26 marzo 1998, giovedì
Sveglia alle 6:00 nell'hotel La Torre vicino la stazione che abbiamo
raggiunto ieri sera da Grosseto; due stelle per 90.000 lire la tripla. In aeroporto con
taxi, 10.000 lire. Effettuato subito il check-in con carta d'imbarco anche per il volo da
Londra a Città del Messico. Partenza in perfetto orario alle 7:45 col volo BA 2599,
arrivo previsto a Gatwick alle 9:30. L'aereo è un Boeing
737.400 della British Airways; come al solito le hostess della British sono carine ma
vestite in modo ridicolo.
Arriviamo a Londra Gatwick in perfetto orario; Terminal Nord, lo stesso da cui
ripartiremo. Ritarda l'o.k. per scendere dall'aereo, sembra ci sia un principio d'incendio
nell'aeroporto. Passato il pericolo (???) il bus impiega 15 minuti per portarci
all'aerostazione; imbocchiamo il corridoio per i trasbordi. Ci ricontrollano biglietti,
passaporto e bagagli a mano, sembra superfluo ma........ a Giosuè trovano un coltellino
che ad un più approfondito esame passa il controllo al contrario di quello di Azelio:
l'addetto lo trova frugando nella borsa, controlla la lunghezza della lama, l'affilatura,
è indeciso, chiama il manager di turno che riesamina attentamente il "corpo del
reato" e sentenzia l'impossibilità a portarlo sull'aereo. Prende i dati del volo,
compila una ricevuta e dice che potremo riavere il coltellino all'arrivo mostrando questo
pezzo di carta alla seguridad dell'aeroporto di Mexico City. A questo punto, come
direbbe qualcuno, la domanda sorge spontanea: sono pignoli qui a Londra o sono lassisti a
Pisa?!?
Londra è un'ora indietro per cui spostiamo per la prima volta nella giornata le lancette
dell'orologio. Le tre ore d'attesa passano bighellonando tra i numerosi negozi
dell'aerostazione ma con la sterlina a 3100 lire anche i prezzi del Duty Free sono per noi
proibitivi.
In perfetto orario l'imbarco al contrario della partenza che avviene con quaranta minuti
di ritardo. Tra le dotazioni di bordo troviamo un cuscino, una coperta, cuffie, mascherina
abbuiante per gli occhi, calzini, spazzolino, dentifricio ecc. Nel volo da Pisa a Londra,
tra le hostess, una era italiana, abruzzese d'origine torinese di residenza, qui molte
ragazze hanno lineamenti tipici messicani. E' facile dedurre che la British Airways non
assume solo inglesi ma sarebbe interessante saperne il motivo: immagine (??), economico
(stipendi più bassi), mancanza di materia prima in patria (???).
Non ci sono le schermate video che negli ultimi viaggi ci hanno tenuto aggiornati passo
passo sulla velocità, rotta, temperatura ecc.; un punto a sfavore della British Airways.
Per bere non ci sono problemi, siamo già a due bottigliette di vino Bordeaux ma per
mangiare siamo ancora al....... menù. Un bel cartoncino patinato con indicazioni in
inglese e spagnolo; c'è da scegliere tra pollo con pasta e salmone con purè. Ultimamente
si sente parlare sempre più spesso di villaggio globale, qui ne abbiamo un esempio molto
esauriente: siamo italiani, viaggiamo su aereo inglese, stiamo bevendo vino francese e
birra olandese, siamo diretti in Messico; più globale di così !!!! Come cambiano i
tempi! Su cinquantatré file solo le ultime cinque sono riservate ai fumatori!!! Per il
pranzo la scelta è caduta sul salmone perché...... è arrivato per primo. Non so il
pollo ma questo è buono; il salmone è accompagnato da purè di patate, fagiolini ed un
pomodoro lessi. Completano il vassoio due tipi di formaggio con un ravanello ed un gambo
di sedano, gallette, macedonia di melone, mango ed ananas ed un dolce simile al Mars. Come
ammazza caffè (mai termine fu più appropriato vista la qualità del caffè) mignon di
cointreau, cherry secco, un liquore a base di whisky scozzese, whisky on the rox che
aggiunto al vino bianco e rosso bevuto come aperitivo hanno facilitato una leggera
pennichella.
A causa del "cielo a pecorelle"........ sotto di noi, che ci ha
accompagnato finora, ed all'assenza di notizie "ufficiali" non sappiamo di
preciso dove siamo. Dopo cinque ore di volo le "pecorelle" improvvisamente
scompaiono e sotto di noi appare uno spettacolo inconsueto: il mare, d'un azzurro intenso
come il cielo, ospita sulla sua superficie tantissime lastre di ghiaccio bianchissime che
vento e corrente dispongono in modo casuale. Siamo sul tratto di oceano che separa il nord
dell'Europa dal nord del continente americano.
L'aereo su cui stiamo volando è un Boeing 747.400
, ha un'autonomia di 11.400 km con i quattro motori Rolls Royce di 268 kn (kilonewton) di
potenza ciascuno che insieme "bevono" 13.000 litri di carburante ogni ora di
volo; i piloti sono due ma in base alla distanza da percorrere ci possono essere a bordo
uno o due piloti di riserva; completano l'equipaggio altre 17 persone.
Tra il pranzo e la cena sono passate ore interminabili tra films, musica in cuffia,
bevande, panini, liquori e gelati; abbiamo sorvolato New York e Washington e compilato la
carta d'ingresso. Sono le 1:00 ore italiane ed è ancora giorno!!!! L'atterraggio è
avvenuto in perfetto orario, 18:35 locali; come il decollo anche questo non è riuscito
molto bene. A Londra c'era l'attenuante della nebbia, della pista bagnata; e qui?!? A
giudicare dal tempo impiegato dall'aereo a raggiungere l'aerostazione l'aeroporto non é
piccolo. Dal "serpentone" ci immettiamo in un lunghissimo corridoio su cui si
affacciano le numerose sale d'attesa delle uscite con vetrate con vista sulle piste. Il
corridoio, percorso nella sua interezza da una serie di tappeti mobili e con piccoli
negozietti che ne rompono la monotonia, sfocia in un ampio salone dove uomini e donne in
divisa controllano il passaporto e la carta d'ingresso compilata in aereo che una volta
timbrata diviene per noi importante quanto il passaporto. Una scala ci porta in un altro
salone dove sui nastri già girano i nostri bagagli; Azelio passa dagli elogi
incondizionati all'organizzazione quando l'addetta al ritiro bagagli capisce cosa c'è
scritto sulla ricevuta rilasciata a Londra alle critiche feroci quando la stessa, dopo
rapido controllo in ufficio, dice che il coltello non è arrivato.
Nell'aerostazione non c'è l'aria condizionata ed il caldo è tremendo. All'uscita i
bagagli vengono ricontrollati ai raggi x, un semaforo verde indica la via libera senza
ulteriori controlli. Prima della barriera dell'ultimo controllo bagagli c'è il botteghino
del taxi prepagato; per il centro sono 52 pesos, massimo quattro persone con relativo
bagaglio. All'uscita ci dovrebbe essere ad attenderci un parente di don José La Torre,
parroco di Istia, che ci ha dato un libro da consegnare, in questo caso, alla sorella;
come segno di riconoscimento convenuto Giosuè tiene in vista un cartello con su scritto:
Grosseto.
L'incontro è riuscito bene; la sorella, una bella ragazza di nome Fabiola, col suo
fidanzato ci accompagnerà in albergo. Provo a cambiare soldi ma gli sportelli delle
banche e delle Casas de Cambio dell'aeroporto sono chiusi o, se aperti, non hanno
pesos!?! Fabiola ha una Jetta nuova fiammante a cui a dato un lunghissimo nome; dice
d'amarla più che il suo ragazzo?!!? E' incredibile la capacità di carico di questa
macchina: nel bagagliaio i quattro zaini più numerose borse, le rimanenti borse con noi
sei nell'abitacolo, tre davanti e tre dietro. Una strada a scorrimento veloce ci porta al
centro della città. I semafori sono sicuramente sincronizzati perché abbiamo percorso
molti chilometri trovandoli sempre verdi. Il parco macchine e vario: moltissime
Volkswagen, tra cui i maggiolini fanno la parte del leone, più le solite macchine
americane.
I parcheggiatori abusivi hanno come segno di riconoscimento un grosso fazzoletto rosso che
sventolano nervosamente per indicare un posto libero. L'albergo è il Catedral, in via
Donceles 95, ad una quadra dallo zòcalo.
O >>>> |