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IL CASO AMERICANO

 

Una delle principali difficoltà incontrate nella presente tesi si è rivelata l'individuazione di un approccio teorico che potesse adattarsi alle caratteristiche evolutive del giornalismo americano da sempre imperniato su logiche di mercato diametralmente differenti da quelle del giornalismo italiano e, in generale, europeo. Negli ultimi anni il giornalismo statunitense è stato attraversato e sconvolto da profonde trasformazioni connesse, soprattutto, all'affermazione delle nuove tecnologie, che hanno riconfigurato gli spazi fisici e sociali, nonché modificato le routines produttive, la professionalità, il modo stesso di intendere e fare informazione. La carta stampata americana, dopo aver dovuto condurre una lotta impari con la televisione, si trova ora a fronteggiare la concorrenza dei nuovi media interattivi, per i quali sembra diventata non indispensabile la tradizionale funzione di mediazione informativa svolta dai giornalisti . Altro dato incontrovertibile sembra essere la crescente diffusione dei tabloid scandalistici legati alla rappresentazione drammatizzata degli eventi e ad una loro ossessiva spettacolarizzazione. Il giornalismo americano ha così dato vita a graduali mutazioni deontologiche e professionali, ancora oggi in fase di legittimazione. Si è seguito un percorso culturale, sociale e politico che ha prodotto la revisione critica del modello tradizionale del giornalismo watchdog, basato sulla funzione di controllo esercitata dai giornalisti in difesa dei cittadini, per dare vita ad un'informazione dominata da un atteggiamento ipercritico e cinico, a volte (come già sostenuto) dannoso per le istituzioni democratiche. Prima fondamentale conseguenza di una fenomenologia di questo tipo è stato, agli inizi degli anni '90, un graduale distacco dalla realtà sociale e politica del paese. L'utenza dei mezzi di informazione ha sentito sempre meno l'appoggio dei giornalisti nella risoluzione delle maggiori problematiche civili e un tale senso di smarrimento ha prodotto inevitabilmente la crisi di credibilità del giornalismo, più attento alle vicissitudini del caso Lewinsky che alle continue frizioni sociali del paese. M.Schudson in Models of Journalism in Democracy fa riferimento a tre modelli di giornalismo che possono in parte corrispondere alle tappe evolutive della professione in America. Tali modelli sono: MARKET MODEL: secondo questo modello i giornalisti devono fornire al pubblico tutto ciò che vuole; il consumatore è sovrano, arbitro finale del prodotto notizia e al giornalista non resta che rispettare i target che interessano gli sponsor. ADVOCACY: i giornalisti si pongono come agenti per la trasmissione e la diffusione delle posizioni di una parte politica con l'intenzione di favorire l'affermazione di un particolare punto di vista. TRUSTEE: il sistema informativo deve fornire al pubblico le notizie necessarie per una consapevole partecipazione alla vita politica della nazione. Proprio quest'ultimo modello deve essere visto come maggiormente conforme alle caratteristiche del giornalismo americano, almeno fino agli anni Sessanta e Settanta, periodo nel quale il principio dell'obiettività viene messa in dubbio dalle modalità del coverage giornalistico della guerra del Vietnam e dello scandalo Watergate. I turbolenti eventi sociali e istituzionali di questi anni fanno sì che i giornalisti perdano la loro naturale funzione di neutrali osservatori della politica. Si è arrivati così alla nascita del cosiddetto giornalismo investigativo, ossia alla costituzione di team giornalistici investigativi interessati alle analisi dei problemi, per una migliore conoscenza della realtà attraverso punti di vista diversi, se non opposti, a quelli delle fonti ufficiali . La metamorfosi comunicativa del sistema massmediatico americano incontra, poi, un'ulteriore tappa evolutiva negli anni '90, quando si abbandona, ormai definitivamente, il coverage descrittivo e si privilegiano le caratteristiche della fiction e del dramma, imposte dall'affermazione dei formati e della logica della televisione. Il nuovo stile del giornalismo interpretativo è più tematico e presenta una maggiore commistione tra fatti e analisi: le storie sono costruite attorno a temi precisi e i fatti diventano i materiali con cui il tema scelto è illustrato. Tutta questa premessa per arrivare alla forma di giornalismo che può essere vista ed analizzata come causa e, nello stesso tempo, effetto del giornalismo telematico: il public journalism. Nel corso della campagna presidenziale del 1992 è stato avviato negli USA un esperimento giornalistico, che ha registrato un notevole successo e ha dato l'avvio a un vivace dibattito sulle soluzioni per fronteggiare la crisi di credibilità e il conseguente calo delle vendite dell'informazione americana. Due giornali della catena Knight-Ridder, "The Wichita Eagle" e "Charlotte Observer", scelgono di presentare ai loro lettori un coverage diverso della campagna: i direttori decidono di chiedere ai lettori quali siano per loro le issues più importanti della competizione elettorale, di concentrare l'attenzione dei loro articoli su tali argomenti, invitando i lettori a intervenire e parallelamente, i candidati, a discuterle . Il public journalism è un modello di informazione in cui operatori e lettori interiorizzano alcuni cambiamenti significativi: invece di limitarsi a raccontare notizie , l'obiettivo dei giornalisti diventa una più ampia missione per contribuire al funzionamento della vita pubblica nella convinzione che, favorendo il dibattito, l'informazione possa portare alla proposta di eventuali soluzioni per i problemi della società; si registra, pertanto, il passaggio da un atteggiamento distaccato alla partecipazione del giornalista. Ecco, allora, che incominciano a delinearsi i contorni del giornalismo telematico negli Stati Uniti. È da questi presupposti che sorgono testate giornalistiche elettroniche in grado di venire incontro alle esigenze di interazione dell'utenza e alle istanze di un mercato pubblicitario sempre più articolato.

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