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4.5 LE RELAZIONI SOCIALI DEL FORUM TELEMATICO

 

Molti ritenevano che il rapido sviluppo delle comunicazioni online potesse rappresentare un pericolo per le relazioni umane. Si temeva l'emergere di un nuovo tipo di individuo, completamente autistico, in grado di relazionarsi con il mondo esterno soltanto attraverso il computer. In realtà la tecnologia informatica ha offerto possibilità finora impensate per comunicare con gli altri. Un altro luogo comune da sfatare riguarda la qualità delle relazioni umane intrattenute nel cyberspazio, che non sono assolutamente fredde e impersonali, come si è portati a credere, a causa dell'utilizzo del computer. E nemmeno deresponsabilizzanti, come la possibilità di nascondersi nell'anonimato potrebbe far pensare . Uno studio condotto negli Stati Uniti ha rivelato, per esempio, che moltitudini di individui si avvalgono della posta elettronica o della chat-line come strumento per un primo approccio relazionale con gli altri. I dati statistici del 1999 parlavano del 52% degli uomini e ben il 72% delle donne, cifre che sembrano attestare, almeno per quanto riguarda i primi incontri, una preferenza per i rapporti online rispetto alle conoscenze vis à vis, cui tuttavia si arriva nel 33% dei casi . La distanza fisica dall'altro, se da un lato sembra sospendere l'elemento fondamentale della corporeità dai rapporti interpersonali, all'opposto consente di rivedere e selezionare l'approccio più adeguato e di mettersi al riparo dalle inevitabili forze inibitorie dell'insicurezza. Senza contare i vantaggi che ci derivano dalla possibilità di immaginare il partner e di modellarlo a nostro piacimento, dirottando la conversazione dagli argomenti che ci risultano sgraditi. Per molti, poi, il cyberspazio rappresenta anche una via di fuga da una realtà frustrante e, di per se, alienante. Un'evasione dalla banalità del quotidiano, di un'esistenza incanalata su strade predefinite, su modelli imposti dall'esterno e di cui non si comprende il senso. Alla luce di queste premesse possiamo facilmente comprendere l'importanza che il FORUM telematico di un quotidiano assume nella società contemporanea. Lo sviluppo del World Wide Web ha permesso agli editori di distanziarsi dai modelli tradizionali dei quotidiani per la presentazione delle notizie per introdurre prodotti più flessibili che offrono sia una fonte di informazione sia un'opzione d'interazione con gli altri. Ann Light e Yvonne Rogers della Scuola di Scienza Cognitiva ed Informatica dell'Università del Sussex hanno studiato i benefici della creazione di un FORUM per un quotidiano realizzando una ricerca su "The Guardian" che propose una serie di FORUM telematici nel corso delle elezioni politiche Britanniche del 1997 . Le due studiose erano interessate, in particolar modo, alle tipologie di persone che erano attratte da questi siti e alle loro motivazioni a partecipare al FORUM. Partirono, chiaramente dalla convinzione che il ruolo sociale dei FORUMS dipendesse da come venivano percepiti dall'utenza e da come quest'ultima era motivata e stimolata a partecipare. Relativamente al caso specifico di "The Guardian", la creazione di un sito web dedicato alla tematica delle elezioni era vista come un modo per migliorare il suo profilo di editore telematico. Il sito web e relativo FORUM in www.Guardian.co.uk fu concepito per avere una durata limitata, i 40 giorni delle campagne elettorali ed elezioni politiche in Inghilterra, tra Marzo e Aprile 1997. Come nel caso della ricerca condotta sull'emigrazione indiana non mi soffermerò qui su tutti i dettagli dell'inchiesta portata avanti da Ann Light e Yvonne Rogers . Porrò l'attenzione, semmai, sulle sue finalità comunicative e quindi sui differenti approcci sociologici individuati dalle studiose. Proprio per ottenere risultati attendibili e verificabili, oltre alle interviste nella redazione telematica di "The Guardian" è stato elaborato un questionario elettronico e poi inviato a tutti i visitatori del sito. A seconda delle risposte l'utente veniva inserito nelle categorie dei NUOVI VISITATORI, degli ESPERTI con esperienze da altre discussioni elettroniche, dei PARTECIPANTI o NON PARTECIPANTI alle discussioni. Dai risultati ottenuti si poteva sostenere che le principali ragioni di partecipazione al FORUM erano due: § dare la propria opinione (80%); § rispondere a un postulato precedente in contrasto con il proprio pensiero (40%). Una percentuale ridotta di persone addusse come motivazione il sostegno ad un punto di vista espresso (13%), il portare avanti la discussione (14%) o infine la richiesta di informazioni (13%) . La principale ragione per la non esposizione era, invece, la mancanza di tempo (43,5%), non certo - e questo è per me un dato estremamente significativo per una valutazione dell'impatto sociale e politico del nuovo medium - per la paura di sottoscriversi (3%). Il 18% dei visitatori del sito, addirittura, non si è neanche accorto dell'esistenza di una tabella di registrazione al sito. L'esame finale dei risultati derivanti dalle interviste e dai questionari portò le due studiose alle seguenti conclusioni: § i nuovi visitatori delle discussioni elettroniche hanno differenti aspettative in relazione a ciò che intendono fare nel FORUM rispetto a coloro che sono abituati alla frequentazione del FORUM; sono meno discorsivi e interattivi e tendono ad utilizzare il FORUM solo per esprimere la propria opinione e leggere quelle altrui; § i non partecipanti ritengono che lo spazio del FORUM dovrebbe servire più per un approfondimento informativo che per un continuo scambio di opinioni; i partecipanti, al contrario, ritengono indispensabile il ruolo svolto dal Web per dare una spinta democratica alle istituzioni. Certo non possiamo considerare come valide a priori le asserzioni emerse da questa ricerca ma è chiaro che un quadro interpretativo lo possono offrire. Il complesso e variegato sistema del Web è ancora in una fase di completa e definitiva legittimazione a livello sociale e politico. È tuttora possibile effettuare una netta demarcazione tra coloro che sono in grado di sfruttare le potenzialità di questo nuovo medium e lo appoggiano fermamente, percependo il ruolo istituzionale che potrebbe assumere, e coloro che sono più inclini a svelare i suoi aspetti più ambigui e contraddittori . Per un corretto approccio metodologico e sulla base di esperienze acquisite, ritengo giusto ammettere che un eccessivo ottimismo e un'incondizionata fiducia nelle qualità di Internet possono condurre alla scoperta di realtà poco rassicuranti.

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