30 marzo 1998, lunedì
Arriviamo a Chihuahua con circa una ora di anticipo sulle 8:00
previste; il terminal è fuori città, contrattiamo un taxi che per 30$ ci porta all'hotel
Roma consigliatoci dalla nostra amica romana. Restiamo giusto perché non abbiamo la forza
sia fisica che mentale per opporci al destino che ci ha condotto qui. Gli altri
"abitanti" dell'albergo sono tutti indios e la mattina si riuniscono nella hall
per pregare con tanto di sermone finale. Azelio e Giosuè rimangono in camera per
riprendersi mentre io e Pio andiamo alla stazione per informarci sulle partenze dei treni
per Creel. C'è un treno di primera especial che parte tutti i giorni alle sette
del mattino ed uno di seconda che parte alle otto del lunedì, mercoledì e sabato; il
costo è di 105$ la prima, meno la seconda. Per non svegliarci nuovamente presto domattina
decidiamo di raggiungere Creel in bus; non conosciamo gli orari precisi ma sappiamo che
c'è una partenza ogni due ore il che ci lascia liberi di scegliere in base allo
.......... stato di salute.
Vicino
alla stazione ferroviaria c'è la casa che fu di Pancho
Villa, ora trasformata in museo; è aperta tutti i giorni tranne il ..........lunedì!
Villa iniziò la sua carriera coi furti di bestiame restando poi nell'ambiente ........
commerciando bestiame di dubbia provenienza. Nei primi del novecento si unì ai
rivoluzionari che combattevano Dìaz e, sfruttando il
passato banditesco, la popolarità e la conoscenza del posto, fece carriera fino a
diventare generale della rivoluzione; qui è considerato un eroe.
Questa città è la capitale dello stato omonimo, il più grande per estensione; non offre
molto a parte il museo chiuso e la cattedrale con la bellissima facciata barocca in
piperno scolpito che da sulla piazza d'Arme. Tipico è l'abbigliamento maschile con
stivali in pelle, pantaloni a vita bassa con cinturone in pelle e fibbia vistosa, camicia
attillata e cappello a cowboy; in effetti l'origine di questa città è ranchera
e molti continuano questa tradizione. Di conseguenza sono tanti i negozi che vendono
stivali, cinture, borse, selle e finimenti per cavalli, tutto rigorosamente in pelle. Il
mercato coperto è molto affollato sia di compratori che di venditori; la metà dei
prodotti commerciati è alimentare. La frutta è tutta pulita (non incerata) e sistemata
ordinatamente sui banchi; anche le cipolle sono sfogliate e le patate lavate. Tra i
venditori ci sono anche alcuni mennoniti con il
loro caratteristico abbigliamento che vendono soprattutto formaggio, prodotto con sistemi
tradizionali che non prevedono l'utilizzo di coloranti, conservanti ecc. Da questa mattina
c'è un vento fortissimo, tra l'altro molto freddo, che non invoglia a passeggiare. Cena a
base di tacos e cerveza.
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