La cerimonia dei Voladores - tocotines in lingua
totonaca - risale al periodo preispanico e veniva celebrata dalle popolazioni del
Golfo, Huastechi e Totonachi, e dai Maya Quiché del
Guatemala. Il rito, probabilmente legato al culto della fertilità, si è conservato fino
a oggi, poiché non venne proibito dai missionari spagnoli che credevano si trattasse di
un semplice gioco acrobatico e non di una cerimonia religiosa.
Cinque Voladores vestiti di bianco e di rosso, con un copricapo a punta ornato da
frange doro e specchietti, si radunano verso il tramonto intorno ad un palo alto
circa 20 metri e iniziano una danza al suono di un flauto di canna e di un
tamburello.
Mentre la musica continua, gli uomini si arrampicano in cima al palo
dove si trova una minuscola piattaforma girevole.
Qui, legati ai piedi da una fune, si gettano di spalle nel vuoto, allargando le braccia
come ali di uccelli che si librano nellaria, fluttuando lentamente e silenziosamente
verso terra.
Nei culti antichi i Voladores invocavano i quattro punti cardinali attirando su di
sé gocce di pioggia e raggi di sole e, prima di atterrare, dovevano compiere 13 giri e 52
rotazioni riferite al Calendario Solare e al Ciclo Secolare degli Aztechi.
In alcune occasioni i Voladores si travestivano con piume e maschere e durante il
rito veniva sacrificato un prigioniero, colpito dalle frecce come fosse un uccello. |