4 aprile 1998, sabato
La città è di uno squallore unico con le sue strade larghissime
orientate in modo da essere tutte perfettamente parallele o perpendicolari tra loro; a
dispetto della larghezza sono tutte a senso unico. I palazzi sono quasi tutti bassi. Per
quel poco che si è visto finora del Messico si può dire tranquillamente che qui manca
completamente il concetto dell'antinfortunistica; i marciapiedi sono disseminati di
trappole più o meno visibili. Tombini scoperti, funi tenditori di pali ancorati al suolo
senza protezioni o colorazioni particolari, condizionatori d'aria che sporgono dai muri
delle case ad altezze.... umane, grovigli di fili elettrici con giunzioni non isolate a
portata di..... mano, per non parlare poi del tipo di riscaldamento trovato nell'albergo
di Creel, fuorilegge in Italia da anni. E questo sia nelle grandi città che in quelle
piccole o periferiche.
Le casas de cambio non accettano volentieri, o non accettano affatto banconote
con scritte riportate a penna o con timbri; l'unica banca aperta, oggi è sabato, non
accetta le Lire. Al mercato si comincia a vedere il pesce ma non si capisce di che razza
è perché è venduto tagliuzzato a tocchetti o a filetti squamati e spinati. Molte carnicerìe
con carne esposta all'aperto. Formaggio non stagionato costa 40$ il chilo, per 1,5kg di
arance ed otto banane piccole locali pagati 8$.
La prima impressione avuta all'arrivo stanotte è confermata stamattina: le strade larghe,
i modelli delle auto circolanti, le tantissime insegne che si accavallano nascondendosi
l'un l'altra danno alla città un'aria statunitense. Preso bus per Mazatlàn della
Transpacifico del gruppo Estella Blanca. Primera especial 141$ a testa per poco
meno di 430 chilometri. Non c'è un terminal terrestre per cui i bus delle diverse
compagnie partono da punti diversi della città. Il bus è pieno in ogni ordine di posti;
partenza alle 10:15 con un po' di ritardo.
Su questi bus è sempre prevista la trasmissione di films per tutta la durata del viaggio;
iniziano sempre con la pubblicità della compagnia e la diffusione avviene anche se la
cassetta o il videoregistratore o il televisore non funzionano perfettamente come è
avvenuto nel trasferimento da Città del Messico a Chihuahua. Sono seguiti con molta
attenzione dai viaggiatori, il genere è quello d'azione; può essere poliziesco o no,
l'importante è che si spari molto!!!
La strada corre monotona verso sud, quattro corsie, ogni tanto c'è un casello dove si
paga. Tutta pianura coltivata intensamente a granaglie quasi pronte per la mietitura, se
non già mietute; zone coltivate a pomodori, peperoni o fagioli completano il quadro.
Sulla sinistra si vedono in lontananza i monti della Sierra Madre Occidentale, sulla
destra la pianura degrada fino al mare che però ancora non si è visto.
A Culiacàn il bus si ferma nel terminal terrestre per qualche minuto permettendoci di
sgranchirci le gambe. E' la capitale dello stato del Sinaloa
e si trova a metà strada. Tra caffè, biscotti ed altro presa una ottima spremuta di
carote per 8$; una centrifuga riduce le carote a paglia secca liberando il gustoso liquido
dolciastro. La razione è già enorme di per se, bicchieri di plastica da mezzo litro, in
più ti viene "regalata" la quantità di spremuta rimasta nella vaschetta della
centrifuga perché questa, ossidandosi subito, diventa invendibile.
Nella stazione c'è anche un ufficio di polizia i cui agenti fermano Pio e Giosuè per il
controllo del passaporto e della tarjeta d'ingresso. L'ufficio di polizia è al
primo piano; il capo dall'alto, dalla finestra, punta i sospetti con il laser che gli
agenti "a terra" provvedono poi a fermare.
Man mano che si procede verso sud le coltivazioni di pomodori, peperoni e fagioli
aumentano senza superare però il 20% circa del totale, la parte del leone la fanno sempre
le granaglie. Le piante di pomodori e fagioli sono "accannate", cioè viene
creata una struttura di canne su cui le piante si arrampicano. Da noi, visti i costi della
manodopera, questo tipo di coltivazione è scomparso tranne piccoli filari negli orticelli
di famiglia. Qui nelle grosse estensioni di queste colture si vedono tantissimi campesinos
al lavoro tra i filari: quanto guadagneranno???
Avvicinandosi a Mazatlàn la strada per alcuni tratti consente di vedere il mare mentre la
pianura coltivata lascia il posto a colline con vegetazione rinsecchita, irriconoscibile,
tra cui si evidenziano i verdi cactus. Il terminal terrestre è posto in periferia ma da
quel poco che si vede Mazatlàn è una città votata al turismo straniero. E' un via vai
di pulmonìas, un incrocio tra macchina decappottata ed un mezzo usato sui campi
da golf per spostarsi tra le buche; sono usati come taxi come i rossi pick-up con le
panche nel cassone.
Scesi dal pullman nel terminal, cerchiamo i bus di seconda classe per Santiago. Veniamo
sballottati da una compagnia all'altra finché scopriamo che la Transporte Rapido del Sur
è in un'area adiacente al terminal ma fuori dal perimetro di cinta dello stesso. Sono le
quattro del pomeriggio ed il pullman sta partendo, è l'ultimo per oggi; l'addetto alla
biglietteria lo blocca giusto in tempo e ci danno il tempo di tornare al terminal a
prendere i bagagli. 65$ a testa per cinque ore di viaggio. Appena entrati c'è l'aria
condizionata che esce a tutta potenza dai bocchettoni posti giusto sopra le nostre teste
sudate: li tappiamo con lo scotch!!
Fino a che non raggiunge la statale per Tepic il bus fa numerose fermate tanto che i
viaggiatori cominciano ad avere difficoltà ad entrare; fortuna che c'è l'aria
condizionata che ........ è "morta" proprio ora che serve. Considerando che non
siamo più al freddo secco del Chihuahua ma al
caldo umido del Nayarit si può immaginare il
risultato!!! Intanto Giosuè allieta i compagni di viaggio con una riparazione volante
allo schienale della sua poltrona che ........ non si regge in piedi.
Un incidente sulla statale 15 ci costringe ad una lunga coda prima ed ad una lunga
deviazione poi su strade secondarie, logicamente sterrate. Attraversiamo in diagonale un
polveroso campo di calcio e tranquilli paesini dove i tranquilli abitanti sono rimasti
tranquillamente seduti sulle sedie a dondolo sul patio delle loro abitazioni incuranti
dell'immenso polverone provocato dalla colonna di camion e pullman.
Questa deviazione ci ha portato ad Esquinapa da dove poi si ritorna sulla statale per
Tepic. Verso le nove di sera arriviamo al terminal della compagnia, vicino a quello della
Sonora ed a poche quadre dallo zòcalo. I primi due alberghi dove chiediamo sono pieni,
siamo più fortunati al terzo tentativo. Hotel Santiago, 140$ la camera doppia, bagno in
camera con acqua calda, aria condizionata e ventilatore, struttura non nuova ma ben
tenuta, gestione familiare, centrale.
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