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4.7 LO SPAZIO PUBBLICO MEDIATIZZATO E LA LOCALITA' IN RETE

 

Molti studiosi sottolineano che nella società dell'informazione i nuovi mass media, accelerando una tendenza già in atto con la diffusione della televisione, modificando la nostra percezione dello spazio e del tempo, cambiano anche il nostro modo di rapportarsi allo spazio sociale. In particolare con l'espressione spazio pubblico mediatizzato si intende "uno spazio simbolico nel quale si confrontano ed organizzano le opinioni, gli orientamenti, gli schieramenti su temi che sono stati resi di rilevanza pubblica". Una caratteristica di questo spazio è che l'informazione non resta fine a se stessa, ma dovrebbe servire come base per la riflessione e l'attuazione di scelte di interesse collettivo. Questa esigenza però contrasta con i tempi della notizia, che si avvicinano sempre più alla "diretta" e con le modalità di fruizione. Per esempio molte ricerche hanno dimostrato che i notiziari televisivi a causa del loro specifico formato non sono in grado di fornire quell'approfondimento necessario per realizzare consapevolmente decisioni e scelte su temi di rilevanza pubblica. Si consuma una rottura tra i tempi dell'informazione e i tempi della riflessione: "…tra il tempo della tecnologia e il tempo dei media è sempre più difficile preservare il tempo sociale; il tempo della gestione delle scelte, il tempo delle analisi per la risoluzione dei problemi". Ne risulta uno spazio pubblico mediatizzato che è sempre meno idoneo a funzionare come istanza di identificazione delle soluzioni ai problemi. Figura 1 : la pagina d'ingresso del sito dell'agenzia Adnkronos. Nel riquadro giallo, in alto al centro, grazie ad un applet Java scorrono le notizie aggiornate in tempo reale. Bisogna chiedersi se la Rete non sia in controtendenza rispetto a questa situazione. Un indicatore è offerto da un confronto con la stampa quotidiana. Il giornale tradizionale è un testo per molti aspetti ipertestuale: dalla prima pagina si accede direttamente ad altre, si possono costruire autentici percorsi fra le notizie e non sono assolutamente pensati per una lettura lineare dalla prima pagina all'ultima. Il giornale poi prevede un lettore attivo, capace di selezionare le notizie e con tempo a disposizione per la lettura. Non è un caso allora che tutti i principali quotidiani all'estero come in Italia curino una versione elettronica in Rete. È un dato significativo perché, sebbene siano stati i primi ad imprimere un'accelerazione alla percezione degli eventi con la loro pubblicazione quotidiana, proprio ai giornali stampati si è sempre riconosciuto il merito di fornire un'informazione compatibile con la comprensione dei fatti. Non è assurdo pensare che i giornali in Rete possano svolgere una funzione di approfondimento anche valendosi dei vantaggi offerti da una tecnologia elettronica. Questi vantaggi sono tanti. In alcuni casi è possibile risparmiare sui costi della distribuzione fisica e della carta avvantaggiandosi allo stesso tempo di notevoli miglioramenti nella grafica e nell'impaginazione. Non si pongono limiti alla quantità di notizie, è possibile approfondire le notizie in maniera impensabile sui giornali stampati, allegando documentazioni multimediali. Inoltre la Rete consente aggiornamenti in tempo reale che rendono l'editoria elettronica competitiva anche con il sistema radio televisivo che attualmente monopolizza la "diretta" e, importantissimo, la Rete consente di mettere a disposizione le notizie di giornate diverse, mentre la mancanza di memoria è uno dei limiti del giornalismo classico. Si pone però il problema di gestire tutte queste nuove potenzialità, sia da parte del lettore che dell'autore-giornalista. Bisogna, per esempio, evitare che la possibilità di aggiornamenti in tempo reale renda i giornali frenetici come la televisione vanificandone le peculiarità di mezzo di riflessione e conoscenza. Soprattutto bisogna far sì che il giornale su carta e conseguentemente anche la sua versione elettronica mantengano la loro sostanziale prerogativa di fonte informativa sulla realtà locale. Se noi esaminiamo il FORUM elettronico del "New York Times" nella categoria "Living", concepita in relazione alle varie città statunitensi ci possiamo facilmente rendere conto che il numero maggiore di interventi verte proprio sulla città di New York. Nonostante la nostra società stia affrontando un travolgente processo di globalizzazione e quindi graduale scomparsa o quantomeno attenuazione dei contorni nazionali, l'utente sembra ancora manifestare un forte bisogno di località, di identificazione in qualcosa che sente veramente suo. Alla fine del 2000 Aldo Carotenuto nel numero 23 della rivista Telèma profetizzava un enorme pericolo per la popolazione della rete: "La globalizzazione è un modus vivendi che sta ristrutturando radicalmente la qualità della vita, le abitudini, l'identità di ciascuno di noi. Facciamo parte di una comunità sempre più estesa e meno definita, nella quale è facile comunicare, consumare e navigare. Perciò ci illudiamo di poter fare tutto, rapidamente e bene. Invece corriamo il rischio di restare soli, prigionieri del nostro narcisismo". L'utenza sembra aver capito questo monito ed ha il più delle volte decretato il successo dei giornali e delle versioni elettroniche maggiormente legati alla dimensione locale e quindi, per certi aspetti, ancora fortemente individuale del processo di diffusione di informazione.

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