiegato Leonardi – che riguardano
la localizzazione degli approdi, la salvaguardia
delle prospettive di sviluppo nell'ottica della
costruzione del Ponte e i rapporti tra il Prg e i 6
Piani di risanamento per l'eliminazione delle
baracche». Le richieste, comunque, non ritarderanno
l'atto ufficiale d'approvazione: il decreto
promuoverà il Prg malgrado la necessità delle
controdeduzioni, che non sarebbero ritenute
d'importanza tale da inficiare tutto l'impalcato
della Variante.
E le osservazioni? — Capitolo a
parte meritano le osservazioni e le opposizioni
presentate da cittadini ed Enti interessati. Si
tratta di 711 proposte di modifica votate una per
una dal Consiglio comunale ed istruite dal
dipartimento Urbanistica. Malgrado su questo fronte
non sia stato comunicato nulla al sindaco durante il
vertice di ieri, sembra che il Cru abbia optato per
non esaminare in blocco le 711 osservazioni: ognuna,
quindi, avrà una sorte «tutta propria», che sarà
contenuta nel decreto di approvazione del Prg. Unica
indiscrezione emersa ieri riguarda la bocciatura
dell'opposizione della Procura generale, volta
all'eliminazione dei vincoli sulla scuola
«Cannizzaro-Galatti»; non ci sarebbe nulla da
fare, in questo caso, per la costruzione del Palazzo
di giustizia satellite in quel sito.
Il «disegno» della città — Il
Prg suddivide lo sviluppo futuro di Messina in vari
settori: sostanzialmente commercio e industria a
sud, turismo a nord, cantieristica nella Zona
falcata.
La zona commerciale, quindi, andrà dalla «Falce»
(per la cantieristica) a Mili-Tremestieri,
comprendendo anche la Zir, la Zis e il polo
artigianale di Larderia. L'area turistica, invece,
inizierà dalla fine del porto (all'altezza di
Boccetta) e si svilupperà fino a Ortoliuzzo,
comprendendo anche i antichi forti umbertini. Il
sistema dei servizi territoriali è dislocato nel
polo sportivo di S. Filippo, nelle aree
universitarie di Papardo e dell'Annunziata, nella
rete ospedaliera e nei parchi urbani. Novità per la
viabilità sono le strade intervallive che
collegheranno varie zone a monte.
Una
storia lunga 19 anni
Giuseppe Lo Re
È lunga 19 anni la storia del
Prg. Una «striscia» nella quale s'inseriscono
progetti, rielaborazioni, incarichi miliardari,
solenni bocciature, commissariamenti della Regione,
denunce, ricorsi e controricorsi, polemiche e
inchieste giudiziarie.
Tutto inizia nell'83, quand'è ancora vigente il
vecchio Piano Tekne risalente agli anni '70 e viene
conferito l'incarico per la progettazione del nuovo
Prg all'équipe del prof. Leonardo Urbani. Dello
staff fanno parte l'ing. Saro Cutrufelli, l'ing.
Aldo D'Amore, l'arch. Vittorio Potestà, l'arch.
Antonio Quistelli, l'ing. Beppe Rodriquez, l'ing.
Marcello Vittorini e l'arch. Giuliano Leone.
Il lungo lavoro finisce il 5 marzo del '90 in
Consiglio comunale. Una notte passata alla storia,
con la «favola» degli studi notarili aperti fino
all'alba: decine di «compromessi» e di vendite di
terreni, mentre l'assemblea di Palazzo Zanca vota lo
strumento di programmazione urbanistica. L'iter
continua con l'acquisizione delle osservazioni dei
cittadini. Poi l'invio a Palermo. E la bocciatura
pesata per anni come un macigno: il Cru si esprime
nell'ottobre del '93 cassando la Variante. La
motivazione? Città sovradimensionata, «disegnata»
per 600mila abitanti, troppi in un momento storico
che già dà segnali su un netto squilibrio negativo
tra nascite e mortalità.
In quel periodo la Magistratura apre un'inchiesta.
Nel frattempo, l'Amministrazione comunale ricomincia
tutto da zero. Licenziata l'équipe Urbani,
l'incarico è affidato al neonato ufficio Piano del
Comune, i cui tecnici sono affiancati ad alcuni
professionisti esterni: l'ing. Alberto Russo, gli
arch. Francesca Moraci, Vittorio Bitto e Franco
Cardile, oltre a Giudo Signorino, responsabile unico
della stima dei fabbisogni.
Il 13 novembre del '95 la nuova Variante viene
consegnata ufficialmente all'Amministrazione. Nuovi
ritardi provocano il commissariamento della Regione:
l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente
nomina un funzionario, Salvatore Fazio.
Quest'ultimo, al termine del suo lavoro appronta
decine di emendamenti. L'incarico si conclude, dopo
diversi mesi, il 31 ottobre del '97.
A questo punto, tutte le carte sono inviate alla 3ª
commissione consiliare. Il passaggio successivo è
la nuova approvazione in Consiglio comunale, nella
notte tra il 6 il 7 aprile del '98. Venticinque i
voti favorevoli: adozione all'unanimità, dopo 13
sedute consecutive e 43 ore di lavoro. Esaminati ben
638 emendamenti, tra cui quelli di Fazio. Nel
frattempo, il Gip Carmelo Cucurullo archivia
l'inchiesta giudiziaria sui progettisti del «Piano
Urbani».
Ottenuto l'ok del civico consesso, la delibera va in
pubblicazione. Ma dopo qualche mese arriva un'altra
clamorosa doccia fredda: il Coreco centrale annulla
il Prg perché adottato dopo la scadenza del
Consiglio, rinnovato con le elezioni amministrative
del 24 maggio '98. La nuova Amministrazione
Leonardi, convinta delle proprie ragioni, presenta
ricorso al Tar di Catania. Il 31 luglio del '98
l'ennesima «frittata»: il Tribunale amministrativo
rigetta l'istanza del Comune dando, di fatto,
ragione al Coreco. Ma l'Amministrazione Leonardi va
avanti appellandosi al Cga. Il supremo organo di
giustizia amministrativa, il 9 ottobre del '98,
«salva» la Variante accogliendo in toto il ricorso
predisposto dal prof. Aldo Tigano.
A questo punto l'iter ricomincia: vengono
«incassate» 711 osservazioni da parte di cittadini
o Enti interessati. Lunghissima l'istruttoria da
parte degli uffici: nell'aprile del 2000 la Regione
minaccia l'ennesimo commissariamento, mettendo in
«stand by» l'ing. Pietro Alfredo Scaffidi Abbate.
Finalmente il 19 settembre 2000 il Consiglio
comunale conclude la votazione, una per una, delle
711 proposte di modifica.
Via libera, quindi, alla fase di aggiornamento della
Variante sulla base delle osservazioni, preliminare
all'invio di tutto l'incartamento alla Regione. Il
20 marzo 2001 c'è l'ennesimo colpo di scena:
l'assessorato regionale al Territorio invia una
comunicazione interpretata come una secca bocciatura
del Prg. L'equivoco si chiarisce quasi subito, a
seguito di un incontro richiesto (e ottenuto pochi
giorni dopo) dal sindaco, Turi Leonardi. I passaggi
burocratici riprendo a pieno ritmo. Salve anche le
norme di salvaguardia.
Nel dicembre del 2001 l'ultimo atto: il Gruppo XXX
dell'assessorato regionale al Territorio «gira»
tutte le carte al Cru esprimendo parere ampiamente
positivo.
19/01/2002
Fonte: gds
Città chiuse per
smog Auto ferme e tutti a piedi
Da Milano a
Torino, da Mestre a Vercelli, da Parma a Pavia, da
Bergamo a Novara sarà un'altra domenica a piedi. Le
condizioni meteorologiche, siccità e assenza di
vento, non sono infatti favorevoli alla dispersione
degli inquinanti e l'aria è irrespirabile
Ancora chiuse per smog, domani,
molte città del Nord: da Milano a Torino, daMestre
a Vercelli, da Parma a Pavia, da Bergamo a Novara, i
sindaci sono stati costretti a scelte drastiche per
ripulire l'aria sempre più irrespirabile. Le
condizioni meteorologiche, siccità e assenza di
vento, non sono infatti favorevoli alla dispersione
degli inquinanti. Il presidente della Lombardia
Formigoni si appella ai cittadini a non usare
'volontariamentè l'auto neanche oggi, vista
l'elevatissima concentrazione delle polveri sottili
nell'area critica di Milano, Como e Sempione: ieri
in alcuni punti sono stati toccati i 375 microgrammi
per metro cubo, mentre la soglia d'allarme è
fissata a 75 mcg/c. Situazione critica anche
a Torino, nonostante la circolazione a targhe
alterne. Domani ci sarà quindi un blocco totale del
traffico dalle 9 alle 18.
Piano regolatore, ancora tante
riserve
Il sindaco: solo su viabilità per il ponte
Emilio Pintaldi
Approvazione con riserva per il Prg.
Il piano regolatore, secondo il sindaco è ad un
passo dall'approvazione, ma dal Cru (Comitato
urbanistico regionale), per ora, arrivano soltanto
una serie di richieste di chiarimenti ed alcune
prescrizioni.
Sarebbe a pochi passi dal traguardo il piano
regolatore generale atteso in città dal '93 da
quando il Cru pronunciò una clamorosa bocciatura
chiedendone la rielaborazione totale. Lo sostiene il
sindaco Salvatore Leonardi ascoltato giovedì in
audizione, per l'intera giornata, dai componenti e
dai funzionari del comitato urbanistico.
Nessuna ufficialità ancora ma soltanto le
assicurazioni effettuate a voce alla fine del
colloquio dai tecnici del Cru ed i rappresentanti
del Comune. E' lo stesso primo cittadino a chiarire
i termini della vicenda.
"Il Cru - spiega Leonardi - ha espresso un
parere favorevole all'approvazione del piano
dettando alcune condizioni che saranno messe su
carta nelle prossime ore. Dovremo fornire alcuni
chiarimenti entro trenta giorni dalla richiesta
ufficiale, poi sarà predisposto il documento finale
dall'assessorato regionale al Territorio".
Ma quali quesiti si appresta ad effettuare il Cru?
Leonardi minimizza, a suo avviso si tratta soltanto
di elementi accessori. In realtà si tratta di
quesiti di una certa importanza.
"Il Cru - aggiunge Leonardi - ha chiesto alcuni
dettagli che riguardano la viabilità collegata alla
realizzazione del Ponte, i piano di fuga e gli
aspetti legati alla situazione gelologiche e sismica
che riguardano il capitolo della protezione
civile".
Il Cru avrebbe mostrato interesse anche per la
viabilità collegata ai nuovi approdi e per lo
sviluppo dell'area che sorge intorno a Torre Faro.
Una zona che sarà pesantemente trasformata dalla
costruzione del Ponte. Riflettori puntati anche sul
nuovo piano commerciale varato dalla giunta e
bloccato dalla commissione consiliare.
In quest'ottica potrebbe rientrare diventando un
ostacolo, la variante che riguarda la realizzazione
di un ipermercato e di un'ampia area destinata a
servizi sulla nuova panoramica dello stretto.
Un'operazione contestatissima dal centrosinistra e
su cui pesa un'interrogazione di fuoco del deputato
regionale dei Democratici di sinistra Filippo
Panarello al quale l'assessorato reginale al
Territorio ha garantito l'invio di un'ispezione.
"Il progetto dell'ipermercato - afferma invece
il sindaco Leonardi, gettando acqua sul fuoco - non
interferirà con il piano regolatore. Su questo
punto non mi è stata fatta nessuna
osservazione".
Fonte: il sole 24 ore
EMERGENZE
Traffico bloccato per smog
Nelle città del Nord si allarga
il fronte dei centri urbani che domenica attueranno
il blocco totale degli autoveicoli privati. Stop a
Milano, Bergamo, Brescia, Como, zona del Sempione,
Torino, Alessandria, Novara e Mestre.
Mentre il Centro-Sud, dopo le forti
nevicate iniziate l'altro ieri, è stretto dalla
morsa del ghiaccio che sta causando gravissimi
intralci alla circolazione stradale, al Nord, dove
continua a splendere il sole, cresce l'allarme
inquinamento.
Le situazioni più critiche restano quelle di
Piemonte e Lombardia, dove si allarga il fronte
delle città che hanno stabilito, per domenica 20
gennaio, il blocco totale della circolazione delle
auto nelle ore diurne.
Bergamo e
Brescia si sono aggiunte a Milano
(e hinterland), Como
e ai comuni della zona del Sempione.
A Bergamo il divieto di circolazione sarà in vigore
dalle 9 alle 18 e interesserà l'area interna alla
circonvallazione cittadina. A Brescia il blocco del
traffico privato andrà dalle 8 alle 20 (come a
Milano e dintorni) e riguarderà la circolazione
sull'intero territorio comunale. Ma anche fuori da
confini lombardi cresce la preoccupazione degli
amministratori pubblici per l'elevata concentrazione
di polveri fini che rendono l'aria irrespirabile. Il
blocco, infatti, sarà seguito anche da Torino,
Alessandria, Novara e Mestre.Torino.
Nonostante due giorni di circolazione a targhe
alterne, la situazione resta critica e per domenica
è stato confermato il blocco totale del traffico.
Nel capoluogo e in altri 11 Comuni dell'area
metropolitana lo stop sarà in vigore dalle 9 alle
18 e se le condizioni meteo non cambieranno
mercoledì e giovedì prossimi potrebbe tornare la
circolazione a targhe alterne. Blocco auto, sempre
nella giornata di domenica 20, anche ad Alessandria
(dalle 10 alle 20, nella zona interna agli spalti).
In tutte queste città il Comune ha annunciato un
rafforzamento dei servizi di trasporto pubblico.
Intanto non si smorzano le polemiche sulla proposta,
lanciata dal sindaco di Milano Gabriele Albertini,
di istituire un ticket d'ingresso in città per i
non residenti (sono circa 500mila le auto dei
pendolari che, ogni giorno, entrano a Milano).
Proposta che il sindaco rilancia ipotizzando anche
un referendum tra i cittadini. Ma il ministro
dell'Ambiente, Altero Matteoli, resta scettico.
"Mi pare un'idea curiosa. Non credo che far
pagare chi entra in città - dice il ministro -
possa risolvere il problema dell'inquinamento.
Approvo invece l'idea del referendum, che dà modo
ai cittadini di esprimersi". Da Bruxelles,
infine, arriva un aiuto concreto in tema di
riqualificazioe urbana. Dieci città italiane
potranno beneficiare, fino al 2006, di 114,5 milioni
di euro di fondi europei: lo ha deciso la
Commissione Ue approvando i relativi programmi
d'intervento. Le città interessate sono: Carrara,
Caserta, Crotone, Genova, Milano, Misterbianco, Mola
di Bari, Pescara, Taranto e Torino. Novara.
Circolazione vietata domenica a tutti i veicoli a
motore dalle 9 alle 18. Ma autobus gratis per tutti.
Lo ha stabilito l'ordinanza del sindaco, Massimo
Giordano, dopo aver visionato i dati dell'Agenzia
regionale per la protezione ambientale che indicano
una progressiva tendenza al rialzo della
concentrazione di ossido di azoto e di polveri fini.
Mestre.
Il provvedimento è stato preso dall'amministrazione
comunale alla luce dell'alto tasso di inquinanti, in
particolari polveri fini, rilevate nell'aria negli
ultimi quindici giorni. "Si tratta di una
misura ben diverso dalle domeniche ecologiche - ha
detto il vicesindaco, Michele Mognato - che avevano
una finalità più promozionale. In questo caso
invece lo richiedono effettive condizioni
ambientali". L'assessore all'Ambiente, Paolo
Cacciari ha poi precisato: "Non esiste alcun
allarme sanitario perché non si sono registrati
incrementi delle patologie. Si è soltanto voluto
anticipare quanto previsto dalle normative europee,
non ancora recepite in Italia, in merito alla
necessità che per certi inquinanti, come appunto le
polveri fini, non si guardi soltanto alle medie
annuali, ma anche ai picchi che possono verificarsi
in condizioni, come le attuali, di forte
siccità". Nonostante dunque la media dell'anno
scorso avesse fatto registrare un miglioramento
rispetto al 2000, il Comune ha voluto tener conto
del fatto che in queste ultime settimane i valori
giornalieri per le polveri Pm10 oscillassero tra i
60 e i 170 microgrammi per metro cubo, contro la
media mobile annuale di 40 mg/m3 che rappresenta
l'obiettivo di qualità. "In base alla
normativa Ue - ha proseguito Cacciari - non
bisognerebbe superare i
50 mg/m3 per più di 35 giorni all'anno. Quindi
abbiamo pensato di intervenire già ora con una
misura cautelativa".
Fonte: gazzetta del sud
Manlio Minutoli: Messina è l'unico
capoluogo siciliano ad avere finalmente un nuovo
strumento urbanistico
È raggiante l'arch. Manlio Minutoli: «Non esagero
se dico che è stata scritta una bella pagina di
storia messinese». Il più felice di tutti non
poteva che essere il dirigente del dipartimento
urbanistica, colui che ha guidato il pool di tecnici
comunali (con il supporto di qualche consulente
esterno) ai quali nel '95 è stato affidato il
compito della rielaborazione totale della precedente
variante Urbani. Minutoli non lo nasconde: «È
stato fatto un lavoro eccezionale, tutti i
dipendenti dell'ufficio hanno svolto fino in fondo
la loro parte. I risultati parlano chiaro: Messina
è l'unico capoluogo di provincia della Sicilia a
dotarsi di un nuovo strumento urbanistico. Palermo e
Catania sono ancora ben lontane dal traguardo. I
componenti del Cru hanno sottolineato questo
aspetto, ritenendolo un motivo di orgoglio per la
città dello Stretto. Abbiamo avuto attestati di
stima da parte del massimo organo tecnico regionale,
composto da urbanisti di fama e da qualificatissimi
esperti». Minutoli sa benissimo che non è tutto
oro quel che riluce, avendo vissuto in prima persona
le controverse vicende di questi ultimi anni. «Ma
qualunque considerazione si possa e si debba fare
– afferma il dirigente comunale –, non si può
prescindere dal fatto che il Piano regolatore torna
da Palermo approvato. E non è vero che nasce già
vecchio. L'impianto complessivo è ovviamente quello
della variante Urbani, che abbiamo ripreso e
rielaborato secondo le prescrizioni imposte dal Cru.
Il Prg è stato adeguatamente aggiornato, sia sul
piano delle scelte urbanistiche sia per quanto
riguarda l'adeguamento alle normative che, nel
frattempo, sono cambiate e alle nuove disposizioni
legislative entrate in vigore». Ma adesso cosa
succederà in concreto? «Il Comune – spiega
Minutoli – avrà 30 giorni di tempo per fornire le
sue controdeduzioni alle prescrizioni e alle
richieste di chiarimento che la Regione farà
pervenire a Palazzo Zanca. Le cose, nella sostanza,
non cambiano. L'approvazione del Prg è un dato già
acquisito. La legge consente un ulteriore
coinvolgimento dell'ente locale (in questo caso la
competenza è del consiglio comunale) che può,
però, decidere anche di non controdedurre. In ogni
caso, superati i 30 giorni, scatta la regola del
silenzio-assenso. E l'assessorato regionale al
Territorio, a sua volta, avrà un altro mese di
tempo prima di firmare il decreto definitivo. Le
procedure, quindi, si chiuderanno al massimo entro
due mesi, ma è probabile che ciò avvenga molto
prima». E anche la fase successiva non dovrebbe
presentare problemi insormontabili. «La gestione di
un Piano regolatore – afferma Minutoli – è
un'operazione particolarmente complessa ma non
voglio peccare d'immodestia quando dico che il
compito sarà enormemente facilitato grazie al
lavoro svolto in questi anni. Tutti i dati del Prg
sono su computer e ciò ha semplificato anche la
lettura da parte dei componenti del Cru. In caso
contrario, non sarebbe stata possibile
un'approvazione in tempi così rapidi. Saremo in
grado di seguire passo dopo passo l'evolversi delle
varie fasi attuative, a partire dai piani di
risanamento». (l.d.)
Leonardi: adesso si dovrà pensare
all'attuazione
Lucio D'Amico
Un evento di portata storica. Il
giorno dopo l'audizione a Palermo e la notizia del
parere favorevole espresso, seppur ancora non
supportato da un atto ufficiale, dal Consiglio
regionale dell'urbanistica, il sindaco Leonardi è
ancora più convinto dell'importanza del traguardo
che si sta per raggiungere. Dopo un'attesa lunga
più di vent'anni, si ha adesso la certezza di
disporre del nuovo strumento urbanistico fin dalla
prossima primavera. È un dato inoppugnabile, di
grandissima rilevanza sul piano
politico-amministrativo. Sarebbe assurdo lasciarsi
andare ad entusiasmi fuori luogo. Il Prg, come più
volte è stato detto, non è la panacea di tutti i
mali. Il Piano sorto sulle ceneri della cosiddetta
variante Urbani, bocciata dal Cru nell'ottobre del
'93, in molte sue parti, rischia di nascere già
vecchio. Tra il dire e il fare c'è stato un mare di
difficoltà e di problemi. Dall'elaborazione
all'approvazione sono trascorsi quasi cinque anni ed
è già un lasso di tempo sufficiente per rendere
antiquate regole urbanistiche, linee strategiche,
analisi economiche, indicazioni progettuali. Su
alcune scelte di fondamentale importanza è mancato
il confronto, su altre – soprattutto quelle
riguardanti forti interessi di soggetti economici,
gruppi o singoli cittadini –, l'attenzione è
stata fin troppo eccessiva. La validità delle linee
di fondo del nuovo Prg è tutta da dimostrare, anche
perchè, nel corso degli anni, alcune prospettive
sono state ribaltate. Basta fare due esempi (ma
l'elenco sarebbe infinito): l'indicazione del
trasferimento della cittadella fieristica nell'area
attualmente occupata dalla caserma Ainis di via
Taormina (ipotesi ritenuta improponibile da Leonardi
che più volte ha manifestato l'intenzione di
lasciare la Fiera nell'attuale sede di viale della
Libertà e la destinazione della riviera nord, a
partire dalla foce dell'Annunziata, alla fruizione
del mare e a vincoli di natura ambientale
(previsione disattesa dalla decisione di ubicare
proprio all'Annunziata uno dei due approdi indicati
dalla commissione Misiti). Si potrà e si dovrà
entrare nel merito delle scelte compiute ma è
indubbio che la città aveva ed ha un assoluto
bisogno di un quadro normativo generale, di una
regolamentazione urbanistica senza la quale si
lascerebbe campo libero al caos e alle iniziative
dei più squallidi speculatori. Ecco, dunque,
giustificata la soddisfazione del primo cittadino.
Quello che tornerà a Messina non è il “Piano
Leonardi”. Dal '98 ad oggi il sindaco lo ha
sottolineato più volte, non arrogandosi meriti del
passato nè accollandosi altrui responsabilità. Per
quelle sue dichiarazioni è stato anche accusato di
«atteggiamenti pilateschi». Ma ora Leonardi è
certo di aver dimostrato proprio il contrario,
avendo preso a cuore le sorti del Prg, sollecitando
il Governo siciliano ad imprimere una decisiva
accelerazione, in modo da porre finalmente il
cartello “the end” ad una telenovela ormai
inguardabile. Adesso viene il difficile. Un conto è
la stesura di un Piano, la visualizzazione su tavole
e supporti telematici, un conto è la sua attuazione
e la gestione di tutto ciò che esso comporta.
«Abbiamo uffici che sapranno essere all'altezza del
compito», dice Leonardi. Saranno tre le sfide
decisive: la realizzazione delle opere di viabilità
collegate all'attraversamento dello Stretto e al
Ponte; il recupero del “water-front”;
l'attuazione dei sei piani particolareggiati di
risanamento delle aree degradate, che rappresentano
da soli un terzo delle previsioni dell'intero Piano
regolatore. Ma di non minore importanza sono gli
aspetti relativi al rilancio produttivo della
città, alla valorizzazione turistica, alla tutela
ambientale, al riordino degli insediamenti edilizi,
alle esigenze di protezione civile e di riduzione
dei rischi sismico e idrogeologico. Il Prg è
destinato finalmente ad uscire da quel “porto
delle nebbie” al quale è rimasto attraccato da
troppo tempo. E il futuro comincia già oggi.
Il ddl della Regione sulle coste non
interessa Messina
Il litorale è salvo
Il disegno di legge sul riordino delle coste,
approvato martedì scorso dal Governo siciliano e
che ha messo in allarme ambientalisti e settori
dell'opposizione, non dovrebbe interessare in
particolar modo le coste messinesi. E, in ogni caso,
le novità introdotte non interessano il demanio
marittimo. Su quest'ultimo punto il comandante della
Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, chiarisce:
«Non cambia nulla, la sanatoria non riguarda le
strutture realizzate sul demanio marittimo. La legge
nazionale del '94 prevedeva un discorso in tal
senso, ma il ddl dei giorni scorsi ha escluso ogni
tipo di sanatoria che interessi il territorio
marittimo demaniale». Un fatto che conforta la
sezione demanio della Guardia costiera che, negli
ultimi anni, ha portato avanti un'incisiva opera di
bonifica dei litorali, con il sequestro di manufatti
realizzati abusivamente. «Andremo avanti con il
nostro lavoro», ha assicurato Maccarone. Per quanto
riguarda la costa messinese, quindi, non si può
parlare di una maxi sanatoria? «Messina – ha
risposto Maccarone – non presenta casi di grandi
agglomerati urbani che possano rientrare nel disegno
di legge». Quest'ultimo, infatti, sarà applicato
maggiormente in zone dell'Isola dove da anni si
assiste a un disordine urbanistico delle coste.
«Non si tratta di una sanatoria automatica e
rivolta a strutture ricadenti in demanio marittimo
– ha aggiunto Maccarone – ma di un piano che
deve essere collegato ai progetti di
riqualificazione urbana». Ritornando al contesto
messinese, il comandante Maccarone è stato chiaro:
«La lotta all'abusivismo demaniale va avanti, come
pure il piano di risanamento ambientale dei litorali
con l'intervento delle ruspe». Il comandante della
Guardia costiera, inoltre, auspica un riferimento
normativo che possa interessare diverse strutture
economiche della provincia che, in parte, ricadono
sul demanio marittimo (ad esempio gli alberghi).
«Sarebbe opportuno – ha detto Maccarone –
sanare alcune situazioni che hanno riflessi
produttivi e turistici». Praticamente il disegno di
legge approvato dalla Giunta regionale, presieduta
da Totò Cuffaro, e che adesso dovrà passare
all'esame dell'Ars, in minima parte potrà avere
effetti sul riordino delle coste messinesi. Per i
litorali cittadini, invece, sarebbe necessaria una
legge speciale sul demanio marittimo che tenga conto
dell'azione anti-abusivismo portata avanti dalla
Capitaneria e che disponga dei paletti ben precisi
per evitare il ripetersi di situazioni di
illegalità. Basterebbe realizzare strade per
l'accesso alle spiagge, protezioni per luoghi
diventati discariche abusive e destinare diverse
somme per liberare altre porzioni di territorio
marittimo da veri monumenti all'incuria. (i.c.)
Oggi e domani chiusa via Primo Settembre
Sarà totalmente chiuso al traffico oggi e domani il
tratto di via Primo Settembre compreso tra
l'incrocio con la via Garibaldi e il viale San
Martino, per consentire l'effettuazione dei lavori
di sostituzione del basolato lavico danneggiato dal
transito dei mezzi pesanti nel periodo di deviazione
su quella strada per i concomitanti lavori della
tranvia. Il pessimo stato della pavimentazione,
rotta e ollevata in più punti, era già stato
segnalato e ha anche causato incidenti (l'ultimo dei
quali occorso domenica scorsa a una donna, finita in
ospedale con una gamba fratturata) e danni alle
vetture: la ripartizione Viabilità ha quindi deciso
di provvedere a far cessare il pericolo facendo
intervenire la Gepco-Salc, l'impresa che sta
realizzando la tranvia. Oltre all'interdizione
totale del transito veicolare in quel tratto di via
Primo Settembre, per tutta la durata dei lavori di
ripristino della pavimentazione in basolato lavico
è stata decisa anche la modifica del percorso degli
autobus che la percorrono abitualmente: i mezzi
dell'Atm provenienti in direzione sud-nord
devieranno sulle vie S. Maria Alemanna, Garibaldi
per tornare quindi su via Primo Settembre nel tratto
aperto; in direzione sud-nord, invece, il percorso
alternativo è lungo via Cesare Battisti, via
Tommaso Cannizzaro, viale S. Martino, via del Vespro
e piazza della Repubblica per raggiungere la
Stazione.
Fonte: la sicilia
Il
Cru ha esitato la Variante ma non si conosce il
contenuto delle prescrizioni - Tempi stretti per il
Piano commerciale
Prg,
una certezza e tanti dubbi
Oggi il
Comitato per l'urbanistica stilerà i pareri sulle
711 osservazioni
I rapporti tra Prg e Piano
commerciale, il contenuto delle previste
osservazioni, le controdeduzioni da inviare entro 30
giorni, la sorte delle 711 opposizioni votate dal
Consiglio comunale: sono tanti i quesiti che fanno
il giro del Palazzo all'indomani della decisione del
Cru sul Piano regolatore. Intanto c'è da fare una
precisazione: per l'ufficialità dll'approvazione si
attende ancora il decreto dell'organo politico. Dopo
il passaggio positivo all'esame dei tecnici del Cru,
è necessario infatti che l'assessorato regionale al
Territorio stili e pubblichi il relativo
provvedimento. A quel punto si conoscerà il
contenuto delle osservazioni e di qualche
prescrizione. Qualche disposizione dalla Regione, è
certo, ci sarà. Ad ammetterlo ieri è stato lo
stesso sindaco: «Ho capito, da una battuta di
alcuni componenti del Cru – ha confessato Turi
Leonardi – che ci saranno delle osservazioni ci
sarà. D'altra parte, mi è stato detto che nel Prg
di una grande città, così complesso, c'è sempre
qualcosa da chiarire. Una volta ricevute le
eventuali prescrizioni, potremo decidere se
accettarle o se controdedurre; in questa fase avremo
30 giorni di tempo, secondo una procedura ormai
standardizzata». Dubbi a parte, un dato è certo:
il Prg, dopo vent'anni di peripezie, può dirsi
approvato. «Sì, è così. In linea di massima
abbiamo ricevuto un parere positivo incondizionato
sul Piano – ha ribadito Leonardi –. I dubbi del
Cru riguardano solo tematiche generali, legate
soprattutto ad alcuni aspetti della vita civile,
quali i nuovi approdi, la viabilità, il sistema
della Protezione civile e delle vie di fuga».
Già accolti alcuni chiarimenti — Grande
attenzione, inoltre, è stata riservata alla zona di
Capo Peloro e Torre Faro. Il Cru ha chiesto cosa
l'Amministrazione intende fare ed accolto i
chiarimenti forniti da Leonardi. Il capo
dell'Amministrazione ha ribadito che è in corso
d'elaborazione un piano particolareggiato e che nei
giorni scorsi è stato individuato il vincitore del
concorso internazionale per la riqualificazione di
tutta l'area. Riferito anche che Palazzo Zanca ha
avviato le procedure per l'acquisizione del Pilone
di Torre Faro.
Subito il Piano commerciale — Un
nodo da sciogliere subito, comunque, c'è. E si
tratta della necessità d'inviare a Palermo il Piano
commerciale: l'integrazione dovrà essere effettuata
al più presto.
Per questo motivo, il sindaco solleciterà
immediatamente il Consiglio comunale, in modo che
vengano velocizzati tutti i passaggi della delibera
«che comunque – precisa Leonardi – riporta
pedissequamente le previsioni del Prg».
Atti da integrare sulla città-mercato — Discorso
a parte merita il piano particolareggiato sulle ex
cave di sabbia nella Panoramica. Dal Cru non è
trapelato niente, anche se pare che la relativa
osservazione sia stata già bocciata (come quella
sul nuovo Palazzo di giustizia). «Razionalità
avrebbe voluto che si aspettasse l'ok sul Prg prima
dell'approvazione del piano particolareggiato dell'“Adroma”.
A margine della riunione del Cru – ha aggiunto il
primo cittadino – mi è stata chiesta
un'integrazione di atti sulla città-mercato, che
noi invieremo subito a Palermo. Ma questo riguarda
l'ispezione disposta al di là degli esiti del Prg,
che credo non possa inficiare i tempi per l'adozione
del decreto sulla Variante».
Attesa per le 711 osservazioni — Oggi,
intanto, i tecnici del Comitato regionale per
l'urbanistica torneranno a riunirsi per stilare
l'elenco di tutte le 711 osservazioni di Enti e
cittadini interessati: la maggior parte dovrebbe
essere stata cassata, ad eccezione delle proposte di
alcuni Enti pubblici e, ovviamente, di quelle che
correggono errori materiali contenuti nelle tavole
inizialmente votate dal Consiglio comunale.
Sull'argomento c'è grande attesa, forse più di
quanta ce n'è stata sulle sorti dell'assetto
generale del Prg. A sciogliere i nodi su questo
fronte, comunque, sarà soltanto il decreto
ufficiale.
Giuseppe Lo Re
esattamente un anno fa....
19/01/2001
Fonte: la sicilia
Oggi
riunione operativa a Palazzo Zanca, la Capitaneria
lancerà una proposta alternativa al progetto
«Progemar»
Nuove
idee sugli approdi
«Norimberga»,
gli operatori portuali dichiarano lo stato d'agitazione
Massimiliano Mondello
Nuovo vertice sul futuro degli
approdi, stamane, a Palazzo Zanca. Accanto al
sindaco Turi Leonardi e al suo staff di esperti
(Giuseppe D'Angelo, Aldo Tigano e Raffaele
Tommasini), alla riunione saranno presenti anche il
comandante della Capitaneria di porto, Carmelo
Maccarone e il presidente dell'Autorità portuale,
Giuseppe Vermiglio. Si prevede un «clamoroso»
colpo di scena che, però, il comandante Maccarone
non intende svelare. Infatti, per quanto concerne
l'approdo nella zona Sud, la Giunta Leonardi sembra
decisa a rispolverare il progetto dell'87 della
«Progemar», ma il rappresentante del Ministero dei
Trasporti non è d'accordo e lancerà la sua
«segretissima» proposta.
Molo «Norimberga», gli animi si
surriscaldano — È servito a poco,
l'appello al buon senso lanciato mercoledì
pomeriggio dall'assessore comunale, Gianfranco
Scoglio, in merito allo scontro istituzionale sul
futuro del molo «Norimberga». Infatti, il
provvedimento della Soprintendenza (sulle
incompatibilità e la reversibilità dei binari)
costringerà le Ferrovie a rifare il progetto della
posa dei binari a raso, causando ritardi su ritardi.
Due le conseguenze immediate: gli operatori portuali
hanno proclamato lo stato d'agitazione e – come si
legge in un comunicato – «si riservano di
adottare altri strumenti di lotta a difesa del posto
di lavoro e di realistiche prospettive di sviluppo
produttivo»; dall'altra, il presidente
dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, ha
comunicato l'accaduto al prefetto Giosuè Marino, al
presidente della Regione, Vincenzo Leanza, e al
ministro dei Trasporti, Pierluigi Bersani,
chiedendone un immediato intervento. Sulla stessa
linea d'onda il comandante Maccarone che ha
affermato: «È finito il tempo delle discussioni,
bisogna agire e rivolgersi alle sedi competenti».
Navi da crociera: Buzzanca si rivolge a
Marisicilia — Intanto, per non rischiare
di perdere le navi da crociera, il presidente della
Provincia, Giuseppe Buzzanca, ha rivolto un appello
al comandante di Marisicilia, amm. Oreste
Guglielmino, chiedendogli la disponibilità dei moli
della base militare per far approdare le navi
cariche di turisti. Infatti, appare inverosimile che
il consorzio «Trevi-Italgeo» possa consegnare il
primo tratto della banchina «Colapesce» entro
maggio, quando il programma dei lavori prevede la
scadenza ad ottobre.
La proposta di Buzzanca è stata ieri aspramente
contestata e giudicata una «boutade» dai
sindacati.
20/01/2002
Fonte: la sicilia
Via
I Settembre: eseguiti gli interventi di «rattoppo»
Sono stati eseguiti ieri, a cura degli operai della
ditta «Crisafulli» di Castanea, i primi lavori di
rattoppo (nella foto) in via I Settembre, tra viale
S. Martino e viale Garibaldi. Non è stato
necessario chiudere l'arteria al transito veicolare,
in quanto la riduzione dei flussi nella giornata non
lavorativa ha reso possibile eseguire gli interventi
senza particolari accorgimenti. Le opere hanno
riguardato, in buona sostanza, l'eliminazione delle
basole in pietra lavica spaccate sotto il peso dei
Tir e la copertura dei buchi con colate di
conglomerato bituminoso. Si tratta, comunque, di
opere-tampone: il maquillage complessivo, che
prevede il riutilizzo delle basole danneggiate,
sarà eseguito solo dopo la conclusione dei lavori
del tram sulla cortina. Ovviamente, in questo caso
sarà necessario chiudere completamente la strada al
transito veicolare. E i tempi saranno molto più
lunghi: si parla, infatti, di almeno una ventina di
giorni. L'impresa «Iagi», la stessa che ha curato
le prime opere di riqualificazione, dovrà
ripristinare tutto il manto danneggiato. Al momento,
nel tratto terminale della storica arteria non sono
garantite neanche le minime condizioni di sicurezza,
tra tombini sfondati, basole spaccate e tratti di
strada traballanti.
G. L. R.
Centinaia
d'istanze, oltre a quelle votate dal Consiglio
comunale, sarebbero state depositate direttamente al
Cru
Prg:
spuntano altre osservazioni
Piano
commerciale a rilento, domani la riunione con gli
esercenti
L'approvazione del Prg è
diventato l'unico argomento di discussione a Palazzo
Zanca. A generare curiosità, e forse qualche
confusione, è soprattutto l'esito delle 711
osservazioni presentate da cittadini ed Enti
interessati e votate una per una dal Consiglio
comunale.
Il Cru ha già deciso le sorti di tutte le proposte
di modifica, ma ancora deve estendere il suo parere
su carta. E mentre l'attesa si fa sempre più
palpabile, gira una voce che ha del clamoroso:
sarebbero state depositate nei mesi scorsi,
direttamente a Palermo, alcune centinaia di
osservazioni tardive, che si sommerebbero alle altre
711 istruite dall'ufficio Urbanistica di Palazzo
Zanca. Anche questa documentazione sarebbe già
stata esaminata dal Cru, che non avrebbe deciso di
bocciare in toto le osservazioni tardive. Intanto le
indiscrezioni fanno la spola tra Messina e Palermo:
scontata la bocciatura delle osservazioni per la
realizzazione della città-mercato nelle ex cave di
sabbia sulla Panoramica e per la costruzione del
Palazzo di Giustizia satellite nell'area delle
scuole «Cannizzaro-Galatti», sembra che il Cru
abbia alzato il «disco rosso» anche su numerose
opposizioni dell'Università e, soprattutto, della
Curia arcivescovile.
Una volta letto e valutato il decreto di
approvazione del Prg, che dovrà essere firmato
dall'assessore regionale al Territorio, Bartolo
Pellegrino, il Consiglio comunale potrà decidere se
controdedurre sull'esito delle singole osservazioni.
Il termine è di 30 giorni: lo stesso entro il quale
Palazzo Zanca dovrà rispondere alle osservazioni
che il Cru ha già annunciato al sindaco, Turi
Leonardi. Nel corso della riunione in cui è stata
ufficializzata l'approvazione della Variante
generale, infatti, il Comitato regionale per
l'urbanistica ha comunicato anche che qualche
prescrizione ci sarà. «Mi hanno detto che questo
è inevitabile nel Piano regolatore di una grande
città», ha puntualizzato nei giorni scorsi lo
stesso Leonardi.
Piano commerciale, la parola alle
associazioni — Un legame profondissimo
c'è tra il Prg e il Piano commerciale. Il sindaco
ha già annunciato che chiederà al Consiglio
comunale di esprimersi al più presto sulla seconda
delibera, in modo da inviare rapidamente le carte
alla Regione. La 3ª commissione consiliare, dove il
provvedimento è arenato da settimane, non sembra
comunque viaggiare a vele spiegate. Alla riunione di
ieri non si sono presentati i rappresentanti delle
associazioni di categoria degli esercenti, invitati
al termine della precedente seduta dell'organismo
guidato da Antonio Crupi (An).
L'audizione è stata aggiornata a domani mattina. I
diretti interessati dovranno esprimersi sul
contenuto del Piano commerciale che, tuttavia,
secondo il sindaco riporta pedissequamente le
previsioni del Prg approvato dal Cru. Non è così,
tuttavia, secondo qualche consigliere che ritiene di
trovarsi di fronte ad una vera e propria variante al
Prg. Proprio su questo punto sembra svilupparsi una
contesa sotterranea, che potrebbe ritardare
ulteriormente i tempi per l'adozione del
provvedimento.
Giuseppe Lo Re
Gli effetti
dell'approvazione della Variante generale si
ripercuoteranno soprattutto sui piani di bonifica e
riqualificazione del territorio
Con il Prg si sblocca il risanamento
Ma per realizzare le opere programmate occorrono
più di 1.700 miliardi di lire
Lucio D'Amico
L'ormai certa approvazione del Piano
regolatore generale schiude inedite prospettive per
la nostra città. Occorre, però, attrezzarsi alle
sfide connesse alla gestione e all'attuazione di uno
strumento così complesso come può essere il Prg di
una delle quattordici più popolose città d'Italia.
Uno dei temi cruciali è quello collegato ai piani
particolareggiati di risanamento delle aree
degradate, che costituiscono parte rilevante delle
previsioni generali. Gli ambiti del risanamento,
infatti, comprendono una superficie di circa 700
mila metri quadri e gli abitanti interessati sono
più di 115 mila. Le zone individuate, come è noto,
sono quelle che fanno riferimento all'Annunziata
(ambito A), Giostra-Ritiro-Tremonti (B),
Camaro-Bisconte (C), Fondo Saccà (D), Fazzi-Fondo
Fucile-rione Taormina (E), Santa Lucia-San Filippo
(F). Gli sbaraccamenti e le ricostruzioni – la
legge 10 del '90 ha previsto originariamente 3 mila
300 alloggi – sono soltanto un aspetto degli
interventi complessivi, che prevedono una lunga
serie di servizi di quartiere e di strutture di
interesse generale (parchi urbani, aree attrezzate a
verde, caserme, uffici, impianti sportivi ed altro
ancora). È evidente che, per realizzare una simile
programmazione, non siano assolutamente sufficienti
i 500 miliardi di lire (poco più di 258 milioni di
euro) stanziati 12 anni fa dalla Regione siciliana.
Somme che non bastano neppure per la sola
costruzione degli alloggi popolari. A metà degli
anni Novanta si parlava di una spesa complessiva di
circa 1700 miliardi (878 milioni di euro) ma adesso
le cifre dovrebbero essere di gran lunga superiori,
oltre il tetto dei 900 milioni di euro. Oltre mille
miliardi di lire servirebbero per le opere di
urbanizzazione primaria e secondaria e per i servizi
di tipo territoriale. Si tratta di cifre che
potrebbero indurre allo scoraggiamento ma non
bisogna dimenticare che il risanamento – inteso
nella sua accezione generale – non può e non deve
essere a carico solo del Comune e dell'Istituto
autonomo case popolari, cioè i due enti deputati
all'attuazione della legge 10. Altri soggetti sono
pienamente coinvolti (e lo saranno ancor di più con
il Prg approvato): dalla Provincia agli enti
religiosi, dalle cooperative all'imprenditoria
privata. Insomma, con il ritorno della Variante
generale e la possibilità di attuare integralmente
i piani particolareggiati, si potrebbe compiere quel
salto di qualità atteso ed invocato da decenni. E
un altro prezioso contributo dovrebbe essere offerto
dal nuovo disegno di legge che modifica le norme
previste nel '90 e il cui iter è già stato esitato
dall'apposita commissione parlamentare regionale. I
tempi di approvazione sono slittati al prossimo
mese, allorquando dovrebbe andare all'esame dell'Ars
la manovra finanziaria. La nuova legge, prevedendo
la possibilità di interventi sostitutivi in caso di
perduranti inadempienze (il sindaco potrà
utilizzare poteri straordinari e, nello stesso
tempo, anche il Comune potrebbe essere
commissariato), dovrebbe consentire di accelerare
notevolmente le procedure. È un delicato gioco ad
incastro. Ogni tassello andrà sistemato al posto
giusto e, forse, per la prima volta in assoluto, si
potrà affrontare in modo organico e coerente uno
dei problemi socio-urbanistici che si trascinano da
sempre. La Messina “baraccata” risale
addirittura al terremoto del 1783, poi lo stato di
“precarietà” e di degrado è diventato quasi
cultura imperante, dopo il tremendo sisma del 1908 e
a seguito dei bombardamenti della seconda guerra
mondiale. Mantenere, all'interno del proprio tessuto
urbano, 68 baraccopoli è una delle vergogne di cui
Messina deve liberarsi prima di poter aspirare ad
essere una realtà “europea”. Gli strumenti
normativi sono importanti ma ancor di più lo sono
le volontà politiche, una progettualità di grande
respiro, la capacità di ripensare la città e di
realizzare nel concreto le opere necessarie.
Il giudizio del presidente dell'Ordine
degli architetti Dario La Fauci
«Un importante passo avanti»
«Non possiamo non essere soddisfatti ma la semplice
approvazione del Prg non basta, se non si procederà
ad una complessiva riforma urbanistica». Il
presidente dell'Ordine degli architetti, Dario La
Fauci, non si lascia andare ad eccessivi entusiasmi,
anche se il ritorno della Variante generale è un
atto di fondamentale importanza, per superare la
fase di ristagno economico e d'impasse sul piano
socio-urbanistico in cui da troppo tempo versa la
nostra città. «L'approvazione definitiva di un
Piano regolatore – commenta La Fauci – è di per
sè un fatto positivo. Passando alla fase attuativa,
sarà possibile imprimere una svolta nel settore
delle opere pubbliche. Non ci sarà bisogno di
procedere con i progetti in variante e i piani
esecutivi potranno contribuire a bonificare e a
riqualificare ampie porzioni del territorio
comunale. L'aspetto riguardante gli ambiti di
risanamento è quello forse da sottolineare con
maggior forza, proprio perchè finalmente si potrà
andare oltre il semplice sbaraccamento. Però la
vicenda dei piani esecutivi deve, comunque, far
riflettere sulle più generali politiche
urbanistiche. Sarebbe assurdo, infatti, che
nell'attuazione di quei piani si continuino a
seguire le stesse macchinose procedure che hanno
interessato la variante al Prg. Vado sottolineando
da tempo la necessità di modificare alcune regole,
per dare risposte alle esigenze delle città in
tempi reali, tenendo conto che lo strumento
urbanistico ha, in fondo, una vita breve, inferiore
ai vent'anni». La Fauci non sottovaluta gli effetti
positivi che la restituzione del Piano regolatore da
parte della Regione siciliana potrà avere sulle
categorie professionali, sulle opportunità di
lavoro per architetti, ingegneri, geometri, geologi
o agronomi. «L'importante – aggiunge – è che
vengano rispettati i protocolli d'intesa stipulati
tra gli enti locali e gli Ordini professionali,
evitando che alla fine siano sempre i soliti quattro
o cinque “noti” a far la parte del leone
nell'affidamento delle progettazioni». Su questi
temi l'Ordine degli architetti intende aprire un
serrato confronto con la città, invitando per le
prossime settimane illustri docenti e urbanisti
anche di fama mondiale, proprio per cominciare a
riempire di contenuti quella che finora è stata
soltanto una “scatola vuota”. Ieri mattina,
intanto, a Palermo, è tornato a riunirsi il
Comitato regionale dell'urbanistica, presieduto
dall'ing. Giuseppe Giacalone. Si è completata la
fase riguardante le 711 osservazioni e opposizioni
votate dal consiglio comunale e le oltre 500
presentate fuori tempo massimo dai cittadini
direttamente all'assessorato regionale al
Territorio. La stragrande maggioranza dei ricorsi
sarà respinta. Un quadro più chiaro sarà,
comunque, possibile nel momento in cui tutti gli
atti torneranno all'esame del consiglio comunale,
che avrà 30 giorni di tempo per esprimere le
proprie controdeduzioni, prima del decreto
definitivo da parte del Governo regionale. (l.d.)
verso il rimpasto / Il
partito di Nania e Briguglio il più attivo tra
assemblea e nomine
Le “grandi manovre” di An
FI non ha fretta. L'Udeur conferma il ruolo
nella coalizione
Max Passalacqua
È Alleanza nazionale, in questo
momento, il partito più attivo nella Casa delle
Libertà. E non solo perché An è attesa domani
alle 17 all'Hotel Royal dalla prima assemblea della
federazione provinciale, sul (lunghissimo) tema
Alleanza nazionale: una risorsa per la
coalizione-più forte e più grande An, più forte e
più grande il centrodestra , cui parteciperanno
tutti i deputati e i quadri dirigenti e durante il
quale verrà ufficializzata l'adesione ad An di
«numerose personalità della società civile e di
numerosi esponenti politici di tutta la provincia»;
in prospettiva-rimpasto, infatti, il partito di
Nania e Briguglio è impegnato in vere e proprie “grandi
manovre” per ampliare la propria rappresentanza
nell'esecutivo di Comune e Provincia. A Palazzo
Zanca, in particolare, c'è da assegnare un posto in
giunta alla componente Destra sociale, che ha come
riferimento locale proprio Carmelo Briguglio: la cui
scelta cadrà quasi certamente su
Daniele Tranchida , docente alla facoltà di Scienze
politiche e destinato con ogni probabilità ai Beni
culturali, anziché sul vicepresidente del consiglio
comunale,
Silvano Arbuse , per motivi di “equilibri”
interni. L'alternativa a Tranchida sarebbe
Massimo Finocchiaro , mentre a Palazzo dei Leoni è
in pole position il consigliere provinciale Giorgio
Fleres . Il “pezzo grosso” del centrodestra,
vale a dire Forza Italia, sembra invece non avere
troppa fretta, almeno a sentire il coordinatore
provinciale Vincenzo Garofalo: «Le due giunte
esistono e funzionano già – spiega il presidente
dell'Iacp – dunque non c'è l'urgenza di un “rimpasto”.
Piuttosto, stiamo preparando il programma di fine
mandato, che coinciderà con alcune nomine mirate
soprattutto a “scaricare” alcuni assessori e gli
stessi Leonardi e Buzzanca dagli impegni in più. Ad
ogni modo, tra la fine di gennaio e l'inizio di
febbraio, dopo la modifica allo statuto della
Provincia, se ne saprà di più». I due nomi “azzurri”
per Palazzo Zanca (il coordinatore cittadino Piero
Grasso e il consigliere comunale Elvira Amata )
sembrano confermati, più dubbi quelli per Palazzo
dei Leoni. E in una nota diffusa nei giorni scorsi,
alcuni esponenti di FI (il delegato al congresso
nazionale Gustavo Lampi e i componenti il comitato
cittadino Mario D'Arrigo, Salvatore Curtò e Angelo
Burrascano) hanno definito il rimpasto «l'inizio di
una lunga, asfissiante e deleteria campagna
elettorale in vista delle prossime Amministrative. E
se non ci fosse stata la proroga di un anno
dell'attuale legislatura, si sarebbe tanto discusso
di rimpasto? Nella convinzione che, pur essendo
organi del partito di maggioranza relativa, non
faremo parte della “montagna” che partorirà i
“topolini”, in ogni caso sarebbe opportune che
tutte le nomine di allargamento della giunta
comunale si facciano contestualmente a quelle degli
enti di sottogoverno, ma non necessariamente assieme
alla giunta provinciale». E gli altri partiti? Il
Ccd avrà un posto al Comune per il capogruppo Pippo
Terranova , l'Udeur invece ha riunito ieri il
Comitato politico reggente, alla presenza del
coordinatore regionale Angelo Giorgianni e
dell'assessore comunale Pino Cardile. «Nel corso
del dibattito – si legge nel comunicato – si è
ribadita la volontà di assicurare ancor maggiore
sostegno all'azione della giunta Leonardi nello
scorcio finale della legislatura, nel corso del
quale verranno a compimento tutte le opere inserite
nel programma del sindaco, concordato tra tutte le
forze della coalizione al momento della candidatura.
È stata peraltro auspicata una più incisiva
collaborazione tra tutte le forze del centro
moderato». Insomma, anche l'Udeur c'è.
21/01/2002
Fonte: la sicilia
Prende
corpo l'ipotesi dell'appalto-concorso, giovedì si
riunisce il comitato tecnico-amministrativo del
prefetto
Approdo
a sud: presto il progetto
Intanto
continua la protesta del VI Quartiere contro il
transito dei Tir
Si lavora sul serio per la realizzazione
dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. Su
disposizione del prefetto Giosuè Marino, i
componenti del comitato tecnico-amministrativo,
nominato la settimana scorsa, stanno effettuando uno
screening dei progetti esistenti. L'attenzione è
rivolta agli elaborati commissionati da organismi
pubblici e già in possesso degli Enti locali.
Scartati in partenza gli studi della «Technital»
(che ha lavorato per conto dell'«Amadeus» del cav.
Amedeo Matacena senior) e del «Gruppo Franza».
Questi progetti, come chiarito dal prefetto,
riguardano solo la realizzazione dell'approdo
definitivo, non delle prime due invasature
d'emergenza per le quali è stato incaricato Giosuè
Marino, nominato commissario straordinario dal
ministro dell'Interno, Claudio Scajola. Gli
elaborati di «Amadeus» e «Franza», perciò, sono
in corsa soltanto per l'aggiudicazione del project
financing voluto dal Comune per l'opera finale che
ingloberà l'approdo d'emergenza. Giovedì lo staff
della Prefettura tornerà a riunirsi: tutti i
componenti metteranno sul tavolo i progetti
«raccolti». Di certo ci sarà lo studio di massima
effettuato nei mesi scorsi dal Genio civile Opere
marittime di Palermo su incarico del Governo
regionale. L'ipotesi che sta prendendo corpo nelle
ultime ore è quella dell'appalto-concorso. Sulla
base di un progetto di massima già esistente si
potrebbe affidare direttamente ad un unico soggetto
la progettazione esecutiva e la realizzazione
dell'opera; l'operazione accorcerebbe notevolmente i
tempi, anche se sarà ugualmente necessario ottenere
tutte le autorizzazioni richieste dalla legge e rese
molto più snelle grazie all'ordinanza di Protezione
civile con la quale la città è stata commissariata
per l'emergenze
Tir: protesta il VI Quartiere – Intanto,
il VI Quartiere alza i toni della protesta. Da 6
giorni i componenti del Consiglio chiedono un
incontro al sindaco, Turi Leonardi. Motivo delle
lamentele è il transito dei camion su via La Farina
e sul viale Europa, diretti allo svincolo di Messina
centro. «Vogliamo che il primo cittadino – spiega
il presidente Agatino Bonarrigo – chiuda lo
svincolo nelle ore diurne, bilanciando i disagi
causati dal blocco notturno del Boccetta». Oggi, il
consiglio del Quartiere tornerà a riunirsi e domani
dovrebbe tenersi una conferenza stampa per
denunciare altre due problematiche: la mancata
pulizia dei torrenti e la carente raccolta della
spazzatura.
Fonte: la sicilia
Via
Bonino e svincolo di Gazzi: buche killer
Le recenti piogge ed
il passaggio dei mezzi pesanti stanno letteralmente
«sbriciolando» le strade cittadine.
L'esempio lampante è testimoniato dalle pessime
condizioni dell'asfalto in via Bonino (nella foto),
dove gli automobilisti sono costretti ad autentici
«slalom» per evitare le grosse buche presenti sul
selciato. Con molta probabilità, il cedimento in
più punti della sede stradale è stato
«accelerato» dall'incessante passaggio dei Tir
diretti agli svincoli di Gazzi, S. Filippo e
Tremestieri. Quando saranno effettuati i necessari
interventi?
T. D.
22/02/2002
Fonte: gds
Antimafia Del
Turco: "Controllare gli appalti per il
Ponte"
"Bisogna
assolutamente evitare che migliaia di miliardi
possano finire nelle mani della mafia"
Istituire un comitato
straordinario sui lavori e gli appalti per i lavori
per il ponte sullo stretto di Messina, per evitare
infiltrazioni mafiose.
È quanto ha proposto oggi Ottaviano Del Turco
intervenendo in commissione antimafia.
«Bisogna accendere i riflettori sui lavori legati
al ponte sullo Stretto - ha sottolineato Del Turco -
e tenerli accesi 24 ore su 24. Bisogna assolutamente
tenere sotto controllo tutto quanto è legato agli
appalti per i lavori per il ponte. Bisogna
assolutamente evitare che migliaia di miliardi
possano finire nelle mani della mafia».
L' ex presidente dell' antimafia ha poi sottolineato
che «la criminalità organizzata controlla i canali
di arrivo in Europa dall' Afghanistan della droga, e
si fa pagare. Bisogna indagare su questo aspetto
della rete internazionale delle mafie, e i
collegamenti con altre reti come quella di Al
Qaeda».
23/01/2002
Fonte: gazzetta del
sud
Riserva di capo Peloro
Conferenza dei servizi
È in programma per il prossimo 1. febbraio a Palazzo
dei Leoni la conferenza dei servizi promossa dalla
Provincia, ente gestore, sulla riserva naturale di
Capo Peloro. Vi prenderanno parte Comune, Capitaneria
di porto, Soprintendenza e Genio Civile opere
marittime. Da definire ci sono le specifiche
competenze per la gestione dell'area protetta e per
affrontare le problematiche legate alla stabulazione
dei molluschi. Controllo campi elettromagnetici Domani
alle 11,30 nel corso di una conferenza stampa
l'assessore alla Sanità Giuseppe Santalco presenterà
i risultati della misurazione dei campi
elettromagnetici ottenuti nel corso del primo mese di
monitoraggio delle due centraline poste nelle scuole
Mazzini, elementare e media. Imposta sulla pubblicità
La nuova Finanziaria prevede l'esenzione dall'imposta
sulla pubblicità per le insegne di attività
commerciali o di produzione di beni o servizi che
contraddistinguono la sede in cui si svolge
l'attività cui si riferiscono e con superficie
complessiva fino a 5 metri quadrati. Per informazioni
i contribuenti potranno recarsi negli uffici di
palazzo Satellite dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17.
Il termine ultimo per il rinnovo della pubblicità
relativa all'anno in corso, fissato al 31 gennaio, è
stato prorogato al 28 febbraio. Inerti e suppellettili
non rimossi Da nord a sud è un'unico lamento: non
vengono rimossi dalla MessinAmbiente i materiali
inerti e le suppellettili depositati (incivilmente)
nei pressi dei cassonetti o, comunque, dove capita
prima. A denunciarlo è il consigliere del V Quartiere
Gaetano Caliò che si riferisce ai rioni Gazzi,
Taormina, Aldisio, Fucile e alle vie Oreto e
Bonsignore. Il problema, però, è evidente anche, ad
esempio, in via Seminario Estivo vicino al viale
Giostra, dove si accumulano interi arredi completi o
dove proliferano le discariche di inerti proprio ai
piedi dei cartelli che impongono il “divieto di
scarico rifiuti”.
La politica? Un giro di valzer
Un tempo esistevano ideali e bandiere. Adesso tutto è
diverso. Chi si scandalizza più se Totti passa dalla
Roma alla Lazio, Ronaldo dall'Inter al Milan o Del
Piero dalla Juve al Torino. E se l'assessore comunale
di una giunta di centrosinistra fa il salto della
quaglia e scopre di essere sempre stato vicino al
partito di Fini. O se l'assessore provinciale espulso
dalla giunta presieduta da un esponente di An, a
distanza di pochi anni si ritrova con lui a braccetto,
salutando la propria scelta politica come un naturale
“ritorno a casa”. Ogni partito ha l'esigenza di
crescere e di catturare nuovi consensi. Chi non lo fa
resta ai margini, conta poco o nulla, è destinato a
morire. Ma tutto ciò avviene in barba ai principi,
indubbiamente ormai “sorpassati”, della coerenza
delle idee. Tra le nuove adesioni ad Alleanza
nazionale, due sono emblematiche: il passaggio di
Franco Riggio, leader carismatico del movimento
religioso Rinnovamento nello spirito, ex commissario
del Partito popolare, candidato del Ppi alla
presidenza della Provincia (correva contro Buzzanca),
assessore alla Viabilità nella giunta guidata da
Franco Providenti. E quello di Carmelo, detto Melino,
Capone, democristiano “doc”, esponente del
Cdr-Udeur, sempre vicino alle posizioni del compianto
on. Giuseppe D'Andrea, già assessore provinciale, “dimesso”
dal presidente Buzzanca quando l'Udeur si schierò col
Centrosinistra. La politica è un valzer. Ci vediamo
al prossimo giro... (l.d.)
Sindaci, ex amministratori (alcuni provenienti
dal Centrosinistra!), consiglieri comunali e
provinciali, professionisti e imprenditori
In 268 approdano ad Alleanza nazionale
Marianna Barone
In duecentosessantotto approdano ad
An: inizia così la fase due di Alleanza nazionale che
culminerà nel prossimo aprile con la celebrazione del
congresso nazionale a Bologna. L'ingresso dei nuovi
iscritti è stato ufficializzato lunedì pomeriggio
all'hotel Royal, nel corso di un'assemblea presieduta
da Domenico Nania, presidente provinciale di An e
capogruppo al Senato per il partito guidato da
Gianfranco Fini, alla presenza degli onorevoli Carmelo
Briguglio, Nuccio Carrara e Santi Formica, del
senatore Salvatore Ragno e del presidente della
Provincia, Giuseppe Buzzanca. Entrano nelle file del
partito Mario Chiofalo, già vicepresidente della
Provincia, Franco Riggio, ex assessore della giunta
Providenti, Melino Capone e Pietro Milone, ex
assessori provinciali, Salvatore Piccolo, ex
consigliere provinciale, Andrea Carbone, ex
consigliere dell'ottavo quartiere, già segretario del
Pli giovani, Francesco Carrozza, ex segretario
regionale dei giovani di Forza Italia, Sergio
Tinaglia, Antonio Musicò, Pinella Mantarro e Giovanni
Risitano, consiglieri della quinta, dell'ottava,
dell'undicesima e della quattordicesima
circoscrizione, nonché Lorenzo Risitano, ex
consigliere di quartiere. «Il nostro è un partito
aperto – osserva Nania – che vuole incontrare
tutti, dalle categorie al mondo della produzione, sino
ai soggetti più deboli, per ascoltare ciò che la
società civile chiede. Non ha importanza se si
proviene da altre esperienze politiche, perché
chiunque entra in An rappresenta una risorsa e un
investimento». E le «risorse» non finiscono qui.
Tra i nuovi arrivano ad Alleanza nazionale anche
Massimo Rinaldi, presidente dell'Aci, Rocco Scimone,
direttore della sezione architettonica della
Soprintendenza, Michelangelo Musarra, delegato
regionale e consigliere nazionale dell'Istituto
nazionale tributaristi, Cesare Di Vincenzo, presidente
regionale della Confagricoltura, Franco Aloi,
presidente nazionale dei Frantoiani oleari, Paolo La
Ferla, capo dell'Ispettorato del lavoro, Francesco
Restuccia, componente del Coreco centrale, Emanuele
Aliotta e Pucci Gugliandolo, presidente e
vicepresidente del Messina calcio, Pietro Colonna,
consulente del ministero dell'Ambiente, Lorenza
Mazzeo, presidente del Centro giovanile Unesco
siciliano, Paolo Ceraolo, segretario provinciale della
Cisal, Santo Crisafi, segretario nazionale Snals
Università e Adolfo Porto, presidente provinciale
della Fimp. E ancora Giovanni Dugo, Eugenio Capodicasa
e Carmelo Correnti, nonché numerosi medici, avvocati,
commercianti e imprenditori. «A Messina per An è
iniziata una nuova fase politica – spiega il
presidente della Federazione provinciale – perché
insieme si può costruire una Destra che sappia
affrontare i problemi meglio di come lo si fa oggi. Ma
non è corretto parlare di un partito più grosso,
bensì di un partito più grande». E a «ingrandire»
il partito ha pensato anche la Provincia, che ha
portato un grande contributo ad Alleanza nazionale in
termini di consiglieri e assessori comunali,
vicesindaci e sindaci. Passano con An i primi
cittadini di Oliveri, Spadafora, Montalbano, Galati
Mamertino e Gallodoro, Giovanni Gregorio, Pippo
Pappalardo, Giuseppe Tortora, Gaetano Giardinieri e
Domenico Lo Turco assieme ai vicesindaci di San
Filippo del Mela, Lipari, Leni, Librizzi, Basicò,
Castelmola, Sant'Alessio e Forza d'Agrò. Ma An
riscuote consensi anche tra consiglieri comunali,
assessori, presidenti e vicepresidenti del Consiglio
di innumerevoli altri comuni. A Barcellona, dove il
sindaco è già un esponente di An, Candeloro Nania,
il partito ingloba cinque consiglieri comunali e un
assessore, mentre a Milazzo ne guadagna altri tre.
Senza neppure considerare gli ex sindaci, gli ex
vicesindaci, gli ex assessori e gli ex consiglieri
comunali, insieme con gli esponenti del mondo locale
che non appartengono alla sfera politica. «S'inaugura
una fase di grande crescita di Alleanza nazionale –
commenta Briguglio – rivolta a soggetti e aree
diverse da quelle che guardavano al nostro partito. Da
oggi inizia la competizione leale e costruttiva
all'interno della Casa delle libertà, nella quale
lavoreremo perché i progetti di An possano avere
sempre un maggiore peso».
La Commissione edilizia approva il progetto di
S. Filippo Diventa più vicino il trasferimento del
mercato della Zir
Natalia La Rosa
La commissione edilizia ha approvato
il progetto redatto dagli uffici comunali per la
sistemazione a parcheggio dell'area a valle del
Palasport, dichiarandolo conforme agli strumenti
urbanistici e ai regolamenti edilizi e d'igiene.
«Adesso – spiega l'assessore all'annona Giuseppe
Cardile – si può passare al bando di gara per la
realizzazione del parcheggio che prevede anche la
destinazione a servizi di quartiere, compreso l'uso
per il mercato due volte alla settimana. Occorre anche
il parere preventivo dell'Asl, ma in concomitanza può
procedere l'iter di redazione del capitolato». Il
progetto da 810 milioni prevede la sistemazione di
un'area di 9.500 metri quadri con parcheggi a servizio
del Palasport e strutture ricreative da assegnare al
quartiere. Due mattine la settimana i parcheggi,
corredati anche di servizi igienici fissi, saranno
destinati ad accogliere 170 venditori ambulanti
attualmente ospitati alla Zir. Le somme occorrenti
sono ricavate da finanziamenti nazionali per
investimenti e sono già state accantonate.
TROMBETTA – Il trasloco di un altro mercato, quello
di piazza Trombetta che dovrebbe andare in via S.
Cecilia bassa, sta invece attraversando una fase di
inspiegabile stasi. «Il progetto è ormai definitivo
– sottolinea Cardile – ed è corredato di tutti i
pareri positivi. Pronte sono anche le ordinanze
viabili e, tra l'altro, ricevo negli ultimi giorni
continue richieste da parte di comitati di cittadini
che chiedono il perché dei ritardi. La via S. Cecilia
bassa è confacente alle esigenze degli operatori e il
trasloco è stato concordato con le associazioni. Ci
sono però resistenze e il sindaco nell'ottica di una
concertazione, ritiene opportuno convocare una quinta
riunione alla sua presenza. Lui sicuramente saprà
convincere tutti della bontà di questa soluzione che
metterà gli operatori in grado di lavorare
tranquillamente e consentirà agli utenti di recarsi
al mercato in condizioni di maggiore sicurezza. Vi
potranno essere ospitati 66 operatori e, così come ha
chiesto la Confesercenti, abbiamo sollecitato il
presidente della commissione commercio su aree
pubbliche a non dimettersi e a rivedere anche le altre
pratiche. Speriamo che la commissione si riunisca al
più presto, purché ciascuno faccia il proprio
compito: cioè le associazioni devono capire che si
tratta di una soluzione inevitabile, e noi andremo
incontro alle loro esigenze.
GIOSTRA – Quello di Giostra è il mercato nel quale
vige una sorta di totale anarchia. Come conferma
Cardile, infatti, non è stato ancora attuato uno
screening specifico, fatto invece per gli altri
mercati, mentre risulta sostanzialmente impossibile
infliggere sanzioni a chi abbandona quintali di
immondizia in quanto non si è proceduto
all'assegnazione di un posto fisso. Ma la situazione,
come rimarca l'assessore, si dovrà normalizzare prima
che venga aperto lo svincolo. In questo senso, il
sindaco nel corso dell'ultima riunione con il
consiglio di quartiere ha assicurato che chiederà un
progetto stralcio che riguarda solo una parte
dell'area di Piano Cardillo, a Giostra, parallela alla
via Seminario Estivo, in modo da potervi ospitare 250
operatori con tutte le opere relative al deflusso dei
veicoli. Nel triennale delle opere pubbliche è
prevista l'accensione di un mutuo da 3,8 miliardi,
ormai pochi per coprire i costi complessivi (lievitati
a 8 miliardi) ma sufficienti per realizzare uno
stralcio limitato alle strutture sportive di quartiere
e ai parcheggi, sui quali appunto ospitare il mercato
di Giostra per due mattine alla settimana.
CASALINI – Cenno a parte merita poi l'area dell'ex
cinema Casalini, dove dovrebbe essere realizzato un
mercato fisso nel quale ospitare gli operatori di
ponte Zaera. Il progetto proposto dall'Ascom, alla
quale la precedente Giunta aveva concesso la
disponibilità dell'area, si trova all'esame della
commissione edilizia, che però ha chiesto chiarimenti
non ancora trasmessi. «Attendiamo adesso l'esito
della procedura – evidenzia Cardile – C'è però
l'esigenza di liberare in breve l'area di Zaera dove
il sovrannumero di operatori rende difficile la
sopravvivenza».
Fonte: gds
I parcheggi collegati alla
tranvia, da realizzare con Buoni del Comune
Azionisti di parcheggi collegati al tram. E' quanto
potrebbero diventare tra qualche mese migliaia di
cittadini. L'idea è di emettere boc, buoni ordinari
comunali, che renderanno un tasso del 3,80 per cento.
L'obiettivo è far pagare direttamente ai cittadini
opere pubbliche destinate a produrre utili.
Un modo per aggirare le difficoltà sorte attorno alla
costruzione di quattro parcheggi a raso, considerati
indispensabili al buon funzionamento della linea
tranviaria. Sui progetti infatti sono arrivati da mesi
i nullaosta della Regione, c'è una legge già attiva
che finanzierà in parte la realizzazione ma manca la
capacità finanziaria per contrarre i mutui. Così il
Comune intende ricorrere all'azionariato applicando
una legge della "finanza innovativa",
pallino dell'assessore Cardile. La costruzione dei
parcheggi è prioritaria alla stessa tranvia. Chi
deciderà di salire sulla tranvia dovrà lasciare
l'auto alla periferia della città.
Il mese scorso è arrivata l'ultima autorizzazione
attesa dalla ripartizione Viabilità: il via libera
rilasciato dall'assessorato regionale ai Trasporti al
progetto per la realizzazione del parcheggio
Annunziata est: 298 posti auto ed un costo di 744
milioni. Un'area che sorge accanto al baby park anzi
che ne ingloba una piccola parte. Una variante ha
salvato gli stand ed i giochi ad eccezione della pista
dei kart.
Pronti ad essere realizzati altri tre parcheggi dello
stesso tipo che hanno già ricevuto il placet della
Regione su progetti e piano finanziario. Si tratta
delle aree dell'Annunziata Ovest, 200 posti e 600
milioni di costo; piazza Campo delle Vettovaglie, 250
posti 700 milioni; viale Gazzi, 261 posti 750 milioni.
Emilio Pintaldi
Smog e tumori, eterna questione
All'iniziativa del presidente della
associazione "Tutela della salute dei
cittadini" che ha chiesto l'istituzione nel
comprensorio di un registro dei tumori e delle
malformazioni neonatali per mettere in correlazione i
casi registrati con l'inquinamento ed il degrado
ambientale e per allontanare il sospetto che sia
calato il silenzio sulle problematiche ambientali che
interessano il comprensorio milazzese, ha replicato
tornando così a far sentire la sua voce, il sindaco
del Comune pacese Carmelo Pagano.
"Ribadiamo -afferma il sindaco Pagano- la
continuazione della nostra battaglia, pure con
l'esposizione a rischi personali, per la difesa vera,
e non semplicemente ostentata, dell'ambiente
dell'intero circondario".
A conforto di ciò il sindaco di Pace del Mela ricorda
l'emanazione di drastici provvedimenti di chiusura di
fabbriche nocive, o le imposizioni di rientro per
altre fabbriche entro i parametri di emissioni ed
immissioni.
E' una battaglia, quella per il risanamento ambientale
e la riqualificazione dell'intero comprensorio, che è
stata portata avanti quotidianamente dalle istituzioni
locali, pur nella solitudine ed il colpevole silenzio
degli organi sovracomunali -dichiara Pagano-
ricordando l'iniziativa degli onorevoli Domenico Nania
e Giuseppe Naro che si sono battuti per l'inserimento
nella legge finanziaria di somme destinate alla
realizzazione degli interventi auspicati per
risanamento e riqualificazione dell'intera area.
"Non possiamo tacere però -riconosce il sindaco
con chi avanza il sospetto di silenzi sulle reali
problematiche ambientali del comprensorio- che si è
voluto fermare un treno che era già partito".
Tutto per una "querelle" su termini e
procedure, che il sindaco Pagano sospetta
"montata ad arte, col solo fine di non risolvere
i problemi, ma lasciandoli sul tavolo per fini di
bassa politica o, peggio ancora, di vera e propria
speculazione economico-finanziaria".
Pagano quindi spiega che non c'è un silenzio
inoperoso, nell'attesa che i provvedimenti presi in
sede nazionale possano divenire pienamente esecutivi e
dispiegare gli effetti sperati.
"Attendiamo, ma non per molto" - è la netta
affermazione del primo cittadino-, che pone l'accento
sull'impegno, sinora purtroppo disatteso, delle
deputazioni nazionale e regionale che avevano già
assicurato la dichiarazione entro il mese di novembre
dell'intera area a rischio di crisi ambientale.
Andrea Italiano
Fonte: la sicilia
annunziata
e panoramica
Viabilità «rivoluzionata» nei prossimi mesi
La zona compresa tra il viale Annunziata e la
Panoramica avrà presto un nuovo piano della
viabilità. Il dirigente comunale Mario Pizzino,
infatti, ha programmato una razionalizzazione del
traffico in quello che è ormai diventato un punto
nevralgico. L'accordo sugli interventi da adottare è
stato preso ieri durante la conferenza dei servizi
convocata da Pizzino, alla presenza del presidente del
X Quartiere, Mimmo Bonanno, del comandante della
sezione Nord dei Vigili urbani, Mario Bevacqua e di
alcuni responsabili dell'Atm. Tra le novità che
rivoluzioneranno il sistema viario: il senso unico in
direzione sud-nord nella via del Fante, lo spostamento
del capolinea del «Velocittà» nella parte alta del
torrente Annunziata, la variazione della segnaletica
– concordata con la Provincia – nel tratto fra il
viale dei Tigli e l'incrocio Panoramica-viale
Annunziata, dove saranno aboliti i parcheggi per
consentire l'uso dell'intera carreggiata. Sarà
installata anche una centralina di nuova generazione,
che regolerà i tempi di attesa in base
all'intensificazione dei flussi. Le modifiche
scatteranno nei prossimi mesi, in coincidenza con
l'attivazione del parcheggio a raso all'Annunziata
(240 posti auto). Un progetto, quest'ultimo, sul quale
il Consiglio della X Circoscrizione ha dichiarato
all'unanimità un secco «no», volto alla
salvaguardia di villa «Sabin» e del «Baby park».
Luana Campanella
Blitz
dei vigili: inflitta una multa e imposto il ripristino
dei luoghi
Danneggiato
il basolato lavico da un'impresa in via Lepanto
Il centro storico è stato restituito alla città, ma
adesso va «strappato» agli incivili. E l'episodio di
ieri mattina non fa altro che rafforzare questa
convinzione. «Teatro» dell'accaduto è stata la via
Lepanto, a due passi dalla statua di Don Giovanni
d'Austria, dove il Comune ha di recente provveduto
all'attivazione dell'isola pedonale ed
all'installazione di mattonelle in pietra bianca di
Modica e lastre in basolato lavico. Alcuni esercizi
pubblici sono stati anche autorizzati a collocare
tavolini all'aperto.
Fin qui nulla di strano: lo sconvolgente sta per
arrivare. Gli operai di un'impresa edile, che stanno
eseguendo lavori di ristrutturazione all'interno di un
edificio privato, hanno deciso d'impastare il cemento
sulla nuova pavimentazione artistica, senza neanche
ricorrere ad una lastra di plastica che potesse
proteggere il basolato. Inevitabili i danni estetici
per l'intera zona. Venuti a conoscenza del fatto, ieri
mattina sono intervenuti i Vigili urbani, che hanno
inflitto una multa di 650 euro al titolare della ditta
edile. Imposto anche l'immediato ripristino dello
stato dei luoghi: il «restyling» non sarà
facilissimo, considerato che si dovrà intervenire con
lo scalpello.
24/01/2002
Fonte: gazzetta del
sud
Convocata per oggi dal
prefetto Marino la riunione del Comitato tecnico
Approdo a sud, si decide sui progetti
Si comincia a fare sul serio. Oggi, durante il vertice
convocato dal prefetto Giosuè Marino, il Comitato
tecnico-scientifico, insediatosi la scorsa settimana,
esaminerà tutti gli aspetti collegati alla
progettazione del nuovo approdo di Tremestieri. Si
passeranno al setaccio le carte e gli atti fin qui
prodotti, a cominciare dagli studi di fattibilità del
Genio civile opere marittime di Palermo e del Genio
civile di Messina. Si tratta di un passaggio
fondamentale per capire cosa sia stato fatto finora
nel concreto e per procedere, fin dalla prossima
settimana, all'accelerazione dell'iter progettuale. I
tempi sono necessariamente stretti e le decisioni che
verranno assunte in questi giorni dal prefetto, nella
sua qualità di commissario per l'emergenza tir,
avranno una fondamentale importanza anche ai fini
della seconda fase, quella riguardante le procedure
d'appalto.
Piano regolatore / Oggi sarà stilato il
documento ufficiale e il Comune avrà 30 giorni per le
proprie controdeduzioni
Le prescrizioni del Cru
Urbanistica commerciale: regna ancora l'incertezza
Lucio D'Amico
Si conosceranno oggi le prescrizioni
che accompagnano il parere favorevole del Consiglio
regionale dell'urbanistica sulla variante generale al
Piano regolatore. L'atto ufficiale dovrebbe essere
firmato stamane dal presidente del Cru, ing. Giuseppe
Giacalone, e trasmesso immediatamente a Palazzo Zanca.
Nel momento in cui il documento arriverà al Comune,
si avranno 30 giorni di tempo per esprimere le
eventuali controdeduzioni. La materia è di competenza
del consiglio comunale che, in ogni caso, non potrà
accumulare ritardi, visto che il termine è
perentorio, scaduto il quale scatterebbe il
silenzio-assenso. L'ultima parola, poi, spetta
all'assessorato regionale al Territorio e Ambiente che
avrà un altro mese per valutare le risposte fornite
dal Comune e per emanare il definitivo decreto di
approvazione. Secondo una ragionevole previsione, il
Prg dovrebbe tornare a Messina entro la fine di marzo.
Le indicazioni del Cru riguardano le questioni della
protezione civile e della viabilità ma particolare
attenzione è rivolta anche ai temi della tutela
ambientale e dei beni storico-architettonici. A questo
proposito, tra le prescrizioni, spicca quella relativa
alla Cittadella di San Raineri, per la quale è
previsto un piano particolareggiato che sarà redatto
dalla Soprintendenza di Messina. Prosegue, intanto, il
confronto sul Piano urbanistico-commerciale. Per
domani mattina è prevista un'altra riunione della
terza commissione alla presenza dei tecnici del
dipartimento. L'amministrazione comunale sembra
intenzionata ad apportare un emendamento alla
delibera. La richiesta di alcuni consiglieri è quella
di evitare qualsiasi modifica alle norme tecniche di
attuazione del Prg, a differenza di quanto avverrebbe
adesso con la possibilità di prevedere insediamenti a
prevalente destinazione commerciale in aree
originariamente adibite ad attività produttive. La
posta in palio è molto più alta di quello che
s'immagina. Modificare le norme tecniche del Prg
significa aprire la strada ad alcuni degli interventi
che gli stessi uffici comunali hanno inserito nel
provvedimento e che riguardano i progetti presentati
da alcune società private. Se passasse la proposta di
tornare all'antico, dovrebbe essere eliminato dal
testo della delibera anche l'elenco delle iniziative
riguardanti il settore della grande distribuzione (le
proposte “Auchan”, “Tuo”, “Standa”, “Pan
Kalon Multi Resort”, “Fratelli Currò”, “Miper”).
Dall'altro lato, però, il consiglio comunale, che
oggi intende essere rispettoso delle indicazioni date
dall'amministrazione («Non si tocchi nulla del Prg
fino a quando la Variante non sarà tornata a
Messina», ha più volte ribadito il sindaco
Leonardi), solo qualche settimana fa è andato in
direzione opposta, forzando le tappe per giungere
all'approvazione del piano particolareggiato
riguardante la “città mercato” prevista nell'area
delle cave di sabbia della Panoramica. Le valutazioni
di ordine tecnico ed urbanistico si intrecciano con le
disposizioni legislative che obbligano
l'amministrazione cittadina «ad evitare l'insorgere
di sistemi monopolistici, che comprimano la libera
concorrenza». In pratica, non si può decidere di
affidare una vasta porzione del territorio comunale ad
un gruppo imprenditoriale privato perchè venga
realizzato un grande insediamento commerciale, senza
mettere in eguali condizioni altre società che hanno
intenzione investire risorse nello stesso comparto.
Tutto, però, sembra muoversi in una logica di caos e
di improvvisazione, dove non c'è traccia di un vero
indirizzo politico e dove le scelte strategiche
appaiono sacrificate a più o meno legittimi interessi
di singoli o di gruppi privati. È utile, a questo
proposito, citare il caso di Catania. Martedì scorso
il sindaco Scapagnini ha presentato, nel corso di una
conferenza stampa, il progetto di una grande “città
del commercio”, ubicata nell'area di Ponte Primosole
e i cui lavori dovrebbero cominciare già in estate.
Non è casuale il fatto che sia stato il primo
cittadino del capoluogo etneo a illustrare
l'iniziativa, sottolineandone l'importanza soprattutto
per la sua «collocazione strategica nei pressi delle
più importanti vie di comunicazione, vicina alle
altre grandi strutture commerciali». Progetti di tal
genere devono essere necessariamente inseriti in una
coerente e razionale programmazione socio-urbanistica,
fondata su rigorose analisi economiche e di impatto
ambientale. Altrimenti si va avanti in ordine sparso,
con il rischio di intaccare zone pregiate del
territorio e di creare solo false aspettative.
Laghi / Il ripristino dei
canali di collegamento con il mare
Primi interventi
Vergognose discariche di materiali da risulta
La Provincia avvia gli interventi per tutelare
l'equilibrio dei laghi di Ganzirri e Faro, che da
alcuni anni si trovano in una situazione davvero
precaria. Comincia per la giunta Buzzanca la gestione
della Riserva regionale della “Laguna di Capo Peloro”,
affidata a Palazzo dei leoni nella qualità di “ente
gestore” con la consulenza del Consiglio scientifico
provinciale. Si tratterà in questi primi tempi, visti
i problemi accumulatisi nei decenni, di una lotta
impari contro gli effetti del degrado e
dell'abbandono. Alcuni giorni fa, su richiesta
dell'assessore alle Riserve Giuseppe Ruggieri, è
stata approvata la delibera che prevede l'acquisto e
l'installazione di una nuova «chiusa in acciaio
inossidabile, montata su guide scorrevoli, munita di
porta metallica e di un parancolo per la chiusura
dell'imbocco a mare del canale Catuso». È una
riparazione di modesto importo (lavori di appena
venticinque milioni, a trattativa privata) ma
assolutamente necessaria per mettere i
molluschicoltori, che aprono e chiudono le chiuse, in
condizione di garantire il regolare scambio di acque
mare-lago da cui dipende la vita dei pesci del lago. E
oggi, inoltre, o domani al massimo, alcuni cantonieri
della Provincia a bordo di “bob-cat”, entreranno
nelle acque basse all'imbocco del canale Catuso per
rimuovere i grossi detriti precipitati nel canale nel
settembre del 2000 a seguito del crollo di un muro di
contenimento. La rimozione dei detriti lascia intatta
la questione, ovvero i pericoli legati alla parte di
muro e terrapieno che non sono crollati e sono ancora
pericolanti sul canale. L'amministrazione comunale,
che da più di un anno viene sollecitata dalla
Capitaneria alla messa in sicurezza, sostiene che
l'organo competente sarebbe, invece, il Genio civile
delle opere marittime. Ma l'organo tecnico regionale
è risultato incompetente: non si tratta di un'opera a
difesa del mare. Rimane dunque lo “spettacolo” ben
poco edificante che si può ammirare all'inizio della
via Circuito: il terrapieno rimasto sospeso sul lago e
pronto a crollare. Sull'altra sponda (non solo,
dunque, nelle acque) si estende una discarica di
detriti, materiali vari e... water, a pezzi e interi,
che dimostrano ancora una volta l'inciviltà smisurata
di alcuni messinesi. E per non parlare della spiaggia
adiacente sempre più una discarica a cielo aperto:
troppi i varchi che consentono l'accesso a camion e
motocarri e che andrebbero chiusi. (a.t.)
Fonte: la sicilia
Controlli
dei vigili al viale Boccetta
Eccesso
di velocità
multati 10 camionisti
Oggi
vertice sull'approdo a sud
Ancora un giro di vite della
Polizia municipale sul viale Boccetta. Ieri mattina
sono stati potenziati i controlli per limitare le
sempre più frequenti infrazioni da parte dei
camionisti. E le verifiche con l'autovelox hanno
confermato l'allarme: nella sola mattinata sono stati
elevati 10 verbali ai danni di altrettanti conducenti
di Tir, accusati di aver superato i limiti di
velocità, che nel pericolosissimo viale sono
particolarmente rigidi. Qualche verbale è scattato
anche per alcuni automobilisti, anche loro
«pizzicati» ad una velocità non consentita. Sempre
ieri mattina, la Polizia municipale ha eseguito un
blitz nella galleria «Vittorio Emanuele», multando
decine di giovani scooteristi che aveva posteggiato il
loro mezzi a due ruote all'interno della centralissima
struttura coperta; uno di loro ha tentato anche la
fuga, ma è stato bloccato dai Vigili urbani dopo un
breve inseguimento.
Approdo a Tremestieri: oggi si riunisce il
comitato — Controlli a parte, l'unico
rimedio strutturale per liberare la città dai Tir è
l'approdo a Tremestieri. Lo si è detto tante volte,
ma questa volta pare si sia imboccata la strada
giusta. Nelle prossime ore potrebbero essere
ufficializzate importanti novità sull'incarico per la
progettazione esecutiva. Ad esprimersi sarà, oggi, il
comitato tecnico-amministrativo nominato dal prefetto,
Giosuè Marino. Nella riunione, infatti, tutti i
componenti dello staff (manca ancora il rappresentante
del Tar) depositeranno gli studi di massima di cui
sono in possesso: la fase successiva sarà
l'individuazione del soggetto incaricato di
trasformare gli elaborati in un progetto esecutivo.
G. L. R.
Fonte: gds
Siulp: il traffico caotico annulla
la prevenzione
Rosaria Brancato
Ad incidere negativamente sull'allarme rapine
dell'ultimo mese è stata anche la drammatica
situazione della viabilità. A sottolinearlo è il
Siulp, il sindacato dei lavoratori di polizia, che
invita gli enti locali ad intervenire per non
vanificare i sacrifici delle forze dell'ordine.
"Da tempo - dice una nota - gli operatori di
polizia lamentano difficoltà nello svolgimento del
lavoro. Alle volanti e alle gazzelle dei carabinieri
riesce impossibile un tempestivo intervento". Il
Siulp spiega come le pattuglie non possano utilizzare
le corsie preferenziali, divenute ormai carreggiate di
transito per le auto o zone di posteggio per
automobilisti indisciplinati. "In un traffico
sosì caotico non si può fare prevenzione e non si ha
capacità di movimento n‚ tempestività".
25/01/2002
Fonte: gds
Viaggi dei consiglieri non
rendicontati
A Palazzo Zanca scoppia il caso
politico
Emilio Pintaldi
Scoppia l'ennesimo caso politico a palazzo Zanca.
Sotto i riflettori del consigliere dei democratici di
sinistra Filippo Tommasini e dell'assessorato al
Bilancio le trasferte effettuate a carico di palazzo
Zanca dai consiglieri comunali, dagli assessori e dai
dirigenti.Si tratta di spese sostenute per recarsi a
congressi o a corsi di aggiornamento. Dal '98 ad oggi
sono stati impiegati oltre quattrocento milioni, cento
dei quali mai rendicontati.
Così l'assessorato al Bilancio e l'ufficio ragioneria
hanno messo in mora una decina di amministratori che
dovranno consegnare entro trenta giorni le ricevute
delle spese realmente effettuate o restituire i soldi
stanziati dal Comune. Ad aprire il caso è stato il
consigliere dei Ds, Filippo Tommasini diventato per
molti colleghi una vera spina nel fianco. Qualche mese
fa proprio un'interrogazione del diessino ha fatto
nascere una polemica sulle spese telefoniche sostenute
da gruppi politici ed amministratori.
L'ex socialista, alcuni mesi fa, insospettito dalle
continue assenze di molti colleghi, ha messo le mani
sui fascicoli che riguardano le trasferte di
consiglieri, assessori, e dirigenti. Nel mirino,
viaggi in aereo o vagone letto e soggiorni in stanze
di alberghi a cinque stelle per frequentare congressi
e corsi.
In molti casi le trasferte riguardano paesi stranieri:
si va dalla Germania, alla Francia, alla Spagna, alla
lontana Finlandia. Tommasini, nei giorni scorsi, è
arrivato al capolinea. Dal '98 ad oggi sono stati
spesi quattrocento milioni di lire. "Nessuna
irregolarità - si affretta a spiegare - ma un metodo
che mi lascia perplesso. In molti casi si tratta di
trasferte effettuate da chi riveste un ruolo
all'interno delle organizzazioni che ricoprono i
Comuni in altri congressi meno importanti. Nessuno poi
ha illustrato mai in Consiglio l'attività svolta
durante le permanenze all'estero o in località
italiane. Personalmente sono andato in trasferta
soltanto una volta nel '91 e credo che mi abbiano
mandato perch‚ evidentemente chi poteva andare al
mio posto aveva già girato tutto il mondo".
Ma sul caso delle trasferte è sceso in campo anche
l'assessorato al Bilancio del Comune. L'assessore Pino
Cardile ha invitato la Ragioneria a mettere in mora
coloro che non hanno mai rendicontato le spese
sostenute. Ed una prima lettera ufficiale è già
partita. La missiva riguarda chi, dopo aver incassato
un'anticipazione dall'economo, dopo aver fatto rientro
in città, non si è fatto più vedere. E si parla di
spese che riguardano l'attività degli ultimi due
anni. Almeno cento milioni in gioco. Adesso hanno
trenta giorni di tempo per tirare fuori le ricevute o
le fatture altrimenti dovranno mettere mani al
portafogli.
Cardile, rintracciato telefonicamente, ammette a denti
stretti l'azione di recupero in corso ma non svela
l'identità dei consiglieri e degli amministratori
colti in fallo: "Posso solo dire - spiega
l'assessore della giunta Leonardi - che ho sempre
seguito una prassi diversa. Per arrivare a Roma, dove
mi trovo per seguire un appuntamento dell'Anci,
l'associazione che riunisce i comuni, ho preferito
imbarcarmi su un aereo a Catania e non a Reggio, per
fare risparmiare circa 250 mila lire al Comune".
Fonte: gazzetta del sud
La città in itinere / Si va avanti con
l'approdo a sud ma resta al palo il progetto
dell'indispensabile “Strada del mare” fra
Tremestieri e il porto
Ritardi incomprensibili
Palacultura: si attende ancora il parere del Genio
civile
Lucio D'Amico
La “strada del Mare” è uno dei
punti cardine della viabilità prevista dal nuovo
Piano regolatore che sta per tornare a Messina, dopo
l'approvazione da parte del Consiglio regionale
dell'urbanistica. Lo hanno ribadito i componenti del
Cru, il sindaco Leonardi, l'architetto Manlio Minutoli
e lo staff dei tecnici comunali che hanno lavorato
alla rielaborazione della vecchia variante Urbani. Con
la previsione della litoranea sud, che collegherà
direttamente le aree portuali con il nuovo approdo e
con lo svincolo autostradale di Tremestieri, si
riempie in qualche modo il vuoto lasciato da quella
parte del collettore ad ansa che era uno dei capisaldi
del Prg adottato nel '90 e che, in parte, è stato
eliminato dal nuovo strumento urbanistico. Solo grazie
alla “strada del mare” si potrà realizzare quel
sistema di collegamenti diretti tra autostrada e porto
che è essenziale per qualunque progetto di sviluppo
di una città che vuole trarre ricchezza dal mare e
dalla sua straordinaria posizione geografica. Un
preambolo lungo ma necessario per sottolineare
l'importanza di un'opera che, però, resta a tutt'oggi
soltanto una pura indicazione teorica. Sono trascorsi
già parecchi mesi, infatti, da quando
l'amministrazione ha affidato all'ing. Salvatore
Lanzafame, l'incarico di redigere uno progetto
preliminare e di calcolare l'investimento complessivo.
Il dirigente comunale ha assolto al suo compito,
indicando la fattibilità dell'opera, che verrebbe a
costare circa 120 miliardi (venti in più rispetto ai
100 previsti in origine). Da quel momento non sembra
essersi mossa foglia. La situazione, sul piano
finanziario, è ancora tutta da verificare. Esiste un
preciso stanziamento da parte del Governo siciliano
– 21 miliardi di lire – ed una previsione inserita
nella Finanziaria nazionale, grazie ad un emendamento
presentato dal senatore messinese Salvatore Ragno. La
disponibilità dei 21 miliardi è in dote
all'Autorità portuale, rientrando nell'ambito delle
opere infrastrutturali connesse allo sviluppo delle
attività del porto. Da qui la necessità, evidenziata
proprio ieri mattina dall'assessore Gianfranco
Scoglio, di stipulare un accordo di programma tra il
Comune e l'Authority. Un passaggio tecnico, ma di
rilievo anche sul piano politico, che non è stato
ancora reso possibile per una serie di ragioni. «Nei
prossimi giorni – afferma Scoglio – dovremmo
definire l'intesa. Con le risorse già a disposizione
si potrà finanziare l'iter progettuale. Abbiamo
intenzione di bandire un concorso internazionale, data
l'importanza dell'opera. Per la sua realizzazione
ovviamente bisognerà reperire i fondi necessari,
all'incirca 100 miliardi di lire». Ma bisogna far
presto, perchè la “via del Mare”, per molti
aspetti, non è meno importante del nuovo approdo, per
la cui realizzazione il Governo nazionale ha firmato
un'ordinanza di protezione civile e ha nominato un
commissario.
PALACULTURA – Un altro dei progetti di cui sembra
essersi persa traccia è quello del Palazzo della
Cultura. «Attendiamo da mesi il parere del Genio
civile – precisa Scoglio –, il nostro compito lo
abbiamo fatto, rispondendo alla richiesta di
chiarimenti relativi al piano finanziario
dell'appalto». Se l'iter tecnico-progettuale è in
fase di “stand-by”, sul piano politico-strategico
continuano a porsi seri interrogativi sull'effettiva
utilità di realizzare un'opera che oggi – a
distanza di ben 24 anni dalla redazione del primo
progetto – verrebbe a costare 40 miliardi di lire e
che si colloca in uno dei punti maggiormente critici
per l'organizzazione viaria dell'intero centro urbano:
l'angolo tra viale Boccetta e via XXIV Maggio. La
storia “maledetta” del Palacultura è ben nota. Il
progetto venne redatto nel '78, fu aggiornato nel
gennaio '81, poi si decise di procedere a stralci e il
primo lotto venne appaltato nel marzo di 21 anni fa
all'impresa Garraffo-Barbaro. A quell'epoca il centro
di cultura polifunzionale sarebbe costato 2 miliardi
946 milioni di lire. Nel giugno '82 si dispose la
prima perizia di variante (l'importo cominciò a
salire attestandosi su poco meno di 5 miliardi di
lire). Si andò avanti con sempre maggiori difficoltà
e nel 1985 l'amministrazione comunale decise di
rescindere il contratto con la ditta. A distanza di
dieci anni il Comune ci riprovò, consegnando i lavori
al gruppo delle imprese Cosimo e Giovanni D'Andrea,
per un importo a base d'asta di 15 miliardi. Ma la “maledizione”
è proseguita. Per la seconda volta, l'amministrazione
comunale è stata costretta a rescindere il contratto
a causa della situazione finanziaria della ditta
costruttrice (poi fallita). Adesso si tenta nuovamente
la strada dell'appalto ma sono in parecchi a ritenere
che in quella porzione di territorio cittadino serva
più un parcheggio multipiano che non un Palazzo della
cultura la cui ubicazione può essere individuata in
una zona molto più idonea.
Comitato portuale / Garantirà la sicurezza
della navigazione
La centrale dei piloti del porto accanto
alla Snav
Alessandro Tumino
Il Comitato portuale si è riunito
ieri e ha affrontato un argomento molto importante per
la sicurezza della navigazione. Era all'esame la
proposta presentata dalla corporazione dei piloti del
porto per ottenere l'autorizzazione a installare una
“struttura leggera” – un prefabbricato – da
adibire a sede della Centrale radio per il servizio di
pilotaggio “Vhf”, tra la Capitaneria di porto lato
mare e gli approdi e la biglietteria della società
Snav. La richiesta ha carattere d'urgenza vista
l'entrata in vigore, il 7 gennaio scorso, del decreto
ministeriale sul pilotaggio obbligatorio per tutte le
navi di stazza superiore alle 500 tonnellate nel porto
di Messina e la revoca dell'antica “deroga” di cui
godevano i traghetti delle Fs. Per garantire
l'assistenza ai comandanti delle navi in transito o in
manovra, attraverso il contatto radio in banda “Vhf”
con la centrale operativa della Capitaneria, è
necessaria, appunto, una stazione radio affidata ai
piloti con una vicinanza e una visuale ottimali. Nei
casi più gravi, di maltempo o di traffico, la Guardia
costiera può e deve far scattare il tempestivo
intervento del pilota a bordo. In un primo tempo era
stata prospettata, come ubicazione ideale, quella di
un intero primo piano di un padiglione della Fiera
laddove era stato fatto un apposito sopralluogo. Poi
le note vicende giudiziarie riguardanti la concessione
delle aree fieristiche di viale della Libertà hanno
fatto propendere (per evitare complicazioni) per una
collocazione in porto che dovrebbe dare le medesime
garanzie. La corporazione dei piloti, dunque, ha
proposto al Comitato portuale l'ubicazione nell'area
tra la Capitaneria e la Snav, «non adibita a
operazioni portuali o al servizio passeggeri»
interpellando al contempo il Genio civile delle opere
marittime di Palermo, che ha già rilasciato parere
favorevole. Il Comitato ha acquisito tutti gli atti ma
potrà esprimere il parere favorevole definitivo solo
al termine dell'istruttoria che dovrà comprendere i
pareri del Comune e della Soprintendenza.
TERZO VETTORE – Si è discusso ieri, in un clima
vivace, dell'istanza di concessione, per effettuare il
servizio di collegamento marittimo tra Messina e
Reggio dal molo Marconi, con relativa biglietteria,
presentata dalla società calabrese Ulisse Shipping.
L'istanza, dal punto di vista dell'istruttoria, ha
già i pareri favorevoli del Genio civile delle opere
marittime, della Capitaneria, del Comune, della
Dogana, dell'Agenzia del Demanio e della
Soprintendenza. È stata sottoposta però al
presidente del Comitato, e dell'Autorità portuale, la
richiesta di effettuare alcune verifiche documentali
in relazione al rispetto delle normative sulla
presenza dei requisiti soggettivi. Il Comitato – che
fornisce pareri obbligatori ma non vincolanti – si
è espresso comunque favorevolmente. Adesso potrebbero
essere disposte le richieste verifiche con la
soluzione di una “concessione provvisoria” –
come proposto dal comandante della Capitaneria di
porto Carmelo Maccarone – in attesa dei riscontri
necessari al rilascio di una concessione vera e
propria.
Le trasferte sarebbero costate finora circa
400 milioni di lire
Consiglieri “in missione”
Un'indagine amministrativa per fare chiarezza sulle
“missioni” dei consiglieri comunali. A chiederlo
è il diessino Filippo Tommasini che, ormai da alcuni
mesi, sta passando al setaccio tutti gli atti
collegati alle trasferte effettuate nel corso degli
ultimi anni da parte di molti suoi colleghi.
«Premetto che non c'è alcuna intenzione di
criminalizzare nessuno – spiega Tommasini –, ci
sono consiglieri che hanno importanti ruoli negli
organismi nazionali e regionali, come l'Anci o
l'Aiccre, e che partecipano regolarmente ai convegni,
rendicontando le spese fino all'ultima lira (o euro).
Trattandosi, però, di soldi pubblici, i controlli e
le verifiche non solo sono opportuni ma diventano
necessari». Da un calcolo complessivo, i viaggi dei
consiglieri dal '98 ad oggi sono costati più di 400
milioni di lire. Si va da missioni a Parigi, a
Bruxelles, a Londra, in Germania o in Finlandia alle
frequenti trasferte in Italia (le tappe che ricorrono
più spesso sono Roma, Milano, Firenze e Rimini). «Ci
sono casi – aggiunge Tommasini –, pochi o molti
che siano, dove non esiste alcuna documentazione e per
i quali gli stessi uffici hanno chiesto il rendiconto
delle spese». I soldi anticipati per le “missioni”
vanno giustificati con atti concreti, scontrini
fiscali e ricevute dai vari hotel o ristoranti. In
caso contrario, la Ragioneria è obbligata a
trattenere le somme dalle indennità dovute ai singoli
consiglieri. «Sull'argomento – preannunzia
Tommasini – presenteremo un'interrogazione al
sindaco». Contributi per le coppie La Giunta Buzzanca
ha approvato ieri la delibera di copertura finanziaria
del bando, che sarà pubblicato a giorni, per
l'erogazione dei contributi alle coppie indigenti
(d'età compresa tra i 18 e i 45 anni e con un reddito
annuo al di sotto dei 18 milioni) che intendano
sposarsi o avere un figlio oppure mantenere un anziano
disabile non autosufficiente all'interno della
famiglia. Le domande di partecipazione e i requisiti
d'ammissione saranno valutati da un'apposita
commissione. Per quest'obiettivo la Provincia ha
previsto, nel bilancio 2001, un fondo di 1 miliardo.
Fonte: la sicilia
l
Comune contatta l'Autorità portuale e propone
l'intesa su un bando pubblico per il progetto
esecutivo dell'arteria
Via del
mare, i tempi si stringono
Lo studio
di massima prevede la spesa di circa 120 miliardi di
lire
Giuseppe Lo Re
Approdo a Tremestieri e via del mare devono andare di
pari passo: la strategia dell'Amministrazione comunale
per eliminare l'emergenza Tir è stata sviscerata più
volte. Adesso, ottenuto il commissariamento per le
prime due invasature d'emergenza a sud, bisogna
accelerare i ritmi anche sulla strada che dovrà
collegare Tremestieri al molo «Norimberga».
Nei giorni scorsi il Comune, tramite l'assessore alle
Infrastrutture, Gianfranco Scoglio, ha riallacciato i
contatti con l'Autorità portuale. Dagli uffici di via
Vittorio Emanuele è arrivato l'impegno ad affrontare
la questione nei prossimi giorni. Completato il
progetto di massima, il prossimo passaggio è
raggiungere un'intesa tra i due Enti per affidare lo
studio esecutivo. Gli elaborati esistenti,
commissionati da Palazzo Zanca al dirigente Salvatore
Lanzafame, prevedono un tracciato per due terzi su
impalcati in zona demaniale. Il che implicherà anche
la necessità di giungere ad un'intesa con la
Capitaneria di porto, per ottenere le relative
concessioni.
La spesa prevista dal piano di massima tocca i 120
miliardi di lire. Ma ancora è prematuro quantificare
le necessità finanziarie. Al momento sono disponibili
i 21 miliardi stanziati dal Governo nazionale e
versati nelle casse dell'Authority alla voce
«interventi per il collegamento tra l'area portuale e
il sistema autostradale». Da questa somma, il Comune
proporrà di prelevare circa 2 miliardi, destinati
all'espletamento di un bando pubblico per la
progettazione esecutiva della via del mare. L'intesa,
che sarà proposta nei prossimi giorni, dovrà
comunque essere formalizzata tramite un accordo di
programma. I tempi, ovviamente, non saranno
brevissimi.
Certamente, prima che si cominci a parlare di
costruzione della strada saranno disponibili le due
invasature d'emergenza a Tremestieri. Il prefetto,
Giosuè Marino, ha tempo fino al 31 dicembre per
consegnare l'approdo. Oggi tornerà a riunirsi il
comitato tecnico insediatosi la scorsa settimana:
all'ordine del giorno c'è l'esame dei progetti di
massima esistenti e la decisione sull'affidamento
dell'incarico per gli studi esecutivi, che potrebbero
anche essere assegnati tramite appalto-concorso.
Continuano gli interventi-tampone contro il
caos — Aspettando le soluzioni strutturali,
si continua a lottare con i problemi quotidiani. Con
la registrazione sull'apposito albo, è entrata in
vigore l'ordinanza sindacale resa necessaria dalla
chiusura al transito dei Tir della via Vittorio
Emanuele per consentire l'esecuzione dei lavori del
tram. È istituito l'obbligo ai mezzi pesanti,
provenienti dagli imbarcaderi delle Fs, d'immettersi
in via Campo delle Vettovaglie ed in via La Farina,
per raggiungere successivamente gli svincoli di
Messina centro, Gazzi, S. Filippo o Tremestieri.
Vietato, pertanto, l'ingresso in autostrada da
Boccetta: così si eviterà che i mezzi diretti da sud
a nord ingolfino il traffico nella zona antistante la
Prefettura.
E i sovrappassi? — Infine, ieri si
è registrata un'altra importante novità legata
all'emergenza traffico. È stata completata la
progettazione esecutiva dei sovrappassi pedonali che
dovranno sorgere sul viale Boccetta, sul viale Europa
e sul viale Gazzi. Le strutture, che avranno ciascuna
un costo di oltre mezzo miliardo, sono inserite da
anni nel Piano triennale delle Opere pubbliche di
Palazzo Zanca. Non saranno certo un toccasana, ma i
sovrappassi qualche beneficio lo creeranno.
26/01/2002
Fonte: gds
Barriere, avviati i
lavori: Scivoli nei marciapiedi
Dopo le disposizioni
comunali in merito al sempre più crescente problema
dell'abbattimento delle barriere architettoniche, sono
iniziati in città i lavori di riammodernamento, di
smantellamento e di riqualificazione di alcuni tratti
dei marciapiedi e delle scalinate nelle zone del
centro. Appaltati nel settembre dell'anno scorso per
circa 2 miliardi di lire, i primi interventi
strutturali sono stati avviati lungo un ampio percorso
della via Cavour, tutto intorno alla villa Mazzini
(nella foto Oskar), e sul marciapiede di largo
Seguenza. Anche se con un certo ritardo rispetto alla
data di composizione del progetto iniziale che risale
al 1992, redatto dagli ingegneri Giuseppe Pernice e
Francesco De Domenico, adesso l'ammodernamento delle
strutture per portatori di handicap, sta venendo piano
piano alla luce. Si tratta di un programma
comprendente l'applicazione della legge 13 del 1987
che fa obbligo agli enti locali di acconsentire a
chiunque, un adeguato accesso agli uffici pubblici, ai
posti di ritrovo, ai percorsi pedonali. Le prime
infrastrutture sono già state portate a compimento
dai tecnici comunali nelle zone limitrofe al viale
Regina Margherita, alla via Tommaso Cannizzaro e fra
poco tempo saranno percorribili anche davanti
all'ingresso del Tribunale.
Intanto il consigliere dell'Ottavo Quartiere,
Gianfranco Subba con una interrogazione rivolta al
proprio presidente Roberto Nicolosi, chiede di poter
conferire col direttore ai lavori affinch‚ si presti
attenzione alla pendenza dei primi scivoli già
realizzati vicino al viale Boccetta e alla via Regina
Margherita che secondo Subba " non sarebbero
conformi con le norme vigenti."
Fonte: gazzetta del sud
L'approdo a sud andrà realizzato con gli
studi del Comune
No ai progetti dei privati
Giovedì la prima definizione del preliminare
Max Passalacqua
Prende “ritmo” l'attività del
comitato tecnico-amministrativo nominato dal prefetto
Giosuè Marino nella sua qualità di commissario
delegato dal ministro dell'Interno «per l'attuazione
delle opere e degli interventi urgenti finalizzati a
fronteggiare l'emergenza della città di Messina in
relazione ai gravissimi problemi di traffico
determinati dall'attraversamento del centro cittadino
da parte dei mezzi pesanti», vale a dire la
realizzazione entro il 31 dicembre degli approdi per
la cosiddetta “emergenza tir”. Nel corso della
riunione che si è protratta fino alla tarda mattinata
di ieri al Palazzo del Governo, l'organismo di
supporto del commissario ha analizzato dal punto di
vista principalmente giuridico la possibilità di
acquisire o comunque utilizzare per la realizzazione
dei primi due moduli di emergenza dell'approdo a Sud i
progetti privati, redatti dalla “Amadeus Spa” di
Amedeo Matacena senior e dalle società del gruppo
Franza “Tourist” e “Caronte”. «Alla base di
questa scelta non c'è stata una valutazione tecnica
– spiega il prefetto Marino – ma di ordine
esclusivamente giuridico: l'ordinanza di
commissariamento, infatti, prevede espressamente che
possano essere utilizzati soltanto studi redatti o
approvati dalla pubblica amministrazione». In forza
di questo “paletto” («l'attribuzione dei poteri
commissariali conferisce possibilità molto ampie, ma
comunque nel rispetto dell'ordinanza che ne regola le
funzioni», spiega il prefetto) sono stati esclusi
quelli presentati da soggetti privati con il project
financing ed è stato effettuato uno screening degli
elaborati redatti dal Comune, sulla base dei quali il
Genio civile opere marittime dovrà predisporre il
progetto preliminare. «Dopo un primo approfondimento,
già nella prossima seduta del comitato, che ho
convocato per giovedì – prosegue Marino – si
potrà iniziare a definire l'impianto di questo
progetto preliminare, cercando di fare il più presto
possibile dal momento che una parte del lavoro, magari
incompleta, era già stata fatta e che oggi (ieri, ndr
) si è scelta definitivamente una strada, vale a dire
l'utilizzo esclusivo degli strumenti e della
progettazione già in possesso della pubblica
amministrazione nella redazione dello studio
preliminare e, successivamente, del progetto esecutivo
per i primi due moduli dell'approdo da parte del Genio
civile opere marittime». L'opera, finanziata dalla
Regione con 41 miliardi nel quadro dell'accordo di
programma sottoscritto nei mesi scorsi a Palermo,
prevede l'ubicazione a Tremestieri, alla foce del
torrente Larderia, dei primi due moduli dell'approdo
nel quale, attraverso un collegamento autostradale che
eviti qualunque interferenza con la viabilità
cittadina e in particolar modo con la Statale 114,
dovranno imbarcarsi tutti i mezzi pesanti in
attraversamento dello Stretto. A questo fine,
l'ordinanza firmata il 21 dicembre dal ministro
dell'Interno con delega alla Protezione civile,
Claudio Scajola, contempla la possibilità di
accelerare notevolmente l'iter della realizzazione
andando in deroga a numerose normative per
l'acquisizione dei pareri, compresi quelli riguardanti
la valutazione di impatto ambientale. Compito del
comitato tecnico-amministrativo (composto da
rappresentanti di Comune, Anas, ministero delle
Infrastrutture e trasporti, assessorati regionali
Lavori pubblici, Territorio e ambiente e Beni
culturali per la parte tecnica, Tar e Avvocatura dello
Stato per quella giuridica) è appunto di assistere e
coadiuvare il prefetto in tutte le fasi dell'iter per
la progettazione e l'appalto dell'infrastruttura.
Fonte: la sicilia
Approdo
a sud: affidati gli incarichi per redigere il progetto
preliminare
Saranno il Genio civile Opere marittime per le
strutture a mare e il Genio civile di Palermo per
quelle a terra ad elaborare la progettazione
preliminare dell'approdo d'emergenza a Tremestieri. La
decisione è stata presa ieri dal comitato
tecnico-amministrativo presieduto dal prefetto,
Giosuè Marino. Nel corso del vertice sono stati
esaminati i progetti esistenti e approvati da
Amministrazioni pubbliche. Scartati, per motivi
giuridici, gli elaborati del «Gruppo Franza» e
dell'«Amadeus», che restano comunque in competizione
per la costruzione della struttura definitiva voluta
dal Comune e che, in futuro, ingloberà l'approdo
d'emergenza. Sulla base di un vecchio studio del
Comune, supportato anche da perizie, si darà corpo
alla progettazione preliminare; a mare dovranno
sorgere due invasature, a terra va creato il tunnel di
collegamento fra l'attracco e la tangenziale,
all'altezza dello svincolo di Tremestieri. La prossima
settimana, i due uffici incaricati dovranno illustrare
i primi risultati. «Non si tratta ancora di una fase
decisiva - ha puntualizzato il prefetto - ma giovedì
prossimo avremo una prima stesura del progetto per le
due invasature d'emergenza».
27/01/2002
Fonte: gazzetta del
sud
La concessione alla Compagnia
del mare
Fiera, udienza al Tar
Si è celebrata davanti al Tar di Catania la prima
udienza del processo amministrativo riguardante la
concessione delle aree della Fiera rilasciata lo
scorso 3 agosto dall'Autorità portuale alla Compagnia
del mare. Il procedimento è derivato dalla richiesta
di sospensiva presentata dalla società Iniziative
immobiliari srl di Caltanissetta contro la delibera
dell'Authority, che, secondo i ricorrenti, sarebbe
stata viziata da illegittimità per varie ragioni, tra
cui la mancata pubblicazione del procedimento. Davanti
al Tar (presidente Vitellio) si sono susseguiti gli
interventi dei tre legali: il prof. Antonio Saitta,
per conto della società nissena; il prof. Mario
Caldarera, per il concessionario, avv. Gaetano
Mobilia; l'avv. Vittorio Maiorana, per conto
dell'Avvocatura dello Stato. Il prof. Saitta ha
riassunto le contestazioni mosse all'Authority: la
presunta “illegittimità totale” per la mancata
pubblicazione del procedimento per l'assegnazione
della concessione con riferimento a una norma del
Codice della navigazione relativa alle aree demaniali
di particolare importanza; le spese di manutenzione
straordinaria che sarebbero state impegnate sul
bilancio dell'Autorità portuale e non del nuovo
concessionario; i tempi di rilascio e poi di
sospensione della concessione; il parere improntato a
perplessità che fu spedito al Comitato portuale dal
comandante del porto Carmelo Maccarone con riferimento
a un rapporto poco convincente tra il progetto,
considerato ancora generico, e gli obiettivi del piano
regolatore portuale. Il prof. Caldarera, all'opposto,
si è soffermato sulla richiesta, definita “assolutamente
generica” della società ricorrente poiché –
oltre a essere inoltrata con fax – non avrebbe
indicato l'oggetto né il termine; la stipula non
d'una nuova concessione ma di un subingresso tra il
concessionario e il Comune, attraverso l'assunzione,
da parte della Compagnia del mare, dei medesimi
obblighi dell'Ente pubblico a garanzia del
mantenimento della Fiera come riconosciuto da tre
commissari regionali, sulla base peraltro di un
progetto pubblicizzato e finalizzato a garantire la
più ampia fruizione delle aree ai cittadini;
l'insussistenza dell'obbligo di pubblicazione
prevedendosi una durata quadriennale del rapporto
senza, peraltro, costruzione di immobili. Anche
l'avvocato dello Stato, Maiorana, ha affermato
l'interesse pubblico perseguito dall'Authority. La
pronuncia a giorni. (a.t.)
28/01/2002
Fonte: gazzetta del
sud
Lombardia,
dal 2005 "rivoluzione ecologica"
Rivoluzione
ambientale in Lombardia: per combattere lo smog, dal
gennaio 2005 si potranno acquistare solo auto
ecologiche. La concentrazione di pm10 in alcune zone
è intanto tornata sui livelli della soglia di
allarme, e sono stati prorogati i blocchi del traffico
in alcune citta'. A piedi anche l'Emilia Romagna.
Strade quasi deserte, attraversate solo da autobus e
taxi. La gran parte dei bolognesi nella prima giornata
di blocco totale del traffico (ieri nelle fasce orarie
dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19) decretato in molte
altre citta' dell'Emilia Romagna, hanno accettato il
divieto deciso per abbassare il livello degli
inquinanti e la concentrazione di polveri fini, ma non
sono stati pochi gli ''abusivi'' incappati nei
controlli. Alla fine della mattinata erano 144 gli
automobilisti beccati dalle 19 pattuglie schierate dal
Comune, che hanno dovuto pagare una multa da 50 euro.
29/01/2002
Fonte: gds
Inquinamento atmosferico, il Comune fornisce dati
inaffidabili al ministero
Emilio Pintaldi
"Mentre in tutt'Italia sindaci
ed amministratori regionali corrono ai ripari
sull'emergenza smog, Palazzo Zanca invia al ministero
dell'Ambiente dati insufficienti che non bastano a
stabilire quali pericoli corrano i nostri
polmoni". A pensarla così è il portavoce del
comitato "La nostra città" Saro Visicaro
che ha deciso di ingaggiare l'ennesima battaglia.
Vista l'assenza della città dalle statistiche del
pericolo in riferimento allo smog, ha scritto al
ministero dell'Ambiente chiedendo lumi.
La risposta è arrivata per posta elettronica
dall'ingegnere Lucio Confessore del servizio
inquinamento atmosferico del ministero. I dati
trasmessi da palazzo Zanca sono insufficienti, tengono
conto soltanto di alcuni valori. I tecnici si servono
di appena due centraline che non possono coprire a
tempo pieno l'intera città. Un quadro per Visicaro
inattendibile per verificare la pericolosità
dell'aria in città.
La caselle che dovrebbero marcare le concentrazioni di
inquinanti in tre delle cinque zone campione, sono
vuote. Restano scoperti praticamente tre punti di
osservazione: Minissale, Villa Dante e l'area
dell'istituto Jaci. La media di concentrazione di
benzene tra gennaio ed agosto del 2000 non è stata
inviata.
"Ma allora che tipo di aria respiriamo?", si
chiede Visicaro. Ieri il leader del comitato così ha
postro il quesito all'assessore comunale all'Ambiente
Giuseppe Santalco. Nella nota viene chiesto quale
metodo venga usato nel rilevamento delle polveri fini
(quelle prodotte dai motori alimentati a gasolio); il
numero delle centraline operanti sul territorio; il
tipo di inquinanti presi in considerazione; il
contenuto del programma predisposto
dall'amministrazione per l'abbattimento
dell'inquinamento atmosferico, i dati rilevati nel
2001; ed il nome dei funzionari responsabili
dell'eventuale attivazione dei provvedimenti di
emergenza previsti nel caso in cui venissero superati
i livelli di emergenza.
Lapidaria la risposta di Santalco interpellato
telefonicamente: "La competenza sui rilevamenti
atmosferici non è nostra. I dati ci vengono forniti
dalla Provincia. Dovrebbe entrare in gioco anche
l'agenzia regionale per l'ambiente ma non è stata mai
attivata. Quanto al programma di emergenza è stato
varato ed a disposizione di tutti".
Fonte: la sicilia
Strade groviera
Cominciati i «rattoppi» in via La
Farina
Sono iniziati ieri mattina i lavori per l'eliminazione
delle buche nelle strade. L'impresa chiamata in causa
dal Comune ha iniziato gli interventi in via Bonino e
in via La Farina, dove si è creato un paesaggio da
crateri lunari. In prima battuta, gli operai stanno
lavorando per eliminare la falla all'incrocio con via
Salandra, rimasta pericolosamente intatta per oltre
dieci giorni.
30/01/2002
Fonte: la sicilia
Il
sindaco convoca l'amministratore delegato e chiede
lumi sul sistema di smaltimento della spazzatura a
Bellolampo
MessinAmbiente
a rapporto
Prende
forma il nuovo CdA, un posto al Ccd forse per Enzo La
Rosa
Emergenza rifiuti: Palazzo Zanca «bacchetta»
i vertici di MessinAmbiente. Il sindaco, Salvatore
Leonardi, ha incontrato ieri l'amministratore delegato
della società mista per la Nu, Antonio Conti, per
verificare lo stato attuale della situazione, che è
caratterizzata da notevoli disagi logistici per quanto
riguarda lo smaltimento dei rifiuti e dalle continue
proteste e lamentele degli abitanti. Nel corso del
vertice, allo stesso tempo, è stata sollecitata una
soluzione-tampone per ridurre i disagi al minimo.
L'amministratore delegato di MessinAmbiente, Antonio
Conti, ha confermare che al più presto l'emergenza
dovrebbe rientrare. Intanto ieri sera, il consigliere
comunale del Ppi, Gaetano Isaja, ha chiesto un
dibattito in aula sull'emergenza e sollecitato la
riattivazione di Portella Arena.
In attesa di Mazzarrà— Passerà
comunque ancora qualche giorno e sarà riattivato il
sito di Mazzarrà. Al momento, le difficoltà sono
enormi: i mezzi di MessinAmbiente possono compiere
appena un viaggio al giorno. Per la discarica di
Bellolampo (Pa) ai mezzi che provengono dalla città
peloritana, poi, non rimane che il pomeriggio, poiché,
di notte, l'impianto viene utilizzato dai camion di
Palermo, mentre di mattina vi accedono gli altri
utilizzatori. I cinque articolati con sei motrici di
autotreno possono compiere soltanto un viaggio al
giorno, perché per percorrere, fra andata e ritorno,
circa 550 km e scaricare i rifiuti occorrono 18 ore
circa. Inoltre, Antonio Conti ha sottolineato che la
quantità massima di rifiuti trasportati con un
viaggio è di 230 tonnellate, a dispetto delle 350 che
vengono prodotte quotidianamente.
Molti chili d'immondizia non raccolti — In
pratica, 120 tonnellate di rifiuti resterebbero per
strada. A discapito soprattutto dei quartieri di
periferia, dove i mucchi di spazzatura sono già in
bella mostra. Inoltre va considerato che il
conferimento nel sito di Bellolampo costa 240 lire al
chilo per i Comuni extrapalermitani. Un aggravio di
spesa che verrà, prima o poi, a pesare sulle tasche
dei cittadini messinesi.
Presto il nuovo CdA di MessinAmbiente — Intanto
la società mista resta senza «testa». Il sindaco
non ha ancora nominato il nuovo presidente (dopo
l'elezione all'Ars di Santi Formica) e due componenti
del Consiglio d'Amministrazione. I giochi, comunque,
sarebbero quasi fatti. Scontata l'assegnazione della
presidenza a Sergio La Cava (An), nelle ultime ore è
giunta a Leonardi una designazione unitaria del Ccd:
il posto nel CdA «toccherà» ad Enzo La Rosa, ex
sindaco di Villafranca.
M. I.
Opere
pubbliche: venerdì full immersion di Leonardi
Quella di venerdì sarà una giornata dedicata alle
riunioni, a tamburo battente, sulle grandi opere
pubbliche. A convocare una sorta di full immersion è
stato il sindaco, Turi Leonardi, che vuole fare il
punto sull'iter di tutti i principali lavori in corso.
Prima di tutto, Leonardi vuole verificare lo stato di
avanzamento degli interventi della «Gepco-Salc»,
l'impresa genovese impegnata sia nella realizzazione
della tramvia sia nella costruzione dei primi due
lotti degli svincoli di Giostra e dell'Annunziata. Nel
primo caso, il Comune ha già manifestato una
posizione di durezza: entro il 7 febbraio tutti i
cantieri dovranno essere chiusi, altrimenti saranno
inflitte una serie di penali per ogni giorno di
ritardo. Per quanto riguarda invece gli svincoli,
bisogna ancora smussare gli angoli dell'accordo sul
primo lotto, a seguito dell'approvazione della perizia
di variante da parte del Genio civile.
Sotto i riflettori, sempre venerdì, ci sarà anche lo
stadio di S. Filippo. Pure su questa mega-opera il
Comune sta manifestando massimo impegno: l'obiettivo
è consentire al Fc Messina di giocare il prossimo
campionato di calcio all'interno del nuovo impianto da
40mila posti. Infine, nell'agenda del sindaco c'è il
palacultura, sul cui progetto si aspettano notizie dal
Genio civile.
Oggi, nel frattempo, Leonardi incontrerà i capigruppo
di maggioranza sul piano commerciale. L'attuale stato
d'impasse, a quanto pare, deriverebbe dalla volontà,
espressa dai capigruppo di maggioranza, di sentire
tutte le parti sociali interessate prima di procedere
alla votazione della delibera. Il sindaco, da parte
sua, ha già sollecitato il piano, che di fatto
sbloccherebbe l'iter del Prg.Fonte:
gazzetta del sud
Torna l'ipotesi di usare “a
tempo” anche l'inceneritore di S. Raineri
L'inceneritore di S. Raineri potrebbe tornare in
funzione. L'impianto, chiuso da anni, sequestrato per
un certo periodo dall'autorità giudiziaria, al centro
di mille polemiche e interventi, in questo momento di
assoluta emergenza sul fronte dello smaltimento dei
rifiuti, secondo l'Amministrazione potrebbe, almeno
per un arco di tempo limitato, rappresentare l'unica
possibilità per fronteggiare una situazione che di
giorno in giorno assume contorni quasi drammatici, sia
per i risvolti di carattere igienico-sanitario, sia
per i costi esorbitanti e insopportabili per le casse
del Comune. Il sindaco Salvatore Leonardi incontrerà
stamane il sovrintendente Gianfilippo Villari, a cui
chiederà il “via libera”. L'inceneritore,
infatti, sorge su una «area di rispetto», adiacente
a una zona sottoposta a vincolo da parte della
Sovrintendenza; ma anche su terreno demaniale
marittimo, tant'è vero che l'ultima parola
sull'attivazione dell'impianto spetta all'assessorato
regionale al Territorio e ambiente. La ripresa
dell'attività a S. Raineri, dove negli anni scorsi
sono stati eseguiti i lavori per la messa in funzione
della seconda linea, costati oltre un miliardo e
mezzo, consentirebbe al Comune di smaltire circa 150
tonnellate di rifiuti al giorno che, sommate a quelle
che è in grado di distruggere l'impianto di Pace
(circa 100 tonnellate al giorno che potrebbero
diventare molte di più se solo si potenziasse
l'impianto) farebbe finalmente tirare un sospiro di
sollievo al Comune, che in questo caso avrebbe
“soltanto” il problema di trovare collocazione ad
altre 100 tonnellate di spazzatura al giorno. Ma non
tutto è così semplice. Il sindaco Leonardi col
sovrintendente dovrà impegnarsi a demolire
definitivamente, in ogni caso non oltre due anni,
l'inceneritore di S. Raineri. Non solo. La cifra che
verrebbe risparmiata per il conferimento fuori città
dei rifiuti (che non è poca cosa, visti i costi di
questi mesi), la Sovrintendenza vorrebbe che fosse
investita dall'Amministrazione di Palazzo Zanca per il
recupero della zona falcata. Una sorta di impegno
scritto, non solo un “patto tra gentiluomini”. Ma
dopo Leonardi dovrà convincere anche l'assessore
regionale, che dovrà firmare il decreto per
l'autorizzazione. Un percorso che s'annuncia tutto in
salita. (g.m.)
Il progetto di restauro della
Real Cittadella prevede anche un particolare sistema
di illuminazione che renda visibile l'antica
planimetria
Una stella di luce “indicherà” la porta
della Sicilia
Forte SS. Salvatore e cripta del Duomo gli altri
auspicabili interventi del 2002
Graziella Mastronardo
La planimetria della Real Cittadella,
che pubblichiamo accanto a sinistra, è già diventata
il nuovo logo della Sovrintendenza. A dimostrazione di
quanto, a tutti i livelli, l'Ente si stia impegnando
su questo progetto, per il quale è disponibile, con i
fondi di Agenda 2000, un finanziamento di 22 miliardi
di lire. Il nuovo sovrintendente, Gianfilippo Villari,
ha costituito un gruppo di lavoro, che egli stesso
coordina assieme al direttore della sezione
storico-architettonica, Rocco Scimone, e del quale
fanno parte gli architetti Antonino Rotella
(responsabile del procedimento), Lidia Signorino,
Giovanni Anastasio, Orazio Micali e la dott. Caterina
Di Giacomo, coadiuvati dall'assistente Vincenzo Reale.
Il progetto, che sarà esecutivo tra due mesi, è
stato denominato Starlight e il dott. Villari vuole
tradurlo con una luce per la stella . Perché di
questo si tratta. «La motivazione iniziale del
finanzimento – spiega il sovrintendente – si
riferisce al consolidamento e al restauro di una delle
torri della Real Cittadella con la creazione di un
centro di documentazione per le arti visive, unico in
Sicilia. Il nostro programma è molto più ambizioso,
perché con lo stesso finanziamento vogliamo riportare
alla luce, riscoprendola, tutta la Real Cittadella,
attraverso un sistema di illuminazione laser che
riproponga l'antica planimetria e i volumi originari.
Così il viaggiatore che arriva di notte a Messina
ritrova come primo impatto questa grande stella di
luce che diventa la porta d'ingresso per la Sicilia. E
tutto ciò senza turbare minimamente gli insediamenti
esistenti, le attività in corso o le trasformazioni
avvenute. A noi intanto basterà che quel segno di
luce – si trovi sopra l'asfalto o su un palazzo o in
qualsiasi altro luogo – ci ricordi che lì vi è un
angolo, un muro, una pertinenza della Real Cittadella».
Tutto questo per cominciare, perché «appropriarsi di
qualcosa significa farlo subito, non fra 30 anni». E
poiché il recupero di tutto il monumento sarà lungo
e laborioso, intanto è essenziale «che la comunità
ritrovi la propria memoria scomparsa, che diventerà
uno stimolo per il successivo lavoro di restauro».
Nelle prescrizioni del Cru alla variante al Prg, in
linea di massima verrà individuata tutta la zona
falcata come meritevole dell'attenzione di un piano
particolareggiato. «Non importa – afferma il dott.
Villari – quale sarà il soggetto deputato a
elaborarlo. Sicuramente la Sovrintendenza si
confronterà con il Comune, l'Autorità portuale e
tutti gli enti interessati per trovare insieme
soluzioni possibili al fine di recuperare questa zona
degradata, senza tuttavia ostacolarne lo sviluppo
imprenditoriale, con un programma a vari canali e
cercando di stabilire tempi precisi per ottenere
risultati certi, anche a costo di essere più
disponibili nei confronti di scelte a prima vista
traumatiche». Il riferimento è al “via libera”
che il dott. Villari darà stamane al sindaco per
l'attivazione dell'inceneritore di S. Raineri, il cui
funzionamento non impedirebbe comunque l'attuazione di
Starlight , che a giudizio del sovrintendente potrà
andare in gara entro l'anno. E questo praticamente è
quasi tutto per il 2002. All'assessorato regionale
sono giunte troppe richieste rispetto alle
disponibilità finanziarie, così l'unico progetto su
cui certamente si riuscirà a intervenire è quello
del complesso dei SS. Pietro e Paolo d'Agrò di
Casalvecchio (un miliardo). Peccato, perché il
completamento del restauro di Forte SS. Salvatore (5
miliardi) è già esecutivo e significherebbe
proseguire sulla via del recupero della zona falcata.
Sono compresi nell'elenco delle opere che dovranno
attendere anche Villa De Pasquale (11 miliardi), il
complesso di S. Maria di Mili S. Pietro (13 miliardi),
il monastero di S. Filippo di Fragalà a Frazzanò (5
miliardi), Palazzo Ciampoli e Villa Caronia a Taormina
(5 miliardi e 900 milioni): tutti progetti di massima.
Non è escluso, invece, che il recupero e la
rifunzionalizzazione della cripta del Duomo sia
eseguito con fondi della stessa Sovrintendenza.
La conferenza dell'arch. Rocco
Scimone all'incontro organizzato dal Kiwanis Messina
Centro
I diversi “fronti” del recupero
architettonico
Domenico Donato
Complesso monastico di Mili S. Pietro,
cripta del Duomo, Real Cittadella, convento S. Filippo
di Fragalà a Frazzanò. Sono soltanto alcune delle
opere destinate all'intervento di recupero coordinato
dalla Soprintendenza. Si tratta, indubbiamente, di un
capitolo importante del futuro della città e della
sua provincia reso possibile, fondamentalmente, grazie
ai finanziamenti europei di Agenda 2000. Se ne è
parlato al Royal Palace hotel, su iniziativa del
Kiwanis club Messina centro. L'incontro è stato
introdotto dal dott. Nicola Donato, presidente del
club service, che ha illustrato i motivi e i contenuti
dell'interessante iniziativa «che si inserisce in un
percorso di attenzione alle questioni del territorio e
dell'ambiente da tempo avviato dal Kiwanis Messina
centro, anche con il fine di sensibilizzare e
stimolare i soggetti istituzionali interessati».
L'architetto Rocco Scimone, direttore della sezione
paesistica architettonica e urbanistica della
Soprintendenza, ha delineato, con l'ausilio di una
ottantina di diapositive, le due tipologie di
intervento attualmente in programma. La prima riguarda
azioni di recupero la cui titolarità risale
direttamente alla Regione, e in particolare
all'assessorato ai Beni culturali e ambientali. «Si
tratta, fra l'altro, – ha detto Scimone – del
Forte S. Salvatore, del complesso monastico di Mili S.
Pietro, della Villa De Pasquale; l'iter procedurale
per questi interventi partirà entro il 2002».
Successivamente, sono previsti «la
rifunzionalizzazione della cripta del Duomo, ulteriori
specifici interventi di architettura e artistici nella
chiesa dei Catalani, il recupero della Real
Cittadella, intervento, quest'ultimo, di particolare
rilievo. In provincia gli interventi riguarderanno, in
particolare, il convento S. Filippo di Fragalà a
Frazzanò, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a
Casalvecchio, il circuito basiliano, il Palazzo
Ciampoli a Taormina». La seconda tipologia di
interventi sarà a «regia regionale con l'alta
sorveglianza della Soprintendenza: si tratta del
cosiddetto circuito ecclesiastico e riguarderà, in
particolare, le chiese madri dei Comuni della nostra
provincia». Ma il recupero ambientale si svilupperà,
ovviamente, anche in sede di attuazione della variante
generale al Prg, finalmente avviata alla definitiva
approvazione. L'arch. Scimone si è soffermato,
inoltre, sul recupero del cimitero monumentale, già
oggetto di vincolo architettonico, etnoantropologico e
artistico. «La Soprintendenza propone al Comune
l'inserimento della parte vincolata nel circuito
museale previsto dal Por 2000-2006». La
Soprintendenza, inoltre, ha detto Scimone, sta «preparando
gli atti per sottoporre a vincolo paesaggistico,
naturalistico e architettonico la zona della Fiera
dove vi sono alcuni edifici degli anni '50 ed essenze
arboree di particolare rilievo». Scimone ha voluto
sottolineare come occorrerebbe vedere nel vincolo «una
opportunità per il recupero del bene, finalizzato
alla fruibilità del bene stesso: in questa logica
particolare importanza assume anche la gestione dei
beni restaurati».
31/01/2002
Fonte: gazzetta del sud
Il rapporto annuale sulla qualità
dell'aria a Messina
«I dati 2001 vanno resi noti»
Richieste di Legambiente e “La nostra città”
«Perchè a Messina siamo costretti a conoscere i dati
sulla qualità dell'aria dopo un anno e solo su
eventuale richiesta da parte di qualche cittadino o
associazione?». A porre l'interrogativo è
Legambiente che, in una nota al sindaco e
all'assessorato provinciale al Territorio, chiede che
vango resi pubblici i dati sulla qualità dell'aria
relativi al 2001. «L'emergenza smog rilevata dalle
reti di monitoraggio in varie città italiane –
sottolinea Legambiente – ha portato all'applicazione
di stringenti misure antitraffico. I cittadini sono
stati tempestivamente informati grazie ad un sistema
in grado di trasmettere anche in tempo reale i dati
rilevati. Ed è ciò che viene stabilito dalla
normativa in vigore e dalle direttive europee in tema
di qualità dell'aria. A Milano – continua il
presidente Daniele Ialacqua – viene prodotto un
bollettino giornaliero sulla qualità dell'aria della
provincia che rappresenta graficamente la situazione
dell'inquinamento atmosferico, attraverso una sorta di
termometro colorato: una lancetta si sposta dal verde
al giallo o al rosso a seconda delle condizioni
dell'aria. Alcune città, come Firenze, offrono la
possibilità di ricevere quotidianamente via e-mail un
bollettino che addirittura spiega quali siano le
misure da adottare quando si superano i valori soglia
di inquinamento. Altre città, come Ferrara e Reggio
Emilia, visualizzano i dati in pannelli informativi
dislocati in città. Certo, le condizioni
meteoclimatiche messinesi non sono uguali a quelle di
molte altre città italiane oggi in emergenza smog ma,
vista la mole del traffico, il contributo che Messina
fornisce all'inquinamento atmosferico generale non è
secondario. Le preoccupazioni che i limiti di legge
vengano superati anche a Messina, del resto, sussitono,
come dimostrano i dati fornitici dalla Provincia. Le
cinque centraline che si dichiarano attive in città,
infatti, non hanno rilevato dati significativi per il
2000 tranne che nelle postazioni dislocate
all'Archimede e alla Caronte dove si sono registrati
preoccupanti dati relativi al PM10, inquinante
altamente pericoloso per la salute umana in quanto
cancerogeno. Si dichiarano, infatti, 31 superamenti
della concentrazione media giornaliera di 50
microgrammi/mc all'Archimede e ben 44 alla Caronte. È
importante che i messinesi siano costantemente
informati non soltanto a questo punto sui dati sulla
qualità dell'aria ma anche su quanto gli organi
competenti fanno per adeguarsi alla normativa». Per
queste ragioni, Legambiente chiede di conoscere i dati
del rapporto annuale relativo al 2001, visto che oggi
stesso scade il termine per la presentazione relativo
ai comuni con più di 150 mila abitanti».
Sull'argomento è intervenuto anche il comitato “La
nostra città” che reclama una serie di informazioni
e di chiarimenti: «Vogliamo conoscere – afferma
Saro Visicaro – il metodo utilizzato nel rilevamento
dei valori delle “polveri fini” (PM10); il numero
delle centraline operanti nel territorio urbano; il
rapporto sulla qualità dell'aria presentato al
ministero dell'Ambiente entro il 31 gennaio 2001; il
programma predisposto dall'amministrazione per
l'abbattimento dell'inquinamento atmosferico; i dati
relativi al 2001 che faranno parte del Rapporto da
presentare entro il 31 gennaio 2002; i funzionari
comunali responsabili di attivare i provvedimenti di
emergenza».
Riattivazione dell'inceneritore di S.
Raineri
Consenso condizionato
Ci sono precise condizioni perché sia consentito al
Comune di riattivare l'inceneritore di S. Raineri, al
centro dell'incontro tenutosi ieri fra il sindaco e il
Soprintendente Gianfilippo Villari. «Non è la
Soprintendenza – rimarca il dott. Villari –
l'organo che deve dare l'assenso alla riapertura
dell'inceneritore, ma sono altri quelli che devono
occuparsi dei profili sanitari e di sicurezza. A noi
compete solo l'aspetto della tutela ambientale e dei
monumenti e in questo senso non abbiamo posto alcun
veto purché, però, siano rispettate alcune
condizioni». Il sindaco, infatti, qualora venga
riaperto l'impianto, si è impegnato ad utilizzarlo
per non più di un anno e mezzo, e cioè proprio il
periodo – fino a giugno 2003 – necessario al
completamento dei lavori avviati dalla Soprintendenza
per la realizzazione del centro di documentazione
nella cittadella della zona falcata, periodo durante
il quale tra l'altro non sarebbe comunque possibile la
pubblica fruizione. L'altra condizione è che il
risparmio maturato riducendo la quantità di rifiuti
da portare in discarica sia utilizzato per finanziare
la distruzione dell'inceneritore («all'indomani
stesso della fine del suo utilizzo», rimarca Villari)
e per la riqualificazione dell'intera zona falcata.
Dunque, piuttosto che tenere un mausoleo completamente
inutilizzato e alla mercè dei vandali si
consentirebbe al Comune di fronteggiare l'emergenza
rifiuti. Certo, occorrerà valutare i reali vantaggi e
gli svantaggi economici e ambientali di una simile
operazione, dai tempi molto ristretti (vale la pena di
avviare una costosa riattivazione se l'impianto può
poi funzionare solo pochi mesi?) già tentata l'anno
scorso grazie ad un decreto della Regione che,
imponendo la distruzione dell'inceneritore, ne
consentiva però la riapertura fino al 1. luglio 2001.
Fu, però, un completo fallimento perché, dopo una
travagliata gara, non si giunse in tempo a concludere
i lavori di ripristino del quadro elettrico,
danneggiato dai vandali. (n.l.r.)
messinambiente / Presidente
Sergio La Cava, indicato dal sindaco con Vincenzo La
Rosa e Giuseppe Trovato, confermati Conti e Gulino
In piena emergenza rifiuti arriva il nuovo
Cda
Natalia La Rosa
È Sergio La Cava il nuovo presidente
della società mista per l'igiene cittadina
MessinAmbiente. La nomina dell'esponente di An è
stata ratificata ieri dall'assemblea degli azionisti,
che ha anche definito la composizione del nuovo cda e
del collegio dei revisori dei conti (confermando in
questo caso gli uscenti): ne faranno parte Vincenzo La
Rosa e Giuseppe Trovato (indicati con il presidente
dal Comune di Messina, azionista di maggioranza),
mentre la Comes, azionista privato, ha confermato
Francesco Gulino e Antonio Conti, la cui carica di
amministratore delegato della spa verrà rinnovata per
altri tre anni. La Cava è amministratore della
compagnia di navigazione Ngi ed esperto del presidente
della Provincia Buzzanca, mentre La Rosa, in quota al
Ccd, è stato sindaco di Villafranca dall'83 al '93 e
dopo un passato da democristiano è adesso vicino alle
posizioni dell'on. Pippo Naro. Giuseppe Trovato,
geometra libero professionista originario di S.
Salvatore di Fitalia e residente ad Acquedolci, milita
nelle file di Forza Italia ed ha ricoperto la carica
di assessore e consigliere nel Comune fitalese.
L'organo gestionale della società mista è stato
ricostituito proprio in un momento di crisi acuta
nella gestione dell'igiene cittadina. L'ultima
“frontiera” dello smaltimento è adesso la
discarica palermitana di Bellolampo dove i mezzi della
MessinAmbiente dovranno recarsi per una decina di
giorni e comunque per il tempo necessario al
completamento dei lavori nel sito di Mazzarrà S.
Andrea, dove si sta ultimando un nuovo modulo.
Intanto, le limitazioni alla quantità da conferire in
discarica, e la mancanza di un sito dove depositare
inerti e materiali ingombranti sta rallentando in
alcune zone la rimozione dei rifiuti e lo svuotamento
dei cassonetti, con conseguenze visibili a tutti.
Sempre ieri, intanto, la V commissione del consiglio
provinciale ha ascoltato l'assessore all'ambiente
Tanino Sutera e ha chiesto che sia convocata una
seduta straordinaria del consiglio provinciale «perché
– evidenzia l'esponente del Ppi Pippo Rao – è
giunto il momento di adottare scelte politiche precise
nello smaltimento dei rifiuti. È impensabile che ci
siano amministrazioni dello stesso colore politico che
non riescono a risolvere la situazione, demandando per
l'ennesima volta ad un commissario compiti che invece
sono delle istituzioni». E un ritorno alla
responsabilizzazione degli enti locali è auspicato
anche dal presidente di Legambiente Messina Daniele
Ialacqua che chiede la chiusura della fase
commissariale ribadendo poi la necessità di «salvare
alcune scelte programmatiche avviando un sistema
basato sul ciclo integrato dei rifiuti, a partire
dalla raccolta differenziata (a Messina pari all'1,8%)
e dal riciclaggio dei materiali». Sull'argomento
interviene anche il deputato regionale Giovanni Ferro,
esponente di Primavera Siciliana, che afferma come «le
scelte del Comune di Messina in materia di smaltimento
dei rifiuti meritano oltre che una pesante denuncia
politica anche l'attenzione della magistratura e della
Commissione antimafia». Il deputato, richiamando le
responsabilità «non solo del sindaco Leonardi, ma
anche del presidente della Regione, commissario per
l'emergenza fino al 2004», ricorda come «dopo la
chiusura di Portella Arena nessun intervento
strutturale è stato adottato per porre fine ad una
vera e propria emergenza e ciò determina un enorme
danno ambientale e economico» e chiede «quali
eventuali pressioni siano state esercitate per
impedire il razionale funzionamento di Portella Arena
e quali sono gli impegni che il governo regionale
intende assumere».
Mai effettuati controlli sui
piani di coltivazione delle cave di sabbia della
Panoramica
Il Comune ha abdicato
Prg: Livio chiede un incontro con il Cru
Lucio D'Amico
Non c'è un faldone, un documento, una
carta, che attesti l'opera di controllo dell'ente
locale su quanto è avvenuto in questi decenni in una
delle più pregiate porzioni del territorio cittadino.
Della coltivazione delle cave di sabbia della
Panoramica, in contrada Guardia, il Comune sa poco o
nulla. A confermarlo è la lettera di risposta del
segretario generale di Palazzo Zanca alle richieste
inviate dal deputato regionale Filippo Panarello: «Spiace
comunicare – scrive il dott. Filippo Ribaudo –
che, da ricerche effettuate presso vari uffici del
Comune, sulla base delle indicazioni forniteci risulta
impossibile rintracciare i piani richiesti. Si fa,
altresì, presente che il Corpo regionale delle
Miniere risponde che i progetti sono anche depositati
nei loro uffici e che responsabile, nonché referente
della materia per la provincia di Messina, è il dott.
Geraci». Nessun dipartimento o ripartizione, dunque,
è mai stato in possesso di atti sui quali, per legge,
il Comune avrebbe dovuto svolgere un'azione di
verifica e di monitoraggio costante. Non si sa niente
dei piani di coltivazione nè dei previsti (e
obbligatori) interventi di bonifica ambientale e di
ripristino delle condizioni originarie. Ai tempi in
cui furono rilasciate le autorizzazioni dall'Ente
minerario quell'area era stata indicata, nel vecchio
Piano Tekne, di rilevante interesse paesaggistico e
naturale. Ciò presuppone che il “ripristino delle
condizioni originarie” coincida con un vero
risanamento ambientale, con un programma di
rimboschimento e con tutte quelle opere necessarie a
valorizzare quella zona delle colline della
Panoramica. «È grave – afferma Panarello – che
in tutti questi anni il Comune non si sia occupato di
una vicenda sulla quale aveva, comunque, competenze,
coinvolgendo le politiche di pianificazione
territoriale». Ed è altrettanto grave –
aggiungiamo noi – che l'area delle cave di sabbia,
dimenticata da tutti per decenni, sia diventata
all'improvviso oggetto di irrefrenabili desideri,
considerata il luogo ideale per ubicare una grande
“città mercato”, oltre a una caserma dei vigili
del fuoco e ad un eliporto per le esigenze della
protezione civile. Le vicende del Prg restano in primo
piano e s'intrecciano con quelle del Piano di
urbanistica commerciale. Domani è prevista
un'inattesa “missione” a Palermo del presidente
del consiglio comunale Filippo Livio che, accompagnato
dai capigruppo della maggioranza, dovrebbe incontrare
l'assessore regionale al Territorio Bartolo Pellegrino
e il presidente del Consiglio dell'urbanistica ing.
Giuseppe Giacalone. Non si capisce bene il senso
dell'iniziativa, che avviene dopo l'ormai certa
approvazione del Prg da parte del Cru. Livio rivendica
il ruolo del consiglio comunale che ha la piena
competenza in materia di pianificazione urbanistica.
Il presidente avrebbe voluto probabilmente essere
convocato al momento in cui il Cru ha discusso, con il
sindaco e i dirigenti del dipartimento, le linee
portanti della nuova Variante generale. Ma Leonardi,
da parte sua, ha chiarito che in quell'occasione il
Consiglio regionale era chiamato a sentire il
rappresentante legale dell'ente, cioè il sindaco.
L'attenzione di molti sembra rivolta al destino delle
centinaia di opposizioni ed osservazioni votate
successivamente all'adozione del Piano regolatore. In
quella sede alcuni consiglieri presero particolarmente
a cuore gli interessi dei singoli gruppi o cittadini,
perorando la causa di quei ricorsi e votandoli
favorevolmente. Ma il Cru, stando alle indiscrezioni,
avrebbe deciso di respingerli in gran parte.
Lo scontro è tra due opposte concezioni
Il Piano di urbanistica commerciale non sarà
trasmesso a Palermo prima di una settimana. Questo è
l'unico dato certo di una vicenda che rischia di
ingarbugliarsi ancor di più. La terza commissione,
presieduta da Antonio Crupi (An), ha deciso di sentire
prima il presidente del Consorzio Asi, poi i
rappresentanti dell'Associazione industriali e delle
organizzazioni di categoria degli artigiani (la
richiesta ufficiale di un confronto è stata avanzata
nei giorni scorsi dal Sada-Casa). La discussione
verterà sul punto maggiormente controverso: la
proposta di modifica alle norme di attuazione del
Piano regolatore. L'amministrazione si è detta
obbligata a procedere in questa direzione, alla luce
della normativa vigente e delle direttive europee in
materia di antitrust e di libera concorrenza. Non si
possono determinare condizioni di monopolio in settori
rilevanti come quello della grande distribuzione. Da
qui la necessità, secondo l'assessore all'Urbanistica
Gianpiero D'Alia, di riservare ad insediamenti
commerciali anche quelle aree attualmente classificate
“a prevalente destinazione industriale o
artigianale”. Su questa linea si sono trovati
d'accordo alcuni rappresentanti della maggioranza, dal
capogruppo di Nuova Sicilia Carlo Abbate allo stesso
presidente della terza commissione. «L'approvazione
del piano particolareggiato relativo alla “città
mercato” sulla Panoramica – afferma Crupi – è
stato un atto concordato tra tutte le forze politiche
della coalizione. Ci si è attenuti alla linea della
maggioranza ma sarebbe assurdo creare condizioni di
monopolio, facendo in modo che quella sia l'unica
iniziativa in questo settore». Le organizzazioni di
categoria, e in particolare l'Assindustria, hanno, però,
buon gioco nel sottolineare come non sia una scelta
razionale quella di destinare al commercio anche le
poche aree dove è possibile insediare attività
produttive. In ballo non ci sono singoli progetti ma
la stessa “filosofia” generale dei piani di
sviluppo socio-economico che s'intendono programmare
da qui ai prossimi decenni. (l.d.)
Come volevasi dimostrare
Sarà probabilmente il migliore Cda che si potesse
immaginare. Nulla da eccepire sulla professionalità
dei tre componenti indicati dai partiti della
coalizione di centrodestra e designati dal sindaco
Leonardi. Quello che non va è l'idea di potersi
burlare dei cittadini, di ammantare con la veste
immacolata della trasparenza scelte precostituite. Che
Sergio La Cava fosse il “naturale” sostituto di
Santi Formica al vertice di MessinAmbiente lo sapevano
anche le pietre a Palazzo Zanca. Si trattava di un
avvicendamento logico: nel '98 An aveva avuto
quell'incarico di sottogoverno ed una volta eletto
Formica all'Assemblea regionale siciliana era chiaro
che fosse il partito guidato dall'on. Domenico Nania a
suggerire il nome del nuovo presidente. Ed era
scontato che anche gli altri partiti dello
schieramento di maggioranza, da Forza Italia al Ccd,
segnalassero persone di fiducia per le altre cariche
all'interno del consiglio di amministrazione. Questa
è la politica. Nel bene e nel male. Ma che senso ha
aver chiesto il curriculum ad altri 30 candidati, aver
fatto spendere soldi in buste e francobolli, aver
annunciato ai quattro venti l'avvio di un procedimento
di pubblica evidenza, aver fatto trascorrere settimane
per poi, alla fine, tornare esattamente al punto di
partenza: a ciò che anche le pietre sapevano da mesi.
(l.d.)
Parteciperà all'asta promossa nell'ambito
del fallimento
Il Comune compra gli immobili ex Seaflight?
Anche il Comune parteciperà all'asta fissata per il
prossimo lunedì dal giudice fallimentare per la
vendita degli immobili che sorgono sull'area della ex
Seaflight a Capo Peloro. I capannoni e le strutture
rientrano nell'ambito del patrimonio assoggettato
all'iter fallimentare e per essi il Comune ha
presentato un'offerta pari a circa 100 milioni,
parallelamente, però, è stata presentata un'altra
offerta così da far scattare la procedura
concorsuale. La base d'asta parte da 130 milioni più
la quantificazione degli interessi maturati nel corso
degli ultimi anni e proprio oggi scade il termine per
la partecipazione. L'acquisizione degli immobili
riveste particolare importanza (cosa succederebbe
infatti se il Comune fallisse?) a fronte della
richiesta di concessione demaniale già inoltrata
dall'amministrazione comunale per il terreno dell'ex
Seaflight, compreso nel progetto di riqualificazione
complessiva vincitore del concorso di idee bandito
dall'amministrazione comunale. Secondo l'elaborato,
intitolato “Staccando l'ombra da terra” e redatto
dall'équipe coordinata dal prof. arch. Jean Pierre
Buffi e composta anche dagli ingegneri Giuseppe De
Cola, Bruno De Cola, Sergio De Cola e dagli architetti
Oreste Marrone e Sabrina Pandolfo, al posto dei
capannoni dell'ex Seaflight dovrebbe sorgere un lido
balneare di pertinenza dell'albergo per un'estensione
di 510 metri quadri. Negli ultimi anni, dopo essere
stata protagonista di una memorabile estate di musica
e spettacolo nel '97, l'area, in precedenza allestita
per concerti e varie manifestazioni, è stata lasciata
nel più completo abbandono, in mano a ladri e
vandali. Ora, finalmente, potrebbe tornare ad essere
una “gemma” incastonata nel gioiello paesaggistico
più prezioso della città. (n.l.r.)
Fonte: la sicilia
Legambiente
sollecita i dati sull'inquinamento rilevati da 2
centraline
«Perché non s'inizia col rendere noto il rapporto
sulla qualità dell'aria relativa all'anno appena
trascorso?» Con questa domanda, posta agli Enti
locali, la Legambiente chiede che si cominci una nuova
fase nel controllo dell'inquinamento e, soprattutto,
nell'informazione costante ai cittadini sulla
situazione dell'ambiente che li circonda. «Visto che
– come evidenziato da Legambiente – il tutto è
previsto dalle leggi, comunitarie e non». Il decreto
ministeriale n. 163 del 12 aprile 1999, infatti,
prevede che «il 31 gennaio scade il termine, per i
Comuni con più di 150mila abitanti, per inviare un
rapporto annuale sulla qualità dell'aria relativo
all'anno precedente». Ci si chiede, quindi, «perché
a Messina si è costretti a conoscere i dati con
ritardo o su eventuale richiesta». La proposta degli
ambientalisti è imitare il comportamento di altre
grandi città, che combattono contro lo smog. Ad
esempio Milano, dove viene quotidianamente prodotto un
bollettino giornaliero sulla qualità dell'aria, o
Firenze, dove è possibile ricevere giornalmente via
e-mail i dati sull'inquinamento; lo stesso avviene a
Reggio Emilia e Ferrara, dove pannelli informativi
dislocati in città visualizzano tali notizie. Pur
considerando che Messina non è ancora al livello
d'inquinamento di queste città, bisogna iniziare a
preoccuparsi anche leggendo solamente i dati di due
centraline, quelle nel liceo scientifico «Archimede»,
sul Boccetta e negli imbarcaderi privati, sul viale
della Libertà, che nel 2000 hanno registrato
rispettivamente 31 e 44 superamenti della media
giornaliera di 50 microgrammi/mc di Pm10 (inquinante
altamente cancerogeno).
Alessandro Tavilla
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