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6.2 SOFT NEWS VS. HARD NEWS

 

L'informazione ha subito enormi cambiamenti negli ultimi due decenni. Come reazione al clima di sfrenata competizione tra i mezzi di comunicazione si è giunti alla presentazione di notizie sempre più leggere e - se vogliamo - frivole. Si tratta delle cosiddette "soft news" in contrapposizione alle "hard news", fondate sul concetto di cronaca e approfondimento. Le soft news e il giornalismo critico non hanno, comunque, potuto fermare il declino dell'audience informativo. Negli Stati Uniti la televisione via cavo e, più recentemente, Internet hanno considerevolmente ridotto l'utenza dei quotidiani e dei magazines. Una ricerca condotta nel 2000 da Thomas E. Patterson e avente il titolo Doing Well and Doing Good: how soft news and critical journalism are shrinking the news audience and weakening Democracy - and what news outlets can do about it sostiene addirittura che l'avvento delle soft news e del giornalismo critico abbiano accelerato la diminuzione dell'audience dell'informazione tradizionale e indebolito le fondamenta della democrazia riducendo l'informazione pubblica riguardo alle questioni di interesse nazionale. In seguito all'analisi di 5331 testi informativi ricavati da due network televisivi, due magazines settimanali, tre importanti quotidiani e ventisei giornali locali nel periodo 1980-1999, e in seguito alla valutazione delle reazioni dell'audience, Patterson e i suoi collaboratori arrivarono a stigmatizzare sei punti fondamentali che riporto di seguito: § gli utenti prestano attenzione all'informazione per le hard news e non per le soft news; § gli utenti che preferiscono le hard news sono i maggiori consumatori di informazione; § la tendenza a proporre soft news ha contribuito al declino di interesse nei confronti dell'informazione; § una strategia fondata sulla scelta delle hard news è una valida risposta al clima di ipercompetizione tra i mezzi di comunicazione; § il giornalismo critico ha indebolito l'interesse degli utenti per la politica; § i giornalisti hanno il dovere di temperare il giornalismo critico al fine di far rinascere l'interesse dei cittadini per la politica. I dati generali sulla diminuzione dell'audience dell'informazione sono abbastanza chiari. Il grafico che riporto di seguito mostra un calo vistoso per tutti i mezzi di comunicazione: Figura 1: l'unico medium che si contrappone a questo trend sembra Internet. Fino ad ora abbiamo parlato degli effetti della prevalenza di soft news ma non abbiamo ancora offerto una definizione che possa essere accettata.Questa - secondo Patterson - può derivare solo dalla definizione di hard news. Le hard news si riferiscono alla copertura di eventi determinanti che coinvolgono leader politici, significative distorsioni della routine quotidiana, disastri, terremoti, incidenti aerei ecc. L'informazione che non risponde a queste caratteristiche rientra nella categoria soft. Figura 2: il grafico mostra la presenza crescente di soft news nel sistema informativo americano. Il grafico è tratto dalla ricerca (2000) condotta negli USA da Thomas E. Patterson e indicata in Nota 258 259. Ciò che rientra in questa categoria - come già sottolineato - è più sensazionale, maggiormente centrato sulla personalità e sulla drammatizzazione dell'evento, meno legato alla dimensione temporale, più pratico. Figura 3: il grafico si riferisce al sensazionalismo presente nelle notizie dal 1980 al 1998 . Può essere interessante anche osservare l'aumento di notizie con un elemento di interesse umano e delle notizie riguardanti il dramma dei crimini e dei disastri: Figura 4: presenza di un elemento di interesse umano nella notizia. Figura 5: Crimini e Disastri come soggetto dell'informazione. È sconcertante, poi, osservare il numero di notizie senza alcun riferimento ad aspetti della vita pubblica e alla politica: Figura 6: a partire dal 1980 si assiste ad un graduale aumento delle notizie non legate alla politica e alla vita pubblica. La prevalenza di soft news ha inoltre prodotto profonde metamorfosi a livello linguistico e comunicativo. Il vocabolario usato nella nuova informazione è un vocabolario più semplice , con maggiori riferimenti all'aspetto umano e, più specificamente, psicologico. Si predilige la prima persona e, conseguentemente, si tralasciano le espressioni di collettività tipiche delle hard news: Figura 7: come si può evincere dal grafico l'uso di indicazioni personali e di collettività seguono un andamento inversamente proporzionale. È infine significativo rilevare la percezione delle notizie da parte dell'utenza in questi ultimi anni: Figura 8: l'inchiesta è stata condotta per coppie di aggettivi contrapposti. Emergono alcuni dati paradossali (Vedi Not Enjoyable/Enjoyable Boring/Interesting) L'inchiesta effettuata da Patterson e dai suoi collaboratori ci offre un approfondito e attendibile sguardo d'insieme sullo stato evolutivo del giornalismo americano. Esistono, però, eccezioni che non posso trascurare nel mio approccio di ricerca. Il "New York Times", sebbene anch'esso influenzato dalle nuove logiche massmediatiche, sembra ancora seguire una linea tradizionale. Se consideriamo, infatti, gli argomenti di discussione predisposti all'interno del FORUM ci possiamo facilmente rendere conto che la Politica e le tematiche di interesse pubblico hanno ancora un peso prevalente rispetto a quelle che Patterson chiama soft news. Al fine di esemplificare questa asserzione pongo a confronto la tabella di argomenti proposti nella categoria "Politics" e quelli, invece, della categoria "Living" , aggiornate al 31 Agosto 2001. Figura 9: elenco degli argomenti di Politica presentati nel FORUM del "New York Times on the Web". Figura 10: elenco degli argomenti di discussione proposti nella categoria "Living" nel FORUM del "New York Times on the Web". Si assiste ad una netta sproporzione: 15 argomenti proposti in "Politics", 8 in "Living". Il grado di partecipazione dell'utenza, ad esclusione di rari picchi (Vedi "The Bush Presidency") sembra essere uniforme in entrambe le categorie .

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