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Per la realizzazione di questa pagina si ringrazia il dott. M. Melis per la cortese collaborazione.

Senorbi2000 . trexenta- portali- tradizioni sarde

A Senorbì ancora numerose e ben conservate sono le case rurali risalenti all'ottocento, strutturate e organizzate in base alle esigenze delle famiglie a economia agricola

In questa sezione, intendiamo soffermarci su coloro che legano la propria attività ai campi, di cui sono completamente proprietari o di cui lo sono in larga parte. Chiameremo medi proprietari i primi e piccoli i secondi. La distinzione tra le due categorie è motivata, non tanto dalla qualità dell' attività svolta, ma soprattutto dalla quantità. Infatti il piccolo proprietario per poter avere una occupazione costante per sè e per i propri familiari è costretto a dedicarsi anche alla coltivazione di terreni non propri, mentre il medio non ha questa preoccupazione in quanto, spesso, deve ricorrere al bracciantato fisso ed occasionale per poter soddisfare le esigenze di mano d'opera della propria azienda. Di conseguenza le esigenze edilizie sono analoghe e differiscono soltanto nella capacità volumetrica degli ambienti più specificatamente adibiti alla attività agricola vera e propria.
Pertanto l'aspetto e la conformazione della parte della casa ad uso di abitazione non si differenzia granché per entrambe le categorie in esame, mentre i locali accessori sono più ampi in rapporto alla mole di attività svolta nell'azienda: le stalle debbono ospitare un numero maggiore o minore di capi, nel pagliaio deve avere scorte alimentari in proporzione, come pure nei magazzini, che devono essere di capienza adeguata al prodotto da" inserrare.

La struttura della casa in generale è analoga; la differenza più evidente e discriminante rispetto a quella del bracciante si può rilevare in una maggiore esigenza di spazio in struttura architettonica più complessa e anche un arredamento e un'attrezzatura più abbondante e varia.

Non appare necessaria stabilire in questa parte dell'esposizione confronti costanti tra l'abitazione bracciantile e quella del proprietario piccolo e medio, dato che le caratteristiche di quella sono state particolarmente descritte nella parte relativa. Ritengo di poter limitare qui la descrizione alla topografia e alla descrizione dei vari ambienti in quanto adibiti a determinati usi.
Anche in questo tipo di case il numero e l'ampiezza dei locali è ridotta all'essenziale. Raramente oltre alla cucina e alla lolla esiste un numero di stanze eccedente le esigenze del nucleo familiare. Solo in pochissimi casi esiste la possibilità di accogliere un ospite per la notte senza dover ricorrere a soluzioni di emergenza, quali quella di offrire all'ospite il letto di un figlio che, per i 'occasione, se maschio dovrà adattarsi a dormire in cucina su di una stuoia, se femmina dividere il
letto con la sorella. Le camere da letto, infatti,rara- mente, e mai nei casi direttamente indagati, superano il numero di tre, di cui una adibita a camera matrimoniale e le altre due destinate rispettivamente ai figli maschi e alle figlie femmine.
Queste sono caratterizzate ancora dalla mancanza di finestre, dalla collocazione nella zona retrostante la lolla e dalla mancanza di volta intesa come struttura in malta che è rappresentata invece da un assito più o meno rifinito che costituisce il solaio del pavimento degli ambienti sovrastanti, che di solito sono magazzini di cereali (stabis) Come è facile intuire, le condizioni igienico -ambientali di esse,si differiscono da quelle del bracciante, è solo perchè, quasi sempre, offrono una maggiore disponibilità di spazio.

Siamo portati a pensare che questa costante assenza di finestre nelle camere da letto possa anche esprimere quel senso di riservatezza e di arcaico pudore che da sempre ha contraddistinto le nostre popolazioni rurali che, negli ambienti più intimi, non si sentono mai sufficientemente protetti. Abbiamo cercato anche di spiegarci le ragioni per le quali la presenza dei magazzini di cereali (stabis) sulle camere da letto sia prevalentemente nelle case dei piccoli proprietari. Forse ciò è dovuto alla preoccupazione della famiglia di poter costantemente tenere sotto controllo la propria ricchezza, che spesso è rappresentata esclusivamente dal frutto del raccolto, anche nell'eventualità di intrusione da parte di malintenzionati. Preoccupazioni analoghe non affliggono il medio proprietario che, avendo a disposizione personale dipendente e coabitante, può permettersi di tenere le proprie derrate in locali non direttamente da lui controllati e che spesso sono adibiti anche a dormitorio della servitù.

La lolla in questi tipi di abitazione costituisce prevalentemente la camera di rappresentanza. Impegni sociali più rilevanti spesso incombono sul piccolo e medio proprietario. Egli è chiamato a fare il priore (1) in occasione di festività religiose tradizionali, ha più estesi rapporti col ceto sociale cui appartiene per esempio in occasione di particolari momento dell'annata agraria (fine della mietitura, incameramento dei cereali (inkunga), macellazione del maiale, eventuali cerimonie familiari). Tale ambiente pertanto è tenuto il meglio possibile. Il più modesto è un ampio locale rettangolare con normale struttura muraria, i più raffinati lo esigono con la facciata anteriore costituita da archi abbelliti dall'arte dei migliori scalpellini locali, con tutta la gamma intermedia.

La floridità delle condizioni economiche familiari, vere o simulate, è messa in evidenza per mezzo delle suppellettili esistenti in sa lolla. Non raramente si nota in questo ambiente la classica cassa sarda ben intagliata, su strezu 'e fenu messo in bella mostra, ben infiocchettato e mai adoperato per gli usi domestici, una serie di sedie col sedile impagliato e dai vivaci colori, qualche arazzo spesso di antica fattura.

Solo in occasione della selezione dei cereali da semina nella quale erano impegnate un certo numero di persone, per cui era necessario un ampio spaziO, la lolla veniva utilizzata per finalità inerenti all'attività agricola.
Il Centro vitale di questo tipo di casa era la cucina spesso doppia: una "buona" e l'altra d'uso quotidiano. La prima, riservata al pranzo domenicale e festivo, talvolta veniva utilizzata anche come stanza da letto spesso destinata all'ascendente anziano della famiglia. La seconda era quella dove venivano confezionati i pasti, dove venivano espletati i lavori domestici, come la confezione del pane, e dove si svolgeva la massima parte della vita familiare.

In questa si affacciava il forno e un ampio caminetto (forredda o dsiminera) che serviva, oltre che per il riscaldamento, anche per cucinare.

Le suppellettili, erano di legno solido e di provenienza artigianale, sulle pareti facevano bella
mostra recipienti, generalmente di rame di diverso formato che venivano usati soltanto in casi particolari. Il vasellame di uso quotidiano era di terracotta o di ferro smaltato e le stoviglie di maiolica. Elemento caratterizzante di tutte le strutture murarie delle case di abitazione dei piccoli e medi proprietari era la prevalenza dell'uso del pietra- me rispetto al mattone crudo.

La tecnica costruttiva era empirica, ma si poteva intravedere una certa esigenza di ricercatezza nelle rifiniture specie degli ambienti più in vista. La copertura era sempre costituita da un incannucciato poggiato su travi e coperto di tegole sarde.

[da: "edilizia e manifattura domestica in Trexenta" (1900-1960) M.Melis]

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