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LA LINGUA DEL COMPUTER: PROTESI MENTALE ED ESPRESSIVA DELL'UOMO

 

Nel momento in cui mi accosto alla trattazione della problematica linguistica nella comunicazione mediata dal computer e in particolar modo nella comunicazione prodotta dai giornali online, devo effettuare una premessa di natura terminologica. Possiamo infatti intendere la parola "linguaggio" con due accezioni sensibilmente differenti l'una dall'altra. Queste due accezioni corrisponderanno alle aree di ricerca che intendo sviluppare nella presente tesi. Nel primo caso per "linguaggio" intenderò il complesso ed articolato sistema di strumenti comunicativi che le nuove tecnologie hanno messo a disposizione dell'utenza, consentendo e, in molti casi, promovendo innovative forme di coesione e solidarietà. Nel secondo, invece, il termine "linguaggio" riassumerà il suo significato abituale di insieme di scelte lessicali e sfumature di significato producenti importanti conseguenze sul piano dell'identità e del ruolo di mediazione svolto dalla Rete. Una volta delineato un tale scenario concettuale ritengo, però, ora necessario stigmatizzare il comune denominatore di questi due approcci di ricerca. Abbiamo visto nei precedenti paragrafi come l'avvento delle nuove tecnologie comunicative, in primo luogo Internet, abbia comportato enormi conseguenze sulle forme di interazione e sul rapporto di equilibrio tra testo scritto e immagine. Qualsiasi interazione in Rete, più ancora di altre situazioni, non può che svolgersi interamente all'interno del linguaggio. Non c'è la possibilità di attuare forme relazionali faccia a faccia in cui l'efficacia del messaggio comunicativo è veicolabile anche attraverso la gestualità, la mimica e gli oggetti visuali. Ecco allora che giungiamo ad una nuova ipotesi interpretativa. Il linguaggio in senso lato, unico vero strumento nelle mani dell'utente, nella comunicazione mediata dal computer diventa forma protesica della mente, dei sentimenti e in sostanza del reale che non si articola più in immagini, colori e dimensioni percepibili direttamente ma in associazioni ideali di significato desumibili dalle scelte lessicali di un unico e globale insieme di segni. Possiamo facilmente intuire la portata di un fenomeno di questo tipo. Il maggiore ostacolo all'integrazione è stato sempre costituito dalle differenze linguistiche che limitano il numero delle persone in grado di accedere alle conoscenze e alle informazioni. Le tecnologie basate sui computer, interattive e sostanzialmente artigianali ci permetteranno di by-passare, per la prima volta l'argine biologico della lingua. Tutto questo può sembrare in aperta contraddizione con quanto sostenuto in Capitolo 4 Paragrafo 4.6, relativamente ai forti dubbi sollevati sulla capacità democratizzante della Rete. In realtà ne diventa un'ulteriore conferma. Anche in quel caso avevo descritto le enormi potenzialità del nuovo medium comunicativo ipotizzandone un positivo impatto sulle istituzioni democratiche. Il rovescio della medaglia può venire soltanto da un suo utilizzo erroneo, imbrigliato nella istanza pregiudiziale di vedere nella lingua informatica solo un sistema neutro di codici, questi sì ostacolo imponente ad una concezione egualitaria del mezzo. La chiave di volta di tutto ciò è la natura della tecnologia che sta alla base dei processi in corso. Naturalmente, tutti i grandi fenomeni di questo tipo hanno sempre avuto una tecnologia che li supportava (tecnologie di costruzione, tecnologie di trasporto, tecnologie di guerra, ecc), ma la loro caratteristica - con una sola grande eccezione - è quella di essere state, fino a ora, "tecnologie del corpo". Possiamo concepire in generale le tecnologie come degli artefatti che supportano e amplificano le capacità naturali umane. Per "Tecnologie del corpo" s'intendono, appunto, quelle tecnologie che supportano e amplificano le capacità del corpo umano: così, ad esempio, la capacità di spostarsi nello spazio, oppure quella di compiere lavoro fisico. Si tratta delle tecnologie energetiche che hanno dominato la storia dell'umanità dalle origini fino a questo secolo. Abbiamo fatto riferimento, prima, ad un'eccezione: quella della stampa. La stampa - e il suo precedente più insigne, la scrittura - sono invece "tecnologie della mente". Sono infatti tecnologie che supportano e amplificano capacità mentali dell'uomo: in questo caso la memoria, la capacità di ricordare, e la comunicazione. Il secolo appena terminato - e forse questo è ciò che maggiormente lo distingue da quello precedente - ha incominciato a sviluppare un'intera schiera di tecnologie della mente: telefono, cinema, radio, televisione, per culminare con la più potente e, soprattutto, la più onnicomprensiva di esse, il computer. La lingua, come principale propulsore di queste tecnologie, gioca un ruolo fondamentale nella metamorfosi comunicativa in atto. Non vi è dubbio, infatti, che la differenza linguistica abbia rappresentato e rappresenti un forte ostacolo a qualunque processo di integrazione globale, tanto più quanto più esteso e radicale è questo processo. L'ostacolo, poi, può essere di duplice natura. Una "tecnica": imparare a parlare un'altra lingua è un compito difficile, lungo e faticoso. C'è, in secondo luogo, un'ulteriore difficoltà: la lingua non è e non può essere un fattore neutro, solo tecnico, di comunicazione; a essa tendono ad essere associati complessi di valori che rendono ideologicamente difficile un suo abbandono in favore di un'altra lingua (non a caso si parla di "Imperialismo linguistico"). Anzi, bisogna constatare che lo sviluppo e la diffusione globale dei valori democratici moderni tende paradossalmente a portare con sé un ulteriore e più spinto frazionamento linguistico, in quanto la lingua, nella forma di una lingua propria ed esclusiva di una certa comunità, tende a essere scelta quale simbolo essenziale di valori democratici quali, ad esempio, le autonomie locali, col risultato di riportare ancora più indietro che allo stadio di partenza le condizioni di integrazione globale. La lingua che si manifesta nelle interazioni mediate dal computer e quindi anche nel FORUM telematico è una lingua universale, veloce e snella che, però, in funzione della sua natura protesica, può personalizzarsi considerevolmente promovendo forme di comunicazione più complete ed espressive di quanto, in alcuni casi, non sappiano fare le interazioni faccia a faccia.

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